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Friedrich Froebel-Contesto storico

CAPITOLO 1

Friedrich Froebel, educatore e pedagogista e di matrice filosofica idealistica, nacque


nel 1782 nelle foreste della Turingia. Orfano di madre, ricevette dal padre e dallo
zio, ambedue pastori protestanti, una profonda formazione religiosa. Friedrich
Froebel si colloca in una corrente molto creativa della pedagogia moderna: il
romanticismo pedagogico tedesco. Froebel riprende le idee di Rousseau e di
Pestalozzi, approfondendole e rinnovandole. Il suo pensiero viene influenzato anche
da Novalis e Goethe, e in particolar modo dalla filosofia della natura di Schelling.
Dopo Russeau, Froebel fu il primo dell’800 a mettere al centro l’infanzia e il
bambino.

ETA’ DEL ROMANTICISMO

La parola “romantic” fu utilizzata per la prima volta in Inghilterra al fine di deridere


tutto ciò che vi era di fantastico, assurdo e artificioso negli antichi romanzi
cavallereschi e pastorali. Nel ‘700, il termine perse parte della propria accezione
peggiorativa e iniziò ad essere applicato a vari ambiti: alle descrizioni di paesaggi
selvaggi e malinconici, alle emozioni soggettive, o ancora a tutto ciò che era sentito
come vago e indefinito. Il termine “Romanticismo” oggi è usato con una duplice
accezione: per alcuni studiosi definisce una categoria storica, ovvero un intero
periodo, per altri descrive un determinato movimento artistico e culturale, dotato di
una sua poetica, di gruppi di intellettuali specifici. Tra la fine del Settecento e l’inizio
dell’Ottocento, sorto in Germania e in Inghilterra e diffusosi in tutta l’Europa nel
corso del 19°secolo, si sviluppa il Romanticismo, un movimento letterario, artistico e
culturale. In Germania, il primo costituirsi di una scuola romantica avvenne negli
ultimi anni del Settecento prima a Jena e poi a Berlino, e si concretò nella
pubblicazione della rivista Athenäum (1798-1800); in Inghilterra (1798) le prime
manifestazioni del romanticismo si ebbero con il programma aggiunto alle Lyrical
ballads da W. Wordsworth e S.T. Coleridge, ma è in Germania che raggiunse i
massimi sviluppi. La cultura romantica cerca la propria identità sulla diversità e
distanza dalla cultura settecentesca, in particolare dall’Illuminismo. Il periodo di
affermazione del Romanticismo vede rapidi e radicali mutamenti che sconvolgono
assetti tradizionali e consolidati, trasformando le istituzioni politiche,
l’organizzazione economico-sociale e il sistema delle idee.
Il primo sconvolgimento è rappresentato dalla rivoluzione politica che, avviata nel
1789 con la Rivoluzione Francese, si estende poi in tutta Europa : la Rivoluzione,
supportata dalle idee dell’Illuminismo, causa il crollo della monarchia, nega la
possibilità di nominare un monarca per diritto divino e introduce la necessità
dell’elezione dello stesso da parte del popolo, sostituisce la gerarchia e la rigorosa
divisione in classi sociali con i principi di uguaglianza e solidarietà e produce
mutamenti che vengono accolti in maniera diversa dagli intellettuali europei. Il
secondo mutamento, meno visibile ma in rapida espansione, è costituito dalla
rivoluzione economica determinata dal processo di industrializzazione. Il processo
ha innumerevoli conseguenze: anzitutto produce dinamismo, evoluzione, rapidità
all’interno di una società che era da sempre cristallizzata in classi sacre e inviolabili:
nuovi ceti si affacciano alla scena sociale, acquisiscono potere di acquisto e scelta,
richiedono a gran voce autonomia di scelta e peso e diritti politici. Si apre la strada
all’energia e all’intraprendenza del singolo individuo che ottiene successo personale
e ricchezza: è la prima volta che viene valorizzata la capacità dell’uomo di cambiare
e migliorare la propria condizione e che si presta attenzione alla sua individualità e
alla sua psiche. Con la costruzione delle fabbriche, sempre più contadini
abbandonano il lavoro nei campi per trasferirsi nelle città, causando lo
spopolamento delle campagne e l’estensione a dismisura dei centri abitati. Si
impone allora la vita di città, e con essa i problemi dovuti alla mancanza di comodità
e servizi per gli operai, alla costruzione di quartieri e dimore inadeguate, allo
sbandamento di persone abituate alla vita contadina e costrette improvvisamente a
cambiare. Si diffonde una sensazione di crisi e insicurezza: il sistema industriale
esige la continua espansione, pena il crollo. Ma il mercato non può assorbire
illimitatamente le merci che vengono prodotte in fabbrica e ciò determina crisi
cicliche, ovvero effetti rovinosi sull’economia e sulla vita quotidiana degli strati
meno abbienti della popolazione. Un sistema economico basato sul calcolo, sulla
programmazione e sulla razionalità che porta ben presto alla diffusione di un senso
di insicurezza e di impotenza.

È un contesto post-rivoluzionario, dove dopo la fase del grande Terrore, il lato


violento della Rivoluzione francese, segue una fase di reazione dopo l’avvento della
figura di Napoleone, che si autoproclama imperatore dei francesi, provocando così
la caduta degli ideali. Frobel stesso partecipa a una guerra antinapoleonica (episodio
legato all’assedio di Amburgo). L’ascesa di Napoleone provoca anche nuova
oppressione e nascita di sentimenti nazionali, patriottici e di liberazione dallo
straniero. Sono i sentimenti tipici del Romanticismo.

L’Ottocento è segnato anche dall’evento socio-economico della Rivoluzione


Industriale in Gran Bretagna, che ha le risorse economiche da investire per passare
da un lavoro di tipo artigianale a quello di tipo industriale, cui seguono poi nuove
esigenze, come quella di nuove figure e professionalità da formare. La rivoluzione
industriale pone quindi nuove esigenze educative, come la donna che comincia a
lavorare fuori dal contesto domestico (prima lavorava in casa o nei campi di
proprietà familiare), e se la donna diventa lavoratrice si pone il problema
dell’accadimento dell’infanzia. Nasceranno le sale di riposo come centri di
accoglienza per bambini. La Rivoluzione Industriale è un fenomeno di tipo
economico che pone problemi di tipo educativo e sociale. In questo periodo la
ragione illuminista viene posta sotto accusa (già Rousseau ne era critico). In Età
romantica è più esaltata una razionalità di natura storica, più attenti alle tradizioni,
alle storie dei popoli. Viene rivalutato il Medioevo, che gli illuministi avevano
criticato come secoli di assenza di ragione. L’illuminismo aveva posto l’accento
sull’istruzione, sulla cultura scientifica, mentre la pedagogia romantica pone il fine
dell’educazione nella formazione spirituale dell’uomo, con particolare attenzione
all’aspetto morale. Questa concezione dell’uomo che si richiama a ideali classici,
facendo prevalere la formazione della persona nella sua unità alla preparazione
tecnico professionale, si opponeva all’illuminismo. L’educazione romantica si
preoccupa sì della formazione individuale della persona umana, ma non dimentica,
che ciascun uomo con la sua libertà, con la sua individualità, è parte di un ambiente
sociale. Spesso, il romanticismo si preoccupa maggiormente della formazione
individuale, del problema dell’unione tra la sensibilità e la ragione, ma spesso si
occupa anche della dimensione sociale dell’educazione. Per i primi romantici
tedeschi, volti all’esplorazione della vita interiore, i concetti di nazione e popolo non
sono esplicitati, ma il sentimento della germanicità era implicito nel loro pensiero, e
diverrà poi essenziale. Con questo carattere il romanticismo si presenta subito
altrove, per esempio in Italia, dove si hanno raccolte di canti popolari, di fiabe,
ballate, drammi e romanzi storici che evocano visioni di vita medievale. Nasce il mito
dello “spirito popolare”, origine di ogni forma di civiltà e nascono sotto il dominio di
quel mito la linguistica e la filologia moderna. Si instaurò una coscienza storica e il
sentimento. Se a molti la realtà apparve come una negazione delle romantiche
aspirazioni dell’anima, per altri, al contrario, valse l’esigenza di un’arte che
rispecchiasse la realtà. Questo doppio aspetto fu proprio del romanticismo di tutti i
paesi, e si conservò per tutto il corso del suo sviluppo, lungo il 19° secolo fino al
naturalismo da una parte e al decadentismo dall’altra.

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