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ORAZIO, la vita e la 1º opera: EPODI

EPODO etimologia: canto che viene dopo


perché dal punto di vista metrico questo componimento prevede l’alternanza tra
un verso più lungo e uno più breve

Il ritmo dell’opera (quindi questa alternanza) esprime dal punto di vista


contenutistico una contrapposizione dialettica

Altri poeti utilizzano tutti esametri, che conferiscono armonia

Lo scopo è: La critica, l’invettiva e la polemica


Orazio individua un avversario e immagina questa contrapposizione dialettica tra i
due

TEMI DELL’OPERA
il titolo era “Jambi”, che nella cultura greca la poesia jambica è la poesia
dell’invettiva, i modelli greci sono Archiloco, Ipponatte e Anacreonte

Orazio si ispira alla lirica greca arcaica


Catullo invece si ispirava alla lirica ellenistica

I Lirici greci parlavano ad una comunità, poiché il poeta stesso faceva parte della
comunità
Poeti alessandrini parlavano ad una cerchia stretta di persone o a se stesso,
poiché in questo periodo la collettività viene meno

NOVITÀ
Orazio individua i poeti della lirica arcaica greca
poeti che erano coinvolti nella vita sociale e politica di quel tempo e anche Orazio
si sentiva coinvolto / inserito nella comunità, quindi darà maggior rilievo a temi
politici / sociali

Questi poeti lirici greci avevano utilizzato i temi del sarcasmo, dell’invettiva

Utilizza il metro jambico

TEMI
Etico-politico

MODELLI:
poesie satirica ed eziologica

VITA DI ORAZIO E FORMAZIONE POLITICA


abbiamo molte notizie autobiogra che e quindi elementi attendibili sulla sua vita
Il padre era un ex liberto quindi condizioni sociali non elevate
Parlava del padre nelle sue opere, ringraziandolo, perché pur non essendo di un
ceto elevato, garantì al glio gli studi, si trasferirono a Roma
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I sociologi oggi parlano della scuola come ascensione sociale, perché tramite la
scuola / l’insegnamento si poteva elevare la propria condizione

Orazio attribuiva questa ascensione sociale al padre, perché se il padre non lo


avesse mandato a scuola a Roma, lui sarebbe stato un autore sconosciuto

Dato autobiogra co

42 a.c = Battaglia di Filippi in Grecia


Guerra civile

Cesare assassinato nel 44 a.c

I secolo a.c. , Secolo di crisi perché c’è chi vuole mantenere la repubblica e chi
vuole istaurare una monarchia assoluta a stampo alessandrino

Cicerone è considerato un moderatore perché voleva mantenere intatte le strutture


repubblicane
Infatti quando Cesare fu ucciso, un suo uccisore urlò Cicerone

Ennesima guerra civile tra CESARICIDI (sostenuta da Bruto e Cassio) e coloro che
volevano mantenere intatta l’identità di Cesare (esponenti Antonio e Ottaviano)

In questa battaglia i cesaricidi persero e Bruto e Cassio si tolsero la vita

Orazio era dalla parte dei cesaricidi, ha una formazione repubblicana

Orazio Entrò a far parte del circolo di mecenate, ma senza aderire completamente
alla politica augustea
Perché rivendicava la sua libertà

Dibattito oggi:
Chi è

ALTRA OPERA ORAZIO: le Satire


Originariamente: Sermones che signi ca “mettere in relazione”
Da “serere” che signi ca intrecciare

Orazio Attraverso l’ironia ha una nalità etica, ri essione su ciò che è bene e ciò
che è male
“Castigare ridendo mores” —> criticando i costumi con l’ironia

Valori:
Ragione
Senso della Misura
Armonia
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Ogni so erenza umana è la conseguenza di un comportamento smisurato

Il saggio persegue l’Autarchia—> la serenità

Perché Orazio Ritiene che la serenità debba essere goduta aldilà dagli eventi
esterni, altrimenti non saremo mai liberi

Eutymia—> buona disposizione d’animo /allegria

È il poeta latino di cui abbiamo più notizie perché parla spesso di se, soprattutto
nelle Satire, che è una autobiogra a

Fa auto ironia - > si presenta basso e grassoccio


Oggi si svende un’immagine perfetta di sè

Non prova imbarazzo nell’esprinere tratti di se —> sono porcellino del gregge di
Epicuro
Essendo grassoccio si presenta come porcellino, per dire che era seguace della
loso a epicurea

Osserva il comportamento dei propri simili e a partire da questo fa delle ri essioni


LA SUA ETCA È BASATA SULLA REALTÀ

Questo lo riprende dal padre

Fornisce massime, racconta ANEDOTTI e spesso dialoga con gli interlocutori


Ex di massime:
Monus est irrebus: c’è una misura nelle cose
Semel in anno, licet insanire - > una volta all’anno è consentito esagerare

Epicureismo - > perseguimento Voluptas


Orazio lo fa ma insieme al senso della misura, ovvero persegue la
METRIOTES

Stoici —> perseguimento rigoroso della virtus

Orazio utilizza l’esametro - > metro tipico dell’epica, lui invece lo usa x raccontare
la quotidianità
Parla di persone comuni non di eroi
Lui stesso non si presenta come un esempio

Fa un rovesciamento, è trasgressivo

In una satira si fa prendere in giro da uno schiavo


Come accade nei Saturnalia

TONO DELLE SATIRE


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è più sfumato degli Epodi, perché Orazio è maturato, è anziano, c’è un
atteggiamento più staccato è più sereno

Polemica anti intelletualista


Atteggiamento dell’intelletuale che attraverso un sur plus di ragionamenti rende
concetti più complicati x fare sfoggio della loro cultura

Lui va contro questo, lui relativizza le sue idee e se stesso non impone nulla

MODELLI
Ennio:
Lucilio:

Diàtriba: strategia comunicativa utilizzata dai loso della diatriba cinico stoica

Cinismo : nome di una scuola loso ca , deriva da “cunes” da cani, perché


vivevano in una condizione di povertà ed esibivano il loro disprezzo verso o beni
materiali
Raccontavano storie perché doveva arrivare ad un pubblico molto ampio

TRAMA
SATIRA: il topo di città e di campagna
Apostrofe al topo di campagna: davvero ritieni di vivere una vita felice qui?
Vieni con me che ti porto in città

Superate le porte della città si introducono nella casa di una famiglia ricchissima
È appena terminato un ricevimento e ci sono a maxi di cibo in abbondanza

T.CAMP si sdraia su un divano rivestito da un drappo di porpora

T CITTÀ gli serve le pietanze

Ci è un frastuono e fanno irruzione i Morossi (cani da caccia)

I due topi si impauriscono, trovano un’uscita e scappano

Il topo di campagna dice che preferisce stare nella campagna dove è più tranquillo

SPIEGAZIONE
a raccontare la satira è Cervio, vicino di casa di Orazio
Entrambi venivano in campagna, spesso mangiavano e bevevano insieme e una
volta Cervio gli raccontò questa storia

IL NARRATORE
si tratta di una narrazione a incastro, Orazio racconta che un giorno Cervio
raccontò
Narratore di primo grado Orazio
Narratore secondo grado Cervio
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Un opera italiana che segue questo modello è il Decameron di Boccaccio

Uso questa tipologia ad incastro perché


Questa storia viene chiamata Fabella —> cioè favoletta da Fari (parlare)
Ha una connotazione negativa, signi ca infatti “invenzione linguistica”
La favola è ritenuto un genere inferiore rispetto alla tragedia, alla commedia
Addirittura questa non è una favola ma una Favoletta, ancora inferiore

Il più grande autore di favole: Esopo

Le favolette si credeva fossero dedicate alle donne anziane

SIGNIFICATO
contrapposizione tra codici alimentari diversi
Il topo di città si nutre secondo una dieta sovrabbondante
Quello di città secondo una dieta mite

Segue una contrapposizione tra luogo di vita


Vita in città
Vita in carogna

Contrapposizione etica
Il topo di campagna preferisce condurre una vita sobria ma sicura, la vita in città è
più ricca ma più esposta ai pericoli

Utilizza l’ironia nei confronti dei ragionamenti degli intellettuali che esibiscono la
loro cultura ma senza esprimere nulla di concreto
Politica anti intellettualista, perché lui attribuisce importanza ad una favoletta
Ci dice che anche le persone semplici e comuni sono persone sagge
Fa ironia sulle speculazioni intelletualiste

C’è lo fa capire il linguaggio


V. 79= “Olim” —> un tempo
V. 97= Haec ubi dicta = dette queste cose, è una locuzione del genere epico
V.89 = Dapis - > cibo = termine del linguaggio religioso, per indicare che si trattava
di una mensa importante (nonostante siamo nel genere basso della favoletta)
V. 111 = cum subito, locuzione del genere epico
V. 99= peragunt, indica un’azione ripetuta / completa e quindi un’intenzione
convinta / determinata / risoluta dei sovrani in Battaglia, signi ca “raggiungere la
meta senza alcuna sosta intermedia”, i topolini sono due soldato che marciani
verso la loro metà senza sosta, vengono dunque contraddistinti da una valenza
quasi eroica
V. 111= letum convivam, termine che connota un personaggio nel teatro,
letteralmente il lieto convitato / il convitato allegro, personaggio che sbafa /
appro tta, il cosiddetto parassita che non lavora e mangia a sbafo, Orazio lo
utilizza per dire che il topo di campagna potrebbe aver raggiunto una tipologia di
vita ideale, perché non lavora e sbafa
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Invece il topo di città si sdraia sul letto rivestito da un drappo di porpora, il topo di
campagna apparentemente ha migliorato il suo status nella città ma si tratta di una
nzione
V. 93 = “carpe viam” —> scegliere la vita, locuzione di tipo esistenziale (ci dice
come in realtà non si tratta di una semplice favoletta)

UN INCONTRO SGRADEVOLE / LA SATIRA DEL SECCATORE


Orazio passeggiava insieme al suo servo per una strada importante
Corre verso di lui un tipo che gli chiede come stesse

Questa satira è UN MIMO (cioè una commedia breve), corrispondenza attuale dello
Sketch

Nel codice di comportamento romano, colui che corre è il servo perché deve
eseguire l’incarico riposto dal padrone, il cittadino libero dovrebbe avere
un’atteggiamento composto

Il seccatore invece Corre sin da subito verso Orazio, ha l’atteggiamento dell’


ABSIDUITAS= stare alle costole
ABSECTATIO= seguire passo passo, impedendogli di svolgere i suoi incarichi,
questo ruolo era tipo del CLIENS

le persone ricchi e importanti erano circondate da CLIENTES, per visibilizzare il


proprio potere e la propria fame

Maggiore era la cerchia e più potente e famosa era la persona

La condizione del CLIENS era

Per comprendere questa satira il termine chiave è ARRAMPICATORE SOCIALE


non possiamo de nirlo solo seccatore o non possiamo de nire l’evento solo un
incontro sgradevole

Dobbiamo de nirlo arrampicatore sociale, perché questo seccatore ha un ne ben


preciso, entrare a far parte del circolo di Mecenate

Lo scopo è l’ascesa sociale

La società augustea era complessa e strati cata


Roma era la metropoli + importante del mondo antico, di conseguenza la
popolazione era variegata

Era STRATIFICATA perché All’interno vi erano diverse condizioni sociali


Per uno scrittore il posto + ambito era costituito dal circolo di Mecenate
Mecenate era un nobile romano di origini elevatissime, discredeva da una famiglia
regale etrusca,
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Ottaviano individuò come ministro della cultura, nelle Georgiche Virgilio dive che
Ottaviani gli ha a dato il ruolo di ricalcare il “labor” nella società romana, un
compito arduo

Lo scrittore del circolo di Mecenate però era autosu ciente, non aveva bisogno di
svolgere altri ruoli, aveva anche vitto e alloggio, aveva un pubblico, ed era ritenuto
prestigioso

Si replica nel 500 con Ariosto, Tasso, Marino

Mecenate sceglieva in maniera scrupolosa gli scrittori che ne potevano far parte
Oltre a parlare di Ottaviano dovevano essere i migliori scrittori

Questo seccatore invece si de nisce un artista completo MA


per Orazio il ballerino, l’attore, l’artista di scena non aveva un prestigio
elevato
e quindi capisce subito che questo seccatore vuole entrare nel circolo di
Mecenate non per la sua abilità, ma tramite la coruzzione, vuole essere
raccomandato facendosi amico Orazio

Lo possiamo de nire dialogo tra sordi, non ci può essere comprensione,


hanno comportamenti, codici morali e nalità diverse

Orazio ha l’atteggiamento della RITROSIA, della riservatezza, dice che nel circolo
non c’è con itto o competizione

Il seccatore si caratterizza invece per un ECCESSO DI COMUNICAZIONE, il suo


cinismo si contrappone ad Orazio

ORAZIO fa ironia di se stesso


“assorto in chissà quali stupidaggini”—> “nugarum” = sciocchezze, termine usato
anche da Catullo
non esibisce mai la propria grandezza, si presenta come una persona comune

Si de nisce
Asinello con le orecchie abbassate —> “mentis Asellus”

Non si atteggia come grande scrittore, seppur è consapevole della sua grandezza,
della sua genialità

Tuttavia a liberarlo fa si che sia “Apollo”, il Dio della scrittura

LINGUAGGIO
un cartteristica dei mimi è il linguaggio parlato
Orazio utilizza il linguaggio dei colti, linguaggio medio-alto

Ma in questa satira utilizza il linguaggio parlato comunemente, con alcuni


riferimenti al linguaggio basso
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Ex: termine Oppedere
Orazio dice: “Vuoi forse scorreggiare in faccia agli ebrei?”

L’amico dice che non può aiutarlo perché oggi è la festa degli ebrei
L’amico sta giocando, perché in realtà gli ebrei non erano così di usi a Roma

Sta facendo credere ad Orazio che non lo aiuterà

Orazio lo strattona e cerca di convincerlo ad aiutarlo


Pag. 220

CARPE DIEM PAG. 283= ode + famosa di Orazio


sottointende una comunicazione ampia tra Orazio e la sua compagna
Ci si chiede se questo storia d’amore continuerà o nirà?

STORICAMENTE

Orazio dice alla sua compagna che non possiamo saperlo perché non abbiamo
nemmeno la certezza di sopravvivere nei giorni a venire

Abbiamo il dramma della guerra civile e l’inquietudine sulla durata della storia
d’amore

1º verso si pare e chiude con pronome personale 2º persona


I pronomi non sono obbligatori nel testo, ma Orazio Sta attribuendo importanza
alla compagna

Leucone = nome parlante, da leucos = bianco, noe= mente, insieme dalla mente
candida e quindi ingenua
Non era questo il nome della ragazza, ma è un nome costruito da Orazio

La sua ingenuità consiste nel consultare gli astrologi per sapere prima il futuro

1º verso= nefas
Ne = negazioni
FAS deriva da fari che signi ca parlare / dire,
questa parola realizza quello che contiene, cioè Il fas è la parola degli dei
la parola degli dei non solo contiene il messaggio ma realizza quel messaggio
Ha una valenza più forte, perché è una parola che appartiene al linguaggio
religioso
Indica contravvenire alla volontà degli dei—> in italiano diremmo illecito, ma è
troppo poco forte

V. 3 tempataris= signi ca continuare a consultare continuamente gli astrologi


babilonesi
Diventa una sorte di abitudine
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2 sfere: umana e divina
Il tempo appartiene alla sfera divina

L’abitudine di Leucone è quasi profanatrice, va contro gli dei

ORAZIO non era credente, ma sta criticando l’atteggiamento credulone della


compagna
Non era credente perché Era epicureo, dottrina materialistica
Ha creato una morale laica / razionalista

Gli storici con lui parlando di Illuminismo ante-litteram


Il vero illuminismo è nel 1600

Leucone insoddisfatta delle risposte di Orazio, il quale rispondeva alla domanda se


la loro storia d’amore continuerà o meno con: non lo so

Inizia a consultare astrologo, dopo astrologo

FIGURE RETORICHE
V. 1-2 enjambemant, cioè attraversamento della sintattica oltre la ne del verso
Perché Leucone sta attraversando il con ne del tempo a dato agli umani
Non si rassegna che non possiamo conoscere il futuro

Il 3º verso si chiude sintatticamente con la misura metrica

Verso 3
Tu Melius = ut avverbio esclamativo —> oh

Fine Verso 3
Verbo Pati= in nito presente deponente
In italiano: accettare
In latino non è accettare con rassegnazione ma accettare con coraggio (il proprio
destino limitato)

1° verso “quaesieris”
Congiuntivo perfetto esortativo = non chiedere
È anche la forma dell’imperativo negativo

Qui il congiuntivo è presente nella proposizione principale e no nelle subordinate

V. 3 temptaris
Forma sincopata (ristretta) di “temptaveris” che è congiuntivo perfetto

Nei primi 2 versi abbiamo 2 congiuntivi esortativi


L’esortazione è l’Invito / sollecitazione, una forma sfumata di comando

Il carpe diem in questa poesia ha un’intenzione etica


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Non ha a che fare con la nullafacenza

V.1 “Quem mihi, quem tibi”


Figura retorica del parallelismo

Mihi e tibi sono in parallelo


Cioè la vita di Orazio e leocone sono in parallelo, sono accomunate dallo stesso
destino

Quem= Aggettivo interrogativo, concordato con “ nem”

Tempesta invernale
Con ggono il mare e gli scogli, il mare scatena l’energia contro gli scogli, questi si
oppongono

V. 5 “Delibitat”- > Delibito


Termine del linguaggio bellico, letteralmente signi ca “storpiare”, “rendere
invalido”, fa riferimento alla ferita che il soldato subisce in uno scontro

Questa immagine con ittuale rientra nel dramma, c’è tensione della poesia
Dovuta alla neccessità dell’essere umano di conoscere il proprio destino
Il motivo che crea tensione è il tempo che fugge, e l’incapacità di conoscere il
tempo

L’inverno rimanda alla morte / alla vecchiaia


E non La primavera che da l’idea di rinascita

Orazio rivolge un invito a Leucone


Dice che questo inverno che stiamo vivendo può essere l’ultimo oppure una
stagione tra numerose altre stagioni

V. 4 : Hiemes = inverno
È una sineddochhe, una parte (la stagione), per il tutto (l’anno)

Anche Orazio è vittima di questo con itto / questa tensione

Leucone si illude che l’essere umano possa essere padrone del tempo, per questo
consulta gli indovini

PRIMA PARTE: DRAMMATICA


Ma Orazio dice che bisogna accettare con coraggio
Quindi ci dice come a rontare il dramma, senza rimuovere il dolore che lui stesso
prova
Ma a di erenza di Leucone non si illude di poter conoscere il futuro

V. 6 = “sapias vina liques”


Liques = ltra il vino
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Sapias: congiuntivo esortativo, esorta Leuconia ad essere saggia
La Sapienza per Orazio non è solo cognitiva, quindi la riebolazione della cultura
Ma Orazio associa la saggezza anche al piacere, ci dice come a rontare la
tempesta invernale

FILTRA fa riferimento

Simbolicamente: veniva versato il vino in un recipiente attraverso un ltro, questo


ltro non lasciava passare la parte feccia del vino che si deposita in fondo, il ltro
faceva passare solo il vino “puro”

Metaforicamente: le dice di assaporare il piacere


Perché il vino è il simbolo della festa

Questa lirica va inserita nel contesto simposiale, letteralmente simposio “bere


insieme”, successivamente ha signi cato “condividere la stessa mensa”

Questa conversazione tra Leucone e Orazio avviene durante il simposio


Il simposio: non è solo il sostentamento sico ma uno scambio di idee ed emozioni

Il simposio è la festa
Difendi ltra il vino le sta dicendo assapora la parte migliore della vita, il presente
Perché la vita è fatta anche di feccia (parte solida del vino che lo rende aspro)
La vita non va assaporata tutta

Epicureismo basato sulla voluptas


Per Orazio la voluptas deve essere moderata

Nella satira dei 2 topolini


Voleva condannare l’epicureismo deteriore, cioè il piacere smodato
(Quello del topo di città, che lo espone poi ai pericoli)

L’epicureimo vero e proprio è quello moderato


(Era quello del topo di campagna)

L’epicureismo nasce per dissolversi dalle guerre civili


X Orazio il vero piacere è quello moderato

V. 6 “Spazio brevi spem longam”


Parallelismo

Nominativi e aggettivi
Spazio e spem nominativi
Brevi e longam aggettivi

Lo spazio breve è quello assegnato a tutti


La speranza lunga è quella di cui si illude Leuconia
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Dice a Leuconia di adattare lo spazio breve, perché solo quello possiamo
governare

V. 7 “Reseces”, termine agricolo, signi ca sfondare

Aetas/ tempus
Tempus viene da temno = taglio
Tempus = tempo frammentato

Aetas da aiei = sempre


Cioè il tempo nella sua durata complessiva

Tempo Invidiso = personi cazione


Perché noi vorremo governare tutto il tempo, ma non è possibile

CARPE DIEM= V.8

Carpere appartiene al lessico dell’Agricoltura


Signi ca “cogli”
È un cogliere selettivo, cogli un frutto dall’albero non tutti i frutti

Cogliere non RACCOGLIERE

Carpere = esprime un gesto dinamico, presuppone un’intenzione, una certa


energia, e quindi non INDICA un rassegamneto

Indica inoltre una parte per il tutto

Fa sempre riferimento ad un piacere misurato x reagire alle so erenze

CARPE DIEM= cogli il giorno


È una metafora

È una “Callida lunctura”, ha connessione accorta, inedita

Questa connessione è innovativa, inusuale, perché


Diem= termine appartenente al tempo
Carpere = termine dell’agricoltura

Ci dice sempre di cogliere e di goderci il piacere del frutto

Orazio seguendo epicureo ci dice che ci sono 3 modi x vivere il tempo


1) presuntuoso, a ermare che il tempo è tutto mio, ritenersi padroni del tempo
Rimandare a domani, perché tanto sono padrone del tempo, idea eccessivamente
positiva
2) eccessivamente pessimistico, credere che niente del tempo ci appartiene,
signi ca sottostare al dramma
3) secondo Epicuro e Orazio “tua è una parte del tempo” e quella parte va goduta
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Se ci si comporta come Leucone non ci si gode il momento presente perché si è
troppo proiettati al futuro

Conclusione: COGLI IL GIORNO, il meno possibile duciosa nel domani

ODE LASCIA IL RESTO AGLI DEI pag. 277


La prima parte è un paesaggio naturale
Natura: gelo invernale

Seconda parte è un ambiente domestico


Casa, fuoco, festa, simposio

Terza parte: ri essione gnomica


Questi versi contengono un proverbio, una massima di natura morale

Quarta parte: ambito esterno, la natura, sotto rma di tempesta invernale

Quinta parte: ri essione gnomica


Concetti complessi in poche parole

Sesta parte: l’attenzione si sposta sulla città


Luogo dell’incontro e dell’amore

ANALISI

1º verso: “Vides ut alta”, verso che è diventato importantissimo

Questa poesia Ha una componente loso ca, ma fa riferimento a situazioni


concrete (ex: nelle satire), quindi fa della loso a non in modo astratto ma
attraverso esempi di situazioni comuni a tutti

Evidenzia: È una ri essione loso ca che parte dall’esperienza comune


È un empirista

Si rivolge ad un suo amico e gli dice di osservare il mondo intorno a sé


Vides: guarda intorno e osserva

Vides è una strategia comunicativa che prevede il richiamo ad un’esperienza


concreta

Vides esprime un richiamo all’esperienza comune


Termine colloquiale, intimo

Ut: interrogativa indiretta con valore modale


È insolito, perché il termine più consueto è “quomodo”
Ut conferisce un taglio soggettivo, ha un suo poetico
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Alta: aggettivo di Nive
È inteso come “alto mare”
Il mare è profondo non altao

Per “Alta” si intende una strati cazione di neve

Stet: congiuntivo di stare


Stare in latino = ergersi, cioè stare in maniera imponente
Si riferisce al monte Soratte (alto 700m) , visibile da Roma, ha una valenza
simbolica, indica la grandezza della natura e la piccolezza dell’uomo

In maniera simbolica descrive La piccolezza umana schiacciata dalla forza della


natura

Orazio si rivolge al suo amico e lo invita a osservare il monte Soratte e il modo in


cui si erge con tutta la sua maestosità

Candidum: bianco splendente, fa riferimento alla neve che ri ette la luce del sole
In latino c’è anche il termine “Almus” che signi ca anche bianco

Il monte sopprime gli alberi che sostengono a fatica la neve


Il paesaggio invernale opprime gli esseri umani, ma anche gli alberi

Fiumi ghiacciati x il freddo pungente


Vi è una paralisi

Per dire ume utilizza il termine


Flumen deriva da Fluo che signi ca scorrere, perché vuole descrivere la paralisi
che blocca essere umani, alberi e persino i umi che prima scorrevano
E non Amnis, che indica il ume in senso idrogeologico, cioè come corso d’acqua

Constiterint: idea della contrazione, immobilità

2º parte: dalla natura alla casa, dal freddo al caldo

Dissolve frigus = esempio di massima, citazione del poeta greco Alceo (che diceva
ammazzalo l’inverno)

Orazio dice Sciogli il freddo


👇
Secondo Orazio di fronte alla negatività bisogna reagire, a rontare con coraggio,
so ermandosi sulla positività, attingendo energie dalla positività

I piaceri, secondo l’ottica epicurea sono a portata di tutti


Esempio di piaceri: il calore, il vino,

Reponens= previsso “re”, indica un’azione ripetuta, “gettare più volte”


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Cioè continua ad alimentare il fuoco

Merum = vino
Merum = vino puro, ltrato, schietto
Vinum = il vino da ltare

Qui il vino è già ltrato

Il vino di quattro anni da Sabina

I Sabini: antichi popoli del Lazio


Gli storici dell’arte non hanno trovato riscontro in merito a questa espressione
Potrebbe essere un tipo speci co di recipiente, appartenente ad uno stile
particolare

Ma I Sabini non hanno espresso uno stile speci co di modellamento di un’anfora


Quindi Sabina non si Riferisce all’anfora, ma al vino

Ci sono testimonianze di Vino nel territorio dei Sabini (particolarmente forte),


particolarmente apprezzati dai romani

Quindi la gura retorica è IPALLAGE: trasferimento di una qualità da un termine


all’altro

Diota deriva da
Di = due
Ota = orecchie

biorecchiuta

DIOTA derivava da
Άπαξ una sola volta
Λεγομενον, detto
=
Questa parola è stata detta qui una vola volta

Biorecchiuta traduzione migliore perché sia in latino che in greco è una parola
usata / detta una sola volta

Lo fa perché vuole attribuire una caratteristica umana ad un oggetto inanimato


Diota = personi cazione dell’Anfora

Gli studiosi parlano a proposito di Orazio di animismo


Orazio (atio), fondatore della morale laica della cultura occidentale (come anche
Lucrezio), poiché Orazio era epicureo (materialista)

Tuttavia l’animismo è un termine del linguaggio religioso


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Gli studiosi parlano di animismo perché attribuisce un anima a tutti gli elementi
della realtà, non sono visti solo nella loro concretezza naturale, ma nascondono
dentro di se un’anima

Così come le religione Africane

Animismo è vicino al Panteismo= cioè tutto è Dio

Animismo ci descrive la visione del mondo di Orazio


Questa per Orazio non prevede riti, preghiere, la venerazione di una divinità, i
dogmi

È solo una visione del mondo che prevede l’attribuzione di elementi vitali agli
oggetti più semplici della realtà

Poiché lui è un poeta, idealizza

L’anima in realtà c’è l’hanno gli umani non gli oggetti


Quindi fa una personi cazione

Crede ci sia una relazione famigliare /intima tra umani e oggetti


Anche gli oggetti, l’anfora, permettono di far festa e sono parte di questa

SEMANTICA:

Thaliarche= come Leucone, è un nome parlante


Thaliarche signi ca re della festa o germoglio

Deprome - Dissolve , si tratta di imperativi, esprimono un comando sfumato

1) perché Orazio è un moralista, fa dell’etica e della morale


La morale oraziane prevede un capovolgimento di quella morale, perché obbliga a
provare piacere

Ritiene un obbligo provare piacere

LASCIA IL RESTO AGLI DEI PAG. 276

V, 9 “permitte” è un imperativo
Tema del piacere espresso tramite imperativi ed esoratitivi
L’imperativo prevede un comando, circoscrivendo il godimento del piacere entro
una misura equilibrata

Espressione gnomica = permitte divis cetera

Anacoluto: trasgressione drammaticale = Stravede da straverunt


Qui = i quali rimane in sospeso, perché non ha un verbo che concorda con esso,
ma viene inserito un altro soggetto (cupressi orni)
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All’infrazione grammaticale corrisponde il fatto che gli elementi della natura non
sono governabili
La tempesta invernale non ha limiti

Allitterazione della “R”, suono sgradevole x de sta ere la tempesta invernale ai


versi 10-11

“Fugge quaetere”: evita di chiedere, imperativo = espressione gnomica

V. 13 da Quid in poi Interrogativa indiretta

V. 13 Cras = signi ca domani

V. 14= Quemcumque dierum è una Timèsi —> un taglio


Lo ha scomposto da Quem cum que
Perché sta facendo riferimento alla sorte che taglie e ferisce, non è benvola nei
nostri confronti

Ed è a data agli dei, non a noi

Quemcumque dierum (genitivo plurale) = qualunque dei giorni


—> diventa qualunque giorno
Costrutto del genitivo PARTITIVO

Appone= termine del linguaggio nanziario, della contabilità


Signi ca metti a guadagno

TESTO SCRITTO

Nec Sperne= imperativo

Canities = capelli bianchi = vecchiaia

mos-moris —> Morosa, costume, usanza, tradizione, comportamento


Signi ca costume in senso collettivo che individuale
Sta facendo riferimento al comportamento delle persone anziane che hanno
consolidato nel tempo le loro abitudini, ci sono legate, quindi se vengono interrotte
l’anziano diventa scontroso

Virenti canties = dat. plurale, gura retorica dell’antitesi


(verde-bianco, giovinezza -vecchiaia, Talazio è giovane, Orazio no)

Accosta la sua vecchiaia alla giovinezza del ragazzo


Dice al suo giovane amico di divertirsi e non disprezzare né gli amori né le danze

Trapassi ambientali e analogici


Si passa Dal gelo invernale e alla maestosità del monte Soratte, gli alberi a aticati
dalla neve
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fi
ffi
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fi
ff
Al calore domestico, con il fuoco e il vino

Adesso invita il suo amico ad uscire: quindi l’ultima ambientazione è cittadina

Nunc V.18 =

Campus = campo marzio, dove si svolgevano le gare sportive

Areae = piazza

All’interno della casa c’è un contesto Simposiale, lo invita a lasciare questo convito
e ad andare in città

Parla di composita hora: cioè dell’appuntamento che Taliarco e la sua danzata si


sono dati

Ma non la trova poiché dopo essere arrivata si è nascosta per vedere la reazione
del compagno

Dopo che il ragazzo preoccupato non la trova, scorge il sorriso della ragazza

Proditor: Rivelatore
Riso rivelatore

Poi i 2 si incontrano e il ragazzo cerca di prendere il “pegno d’amore” in latino il


“pignus”

Cioè il regalo che aveva fatto alla sua danzata, poteva essere o un anello o un
bracciale

Il ragazzo cerca di recuperare il regalo a nché la ragazza possa ripresentarsi al


prossimo appuntamento
La ragazza fa nta di opporsi

Ambientazione tipica di una città ellenistica,


le agorà delle antiche città greche erano lo spazio per l’incontro nalizzato al
commercio o alla politica

In età ellenistica all’interno della città, nella pizza si vivevano anche momenti di
svago e di incontro, poiché l’ambito politico viene meno x i cittadini

Ambientazione:
Nunc repetanatur et risus gratus ab angulo intimo, proditor puellae latentis et
pignus depretum

Laenes =aggettivo
Sussurri = sost
Latentis= agg
fi
fi
ffi
fi
fi
Proditor = aggettivo
Risus = sost
Gratus= agg
Intimo = agg
Angulo = sost

Tutti gli aggettivi sono collocati prima dei sostantivi,


Prevalgono gli aggettivi come quantità

Il sostantivo rimanda alla sostanza, è concreto


L’aggettivo = è una qualità della sostanza, è una aggiunta

Il motivo è che la scena descritta riguarda una ragazza che si è nascosta, gli
aggettivi rimandano alle caratteristiche della ragazza

Il ragazzo pur non vedendo sostanzialmente la ragazza, ne avvertiva le


caratteristiche, la sua presenza

Perché il legame sentimentale glielo consente, i sentimenti gli fanno avvertire la


sua presenza

CI SONO CONTRASTI
inverno-primavera (x descrivere il ragazzo ha utilizzato il termine verde)
Esterno-interno
Bianco-verde (il bianco lo fa contrastare anche con il rosso del fuoco e del vino)
Freddo-caldo
Tempesta-riparo
Gravitas- levitas (gravitas del poeta in età matura e la levitas, cioè la leggerezza del
giovane)

Lo fa per non rimuovere la componente negativa della vita, la vita è fatta di


contrasti, lui nomina la parte negativa e lo invita a reagire al dolore, perché lui è
giovane

IL SIMPOSIO è uno dei temi centrali delle Odi


Per lui il Simposio è “un micro cosmo perfetto” è un micro cosmo, un mondo
piccolo ma questi valori andrebbero applicati a tutto il mondo a nché migliori /
progredisca

Perché c’è la condivisione con amici, l’amore, la festa, il vino, il calore, ma anche la
discussione loso ca (sulla vita, sul tempo, sulla morte)

C’è il senso della misura, la frugalità, la sobrietà del cibo, l’estetica


dell’ambientazione

In una ode dice: “odio il lusso ambientale”


Perché l’ambiente del convito deve essere curata nei minimi dettagli ma Sobrio
fi
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ffi
Le odi sono un modo per esprimere tutti i suoi pensieri

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