Scofidio
Nel 1934, la High Line aprì ai treni che correvano dalla 34th Street fino al
terminal di St. John’s Park a Spring Street per trasportare merci, in una zona
altamente industrializzata.
A partire dal 1960 la città di New York ha subito uno sviluppo industriale, volto a
occupare la penisola di Manhattan, allora del tutto disabitata, costruendo grandi
stabilimenti e fabbriche, che diventano negli anni successivi il centro economico
della città.
Nell’autunno del 1999 Joshua David e Robert Hammond fondarono un comitato, “Friends
of the High Line”, con l’obiettivo di fermare la demolizione. Sia il comitato che i progetti di
Giuliani crebbero con una certa lentezza. Poi arrivò l’11 settembre 2001. Hammond ha
raccontato al National Geographic: “Pensavamo che a quel punto a nessuno sarebbe
importato della High Line, ma invece tutto il dibattito su cosa fare di Ground Zero rinnovò
l’interesse dei newyorkesi per la pianificazione urbana e l’architettura, e il loro impegno in
comitati come il nostro”. L’attività del comitato di David e Hammond non consisteva
nell’organizzare proteste, sit-in e picchetti, bensì nel presentare al Comune una proposta
che fosse effettivamente più conveniente e proficua della demolizione. Il comitato “Friends
of the High Line” commissionò una serie di studi sulla fattibilità economica del parco e
sull’impatto che avrebbe avuto sul resto del quartiere e iniziò a raccogliere fondi. Poi aprì
una specie di concorso di idee. Potessimo trasformare la High Line in un parco, chiesero,
come vorremmo che fosse? Scrive il National Geographic: “Si aspettavano qualche
decina di proposte provenienti da residenti di New York. Arrivarono 720 progetti da 36
paesi diversi”.
Nel 2003 l’amministrazione di Michael Bloomberg garantì un fondo iniziale per
i lavori di consolidamento e riqualificazione della ferrovia e nel 2006 venne
indetto un concorso internazionale di progettazione. Il progetto vincitore
risultò quello dello studio Diller Scofidio + Renfro & Field Operations, che
propose l’utilizzo delle strutture a parco pubblico sopraelevato con lo scopo
di distribuire e rendere sicuro il traffico pedonale per il quartiere e di collegare
le attività culturali con un segno chiaro e forte in una città in continuo
movimento.
Una delle storie meno raccontate riguardo l’11 settembre 2001 è che New York era in
piena campagna elettorale per eleggere il suo nuovo sindaco. Rudolph Giuliani stava
concludendo il suo secondo mandato e non poteva averne un terzo, anche se fece poi
un tentativo di cambiare le norme in nome dell’emergenza. Le primarie dei Democratici
e dei Repubblicani erano state fissate proprio per l’11 settembre; gli attentati portarono
i partiti a posticiparle al 25. Le elezioni comunali si tennero il 6 novembre, meno di due
mesi dopo il fatto più tragico della storia della città. In una delle città più liberal e di
sinistra d’America vinse di nuovo un Repubblicano, per giunta ricchissimo ed ex
Democratico: Michael Bloomberg, imprenditore, editore e filantropo – e contrario alla
demolizione della High Line.
Bloomberg trovò un accordo col comitato “Friends of the High Line” e il comune
decise che la High Line sarebbe diventata un parco. L’accordo prevedeva che il
comune avrebbe stanziato 112 dei 153 milioni di dollari necessari alla riqualificazione
della ferrovia; 21 sarebbero arrivati da fondi statali e federali, 20 li avrebbe tirati fuori il
comitato. I “Friends of the High Line” accettarono anche di accollarsi i costi di
manutenzione del parco, una volta aperto, e per questo la High Line continua a
raccogliere fondi e donazioni. I 20 milioni di dollari erano quelli necessari ad aprire il
primo tratto, dopo ne sarebbero serviti degli altri: a un certo punto nel 2011 ne hanno
raccolti ben 85 da privati cittadini e istituzioni culturali. Oggi la High Line viene visitata
da circa cinque milioni di persone ogni anno: almeno dieci volte di più di quante David
e Hammond si aspettavano, stando ai piani e ai progetti che avevano commissionato.
Quando Hammond e David cercavano di vendere in giro la
bislacca idea di trasformare una ferrovia sopraelevata in un
parco, li aiutò molto poter fare l’esempio di qualcosa che
esisteva già: la Promenade Plantée di Parigi, un parco
pubblico lungo 4,7 chilometri che porta dal Boulevard
Périphérique fino a Place de la Bastille, a pochi passi dalla
riva destra della Senna. Quello che la Promenade Plantée di
Parigi è stata per la High Line di New York, la High Line di New
York è stata per i progetti di diverse altre città. Chicago ha già
avviato la riconversione in parco di una sua vecchia ferrovia
sopraelevata abbandonata, la Bloomingdale Line. Nel 2018
anche Washington DC avrà il suo parco sopraelevato: non
costruito al posto di una vecchia ferrovia, bensì di un ponte
autostradale sopra il fiume Anacostia.
Il 9 giugno del 2009 ha aperto la prima sezione del parco da Gansevoort
Street nel Meatpacking District, fino ad arrivare alla 20th Street.
L’8 giugno 2011 ha aperto la seconda parte dalla 20th Street fino alla 30th
Street.
Il 21 settembre 2014 ha aperto la terza parte del parco fino alla 34th Street.
Il 5 giugno 2019 ha infine aperto “The Spur” (lo sperone – nome derivante
dalla forma delle rotaie, che in questa zona formano un semicerchio), che ha
riqualificato l’ultimo tratto della ferrovia originale. Questo tratto si estende ad
est lungo la 30th Street e termina sopra la 10th Avenue.
Il comitato di base di cittadini si scioglie per l’esplodere delle
contraddizioni derivanti dalla nuova veste societaria. E il
progetto della High Line progressivamente si separa dalle
esigenze della popolazione residente per diventare un brand
della città in cui si combina arredo urbano, architettura del
paesaggio, percorso botanico e produzione dello spazio. Nel
2015 all’inizio della High Line apre la nuova sede, progettata
da Renzo Piano, del Whitney Museum. Una macchina
espositiva di arte moderna e contemporanea che segna
l’incontro tra arte, finanza e grandi collezionisti. Nel frattempo,
tutto attorno i valori immobiliari si impennano e le vie adiacenti
alla High Line diventano una palestra per le architetture delle
archistar, da Zaha Hadid a Jean Nouvel. La macchina urbana
è messa a valore, produce profitti e attira visitatori (8 milioni
nel 2018), diventando in breve tempo un «iconic landmark»
che segna il territorio della metropoli.
Il nuovo percorso nasce come un segno percorribile e che
incontra diverse funzioni e aree verdi, cresciute negli anni
spontaneamente sulla struttura abbandonata, preservando i
luoghi in cui la natura ha preso il sopravvento sulle strutture
urbane.
Gli accessi al parco sopraelevato sono resi possibili da
ascensori panoramici e rampe, posti nei nodi di confluenza
con le grandi strade newyorkesi. La progettazione delle
pavimentazioni crea un filtro tra la storia, incorporando i binari
in essa, e la vegetazione, sfumando il suo tracciato verso le
aree verdi e aiuole.
Numerosi sitemi di seduta e sosta sono inseriti lungo il tragitto
che, seguendo le evoluzioni della città stessa, cambia
continuamente il suo linguaggio, con affacci sul fiume Hudson
o sulla 10th Avenue sottostante, creando un collegamento
visivo e suggestivo con la città stessa.
Oltre che come un brillante progetto di architettura del
paesaggio, l’High Line di New York progettata da James
Corner Field Operations con Diller Scofidio + Renfro, può
essere guardata anche dal punto di vista del service design.
Che cosa c’è di speciale nell’offrire arte in uno spazio aperto come la
High Line?
La particolarità delle sculture, dei murales e delle altre opere sulla High Line è
il loro profondo rapporto con l’ambiente, cioè con la vegetazione e il
paesaggio disegnati da Piet Oudolf, con l’architettura della stessa
passeggiata e con la gente. L’arte dev’essere veramente concepita per
questo posto, anche perché quando la High Line fu disegnata nel 2005,
inizialmente non c’era il progetto di esporci delle opere, quindi non ci sono
spazi ad hoc e questo è una grossa sfida. Il vantaggio per gli artisti è poter
mostrare il loro lavoro a 8 milioni di persone, che non sono tutte amanti o
esperte di arte, ma sono un pubblico molto vivo.
E gli svantaggi?
Dobbiamo fare i conti con la neve, il vento, il sole e anche gli uragani!
Quando progetto una installazione, devo farlo insieme al manager delle
produzioni, ad architetti e ingegneri per essere sicuri che tutto sia ok,
che niente cada in testa a qualcuno e lo uccida, nemmeno un uragano.
Quando Sandy ha sconvolto New York, sulla High Line c’era una enorme
installazione di metallo, con pezzi molto delicati: tutto è andato bene,
anche se il nostro quartiere, Chelsea, è rimasto senza elettricità per
settimane.
The High Line Plinth presents a series of art installations that rotate every
eighteen months. Designed as the focal point of the Spur, the newest section of
the park that opened in spring 2019, the Plinth is the first space on the High Line
dedicated solely to new commissions of contemporary art.
Various Artists
The Musical Brain
Temporarily postponed
LOCATION
Various locations on the High Line
Featuring works by Rebecca Belmore, Vivian Caccuri, Raúl de Nieves, Guillermo Galindo, David Horvitz,
Mai-Thu Perret, Naama Tsabar, and Antonio Vega Macotela
The Musical Brain is a group exhibition that reflects on the power music has to bring us together. The
exhibition is named after a short story by the Argentine contemporary writer César Aira, and explores the
ways that artists use music as a tool to inhabit and understand the world. The featured artists approach
music through different lenses—historical, political, performative, and playful—to create new installations
and soundscapes installed throughout the park.
Traditionally, music is thought of as an art form we construct ourselves. With different organizing rules,
instruments, and traditions across cultures, music has underpinned essential collective moments in
societies for as long as we know. But music is also the way that we hear the world around us. Often used to
described nature (wind whistling through trees), the cosmos (in the Music of the Spheres, or musica
universalis), and even the built industrial environment (the rhythmic lull of a train car), music is the order we
project onto a cacophonous world. Humans seek order and patterns but also relish chaos and noise; in
many ways, music becomes the way that we can experience both at the same time.
The artists in this exhibition listen closely to the sonic world and explore the different temporal, sculptural,
social, and historical dimensions of the ways we make music, and the ways we listen. They wonder what
stories discarded objects tell when played, what happens when a railway spike becomes a bell, and how
the youth of our generation sing out warnings to save our planet. They remind us that music is a powerful
tool for communication, especially in times when spoken language fails us. The sonic brings us together to
celebrate, protest, mark the passage of time, and simply be together.
Design of the Gardens
The High Line’s aesthetic reflects natural cycles of life and death, and evokes
feelings of being in a wild space. According to Piet Oudolf, who designed our
gardens, “My biggest inspiration is nature. I do not want to copy it, but to recreate
the emotion.”
These landscapes don’t just happen on their own. While many natural processes
take place in the park, the gardens have also been carefully designed and
continuously cared for. Shaping the landscape design requires a good eye and an
understanding of how the plantings will evolve over time. Changes in the gardens
are guided by a team of gardeners who have collaborated with Oudolf for years.
Garden Zones
Walk just a few blocks along the High Line and you’ll pass through several,
incredibly different gardens.
La maggior parte del piantato, che comprende 210 specie, è
composta da robuste piante da prato, tra cui graminacee,
liatris e echinacee, con banchi sparsi di sommacco e scotano,
ma non limitati ai nativi americani.
Alla fine di Gansevoort Street, un boschetto di specie miste di
betulla fornisce già qualche ombra screziata nel tardo
pomeriggio.
Il legname Ipê per i banchi integrati proviene da una foresta
gestita dal Forest Stewardship Council, per garantire l'uso
sostenibile e la conservazione della diversità biologica, delle
risorse idriche e degli ecosistemi fragili.
Chelsea Market
La High Line passa sotto il Chelsea Market, una food hall, in
15th Street. Uno sperone che collega il viadotto all'edificio
della National Biscuit Company si divide nella 16th Street;
questo sperone è chiuso al pubblico. La Tenth Avenue Square,
un anfiteatro situato sul viadotto, si trova in 17th Street, dove la
High Line attraversa la Tenth Avenue da sud-est a nord-ovest.
Alla 23rd Street, c'è il 23rd Street Lawn, un prato dove i
visitatori possono riposare. Quindi, tra la 25th e la 26th Street,
una rampa porta i visitatori sopra il viadotto, con una vista
panoramica che si affaccia a est sulla 26th Street. Il cavalcavia
Philip A. e Lisa Maria Falcone, come viene chiamato, prende il
nome da due importanti donatori del parco
L'effetto High Line
La Promenade plantée dunque sfrutta l'antica linea che dal 1859 collegava
la gare de la Bastille a Verneuil-l'Étang passando per Vincennes.
Disattivata il 14 dicembre 1969, la linea è stata in parte integrata nella
Linea A 'Île-de-France della RER (Réseau express régional), lasciando in
abbandono il troncone Parigi-Vincennes.
La zona è stata ristrutturata a partire dal 1980. Nel 1984 la
stazione Bastille è stata demolita per far posto alla costruzione
dell'opéra Bastille. Il progetto ZAC (Zone d'aménagement
concerté) Reuilly ha preso l'avvio due anni dopo, nel 1986.
Tale progetto ha previsto il recupero in chiave di spazio verde
del tracciato ferroviario compreso fra l'avenue Daumesnil e le
vie Montgallet e Reuilly, incluso il tratto di Promenade plantée
fra place de la Bastille e la porte de Montempoivre.