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Gian Gastone de' Medici

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Giovanni Gastone di Cosimo III de' Medici, meglio noto come


Gian Gastone de' Medici
Gian Gastone (Firenze, 25 maggio 1671 Firenze, 9 luglio
1737), figlio di Cosimo III e Margherita Luisa d'Orlans, stato
l'ultimo granduca di Toscana appartenente alla dinastia dei Medici.

Come principe cadetto, Gian Gastone non ebbe un ruolo


preminente nella politica toscana fino al fallimento del matrimonio
del fratello maggiore Ferdinando, quando il giovane fu fatto
sposare alla principessa Anna Maria Francesca di Sassonia-
Lauenburg. Gian Gastone, uomo mite, colto, amante della pace e
apertamente omosessuale, mal si trov con la moglie,
caratterialmente agli antipodi. Datosi all'alcolismo e a vizi sfrenati
per sopperire alla malinconia di cui soffriva, Gian Gastone
successe al padre nel 1723 al trono di Toscana, ormai oggetto di
mercanzia delle grandi potenze europee per mancanza di eredi
della casata medicea. Nei suoi quattordici anni di regno,
nonostante il cattivo stato di salute, tent di rimediare al
malgoverno paterno, stabilendo la separazione tra Chiesa e Stato,
ridando vitalit alla cultura e abbassando le tasse. Costretto a Carlo Berti (attr .), Gian Gastone de' Medici ,
dichiarare erede prima don Carlos dalla Spagna, e poi Francesco ~1698
Stefano di Lorena dall'Austria, Gian Gastone non seppe tenere una
Museo degli ar genti, Firenze [1]
politica estera indipendente, lasciando la Toscana in eredit agli
Asburgo-Lorena. Granduca di Toscana

Indice
1 Biografia
1.1 La giovinezza (1671-1697) In carica 1723-1737
1.1.1 La solitudine emotiva e l'educazione
1.1.2 I rapporti coi famigliari e l'incontro con Predecessore Cosimo III
Giuliano Dami Successore Francesco III Stefano di
1.2 Il periodo boemo (1697-1708) Lorena
1.2.1 Il fallimento del granprincipe
Ferdinando Nome Giovanni Battista Gastone
1.2.2 Lo sfortunato matrimonio completo de' Medici
1.2.3 Il viaggio europeo e il ritorno in
Nascita Firenze, 25 maggio 1671
Boemia
1.2.4 La rottura definitiva Morte Firenze, 9 luglio 1737
1.3 Tra il 1708 e il 1723 Luogo di Cappelle medicee, Firenze
1.3.1 Il ritorno a Firenze e il matrimonio di
Francesco Maria sepoltura
1.3.2 Erede al trono e la crisi di successione Casa reale Medici
1.3.3 La reggenza di Gian Gastone e la morte Padre Cosimo III
di Cosimo
1.4 Gli anni di regno (1723-1737) Madre Margherita Luisa
1.4.1 La politica interna d'Orlans
1.4.1.1 Premesse
1.4.1.2 La separazione tra Stato e Consorte Anna Maria Francesca di
Chiesa Sassonia-Lauenburg
1.4.1.3 Provvedimenti culturali
1.4.1.4 Altre iniziative Motto Festina lente
1.4.2 La politica estera Firma
1.4.2.1 L'erede don Carlos
1.4.2.2 L'elezione di Clemente XII e
Francesco Stefano di Lorena
1.5 La morte e le esequie solenni
2 Vita privata
2.1 Un personaggio complesso
2.2 I ruspanti
3 La riscoperta dei resti
4 Ascendenza
5 Ascendenza patrilineare
6 Onorificenze
7 Note
7.1 Esplicative
7.2 Bibliografiche
8 Bibliografia
9 Teatro
10 Altri progetti
11 Collegamenti esterni

Biografia
La giovinezza (1671-1697)

La solitudine emotiva e l'educazione

Figlio terzogenito di Cosimo III de' Medici e di Margherita Luisa


d'Orlans, Gian Gastone, battezzato con questo nome in ricordo del
nonno materno, Gastone d'Orlans[2], crebbe trascurato dai genitori.
Dopoch la madre torn in Francia quando il principino aveva appena
quattro anni, tra i due si mantenne una corrispondenza affettuosa che
per si dirad progressivamente con l'avanzare degli anni[3]. Al
contrario i rapporti col padre Cosimo erano freddi e formali: il
granduca, che mostrava antipatia verso il terzogenito[4], era occupato
soprattutto a curare l'educazione e la carriera del primogenito
Ferdinando, erede al trono, e della secondogenita Anna Maria Luisa,
considerata una preziosa pedina matrimoniale da spendere per qualche
unione illustre. Infatti, quando il re del Portogallo Pietro II propose a
Cosimo di far sposare la propria figlia, Isabella Luisa, con il suo
secondogenito, il granduca non prese in considerazione la proposta, non
essendo propenso a fornirgli un adeguato appannaggio[5]. Per quanto
concerne l'educazione di Gian Gastone, essa fu affidata a Pietro
Biringucci. Tra gli altri precettori della prima giovinezza si ricordano
Luca Giordano, Il Trionfo dei Medici,
Valerio Spada e soprattutto il cardinale e studioso di storia ecclesiastica
Palazzo Medici Riccardi, 1685.
Gian Gastone il bambino sul cavallo a
Enrico Noris[6], col quale il principe amava trascorrere la maggior parte
sinistra . delle giornate[7]. Gian Gastone, sensibile e intelligente, si dedic presto
anche ad interessi scientifici (in particolar modo alla botanica[8]),
divenendo uno dei pi colti principi del suo tempo: conosceva, tra le altre cose, il greco, il latino, lo spagnolo, il
francese, il tedesco e perfino l'inglese[6], lingua quest'ultima ancora poco studiata presso le lite europee[7].

I rapporti coi famigliari e l'incontro con Giuliano Dami

Il giovane, dei cui rapporti col padre si gi accennato, trov comprensione solo nello zio cardinale Francesco
Maria de' Medici, personaggio vizioso e anticonformista nonostante l'abito ecclesiastico, e nella sorella Anna
Maria Luisa[8], l'unica figura "materna" che ebbe modo di conoscere. Il legame tra fratello e sorella si dimostr,
infatti, nella volont del giovane Gian Gastone di accompagnare Anna Maria Luisa, andata nel 1691 in sposa a
Giovanni Guglielmo del Palatinato[9], fino a Verona[10]. Il fratello maggiore Ferdinando, al contrario,
disprezzava il carattere dimesso e malinconico di Gian Gastone[7], mentre buoni e affettuosi saranno i rapporti
con la moglie di lui, la principessa Violante Beatrice di Baviera, che conobbe quando le venne incontro nel
1688 a Bologna mentre si stava dirigendo verso Firenze per maritarsi con Ferdinando[11]. Negli anni
immediatamente precedenti al matrimonio[N 1], infine, importantissimo per la vita di Gian Gastone fu l'incontro
con Giuliano Dami, un modesto servitore figlio di un contadino toscano[12] "donatogli" dal marchese
Ferdinando Capponi[13]. Il Dami si legher al granduca per tutta la vita prima come amante, e poi come
complice delle sue scorribande omosessuali.

Il periodo boemo (1697-1708)

Il fallimento del granprincipe Ferdinando

Gian Gastone assunse una decisiva importanza agli occhi del padre
Cosimo III solo quando fu chiaro che il matrimonio del primogenito
Ferdinando con la principessa Violante era destinato a non generare
figli. Le problematiche risiedevano sia nell'ostilit di Ferdinando,
dichiaratamente bisessuale, di adempiere i propri doveri coniugali verso
la moglie; sia la sifilide che il granprincipe contrasse in occasione di un
libertino soggiorno a Venezia[14], malattia che l'avrebbe portato prima ad
una precoce demenza, e poi ad una prematura scomparsa[15].

Lo sfortunato matrimonio

Il padre Cosimo III e la sorella Anna Maria Luisa si misero allora in


cerca di una sposa per Gian Gastone. Anna Maria Luisa propose il nome
Anna Maria Francesca di Sassonia-
di sua cognata Anna Maria Francesca di Sassonia-Lauenburg, una
Lauenburg
nobildonna tedesca molto rozza e di gusti volgari gi vedova di Filippo
di Neuberg, che si era dato all'alcolismo pur di non stare vicino alla
consorte[16]. Il matrimonio con una principessa tedesca fu accolto calorosamente da Cosimo III, desideroso di
creare un ramo tedesco dei Medici[17], obbligando cos il secondogenito a sposarsi con Anna Maria Francesca.

Il matrimonio, bench fosse osteggiato dalla stessa Anna Maria Francesca, fu celebrato il 2 luglio del 1697
nella cappella del palazzo palatino di Dsseldorf da parte del vescovo ausiliare di Osnabrck[18]. Dopo la
cerimonia, i novelli sposi iniziarono il viaggio che li avrebbe portati nella residenza della moglie, a Reichstadt,
un piccolo villaggio fra le montagne della Boemia: fu impossibile costringere la sposa a trasferirsi a Firenze[19].
Il matrimonio, a causa della differenza di temperamento dei due sposi, fin prestissimo: Gian Gastone,
apertamente omosessuale e amante della cultura, non trov nessun appagamento nella compagnia di una moglie
dedita esclusivamente ad allevare cavalli e alla pratica degli esercizi fisici all'aperto, che lui apertamente
aborriva. Anna Maria Francesca, inoltre, era capricciosa, isterica, imperiosa, scervellata[20], carattere che mal
si accordava a quello mite e dolce del marito:
La moglie di Gian Gastone non era altro che una contadina boema vestita a festa. Odiava le citt, le corti, la
buona societ, e non nascondeva la sua impazienza di tornare alla libert e alla semplicit della sua piccola
valle nativa. Il Galluzzi scrive che, "assuefatta a vivere in campagna, i suoi principali esercizi erano sempre
stati le cavalcate e la caccia, e il conversare in stalla con i cavalli era uno dei suoi pi piacevoli
trattenimenti".
(Acton, p. 213 )

Il viaggio europeo e il ritorno in Boemia

I litigi fra i due si fecero sempre


pi frequenti, elemento che rese
la loro convivenza
insopportabile. Inoltre, il
provincialismo di Reichstadt,
luogo privo di qualsiasi attrattiva
intellettuale, disgustava il
principe, che passava le sue Niccol Cassana, Gian Gastone,
giornate nell'ozio e nell'inattivit pittura, 1690
pi completa[21]. Dunque, gi a
partire dalla primavera dell'anno successivo, Gian Gastone comp, sotto
il falso nominativo di marchese di Siena[6], un viaggio in tutta Europa
che l'avrebbe condotto per le Fiandre, la Germania e la Francia. In
quest'ultimo Paese Gian Gastone ebbe l'onore di essere ricevuto dal re
Luigi XIV il quale rimase colpito dalla personalit del giovane principe,
e soprattutto ebbe modo di rivedere la madre Margherita Luisa, cosa che
Adriaen van der Werff, Gian Gastone
non accadeva da quando quest'ultima aveva lasciato la Toscana:
de' Medici, pittura, 1698-1704, Alte
Pinakothek, Monaco. l'incontro, nonostante le aspettative del figlio, fu freddo e formale[22].
Quando Cosimo seppe del viaggio di Gian Gastone, che non aveva
ricevuto l'autorizzazione paterna di allontanarsi dalla moglie, si infuri e
costrinse il figlio a far ritorno a Reichstadt (autunno del 1698[6]) per adempiere ai suoi doveri coniugali[23]. Il
rientro, comunque, non fu coronato da una ritrovata armonia di coppia: Gian Gastone, negli anni successivi,
rimase sempre meno tempo a Reichstadt, soggiornando sempre pi spesso a Praga, dove incominci ad
abbandonarsi ai piaceri pi turpi in postriboli e in taverne e a darsi all'alcol, accompagnato in queste
scorribande immancabilmente da Giuliano Dami che faceva di tutto per assecondare i desideri del suo
padrone[24]:

Il gioco, la crapula, e il libertinaggio divennero in breve gli esercizi di suo piacere, e allontanandosi
gradatamente da quei riguardi che richiede il carattere e la dignit di un Principe, non sdegnava di seguitare i
suoi compagni nei pubblici alberghi, e di mescolarsi con i giovani pi sfrenati nella scolaresca.
(Riguccio Galluzzi , p. 33 )

La rottura definitiva

Nonostante il fallimento matrimoniale, Cosimo premeva perch il figlio adempisse ai suoi doveri coniugali. La
declinante salute del primogenito Ferdinando, che ormai si stava avviando all'ultimo stadio della sifilide, aveva
spento nell'anziano granduca la speranza che da lui proseguisse la dinastia. Necessitava, dunque, che questa
fosse continuata da Gian Gastone, e Cosimo tent vari espedienti perch il matrimonio fosse almeno
consumato. Oltre ad insistere col figlio a riguardo, fece pressioni sulla nuora attraverso l'arcivescovo di Praga
Johann Joseph von Breuner, i suoi parenti pi stretti ed infine, nel 1708, attraverso lo stesso pontefice Clemente
XI che esort Anna Maria Francesca a raggiungere il marito a Firenze[25], citt in cui Gian Gastone era gi
ritornato dietro il consenso paterno una prima volta nel giugno del 1705[26] per rimanerci definitivamente dalla
primavera del 1708[27]. La principessa tedesca, dopo aver fatto sperare in un suo arrivo nel capoluogo toscano,
decise di rimanere a Reichstadt: temeva i Medici, a causa anche delle
dicerie sui presunti avvelenamenti che i membri di questa casata
avrebbero propinato alle proprie mogli nelle generazioni precedenti[28].

Tra il 1708 e il 1723

Il ritorno a Firenze e il matrimonio di Francesco Maria

Gian Gastone, pur abitando a


Palazzo Pitti, condusse vita
semplice e ritirata, estraniandosi
completamente dagli affari di
stato, per i quali non aveva mai
mostrato alcun interesse, e
continu ad odiare il fasto della
Scuola fiorentina, Margherita Luisa
corte come aveva sempre fatto. d'Orlans Granduchessa di Toscana,
Passava il tempo leggendo opere
1670 ca, olio, Galleria Palatina,
scientifiche, specie di
Palazzo Pitti, Firenze. Il viaggio di
botanica[29], e raccogliendo Gian Gastone a Parigi per incontrare
oggetti di antiquariato, di cui era la madre si rivel infruttuoso, dal
buon intenditore[30]. Soprattutto, punto di vista sentimentale.
per, trascorreva la maggior
parte delle sue giornate
ubriacandosi, partecipando ai giochi erotici di cui il Dami era
l'organizzatore e conducendo vita notturna:
Giovan Battista Foggini, Busto del
cardinale Francesco Maria de' Passava delle nottate solo all'Isolotto, o alle Cascine, o ad
Medici. Il cardinale, fatto sposare ad Argingrosso, lasciando a distanza il cavalier Giudici e il suo caro
Eleonora Gonzaga pur di far Giuliano, a guardar la luna. Poi, quasi all'alba, si recava a Firenze.
continuare la dinastia, mostr Teneva tutti estremamente perplessi con le sue curiose riflessioni, e
sentimenti benevoli verso i nipoti con le sue osservazioni facete.
Ferdinando e Gian Gastone. (Testimonianza riportata in Acton, p. 249 )

Intanto, Cosimo III aveva organizzato un tragicomico tentativo per


avere un erede alternativo a Gian Gastone. Il granduca fece infatti abbandonare il cappello cardinalizio a
Francesco Maria e lo costrinse a sposare la giovanissima principessa Eleonora Luisa Gonzaga nella speranza
che avessero un figlio[31]. Il matrimonio, officiato nel 1709, non fu per mai consumato a causa della resistenza
della sposa diciassettenne, che provava ripugnanza nell'unirsi ad un uomo devastato dalla pinguedine[32]; e dello
stesso Francesco Maria, per nulla interessato alla vita matrimoniale[33]. La speranza in una prole da questo
matrimonio rimase perci vana, e dopo due anni dalla sua celebrazione Francesco Maria spir, mettendo di
fatto fine alle speranze del granduca Cosimo in una prosecuzione della dinastia[33].

Erede al trono e la crisi di successione

Appigionasi in quest'anno / che i Medici se ne vanno


(epigramma af fisso di nascosto a Palazzo Pitti riportato in Montanelli-Gervaso , p. 217 )

Il 31 ottobre del 1713 spirava anche il granprincipe Ferdinando[15], cinquantenne: afflitto da crisi epilettiche e
da una precoce demenza, non riusciva pi a riconoscere il padre[34]. All'indomani della sua morte, Gian Gastone
divenne automaticamente erede al trono e, all'estero, le principali potenze europee cominciarono ad intavolare
fra di loro delle trattative per decidere quale principe sarebbe succeduto al trono del Granducato dopo la sua
morte. Cosimo III, inizialmente, propose, dopo l'estinzione della casata, la restaurazione dell'antica Repubblica
fiorentina, secondo un disegno promosso dal marchese Rinuccini nella
conferenza di Getruidenberg[35]; poi Cosimo, disgustato dai
mercanteggiamenti delle potenze europee riunite ad Utrecht per porre
fine alla sanguinosa guerra di successione spagnola (1700-1714), reag
nominando come successore di Gian Gastone la figlia Anna Maria
Luisa, facendo approvare tale decreto dal Senato fiorentino il 27
novembre[6]: era la fine del progetto repubblicano, inizialmente
sostenuto da Gran Bretagna e Province unite[36]. Mentre l'Austria, che
intendeva estendere la propria influenza sull'Italia centrale, si oppose al
decreto, Francia, Province unite e Gran Bretagna l'accolsero
inizialmente in modo positivo[37].

Nel 1718, per, in seguito ad un nuovo mutamento della politica


internazionale, i membri della quadruplice alleanza (Gran Bretagna,
Province unite, Francia e Austria) decisero che a Gian Gastone sarebbe
dovuto succedere sul trono di Toscana il principe don Carlos, figlio di Cosimo III anziano, pittura, 1700-
Filippo V di Spagna e di Elisabetta Farnese, quest'ultima discendente a 1723, Museo della Basilica di Santa
[N 2]
sua volta dei Medici per via matrilineare . Cosimo, ormai quasi Maria, Impruneta. Negli ultimi anni,
ottuagenario, si ribell avviando una politica di riarmamento per Cosimo III tent, inutilmente, di
opporsi alla politica degli Stati
difendere il regno dall'interferenza straniera[31] e, nel contempo, affid
europei, intenzionati a spartirsi
alla figlia, rimasta vedova nel 1717 e rientrata a Firenze a causa
l'eredit medicea.
dell'ostilit del nuovo elettore Carlo III Filippo[38], incarichi di natura
politica. Gian Gastone invece non mostr alcun interesse verso il trono
che gli sarebbe toccato[31], rimanendo sempre il pi lontano possibile dalla vita politica ed estraniandosi dalla
vita di corte - che detestava. Mantenne invece sempre buoni rapporti con la cognata Violante di Baviera[39], la
quale decise di rimanere in Toscana anche dopo la morte del marito[40]. Inoltre, mentre Cosimo adorava sua
figlia, il futuro granduca aveva maturato un profondo rancore nei confronti della sorella, in quanto la riteneva
responsabile in prima persona del suo sfortunato matrimonio[41]. Un analogo sentimento era nutrito anche da
Violante nei confronti della cognata, della quale mal sopportava la forte personalit esercitata a corte, al punto
da valutare la possibilit di ritornare in Baviera[42]. Fu cos che Cosimo, per evitare gli scontri fra le due donne,
nomin Violante governatrice di Siena[43].

La reggenza di Gian Gastone e la morte di Cosimo

Bench Cosimo III preferisse la figlia a Gian Gastone, la legge di successione al trono gli impediva di
delegittimare il successore, per cui il vecchio granduca si decise ad affidare alcuni incarichi di rappresentanza
al figlio solo verso gli ultimi anni della sua vita: esemplare quando a Gian Gastone fu chiesto, nel giugno del
1720, di rappresentare il padre ammalato in occasione della festa di San Giovanni, in cui le citt del
Granducato, rappresentate ciascuna da un delegato, omaggiavano il sovrano[6]. Nel luglio del 1722 partecip ai
lavori della Consulta di Stato, sempre in rappresentanza del padre[44]. Questi, bench seguisse uno stile di vita
salutare e morigerato dettatogli dal medico e poeta Francesco Redi[45], inizi a soffrire dei sempre pi numerosi
acciacchi della vecchiaia. Il 22 settembre del 1723, mentre era al tavolo di lavoro, fu colpito da un violento
attacco di tremore, segno della fine imminente[46]. Nonostante volesse controllare tutti gli atti, l'anziano
granduca lasci le redini del governo nelle mani del figlio, che al momento del tracollo paterno si trovava a
Pescia[47]. Dopo cinquantatr giorni di malattia, il 31 ottobre, Cosimo III, granduca per cinquantatr anni, spir,
lasciando dietro di s una pesante eredit per il suo successore[35].

Gli anni di regno (1723-1737)

La politica interna
Premesse

Gian Gastone sal al trono in una contingenza politica a lui ampiamente


sfavorevole: non solo la Toscana era diventata una mercanzia delle
grandi potenze europee, ma lo stesso Stato versava nelle condizioni pi
misere a causa del malgoverno paterno. In primo luogo, il fanatismo
religioso del padre aveva ridotto la Toscana ad uno Stato "monastico",
regolato da provvedimenti legislativi moralizzatori, da una fitta rete di
spie ecclesiastiche che dovevano controllare la condotta dei sudditi[48] e
dai forti versamenti in denaro che Cosimo III usava elargire agli
ecclesiastici e a coloro che si erano convertiti al cattolicesimo[35].
Inoltre, per sostenere il lusso della corte e le spese per processioni e
funzioni varie, Cosimo III impose un forte sistema tributario che andava
a colpire le classi medie, distruggendo di fatto l'economia toscana[49].
Cos Jacopo Riguccio Galluzzi descriveva, nel 1821, lo stato di salute
del Granducato all'indomani della morte di Cosimo III:
Franz Ferdinand Richter, Gian
L'economia pubblica era sconcertata affatto dalla mala Gastone de' Medici con le insegne
amministrazione, lo Stato aggravato dai debiti, gli abusi divenuti granducali, 1737, Galleria Palatina,
necessit, l'industria oppressa dal monopolio, e quel che peggio, Firenze.
la Nazione era divenuta pigra ed inoperosa per carattere e per
costituzione [...] Il commercio languiva...le ricchezze si
concentravano nei monopolisti e nei possessori dei latifuni, i quali
profittavano della miseria delli altri. Aggiungevasi a tutto ci
l'asprezza del Governo, il dispotismo dei Frati, l'ignoranza gi
radicata, gli spiriti oppressi, l'ipocrisia trionfante, e la simulazione
divenuta abituale per tutti...
(Rinaldo Galluzzi , p. 209; p. 210 )

La separazione tra Stato e Chiesa

Gian Gastone, bench non avesse mai amato il potere e fosse in pessime
condizioni di salute, seppe gestirlo con accortezza e buon senso,
abrogando la maggior parte delle leggi paterne ed effettuando alcune
grandi riforme che getteranno, almeno in parte, le basi di quelle che
sarebbero state successivamente compiute da Pietro Leopoldo. In primo
luogo, Gian Gastone condusse una politica laica e ridusse il potere e
l'influenza della Chiesa, tagliando le pensioni ai convertiti ed
eliminando il sistema di spionaggio ecclesiastico[51]. Da questa rottura
con la politica di Cosimo III derivarono alcuni scontri tra il nuovo
granduca e l'autorit ecclesiastica, come quando l'arcivescovo di Firenze
gli reclam l'applicazione di alcune leggi ecclesiastiche in contrasto con
il codice granducale o quando il papa Clemente XII (1730-1740) gli
impose di licenziare il ministro Giulio Rucellai perch aveva tentato di
difendere il patrimonio mediceo dalle mire pontificie[52]. Nel primo caso
Niccol Cassana, Violante Beatrice di Gian Gastone ordin all'arcivescovo di non intromettersi nelle decisioni
Baviera, olio su tela, 1690 ca, Museo dello Stato; nel secondo, non rispose nemmeno all'ammonizione del
Stibbert, Firenze. La cognata di Gian pontefice[53]. Altri provvedimenti di natura opposta al regno paterno
Gastone, donna intelligente e furono il permesso alla massoneria di radicarsi in Toscana[54] e
sensibile, svolse il ruolo di first lady, l'abolizione dei decreti contro le prostitute, gli ebrei e le feste laiche.
in assenza della granduchessa Anna Nonostante il cambiamento patrocinato da Gian Gastone, papa
Maria Francesca[50]. Benedetto XIII (1723-1730), in segno della sua stima per i Medici[55],
decise di conferire alla principessa Violante l'ambita rosa d'oro della cristianit, massima onorificenza per
quelle donne cattoliche che avevano dimostrato indiscutibili virt cristiane[56].

Provvedimenti culturali

Gian Gastone, nei suoi quattordici anni di regno, ebbe modo di dimostrare il
suo carattere liberale intervenendo in altri campi. In primo luogo risollev le
sorti dell'Universit di Pisa, che il padre aveva in disistima: dal 1691 vi aveva
anche proibito l'insegnamento della filosofia epicurea a causa del materialismo
che essa professava[57]. Gian Gastone invece chiam Pompeo Neri ad
insegnarvi diritto della natura[58] e permise l'istituzione di nuove cattedre:
chirurgia teorica, chimica, algebra; e la realizzazione di un osservatorio
astronomico[6]. Sempre in ambito scientifico, il granduca fece tributare, poco
prima di morire[59], solenni onoranze a Galileo Galilei nella basilica di Santa
Croce. Il rinnovato vitalismo culturale patrocinato dal Granduca ebbe degli
echi non solo a Pisa, dove furono chiamati ad insegnare i matematici Odoardo
Corsini e Luigi Guido Grandi, l'umanista Alessandro Politi e il medico Gaspare Incisione di Pompeo Neri.
Cerati, ma anche a Firenze, dove allo Studium fu invitato a tenere corsi di Gian Gastone favor i nuovi
storia ecclesiastica Giovanni Lami[6]. Anche la principessa Violante contribu ingegni, dando nuova linfa
al rinnovato amore per le arti e le scienze e, seguitando l'esempio del suo all'Universit di Pisa.
defunto marito [il granprincipe Ferdinando, n.d.a[N 3]], intraprese a proteggere e
favorire gl'ingegni che si distinguevano sopra delli altri[60].

Altre iniziative

Il governo di Gian Gastone, inoltre, si caratterizz per la mitezza dell'amministrazione della giustizia: dopo
aver liberato i toscani dall'incubo dello spionaggio ecclesiastico, Gian Gastone abol de facto[N 4] la pena di
morte e concesse, al momento della sua ascesa al trono, un'amnistia generale per i carcerati[61]. Inoltre, ridusse
le tasse con gran sollievo del popolo, come quella del grano che fu abbassato di quattro paoli allo staio[62].

La politica estera

L'erede don Carlos

Mi par d'essere un attore che la parte del Re in una commedia.


(Gian Gastone al momento dell'ascesa al trono, in Montanelli-Gervaso , p. 220 )

La politica estera di Gian Gastone si concentr sulla questione della successione, continuando di fatto la linea
diplomatica perseguita da Cosimo III negli ultimi anni della sua vita. Gi dal 1718, le grandi potenze avevano
stabilito che a Gian Gastone fosse dovuto succedere il secondogenito di Filippo V e di Elisabetta Farnese, il
principe don Carlos, futuro re di Napoli prima e di Spagna poi. Le proteste di Cosimo III prima, e di Gian
Gastone poi, non furono ascoltate, costringendo gli ultimi esponenti della casata ad accettare la decisione
stabilita nel trattato di Londra. Si cerc allora di attuare una politica estera autonoma da parte della corte
medicea tentando, nel 1723, di far sposare Anna Maria Luisa con il re di Sardegna Vittorio Amedeo II, ma le
trattative fallirono, relegando sempre pi la diplomazia toscana alle dipendenze di quella inglese, austriaca e
spagnola[63]. Inoltre, le pessime condizioni di salute del Granduca tenevano deste le aspirazioni delle potenze
europee, sempre pronte ad occupare il trono toscano: nel 1728, in seguito ad un infortunio, fu fatta spargere la
voce che Gian Gastone fosse morente, spingendo la Spagna a muovere il suo esercito contro la Toscana per
occuparla. La smentita della notizia e la risolutezza del granduca permisero il ripristino dello status quo[64].
Comunque, quando don Carlos - che aveva appena sedici anni - arriv, accompagnato da 6000 soldati
spagnoli[65], il 9 marzo del 1732 a Firenze, fu ben accolto dal granduca che, afflitto dalla scomparsa dell'amata
cognata Violante nel 1731[66], rimase favorevolmente colpito dal
carattere gioviale e allegro del giovane[67]. Indice di questo stato
d'animo l'aneddoto riportato dal Von Poellnitz nel momento in cui
Gian Gastone lo proclam ufficialmente suo erede:

Qualche giorno fa,


dopo aver firmato il suo
testamento in cui
dichiarava suo
successore Don Carlos,
l'Infante di Spagna, disse
che con un tratto di
penna era riuscito ad
avere un figlio e un
erede, cosa di cui non era
stato capace in
trentaquattro anni di
Giovanni Maria delle Piane detto Il matrimonio.
Molinaretto, Carlo, duca di Parma, (Von Poellnitz in Acton, p.
pittura a olio, 1732, Palazzo Reale di 308 )
Madrid. Primo erede al trono toscano,
il giovane don Carlos seppe L'elezione di Clemente XII e
Francesco Stefano di Lorena
Martin van Meytens, Francesco I
conquistarsi la simpatia di Gian
nelle vesti di imperatore, olio su tela,
Gastone e del popolo fiorentino.
1745 , Kunsthistorisches Museum,
Gian Gastone cerc di
Vienna. Fidanzato di Maria Teresa,
recuperare prestigio e credito
regner - seppur de jure, dal momento
manifestando la propria influenza nella nomina del nuovo pontefice,
che risiedeva a Vienna - come
affinch questi fosse inoltre favorevole sia alla causa dei Medici, sia al
Francesco II di Toscana dal 1737 al
mantenenimento della pace in Europa[68]. Nel 1730, infatti, morto 1765.
Benedetto XIII, si apr il conclave, e subito il granduca, coadiuvato
dalla principessa Violante, cerc di spingere il Sacro Collegio a
nominare pontefice il cardinale fiorentino Lorenzo Corsini, rinomato per i servigi in campo economico e
politico che aveva reso allo Stato Pontificio, e amico personale della principessa Violante[69]. Il cardinale,
bench fosse poi eletto papa col nome di Clemente XII, non riusc a preservare il Vecchio continente da un
nuovo conflitto bellico, quale fu la guerra di successione polacca (1733-1738). Questa nuova guerra di
successione, per quanto fosse apparentemente incentrata sulla scelta del candidato al trono polacco, cambi
nuovamente le carte in tavola per quanto riguardava la successione al trono toscano. Nel 1735 le grandi potenze
decisero che Stanislao Leszczyski, il pretendente francese al trono polacco, avrebbe ottenuto come indennizzo
il Ducato di Lorena, il cui erede era Francesco Stefano, fidanzato della figlia di Carlo VI d'Asburgo, Maria
Teresa[N 5][70]. In cambio delle terre avite, il giovane lorenese avrebbe ricevuto il Granducato di Toscana, dal
momento che la Spagna, nel corso della guerra, era riuscita negli anni 1734-1735 a conquistare le Due Sicilie
per don Carlos, il quale rinunci ai suoi diritti sulla Toscana pur di ottenere il riconoscimento dei suoi diritti sui
regni di Napoli e di Sicilia da parte dell'Austria[71]. Gian Gastone, conscio che le forze erano impari, non prov
nemmeno ad opporre resistenza ai progetti delle potenze europee, cambiando nuovamente il suo testamento in
cui l'erede designato diventava ora l'ex duca di Lorena[72]. Riusc soltanto a farsi promettere che, al momento
dell'ascesa di Francesco Stefano, la Toscana sarebbe rimasta sempre uno Stato autonomo, e non una provincia
dell'Impero asburgico, patto che verr rispettato alla conclusione della guerra di successione austriaca, nel
1748[73].

La morte e le esequie solenni


La salute del granduca Gian Gastone, oramai minata da anni, peggior
sensibilmente nel giugno del 1737. Il principe di Craon, arrivato in quel
mese a Firenze in rappresentanza del futuro granduca Francesco Stefano
di Lorena, scrisse a quest'ultimo una missiva di tali parole:

Ho trovato il Granduca in condizioni da fare piet: non era in


grado di alzarsi dal letto, aveva la barba lunga, i lenzuoli sudici, la
biancheria in disordine e senza trine, la vista annebbiata e
indebolita, la voce bassa e stentata, e nel complesso dava
l'impressione di non avere un mese di vita.
(frase riportata in Acton, p. 311)

Alcuni giorni dopo l'elettrice


Anna Maria Luisa, preoccupata
per la salute del fratello (che
aveva ordinato di non farla Le esequie di Gian Gastone nella
entrare nei propri appartamenti), basilica di San Lorenzo.
riusc a entrare nella camera del
granduca attraverso un
passaggio segreto. Gian Gastone, nonostante l'agonia, non appena la
vide riusc a gridarle di andarsene e le rivolse parole offensive
chiamandola "puttana" e con altri epiteti[74]. Tuttavia, saputo che la
sorella stava piangendo disperata in camera sua, Gian Gastone si pent e
le mand le sue scuse, dicendole anche che poteva venire a trovarlo a
suo piacere. La mattina dell'8 luglio Gian Gastone si confess con Don
Ippolito Rosselli, priore della chiesa di Santa Felicita, e poi ricevette il
viatico[75]. Verso mezzogiorno ricevette l'estrema unzione e fissando un
Antonio Franchi detto Il Lucchese, crocifisso disse: Sic transit gloria mundi[74]. Dopo aver passato il
Ritratto di Anna Maria Luisa de' pomeriggio a pregare, verso sera fu deciso di far riposare il granduca.
Medici, olio su tela, 1690-91, Galleria Alle due e venti pomeridiane del 9 luglio Gian Gastone de' Medici,
Palatina (Palazzo Pitti), Firenze. Anna ultimo granduca di Toscana della sua dinastia, spir serenamente,
Maria Luisa fu ritenuta responsabile, circondato dalla sorella Anna Maria Luisa, dai pi importanti
dal fratello, dello sfortunato ecclesiastici toscani e dalle maggiori cariche del regno[76].
matrimonio con Anna Maria
Francesca, cosa che suscit in Gian Il principe di Craon, reggente in nome del nuovo granduca Francesco
Gastone sentimenti di rancore. Stefano, comand al generale Wactendonck di prendere ordini
dall'elettrice Anna Maria Luisa per organizzare le esequie di Gian
Gastone, affinch avvenissero secondo le forme e l'abituale sfarzo di
[77]
Casa Medici . Il 10 luglio, dopo l'autopsia e l'imbalsamazione, il corpo di Gian Gastone fu esposto a Palazzo
Pitti su un sontuoso catafalco a forma di trono, ricoperto da una coltre di velluto nero ricamata d'oro con le armi
dei Medici. Per tre giorni un lungo corteo and a visitare la salma del granduca e infine la sera del 14 luglio
inizi il corteo funebre da Palazzo Pitti alla basilica di San Lorenzo:

Il morto era sopra un gran letto, in abito granducale con la corona reale in testa, con scettro e stocco e con
ai piedi l'abito di Gran Maestro e l'armatura. Intorno ad esso i paggi d'onore parte con bandiere in mano di
drappo nero e parte coi torcetti. Il letto era coperto da un gran baldacchino tutto nero, sostenuto dai signori
feudatari del Granduca e da altri signori e cariche di Corte a vicenda.
(Conti, p. 908 )

L'elettrice palatina, arrivata alla basilica in carrozza, ne scese e accompagn la salma fino a quando fu deposta
su un gran catafalco d'argento posto dinanzi all'altare maggiore. Dopo la partenza di Anna Maria Luisa, il corpo
fu prelevato e posto in tre casse: una di piombo, una di cipresso e una di legno comune. Le esequie solenni
furono celebrate il 9 ottobre 1737 per ordine del nuovo granduca e l'orazione funebre fu tenuta dall'abate
Giuseppe Buondelmonti[6].
Vita privata
Un personaggio complesso

Il personaggio di Gian Gastone uno dei personaggi pi equivoci della


storia dei Medici: uomo colto e dotato di non comune intelligenza - ne
sono indici le arguzie che sono state in parte riportate nelle sezioni
precedenti - il granduca viveva secondo metodi e ritmi non degni della
sua posizione. Sulla sua vita privata sono stati riportati molti aneddoti,
alcuni frutto della libellistica attuata successivamente da coloro che
avevano avversato la condotta politica e morale del granduca[79]. Di
sicuro Gian Gastone, come il fratello Ferdinando, aveva sviluppato il
proprio modo di vivere in contrapposizione all'ambiente bigotto e alla
solitudine emotiva in cui era cresciuto[80]; in seguito al suo sfortunato
matrimonio aveva poi acutizzato il proprio comportamento[81], finendo
per diventare alcolista. Col passare degli anni, inoltre, Gian Gastone
accentu quel suo lato malinconico e solitario, facendosi sempre meno
Ritratto di Giuliano Dami. Prima
vedere durante le celebrazioni pubbliche. Aveva terrore della folla e,
amante e poi organizzatore dei festini
quando partecip nel 1729 alla tradizionale festa di San Giovanni su
di Gian Gastone, Giuliano Dami
invito della sorella Anna Maria Luisa[82], per alleviare il suo timore si divenne un personaggio estremamente
ubriac, dando di s un'immagine non molto edificante ai sudditi che, potente nel corso del regno del suo
nonostante tutto, lo presero in simpatia per le riforme liberali da lui padrone, per poi cadere
adottate[83]. Gian Gastone, infatti, si mostr in pubblico soltanto nei inevitabilmente dopo la sua morte[78].
primi anni di regno; poi, a partire dai primi anni trenta - se si eccettua
un'uscita nel 1735 - rimase chiuso dapprima nei suoi appartamenti, poi
nella sua camera, e infine nel suo letto, che rifiut di lasciare per mesi interi[84]. Lo stesso ritmo giornaliero del
granduca si svolgeva irregolarmente, come riferito da Harold Acton: la giornata del Granduca s'iniziava a
mezzogiorno...pranzava sempre alle cinque del pomeriggio e cenava alle due di notte. Mangiava sempre da solo
e di solito a letto: la storia di un giorno quella di un anno[85]. Nonostante la malinconia causata dalle sventure
della sua vita, il granduca non aveva perso il suo tipico umorismo davanti ai casi della vita. Per esempio,
quando Giuliano Dami, il suo amante e amico di scorribande, vendeva gli oggetti del granduca per guadagno,
Gian Gastone, ritrovandoli tra le mercanzie che i commercianti gli offrivano a corte, esclamava: toh, chi non
muore si rivede![86].

I ruspanti

Uno dei vari aneddoti della vita quotidiana del granduca consisteva nel
trascorrere le giornate in festini omosessuali organizzati da Giuliano
Dami, il quale si occupava personalmente di reclutare ragazzini
generalmente di modestissima condizione per il divertimento del suo
padrone[87]. Questi ragazzi, che erano circa 370[88], furono chiamati
"ruspanti" perch pagati con i "ruspi", le monete del Granducato di
Toscana[89]. Con essi, Gian Gastone si dava ad orge interminabili, che
duravano anche l'intera giornata; capitava anche che volesse essere
Anonimo, Il Granduca Gian Gastone
a letto mentre riceve Cosimo Riccardi semplicemente vilipeso e che lo strapazzassero come un pupazzo[90].
e Giulia Spada, 1736, olio su tela, Sempre per divertimento, chiamava i ruspanti coi nomi dei pi
Museo degli argenti, Palazzo Pitti, importanti aristocratici, talmente aveva in uggia quella classe sociale[91].
Firenze. L'enorme credito che essi godevano presso il granduca, rendevano
queste bande di giovani molto pericolose e temute dalla popolazione (e
in particolar modo da Anna Maria Luisa, che li detestava[92]), in quanto
si davano a scorribande per tutta la citt. Diventarono aggressivi e violenti, in particolar modo, nel 1731, poich
non avevano ancora visto il granduca dopo due settimane, non ricevendo di conseguenza il loro salario.
Temendo che fosse morto, si ammassarono davanti a Palazzo Pitti chiedendo di vedere il granduca, tentando di
entrarvi con la violenza[93].

La riscoperta dei resti


Come tutti i suoi antenati, Gian Gastone non fu posto nella monumentale Cappella dei Principi, dove si trovano
in realt dei vuoti sarcofagi in porfido, ma nella grande cripta delle Cappelle medicee, realizzate due secoli
prima dal Buontalenti[94]. Nel caso specifico Gian Gastone risultato sepolto in una seconda cripta dietro
l'altare maggiore delle Cappelle, scoperta soltanto durante l'ultima ricognizione del 2004 ad opera del
professore di storia della medicina dell'Universit di Pisa Gino Fornaciari:

Gian Gastone era sepolto in una cripta sotto la cripta. Una scaletta di accesso conduceva davanti al
grande sarcofago di piombo del granduca, circondato da numerosi altri sarcofagi in legno, tutti di bambini.
L'alluvione del 1966 aveva danneggiato irrimediabilmente molte delle sepolture, ma quelle salve
contenevano ancora il corpo del defunto in discrete condizioni [...] Nel caso di Gian Gastone sfortunatamente
i resti erano danneggiati, ma la sepoltura risultata intatta ed stato possibile cos constatare che il granduca
era stato scalottato per l'autopsia e rinvenire la corona ancora in situ, un'epigrafe celebrativa posta dietro la
testa, due grandi e pregevolissimi medaglioni d'oro, un crocefisso di bronzo che il granduca doveva tenere
con le mani e un tubo di piombo contenente in origine un documento andato distrutto.
(Progetto Medici )

L'epigrafe celebrativa, in latino, recita cos:

(LA) (IT)

A.P.R.M. Ioannes Gasto primus, Magnus Dux VII, Giovanni Gastone I, settimo Granduca, ultimo
Cosmi III Magni Ducis et Margaritae Aloysiae degli augusti figli del Granduca Cosimo III e di
Gastonis Aureliani Ducis, filiorum augustorum Margherita Luisa [figlia] di Gastone Duca d'Orlans.
ultimus. Iustus, pius, clemens, optimum Princeps hic Giusto, pio, clemente, ottimo principe qui posto,
situs est, liberalibus disciplinis egregie instructus. istruito egregiamente nelle discipline liberali.
Assiduo studio, rerum usu et cognitione, complurium Adornato di studio assiduo, della familiarit e della
linguarum peritia; miro ingenii acumine ac conoscenza delle cose, della perizia di moltissime
perspicacia, in suos clementia, in exteros incredibili lingue; di mirabile acume dingegno e di
benevolentia ornatissimus. Pacatum imperium, quod perspicacia, di clemenza verso i suoi [sudditi], e di
a Parente sapientissimo acceperat, aequa in prosperis incredibile benevolenza verso i forestieri. Un regno
adversisque rebus constantia, in difficillimis pacifico, che aveva ricevuto dal genitore
Reipublicae temporibus prudentia, pacatissimum sapientissimo, con unequa costanza sia nelle
reliquit, perpetue securitatis, tranquillitatisque difficolt che nella prosperit, e con prudenza in
conservator, publici boni Auctor maximus, quod difficilissimi tempi per lo Stato, lo lasci assai
populorum votis obvia liberalitate ac beneficentia pacificato; perennemente conservatore della
non suae sed publicae felicitati vixerit, pauperum sicurezza e della tranquillit, massimo fautore del
pater amantissimus habitus est. Spe tandem bene pubblico poich, coi voti dei popoli, ha vissuto
aeternitatis plenus, editis Christianae pietatis con indubbia liberalit e beneficienza non per la
illustribus exemplis, tota Etruria summo moerore propria felicit, ma per quella dello stato, fu ritenuto
luctuque confecta, decessit VII Idus Quinctilis anno padre amorevolissimo dei poveri. Infine pieno di
MDCCXXXVII. Vixit ann. LXVI. M.I. D. XVI. speranza dell'eternit, realizzati esempi illustri di
H.XI. Regnavit an. XIII. mens. VIII, die. VIIII: piet cristiana, e tutta la Toscana raccolta nella
aeternum victurus iustissimus et mitissimus somma infelicit e lutto, mor il 9 luglio dell'anno
Princeps. 1737. Visse 66 anni, 1 mese, 16 giorni e 11 ore.
Regno per 13 anni, 8 mesi, 9 giorni: principe
giustissimo e mitissimo che vincer leternit.

(Lippi, pp. 68-69 )


Ascendenza
Trisnonno paterno:
Bisnonno paterno: Ferdinando I de' Medici
Cosimo II de' Medici Trisnonna paterna:
Nonno paterno: Cristina di Lorena
Ferdinando II de' Trisnonno paterno:
Medici Bisnonna paterna: Carlo II d'Austria
Maria Maddalena Trisnonna paterna:
d'Austria Maria Anna di
Padre: Wittelsbach
Cosimo III de'
Medici Trisnonno paterno:
Bisnonno paterno: Francesco Maria II
Federico Ubaldo Della Rovere
Nonna paterna: Della Rovere Trisnonna paterna:
Vittoria Della Livia Della Rovere
Rovere Trisnonno paterno:
Bisnonna paterna: Ferdinando I de' Medici
Gian Gastone I de' Claudia de' Medici Trisnonna paterna:
Medici Cristina di Lorena
Trisnonno materno:
Bisnonno materno: Antonio di Borbone
Enrico IV di Francia Trisnonna materna:
Nonno materno: Giovanna III di Navarra
Gastone
d'Orlans Trisnonno materno:
Bisnonna materna: Francesco I de' Medici
Maria de' Medici Trisnonna materna:
Madre: Giovanna d'Austria
Margherita Luisa
d'Orlans Trisnonno materno:
Bisnonno materno: Carlo III di Lorena
Francesco II di
Lorena Trisnonna materna:
Nonna materna: Claudia di Valois
Margherita di
Lorena Trisnonno materno:
Bisnonna materna: Paolo di Salm
Cristina di Salm Trisnonna materna:
Marie La Veneur

Ascendenza patrilineare
1. Medico di Potrone, 1046-1102
2. Bono di Potrone, 1069-1123
3. Bernardo di Potrone, 1049-1147
4. Giambuono de' Medici, 1131-1192
5. Chiarissimo de' Medici, 1167-1210, legato a Siena
6. Filippo de' Medici, detto "Lippo", ?-?
7. Averardo de' Medici, m.1286
8. Averardo de' Medici, m.1318, gonfaloniere di Giustizia (1314)
9. Salvestro de' Medici, detto "Chiarissimo", m.1319, legato a Venezia
10. Averardo de' Medici, detto "Bicci", m.1363
11. Giovanni di Bicci de' Medici, 1360-1429
12. Lorenzo di Giovanni de' Medici, 1395-1440
13. Pierfrancesco di Lorenzo de' Medici, 1430-1476
14. Giovanni di Pierfrancesco de' Medici, 1467-1498
15. Giovanni dalle Bande Nere, 1498-1526
16. Cosimo I de' Medici, Granduca di Toscana, 1519-1574
17. Ferdinando I de' Medici, Granduca di Toscana, 1549-1609
18. Cosimo II de' Medici, Granduca di Toscana, 1590-1621
19. Ferdinando II de' Medici, Granduca di Toscana, 1610-1670
20. Cosimo III de' Medici, Granduca di Toscana, 1642-1723
21. Gian Gastone de' Medici, Granduca di Toscana, 1671-1737

Onorificenze
Gran Maestro dell'Ordine di Santo Stefano papa e martire
[95]

Note
Esplicative
1. ^ In Acton, p. 214, si cita il Dami come presente nel seguito che avrebbe accompagnato Gian Gastone verso la Boemia.
Pertanto, si pu ipotizzare che la conoscenza del principe col Dami sia avvenuta in quegli anni immediatamente
precedenti al matrimonio con Anna Maria Francesca.
2. ^ Young, p. 714. Elisabetta era difatti la bisnipote diMargherita de' Medici (1612-1679), figlia diCosimo II che era
andata in sposa a Odoardo I Farnese.
3. ^ Il Granprincipe Ferdinando, nella sua giovinezza, era fuggito dalla corte bigotta del padre per risiedere nellavilla di
Pratolino, ove protesse artisti, letterati e musicisti.Cfr. Cesati, p. 127.
4. ^ La pena di morte verr abolita definitivamente nel 1786, su decreto di Pietro Leopoldocfr. ( Pene Vidari, p. 272).
5. ^ Francesco Stefano di Lorena, futuro imperatore Francesco I, era parente prossimo dello stesso Gian Gastone. Il
legame di parentela cronologicamente pi vicino ai due si trova nelle nozze di Enrico IV di Franciae Maria de' Medici,
bisnonni di Gian Gastone e trisavoli di Francesco Stefano.Gastone di Borbone-Orlans, nonno materno di Gian
Gastone, e Luigi XIII di Francia, bisnonno di Francesco Stefano, erano fratelli, figli di Enrico IV e di Maria de' Medici.
Pertanto, Margherita Luisa di Borbone-Orlans, madre di Gian Gastone, eFilippo I di Borbone-Orlans, nonno materno
di Francesco Stefano, erano cugini. Gian Gastone era quindi cugino di secondo grado di Elisabetta Carlotta di Borbone-
Orlans, madre di Francesco Stefano. Si pu ancora notare cheNicola II di Lorena, bisnonno di Francesco Stefano, era
fratello di Margherita di Lorena, nonna materna di Gian Gastone: la gi citata madre di Gian Gastone, Mar gherita Luisa,
era quindi cugina anche diCarlo V di Lorena, nonno paterno di Gian Gastone, il quale era dunque cugino secondo anche
di Leopoldo di Lorena, il padre di Francesco Stefano.

Bibliografiche

1. ^ La sovrapposizione cranio-facciale del teschio di Gian Gastone de' Medici, di cui stato realizzato un calco durante la
riesumazione della salma nel 2004, con questo ritratto ha denotato una notevole sovrapponibilit del mento e della
mandibola e una corrispondenza impressionante [...] nella regione nasale. Si tratta dunque di un ritratto
particolarmente realistico e attento a riprodurre le reali fattezze di Gian Gastone. Cfr. Rollo, pp. 231-238.
2. ^ Acton, p. 107.
3. ^ Paoli: G., come del resto il fratello e la sorella, figlia prediletta di Cosimo III, nella prima adolescenza mantenne con
la madre un rapporto epistolare formalmente af fettuoso...; Acton, p. 132: Non probabile che [Margherita Luisa,
n.d.a.] fosse molto attaccata ai figli.
4. ^ Young, p. 738 e Cesati, p. 128.
5. ^ Acton, p. 161.
6. ^ a b c d e f g h i Paoli.
7. ^ a b c Young, p. 738.
8. ^ a b Cesati, p. 128.
9. ^ Young, p. 737.
10. ^ Paoli: ...il viaggio compiuto nel maggio del 1691 per accompagnare a erona V la sorella....
11. ^ Paoli e Acton, p. 169.
12. ^ Riguccio Galluzzi, p. 280.
13. ^ Acton, p. 214.
14. ^ Cesati, p. 127.
15. ^ a b Martelli.
16. ^ Cesati, p. 128 e Young, p. 739.
17. ^ Young, p. 739.
18. ^ Paoli: La funzione, molto sfarzosa, fu officiata dal vescovo ausiliare di Osnabrck....
19. ^ Vannucci, p. 232.
20. ^ Young, p. 739.
21. ^ Acton, p. 214 e Young, p. 749.
22. ^ Acton, pp. 217-218.
23. ^ Acton, p. 218 e Young, p. 740.
24. ^ Acton, p. 219 e Cesati, p. 129.
25. ^ Young, pp. 740-741.
26. ^ Acton, p. 243.
27. ^ Vannucci, p. 234.
28. ^ Montanelli-Gervaso, pp. 214-215 e Acton, p. 238.
29. ^ Bruschi, p. 30; p. 47.
30. ^ Bruschi, p. 193.
31. ^ a b c Cesati, p. 130.
32. ^ Paoli, Francesco Mariae Vannucci, p. 236 .
33. ^ a b Paoli, Francesco Maria.
34. ^ Acton, p. 262.
35. ^ a b c Fasano Guarini.
36. ^ Fasano Guarini e Hale, p. 242.
37. ^ Young, p. 743.
38. ^ Gencarelli.
39. ^ Acton, p. 271.
40. ^ Vannucci, p. 228.
41. ^ Acton, p. 287.
42. ^ Riguccio Galluzzi, p. 157.
43. ^ Vannucci, pp. 230-231 e Acton, p. 272.
44. ^ Acton, pp. 283-284.
45. ^ Riguccio Galluzzi, p. 208.
46. ^ Acton, p. 284.
47. ^ Riguccio Galluzzi, p. 209.
48. ^ Young, p. 734.
49. ^ Acton, p. 134; p. 136.
50. ^ Young, p. 750: Le sue virt, la sua amabilit, il suo buon senso, gli [a Gian Gastone, n.d.a] erano d'aiuto prezioso. In
breve tempo ella divenne la sua principale ispiratrice, non soltanto nelle questioni di corte, ma anche neglifari af
pubblici.
51. ^ Paoli, Young, p. 759; 751 e Acton, p. 288.
52. ^ Riguccio Galluzzi, p. 408.
53. ^ Montanelli-Gervaso, p. 224.
54. ^ Acton, p. 316.
55. ^ Acton, p. 296.
56. ^ Vannucci, p. 231.
57. ^ Fasano Guarini: Questa avversione si manifest nel divieto fatto all'universit di Pisa di insegnare la filosofia
atomistica epicurea e gassendistica....
58. ^ Un episodio rilevante da considerarsi l'istituzione, avvenuta con motu proprio di G. il 6 nov. 1726, della cattedra
pisana, la prima in Italia, di diritto della natura, af
fidata al giovane Pompeo Neri P ( aoli).
59. ^ Young, p. 755.
60. ^ Riguccio Galluzzi, p. 257.
61. ^ Strathern, p. 405.
62. ^ Acton, p. 288.
63. ^ Vannucci, p. 254.
64. ^ Young, p. 752.
65. ^ Hale, p. 243.
66. ^ Acton, p. 302.
67. ^ Acton, pp. 306-307.
68. ^ Riguccio Galluzzi, pp. 282-283.
69. ^ Riguccio Galluzzi, p. 284.
70. ^ Romano-Vivanti, p. 15.
71. ^ Bendiscioli, p. 271 2 e Romano-Vivanti, p. 17.
72. ^ Riguccio Galluzzi, p. 383.
73. ^ Hale, p. 244.
74. ^ a b Acton, p. 312.
75. ^ Acton, p. 312.
76. ^ Acton, p. 313.
77. ^ Conti, p. 899.
78. ^ Verga.
79. ^ Verga: Se vero che i vizj del principe furono amplificati dagli avversari della condotta del granduca....
80. ^ Cesati, p. 131.
81. ^ Acton, p. 286.
82. ^ Strathern, p. 407.
83. ^ Acton, pp. 299-300.
84. ^ Acton, p. 292 e Hale, p. 242.
85. ^ Acton, p. 294.
86. ^ Montanelli-Gervaso, p. 221.
87. ^ Pandimiglio, p. 422.
88. ^ Acton, p. 303.
89. ^ Riguccio Galluzzi, p. 238 e Acton, p. 293.
90. ^ Acton, p. 293.
91. ^ Acton, p. 295.
92. ^ Acton, p. 304.
93. ^ Acton, pp. 303-304.
94. ^ Amorevoli.
95. ^ Granducato di Toscana:
Dopo il fondatore Cosimo I, il Gran

Magistero dellOrdine si trasmise ai membri di Casa Medici succedutisi sul trono granducale: Francesco I,
Ferdinando I, Cosimo II, Ferdinando II, Cosimo III, Gian Gastone

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Teatro
Tessa Bernardi, L'ultimo de' Medici, Produzione Il Mese Mediceo

Altri progetti
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Collegamenti esterni
Marcello Verga, Luglio 1737: la morte di Gian Gastone e la fine della dinastia Medico, Portale Storia di
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Il Progetto Medici: studio antropologico e paleopatologico dei Granduchi, paleopatologia.it, 2 ottobre


2007. URL consultato il 17 aprile 2017.
Sito del Progetto Medici, oltremagazine.com.
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