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Programma italiano

Romanticismo
In Italia il movimento romantico si affaccia nel 1816 ma era già presente in Europa. Il termine
può essere usato per indicare la categoria storica e il suo periodo oppure come un movimento . È
difficile individuare una definizione ma sicuramente i romantici hanno delle cose in comune a
partire dalle tematiche negative : il dolore, la malinconia, l’inquietudine, la paura, Ecc... L’opera
emblematica di tale corrente è I dolori del giovane werther.Indubbiamente è un secolo pieno di
rivoluzioni innanzitutto c’è la rivoluzione economica causata dall’industrializzazione , crolla la
monarchia assoluta di diritto divino e si affermano nuovi ceti . Naturalmente la vita quotidiana
cambia con l’avvento delle macchine e con essa anche il rapporto con la natura, Inoltre
l’industrializzazione sempre più massiccia porta a delle crisi cicliche causate dalla
sovrapproduzione di merci che fa nascere nell’uomo paure e insicurezze . Naturalmente
l’industrializzazione non ha soltanto aspetti positivi , con essa aumentano gli operai sfruttati e le
rivolte. Inoltre l’industrializzazione rovina anche il volto del paesaggio naturale contaminandolo,
distruggendo la natura considerata sacra . L’intellettuale in questo periodo era colui che pur
vivendo in modo appartato era comunque legato alla realtà riuscendone a cogliere le
contraddizioni più di chiunque altro . Nonostante questa maggiore sensibilità , le sue opere
dovevano stare ai gusti del pubblico per essere vendute. Inoltre se l’artista fino a quel momento
era colui che portava il valore della bellezza disinteressata, interessandosi anche al superfluo ora
che la società era cambiata e c’era un’impronta sempre più razionale cambia la visione dell’artista
, quest’ultimo è visto come un individuo improduttivo o semplicemente come colui che ha il
compito di intrattenere e divertire. l’artista romantico inizia in questo periodo a esplorare
l’irrazionale che si manifesta in un’attenzione per i sentimenti e per la passionalità ehm e per gli
stadi della psiche come il sogno la follia l’ebrezza. Voi questa esplorazione dell’irrazionale porta
lo scrittore romantico a scorgere l’interiorità concepita come l’unica realtà esistente, e proprio il
rifiuto della realtà esteriore che si traduce come un sinonimo dell’insofferenza di ogni limite o
costrizione ( infinito ). L’intento dell’artista è quello di di superare le barriere del reale per
entrare in contatto con una realtà più vera ed è per questo che in questo periodo ritorna la
religiosità e le scienze occulte. È proprio questa ricerca dell’infinito che viene definita come
Sehnsucht ovvero “desiderio del desiderio” che porta l’artista a una ricerca continua finendo per
vivere in una costante inquietitudine. Una delle tendenze fondamentali del romanticismo è
l’esotismo, che può essere spaziale, in quanto i luoghi lontani vengono resi affascinanti proprio
dalla lontananza dalla diversità, e temporale che consiste nel trasferimento ideale in altre epoche
diverse dal presente. Inoltre e importante il mito dell’infanzia considerato come un paradiso
perduto di innocenza e di gioia, è quello del primitivo poiché le culture primitive sono simbolo di
spontaneità e di autenticità ormai perse nella civiltà moderna . È per questo che per riesumare
tali valori si ritorna al terreno dell’esotismo.
Nonostante nel l romanticismo spicchino tutte le tematiche negative , la corrente è talmente vasta
che è difficile da inquadrare infatti si può notare come il romanticismo sia anche “positivo”
ovvero abbraccia i grandi ideali di impegno patriottico e civile sviluppando per primo il concetto
moderno di nazione inteso in senso spirituale e culturale (la libertà che guida il popolo)
Il romanticismo italiano si differenzia da quello europeo perché non presenta gli aspetti
irrazionali e fantastici che in altri paesi hanno causato il conflitto tra l’intellettuale e il contesto
sociale, l’intellettuale romantico italiano è ancora aderente alla funzione positiva, applica i
principi della ragione e dell’impegno per il progresso, rivolgendosi alla classe media in forme
popolari(promessi sposi). Manzoni pone il problema di una lingua unitaria per tutto il popolo
italiano che risolve con l’utilizzo nell’ultima versione dei promessi sposi del fiorentino, ritenuto
una lingua viva è vicino alla tradizionale lingua letteraria.
Romanzo romantico
Durante il romanticismo si sviluppa il romanzo storico che si proponeva di offrire un quadro di
una determinata epoca passato, illustrando anche gli effetti nella visione privata . Gli scrittori
iniziano a comporre anche i romanzi realisti ambientati nella società moderna che si
differenziavano dalla letteratura classica perché rappresentavano la vita quotidiana non in chiave
comica ma informa seria anche tragica.
Manzoni
Nasce a Milano nel 1785 e ricevi un’educazione classica è uscito dal collegio a 16 anni si inserisce
nell’ambiente culturale milanese nutrito di idee razionalistiche e libertarie. a vent’anni va a Parigi
dalla madre dove entra in contatto con gli ideologi un gruppo di intellettuali illuministici . a
Parigi Manzoni si converte e ritorna alla fede cattolica per poi tornare a Milano nel 1810 e
proprio a Milano che entra in contatto con il movimento romantico . Durante la sua attività da
scrittore rifiuto la poesia considerandola falsa infatti scrisse romanzi storici come i promessi
sposi . Inizialmente scrisse opere classiciste con linguaggio aulico il rimandi mitologici Nel 1801
scrisse il trionfo della libertà inneggiando alla rivoluzione francese che poi si rivelerà un’illusione
, seguono Adda e quattro sermoni . Nel 1805 scrisse il carme in morte di Carlo Imbonati, dopo
aver pubblicato a Parteneide capisce che lo stile aulico non riscuote successo e non è più adatto al
pubblico cosi propone di scrivere una letteratura nuova. Questo bisogno di innovazione viene
subito soddisfatto con la conversione , ne sono una prova le osservazioni sulla morale cattolica
dalle quali traspare una fiducia assoluta nella religione. Con il cristianesimo infatti vi è un rifiuto
della concezione eroica ed aristocratica ed un interesse per i vinti gli umili punto si forma in lui
una visione tragica del reale, di una letteratura che guardi al vero e alla condizione dell’uomo
rifiutando il formalismo retorico. La prima opera dopo la conversione sono gli inni sacri scritti
secondo il nuovo concetto di comporre poesia infatti Manzoni si allontana dalla materia
mitologica classica e si avvicina a una poesia popolare , una poesia con un argomento che potesse
riguardare tutti , la religione cristiana. La poesia assume quindi un carattere corale parlando a
nome di “noi” cristiani. Nel 1821 Manzoni compone lode Marzo 1821 dedicata ai moti di
quell’anno e il 5 maggio ispirato alla morte di Napoleone. Anche in questo caso come per gli inni
sacri la lirica patriottica rompe gli schemi tradizionali trattando argomenti che interessano i
lettori. Come per gli inizi i fatti contemporanei sono visti nella prospettiva religiosa , dio stesso
soccorre la causa dei popoli che lottano per la loro indipendenza.
Le Tragedie
Come per la lirica anche le tragedie rompono la tradizione del genere, la novità si manifesta sotto
due aspetti : la scelta della tragedia storica e il rifiuto delle unità aristoteliche . secondo Manzoni
bisogna allontanarsi da quelli che sono le regole imposte nella tragedia aristotelica in quanto
limitano il tempo e il luogo esasperando le passioni e non riportando il vero punto secondo
Manzoni il teatro tragico devi collocare i conflitti dei personaggi in un contesto storico
determinato che non deve però subire alcuna modifica, l’autore deve analizzare il passato e
riportarlo alla luce. Nella tragedia il Conte di Carmagnola Manzoni analizza la storia di un
capitano di ventura che dopo aver servito per la città di Milano quando serve per Venezia
vincendo contro Milano viene accusato di favoreggiamento dei prigionieri. Per questo motivo
viene condannato a morte. Della tragedia Manzoni evidenzia quindi il conflitto tra l’uomo
d’animo elevato e la ragion di Stato sottolineando come nella storia trionfi il male. Negli adelchi
l’opera mette in scena il crollo del Regno longobardo sotto l’urto dei franchi di Carlo Magno punto
la tragedia si incentra su quattro personaggi desiderio spinto dalla volontà di vendicarsi di Carlo
per il ripudio della figlia , Adelchi che sogna la gloria di nobili imprese e non riesce a realizzarle
poiché vive in un mondo ingiusto , Ermengarda che vorrebbe distaccarsi dalle passioni del
mondo ma muore devastata per la passione del marito, Carlo che in nome della ragion di Stato
riesce a opprimere ogni rimorso per aver ripudiato Ermengarda . Nella tragedia si fa evidente
quindi la contrapposizione tra i personaggi politici e i personaggi ideali : desiderio e Carlo sono
animati dall’interesse della ragion di Stato mentre Adelchi e Ermengarda sono costretti nella loro
purezza alla sconfitta .
I promessi sposi
La nuova concezione manzoniana è ancora più evidente nel romanzo i promessi sposi . L’opera
possiede una forte carica innovatrice a partire dalla scelta dell’utilizzo del romanzo a quel tempo
ancora considerato uno strumento minore . In realtà la scelta di dell’utilizzo del romanzo si
addiceva perfettamente alle esigenze di Manzoni in quanto volendo rappresentare il vero evitava
l’utilizzo degli artifici convenzionali della letteratura classicista e tramite l’utilizzo di un
linguaggio più semplice permetteva la chiara esposizione delle idee . Inoltre il romanzo risponde
alle esigenze dell’impegno civile secondo la concezione educativa e utilitaria della letteratura
rappresentando il quotidiano infatti Manzoni sceglie di trattare una materia umile è ignorata
dalla letteratura classica . La rappresentazione del vero quotidiano fa sì che i personaggi siano in
rapporto organico con l’ambiente e il momento storico
Manzoni nel romanzo vuole fornire un quadro della situazione lombardo sotto la dominazione
spagnola . Il quadro che ci fornisce è fortemente polemico poiché il 600 lombardo ha i suoi occhi
vede trionfare l’ingiustizia e la cultura approvo valore. Questa ricostruzione critica del passato
viene utilizzata come riferimento alla situazione presente infatti Manzoni risale al passato per
cercare le radici dell’arretratezza in cui si trova l’Italia presente nel momento in cui la borghesia
progressista inizia la rivoluzione nazionale subendo una sconfitta . Manzoni ha ben chiaro come
dovrebbe essere la società innanzitutto lo stato di Milano è vittima del dominio spagnolo e quindi
il primo presupposto è l’indipendenza , inoltre il potere statale è incapace di contrastare le
prepotenze dei nobili . Per Manzoni occorre un saldo potere statale che sappia contrastare gli
arbitri . Un’altro provvedimento immediato da prendere riguarda la legislazione fino a questo
momento non è equa . Inoltre critica la politica economica ritenuta eccessivamente tassata e non
in grado di rispettare le leggi del mercato e la società ritenuta ingiusta a causa delle
disuguaglianze tra ricchissimi e poverissimi.

Leopardi
Giacomo Leopardi nasce il 29 giugno 1798 a Recanati in uno dei borghi più arretrati del tempo, lo
stato pontificio, da una famiglia nobile ormai in pessime condizioni.
Cresciuto in un ambiente bigotto, con una famiglia autoritaria Leopardi fu inizialmente istruito da
precettori per poi continuare da solo. E proprio in questo periodo da autodidatta rinchiuso nella
biblioteca di famiglia che svolse i 7 anni di studio matto e disperatissimo in cui impara latino
greco ebraico. In questo lasso di tempo la numerosa produzione si ispira ai modelli
settecenteschi arcaico illuministi, con un erudizione arida e accademica, che rispecchia
l’ambiente familiare
Tra il 1815 e il 1816 si attiva la conversione dall’erudizione al bello avvicinandosi ai grandi poeti
quali: Omero , Virgilio, Dante, legge Werther e l’Ortis.
La sua crescita fu possibile anche grazie all’amicizia con Pietro Giordani uno degli intellettuali più
prestigiosi del tempo con idee democratiche e laiche. nasce la corrispondenza di lettere e in
Giordani Leopardi ritrova l’amore che non aveva in famiglia . Nasce in Leopardi la necessità di
evadere da quegli ambienti , così nel 1819 tenta la fuga ma viene scoperto. Ciò lo porta in uno
stato di aridità in cui sviluppa una percezione lucida delle nullità di tutte le cose. Questa che
ridetermina un altro passaggio dal bello al vero, dalla poesia alla filosofia.
Nel 1822 ha la possibilità di uscire da Recanati si reca infatti a Roma ospite dello zio , ma l’uscita
risulta essere una delusione . Gli ambienti della capitale riappaiono vuoti e meschini così decide
di tornare a Recanati nel 1823 dove compone le operette morali . E in questo periodo che inizia
un periodo di aridità interiore che lo fa avvicinare alla prosa.
Nel 1825 ha l’occasione di lasciare la famiglia e di mantenersi con il proprio lavoro di intellettuale
grazie all’editore milanese stella , soggiorna così a Milano e a bologna e nel 1827 va a Firenze .
Nella primavera del 1828 scrive a Silvia che apre una nuova fase poetica quella dei grandi idilli.
Nell’autunno 1828 quando le condizioni di salute di Leopardi si aggravarono questo fu costretto a
tornare a Recanati dove visse per circa un anno e mezzo nella malinconia producendo alcune
delle opere più belli famosi tra le quali ricordiamo la guida dopo la tempesta, il sabato del
villaggio, il canto notturno di un pastore errante dell’Asia . Nell’aprile accetta un’offerta generosa
degli amici fiorentini che consisteva in un assegno mensile permettendo così a Leopardi di
lasciare Recanati. Inizia così una nuova fase dove stringere rapporti sociali e viene a contatto con
il dibattito culturale e anche politico . Leopardi torna di nuovo a Firenze dove fa l’esperienza della
passione amorosa per una donna sposata la quale ispira il ciclo di aspasia, e dove conosce
Antonio Ranieri con cui stringe un amicizia fraterna. Nel 1833 si stabilisce infatti con il suo amico
a Napoli dove morirà il 14 giugno 1887.

Le Lettere
sono molte le lettere soprattutto quelle a Pietro Giordani in cui Leopardi trova la comunicazione
che manca in famiglia, confessandogli i tormenti.
Oltre quelle a Giordani, ci sono le lettere ai familiari , al fratello carlo al quale raccontava le
proprie esperienze ; alla sorella Paolina a cui confidava le cose intime e al padre le quali rivelano
un rapporto difficile. Difficilmente in queste lettere Leopardi espone le sue teorie letterarie che
preferisce annotare invece nello zibaldone .

Il Pensiero
Al centro delle riflessioni di Leopardi si pone il pessimismo , egli arriva a individuare la causa
dell’infelicità in alcune pagine dello zibaldone identificando la felicità con il piacere , sensibile e
materiale Leopardi osserva che l’uomo non desidera un piacere bensì il piacere ovvero un
piacere infinito che causa un’insoddisfazione perpetua . La natura in questa prima fase ebbe
benigna e grazie ad essa l’uomo può usufruire dell’immaginazione , Gli antichi essendo più vicini
alla natura avevano una più ampia immaginazione e quindi erano più felici . Capaci di azioni
eroiche gli antichi riuscivano a dimenticare il vuoto esistenziale ma con il progresso della civiltà
si sono annullate le illusioni . La colpa però dell’infelicità e dell’uomo stesso. Questo periodo
viene chiamato pessimismo storico perché la condizione negativa del presente viene vista come
un processo storico .
Questa concezione di natura benigna entra in crisi quando Leopardi capisce che la natura più che
al bene dell’individuo mira alla conservazione della specie perciò il male rientra nel piano stesso
della natura. Leopardi attribuisce la responsabilità del male al fato e quindi mette in contrasto la
natura benigna con il fato maligno. Questa concezione porta allo sviluppo di una terza visione
della natura ovvero quella che la vede come un meccanismo cieco e indifferente , la natura perde
quindi la finalità e diventa meccanica e materialistica e l’uomo non è che una vittima.
Inizia così il pessimismo cosmico che riscontra nella natura l’unica causa di infelicità anche per
gli antichi . Dal pessimismo assoluto deriva un abbandono della poesia civile subentrando così un
atteggiamento contemplativo ironico e distaccato ; il suo ideale è il saggio il quale è in uno stato
di atarassia.
Per trovare il piacere l’uomo è costretto a cercare l’infinito perciò tutto ciò che è vago e indefinito
ci dà l’illusione e ci permette di trovare un po di piacere, Si sviluppa così una teoria della visione
secondo la quale la vista impedita da un ostacolo come la siepe dal luogo all’immaginazione come
per il suono , che se viene prodotto da sorgenti vaghe porta allo stesso risultato . A ciò che è vago
indefinito si aggiunge ciò che è ricordato infatti per Leopardi la rimembranza della memoria di
fanciullo porta all’infinito .
Il Romanticismo
Leopardi ha una formazione classica sulla quale basa la teoria del vago e indefinito perciò
dovrebbe opporsi alle tesi romantiche nonostante ciò le sue posizioni sono molto originali. Si
avvicina ai romantici perché rifiutano il classicismo accademico ma gli rimprovera l’aderenza al
vero che spegne ogni immaginazione . Per quanto riguarda la figura di Leopardi si può quindi
parlare di classicismo romantico. Se la poesia viene intesa come recupero del mondo immaginoso
dell’infanzia Leopardi predilige la lirica poiché esprime prima l’io , è vicino al romanticismo però
per alcuni temi come l’infinito la soggettività il vago e l’indefinito il culto della fanciullezza ecc...
Leopardi e quindi romantico nella prima fase con la concezione di una natura benigna dal quale si
distacca con la natura maligna avvicinandosi al classicismo.
I Canti
Appartengono ai componimenti della fase dal erudizione al bello , la raccolta è ricca di
esperimenti letterari , il poeta compone 10 canzoni che poi raccoglie insieme a altri testi e li
chiama Canti. Il titolo canti rimanda al carattere lirico e vengono trattati temi soggettivi civili e
filosofici tramite l’utilizzo di generi distanti come canzoni e regie epistole.
Le canzoni sono componimenti con impianto classicistico nel quale viene impiegato linguaggio
aulico che affronta delle tematiche civili . Sono animate da aspri spunti polemici contro l’età
presente considerata inerte e corrotta
Altri componimenti che fanno parte dei canti sono gli idilli che presentano tematiche intime e
autobiografiche con un linguaggio più colloquiale e semplice . Fanno parte l’infinito, la sera del dì
di festa , alla luna , il sogno ecc.. Il significato di idillo dal greco è quadretto È proprio quello che
rappresenta Leopardi nelle sue poesie , descrive degli ambienti limitati come da una cornice .
L’infinito è l’esempio perfetto , il poeta accanto alla siepe definisce uno spazio limitato , con lo
stormire del vento tra le foglie non è un semplice scenario di quiete contemplativa bensì uno
spunto per meditare sull’idea dell’infinito creato dall’immaginazione. Nella sede del di di festa
invece la poesia inizia con la luna , una scena suggestiva per la vaghezza ma poi finisce per essere
una confessione disperata dell’infelicità e dell’esclusione della vita del poeta per poi concludere
con una meditazione sul tempo che cancella ogni traccia umana stessa cosa del sabato del
villaggio.
Tra il 1828 e il 1830 Leopardi è bloccato , non riesce più a immaginare sprofonda quindi in uno
stato di arido vero e in questo periodo non compone più poesia . La massima opera che compone
in questo periodo sono le operette morali ho una svolta si verifica nel periodo in cui si trasferisce
a Pisa , qui compone a Silvia e il Risorgimento.
Tornata a Recanati continua a comporre creando le ricordanze, la guida dopo la tempesta, il
sabato del villaggio e il canto notturno di un pastore errante dell’Asia. Anche questi ultimi
componimenti riprendono i temi giovanili dell’illusione della speranza del ricordo tramite il
linguaggio limpido e vengono distinti dai primi idilli con il nome di grandi idilli.
Tra le due composizioni degli idilli i secondi ovvero quelli grandi nonostante abbiano il tema
delle illusioni adesso deve essere avvicinato il tema del vero al quale Leopardi si era già
avvicinato . Perciò se la memoria recupera dal passato un’immagine una sensazione questo ti
devi tener conto della fugacità , del dolore o del vuoto dell’esistenza .
Componi durante un recupero dell’io quando si è trasferita a Firenze col l’amicizia con Ranieri un
Leopardi più pronto e combattivo nel diffondere le proprie idee , aperto ai problemi del suo
tempo e diretto con gli uomini. L’apertura scaturisce la passione grazie all’amicizia nata con
Ranieri e la delusione per la passione provata per Fanny . Dalla delusione dalla passione nasce il
cosiddetto ciclo di aspasia composto da 5 componimenti tra il 1831 e il 1835 . La poesia si
presenta in modo severo quasi privo di immagini con atteggiamenti energici e combattivi e un
linguaggio aspro e antimusicale.
Le Operette Morali
Nel 1824 tornando da Roma dopo la prima uscita da Recanati Leopardi si dedica alla
realizzazione delle operette morali . Queste sono prose di argomento filosofico chi è acquisiscono
un fine pratico ovvero quello di scuotere la sua povera patria e il suo secolo , si riscontra quindi
nel poeta un forte impegno morale e civile . Questa componente ti impegno la si può ritrovare
anche nel nome appunto morale attribuito al sostantivo perette che indica il tono lieve e comico
che non deve però abbassare la serietà degli intenti poiché il reticolo è usato con fini seri per
combattere i pregiudizi della società . L’opera può essere definita come serio comico . Molte delle
operette sono dialoghi spesso tra personaggi mitici o favolosi oppure storici altre invece hanno
una forma narrativa oppure proseguire fino ad arrivare ad aforismi o semplici discorsi anche se
l’opera spazia molto tra i vari generi non può mancare anche qui il tema dell’infelicità inevitabile
dell’uomo .

Il positivismo
A causa della veloce industrializzazione e delle scoperte scientifiche in tutta Europa si dà l’inizio
ad una nuova era che porta con sé i presupposti positivi ovvero di fiducia nella società e nel modo
di vivere . Si sviluppa il culto della scienza grazie a un clima di fiducia nelle capacità dell’uomo e si
torna dopo il periodo illuministico ad un’applicazione in ogni campo del metodo della scienza
ovvero il metodo scientifico . Giosuè Carducci è il tipico esempio di esponente positivistico , esso
si contrappone agli scapigliati poiché a loro differenza accetta il modernismo nonostante come i
romantici rifiuta la modernità. Alla tendenza positivista si affiancano le tendenze del
decadentismo , ovvero disegno opposto virgola di tipo irrazionale . Entrerà in crisi la fiducia della
scienza e le sue certezze.
Baudelaire

I primi del ‘900


La corrente filosofica del positivismo che con la sua fiducia nei confronti del progresso scientifico
e sociale si era instaurata nel pensiero occidentale per tutto il verso la fine dell’Ottocento entra in
crisi a causa di alcune nuove teorie. Tra queste sicuramente ricordiamo il pensiero di Nietzsche e
di Bergson, senza sottovalutare però l’influenza ancora più significativa sulla mentalità esercitata
dal neurologo Sigmund Freud e la teoria che distrusse ogni certezza fisica ovvero la teoria della
relatività di Einstein. L’insieme di tutte queste nuove teorie portarono l’uomo in uno stato di
confusione , aver perso ogni certezza fino ad ora conosciuta provoca nell’uomo un sentimento di
smarrimento.
i crepuscolari
I crepuscolari sono un gruppo di autori che caratterizzano i primi anni del 900 , come si può
intuire dal nome che viene del crepuscolo utilizzata per la prima volta da Giuseppe Antonio
Borgese e so spiega che i poeti aderenti a questo nuovo movimento rappresentano una voce
crepuscolare , la voce di una gloriosa poesia che si spegne poiché giunge al momento in cui si sta
esaurendo l’ultima stagione poetica quella di Carducci D’Annunzio e dell’ultimo Pascoli. Inoltre il
termine spiega anche le principali caratteristiche della loro produzione quali temi modesti e
dimessi , la predilezione per le cose piccole ,le atmosfere malinconiche, gli episodi banali e
monotoni della vita quotidiana , il linguaggio disadorno e prosaico tendenzialmente vicino alla
semplicità del parlato comune. Questo perché i poeti crepuscolari non sentono di avere messaggi
aulici da proporre perciò si limitano a parlare della mediocrità della borghesia. I poeti sono
sicuramente influenzati dalle figure di pascoli e D’Annunzio dai quali riprendono la figura del
fanciullino e la predilezione per la dimensione domestica e i toni pacati del poema paradisiaco
Mostrando però atteggiamenti di tipo avanguardistico come la polemica nei confronti della
società borghese e contro la concezione estetizzante dell’arte .
I vociani
Con il termine vociani non si fa né riferimento a un movimento letterario organizzato né a un
gruppo omogeneo infatti il loro gruppo è paragonabile ai futuristi perché anch’essi pur avendo
esperienze diverse erano accomunati dall’esigenza di mostrare la forte spinta di rinnovamento
etico politico e culturale nella rivista Fiorentina “La Voce “. Io vociani erano interessati a una
scrittura in cui si potesse riflettere le inquietudini e il disorientamento dell’uomo contemporaneo
conducendo spesso nelle loro opere a una ricerca di valori spirituali e morali favorendo una più
convinta partecipazione civile. Essi ritenevano che la letteratura avesse il compito fondamentale
di indagare la crisi del rapporto tra il soggetto e la realtà . L’esigenza di esprimere la propria
soggettività in modo autentico spinse i vociani a privilegiare il frammento un testo di breve
estensione con carattere autobiografico e lirico con l’adozione di soluzioni linguistiche più vicine
al parlato quotidiano ; sul piano sintattico prevalgono invece i periodi brevi e le frasi coordinate
Avanguardie
Avanguardia è un termine appartenente al vocabolario militare e indica la pattuglia di soldati che
precede le truppe durante gli spostamenti col fine di eliminare gli ostacoli e di segnalare i pericoli
. Fu un termine usato in ambito politico poi artistico e letterario, ed è con quest’ultima accezione
che ancora oggi lo usiamo infatti il termine avanguardia indica il movimento che si propone per
rompere i legami quella tradizione culturale del passato.
Una delle caratteristiche fondamentali di questi nuovi movimenti era l’atteggiamento di aperta
ostilità nei confronti della cultura borghese contemporanea provocata all’inizio dell’Ottocento
dall’affermarsi del nuovo sistema borghese capitalistico che aveva fatto perdere la posizione
privilegiata agli intellettuali e agli artisti costringendoli a vivere arginati dalla società e a vendere
le proprie opere come semplici merci essendo costretti a uniformarsi con le leggi del mercato
causando una sorta di alienazione degli artisti.
Gli artisti in questo periodo cercano di scandalizzare il pubblico nella scelta stravagante delle
forme e degli stili inediti perché il loro intento era quello di distruggere gli stereotipi letterari
imposti dal conformismo borghese. Per condurre questa battaglia contro l’accademismo e la
mercificazione delle opere d’arte gli intellettuali elaborano delle nuove teorie e poetiche ,
fondano riviste indipendenti e pubblicano programmi e manifesti cercando quindi di fare
pubblicità alle loro idee. Inoltre scrivono usando un linguaggio complicato in modo da
costringere il lettore ad abbandonare le proprie abitudini mentali e a compiere uno sforzo di
decodificazione.
Futurismo italiano
È un’avanguardia che nasce dopo la pubblicazione del manifesto del futurismo di Filippo
Tommaso Marinetti sul quotidiano parigino Le Figaro il 20 Febbraio 1909 che costituisce la
rivolta contro la cultura del passato e tutte le istituzioni che la conservano quali musei
biblioteche eccetera. Queste tendenze sono la premessa necessaria per un progetto di
adeguamento della cultura all’evoluzione tecnologica alle trasformazioni materiali la nuova
sensibilità per i futuristi si esprime essenzialmente attraverso la bellezza della velocità
considerata un’energia pura e vitale che racchiude in sé tutti i valori estetici e spirituali e morali
dell’uomo punto i futuristi infatti ammirano la macchina da da per velocizzare ogni aspetto della
vita umana e che consente all’uomo di superare i propri limiti . La polemica futuristica nei
confronti del passato colpisce anche le tradizioni letterarie precedenti le quali si basavano sulla
concezione ormai superata del sublime che non è più in grado di esprimere lo spirito nuovo del
tempo nuovo punto . I futuristi esaltano il movimento aggressivo e basano il proprio culto
all’azione violenta e esasperata, i futuristi si considerano i portatori di una missione civile che
devi investire l’Italia e svecchiarla delle strutture sociali e politiche . Inoltre i membri del
movimento aderiscono alla litologie nazionaliste e militariste sostenendo e celebrando la guerra
considerata l’unica igiene del mondo svolgendo una grande opera di propaganda. Nel 1918
Marinetti decide di portare in politica le proprie idee fondando il partito futurista il quale
propone l’abolizione del Parlamento , l’espansione coloniale, l’introduzione di numerosi diritti
civili quali il suffragio universale la libertà di sciopero e una tutela dei lavoratori oltre a una più
equa distribuzione delle ricchezze. Per un periodo il progetto politico viene accolto anche dai
fasci di combattimento ma quando i due partiti provarono ad unirsi il risultato fu pessimo dopo
questa sconfitta il partito futurista venne sciolto.
Svevo
È il primo autore che uno studia i classici infatti Aron Hector schmitz nacque il 19 dicembre 1861
a Trieste territorio dell’impero asburgico da una Giada famiglia borghese di origine ebraica. Gli
studi del ragazzo furono indirizzati verso la carriera commerciale e per questo fu mandato in
collegio in Germania contemporaneamente però si dedicò alle letture di scrittori tedeschi , a 17
anni torno a trieste e si iscrisse all’istituto superiore per il commercio nonostante la sua
aspirazione fosse quella di diventare scrittore iniziò infatti in questo periodo a comporre testi
drammatici e a collaborare con il giornale triestino “l’indipendente” . Nel 1880 in seguito a un
investimento sbagliato il padre fallì e Svevo visse un periodo di ristrettezza. Fu costretto a cercar
lavoro e si impegno in una banca triestina ma il lavoro impiegatizio per lui era arido e
opprimente ciò lo portò a cercare un’evasione che ritrovò nella letteratura componendo le prime
opere. Nel 1895 Svevo si sposò con una sua cugina Livia veneziani , queste nozze segnarono una
svolta fondamentale nella vita di Svevo infatti l’inetto roso da infinite in sicurezza e trova
finalmente un terreno solido infatti i veneziani erano una famiglia facoltosa di di industriali così
Svevo abbandono l’impiego alla banca ed entrò nella ditta dei suoceri da intellettuali così si
trasformò in dirigente d’industria lasciando l’attività letteraria che riteneva di disturbo.
Il bisogno di scrivere in Svevo non è mai abbandonato il riaffiora con il fine di capirsi meglio. La
sua scrittura fu inoltre influenzata nel corso della sua vita dall’incontro con Joyce con il quale
strinse un un’amicizia e dall’incontro con la psicoanalisi nel 1910. L’occasione per riprendere gli
interessi letterari fu offerta dalla guerra grazie alla quale Svevo riuscì a comporre nel 1919 il suo
terzo romanzo l’accoglienza di Zeno che viene pubblicata nel 1923 ma che non riscontro alcuna
risonanza in Italia. Svevo mando il romanzo a Parigi dall’amico Joyce che riconobbe
immediatamente lo straordinario valore dell’opera e lo propose agli amici francesi intellettuali i
quali apprezzarono. In Italia l’unica ad apprezzare le opere di Svevo fu Eugenio Montale . Nel
1928 Svevo Morì in un incidente d’auto.
Le influenze
Svevo tende ad utilizzare in modo critico come strumenti conoscitivi che fornissero risposte alle
proprie persone esigenze alcune figure che caratterizzarono il i primi del 900 tra questi
sicuramente schopenhauer Nietzsche e Darwin che influenzarono i suoi romanzi. Sicuramente
Svevo fu influenzato anche da Marx dal quale trai la percezione dei conflitti di classe e la
consapevolezza del fatto che tutti i fenomeni compresa la psicologia sono condizionati dalla
realtà delle classi . Nelle sue opere narra Dio eh città il ritratto di una psiche chi è tale per chi è
collocato in un dato contesto i conflitti e le ambiguità profonde dei suoi eroi non sono i conflitti e
le ambiguità dell’uomo in generale ma di un uomo determinato di un determinato periodo.
INETTO
Oltre ha l’influenza dei grandi pensatori del secolo sicuramente Svevo fu influenzato nella sua
formazione da autodidatta dai numerosi autori di numerosi romanzi che lesse tra questi
ricordiamo flobert dal quale riprende il bovarismo dei suoi due primi romanzi che caratterizzano
le personalità di Alfonso nitti e di Emilio brentani , i romanzi russi di Dostoevskij le opere di Joyce
e degli umoristi inglesi .
Nonostante questo numerose influenze la lingua utilizzata da Svevo rimane pressoché quella del
comune parlato soprattutto nella coscienza di Zeno infatti l’autore Essendo triestino usa il
dialetto locale ma ciò non significa che Svevo non sappia scrivere bensì questa scelta di unalingua
dialettale per far parlare i suoi personaggi rende ancora meglio l’espressione di essi e i loro
discorsi interiori cancellando ogni tipo di filtro e introducendo il discorso indiretto libero.
Senilità
È il secondo romanzo che pubblica Svevo, esce nel 1898 . Il protagonista Emilio brentani vive di
un modesto impiego e gode di una reputazione perché da giovane ha pubblicato un romanzo.
Emilio vive con la sorella Amalia la quale svolge la funzione materna , emilio ha un amico fedele
Stefano Balli un uomo dalla personalità forte che compensa l’insuccesso con il dongiovannismo .
L’insoddisfazione per la propria esistenza vuota e mediocre spinge Emilio a cercare un’avventura
che ritrova in una ragazza Angiolina con la quale proprio come fa il suo amico Stefano balli vuole
instaurare una relazione senza impegnarsi ma in realtà si innamora perdutamente della ragazza
che invece risulta essere cinica. Tra i due si instaura quindi una relazione tossica , Emilio infatti
quando prova ad allontanarsi riversa in uno stato di prostrazione profonda che lo priva
dell’energia vitale che aveva trovato nel rapporto finendo così per essere insoddisfatto . Nel
frattempo Angiolina si invaghisce dell’amico balli e ciò fa scatenare tutta la gelosia di Emilio
contro l’amico costringendolo ad allontanarsi dalla propria vita , questa decisione però ferisce
profondamente Amalia la sorella di Emilio che è segretamente innamorata di Stefano balli.
Quando la sorella Amalia muore a causa dell’oblio provocato nell’etere per vivere la storia
d’amore immaginaria con Stefano, Emilio riesce finalmente a lasciare dopo uno scatto di ira
Angiolina e torna a richiudersi nel suo guscio della sua senilità. È per questo che il romanzo
prende questo nome, Emilio rappresenta la figura dell’inetto che ha paura di affrontare la realtà e
che lo costringe a vivere in una sorta di sospensione vitale e quindi come vivono gli anziani.
La coscienza di Zeno
Il terzo romanzo di Svevo viene pubblicato nel 1923 a seguito della grande trasformazione
avvenuta in Europa che ha influenzato il suo modo di scrivere. Gran parte della coscienza di Zeno
è costituita da un memoriale autobiografico chi è il protagonista Zeno scrive su invito del suo
psicanalista di dottor S a scopo terapeutico e lo scrittore finge che il manoscritto venga
pubblicato dal dottor S per vendicarsi del paziente che si è sottratto alla cura. Il romanzo ha un
impianto auto diegetico infatti il protagonista parla di se stesso dietro la finzione narrativa del
diario . Sicuramente una novità viene portata per quanto riguarda la concezione del tempo che
nel romanzo risulta essere soggettivo E nel quale il passato riaffiora continuamente e si intreccia .
La struttura e quindi costretta a spezzarsi in tanti momenti distinti che caratterizzano alcuni temi
fondamentali in generale gli argomenti principali sono il vizio del fumo e i vari sforzi per
liberarsene la morte del padre la storia del matrimonio il rapporto con la moglie e l’amante e
l’ultimo capitolo in cui Zeno si sfoga contro lo psicoanalista.
Il protagonista assume la figura di inetto Conducendo una vita oziosa e scioperate entrando in
contrasto con il padre un borghese commerciante che non ha stima per il figlio il quale non riesce
a condurre la propria vita . Il vizio del fumo che Zeno vuole risolvere sono legati proprio al
rapporto con il padre infatti Zeno ha iniziato a fumare Perché ha rubato il sigaro al padre
sottraendo quindi l’emblema della virilità . Inoltre il rapporto tra i due crea ancora più dubbi
nella mente di Zeno perché il padre una volta nel nel letto di morte gli da uno schiaffo e Zeno non
sa come interpretare questo gesto . Privato della figura paterna del su cui appoggiarsi 0 cerca una
figura sostitutiva che trova in Giovanni Manfredi una modaffari che pur di tenersi vicino decide di
sposare una delle sue tre figlie.Tra le tre figlie Zeno è costretto a scegliere la terza la più brutta la
quale in realtà si rivela la più adatta alla figura dell’inetto perché un po come il padre che incarna
una figura tipica del borghese anche la donna sposata Augusta ha un sistema di certezze al quale
Zeno si aggrappa . Zeno affianca alla figura della moglie la giovane amante Carla una ragazza
povera con la quale acquisisce il ruolo paterno ma anche qui fallisce nonostante Carla fosse
l’occasione per normalizzare l’inettitudine . Nonostante ciò Zeno aspira ad entrare nella
normalità borghese e si propone come socio del cognato Guido Un’altro esempio di uomo attivo
nella società che rivestirà il ruolo di il rivale. Zeno ormai è anziano decide di intraprendere la
cura psicoanalitica alla quale però si ribella perché individua nel soggetto il classico complesso
edipico.
Riscontriamo nella figura dell’inetto di Zeno un narratore inattendibile il quale ci illustra gli
avvenimenti del suo passato attraverso numerose menzogne non intenzionali che sono
determinati da processi profondi e inconsapevoli. La diversità di Zeno la sua malattia funziona da
strumento straniante nei confronti dei cosiddetti sani e normali , la malattia infatti impedisce a
zelo di coincidere interamente con la parte borghese e ciò porta la luce la sanità degli altri i quali
in realtà sono figure statiche indisponibile le trasformazioni cosa che in realtà Zeno non è , questa
mobilità di Zeno gli permette di cogliere la necrosi che paralizza i sani anche se la sua intenzione
è quella di omologarsi al mondo borghese . Zero ci offre così la chiave per vedere più a fondo ciò
che lo circonda perché in quanto inetto e malato risalta e quindi porta la chiarezza alla realtà
degli altri Zeno è dunque un personaggio più facile è problematico in negativo come esempio di
coscienza borghese ma anche positivo come strumento di straniamento e di conoscenza.
Pirandello
Pirandello nacque il 28 giugno 1867 da una famiglia borghese frequento la facoltà di lettere
all’università di Palermo e poi a Roma, durante questo periodo Pirandello aveva già iniziato la
sua produzione letteraria e quando nel 1892 si stabilì a Roma si dedicò interamente alla
letteratura pubblicando il suo primo romanzo l’esclusa . Nel 1894 sposa Maria Antonietta
Portulano. Nel 1903 un allagamento in una miniera di zolfo in cui il padre di Pirandello aveva
investito provocò un dissesto economico alla famiglia e la moglie di Pirandello ebbi una profonda
crisi che la portò alla follia . La donna era ossessionata da una patologica gelosia costituì un
tormento per la figura dell’autore. Con la perdita delle rendite Pirandello fu costretto a integrare
al suo stipendio di professore delle somme provenienti dalla produzione di novelle e romanzi e il
lavoro per l’industria cinematografica. Anche Pirandello come Svevo fu segnato dall’esperienza
del declassamento sociale. Nel 1910 Pirandello ebbe il primo contratto con il mondo teatrale e
dal 1915 intensificò la sua produzione e infatti da questo momento che Pirandello diventa
soprattutto scrittore per il teatro. Questi però erano gli anni dell’inizio della guerra, Secondo lo
scrittore la guerra era da considerare come il compimento del processo risorgimentale e quindi
era favorevole all’interventismo nonostante ciò a causa della guerra Pirandello perse suo figlio e
sua moglie che si aggravò ancora di più. L’esperienza del teatro pure sarà possibile grazie al
finanziamento dello Stato da parte dei fascisti infatti nel 1924 dopo l’uccisione del deputato
Giacomo Matteotti Pirandello si era iscritto al partito fascista. Il movimento assu ho detto e
garante di ordine è portatore di una genuina energia vitale ma ben presto si rese conto della
vuota esteriorità del regime e si accentuò il suo distacco . Negli ultimi anni lo scrittore pubblico le
opere novellistiche Fino alla morte il 10 dicembre 1936
Visione del mondo
Alla base del pensiero di Pirandello vi è il vitalismo, in sostanza la concezione vitalistica afferma
che la realtà è un flusso continuo da uno stato all’altro e tutto ciò che si distacca da questo flusso
solo per assumere una forma distinta e individuale si irrigidisce e comincia a morire. Lo scrittore
afferma che anche la coscienza dell’uomo è costituita da una continua successione di pensieri e di
stati d’animo sempre diversi ma le convenzioni sociali impongono all’uomo il fissarsi in una
forma coerente indossando maschere . Queste condizioni diventano delle vere e proprie trappole
che rendono la vita insopportabile, tutto ciò è causato dalla società che richiede un uomo
autentico e oggettivabile. Le trappole più comuni sono la famiglia e il lavoro , l’unica via di
salvezza è l’immaginazione oppure la follia . Il rifiuto della vita sociale dà luogo a una figura
ricorrente , il forestiero della vita , colui che ha capito il gioco , ha preso coscienza del carattere
fittizio del meccanismo sociale e si esclude da esso con atteggiamento di irrisione . Inoltre se la
realtà è in continuo divenire non si può oggettivare e quindi si va incontro a un relativismo
conoscitivo per cui ognuno ha la sua verità scaturita da un modo soggettivo di vedere le cose che
provoca un’inevitabile incomunicabilità tra gli uomini.
L’umorismo
Nel saggio l’umorismo pubblicato nel 1908 Pirandello firma che l’unica forma di arte è in grado di
mostrare la complessità e le contraddizioni del reale e l’arte umoristica . Per spiegarlo introduce
una distinzione tra comico e umoristico comico è un qualcosa che genera la risata ma se
contestualizzato ci porta a riflettere come l’esempio della donna che si colora i capelli come una
ragazza , fa ridere ma se la donna tinge i capelli per non perdere il marito più giovane questo fa
riflettere passando così da un atteggiamento comico a uno umoristico.

Il fu Mattia Pascal
Pubblicato nel 1904 è la storia paradossale di un piccolo borghese che creduto morto approfitta
di una vincita al gioco per liberarsi dai vincoli opprimenti della famiglia si da una nuova identità.
Non sopporta però l’esclusione della vita comune e decide di rientrare nella sua vecchia identità
senza però riuscirvi, e costretto quindi come prima a guardare la vita dall’esterno consapevole di
essere il fu Mattia Pascal .
Nel romanzo possiamo riconoscere tre motivi principali della filosofia di Pirandello: La trappola
delle istituzioni sociali , la critica dell’identità individuale e le estraniazione del meccanismo
sociale . la realtà attraverso il caso viene distorta il ridotta a un meccanismo bizzarro questo
però suscita oltre al riso la sofferenza del protagonista che è inizialmente imprigionato e poi
escluso. Il romanzo è raccontato dal protagonista stesso informa retrospettiva e si incentra sul
mio narrando costituendo così un punto di vista soggettivo, parziale, inattendibile.
Uno nessuno e centomila
È un romanzo pubblicato nel 1925 che si collega al fu Mattia Pascal riprendendo la visione
pirandelliana, la crisi dell’identità individuale . Il protagonista vitangelo moscarda scopri che gli
altri si fanno di lui un’immagine diversa di quel che egli si è creato di sé , scopri cioè di non essere
uno ma di essere 100.000 e nel riflesso delle prospettive degli altri nessuno . L’eroe trasforma la
mancanza di identità in una condizione positiva e gioiosa poiché può abbandonarsi al fluire della
vita senza indossare maschere nonostante ciò si possono cogliere segni di irrazionalismo
misticheggiante . Anche in questo romanzo la narrazione e retrospettiva , conclusosi un ciclo
della sua vita il narratore lo rievoca dando vita ad un monologo ininterrotto.

La lirica del ‘900


Tra le due guerre in Italia giungono alcune tendenze della lirica che si erano già manifestate nei
primi anni del 900 , questo processo assume un ruolo decisivo nelle opere di tre poeti che
introducono le innovazioni fondamentali sul piano tematico e formale: Sabba, Ungaretti e
Montale.
Saba scrive una poesia onesta basandosi sulle forme tradizionali si riprende infatti il canzoniere e
adotta un linguaggio semplice per descrivere ambienti e situazioni persone oggetti del
quotidiano allontanandosi dalla falsità dell’estetismo dannunziano .
Ungaretti sperimenta nelle prime liriche e nella raccolta intitolata allegria la frantumazione del
verso permettere in evidenza il valore evocativo della parola , ritiene infatti che la poesia abbia il
compito privilegiato di svelare l’esistenza misteriosa della realtà . Attraverso l’intuizione che si
rivela in modo immediato con un’illuminazione improvvisa il poeta è in grado di cogliere i legami
segreti tra le cose esprimendoli grazie all’analogia; questo procedimento si fonda sull
accostamento imprevisto di immagini apparentemente lontane che devono essere intese dal
lettore.
Montale contrariamente a Ungaretti, nella raccolta di liriche intitolata ossi di seppia considera la
condizione umana caratterizzata dal male di vivere una cupa angoscia esistenziale determinata
dall’impossibilità di stabilire un rapporto armonico con il mondo esterno e di trovare senso alla
propria vita. Di fronte a questa situazione la poesia non può offrire all’uomo alcuna certezza o
consolazione al massimo può renderlo ancora più consapevole delle sue mancanze , nelle sue
opere infatti Montale sceglie un linguaggio asciutto e prosaico e adotta la tecnica del correlativo
oggettivo in base alla quale gli oggetti e le presenze concrete diventano emblemi di concetti
astratti o di stati d’animo caricandosi di un particolare significato psicologico esistenziale.
Ermetismo
All’inizio degli anni 30 nasce a Firenze una nuova corrente poetica l’ermetismo , i più grandi
esponenti sono Quasimodo , Sinisgalli, Gatto, Luzi . Inspirati dal modello di Ungaretti e alla
tradizione del simbolismo europeo concepiscono la poesia come ricerca di una verità superiore .
La poesia diventa partecipazione totale ed è caratterizzata da una forte tensione metafisica, la
poesia ermetica si propone quindi come una poesia pura in quanto rifiuta ogni rapporto con la
realtà contingente della storia.

Umberto Saba
Umberto Saba nasce il 9 Marzo 1883 a Trieste , abbandonato dal padre, proveniente da una
famiglia ebrea della piccola borghesia mercantile, Saba viene affidato alle cure di una balia. Senza
la figura paterna diviso nel suo amore tra la balia dolce e la madre severa e autoritaria , sabato
trascorre un’infanzia difficile e malinconica. Interrompi gli studi e li prosegue come autodidatta
leggendo Dante, Petrarca, Parini, Leopardi, Foscolo ecc. Nel 1903 si trasferisce a Pisa ma costretto
a tornare a Trieste a causa di sintomi di un disturbo nervoso . Allo scoppio della prima guerra
mondiale Saba si dichiara favorevole all’intervento ma ben presto cambierà radicalmente
opinione schierandosi sulla posizione pacifista. Nel 1921 pubblica il canzoniere una raccolta che
comprende tutta la precedente produzione poetica ma proprio come Svevo Saba riscontra grandi
difficoltà nell affermarsi in ambito letterario perché è rilegato A Trieste una città esclusa dagli
ambienti letterari . La situazione muta nel 1928 quando la rivista solaria dedica al poeta un intero
numero. Nel 1938 a seguito delle leggi razziali sabba vive tra Trieste e Milano e durante
l’occupazione si trasferisce a Firenze fino ad arrivare a Roma nel 1945 dove pubblicherà la
seconda edizione del canzoniere. Continua a pubblicare fino al 1900 48 dove appunto pubblica
storia e cronistoria del canzoniere. Dopo numerosi premi riconosciutigli muore a Gorizia il 25
agosto 1957.
Il pensiero
La concezione poetica di Saba nasce dal tentativo di conciliare da un lato l’ammirazione per gli
mitteleuropea incentrata soprattutto sui temi della psicologia. In un articolo intitolato quello che
resta da fare ai poeti Saba chiarisce le tue posizioni, si allontana dal modello dannunziano
rifiutando l’atteggiamento estetizzante al quale contrappone un desiderio di sincerità e
autenticità che però non è intesa come nella tradizione simbolista o in Ungaretti una verità
superiore e mistica , la verità chi ricerca sabba è una verità di tipo psicologico che riguarda le
motivazioni profonde della giro ovvero le pulsioni degli istinti presenti dentro ciascuno di noi che
però rimangono nascosti perché la vita sociale ci impone di reprimerli . Nasce così la poesia
onesta che ha lo scopo di scavare interiormente per ritrovare se stessi. La scelta dell’onestà
implica inoltre un preciso impegno morale il poeta infatti deve rinunciare ad essere un letterato
di professione e adoperarsi come ricercatore di verità esteriori e interiori ripresa da Nietzsche
che aveva smascherato la morale borghese. Salva viene influenzato profondamente da Nietzsche ,
unisce distante diverso da quello del superuomo è vicino alla figura dello psicologo che intuisce le
verità dell’anima umana.
Canzoniere
L’edizione definitiva è divisa in 20 sezioni raggruppate in tre volumi che corrispondono ai tre
periodi della vita di sabba : la giovinezza, la maturità e la vecchiaia. Date le precise indicazioni
cronologiche emerge in primo piano l’elemento autobiografico ed è questo carattere che rende
l’opera un’opera unitaria. Il canzoniere prende spunto la canzoniere di Petrarca e anche da quello
del tedesco Heine. L’opera è considerata facile perché Non presenta mai difficoltà di decifrazione
ma anche difficile perché ogni componimento è legato ad un altro costruendo una fitta trama
narrativa. Tutte le parti si giustificano e si chiariscono a vicenda e non riguardano soltanto la vita
di sabba bensì offrono una riflessione complessiva per la condizione umana perché il poeta
scopre la verità che giace al fondo , Sabba sa che la vita interiore è dominata dalle pulsioni
elementari definite dell’eros o libido da Freud o brama dallo stesso autore. Sabba sceglie di
affrontare i temi della quotidianità preservando la realtà . La città e la donna assumono per la
prima volta i loro aspetti ma non sono cantate per l’aspetto realistico bensì perché sono elementi
comuni a tutti che l’autore utilizza anche per rispecchiare la sua interiorità. Trieste ad esempio
mostra un interesse per le vicende quotidiane degli altri , causa di un senso di esclusione e di
isolamento . La figura femminile invece paragonata ad alcuni animali da cortile suggerisce un
amore come elemento della natura una natura però che comprende anche il problema della
maternità , causato dalla travagliata infanzia di Saba .
La componente autobiografica mostra la volontà di raccontare con sincerità la propria esperienza
, tra le varie fasi della vita un’importanza decisiva è assunta dall’infanzia considerato un
momento centrale della formazione dell’individuo perché caratterizzato dalle pulsioni dell’eros,
della nevrosi e dal senso di una scissione dell’io. Il poeta grazie alla psicanalisi ci mostra il reale
bisogno di chiarire con il proprio passato ( berto componimento concepito come un dialogo tra il
poeta adulto e se stesso bambino ) ripercorrendo il passato rimasto ostile . Inoltre tutte le sue
opere sono caratterizzate dalla gioia e dal dolore due stati d’animo causati dall’alternanza delle
crisi psicologiche , i due momenti si alternano in continuazione creando un legame inscindibile .
Lo stile
Saba all’inizio della sua carriera utilizza in modelli tradizionali sia come conseguenza della sua
formazione da autodidatta sia per una propria scelta, per lui la rivoluzione poetica è nel restare
fedeli alla propria ispirazione più autentica Che ritrova nella sincerità e onestà intellettuale . Egli
afferma infatti di comporre versi per il sincero bisogno di aiutare col ritmo e l’espressione della
sua passione quindi si riallaccia alla tradizione lirica italiana per innalzare il tono del suo discorso
vu. Saba riprende l’uso della rima e tale scelta viene rinforzata quando in Europa ritorna l’ordine .
Queste forme classiciste che innalzano il decoro formale vengono abbassate dai toni discorsivi e
colloquiali . Il mescolare quindi di termini appartenenti al registro colloquiale con i termini
preziosi passati riescono a trattare temi seri facendo riflettere sul dissidio interiore del poeta .

Giuseppe Ungaretti
Nasce l’8 Febbraio 1888 ad Alessandria d’egitto, i genitori originari di Lucca c’erano trasferiti lì
per lavoro , lo stesso lavoro che causò la morte del padre nel 1890 . Frequenta la scuola in
Svizzera studiando i maggiori scrittori contemporanei nel 1909 si trasferisce al Cairo e inizia a
pubblicare per il messaggio egiziano (quotidiano italiano) .
Nel 1912 si trasferisce a Parigi dove si avvicina alla poesia decadente e simbolista e conosci
alcune delle personalità che caratterizzeranno il secolo . Nel 1914 va a Milano entrando a
contatto con i futuristi, nel 1915 scrive le prime poesie. Nello stesso anno viene arruolato come
soldato semplice, l’esperienza gli farà comporre « il porto sepolto » . Nel 1921 dopo un po di anni
in Francia si trasferisce a Roma e aderisce al fascismo convinto che il regime potesse portare a
una maggiore coesione nazionale.
Nel 1931 pubblica la raccolta intitolata l’allegria e poi sentimento del tempo . Negli anni 30 la sua
fama si diffonde e diventa uno dei più noti e autorevoli intellettuali italiani , punto di riferimento
dell’ermetismo. Dopo aver insegnato qualche anno in Brasile nel 1942 con lo scoppio della
seconda guerra mondiale rientra in Italia descrive soprattutto delle esperienze traumatiche di
questo periodo . Tra le 1968 e il 1970 riceve numerosi premi , muore a Milano il 1 giugno 1970
L’allegria
L’allegria è una raccolta di poesie pubblicata in varie edizioni . La prima pubblicata nel 1916
chiamata porto sepolto era composta da 32 poesie, gli stessi testi con qualche piccola variazione
vennero ripubblicati nel 1919 con il titolo di allegria di naufragi . Ungaretti continua a modificare
la sua opera fino all’assetto definitivo che la vede composta da 74 liriche divisa in 5 sezioni
pubblicata finalmente nel 1931 con il titolo l’allegria.
I vari titoli utilizzati nel corso delle pubblicazioni hanno dei significati , il porto sepolto allude una
leggenda di un porto sepolto ad Alessandria città in cui nacque Inoltre il titolo allude anche al
fatto che la poesia riesce a tirare fuori il porto sepolto e quindi ha il potere magico di evocare,
l’allegria di naufragi costituisce un’espressione ossimorica , naufragi fa riferimento alla precarietà
della condizione umana mentre l’allegria sta a indicare lo stupore che ha origine dalla percezione
di un inaspettato attaccamento alla vita Quindi il titolo scelto per la versione finale simboleggia
proprio la voglia di vivere.
L’opera è divisa in 5 sezioni che sono rispettivamente intitolate: ultime, il porto sepolto, naufragi,
girovago e prime. Tutte rispettivamente prendono nome da alcune poesie che contengono.
Concezione della poesia
Nella concezione della poesia di Ungaretti la letteratura e la vita sono strettamente connesse tra
loro in un rapporto capace di abolire il tempo storico . Per Ungaretti la poesia consente all’uomo
di liberarsi dal peso della memoria. Per il poeta la parola è al centro di tutto , è ciò che permette a
tutti noi di ottenere un’illuminazione improvvisa . La poesia deve quindi selezionare queste
parole senza « ponti o rotaie» per questo la poesia si regge sull’analogia e non sulla metafora o
sulla similitudine , la comunicazione quindi non deve avere delle spiegazioni o dei collegamenti .
Le poesie di Ungaretti sono quindi brevi è di facile comprensione poiché le parole devono
suscitare immediatamente un’immagine e stupire il lettore , cioè è possibile tramite l’utilizzo di
una sintassi semplice e a volte frasi nominali. Il poeta è una sorta di sacerdote/veggente che sa
cogliere l’inesprimibilità che restituisce tramite la poesia; non può rivelare il tutto in modo
discorsivo perché la realtà totale non si fa raccontare. La scelta delle parole porto sepolto non è
casuale e se indicano proprio il lavoro che deve fare il poeta ovvero immergersi in un porto
sepolto e riportare alla luce le parole
L’esperienza vissuta al fronte diventa per il poeta un’occasione per recuperare l’innocenza
originaria (la parola è innocente solo quando non è logorata dal tempo e quindi quando è privata
della quotidianità) perduta e per entrare in contatto con una dimensione più autentica
dell’esistenza « l’assoluto» . liberatosi di ogni retorica patriottica o militaristica il sentimento
provocato dalla quotidiana frequentazione della morte permette al poeta di andare oltre la realtà
storica prendendo coscienza della contraddizione su cui si fonda la condizione umana di ogni
tempo , caratterizzata dalla sofferenza e dalla precarietà , ma anche dallo slancio vitale.
L’esperienza traumatica provoca in Ungaretti atteggiamenti contrastanti: talvolta rivendica la
fraternità degli uomini, talvolta ristabilisce un rapporto più armonioso con la natura mentre altre
volte risulta essere più consapevole della propria identità . Proprio l’aspirazione a recuperare
l’identità perduta si ricollega ad altri temi fondamentali per l’uomo quali il nomadismo,, il viaggio
e la ricerca della patria lontana. La guerra quindi fu un pretesto per ricongiungersi con la terra
d’origine ma il senso di sradicamento emerge molto spesso facendo emergere un sentimento di
solitudine. Fu proprio il momento della guerra che condusse il poeta ad un livello di massima
esistenzialità Che porto la parola poetica al sottrarsi del logoramento causato dalla memoria
ritrovando la sua innocenza originaria , evitando parole auliche e usando versi liberi brevi.
Sentimento del tempo
Nel 1933 Ungaretti pubblica una nuova raccolta che comprende le liriche scritte a partire dal
1919 ripresa è modificata in vari momenti nel 1966 l’edizione definitiva viene pubblicata ed è
composta da 70 componimenti divisa in 7 sezioni . Anche questa raccolta come l’allegria nel 1969
viene inserita nel volume di « una vita d’un uomo ».
Sentimento del tempo si allontana molto dall’allegria poiché in essa il poeta fu influenzato dai
classici , perciò si nota un ritorno all’ordine e un recupero della tradizione letteraria . La metrica
ritrova una misura più canonica , c’è un impiego frequente delle indicazioni , la sintassi diventa
più articolata e viene reintrodotta la punteggiatura. Il lessico si concentra sul registro aulico e in
generale lo stile risulta alla ricerca di una costante musicalità e espressione dall’intenso valore
evocativo. Sicuramente il passaggio ad una nuova poesia è segnato dal cambiamento della
concezione del tempo . In allegria infatti le liriche mirano a superare la dimensione concreta e
storica e a fissare l’attimo della folgorazione , il tempo li è concepito come un’entità discontinua.
Nel sentimento del tempo invece Ungaretti desidera evidenziare Un’altro modo di intendere il
tempo inteso qui come durata, come causa del mutare di tutte le cose . La parola poetica non
cerca più quindi la sua innocenza bensì ora riscopre la propria sacralità con il recupero della
memoria cioè attraverso la capacità di esprimere molti significati diversi accumulati nel corso del
tempo . Fondamentale per la maturazione di questo pensiero fu verso e l’attività di traduzione
delle opere più grandi del 600 europeo . Il poeta è convinto inoltre che nell’inquietudine e nel
senso di meraviglia che l’uomo del 600 prova di fronte alle scoperte scientifiche si rifletta
perfettamente la sensibilità moderna pervasa anch’essa da un senso di angoscia legato alla
perdita di ogni certezza . Il luogo simbolico che fa da sfondo alle liriche di questa raccolta è la
città di Roma che con i suoi monumenti antichi rappresenta il luogo della memoria per eccellenza
. Gli edifici sparsi per la città sono in ricordo degli antichi splendori ma allo stesso tempo il
pessimo stato di conservazione rende evidente come il trascorrere del tempo faccia perire tutto ,
la memoria quindi se da un lato ci consente di recuperare il passato dall’altro ce lo fa dimenticare
nei tanti ruderi e forme mutilate
Uno spazio importante ai riservato alla descrizione di paesaggi naturali soprattutto di paesaggi
estivi poiché l’estate racchiude in sé i germi della secchezza e della decadenza e della morte .
Attraverso riferimento al ciclo naturale di morte e di rinascita del poeta delinea così una visione
della vita come incessante processo di creazione e distruzione .

Ermetismo
Mentre nei primi due decenni del 900 la poesia italiana aveva mostrato una profonda esigenza di
rinnovamento proposta dalle numerose avanguardie o movimenti, nel primo dopoguerra questo
vivace impulso alla sperimentazione tende a indebolirsi , sostituito da un richiamo alle forme
della tradizione ( ritorno all’ordine ).Si inizia così a parlare di poesia pura ovvero una poesia
svincolata da qualsiasi condizionamento di tipo storico che si concentra sulla ricerca delle verità
che riguardano l’esistenza riscoprendo il valore magico della parola. Un esempio decisivo e la
raccolta sentimento del tempo di Ungaretti . Tra il due è il 1942 emerge così un gruppo di giovani
accomunati da scelte formali e tematiche , sono quasi tutti attivi a Firenze e si incontrano e
discutono in case editrici e riviste.Il termine usato inizialmente in modo dispregiativo fu
proposto per la prima volta in una critica alle poesie di Ungaretti più tardi poeti lo usarono come
appellativo . Nel linguaggio comune significa enigmatico, misterioso ehm e deriva dal Dio Ermete
o mercurio ovvero la divinità delle scienze occulte. I fondamenti teorici della poetica ermetica
vengono esposti dal critico Carlo Bo in un saggio intitolato letteratura come vita . Secondo la
visione offerta da Bo l’ermetismo fa coincidere la poesia con la vita intesa in senso spirituale
come esperienza intima e profonda del soggetto . La verità ricerca è una verità di tipo assoluto ti
di conseguenza la letteratura è considerata una scelta di vita etica di totale impegno. La
letteratura ermetica finisce per costituire una realtà autentica fonte privilegiata della conoscenza
interrogandosi sul senso dell’esistenza e offrendo risposte sul destino dell’uomo sospeso fra il
tempo e l’eternità, Proprio questa visione svincolata da ogni legame con la collettività e le vicende
quotidiane spingi a rifiutare ogni contatto con la storia. A causa della loro tendenza all’isolamento
verranno spesso accusati di complicità nei confronti del fascismo.
I poeti ermetici si rivolgono a un’élite direttori , questo atteggiamento di tipo aristocratico ma ha
particolari conseguenze , innanzitutto la scelta di un linguaggio difficile un lessico colto e
prezioso . Si nota inoltre una certa tendenza all’indebolimento dei legami sintattici che comporta
una frantumazione della struttura logica di discorso che tende a procedere per accostamenti di
tipo analogico . La predilezione per un’espressione basata su nessi vaghi e sull’accumulo di
immagini simboliche conferisce alle righe un tono dominante di attesa . Alcuni critici hanno
riconosciuto in tali scelte un’influenza del surrealismo.
Carlo Bo
Carlo Bo nel 1938 pubblica il saggio intitolato la letteratura come vita illustrando i fondamenti
teorici esistenziali dell’ermetismo fiorentino . L’autore critica il letterato che considera la sua
professione un semplice mestiere, un’attività di svago da svolgere nelle pause della vita . Per
l’intellettuale ermeticità la letteratura è la vita coesistono e si alimentano . Carlo bo rifiuta una
letteratura come illustrazione di consuetudine . La letteratura è intesa come collaborazione tra
letteratura e vita che esprime cose indispensabili . Aiuta l’ispirazione scusa Carlo Bo lo ha fatto
questa puttana è una grandissima zoccola
Salvatore Quasimodo
Quasimodo nato a Modica nel 1901 visse in pieno la seconda guerra mondiale e viene ricordato
perché porta la poesia ermetica nel dopoguerra in un nuovo impegno attivo, da militante ( simile
a Pasolini e Sciascia ) è conosciuto come traduttore greco e latino di poesie .
Con Quasimodo infatti l’ermetismo torna ad essere un impegno , esistono infatti due posizioni
dell’intellettuale ermeticità una del disimpegno l’altra dell’impegno sommerso , naturalmente
dopo la guerra torna urgente la militanza . Questo lo possiamo vedere nella poesia alle fronde
dei salici in cui Quasimodo dichiara un nuovo impegno che era stato impossibilitato a causa del
totalitarismo.
Eugenio Montale
Eugenio Montale nasce a Genova il 12 ottobre 1896 , frequenta le scuole tecniche e diventa
ragioniere, come Svevo ha un’educazione tecnica e nutre una profonda passione per la musica
oltre che per la letteratura . Partecipa alla prima guerra mondiale e nel 1922 pubblica sul “primo
tempo” una rivista. Nella rivista da lui fondata “il baretti”Pubblica un saggio programmatico che
ci aiuta a comprendere le fondamenta della sua poesia caratterizzata dal rifiuto dell’esperienza
dell’avanguardia . L’attenzione per le esperienze più vive della letteratura contemporanea lo
porta ad omaggiare Svevo fino a quel momento rimasto ignoto al panorama italiano . Nel 1925
esce per la prima raccolta ossi di seppia . Nel 1927 si trasferisce a Firenze Per lavorare come
redattore nel 1939 pubblica le occasioni e inizia l’attività di traduttore. Nel 1948 si trasferisce a
Milano dove inizia l’attività di redattore a cui si aggiunge nel 1954 l’incarico di critico musicale,
in questo periodo pubblica il quaderno di traduzioni e vari articoli e saggi. Segue un periodo di
lungo silenzio che termina nel 1971 con la pubblicazione dei versi di “Satura”, Puoi continua
pubblicando le raccolte diario del 71 e del 72 e quaderno di quattro anni nel 1967 Montale venne
nominato senatore a vita e nel 1975 riceve il premio Nobel per la letteratura morirà a Milano il
12 settembre 1981.
Ossi di seppia
È la prima raccolta poetica di Montale che pubblica nel 1925 poi rielaborata in una seconda
edizione nel 1928. il libro diviso in quattro sezioni: Movimenti, Ossi di seppia, Mediterraneo,
Meriggi e ombre. Nella raccolta si colgono i legami con il contesto culturale del tempo:
filosoficamente si coglie l’influenza del pessimismo di Schopenhauer infatti vediamo l’idea che le
realtà sensibili siano ingannevoli ; letterariamente si può scorgere un legame con la poesia
dannunziana che però supera rifiutando il vitalismo panico e i termini aulici ; e un legame con
Pascoli da cui riprende gli oggetti poveri. Montale riprende anche l’esperienza crepuscolare in
particolare gozzano nella rifiuto dell’auricola nella poesia, nell’adozione di oggetti umili.
Motivo dell’aridità e titolo
Il titolo è denso di significato. Gli ossi di seppia sono i residui calcarei dei molluschi che il mare
deposita sulla riva alludono quindi è una condizione vitale impoverita al tempo stesso gli ossi
nella poesia sono sinonimo di impoverimento che porta a ripiegare a una realtà minima e
marginale . Dal punto di vista stilistico la dizione risulta spoglia e secca, non a caso un tema
centrale del libro è l’aridità. Il paesaggio ligure tipico dell’opera è sempre riportato in una
dimensione metafisica , è un paesaggio arido a causa di un sole implacabile , un sole che perde il
simbolo di pienezza vitale panica come per D’Annunzio e rappresenta una forza crudele che
prosciuga inaridisce ogni forma di vita .Questa condizione di aridità imprigiona le creature
umane impossibilitandone la fuga, questa condizione si proietta in un’altro oggetto il muro ,
figura allegorica impossibile da valicare per attingere a una pienezza vitale . La prigionia nei
limiti dell’esistente si manifesta soprattutto nell’eterno ritorno del tempo, quindi sul ripetersi
monotono di gesti.
La crisi dell’identità
L’effetto della prigionia che l’uomo patisce è che le preoccupazioni in cui è immerso dividono
l’anima , l’anima non ha più una consistenza unitaria , è frantumata e informe. Montale tocca così
uno dei temi fondamentali, la crisi del soggetto ovvero la perdita dell’identità individuale ( tema
che ricorre anche in Pirandello e in Svevo). La frantumazione fa sì che il soggetto si senta in
disarmonia con il resto del mondo esterno , l’adesione panica era stata possibile durante il
periodo dell’infanzia ma con il passaggio all’età adulta è andata perduta per sempre. L’aridità
esterna diventa così anche aridità interiore che non può trovare salvezza neanche nella
memoria . Il poeta può proporre soltanto un atteggiamento distaccato vs simile a quello di
Leopardi .
Il poeta cerca un varco che gli consente di uscire dalla prigionia , questo non si aprirà mai al
massimo egli può nutrire speranza , una speranza presente in tutto il libro.
La poetica
Montale perde la fiducia nel ruolo della della parola poetica come formula magica , la poesia non
può più proporre messaggi positivi perciò Montale rifiuta il lirismo . Quella di ossi di seppia è una
poetica degli oggetti , gli oggetti vengono citati nella poesia come equivalente di concetti astratti o
condizioni interiori . Gli oggetti a cui si fa riferimento sono sempre umili dismessi e formano la
poetica degli oggetti di Montale che tende infatti a un rapporto razionale con il mondo mostrando
il correlativo oggettivo ripreso da Eliot. Tra i suoi scenari Montale predilige realtà povere.
Di fronte all’aridità esistenziale la poesia si limita a sillabe storte, suoni aspri, ritmi rotti, usando a
volte anche termini aulici per ironia.
Il secondo Montale: Le occasioni
La raccolta poetica le occasioni viene pubblicata nel 1939 e comprende poesie collegate a
determinate occasioni non necessariamente legati a fatti autobiografici. In questa raccolta la
poetica degli oggetti già presente negli ossi di seppia viene portata alle estreme conseguenze ,
ogni commento psicologico scompare rimane soltanto l’oggetto con il suo significato difficile da
decifrare . A questo nuovo modo di comporre sicuramente si deve attribuire l’influenza di Eliot e
della sua poetica del correlativo oggettivo . In le occasioni si nota un innalzamento stilistico con
un registro elevato e monolinguistico, la poesia è densa, ardua e oscura lontana dalle soluzioni
pure degli ermetici , inoltre la raccolta non si affida alla magia della parola e alla suggestione del
linguaggio perciò la difficoltà nasce nella mancata espressione di dati che potrebbero chiarire il
significato concettuale. Le posizioni intraprese dagli artisti in questo contesto culturale erano
ispirate a un culto umanistico della letteratura visto come uno dei valori più alti contro le
barbarie e le manifestazioni di una società di massa , della dittatura fascista e della guerra. Il
compito dell intellettuale era quello di isolarsi per mantenere i valore dell’uomo.
La donna salvifica
È proprio in questo contesto che montale cerca una via di salvezza dall’inferno quotidiano una
salvezza che ritrova nell’immagine della donna Angelo. In occasioni cè una netta distinzione da
un lato cè una condizione esistenziale di prigionia del fluire sempre uguale del tempo, di una
quotidianità opaca e frustrante dall’ altro l’attesa dell’epifania della donna che può salare l’uomo
dando un senso alla vita. Nonostante ciò il poeta sa che la follia di morte non può essere fermata
solo da lampo dello sguardo della donna sa cioe che l’intelligenza e la cultura e impotente di
fronte allo scatenarsi delle forze distruttive della guerra . la donna a questo punto serve per
illuminare la mente dell’uomo , per renderlo cosciente delle barbarie che durante il corso degli
eventi storici stanno avvenendo , garantendo possibilità di salvezza.
Terzo Montale: La bufera e altro
La bufera e altro comprende gli scritti fra il 1940 e il 1954 e pur senza costituire una rottura
rispetto a le occasioni, si può parlare di terzo montale poiché il contesto storico è cambiato ,
innanzitutto non c’è il culto umanistico e aristocratico dissolto dalla guerra, poi la liberazione
aveva visto trionfare la società massificata con la salita dei partiti comunista e democratico
cristiano a cui si aggiunse l’incubo della catastrofe atomica con l’inizio della guerra fredda.
Ritorna la figura della donna Angelo che ora si carica di valori cristiani come reincarnarsi di
valori nella storia e la possibilità di una valenza per tutti , nonostante ciò la situazione è
irrimediabilmente degradata a causa della guerra perciò la donna Angelo è costretta a fuggire
nell’oltre cielo proprio per questo Montale recupera l’infanzia ligure grazie alla memoria
rievocando i cari visti come depositari di saggezza quotidiana contro lo svuotamento esistenziale
determinato dalla massificazione.
Alla figura della donna Angelo si contrappone una nuova figura femminile con il soprannome di
volpe si pone con una sorta di antibeatrice , inoltre montale inserisce anche la Mosca
soprannome per indicare affettuosamente la moglie .
Le conclusioni improvvise
In questa ultima sezione del libro si nota un profondo pessimismo in due poesie di ispirazione
politico civile il piccolo testamento e il sogno del prigioniero nella prima Montale proclama
l’estraneità ai due partiti che dominano la scena politica e culturale del suo tempo quella
democrazia e quella comunista. Si profila inoltre la prospettiva di un’apocalisse bellica.
Nel sogno del prigioniero il poeta trae ispirazioni dagli orrori dei regimi totalitari e la figura del
prigioniero in attesa della tortura e della morte allude a una condizione di prigionia esistenziale e
metafisica da cui è possibile uscire solo attraverso il sogno.

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