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imperialismo
Pochi altri termini che stanno a indicare movimenti collettivi, realt
complesse e diffuse dell'et contemporanea hanno avuto, come
questo, una pluralit di valenze interpretative. Nel caso
dell'imperialismo gli approcci politici, quelli teorici e quelli sto riografici
si sono tra loro variamente combinati, dando la misura della centralit
del fenomeno ai fini della comprensione dei maggiori processi epocali
sviluppatisi a partire dalla seconda met dell'Ottocento.
L'IMPERIALISMO
STATUNITENSE.
Nel
dibattito
storiografico
sull'argomento, avviatosi negli Stati uniti nel primo dopoguerra, il
termine imperialismo generalmente riferito alla fase di interventismo
statunitense negli anni di passaggio dal XIX al XX secolo, mentre per
la seconda met del Novecento per lo pi utilizzato il concetto
diegemonia americana. Le prime ricostruzioni furono fortemente negative e
condannarono la guerra ispano-americana e in particolare la conquista delle Filippine
come estranea ai valori democratici della nazione (C.A. Bird, The Idea of National
Interest, 1934) o quantomeno come gesto di inutile e sbagliata aggressivit (S.F.
Bemis, Diplomatic History of the United States, 1936, e J.W. Pratt, Expansionists of
1898, 1936). Queste interpretazioni tesero a evidenziare e criticare in particolare i
fattori ideologici e culturali interni che spinsero all'espansione di fine Ottocento: gli
influssi del darwinismo sociale e dello spirito missionario protestante, le pressioni
sciovinistiche esercitate sull'opinione pubblica, e attraverso di essa sul mondo politico,
dalla nuova stampa popolare. Pi radicali furono le successive elaborazioni degli storici
revisionisti come W. La Feber (The New Empire, 1963), W.A. Williams (The Roots of the
American Empire, 1969), ma anche di studiosi d'impronta realista come R.W. van
Alstyne (The Rising American Empire, 1960), che videro un carattere intrinsecamente
imperialista nell'intera espansione del paese verso l'ovest fin dai tempi delle tredici
colonie originarie, con l'espulsione delle popolazioni autoctone e la sostituzione alla
dominazione messicana lungo l'intero corso del XIX secolo. La politica
dell'imperialismo statunitense di fine secolo consi-derata all'interno di questa
sostanziale continuit e la sua particolare aggressivit viene addebitata alle incertezze
economiche dopo la depressione del 1893 e alla convinzione di importanti settori
imprenditoriali che fosse necessario proiettarsi verso i mercati internazionali (politica
della porta aperta). Gli storici infine che accettarono l'imperialismo statunitense di fine
secolo in nome del realismo politico nell'agone tra le potenze, pur discostandosi dalle
precedenti interpretazioni sottolinearono comunque anch'essi l'atipicit di quella
stagione (E. R. May, Imperial Democracy, 1961; D. Perkins, Gli americani e la politica
estera, 1962, ed. it. 1965).
materialismo storico
Nella cultura occidentale non sono mai mancate concezioni che scorgevano il fattore determinante
della storia nelle condizioni materiali di vita. Tuttavia si suole ormai chiamare materialismo
storico la concezione della storia fondata sulla dottrina di K. Marx. In parte notevole gi presente
nell'opera di Marx stesso, il materialismo storico ricevette un'elaborazione teorica fondamentale dal
suo collaboratore e amico F. Engels e poi, tra Ottocento e Novecento, da un dibattito che impegn
gran parte della cultura europea. Nella prefazione a Per la critica dell'economia politica del 1859,
Marx forn sinteticamente ed efficacemente i lineamenti essenziali della sua filosofia della storia: gli
ordinamenti statuali e i vincoli legali non possono essere spiegati soltanto con lo sviluppo generale
dello spirito umano, ma bisogna piuttosto risalire alle condizioni materiali di vita e di produzione.
Dunque la vera struttura della societ va cercata nell'economia politica. In sostanza, per Marx nella
produzione delle proprie condizioni materiali di vita gli uomini costruiscono un insieme di relazioni
che sono la vera struttura della societ. La storia, per chi la sappia guardare con occhi sgombri
da ideologie(cio falsi sistemi di pensiero), non che l'evoluzione di queste strutture economiche.
Tutto il resto (diritto, religione, cultura, arte ecc.) non che sovrastruttura e dunque, in quanto tale,
dipendente dalla struttura e senza vera autonomia. Le varie fasi della storia umana sono pertanto
intrinsecamente caratterizzate dai differenti livelli raggiunti dalle societ umane nell'organizzazione
della produzione materiale e dei suoi strumenti. Marx distingue nella storia una fase asiatica,
una antica, una feudale e una borghese. Peraltro il passaggio da una fase all'altra (e qui si coglie un
lato del potente influsso hegeliano su Marx) avviene per le contraddizioni insanabili che vengono a
costituirsi in seno a ciascuna forma di organizzazione produttiva. Marx ritiene che at traverso la
contraddizione estrema a cui inevitabilmente conduce la societ borghese si giunger, attraverso un
capovolgimento dialettico (ossia una rivoluzione), a una fase finale della storia in cui si attuer un
sistema economico senza propriet privata dei mezzi di produzione e quindi senza il conseguente
sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Nel dibattito di fine Ottocento uno sviluppo originale lo si ebbe
proprio in Italia con la polemica accesasi tra Antonio Labriola, che cercava di attenuare il carattere
deterministico del materialismo storico mantenendone per il carattere di filosofia della storia, e B.
Croce, che negava contenuto di verit logico-filosofica alla dottrina marxista e al materialismo
storico vedendone tuttavia un potente stimolo all'allargamento degli orizzonti storiografici grazie
all'inclusione di fenomeni e temi prima trascurati. Intervenendo per suo conto nella polemica, G.
Gentile invece sottolineava l'aspetto volontaristico, di filosofia della prassi, insito nel materialismo
storico (di qui il convinto apprezzamento di Lenin agli studi gentiliani su Marx). Al di l della sua
immensa fortuna politica e culturale, in netto declino nella seconda met del Novecento, il
materialismo storico ha in effetti costituito per gli studi storici un'esperienza o un elemento di
confronto fondamentale: non solo per l'attenzione che, in ogni tipo di indagine storica, ha insegnato
a rivolgere ai fattori economici, alle tensioni e alle lotte di classe, ma anche perch ha contribuito a
infrangere definitivamente il modello storiografico ottocentesco che vedeva nello stato l'unico
soggetto storico-politico che dava dignit e legittimit storica alle forze che agitano le societ
umane.
K. Marx, Per la critica dell'economia politica, Editori riuniti, Roma 1973; A. Labriola, La
concezione materialistica della storia, Laterza, Roma-Bari 1976; B. Croce, Materialismo storico ed
economia marxistica, Laterza, Roma-Bari 1978.
E. Cutinelli-Rndina