L'inetto in Svevo è vinto a causa del suo sentimento di inadeguatezza alla
vita. È colui che si arrende o cerca giustifiche invece di affrontare gli ostacoli della vita. In "Una vita" Alfonso Nitti è incapace di cogliere le opportunità a lui offerte e si illude di essere un eroe per queste rinunce imputabili a lui soltanto. In "Senilità" Emilio Brentani ha una vita monotona fatta di rimpianti e autocommiserazione; un atteggiamento che gli impedirà di riscattarsi. Ne "La coscienza di Zeno" Zeno Cosini sembra accettare la propria inettitudine imputandola alla nevrosi, ciò però non gli permetterà mai di integrarsi nella società.
L'inettitudine dei romanzi di Verga
L'inetto (vinto) in Verga è sconfitto non dal suo essere interiore,
ma dalle circostanze sociali. Nei romanzi di Verga, infatti, i protagonisti cercano continuamente di elevare la propria condizione sociale; questa lotta ha però sempre un risvolto pessimistico. Ne "I Malavoglia" la famiglia Toscano è vinta nella lotta per i beni materiali. Dall'esordio di questa (naufragio della "Provvidenza") nascerà infatti una serie di peripezie da cui solo Alessi riuscirà a riscattarsi. In "Mastro don Gesualdo" il protagonista è vinto nella lotta per l'ascesa sociale. Egli passa dall'essere l'uomo artefice del proprio destino (accumulando le sue ricchezze) al vinto sia negli affetti che negli averi (muore infatti solo mentre il genero sperpera le sue ricchezze).