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Giosuè Carducci

VITA:

Nasce a Valdicastello (maremma toscana) nel 1835, in una famiglia dove il padre,
medico ed ex liberale carbonaro, perde il lavoro per colpa delle sue idee politiche.
La famiglia si trasferisce così a Firenze dove poi Carducci si laurerà alla Normale di
Pisa in filosofia e filologia.
Proprio durante il periodo dell’università entra nella polemica del tempo tra
manzoniani e antimanzoniani, fondando anche il gruppo degli amici pedanti a difesa
del classicismo e per la tradizione italiana.
I primi successi letterari sono affiancati a dei tragici eventi, come la morte del fratello
Dante (1857) che si è suicidato dopo un litigio con il pedre, morto anche lui l’anno
successivo.
Nel 1859 sposa Elvira Meniucci dalla quale avrà 5 figli.
Nel 1860 ottiene la cattedra di letteratura italiana all’università di Bologna, dove però
per il suo comportamento immorale e antireligioso lo rendono oggetto di
provvedimenti disciplinari. Carducci in quelli anni frequentava i mazziniani
Romagnoli e professava sentimenti repubblicani. (sospensione stipendio)
Nel 1870 muoiono sia la madre che il figlio Dante di soli 3 anni, il poeta sprofonda in
una grande crisi depressiva (Funere mersit acerbo e Pianto antico), ma il suo dolore
viene lievemente attenuato dall’incontro di Carolina Cristofori x la quale scriverà
molto poesie sotto il nome di Lidia.
Con il passare degli anni cambia idea sulla monarchia, grazie anche all’incontro che
fa con la regina Marcherita alla quale dedica l’ode “ Alla Regina d’Italia”( molto
criticato). Non abbandona però la sua concezione laica della politica.
Colpito nel 1899 da una grave paralisi che gli impedisce di usare il braccio destro, si
ritira dall’insegnamento del 1904 lasciando subentrare al suo posto il suo allievo
Giovanni Pascoli.
Nel 1906 gli venne conferito il premio Nobel per la letteratura, e 2 mesi dopo muore
a Bololgna ( febbraio 1907).

OPERE:

Dopo le Rime, una raccolta giovanile dedicata a Giacomo Leopardi e Pietro Giordani
maestri del Classicismo, pubblica 6 raccolte di liriche:

Juvenilia: ( cose giovanili), 100 poesie scritte tra il 1850-1860, sono una imitazione
dei modelli classici. Vi è un importante sfoggio di erudizione e soprattutto delle
grandi critiche alla poesua dell’800.
Levia Gravia: ( argomenti leggeri), 30 poesie composte tra 1861-1871 pubblicate
con uno pseudonimo. Il tema centrale è la critica all’Italietta mediocre e borghese del
dopo unione, venne esposta una ideologia libertaria e lo spirito anticlericale e
anticristiano sono ben presenti. ( canto di Satana)

Giambi ed Epodi: 32 poesie composte tra il 1867-1879, il titolo richiama i due poeti
classici: il greco Archiloco (giambi) e il latino Orazio (epodi). Nelle opere attacca: il
potere temporale del papa, la vigliaccheria dei politici, l’ipocrisia e la corruzione
della società italiana. (si chiude con il canto d’amore)

Rime nuove: 105 liriche composte tra 1861-1887 divise in 9 sezioni, nelle liriche
emerge il dolore, nostalgia ricordo, vagheggiamento del paesaggio, coscienza
della morte. Tutte le dolorose vicende personali vengono raccontate attraverso uno
spirito malinconico e un ripiegamento interiore. ( pianto antico, san Martino)

Odi barbare: 50 liriche edite nel 1893, caratterizzate dall’esperimento di adattare la


metrica (quantitativa) latina a quella italiana ( accentuativa). Traspare una grande
celebrazione del periodo romano e medievale.i valori classici convivono con quelli
della solitudine e la contemplazione della morte.

Rime e Ritmi: pubblicata nel 1898, presenta testi secondo le due metriche:
tradizionale e barbara. A prevalere sono le odi civili, il poeta è molto preso dalla
malinconiae da evocazioni paesaggistiche.

La prosa: Carducci lavora molto anche come critico e filologo, la sua critica è ricca
di intuizioni e appunti di ogni genere e su ogni argomento. Una prosa intrisa di
vivacità arriavando anche a toccare anche diverse sfumature linguistiche e una
fastissima gamma tipologica.

L’Impegno civile

Nele sue opere è ben visibile la tensione politica e morale della società
Risorgimentale italiana, infatti la disillusione che aveva colpito gran parte delle
persone che avevano creduto nelle idee rivoluzionarie e garibaldine è stata notevole.
Il poeta in particolare si distingue per i numerosi attacchi fatti al potere papale e
della chiesa. Crescendo si accorge che la polemica e lo spirito di opposizione non
sono tanto utili e riesce finalmente ad avvertire una riconciliazione con il papa e la
monarchia che lo portano a diventare il cantore ufficiale del Regno.

Il Classicismo malinconico:
Carducci rifiuta il nascente movimento Decadentista, in quanto fedele ai dettami di
stile e contenuti del Classicismo. Nel tempo diventa però consapevole che i due
mondi (greco e romano) sono molto lontani dai suoi tempi e deve perciò fare i conti
con il presente e i sentimenti che gli provocano: inquietudine , dolorosa
meditazione e meditazione sulla morte.

I temi

La contrapposizione dei due mondi si presenta delle sue opere in diversi modi e
anche sotto forma di rappresentazione della natura che suggerisce a immagini
malinconiche ( inverno tramonto) e che esprimono un senso di cupezza alla vita alla
poesia e alla civiltà.

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