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Francesco Bernardino Visconti

Francesco Bernardino Visconti (Brignano Gera d'Adda, 16 settembre 1579 – Crema, 1647 circa), signore di
Brignano Gera d'Adda e Pagazzano, era figlio di Giovanni Battista Visconti (erede di Bernabò e Margherita
Visconti) e di Paola Benzoni, appartenente ad un'importante famiglia di Crema. Aveva cinque fratelli:
Maddalena, Giulia, Ercole, Caterina, Galeazzo Maria. Bernardino discendeva direttamente da Achilletta
Marliani e Sagramoro I (1343-1385), figlio naturale di Montanina de Lazzari e del signore di Milano Bernabò
Visconti (1323-1385) che gli concesse il feudo di Brignano e fu il capostipite di questo ramo della casata. Sua
sorella Donnina sposò il condottiero Giovanni Acuto.Nato nel castello di Brignano d'Adda, trascorse
l'infanzia a Crema nel palazzo Benzoni, nell'attuale via Marazzi, e ricevette l'istruzione nel Collegio milanese
dei Nobili insieme al fratello maggiore Galeazzo Maria. A Milano i Visconti di Brignano vivevano in una casa,
in via Teodoro Crescia, e in un palazzo presso San Giovanni in Conca. Alla morte del padre nel 1584 i fratelli
si stabilirono nella residenza dei Visconti di via Lanzone.

La madre, vedova di Giovanni Battista, uomo spregiudicato e giocatore d'azzardo, decise, nel 1590, di
convolare a nuove nozze con Cottino Cotta, di Valcuvia. Alla vigilia del matrimonio, i due fratelli, ai quali
l'unione non era gradita, insieme ai cugini Benedetto Cagnola e Sagramoro Visconti, rapirono Paola
Benzoni. Fu celebrato un processo senza serie conseguenze (soltanto un'ammonizione) per l'undicenne
Bernardino, il quattordicenne Galeazzo e i congiunti, perché il giudice, considerati l'età e il rango degli
imputati, ritenne che fossero affari di famiglia.

Nel 1593, a Bagnolo Cremasco, il quattordicenne Bernardino, a capo di ventisei bravi armati, fece irruzione
nella dimora di un uomo agiato, denominato Schiavino, lo aggredirono e devastarono la casa. Il 22
dicembre di quell'anno il Consiglio dei Dieci di Crema decretò il loro bando dalla città e dal territorio.

Nel 1596 i due fratelli si divisero i beni. Francesco Bernardino si ritirò in una sua tenuta, detta Sangiorgino,
costituì una banda e iniziò la sua attività criminale. Dal 1597 al 1599, Bernardino commise una serie di
misfatti, tra cui due omicidi. Lo chiamavano il conte del sagrato (proprio come il primo appellativo dato dal
Manzoni all'Innominato in Fermo e Lucia), poiché faceva uccidere le sue vittime nello spazio consacrato
davanti alle chiese. Nel 1602 i suoi beni furono confiscati e incominciò una lunga controversia con i
creditori. Nel 1603 una grida del ducato di Milano stabilì una taglia di 200 scudi per chi avesse catturato il
Visconti che si rifugiò in Svizzera, rientrando segretamente in uno dei suoi covi, il castello dell'Innominato,
luogo di frontiera attraversabile a piedi, tra la repubblica di Venezia e i territori spagnoli in Lombardia.

Bernardino Visconti non si sposò, ma fu in procinto di farlo con la nobile spagnola Margherita de Padilla se
la sua vita avventurosa non glielo avesse impedito. Il ramo del biscione di Brignano proseguì con le
generazioni derivate dal fratello Galeazzo Maria.

Nel 1619, in occasione della visita pastorale a Treviglio, incontrò il cardinale Federico Borromeo con il quale
dialogò per due ore. Fu probabilmente l'occasione e il momento della conversione. L'abboccamento tra
l'autorevole porporato e il Visconti venne senza dubbio predisposto dai suoi parenti (molti erano religiosi) e
stabilito con le autorità.

Alla figura di Bernardino Visconti sarebbe ispirato il personaggio che Alessandro Manzoni inserì nel suo
romanzo I promessi sposi, con l'appellativo misterioso e solenne di "Innominato". Il Manzoni è accertato
che discendesse, tramite la madre Giulia Beccaria, dal fratello di Bernardino, Galeazzo Maria (la cui
posterità si estinse nel 1892 con la morte di Antonietta Visconti Sauli).La testimonianza della marchesa
Margherita Provana di Collegno risolse la questione che l'Innominato fosse storicamente Bernardino: la
nobildonna, assidua frequentatrice delle ville del grande scrittore, riportò nei suoi diari la frase che le disse,
cioè che l'ignoto personaggio letterario era effettivamente un Visconti, realmente vissuto. Il Manzoni,
infatti, preferì descrivere l'abitazione dell'Innominato simile alla rocca di Somasca che ancora domina il lago
di Lecco, invece dell'autentico castello di Brignano d'Adda.

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