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la nascita del Ducato di Firenze

 Lorenzo si reca personalmente a Napoli per trattare con Ferdinando I, ottenendo la pace e nel

1480 papa Sisto IV ritira la scomunica.

 Consolida ulteriormente il proprio potere intervenendo sulla costituzione di Firenze con la

creazione del Consiglio dei settanta.

 Nonostante la difficile situazione finanziaria, Lorenzo continua l’opera di mecenatismo (era

egli stesso un poeta), finanziando i maggiori artisti dell’epoca.

 Gli ultimi anni di Lorenzo sono funestati dalla malattia e dal malcontento dei cittadini di

Firenze, incarnato dal predicatore domenicano Girolamo Savonarola.

 Lorenzo prima di morire nel 1492 , a soli 42 anni. Nonostante la scomparsa prematura, era riuscito
a stabilizzare ulteriormente il ruolo politico dei medici a Firenze, a guadagnarsi alla città un ruolo di
rilievo nella diplomazia degli stati italiani, e ad assicurare al figlio Giovanni (futuro papa Leone X)
una nomina a cardinale. C’era un unico problema: i ceti popolari di Firenze, coloro che più di tutti
avevano sostenuto i Medici in passato, iniziavano ad esprimere il proprio malcontento.

 Girolamo Savonarola (1452-1498), un predicatore appartenente all’ordine dei frati domenicani,


seppe incarnare molto bene questo malcontento, denunciando la corruzione dei costumi e delle
pratiche di governo dei Medici e del papato. Le sue previsioni sulla morte del ‘tiranno’ Lorenzo non
erano particolarmente profetiche, date le pessime condizioni di salute del Magnifico, che morì nel
1492. Suo figlio Piero di Lorenzo avrebbe definitivamente perso l’approvazione del popolo di
Firenze alleandosi con i francesi, e per questo, nel 1494, sarebbe stato esiliato. L’influenza del
fratello Giovanni a Roma, all’epoca ancora cardinale, avrebbe però riportato molto presto la
famiglia al potere.

 Gli anni in cui Giovanni de’ Medici sarà papa Leone X (1513-1521), segneranno secondo molti storici
il picco più alto del potere della famiglia Medici. Esattamente come i propri antenati, Leone X sarà
un patrono dell’arte e delle lettere.

> Il papato di Leone X (1513-1521) segna l’apogeo del potere della famiglia Medici.

> Caterina de' Medici (1519-1589), rimasta orfana appena nata del padre Lorenzo d'Urbino, era la nipote
preferita di Clemente VII. Quando si trattò di scegliere per lei un marito, si aprirono le trattative con
numerose famiglie nobili italiane ed europee. Sebbene molti criticassero la nobiltà recentissima di Caterina,
la sua dote principesca e la parentela con il papa in carica facevano gola ad altrettanti. Con grande
soddisfazione di Clemente, Caterina andò in sposa a Enrico II di Francia, secondogenito di Francesco I.
Questo matrimonio suscitò numerose polemiche, ma re Francesco perseverò nella sua scelta adducendo il
fatto che Caterina non sarebbe mai diventata regina di Francia, essendo moglie del secondogenito. Ma le
cose andarono diversamente e, dopo la morte prematura del Delfino, Caterina diventò regina quando suo
marito divenne Enrico II di Francia. Fu madre dei re Francesco II, Carlo IX, Enrico III e delle regine Elisabetta
(regina di Spagna) e Margherita (regina di Navarra e di Francia). Prima regina poi Reggente di Francia,
Caterina de' Medici è una figura emblematica del XVI secolo. Il suo nome è legato alle guerre di religione,
contro le quali si batté tutta la sua vita. Sostenitrice della tolleranza civile, tentò numerose volte di seguire
una politica di conciliazione con l'aiuto dei propri consiglieri, fra cui il celebre Michel de l'Hôspital.
> Nel 1532 un altro papa della famiglia Medici, Clemente VII, nipote di Lorenzo il magnifico, nominerà
Alessandro de’ Medici (probabilmente un suo figlio illegittimo) duca di Firenze e “gonfaloniere perpetuo”
della repubblica, abolendo la vecchia costituzione della città, e garantendo finalmente alla famiglia Medici
ciò che non aveva mai avuto: un titolo nobiliare ereditario che confermasse il loro ruolo di signori della città
di Firenze. Si compieva così un processo storico che aveva trasformato la Repubblica di Firenze in un
Ducato, riconoscendo, ma allo stesso tempo trasformando, il ruolo giocato dai Medici di ‘signori’ di Firenze.

> Cosimo I

Con la morte di Alessandro il ramo principale dei Medici, quello di Cosimo il Vecchio, era esaurito nelle
ramificazioni legittime e illegittime. Nell'incertezza generale, tra le proposte di ripristinare la Repubblica o
far venire a Firenze un emissario imperiale, saltò fuori il nome di un ragazzo di diciotto anni, Cosimo (1519-
1574), figlio di Giovanni delle Bande Nere e di Maria Salviati, la quale a sua volta era nipote di Lorenzo il
Magnifico, quindi di recente e diretta parentela con il vecchio ramo familiare. Si dice che gli stessi fiorentini
furono affascinati dal carattere mite e ossequioso del giovane fino ad allora cresciuto nell'ombra, per cui
rinunciarono a quella che fu di fatto l'ultima occasione per riottenere la libertà repubblicana. Con
l'investitura imperiale (unica clausola: lasciare il potere al Consiglio), la successione venne confermata. Non
passò molto che il giovane mostrò il suo volto di sovrano forte (con la battaglia di Montemurlo, contro i
Repubblicani guidati da Filippo Strozzi), e a tratti addirittura tirannico e spietato, che tenne lo stato per 37
anni ricorrendo spesso all'uso dittatoriale del terrore: tra le pagine più nere del suo governo si ricorda la
soppressione della Repubblica di Siena. Secondo le varie fonti il giudizio comunque oscilla anche parecchio:
per Franco Cardini per esempio fu un sovrano saggio e lungimirante, che innegabilmente effettuò
un'oculata gestione dello Stato, abile finanziariamente e promotore delle attività economiche, e delle arti
(con la nascita di una vera e propria scuola di "artisti di corte" come il Bronzino, il Vasari, e altri).

>Francesco I

Il secondo Granduca di Toscana fu il figlio primogenito di Cosimo I, Francesco I de' Medici (1541-1587). A
tratti simile al padre, talvolta dissoluto e dispotico, ebbe una vena però più crepuscolare, che lo portava a
passare periodi di solitudine, con una sfrenata passione per tutto ciò che di misterioso ed occulto vi era
nello scibile dell'epoca. Non a caso fu proprio lui a far costruire l'emblematico Studiolo di Palazzo Vecchio,
permeato della cultura iniziatica e alchemica dell'epoca, o la magnifica Villa di Pratolino, dove tutto era
sorpresa e meraviglia per i cinque sensi. Acquistò inoltre nel 1581 la Villa La Magia, nel pistoiese, alle
pendici del Montalbano. La sua casata era ormai alla pari delle altre casate regnanti europee, infatti
ricevette come sposa niente meno che una sorella dell'Imperatore Massimiliano II, Giovanna d'Austria. Il
matrimonio tra i due non si rivelò però felice: mentre nascevano solo figlie femmine (ben sei e un maschio
morto in tenera età), Francesco si invaghì fatalmente di un'altra donna, la veneziana Bianca Cappello, con la
quale visse una sfrontata storia d'amore, nonostante ella stessa fosse già maritata. Oltre all'inevitabile
scandalo, tenuto a freno solo dalla sua posizione di capo di Stato, la Cappello era malvista dai fiorentini,
accusata addirittura di stregoneria, per non parlare del profondo odio da parte della famiglia granducale.
Dopo anni di clandestinità, i due rimasero entrambi vedovi (anche questa una vicenda dai molti punti
oscuri) e poterono sposarsi nel 1579. Il loro idillio durò fino alla notte di ottobre del 1587 quando entrambi
morirono a poche ore di distanza tra lancinanti spasmi causati dalla febbre terzana o, secondo un dubbio
pervicace, dal veleno fatto propinare dal cardinale Ferdinando I de' Medici.

> Ferdinando I

Il cardinale Ferdinando de' Medici (1549-1609), secondogenito di Cosimo I, rinunciò alla porpora
cardinalizia con dispensa papale quando l'improvvisa morte del fratello rese necessaria la sua ascesa al
governo del granducato, col nome di Ferdinando I. Ferdinando fu l'unico granduca a riuscire a guadagnarsi
una fama duratura: restituì ordine al paese e ripristinò l'integrità del governo; promosse una riforma fiscale
e sostenne il commercio; incoraggiò il progresso tecnico-scientifico e realizzò grandiose opere pubbliche
come la bonifica della Val di Chiana e il potenziamento del porto e delle fortificazioni di Livorno. In quello
che allora era un modesto villaggio di pescatori, egli realizzò importanti infrastrutture, ma importante fu
soprattutto la legge che lo dichiarava porto franco, che attirò profughi e perseguitati da tutti i paesi del
Mediterraneo, facendo crescere rapidamente la popolazione e facendo così arrivare la manodopera
necessaria allo sviluppo di quello che sarebbe presto diventato uno dei più attivi porti commerciali del mare
nostrum. Fu inoltre con lui che il sistema delle ville medicee raggiunse la massima estensione e grande
splendore, grazie anche alla collaborazione dell'architetto Bernardo Buontalenti.

> Maria de' Medici

Figlia di Francesco I, Maria de' Medici (1575-1642), grazie all'intercessione dello zio granduca Ferdinando,
all'età di venticinque anni sposò Enrico IV di Borbone, diventando la seconda Regina di Francia di casa
Medici, dopo Caterina. Sebbene poco stimata da Enrico, Maria seppe influenzare la politica interna ed
estera della Francia seicentesca. Dopo l'assassinio del marito (1610), fu nominata reggente per conto di suo
figlio, il futuro Luigi XIII, ancora bambino. Attorniata da consiglieri e cortigiani toscani (in verità poco amati
dai Francesi), ravvivò i rapporti con la Spagna e prese le distanze dai protestanti. In seguito a movimenti di
rivolta, venne esautorata dal figlio nel 1617, quindi trovò un alleato in Richelieu, divenuto cardinale grazie
al suo appoggio, ed entrò nel consiglio reale nel 1624. Dopo aver visto rivoltare, nonostante la sua ferma
opposizione, le alleanze che aveva costruito, nel 1630 perse ogni autorità e si ritirò in esilio.

> Cosimo II

Alla morte di Ferdinando gli successe il figlio Cosimo II (1590-1621). Personaggio di intelligenza brillante e di
vasta cultura, era ammalato di tisi, malattia che lo portò a una morte prematura appena passata la soglia
dei trent'anni. La sua figura è ricordata per due eventi principali: la liquidazione e chiusura del Banco
Medici, che aveva permesso l'ascesa familiare, ma che ormai era visto dal granduca come un'attività
"indegna di un sovrano regnante"; l’amicizia e la protezione nei confronti di Galileo, di cui il giovane Cosimo
fu discepolo. Nel 1610 Cosimo II, Granduca di Toscana dal 1609 al 1621, consentì il ritorno in patria di
Galileo, conferendogli il titolo di Primario matematico e Filosofo del Granduca, e continuò a sostenerlo
anche in occasione del processo intentato contro di lui dal Sant’Uffizio. Questo vivo interesse scientifico era
un Leitmotiv di tutti i discendenti del ramo granducale dei Medici, fondatori di Accademie e protettori di
scienziati, e fa da contraltare al mecenatismo verso le arti tipico del ramo di Cafaggiolo.
> Il patto di Famiglia

Nel 1737 si è svolto l'ultimo atto della prestigiosa famiglia dei Medici, il “Patto di Famiglia”. Anna Maria Luisa stipulò
con i nuovi successori Asburgo-Lorena questo accordo che stabiliva che essi non potessero depauperare il patrimonio
artistico dei Medici, ovvero trasportare “o levare fuori della Capitale e dello Stato del Granducato, Gallerie, Quadri,
Statue, Biblioteche, Gioje ed altre cose preziose, della successione del Serenissimo GranDuca, affinché esse
rimanessero per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri”. Il patto non è
stato rispettato nella sua interezza dai nuovi granduchi, ciononostante permise che Firenze non perdesse la gran parte
delle opere d'arte. Se ancora nel museo degli Uffizi, a Palazzo Pitti, nella Biblioteca Medicea Laurenziana si possono
ammirare grandi capolavori d’arte, lo si deve sicuramente alla saggezza, alla fermezza e alla lungimiranza di questa
donna.

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