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Italo Svevo
➔ secondo romanzo che Svevo scrive e che pubblica a proprie spese nel 1898, dopo
l’insuccesso del romanzo precedente
➔ altro risultato fallimentare, successo pubblico minimo e con grande insoddisfazione:
non comprende l’indifferenza del pubblico, che non è ancora maturo per questa
tipologia di opera => in realtà romanzo psicologico con trama esile e non
particolarmente avvincente perché ciò che importa è proprio lo spazio riservato
all’analisi psicologica del protagonista (inetto) e i suoi meccanismi di pensiero
➔ TITOLO: allude alla senilità del protagonista, questo termine rispecchia la vita che il
protagonista vive = cauta, calma e molto routinaria e abitudinaria, il che di per sé non
è un male, ma lo diventa se ciò implica l’eliminazione alle passioni, godimento
rischio (talvolta bisogna coglierlo)
- il protagonista però ha solo 35 anni, ci si aspetta una scelta diversa in termini
di esistenza e stile di vita = ha già rinunciato a tutto
➔ l’eccesso di vita interiore rende inadatti alla vita: il troppo sognare, riflettere,
pensare e ragionare sulle cose blocca l’essere umano dal pdv operativo e attivo,
bloccati dall’eccesso di pensiero che abbatte tentativo di operare
=> chi nasce con un temperamento molto introspettivo e riflessivo (portato ad
analizzare tutto nella mente); si trova bloccato nell’azione pratica)
➔ PROTAGONISTA: Emilio Brentani
➔ lo stesso Svevo lo definisce fratello carnale di Alfonso Nitti, di fatto un personaggio
con molti tratti in comune
1. condizione sociale piccolo borghese => ha fatto esperienza della
declassazione, economicamente in difficoltà
2. intellettuale umanista, poiché quando era giovane aveva scritto un romanzo
che gli aveva procurato una certa fama a livello popolare, ma
successivamente bloccata = rimane come aspirazione senza mai tradursi in
azione concreta ed effettiva
3. come Alfonso, Emilio è un inetto “sognatore, vinto dalla vita”, ha paura di
affrontare la realtà, vita prudente ma anche priva di piaceri => SENILITÀ
- nessun tentativo di vivere
➔ non ha rapporti, vive chiuso in un nido con la sorella Amalia, anche lei non ha
relazioni sentimentali, surrogato della figura materna, coccolato da essa (=>
fotocopia di quanto accade a Pascoli nella vita vera)
Emilio è inetto invecchiato a cui Svevo arriva partendo dall’inetto giovane (Alfonso)
ALFONSO EMILIO
Alfonso muore con il gas dopo essere vinto Emilio non si suicida, anche dopo
dal fratello di Annetta => sceglie il suicidio abbandono di Angiolina e morte della
non come scelta eroica (Alfredi e Ortiz); sorella Amalia, sceglie tranquillità senile
bensì come fuga di fronte alla vita, modo - svolta pagina continuando a fingere
per sottrarsi alla lotta e competizione fatica di essere moralmente superiore
di vivere rinunciando così alla vita perché in grado di lasciarsi tutto alle
spalle => per lui segno di nobiltà
spirituale, in realtà menzogna con
cui maschera inettitudine
- in realtà lascia che la vita gli scorra
tra le mani senza agire
Alfonso è comunque inserito in una trama di Emilio vive in una condizione di solitudine
relazioni sociali anche se non autentiche esistenziale in cui le uniche presente
(colleghi bancari, Maller, la madre, Macario, affettive sono:
Annetta) => in qualche modo ha intorno a - Angiolina
sé relazioni sociali multiple anche se non - Amalia
significative o sincere - Stefano Balli (scultore, fallito sul
piano artistico, cosa che nasconde
nella caccia alle donne (seduttore
seriale, tutte la donne gli cadono ai
piedi), si presenta come superuomo
e vincente
IMPOSTAZIONE NARRATIVA
1.narratore esterno e focalizzazione interna prevalente, fissa sul protagonista Emilio,
vediamo e interpretiamo i fatti come fa lui (costantemente davanti al suo pdv)
2. però narratore ci avverte che pdv di Emilio è inattendibile perchè mente a sé stesso
(mentitore inconsapevole, ma pur sempre tale)
3. ce lo dice perchè narratore è ESTERNO e GIUDICANTE come nel primo Una Vita
- voce esterna
- visibile laddove interviene nella narrazione a smascherare le
menzogne del protagonista, avverte i lettori dicendo che ciò che
Emilio dice non si può fidare
per fare ciò
1- giudizi e commenti espliciti, Emilio sbugiardato in modo netto
2- altre volte commenti non sono così diretti e taglienti, ma più sfumati e ironici
(=antifrasticamente si può far capire che ciò che diciamo è il contrario di ciò che pensiamo)
- aggettivo o avverbio che contengono chiaramente giudizio negativo nei confronti del
protagonista
3- il narratore tace perchè silenzio è eloquente = contrasto tra evidente menzogna del
personaggio e silenzio del narratore (fa emergere la verità)
- ironia affidata al silenzio e far parlare i fatti senza bisogno di commenti => ironia
oggettiva o implicita
4- messa in ridicolo del linguaggio di Emilio, ridicolo e melodrammatico, stereotipato
=> funziona come spia della sua visione e mentalità piccolo borghese e ristrettezza
culturale, davanti alla quale il narratore prova disprezzo e critica