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Mappa Concettuale
La struttura
Introduzione
Nel periodo compreso tra fine Ottocento e inizio Novecento si verifica una vera e propria rivoluzione che colpisce i pi diversi campi del sapere e sancisce il passaggio all' uomo contemporaneo . Questa crisi data soprattutto dalla perdita della fiducia nel progresso e in tutta la filosofia positivista. In questo percorso interdisciplinare esamineremo linfluenza di questa crisi delle certezze nellambito filosofico con Nietzsche, nellambito scientifico con la crisi dei fondamenti matematici, e nellambito letterario con la poetica di Pirandello.
Lapproccio alla civilt come maschera pu essere assunto come motore centrale dell itinerario speculativo di Nietzsche dalla riflessione sui greci, fino alla nozione di superuomo (o oltreuomo). Intorno al rapporto tra essere e apparire si costituisce quindi tutto il pensiero nietzscheano.
massima espressione nella statuaria greca, non altro che unillusione, una maschera che serve a sopportare lesistenza, la quale viene colta invece nella sua interezza dalla saggezza dionisiaca con cui condivide il carattere oscuro e caotico. Riconoscendo nellessenza dellesistenza la contrapposizione dellapollineo e del dionisiaco, di tutti i contrasti interni,e quindi del molteplice, Nietzsche prende le distanze dalla concezione dellessere come LUno di Schopenhauer e lo inserisce comunque nel quadro decadente.
che lui stesso, quasi diverse sue oggettivazioni, e risultano pi complete e autentiche di quelle dellepico e del musicista. Se il problema fosse solo fuggire dal dionisiaco, lepopea sarebbe larte suprema, se invece fosse solo immedesimarsi nel dionisiaco, larte maggiore sarebbe la musica (come accadeva in Schopenhauer quando avviene lidentificazione nellUno primordiale). Invece, come gi detto prima, con le conclusioni sul discorso di Tristano nella Nascita della tragedia larte suprema la tragedia perch si ha un processo di identificazione nelle immagini analogo a quello della lirica, che esclude sia loggettivit propria della scultura e dellepica, sia il confondersi caoticamente nel tutto, peculiare del musicista dionisiaco. E questo processo di identificazione la vera alternativa al travestimento per debolezza, proprio delluomo della decadenza. Anche il lirico e la tragedia vivono nel mondo della maschera. Quindi la maschera decadente il travestimento delluomo debole, e pi in generale ogni maschera nata dalla paura e dallinsicurezza; mentre la maschera non decadente nasce dalla forza e dalla sovrabbondanza del dionisiaco. Questa diversificazione della maschera implicitamente presente nelle sue opere giovanili.
Edipo che scioglie lenigma della natura, deve anche violare, come lassassino del padre e marito della madre, i pi sacri ordini naturali. Anche la figura di Prometeo ha come carattere fondamentale la rottura dellordine naturale, delle gerarchie e delle leggi che regolano il rapporto con gli dei. Anche in Prometeo c un fondo edipico, in quanto anzitutto va contro la figura paterna rappresentata da Zeus. Il significato dei due miti, analogo, anche se in Prometeo la ribellione ai tab familiari, sociali e religiosi ha come scopo la fondazione di una civilt in cui luomo non debba pi temere la natura, ma la domini con la tecnica, di cui il fuoco simbolo. Essendo la natura equiparabile al dionisiaco a prima vista, il mondo delle apparenze sembra potersi tutto unificare sotto il segno dello sforzo di una liberazione dal dionisiaco; qui rientrano sia la creazione degli dei olimpici, sia linvenzione della scienza come sistema di finzioni utili per dominare la natura, sia, anche, il travestimento con cui luomo della decadenza cerca di nascondere la propria debolezza, insicurezza, paura. Il discorso sulla genesi e il significato della tragedia ci mostra che , di fatto, la liberazione operata dallarte non tanto una liberazione dal dionisiaco quanto una liberazione del dionisiaco. Nella tragedia proprio il mondo delle apparenze definite che viene sconvolto e messo in crisi a tutti i livelli, e solo luomo, divenuto Satiro, conquista la possibilit di produrre liberamente apparenze non condizionate dalla paura n finalizzate alla conquista della sicurezza.
Perch mai, o Dei, due e due dovrebbe fare quattro? Alexander Pope
Introduzione
Fino ad ora l'attivit pi profonda dei matematici del XX secolo stata la ricerca sui fondamenti. I problemi imposti ai matematici, e altri che essi hanno preso volontariamente in considerazione, riguardano non solo la natura della matematica, ma anche la validit della matematica deduttiva. Nei primi anni del secolo attivit diverse convergevano a portare in primo piano il problema dei fondamenti. La prima fu la scoperta di contraddizioni, dette paradossi, soprattutto nella teoria degli insiemi. Numerose altre vennero scoperte all'inizio del secolo; la scoperta di contraddizioni non poteva che disturbare profondamente i matematici. Un altro problema che era stato gradualmente riconosciuto e che venne allo scoperto negli stessi anni quello della coerenza della matematica. Visti i paradossi sulla teoria degli insiemi, la coerenza, soprattutto in questo settore, doveva essere dimostrata. Verso la fine del XIX secolo, numerosi studiosi avevano cominciato a rivedere i fondamenti della matematica, e in particolare i rapporti fra matematica e logica. La ricerca in questarea sugger a qualche matematico che la matematica poteva essere fondata sulla logica. Altri mettevano in discussione l'applicazione universale dei principi logici, il significato di certe dimostrazioni, ed anche la fiducia nella dimostrazione logica come conferma della fondatezza dei risultati matematici. Le controversie che covavano sotto la cenere prima del 1900 presero violentemente fuoco quando i paradossi e i problemi sulla coerenza aggiunsero nuova legna al fuoco. Da allora in poi la questione di una fondazione corretta di tutta la matematica divenne vitale e d'interesse generale.
La causa di tutti questi paradossi, come rilevano Russell e Whitehead, che un oggetto viene definito in termini di una classe di oggetti che contiene l'oggetto stesso. Sarebbe come dire che 3 la classe di tutti gli insiemi che contengono 3 elementi. Simili definizioni sono dette anche impredicative, e si trovano soprattutto nella teoria degli insiemi. Questi paradossi turbarono profondamente i matematici, perch compromettevano non solo la teoria degli insiemi, ma una larga fetta dell'analisi classica.
Le tre scuole
La scuola logista
i cui fondatori furono Bertrand Russell (1872-1970) e Alfred North Whitehead (1861-1947), si ripropone di fondare tutta la matematica sulla logica: al lavoro di tale scuola si deve, tra l'altro, gran parte del formalismo logico oggi comunemente adottato. Come abbiamo gi visto, l'analisi infinitesimale viene fondata sull'aritmetica e questa, a sua volta, sulla teoria degli insiemi: la teoria degli insiemi viene ridotta quindi alla logica: non necessario alcuno degli assiomi propri di ciascuna delle teorie matematiche, che divengono cos semplici estensioni della logica e dei suoi assiomi. Tuttavia, per rendere possibile tale costruzione, i logicisti dovettero introdurre degli assiomi, quali l'assioma della scelta e l'assioma della riducibilit, che furono fortemente criticati, essendo molto lontani dall'evidenza intuitiva che solitamente si richiede a un assioma. Oggetto di forti critiche fu anche la complessiva artificiosit della costruzione logicista.
La scuola intuizionista
i cui rappresentanti pi importanti sono senza dubbio il francese Jules Henry Poincar (1854-1912) e l'olandese Luitzen Egbertus Brouwer (1881-1966), si propone invece di rifondere la matematica su basi costruttive e finitiste: il concetto di infinito in atto , secondo l'intuizionismo, il peccato originale della matematica e la causa di tutti i paradossi. Si osservi che non viene respinto in blocco il concetto di infinito: ad esempio, il concetto di numero naturale considerato legittimo, in quanto ogni numero naturale pu essere costruito applicando la funzione successivo un numero finito di volte a partire dallo zero; l'insieme dei numeri naturali pu essere quindi considerato legittimamente, a condizione che lo si consideri come dato in potenza, in quanto ogni suo elemento costruibile, ma non pu essere considerato come dato nella sua totalit. Questo approccio porta a rifiutare l'applicazione della legge del terzo escluso agli insiemi infiniti: dalla dimostrazione che non tutti gli elementi di un insieme infinito godono di una certa propriet, non lecito dedurre l'esistenza di qualche elemento che non gode di tale propriet, a meno che un tale elemento non possa essere individuato con un procedimento costruttivo. Analogamente respinta ogni definizione che non indichi esplicitamente il metodo necessario a costruire l'oggetto definito. Il concetto di numero reale, cos com' a noi noto, non legittimo: gli intuizionisti accettano solo i numeri reali ricorsivi, ossia quei numeri reali che possono essere effettivamente approssimati con una qualunque precisione prefissata in un numero finito di passi. L'approccio intuizionista apparentemente molto limitativo, in quanto nega validit alle dimostrazioni per assurdo cos comuni nella matematica e, per questo, incontr forti resistenze. Ci nonostante gli intuizionisti riescono a ricostruire, sulle basi da essi proposte, buona parte della matematica classica e dell'analisi infinitesimale.
La scuola formalista
rappresentata soprattutto dal tedesco David Hilbert (1862-1943), fu forse quella il cui programma ebbe, paradossalmente, pi successo anche negli insuccessi. Il formalismo si propone di chiarire alcuni fondamentali concetti matematici e metamatematici, quali i concetti di coerenza, dimostrazione e lo stesso concetto di verit, applicando a essi gli stessi metodi della matematica. Nel far ci assume e rielabora la logica formale proposta dai logicisti e pone cos le basi di molte fruttuose teorie, quali la logica matematica nella sua forma attuale, la teoria della ricorsivi, la teoria della dimostrazione, la teoria dei modelli. Pur accettando nella matematica il concetto di infinito e le dimostrazioni per assurdo, il formalismo, per mettersi al riparo dalle critiche intuizioniste e da eventuali paradossi, a livello metamatematico cerca di limitarsi all'applicazione di metodi finitisti e costruttivi. Non ci dilungheremo oltre nell'esposizione dell'approccio formalista, perch esso , sostanzialmente, quello seguito nella parte teorica di questo capitolo. Ci limitiamo a osservare che il programma di Hilbert, che era quello di dimostrare la coerenza dell'aritmetica, fall definitivamente nel 1931, quando l'austriaco Kurt Gdel (1906-1978) dimostr l'indimostrabilit della coerenza dell'aritmetica con metodi finitisti: si tratta di un corollario del famoso teorema d'incompletezza.
1 teorema di Gdel: Se il sistema formale P non contraddittorio, allora sintatticamente incompleto, nel senso che esiste una proposizione G di P tale che tanto G quanto ~G sono indimostrabili in P. 2 teorema di Gdel: se P non contraddittorio, la sua non contraddittoriet non pu essere dimostrata in P; pi precisamente scelta opportunamente una formula, diciamo N(P), che esprime la non contraddittoriet di P, si ha che N(P) indimostrabile in P. Concludendo, si pu dire che nessuna delle tre scuole riusc a raggiungere gli obiettivi che si era prefissata: il logicismo e l'intuizionismo, per motivi diversi, non riuscirono a fornire un approccio alla matematica universalmente accettabile, mentre il formalismo, che ebbe indubbiamente pi successo, si scontr con i risultati di Gdel. Tuttavia, molte delle proposte di questi movimenti ebbero una notevole influenza e aprirono le porte a nuovi fruttuosi sviluppi che ancora oggi sono al centro della ricerca. Nonostante l'impasse a cui giunta la ricerca sui fondamenti, la matematica resta viva e vitale.
Un personaggio, signore, pu sempre chiedere ad un uomo chi . Perch un personaggio ha veramente una vita sua, segnata di caratteri suoi, per cui sempre qualcuno. Mentre un uomo non dico lei, adesso un uomo cos in genere, pu non essere nessuno. Luigi Pirandello, Sei personaggi in cerca dautore
Introduzione
Vissuto nel periodo a cavallo tra 800 e 900, fra il naturalismo e linizio del decadentismo Pirandello, come Svevo, definito uno scrittore isolato, difficile da inquadrare in un movimento letterario ben definito. Proprio a cavallo tra i due secoli si determina la crisi dei valori ottocenteschi, dove viene meno la fiducia nella scienza, nella razionalit e nei valori borghesi. Pirandello vive e rappresenta questa crisi sentendone le contraddizioni, e porta nella letteratura italiana alcuni dei caratteri fondamentali dellavanguardia europea scaturiti proprio da questa crisi, come il relativismo, la tendenza alla scomposizione e alla deformazione, il gusto per il paradosso, la scelta dellironia e dellespressionismo. Di questa crisi delle ideologie e dei valori morali e culturali, Pirandello ne mostra coscienza gi nel saggio Arte e coscienza doggi pubblicato nel 1893. In esso descrive la crisi intellettuale e morale della sua stessa generazione dove sono crollate le vecchie norme e non sono ancor sorte o bene stabilite le nuove, e, a causa di questo, nessuno pi riesce a stabilirsi un punto fermo e incrollabile perch i termini astratti han perduto il loro valore, mancando la comune intesa, che li rendeva comprensibili. A causa di questa relativit di ogni cosa, la modernit appare a Pirandello come un intreccio contraddittorio di spinte e controspinte, ciascuna delle quali relegata alla relativit del proprio punto di vista e perci incapace di aspirare alla verit.
La poetica di Pirandello
Lumorismo
Lelaborazione della poetica dellumorismo avviene fra il 1904, data delle due premesse iniziali del il fu Mattia Pascal che gettano gi le basi della nuova poetica, e il 1908, anno in cui esce il volume lUmorismo. Lumorismo pirandelliano lespressione del pensiero e della cultura del relativismo filosofico il quale presuppone sia la messa in discussione del positivismo, sia delle ideologie romantiche. Del positivismo Pirandello rifiuta il criterio della verit oggettiva, garantita dalla scienza; del Romanticismo lidea della verit soggettiva e della centralit del soggetto. Entrano in crisi tanto soggettivit quanto la oggettivit, ed il concetto stesso di verit che viene posto radicalmente in questione. Ne deriva un assoluto relativismo che sul piano artistico trova elaborazione nella poetica pirandelliana dellumorismo. Anche se Pirandello tenta di darle un fondamento eterno e ontologico, in realt la poetica dellumorismo nasce da una riflessione sulla modernit. La stessa contrapposizione fra larte umoristica e quella epica e tragica, di cui si parla nellUmorismo, deriva dalla constatazione che nella modernit la poesia fondata sul tragico e sulleroico non pi possibile. Le categorie di bene e di male, su cui si basavano la tragedia, sono infatti venute a mancare. Non esistono pi parametri certi di verit perci lumorismo non propone valori, ma un atteggiamento esclusivamente critico , e personaggi problematici, inetti nellazione pratica; mette in rilievo le contraddizioni e le miserie della vita, irridendo e compatendo allo stesso tempo. Luomo contemporaneo, non avendo pi valori su cui fondare il proprio agire, vive creandosi delle illusioni. Lillusione fa si che noi ci vediamo non quali siamo, ma quali vorremmo essere. Lumorista scompone lillusione e ne scopre il gioco. Lipocrisia alla base del vivere sociale perch pi facile attraverso una comune menzogna conciliare tendenze contrastanti. Lumorista toglie la maschera allipocrisia e mostra il suo vero volto. Quanto pi si deboli tanto pi si sente il bisogno di ingannare gli altri simulando la forza, lonesta e cos via. Lumorista svela quest inganno. Come si mente nella vita sociale, presentandoci diversi da quelli che siamo, allo stesso modo si mente a noi stessi, sdoppiandoci e moltiplicandoci, sfuggendo da unanalisi profonda dei veri aspetti della nostra personalit. E lumorista allora che compie questanalisi.
autoinganni con cui il soggetto si difende dalla forza sconvolgente dei bisogni vitali. Il soggetto costretto a vivere nella forma, non pi una persona integra, coerente e compatta, ma si riduce ad una maschera (o a un personaggio) che recita la parte che la societ esige da lui e che egli stesso si impone secondo i suoi ideali morali. Proprio per questo nellarte umoristica non sono pi possibili n persone n eroi, ma solo maschere o personaggi. Il personaggio ha davanti a se solo due strade: o sceglie lipocrisia, ladeguamento passivo alle forme, oppure vive consapevolmente, amaramente e autoironicamente, la scissione tra vita e forma. Nel primo caso solo una maschera, nel secondo diventa una maschera nuda dolorosamente consapevole degli autoinganni propri e altrui, ma impotente a risolvere la contraddizione che pure individua. In questo caso interviene la riflessione e il personaggio pi che vivere, si guarda vivere.
Il fu Mattia Pascal
Al tempo in cui usc il racconto, le reazioni negative non mancarono: critici abituati al metodo della narrativa ottocentesca non esitarono a giudicare assurde le innovazioni di Pirandello. Il fatto che Mattia fugge e, per lerrata identificazione del cadavere, si fa credere morto, una delle principali accuse per linverosimiglianza del romanzo pirandelliano. Per questo quando Pirandello trova pi tardi nella cronaca un fatto simile, aggiunge alla ristampa del 21 un appendice al romanzo intitolata avvertenze sugli scrupoli della fantasia, per sostenere la plausibilit delle vicende raccontate. Cos facendo, cio entrando nel merito della verosimiglianza del racconto, di fatto svuota lartificio del manoscritto in cui Pascal avrebbe raccontato la propria storia. Unoperazione analoga era stata compiuta anche da Svevo allinizio della Coscienza di Zeno, avvisando, attraverso la premessa del dottor S., che quanto sta per raccontare solo un cumulo di verit e bugie. Mentre il narratore ottocentesco intende persuadere il lettore di stare raccontando una verit, il narratore primonovecentesco, a causa della crisi delle certezze che pervade tutto linizio secolo, non crede pi ad alcuna verit, neppure alla propria, e invita il lettore alla diffidenza e alla sorveglianza critica. La caratteristica fondamentale dello stile narrativo di Pirandello sta proprio nella sua straordinaria capacit di inventare situazioni, vicende e storie, ora comiche , ora pietose, ora grottesche, ma sempre strane, talvolta assurde. La scelta della vicenda, il momento pi importante della creazione artistica secondo Salinari, perch un sentimento del mondo cos disgregato e contraddittorio, una visione della vita in cui domina il caos e lirrazionale, non pu che cogliere nella realt che lo circonda tutti gli aspetti pi assurdi e contraddittori, e metterli a confronto con i dati del senso comune, della societ costituita. La trovata dunque la caratteristica essenziale del suo stile. In questo senso Il fu Mattia Pascal rappresenta il romanzo della svolta. Inoltre in esso gi si applica la poetica dellumorismo; Pirandello vuole esplicitamente collegare il romanzo al saggio sia tramite le due premesse iniziali e il capitolo XII e XIII che sono veri e propri contributi teorici alla poetica dellumorismo, sia tramite la dedica del saggio alla buonanima di Mattia Pascal bibliotecario.
Il fu Mattia Pascal
(il lanternino) sento alla fine a un soffio, ci accoglier la notte perpetua, dopo il giorno fumoso della nostra illusione, o non rimarremo noi piuttosto alla merc dellEssere, che avr soltanto rotto le vane forme della nostra ragione? [] Se la morte, insomma, che ci fa tanta paura, non esistesse e fosse soltanto, non lestinzione della vita, ma il soffio che spegne in noi questo lanternino, lo sciagurato sentimento che noi abbiamo di esso, penoso, pauroso, perch limitato, definito da questo cerchio dombra fittizia, oltre il breve ambito dello scarso lume che noi, povere lucciole sperdute, ci projettiamo attorno, in cui la vita nostra rimane come imprigionata, come esclusa per alcun tempo dalla vita universale, eterna, nella quale ci sembra che dovremo un giorno rientrare, mentre gi ci siamo e sempre ci rimarremo, ma senza pi questo sentimento desilio che ci angoscia? Il limite illusorio, relativo al poco lume nostro, della nostra individualit: nella realt della natura non esiste.
Lumorismo
Spenta alla fine dal soffio della morte, ci accoglier davvero tutta quellombra fittizia, ci accoglier la Notte perpetua dopo il giorno fumoso della nostra illusione, o non rimarremo noi piuttosto alla merc dellEssere, che avr rotto soltanto le vane forme della ragione umana? Se la morte fosse soltanto il soffio che spegne in noi questo sentimento penoso, pauroso, perch limitato, definito da questo cerchio dombra fittizia, oltre il breve ambito dello scarso lume che ci projettiamo attorno, e in cui la vita nostra rimane come esclusa per alcun tempo dalla vita universale, eterna, nella quale ci sembra che dovremo un giorno rientrare, mentre gi ci siamo e sempre ci rimarremo, ma senza pi questo sentimento desilio che ci angoscia? Non anche qui illusorio il limite e relativo al poco lume nostro, della nostra individualit?
Il fu Mattia Pascal
E se tutto questo bujo, questo enorme mistero, nel quale indarno i filosofi dapprima specularono, e che ora, pur rinunziando allindagine di esso, la scienza non esclude, non fosse in fondo che un inganno come un altro, un inganno della nostra mente, una fantasia che non si colora? Se noi finalmente ci persuadessimo che tutto questo mistero non esiste fuori di noi, ma soltanto in noi, e necessariamente, per il famoso privilegio del sentimento che noi abbiamo della vita, del lanternino cio, di cui le ho finora parlato?
Lumorismo
Tutta quellombra, lenorme mistero che tanti e tanti filosofi hanno invano speculato e che ora la scienza, pur rinunziando allindagine di esso, non esclude, non sar forse in fondo un inganno della nostra mente, una fantasia che non si colora? Se tutto questo mistero, insomma, non esistesse fuori di noi, ma soltanto in noi, e necessariamente, per il famoso privilegio del sentimento che noi abbiamo della vita?
della propria coscienza sia la luce stessa delle cose poich luomo ha bisogno di verit assolute per credere che i propri valori siano certi e che quindi la realt sia oggettiva. In realt queste non sono che proiezioni soggettive da cui ne deriva il carattere illusorio di qualunque certezza, anche di quelle date dalla religione e dalla scienza. A complicare le cose va aggiunto che gli stessi lanternini delle coscienze individuali cessano di illuminare il cammino nei momenti di trapasso e di crisi: infatti essi perdono la luce dei lanternoni, cio delle grandi ideologie collettive che sono storicamente determinate. Quando questi lanternoni cessano di fare luce a causa dello sviluppo storico che rende improponibili i valori del passato, allora anche i lanternini si spengono.
La libert
Alla luce delle teorie di Anselmo Paleari, si pu dire che uno dei temi portanti quello incentrato sulla crisi didentit, ma secondo alcuni critici, tra cui Enzo Lauretta, non rappresenta il motivo principali di fondo come invece in Uno, nessuno e centomila. Piuttosto quella di Mattia risulta una storia di libert. Posseduta nella prima parte del romanzo, nella zona campestre, la libert viene persa con il laccio del matrimonio e quindi della forma, per poi essere recuperata a pieno, grazie alle infinite potenzialit della nuova vita. Sennonch nel duro confronto con lesistenza, Mattia comincia a rendersi conto di dover porre un certo freno alla mia libert cos sconfinata ma anche un tantino tirannica perch nella mia libert sconfinata mi riusciva difficile cominciare a vivere in qualche modo. Senza la maschera che portava prima infatti Mattia si sente sperduto in quella nuova libert illimitata.
La struttura
Oltre alla novit ideologica, questo romanzo Pirandelliano propone una novit anche sul piano strutturale. Anzitutto si tratta di una narrazione retrospettiva in prima persona, che inizia a vicenda conclusa e in cui linizio coincide con la fine. Il romanzo consta di tre parte che rappresentano tre diversi modelli di romanzo. Neglultimi due capitoli e nelle due premesse (che rappresentano i primi due capitoli) il protagonista il fu Mattia Pascal. Egli vive in una condizione di non vita, di acronia, di totale estraneit rispetto allesistenza, in un tempo fermo e in uno spazio morto (quello di 4
una biblioteca che nessuno frequenta). Siamo in una situazione in cui non si pu sviluppare alcuna storia, e il modulo narrativo quindi quello dellantiromanzo. Una seconda parte la possiamo individuare nei capitoli III-IV; qui il protagonista il giovane Pascal e il romanzo quello idillicofamiliare, la zona campestre, dove la civilt industriale moderna penetra a causa dellamministratore ladro Batta Malagna che pone in crisi il precedente equilibrio. Lo snodo tra la seconda e la terza parte lo troviamo nel capitolo VII, dove Mattia decide di cambiare identit. Comincia a questo punto la terza parte del romanzo dove il modello romanzesco quello del romanzo di formazione o buildingsroman. Lo spazio cambia ancora, e dalla campagna si passa a quello delle grandi citt. Di questa terza parte il protagonista la reincarnazione (se cos lecito definirlo) di Mattia, Adriano Meis, che cerca di costruirsi un nuovo io senza pi obblighi di sorta. Ma in realt la sua esperienza si risolver in un fallimento e quindi si potrebbe definire si un romanzo di formazione, ma alla rovescia. A questo punto, giunti aglultimi due capitoli torniamo nellantiromanzo in cui il protagonista, il fu Mattia Pascal, decide di restare nel paese natale come fuori dalla vita Ormai Pascal diventato una maschera nuda, non vive pi, ma guarda vivere. C chi vuole vedere nel discorso finale di Mattia, come ad esempio Benedetto Croce, una specie di morale manzoniana sostenendo che fuori dalla legge e fuori di quelle particolarit, liete o tristi che siano, per cui noi siamo noi [], non possibile vivere. Ma lo stesso Mattia pu obbiettare che, sia pure per circostanze esteriori non gli affatto accaduto di rientrare n nella legge n nelle mie particolarit . Pascal ha capito insomma che lidentit non pu esistere, ne, tanto meno, pu essere garantita da uno stato civile che semmai riduce luomo a forma, a maschera.
Bibliografia
Il fu Mattia Pascal Miti e coscienza del decadentismo italiano da pag. 249 a pag. 284 La linea Svevo Pirandello da pag. 186 a pag. 197 e pag. 241-242 Come leggere Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello da pag. 25 a pag. 110 La scrittura e linterpretazione vol. 3 tomo II da pag. 193 a pag. 311 Il soggetto e la maschera, Nietzsche e il problema della liberazione da pag. 9 a pag. 41
Dodero Kline
Nuovi elementi di matematica vol. C da pag. 390 a pag. 392 Storia del pensiero matematico vol.2 da pag. 1377 a pag. 1408