Sei sulla pagina 1di 1

Vari aspetti del concetto di lavoro

"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro". Così recita il primo comma dell'articolo
1 della Costituzione Italiana, stabilendo fin da subito l'importanza che il lavoro ha nel nostro Stato.
La definizione di lavoro è esplicata nel secondo comma dell'articolo 4, ossia "un'attività o una
funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società". Lo stesso articolo afferma
inoltre il riconoscimento a tutti i cittadini di tale diritto da parte della Repubblica.
Dalla stessa deriva anche la salvaguardia del lavoratore, che costituisce il contenuto degli articoli
35, 36, 37 e 38. La tutela generale del lavoro, la proporzionalità di retribuzione e parità di
quest'ultima tra uomo e donna sono affermati dagli articoli 35, 36 e 37; ma è forse l'articolo 38
quello che concretamente ha avuto più conseguenze, poiché è a fondamento dello Stato sociale.
Quest'ultimo costituisce una forma di Stato in cui si effettuano interventi a favore delle categorie
meno agiate o socialmente deboli secondo i principi di uguaglianza formale e sostanziale (art. 3
Cost.), solidarietà sociale (art. 2 Cost.) e diritto di assistenza sociale, assicurazione lavorativa e
avviamento professionale (art. 38 Cost.).
Se gli interventi attuati dallo Stato mirano all'incolumità e alla tutela dei lavoratori, si parla di
previdenza sociale. A tale scopo sono due in Italia gli enti previdenziali: l'Istituto Nazionale della
Previdenza Sociale (INPS) e l'Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro
(INAIL). L' INPS si occupa di previdenza in materia di rischi non professionali (vecchiaia, inabilità,
invalidità, maternità) mettendo a disposizione delle pensioni con caratteristiche specifiche; l'INAIL
si dedica alla previdenza per i rischi professionali (infortuni sul lavoro e malattie professionali)
contro i quali è prevista un'assicurazione resa obbligatoria dalla legge 80 del 1898.
Più che quello autonomo, la cui tutela è contenuta in maniera più ampia nello Statuto dei
lavoratori (legge 300 del 1970), gli interventi di assistenza descritti nell'articolo 38 riguardano il
lavoratore subordinato, descritto dall'articolo 2094 del Codice Civile come "chi si occupa mediante
retribuzione a collaborare nell'impresa (...) sotto la direzione dell'imprenditore".
Il lavoro subordinato nasce all'instaurazione di un rapporto tra lavoratore e datore di lavoro in cui
il primo esegue una prestazione in cambio di una retribuzione. Ciò delinea domanda e offerta,
costituendo perciò il mercato del lavoro. Come in quello dei beni, l'oscillazione del prezzo
(retribuzione), seppur limitata sia a rialzo che a ribasso, dipende dalla variazione di domanda
(richiesta dalle imprese) e offerta (proposta dai lavoratori). Una mancata compensazione tra le
due genera infatti dei vuoti occupazionali che costituiscono un problema sociale.
Data infatti l'importanza del lavoro nella Repubblica, è altrettanto rilevante la sua assenza. La
disoccupazione mette di fatto un freno alla crescita dell'economia, poiché limita il consumo e di
conseguenza la produzione. Nonostante però ne esistano vari tipi (frizionale, strutturale, ciclica,
tecnologica, legata al costo del denaro e alle anomalie del mercato del lavoro), la soluzione a
questa può essere ricercata nella concezione Keynesiana del sostenere la domanda. Keynes
afferma infatti che se le persone destinassero più denaro al consumo rispetto al risparmio, la
produzione aumenterebbe, di conseguenza le imprese assumerebbero di più e diminuirebbe la
percentuale di disoccupati sia durante le fasi espansive del ciclo economico e sia in quelle
depressive.
In attesa di una soluzione definitiva esistono delle disposizioni a favore di chi si trova
involontariamente in una situazione di disoccupazione: i cosiddetti ammortizzatori sociali (reddito
minimo e sussidio di disoccupazione).

Potrebbero piacerti anche