LINGUA:
IL ROMANZO SPIRITUALISTA:
Il romanzo spiritualista (o simbolista) è un romanzo in cui lo
scrittore non presta più la sua voce ad una classe sociale e invece
sì arriva nel mondo fella parola e della bellezza, a lui più
famigliare. Alcuni romanzi considerati spiritualisti sono; La
prueba, La sirena negra, Tristana, Nazarin e Misericordia
(GALDÓS)
Per il romanziere a tesi conterà quindi l’astrazione ideologica, per
il naturalista la materialità dell’esistenza, per lo spiritualista,
L’interiorità dei personaggi.
Si passa quindi, con il romanzo spiritualista, dall’astratto al
concreto, dall’esteriorità, all’interiorità e dal generale al
particolare.
LA VITA;
Egli prende questa sua partenza per la guerra d’Africa come una
riabilitazione per gli errori commessi durante la gioventù gesto
che lo porta a convertirsi in conservatore, questo perché nel 1855
lui rischió la morte. Dirigeva un giornale di chiara tendenza
antimonarchica e anticlericale “EL LATIGO” e questo lo portó a
scontrarsi a duello con il poeta GARCÍA DE QUEVEDO che
dirigeva il giornale EL LEON ESPANOL (chiaramente
monarchico), il poeta De Quevedo risparmió la vita ad Alarcon,
sparando in aria, poiché ALARCON che aveva già sprecato il
proprio colpo di pistola.
STILE:
EL ESCÂNDALO:
(Trama)
Inaugura il ciclo dei romanzi a tesi in Spagna che vedrà proprio
Alarcon e PEREDA come massimi esponenti.
In El ESCANDALO si esaurisce probabilmente il romanticismo
senza che però decolli totalmente il realismo.
Molti hanno ritenuto che ci fossero dei tratti autobiografici
nell’opera come per esempio Bazán che dice che tra Alarcon e
Fabian Lara Conde ci siano molte coincidenze di vita ( la
sregolatezza, la popolarità, le cariche politiche e diplomatiche).
FABIAN CONDE, rinomato don Giovanni della capitale, si reca
in cerca di aiuto dal padre MANRIQUE e dalla sua confessione
veniamo a conoscenza della sua vita disordinata, dei suoi amori
con una donna sposata e poi con la figlioccia di quest’ultima però
della figlioccia Fabian si era realmente innamorato, Gabriela (così
si chiama la ragazza) è venuta a scoprire del suo rapporto con la
matrigna e decide di abbandonarlo e ritirarsi in convento.
Diego, che è un amico di Fabian, ottiene dalla novizia il perdono
condizionato: ovvero che Fabian potrà tornare da lei solo dopo
aver fatto delle buone azioni.
Per amore di Gabriela, lui intraprende il cammino della
conversione. Prima va a Londra come diplomatico, di lui ormai si
parlava come di un angelo benefattore però l’ostacolo della
vecchia reputazione era difficile da rimuovere e quando Fabian
torna a Madrid e conosce la moglie di Diego lei inizia a provare
un desiderio nei confronti di Fabian e questo malinteso genererà
un duello.
È proprio per questo che Fabian chiede aiuto al padre
MANRIQUE. Chiuso questo antefatto il narratore proietta
direttamente il dramma nel presente con il Fabian pentito che non
vuole battersi con il suo migliore amico, però non vuole
nemmeno che la sua ormai immagine pulita venga sporcata dalle
calunnie della moglie di Diego. Il padre gli propone allora di
rinunciare a tutto, anche all’amore per Gabriela, e abbracciare la
religione cattolica, come unica soluzione al dramma.
Ma l’intervento di un ex gesuita riaprirà i giochi, Fabian conosce
la bontà d’animo di un terzo amico, ovvero Lazaro, di cui si era
dimenticato a causa di un piccolo screzio e questo Lazaro riuscirà
a chiarire tutto tra Diego e Fabian. Diego, ammalato gravemente e
in punto di morte, chiederà a Fabian di sposare Gabriela.
In parallelo a queste due storie, senza rapporto con la storia
centrale, ci sono anche le vicende del padre di Fabian e l’amico
Lazaro.
Il padre di Fabian è un generale patriota, capo militare di una città
assediata dai carlisti, e sembra un traditore che vende la città al
nemico ma è solo vittima della vendetta di un marito geloso.
Lazaro sembra agli occhi di suo padre, che lo disereda, un
incestuoso che corteggia la propria matrigna, ma in realtà e
anch’egli vittima della vendetta della donna da lui rifiutata.
In tutti e due i casi, la prima versione dei fatti presenta il punto di
vista dell’antagonista, temporaneamente vincitore, che falsifica la
realtà con le parole e causa un danno irreparabile all’immagine
pubblica della vittima (nel caso di Lazaro anche un danno
economico poiché perde l’eredità)
Poi in un secondo momento un personaggio misterioso arriva da
Fabian, si rivela fratello di Lazaro, e gli fornisce una nuova
versione dei fatti che riabilitano Lazaro Emil padre di Fabian agli
occhi della società.
Lo stesso Fabian é vittima di un gioco del genere poiché è vittima
della vendetta di una moglie indispettita. E grazie alla risurrezione
affettiva di Lazaro si ristabilirà la realtà dei fatti.
Sará proprio Fabian a raccontare la storia di Lazaro in parallelo
alla sua.
Tutte e tre le storie raccontano vicende di un adultério e tutte e tre
mettono l’accento sulla ripercussione dell’opinione altrui. Sia
nella storia del padre di Fabian che in quella di Lazaro possiamo
dire che l’opinione altrui e le diverse versioni della realtà sono il
punto focale della storia
Però mentre Lazaro era riuscito a ritrovare un nuovo equilibrio
nonostante le versioni sballate della realtà, nella storia di Fabian il
conflitto delle versioni genera il dramma e soltanto il
ristabilimento della verità e la restituzione della sua immagine
pubblica scioglierà il nodo della trama.
Quindi accediamo come la cattiva fama dei personaggi porti
sempre a conseguenze più disastrose è l’unico modo per tenersi in
salvo dalla maldicenza é secondo Alarcon non fomentarla e
condurre un’esistenza secondo i precetti della religione cattolica
ed essere disposti s rinunciare al mondo e alle sue lusinghe per
vivere in pace con la società e con Dio. Per Alarcon la realtà è
necessariamente soggetta ad interpretazioni e, quando ad essere
sottoposte sono le azioni degli uomini allora l’interpretazione, la
parola può generare risposte anche sbagliate negli altri.
In poche parole dipendiamo tutti dall’opinione altrui che in El
ESCANDALO assume le sembianze del coro del DRAMMA
GRECO.
Il coro è MINACCIANTE che sottolinea il concetto tra apparenza
ed essenza di Fabian e questo conflitto potrebbe sfociare in
violenza ed e lo stesso coro a proporre questa soluzione nella
scena del confronto tra Fabian e Diego dove Fabian rivela le
menzogne della moglie.
In questo dialogo i personaggi suggeriscono gli atteggiamenti che
potrebbero riscuotere maggior successo, ma solo l’autore è
custode delle diverse possibilità di sviluppo della storia e le
esplicita tramite l’intervento del coro. Nell scena iniziale, per
esempio, ci vengono proposti personaggi piatti, lontani dalla
complessità della vita quotidiana, stereotipati per meglio
rappresentarla e servono a dirigere l’azione, ma non la volontà dei
personaggi. Provengono dal folletín anche: la TENDENZA AI
ROVESCIMENTI MELODRAMMATICI NELLA
SITUAZIONE DEI PERSONAGGI (Fabian vorrebbe ammazzare
lo sconosciuto che si presenta. lui con nuove informazioni che
riguardano suo pafre che poi serviranno al suo riscatto sociale), la
CASUALITÀ ROMANTICA che fa si che il personaggi giusto si
trovi nel momento e posto giusto, un certo
SENTIMENTALISMO DI MANIERA (Fabian sviene
dall’emozione fra le braccia dello sconosciuto che voleva
ammazzare), I CAPOVOLGIMENTI IMPROVVISI NEI
SENTIMENTI (Fabiam ama Matilde, poi scopre di amare
Gabriela, ma dietro richiesta della prima torna a sentire un grande
trasporto per lei per poi tornare a desiderare unicamente
Gabriela). Quindi Alarcón sposta l’attenzione verso la peripezia.
EL NIÑO DE LA BOLA.
Segna l’inizio della fine della carriera letteraria di Alarcón. La
pretesa di Alarcón era quella di scrivere un romanzo realista dove
si mostrasse come, senza la religione, nell’uomo trionfino le basse
passioni, gli istinti animaleschi, il lato diabolico.
L’autore intende la scrittura come una missione che deve riportare
al centro del vivere sociale i valori dello spirito contro il
materialismo dilagante, però non riesce a staccarsi dalle sue
origini romantiche, anche se, per affermare le idee del
distaccamento materiale, dovrebbe abbandonarle. Quindi la
narrazione di quest’opera risulta contraddittoria con i propri
presupposti poiché il suo slancio formale romantico ci sarà
sempre, nonostante la sua dichiarazione esplicita anti-romantica.
Trama.
JUAN VALERA:
La vita:
L’ESTETICA:
Valera è uno dei più vecchi esponenti della così detta
“generazione del 68”. Conobbe bene il romanticismo poiché due
suoi zii furono tra i massimi esponenti della prima generazione
romantica.
OPERE:
TEMI:
PEPITA JIMÈNEZ:
(TRAMA)
PERSONAGGI:
STILE:
JUANITA LA LARGA:
PERSONAGGI:
MORSAMOR:
Il romanzo MORSAMOR può esser considerato come
l’esposizione di tutti gli argomenti che hanno alimentato il fuoco
sacro della scrittura di Valera. MORSAMOR è una sorta di
congedo di chi ha vissuto tanto e tanto riflettuto sulla vita e
voleva predisporsi ad una nuova partenza (Valera credeva nella
reincarnazione)
TRAMA:
MORSAMOR era il nome di battaglia di FRATE MIGUEL DE
ZUHEROS quando era ancora conosciuto come trovatore e
avventuriero, verso la fine del 400, l’epoca delle grandi scoperte e
delle grandi conquiste.
Arrivato alla fine dei suoi anni, questo insignificante Monaco, si
rende conto di non aver realizzato alcuna grande impresa che lo
possa rendere immortale.
Decide quindi di ricorrere alle arti magiche di FRATE
AMBROSIO che era un confratello delle dottrine esoteriche.
Frate ambrosio gli restituisce giovinezza affinché de ZUHEROS
possa correggere il corso della sua vita e compiere i gesti che
possano farlo ricordare nella storia.
MORSAMOR parte per Lisbona e da il via a una serie di
avventure, battaglie, amori e incontra i grandi uomini del
momento (Vasca da Gama, Gil Vicente), ottiene ricchezze ed
onori. MORSAMOR porta con se TIBURCIO che introduce nel
romanzo il tema faustiano: solo alla fine si avrà la certezza della
natura diabolica di Tiburcio, il quale era riuscito ad occultarla al
suo maestro. MORSAMOR decide quindi di circumnavigare il
globo terrestre, proprio come stava per fare Magellano in quel
periodo, solo che in direzione opposta e infatti durante la
spedizione incrocerà il grande navigatore Magellano nel mezzo
dell’oceano Pacifico.
Ma quando sta per arrivare al punto di partenza, sulla costa del
Portogallo, una tempesta provoca il naufragio della nave e del suo
sogno.
Tornato in convento e alla vecchiaia MORSAMOR capisce che
non si è mai mosso da lì e che le sue peripezie sono state solo un
sogno indotto da don Ambrosio.
Inizialmente si arrabbia ma dopo un periodo di riflessione capisce
che Don ambrosio ha destato solo di appagare i suoi desideri e di
farlo riconciliare con il mondo e con Dio.
TIBURCIO cerca di istillare il dubbio sulla sincerità della
conversione di Morsamor ad Ambrosio re e così che don
Ambrosio comprende la natura malvagia di Tiburcio.
L’angoscia trascendentale di Morsamor sarebbe quella vissuta da
Valera e anche il ritorno al passato sarebbe in realtà un reale
desiderio di Valera per cogliere le occasioni che la vita gli aveva
offerto.
Oppure un’altra lettura possibile e quella dei due fette sistemi che
strutturano il mondo religioso di Valera; da una parte le religioni
orientali e dall’altra la purificazione dell’anima tramite la grazia
divina.
ESTETICA:
DE PEREDA:
LA VITA;
LE OPERE:
Nella progressione letteraria di PEREDA non c’è una vera
evoluzione tecnica e tematica.
I quattro momenti della narrativa perediana corrispondono alla
diversa importanza che lui da a i diversi argomenti.
I periodi sono:
1. COSTUMBRISTA:
2. LA TESI
3. MODO NATURALISTA
4. ROMANZI DELL’IDILLIO TRA UOMO E NATURA (è il
momento di sintesi e di maggiore serenità in cui
finalmente lui trova la sua vena più genuina)
L’inizio della carriera di PEREDA è quindi segnato dal
costumbrismo nei quali mostra l’intenso amore nei confronti della
sua regione. (ESCENAS MONTAÑESAS, TIPOS Y PAISAJES)
e racconta quindi gli usi della zona senza nascondere brutture
della vita di campagna.
Però anche in questi articoli dichiaratamente costumbristi si può
scorgere la vena realista perché era un osservatore della realtà
contemporanea capace di rispecchiare fedelmente la PARLATA
POPOLARE, LA GENUINITÀ DEI MODI DI DIRE ecc.
In tutta la sua produzione posteriore PEREDA manterrà
l’ispirazione costumbrista facendo vedere le miserie della vita
quotidiana.
I ROMANZI A TESI:
Il tradizionalismo di PEREDA trova la sua massima espressione
nella sua seconda tappa (LOS HOMBRES DE PRO) in cui lui
cerca di spiegare che il liberalismo rompe l’equilibrio del mondo
e il disegno sociale divino, perché propone l’esaltazione della
materia a scapito dello spirito, delle cose, dei prodotti e del
progresso contro le idee, i sentimenti, l’integrazione dell’uomo
nella natura. La vera già per raggiungere la felicità è quella della
rassegnazione e dell’obbedienza alla volontà del patriarca.
Il LIBERALISMO arriva di solito da fuori, dalla CITTÀ e invade
la CAMPAGNA ordinata e beata. In queste opere del romanzo a
tesi i personaggi si dividono in due gruppi:
1. I BUONI E I CATTIVI (abitano lo spazio INTERNO che è
invaso dai cattivi, che arrivano dallo spazio ESTERNO,
ovvero la città, carichi di idee deleterie, e l’insuccesso
dell’invasore o la sua conversione restituiscono
l’armonia perduta
Sono generalmente romanzi senza peripezie con una trama ESILE
concepita come supporto ai quadri e alle scene dal sapore
costumbrista che presentano il mondo puro e armonico della
montagna di SANTANDER.
L’ANTIMADRILENISMO:
L’ANTIMADRILENISMO di PEREDA si basa sulla sua
esperienza nella capitale: la corruzione politica, la miseria morale
degli aristocratici, gli usi e i costumi troppo libertino nei salotti
alla moda.
(PEDRO SANCHEZ, LA MONTALVEZ, che è una riposta
all’accusa di provincialismo mossagli dopo aver letto alcune
pagine della CUESTION PALPITANTE di BAZÁN) in quelle
righe BAZÁN spiega che Pereda avrà anche del talento ma
possiede orizzonti troppo limitato poiché si limita a descrivere e
narrare abitudini e tipi Santenderini chiudendosi quindi in un
cerchio breve di trame e personaggi)
LE EGLOGHE REALISTE.
PENAS ARRIBA.
È un’epopea del paesaggio e della vita in montagna. Pereda non
rinuncia ai costumi e al suo tradizionalismo.
PACHIN GONZALEZ:
LA VITA:
•Poi sul periodico EL POLLO vediamo alcune sue poesie dal tono
satirico che mettono in ridicolo ben note personalità cittadine.
•Nel 1867 si reca per la prima volta a Parigi con suo fratello e
Parigi lascerà una profonda traccia culturale in lui.
In una bancarella sulle rive della SENNA, lui compra una copia di
EUGENIE GRANDET di Honore de Balzac. Conobbe quindi la
grande prosa realista dello scrittore francese e soprattutto
l’importanza del romanzo come genere letterario autonomo.
Così tornato a Madrid, brucia i manoscritti teatrali che aveva
temporaneamente messo da parte e inizia a scrivere un romanzo
storico: LA FONTANA DE ORO (1870)
•Dal 1869 al 1873 entra a far parte del gruppo di politici, letterari
e giornalisti al seguito di SERRANO e TOPETE, quindi ebbe
modo di vivere da vicino gli avvenimenti di quegli anni.
In questo periodo Galdos svolse attività di giornalista presso le
riviste politiche e letterarie: EL DEBATE, LA REVISTA DE
ESPANA (che più tardi pubblicherà anche due dei suoi romanzi
“LA SOMBRA” e “EL AUDAZ”
•Nel 1872 detta avvio a TRAFALGAR (il primo libro della serie
“EPISODIOS NACIONALES”
•Già dal 1910 Galdos si estrania dalla vita pubblica, anche per
problemi di salute è ormai cieco viveva nello spazio dello studio-
biblioteca e scrisse quasi tutti testi teatrali.
LA PRIMERA EPOCA:
EPISODIOS NACIONALES:
Sono distribuiti in 46 volumi, comprendono gran parte della storia
della Spagna del secondo 19. Galdos pubblicó la prima e la
seconda serie con lo stesso protagonista. La prima serie inizia con
TRAFALGAR e si chiude con LA BATALLA DE LOS
ARAPILES (tratta degli avvenimenti della guerra di Indipendenza
contro Napoleone Bonaparte che sono narrati in forma
autobiografica da Gabriel Araceli, con la sola eccezione di
Gerona, poiché in esso ci sono fatti che il protagonista non poteva
presenziare.
DRAMMI E COMMEDIE:
LA REGENTA:
(TRAMA)
PERSONAGGI/ AMBIENTAZIONE:
“Visita era amiga de Ana desde que esta había venido a Vetusta
con su tía dona Anunciación y Ripamilan, el hoy arcipreste.
Admiraba a su amiguita, elogiaba su hermosura y su virtud: pero
la hermosura la molestaba como a todas y la virtud la volvía loca.
Quería ver aquel armiño en el lodo”.
In Visitacion si mescolano INVIDIA, NOIA e FRUSTRAZIONE
e per lei lo spettacolo dell’amica che cade nell’abisso, diventa un
perverso piacere.
“Nunca de le había ocurrido que aquel espectáculo era fuente de
placeres decretar intensos, vivos como pasión fuerte”.
Nell’ultimo capitolo quando ormai la rovina di Ana è avvenuta, il
narratore mette in evidenza che i sentimenti di Visitacion sono
comuni a tutta la collettività di Vetusta, per la quale lo
SCANDALO è fonte di un “PIACERE INTIMO” che rompe la
monotonia della vita quotidiana.
Paradossalmente la condanna di Ana sa pere della società avviene
quando la protagonista si comporta come le altre dame di Vetusta:
la causa del castigo non è tanto l’ADULTERIO, quando lo
scandalo, ovvero lei che ha violato la legge di salvaguardare le
apparenze (il ten con ten especial) lo scandalo è stato architettato
da antagonisti concreti: la vendetta della cameriera Petra
(cameriera della regenta) e del Magistral, la prima spinta da
invidia e rancore denuncia l’ADULTERIO della sua padrona a
don Fermin il quale, per saziare la furia omicidio provocata da ciò
che sente come “tradimento” entra nel ruolo che Petra gli ha
assegnato e spinge Don Victor a battersi in duello. Il narratore
quando parla del patto tra Petra e FERMIN dice che si
esprimevano proprio come due complici di un delitto difficile,
come se fossero due criminali. (cap 24).
I personaggi sono quindi pedine di un gioco pianificato da altri,
attori inconsapevoli di un dramma diretto da menti perverse.
Anche nella conclusione del duello la fatalità si riduce alla
“corazonada” di Don Alvaro che, colto da un impulso
improvviso, preme il grilletto contro Victor Quintanar ma egli
deve la sua vittoria soltanto al fatto che previamente Victor stesso
aveva deciso di risparmiarlo e non ucciderlo.
Più tardi si allude poi alla VANITÀ del Magistral (don FERMIN)
paragonandolo al PAVONE, questo sfoga nella deformazione
grottesca della figura del personaggio.
SU UNICO HIJO:
Nel 1891 Clarin pubblica il romanzo “Su Unico Hijo” che
inizialmente doveva essere una trilogia che includesse anche
“Una medianía” e “Speraindeo”.
Il protagonista di quest’opera è BONIFACIO REYES un uomo
DEBOLE e SOGNATORE, ridotto praticamente in schiavitù
dalla terribile moglie EMMA VARCARCEL, che è una donna
ISTERICA ed EGOISTA.
“Vivir por el, para el. Yo nací para esto, para padre. Si pensaba:
ya soy algo”.
AMBIENTAZIONE E TEMPO:
LE NOVELLE E I RACCONTI:
Nel frattempo erano mai i primi figli, da lei accuditi con tanta
materna sollecitudine e si era per un po’ dimenticata della
letteratura. Si separò da suo marito proprio nel momento più alto
della sua popolarità.
Dopo la pubblicazione della “cuestion palpitante” lei viene
collocata al centro della polemica sul naturalismo, ma lei si
impose grazie alla sua personalità intraprendente e si guadagnò
l’appellativo di “LOPE IN GONNELLA”.
Scriveva articoli per la stampa, saggi, teatro, romanzi e poesie.
Mantenne per tre anni da sola la rivista NUEVO TEATRO
CRITICO, da lei fondata.
Questa sua inarrestabile attività e la sua vena polemica fecero di
lei un personaggio discusso e sempre sulla cresta dell’onda, la sua
popolarità crebbe sempre di più, ebbe anche rapporti amorosi con
Galdos e anche inamicizie come quella con Valera.
Nel 1916 riceve la cattedra di letterature contemporanee
nell’università di Madrid ma poco dopo deve abbandonarla per
l’ostilità dei suoi studenti. Con i suoi articoli diffuse anche la
letteratura francese in Spagna.
I SAGGI:
Lei spiega che il realismo nell’arte ci offre una teoria più ampia,
completa e perfetta di quella del naturalismo, nel realismo c’è
tutto, tranne le ESAGERAZIONI e gli estremismi. Quindi lei
decanta il realismo come movimento superatore del naturalismo.
LA NARRATIVA:
Però questi non sono elementi rilevanti per definire i suoi scritti
“naturalisti” vedremo invece che la sua narrativa sarà pienamente
conformata al naturalismo quando lei si occuperà dei 4 settori
sociali dell’epoca;
IL PROLETARIATO (LA TRIBUNA)
LA CITTÀ (isolacion)
TRAMA:
PERSONAGGI:
Abbiamo don Pedro che tende verso l’oggetto del suo desiderio
senza freni di tipo morale, religioso o sociale: Sabel, che non
trova difficoltà ad avvicinarsi al suo padrone e invece non può
nulla con Julian, uomo di religione, che filtra il proprio desiderio
per le norme sociali e religiose di cui è portatore.
PEDRO va in città alla ricerca di una madre dei i suoi figli per
mantenere la sopravvivenza della famiglia, ma quando Nucha gli
da una femmina al l’osto di un maschio, e quindi questo non
garantisce la continuità del cognome, lui rinnega quel suo
tentativo di ritorno alla rispettabilità sociale e ritorna da Sabel che
già gli aveva dato un foglio che poeta il suo stesso nome, Pedro.
STILE DELL’OPERA:
LA MADRE NATURALEZA:
PERSONAGGI:
“Volere a tutti i costi che la natura abbia delle voci. Questo sì che
può esser chiamato pazzia”