Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
LA RADIO
La radio rappresenta, insieme alla tv, lo strumento di comunicazione di massa che più di tutti gli altri
medium dà l’idea della sincronicità, simultaneità, intrattenendo con il pubblico un rapporto totalmente
differente dai media precedenti.
• HEINRICH RUDOLF HERTZ: è il primo a dimostrare come i segnali elettrici possono essere inviati
attraverso l’aria; così facendo pone le basi per l’invenzione della radio, realizzando il primo
oscillatore, uno strumento in grado di irradiare onde elettromagnetiche a breve distanza.
• GUGLIELMO MARCONI: il salto tecnologico decisivo viene compiuto da Marconi che, nel 1895
costruisce il primo telegrafo senza fini che, attraverso un codice morse, permette una
comunicazione tra due apparecchi senza che siano collegati: “il telegrafo senza fili”.
Nel 1901 viene trasmesso il primo messaggio transatlantico dell’Inghilterra a Terranova (Canada).
ANNI 50
In America degli anni 50 la cultura giovanile diventa mainstreaming: complice il benessere negli USA, i
giovani costruiscono un altro modo di fruire della radio: ascoltare musica in macchina.
La radio diviene strumento della comunicazione ad uso personale, diffuso specie tra i giovani per ascoltare
la “propria” musica:
le trasformazioni che permetteranno la trasformazione d’uso:
• Invenzione del transistor: miniaturizzazione degli apparecchi;
• Evoluzione batterie (radio a batteria);
• Sviluppo delle frequenze FM che consentono di accedere a un suono decisamente migliore;
• Nascita della radiolina (Anni ’60).
Negli USA, dopo la Prima guerra mondiale, le stazioni autorizzate a trasmettere sono tantissime:
• Inizialmente vi è un forte desiderio di svincolarsi dalla dipendenza delle compagnie inglesi: i
brevetti sono britannici;
• Lo sviluppo della radio negli USA è anche favorito dal fatto che gli Stati Uniti sono un paese con
un’estensione territoriale grande che consente di avere un più ampio sfruttamento delle bande di
frequenza;
• Hanno già sviluppato una vera e propria mania della radio;
• Gli USA hanno una propensione all’investimento commerciale, al rischio imprenditoriale molto più
sviluppato che in Europa: liberismo è grande propensione commerciale.
La Marina militare statunitense tentò di imporre un monopolio delle trasmissioni radiofoniche sulla base di
motivi strategici: nei primissimi anni ’20, infatti, vi era l’idea della radio come strumento strategico
all’interno delle comunicazioni marittime, quindi un medium preservato in ragione del possibile uso bellico.
Il tentativo, tuttavia, fallì; la propensione liberista della politica americana consentì di rigettare la richiesta.
La legge presentata nel 1919 non viene approvata per due ragioni:
1. L’industria radioelettrica americana che si sviluppa dopo la guerra si oppone al tentativo di
sviluppare un monopolio perché ha bisogno di costruirsi dei nuovi mercati, quindi, è in cerca di
nuovi mercati di espansione;
2. Negli USA è molto forte l’idea che il paese non verrà più coinvolto in una guerra quindi la radio non
è vista come un “asset” strategico.
Tutto questo produce uno sviluppo della radiofonia: sono le industrie di radio a sviluppare il broadcasting
radiofonico.
Tra queste ricordiamo la Westinghouse, grande impresa statunitense di realizzazione di attrezzi radiofonici
e prima a investire nella costruzione di un’emittente radiofonica nel 1920 (KDKA) che mette in pratica l’idea
di Sarnoff dell’uso della radiofonia per usi commerciali, ludici e ricreativi.
AVVENIMENTI CHE FANNO INTENDERE IL SENSO DELL’IMPORTANZA DELLA RADIO
1. La forte presa che la radio impone sul pubblico americano è testimoniata dal famoso episodio della
Guerra dei grandi mondi, programma settimanale di radiodramma che immagina l’arrivo di
marziani negli Stati Uniti. Nel bel mezzo della trasmissione, non avendo dubbi sul fatto che il
pubblico avrebbe compreso che si trattava di fiction, si inscena l’annuncio dell’arrivo dei marziani.
Le cose non vanno come previsto: il panico si diffonde per le strade di New York. La Guerra dei due
mondi fa bruscamente scoprire il potere di suggestione della radio.
2. ELEZIONI 1920:
In contemporanea con la nascita della prima stazione radiofonica vi sono le elezioni americane.
Vengono messi in circolo i primi contenuti di informazione politica; per la prima volta la radio può
fornire ciò che i giornali e il cinema non possono dare: il senso di contemporaneità.
La KDKA prima a dare in diretta discorsi dei comizi.
3. 2 LUGLIO 1921:
Trasmesso il match di boxe Dempsey- Carpentier: appesi ai lampioni degli amplificatori.
In molti casi sono addirittura le stesse agenzie pubblicitarie che realizzano i programmi che gli stessi
network radiofonici metteranno in onda, programmi costruiti in base alle esigenze dei propri clienti:
- “Soap opera”: drammi radiofonici a puntate che vengono pagati dalle industrie di sapone perché il
nome dell’industria di sapone viene collegato al nome dei drammi che sono poi ascoltati dalle
casalinghe americane che compreranno le marche di sapone che hanno creato i drammi
radiofonici.
RADIO ACT 1927
Sino al 1927, il mercato radiofonico americano è un mercato totalmente libero: la scelta del governo è
quella di lasciare ai privati la piena libertà di trasmissione.
Dal 1927 in poi, con il Radio Act, lo stato istituisce la Federal Radio Commission, a cui viene riservato il
compito di regolare la concessione delle frequenze, verificare la potenza dei trasmettitori e vigilare sulla
moralità dei programmi messi in onda.
Nel 1943 si definisce un sistema radiofonico che ha al suo interno 3 grandi emittenti radio: ABC, NBC, CBS.
2) IL MODELLO EUROPEO
In Europa si afferma un modello differente, basato sul monopolio statale delle trasmissioni e sulla
possibilità di affidarsi a concessionarie.
È un modello che ha come fonte di sovvenzionamento non più i privati attraverso le pubblicità (come
modello americano) ma, per reperire risorse finanziarie, si istituisce un canone, una tassa pubblica
obbligatoria per poter giovare del servizio.
Le ragioni di questa differenza stanno nel fatto che:
• Vi sono differenze di cultura politica: diversa è la concezione tra stato e privato: negli USA il privato
viene visto come fondamentale, mentre in Europa lo Stato è sempre visto come massimo
regolatore della sfera del privato;
• Ragioni propriamente economiche: il mercato europeo è enormemente più ristretto rispetto a
quello americano, c’è meno ricchezza che gira, gli Stati sono più piccoli. Meno ricchezza quindi
meno possibilità di raccolta pubblicitaria. Quindi un sistema radiofonico può essere organizzato
solo dall’unico soggetto che, economicamente, ha la forza di farlo: lo Stato;
• Ragioni culturali: nella cultura degli Stati europei è molto più forte l’idea che lo stato abbia un ruolo
pedagogico e debba intervenire per modellare e migliorare la società. Questa presenza fa sì che lo
Stato non possa lasciare il compito al privato che si regola soltanto sulla base di quelli che sono i
propri interessi. Lo stato deve quindi intervenire in maniera pedagogica anche attraverso la radio
per formare una collettività migliore attraverso i programmi scelti;
• In Europa gli anni ‘20 sono pervasi dalla sensazione che una guerra sta per scoppiare nuovamente;
quindi, lo Stato deve continuare a mantenere il monopolio di uno strumento strategico.
GRAN BRETAGNA
La Gran Bretagna è il paese europeo battistrada per quel che riguarda la diffusione della radio.
Nel 1922 nasce la BBC (British Broadcasting Corporation), il primo grande ente radiofonico europeo rivolto
a un grande pubblico. Nel 1927 il governo britannico, che ha obbligato tutte le radio private a unirsi alla
BBC, ne decide la statalizzazione (trasferimento allo stato della proprietà e della gestione): nasce così la
British Broadcasting Company. Tuttavia, la tradizione liberale britannica inventa un sistema che permette
alla BBC di sottrarsi all’ingerenza del governo: la privata BBC diventa “pubblica”, autonoma dal valore del
governo, con una nuova missione: istruire, informare e intrattenere.
Nel corso di decenni si costruisce il “modello BBC”: autorevolezza, distanza dal potere politico, assenza di
pubblicità, canone pubblico…
FRANCIA
Il sistema radiofonico si costruisce come un sistema misto:
• Radio pubblica, capace di trasmettere a livello nazionale, organizzata dallo stato, soggetta a
particolari regolamenti e titolare del diritto a fare pagare un canone agli utenti;
• Piccole radio private, a carattere fortemente locale, interamente finanziate dalle pubblicità.
ITALIA
Guglielmo Marconi, inventore bolognese, largheggia nelle concessioni (nel 1902 permette l’uso gratuito ad
esercito e marina di alcuni suoi brevetti), ma non lesina pressioni affinché venga adottato un sistema di
monopolio radiofonico da assegnare a una qualche società legata allo stesso Marconi.
Le richieste di Marconi però si scontrano con l’orientamento liberista del governo che prevale,
considerando di pubblica utilità il servizio radiofonico. Fino all’affermazione del fascismo i governi sono
liberali quindi hanno una sviluppata idea di servizio pubblico per il quale non può essere concesso il
monopolio.
• 1923: nascono Italo Radio, con capitale Franco tedesco e Radiofono, legata a Marconi;
• 1924: nasce la Società Italiana radioaudizioni circolari (SIRAC) con capitali Western Elettric (quindi
anche gli americani partecipano ai primi tentativi di costruzione di un mercato radiofonico in Italia);
• 1924: il nuovo ministro delle comunicazioni è Costanzo Ciano, che media tra gli interessi in gioco (ci
avviciniamo al fascismo);
• Nasce così l’Unione Radiofonica Italiana (URI): costruita dalla Radiofono, Italo Radio e dalla Sirac e
rappresenta la prima società di broadcasting italiana.
Di fatto, nel 1924, si gettano le basi per la costruzione di un regime di monopolio con capitale misto
(pubblico e privato). L’URI rappresenterà l’antesignana poi di quella che sarà l’EIAR nel periodo fascista
(Ente Italiano Audio Radiodiffusione) che sarà a sua volta la progenitrice della nostra RAI.