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Zeitschrift des Max-Planck-Instituts für europäische Rechtsgeschichte

Journal of the Max Planck Institute for European Legal History


Rechts Rg
geschichte

Rechtsgeschichte
Legal History
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http://rg.rg.mpg.de/Rg20 Rg 20 2012 274 – 308

Mario G. Losano

Un modello italiano per l’economia nel Brasile di


Getúlio Vargas: la «Carta del Lavoro» del 1927

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Sommario Abstract

Il corporativismo fu uno degli elementi caratte- Corporativism was one of the characteristic
rizzanti dello Stato fascista, che con esso intendeva elements of the Italian fascist State, which through
ricollegarsi alla tradizione medievale italiana. it intended to connect again with the Italian
Oscillando tra storia e «invented tradition», con medieval tradition. Oscillating between history
esso il governo fascista proponeva una soluzione and «invented tradition», the corporativism of the
alla crisi economica degli anni Trenta e un’alterna- fascist government proposed a solution to the
tiva allo Stato tanto liberale quanto comunista, economic crisis of the Thirties and an alternative
cioè una «terza via». Del corporativismo italiano to both the liberal and communist State, i. e. a
vengono sinteticamente esaminate le origini, l’e- «third way».The present text synthetically describes
voluzione e la struttura, dedicando particolare the origins, evolution, and structure of Italian
attenzione alla Carta del Carnaro del 1920, il do- corporatism, with special attention paid to the
cumento che lo preparò durante l’avventura di «Carta del Carnaro» of 1920, the document which
Fiume di Gabriele d’Annunzio. Il corporativismo, prepared the way during the short adventure in
come modello di gestione economica che negava la Fiume of Gabriele d’Annunzio. As a model of
lotta di classe, si diffuse in Europa e fuori di essa economical gestion denying the struggle of class,
nell’epoca delle dittature. L’attenzione si concentra in the age of dictatorships, corporatism spread
sul Brasile, nella sua transizione dalla República both within and outside Europe. The analysis
Velha alla dittatura di Getúlio Vargas, iniziata nel focuses on Brazil during its transition from the
1930 e durata fino al 1954, anche se in modo «República Velha» to the dictatorship of Getúlio
istituzionalmente non unitario. All’interno del Vargas, which started in 1930 and lasted until 1954,
movimento che l’accompagnò, l’«Integralismo», il although with some institutional changes. With-
filosofo Miguel Reale (1910–2006) propugnò un in the political movement of this time, called
corporativismo democratico. Il modello corporati- «Integralismo», the philosopher Miguel Reale
vo italiano si riflette in alcune parti della vasta (1910–2006) advocated a democratic corporati-
«Consolidação das Leis do Trabalho», emanata da vism. The Italian corporatist model is reflected in
Vargas nel 1943. Essa costituisce un chiaro esempio some parts of the huge «Consolidação das Leis do
della legislazione sociale che accompagnò molte Trabalho», enacted by Vargas in 1943. It is a clear
dittature del XX secolo e che, nel caso del Brasile, example of the social legislation accompanying
ebbe effetti anche dopo la caduta del regime. La several dictatorships of the 20th century, whose
«Consolidação» riguardava però soltanto i lavora- consequences were felt in Brazil long after the fall
tori urbani, mentre il Brasile era una società pre- of Vargas’ regime. The «Consolidação», however,
valentemente agraria. Per questo vengono passare referred only to the urban workers, while Brazil
in rassegna le misure a favore dei diritti sociali dei was a prevalently agrarian society. It is therefore
lavoratori urbani e agrari prese dai governi di necessary to pass in review the measures in favour
Juscelino Kubitschek (1902–1976) e di João Gou- of the urban and agrarian workers taken by the
lart (1919–1976), nonché, infine, la tutela accorda- governments of Juscelino Kubitschek (1902–1976)
ta nel 1964 ai lavoratori agrari dallo Statuto della and of João Goulart (1919–1976), as well as,
Terra. finally, the protection accorded in 1964 to the

× agrarian workers by the «Estatuto da terra».

×
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Mario G. Losano

Un modello italiano per l’economia nel Brasile di


Getúlio Vargas: la «Carta del Lavoro» del 1927
1 I diritti dei lavoratori, la crisi del ri», cioè i lavoratori e i proprietari. Le concezioni
parlamentarismo e la riscoperta delle classista e organicista rifiutavano quindi tanto la
corporazioni rappresentanza popolare attraverso i partiti politici
culminanti nel parlamento, quanto attraverso i
Il liberalismo del XVIII e XIX secolo aveva liberi sindacati, ritenuti inutili nella società bolsce-
favorito lo sviluppo industriale dell’Europa e il vica senza classi ovvero nella società interclassista
suo conseguente imperialismo coloniale; al tempo del corporativismo organicista. Perciò nei nuovi
stesso, il paternalismo della società agraria si era ordinamenti vennero aboliti i partiti e i sindacati,
dissolto in contrasti sempre più aspri tra lavoro e espressioni del conflitto fra individui o fra classi;
capitale. La «questione sociale» si era aggravata con inoltre la comune avversione alla società liberale
la fine della Prima guerra mondiale e con la crisi dei due estremismi di destra e di sinistra si mani-
economica del 1929. La ricerca di soluzioni poli- festò spesso in formulazioni curiosamente simili
tiche alternative al liberismo era sfociata nel 1917 nella forma, anche se opposte nella sostanza.
nella rivoluzione sovietica, mentre nel resto d’Eu- L’unione di più soggetti per affinità professio-
ropa, per reazione, si rinvigorivano sempre più i nale ha una storia antica, che risale alla Roma clas-
movimenti di estrema destra, che rifiutavano tanto sica. 1 Tuttavia il corporativismo moderno nacque
il vecchio liberalismo quanto il nuovo modello nel XIX secolo come reazione del cattolicesimo
sovietico. La critica al liberalismo – da destra e da politico al liberalismo laico, che poneva l’individuo
sinistra – aggrediva i suoi fondamenti economici al centro della vita sociale. Il pensiero cattolico
(il «liberismo» del «laissez faire, laissez passer») e corporativo contrapponeva all’atomismo indivi-
le sue istituzioni politiche (il parlamentarismo dualistico le comunità naturali (quelle della fami-
fondato sul pluripartitismo). Nella ricerca di una glia e del lavoro); al profitto capitalistico associava
«terza via», i movimenti ed i partiti di destra in- la «giusta mercede» di evangelica memoria e, inol-
dicarono nel corporativismo l’organizzazione che, tre, dissolveva lotta di classe in una visione organi-
nell’economia, avrebbe dovuto essere alternativa cistica o solidaristica della società. 2
sia al liberalismo sia al comunismo. In Francia lo scontro sociale culminò nella
In sintesi, la ricerca di un nuovo raccordo tra Comune di Parigi del 1871. Ma anche prima di
rappresentanza politica ed economia moderna essa era fiorito un pensiero sociale cristiano con
abbandonò il liberalismo e si affidò a due ideologie Joseph d’Haussonville (1809–1884), storico e po-
contrapposte. Chi credeva in una società divisa in litico cattolico che tuttavia appoggiò la richiesta
classi antagoniste, affidò la gestione dell’economia di libertà di culto avanzata dai protestanti, con
ai soli rappresentanti della classe lavoratrice: in Albert de Mun (1841–1914), 3 con René de la Tour
questo modo la concezione classista della società du Pin (1834–1924), 4 le cui idee sociali conflui-
produsse i «soviet» degli operai e contadini. Invece rono nell’Action Française, con Georges Valois
la concezione organicista della società considerò (1878–1945): 5 tutti legati alla destra più o meno
ogni raggruppamento sociale come un arto del estrema. Più in generale, la riviviscenza novecen-
corpo sociale e quindi alla visione conflittuale della tesca del corporativismo può essere anche ricon-
società classista contrapponeva la visione solidari- dotta ai solidaristi francesi e alla concezione della
stica della «corporazione», nelle quali erano armo- solidarietà meccanica e organica di Émile Durk-
nicamente rappresentati tutti (e solo) i «produtto- heim: «Os seus estudos, – scriveva Miguel Reale nel

1 Schiera (2005); Tarello (1970). Una Novecento, è contenuta nel vasto 2 Un quadro dettagliato è in Spiazzi
sintetica storia del corporativismo capitolo Historische und soziokritische (1992).
dall’epoca romana, attraverso il Me- Betrachtung der Arbeitsverhältnisse in 3 Mun (1908).
dioevo, il Rinascimento, il Risorgi- Italien, in Reiter (2005) 21–106. 4 Tour du Pin (1907).
mento e, più in dettaglio, nel 5 Valois (1919).

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1934, – baseados em dados positivos, vieram for- presentanza degli interessi», cioè favorevole al cor-
talecer a these dos solidaristas propugnadores de porativismo; e infatti «il corporativismo fascista
uma cooperação mais profunda entre os varios avrebbe da questa [scuola] attinto più di una sua
grupos sociais. Solidarismo e cooperativismo in- premessa». 8
tegral, eis uma das fontes mais importantes da Le dittature europee degli anni Trenta doveva-
doutrina fascista.» 6 no affrontare la crisi economica seguita alla Prima
La visione sociale del cattolicesimo ricevette il guerra mondiale e miravano a creare un’organiz-
riconoscimento ufficiale nell’enciclica Rerum No- zazione sociale che ponesse riparo alla povertà e
varum (1891), riconoscimento confermato nell’en- alla disoccupazione che ne erano derivate. Le sin-
ciclica Quadragesimo Anno del 1931, cioè dopo la gole legislazioni nazionali sull’organizzazione del-
crisi economica del 1929 e dopo la firma del l’economia e del lavoro si rivelano efficaci «spie» o
Concordato con lo Stato italiano corporativista. «fossili-guida» della circolazione del modello cor-
Da questa visione sociale prese origine anche il porativo: infatti l’emanazione di una legge ispirata
progetto politico di una «democrazia cristiana», al corporativismo implicava anzitutto la recezione
destinato ad ispirare numerosi partiti europei fino formale di quel modello, anche se poi l’applica-
ai giorni nostri. In Italia, massimo esponente del zione seguiva percorsi diversi. Un approfondimen-
corporativismo cattolico fu Giuseppe Toniolo to giuridico ed economico esigerebbe quindi
(1845–1918), 7 che insegnò economia proprio in un’analisi suddivisa Stato per Stato e, anche, settore
quell’Università di Pisa, destinata poi a divenire un economico per settore economico: ma per fare ciò
cenacolo di corporativisti nell’epoca fascista. occorrerebbe una rappresentazione meno generale
Dall’alveo generale del corporativismo conser- della sommaria mappa proposta nelle pagine che
vatore deriva il corporativismo italiano, destinato seguono.
ad assumere un articolato sviluppo istituzionale e L’affermarsi delle dittature e la lotta contro di
giuridico nell’Italia fascista, sia nel regime musso- esse coinvolgeva i diritti fondamentali dei cittadini.
liniano dal 1922 al 1943, sia nella Repubblica Nello scontro fra liberalismo, fascismo e comu-
Sociale Italiana dal 1943 al 1944. Gli scritti del nismo venivano infatti proposte soluzioni incom-
regime cercarono di mettere in rilievo l’«italianità» patibili soprattutto con le libertà individuali (so-
del corporativismo, ricercandone le radici nella prattutto con i diritti politici come la libertà di
tradizione culturale italiana. Basti un esempio: opinione, di riunione, di appartenenza a partiti,
nel 1929 una recensione elenca alcuni studiosi sindacati o a comunità, e così via); invece vennero
italiani dell’Ottocento «che delle istituzioni demo- favoriti alcuni diritti sociali, come il diritto al
cratiche e rappresentative costituiscono una piena lavoro e alla salute. Il primo fascismo derivava dal
critica, in nome di principi storicistici che essi socialismo, dal quale aveva ereditato l’attenzione ai
desumono da Vico». Nella linea che da Vico porta problemi sociali, da realizzare però in un contesto
a Cuoco – di cui si studiano gli aspetti antigiaco- che distruggeva le libertà proprie del passato libe-
bini «che lo rendono in modo singolare attraente» rale. Lo Stato corporativo nasceva quindi come
– vengono analizzati Roberto e Giacomo Savarese, uno Stato sociale sui generis. 9
Enrico Cenni, Nicola Santamaria e Federico Persi- Con l’intervento del giurista Alfredo Rocco
co: quest’ultimo «segna il culmine teorico della (1875–1935) al congresso nazionalista del 1914, il
scuola», che è scuola di critica alla «rappresentanza corporativismo divenne la bandiera dei nazionalisti
maggioritaria voluta dal costituzionalismo parla- italiani ed entrò nella «Carta del Carnaro» del
mentare» e favorevole a «una vera e propria rap- 1920, antesignana dei successivi sviluppi in epoca

6 Reale (1934b) 169; cfr. infra, nota 8 Notizie e commenti, in: Nuovi studi di zioni e misure che variano da Stato
110. diritto, economia e politica (1929) II a Stato per quantità e qualità: quindi
7 Dato il numero delle opere di Giu- 229: breve recensione al libro di il corporativismo fascista fu anche
seppe Toniolo, basti qui il rinvio ad Gómez Homen (1929). una proposta di Stato sociale. Talora
alcuni studi su di lui: Sorrentino 9 Nelle pagine seguenti, i termini «Sta- lo «Stato di benessere» è presentato
(1988); Sorrentino (2001). E inoltre: to sociale» e «Stato di benessere» come una forma più avanzata di
Ardigò (1978); Guccione (1972) vengono usati come sinonimi, anche «Stato sociale». Per esempio, è stato
(con lettere inedite di Toniolo in ap- se esistono dubbi su questo uso. Lo detto che lo Stato sociale «prende
pendice). Da non confondere con Stato sociale viene incontro alle esi- corpo negli anni Ottanta del XIX se-
Gianni Toniolo (Toniolo 1980). genze delle classi sfavorite con istitu- colo in Germania», mentre lo Stato di

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fascista (cfr. § 3). Alfredo Rocco divenne poi uno illegale, e quindi repressa), quanto anche i datori di
dei giuristi più in vista del fascismo e, come Mini- lavoro, che potevano essere indirizzati nella dire-
stro della giustizia (1925–1932), promosse il codice zione voluta dallo Stato. Questa pressione andò
penale e quello di procedura penale del 1930. crescendo con la politica bellicista del fascismo, che
Attraverso Alfredo Rocco il corporativismo entrò di fatto dal 1936 indirizzò la produzione indu-
nel fascismo, che ne fece la chiave di volta della sua striale verso forniture militari sempre più impel-
architettura economica. lenti.
Le prossime pagine rinunciano ad esporre le Fin dalle sue origini ottocentesche il pensiero
teorie che hanno fondato, o accettato, o criticato, o corporativo era stato funzionale ai regimi autocra-
respinto le aspirazioni delle dittature europee a tici; in particolare, il sistema delle corporazioni fu
presentarsi come una «terza via»; rinunciano anche la struttura economica portante del regime fascista,
a tentare un esame degli effettivi risultati delle loro e perciò cadde con esso: alla fine della guerra, la
politiche economiche fondate sul corporativismo. nuova Italia ancora in transizione fra la monarchia
Esse tracceranno soltanto un itinerario della circo- e la repubblica soppresse formalmente le corpora-
lazione delle idee sulla corporazione fascista nelle zioni il 23 novembre 1944.
dittature europee (§ 5) e in una delle due grandi
dittature sudamericane di quegli anni, quella bra-
siliana (§ 6 e ss.). 2 Che cos’è la corporazione fascista?
Ecco, a grandi linee, i punti nodali dell’ordina-
mento corporativo del fascismo italiano, i quali Il modello corporativo fu un elemento distinti-
verranno esaminati nelle prossime pagine (§ 2). I vo del movimento fascista, che ne fece ampio uso
sindacati liberi dei lavoratori vennero disciolti e anche come strumento di propaganda. Poiché
sostituiti da sindacati autorizzati e controllati dallo questo modello implicava la trasformazione del-
Stato. Ad essi vennero affiancate organizzazioni dei l’intera economia italiana, dovette essere realizzato
datori di lavoro, parimenti sotto tutela statale. con gradualità; inoltre venne spesso corretto sotto
Come struttura per il loro coordinamento venne la spinta degli eventi internazionali; infine, nel suo
istituito nel 1934 il Consiglio Nazionale delle complesso, il corporativismo italiano presentava
Corporazioni, una struttura gerarchica nella quale una sua architettura cui si ispirarono altri Stati.
il vertice dello Stato aveva di fatto sempre l’ultima Questi tre temi – genesi, evoluzione, struttura –
parola. Questo processo di riorganizzazione istitu- vengono ora esaminati separatamente.
zionale ebbe come ultima conseguenza la soppres-
sione della Camera dei Deputati di origine liberale,
2.1 Le corporazioni tra storia e «invented
sostituita dalla Camera dei Fasci e delle Corpora-
tradition»
zioni, 10 in cui confluirono i 500 membri effettivi
del Consiglio Nazionale delle Corporazioni. Poi- Le corporazioni – dal Medioevo all’epoca pre-
ché i partiti erano stati soppressi e sostituiti dall’u- industriale – garantivano ai partecipanti la mutua
nico partito fascista, lo Stato fascista si configurava assistenza, i rapporti con gli apprendisti e con la
a questo punto come «totalitario», nel senso che clientela, la qualità dei prodotti, la congruità dei
controllava ogni aspetto della vita sociale. prezzi. Esse costituirono quindi, secondo la rico-
Con le corporazioni il fascismo aveva consegui- struzione di Werner Sombart, 11 un pilastro del
to il duplice fine di imbrigliare tanto i sindacati (e, pre-capitalismo moderno. La loro decadenza nel
con essi, i movimenti operai e contadini, poiché XVIII fu dovuta alla rigidezza della loro struttura 12
ogni protesta fuori dallo schema corporativo era (irrilevante in questa sede), mentre invece il loro

benessere «sorge nella prima metà del 10 Legge 19 gennaio 1939, n. 129, Isti- ritardo nell’accettare le innovazioni
secolo XX in alcuni paesi del Nord e tuzione della Camera dei Fasci e delle suscitarono crescenti critiche (fisio-
del centro dell’Europa»; ma quest’ul- Corporazioni (pubblicata nella «Gaz- crati, Filangeri, Genovesi) che sfo-
timo «in fondo è soltanto uno svi- zetta Ufficiale» del 14 febbraio 1939, ciarono nella loro soppressione con
luppo ulteriore dello Stato sociale e lo n. 37). Turgot e, soprattutto, con la Rivolu-
si può tranquillamente sussumere in 11 Sombart (1916). zione francese, dalla quale prese ini-
questo concetto inteso in senso lato» 12 L’antica corporazione come corpo zio l’individualismo e il liberismo
(Sotelo [2010] 231). Più in generale, chiuso verso l’esterno, l’ereditarietà contro cui reagì il corporativismo del
cfr. Losano (2012b). delle posizioni, la rigida gerarchia e il XX secolo.

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principio ispiratore era destinato a far scuola anche confréries in Francia ecc.; e, prima ancora, collegia,
nei secoli successivi. Poiché esse erano unioni dei fratriae, sodalitates, scholae. In Italia, accanto ad altre
produttori di un certo settore – cioè sia dei lavo- denominazioni, si era invece da secoli consolidato
ratori, sia dei proprietari – si presentavano come il termine «corporazione»: il fascismo poteva così
sindacati misti, cui si richiamarono i critici dell’in- dichiarare di ricollegarsi alle più schiette tradizioni
dividualismo liberale nel XIX secolo, ma soprattut- italiche e latine nel costruire il suo nuovo ordine
to dopo la Prima guerra mondiale. economico. In realtà, il corporativismo fascista
La visione della superiorità etica dello Stato e il aveva in comune con le corporazioni medievali
rifiuto della lotta di classe portarono il fascismo ad poco più del nome e dell’interclassismo legato alla
elaborare una dottrina economica che eliminasse professione.
le tensioni (ma, con ciò stesso, anche le libertà) Il richiamo alla latinità rientrava nei miti fon-
proprie delle organizzazioni economiche dello danti del regime. Il fascismo ricuperò quindi la
Stato liberale o comunista. Il fascismo si richiamò nozione latina di corporazione come universitas
pertanto alla tradizione conservatrice del corpora- personarum nel senso specifico di «collegamento
tivismo, ereditata soprattutto attraverso il movi- tra i sindacati dei lavoratori e quelli dei datori di
mento sociale cristiano. 13 Con esso si voleva creare lavoro» 16 e istituì a livello nazionale un’organizza-
una struttura intermedia tra la famiglia (cellula di zione gerarchica per compiere quella che presen-
base della società) e la società: una struttura che si tava come «una delle più grandiose esperienze
distaccasse dall’individualismo liberale (rappresen- politiche del mondo contemporaneo». 17 Popolo,
tato, per esempio, dai partiti) e tenesse in massimo sindacati, corporazioni, Stato costituivano la strut-
conto la realtà economica della società industriale tura gerarchica dell’economia dello Stato fascista:
in un’epoca di forte crisi e trasformazione. Per anche in questo campo esso si presentava come
rafforzare questo messaggio propagandistico prima «totalitario» nel senso etimologico della parola,
le destre, poi il fascismo si riallacciavano alla poiché non era lasciato alcuno spazio libero fuori
tradizione medievale, come si vedrà nei richiami da questa struttura gerarchica.
all’epoca comunale italiana contenuti nella Carta Le corporazioni fasciste nacquero nel 1926 18 e
del Carnaro (cfr. § 3). negli anni successivi vennero completate da una
Nel diffondere questa invented tradition 14 la serie di disposizioni sulle controversie di lavoro,
lingua italiana venne in aiuto al fascismo. In sulla domanda e offerta di lavoro a livello nazionale
Europa, infatti, molti paesi con una lunga tradi- e sul collocamento gratuito dei lavoratori. 19 Nel
zione corporativa avevano designato le antiche 1930, a coronamento del sistema delle corporazio-
corporazioni con nomi diversi da quello latino e ni, venne istituito il Consiglio Nazionale delle
italiano: Innungen, Gilden, Zünfte, Stände in Ger- Corporazioni. In questo contesto venne emanata
mania, 15 gremios in Spagna, guilds in Inghilterra, nel 1927 anche la Carta del Lavoro, che però non

13 Viglietti (1934). giuridica dei rapporti collettivi di la- razioni e autore di numerosi scritti,
14 «The peculiarity of ›invented‹ tradi- voro) e il Regio Decreto 1° luglio fra cui: Bottai, Esperienza corporati-
tion is that the continuity with it [the 1926, n. 1130, che contiene le norme va [1926–1928] (1929); seguito da
past] is largely fictitious»: Hobsbawm/ attuative della legge stessa. Con un Esperienza corporativa [1929–1934]
Renger (1983) 1. decreto immediatamente successivo (1934); Bottai, Le corporazioni
15 Stand, pl. Stände, nel senso di ceto o venne istituito il Ministero delle (1935); Bottai, Il Consiglio Nazio-
«stato» (per esempio, «terzo stato»); Corporazioni (Regio Decreto 2 luglio nale delle Corporazioni (1935);
di qui le espressioni Ständestaat (Sta- 1926, n. 1131), mentre nel 1930 ven- Turati, Bottai, La Carta del Lavoro
to dei ceti), berufsständischer Staat e nero estesi i poteri del Ministero e del illustrata e commentata (1929). Infi-
Ständevertretung, usate per designare Consiglio Nazionale delle Corpora- ne, sul piano giuridico, si vedano i
lo Stato corporativo. In particolare, è zioni (Legge 20 marzo 1930, n. 206). testi di uno dei maggiori giuristi del
uso corrente indicare lo Stato corpo- 19 Vengono qui segnalati alcuni testi sul regime: Carlo Costamagna, Diritto
rativo austrofascista (1934–1938) con corporativismo scritti da autori parti- corporativo italiano (1928) («seconda
il termine Ständestaat (cfr. § 5). colarmente coinvolti nella sua crea- edizione completa alla stregua degli
16 Costamagna (1931) 459. zione e gestione. Anzitutto il già ulteriori svolgimenti del sistema»);
17 Costamagna (1931) 465. ricordato Alfredo Rocco (1875– Costamagna, Elementi di diritto
18 I due testi legislativi fondamentali 1935), La trasformazione dello Stato costituzionale corporativo fascista
sulle corporazioni sono la Legge 3 (1927). Inoltre Giuseppe Bottai (1930).
aprile 1926, n. 563 (sulla Disciplina (1895–1959), Ministro delle Corpo-

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ebbe valore giuridico fino al 1941. Invece alle tati positivi. Una tipica misura sociale del New
norme sulle corporazioni era riconosciuto rango Deal fu il Social Security Act del 1935, che intro-
costituzionale fin dalla loro emanazione. duceva i sussidi di disoccupazione, malattia e
vecchiaia. Un pensiero di tipo corporativo in senso
lato si affermava dunque all’interno della generale
2.2 L’evoluzione del corporativismo italiano
ricerca di soluzioni per la crisi economica.
Il corporativismo italiano fu oggetto di interesse Il graduale formarsi del corporativismo italiano
e di critiche dentro e fuori dall’Italia anche perché può essere riassunto in tre fasi.
applicò una teoria molto discussa a un’economia I. Nella prima fase, la rappresentanza del mondo
di rilevanza europea. Nell’impossibilità di analiz- economico (cioè, il pensiero corporativo in nuce) è
zarne la bibliografia coeva 20 e quella successiva al presente già nello Statuto del Partito Nazionale
fascismo, 21 vengono qui illustrate la sua genesi e le Fascista del 1921, che prevede l’organizzazione
sue linee direttrici, che ispirarono anche soluzioni degli iscritti in base alle categorie produttive e la
analoghe in vari Stati durante gli anni Trenta. loro protezione anche attraverso i Fasci di Com-
L’intervento statale nell’economia non era però battimento. 23 Dalla Francia nota Baudin: «La ter-
un tratto esclusivo dei governi autoritari. La crisi reur rouge est encore présente à tous les esprits et la
economica degli anni ’20–’30 aveva portato anche réaction nécessaire n’a pas encore parfait son
nelle democrazie a soluzioni «sociali» sostenute œuvre»; nella Carta del Lavoro del 1927 «on sent
dallo Stato. In quegli anni si affermava il neo- que les rédacteurs des textes sont hypnotisés par la
liberalismo, termine che aveva un significato esat- nécessité d’empêcher toute reprise de la lutte entre
tamente opposto a quello oggi attribuitogli, poiché les classes». 24 La corporazione prende quindi le
indicava il contemperamento sociale del liberali- distanze dai sindacati, rifiuta la lotta di classe e
smo economico manchesteriano. In un testo neo- ricorre all’idea di nazione per creare la necessaria
liberale del 1938 si legge: «L’objectif du régime unità tra lavoratori e padroni.
juridique est d’assurer le maximum d’utilité de la La distinzione tra sindacato e corporazione
production sous les réserves que peuvent détermi- diviene più netta con la legge del 2 luglio 1926: 25
ner d’autres fins sociales. […] L’organisation de la per evitare che la sinistra possa prendervi il soprav-
production d’après les principes libéraux n’exclut vento, la corporazione – composta paritariamente
pas l’affectation à des fins d’ordre collectif d’une da rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavora-
partie du revenu national distraite de la consom- tori – è sottoposta al controllo dello Stato ed esiste
mation individuelle.» 22 L’applicazione concreta solo attraverso lo Stato, mentre i sindacati liberi
dei principi della Welfare Economy si ritrova sono proibiti. Nel 1930 viene creato come organo
nell’economia (peraltro liberale) degli Stati Uniti di coordinamento il Consiglio Nazionale delle
con il New Deal, criticata dai suoi critici per la Corporazioni. Nel 1932 le imprese possono unirsi
statalizzazione ritenuta eccessiva nonostante i risul- (o essere obbligatoriamente unite dallo Stato) in

20 Gradilone (1942); Chiarelli (1941) del Lavoro (225–351). La compara- 25 Nel 1926 vennero istituite le corpo-
(fa parte della collana «Bibliografie zione di Williamson (1985) la de- razioni con la Legge 3 aprile 1926,
del Ventennio»). scrive alle pp. 83–103. n. 563, Disciplina dei rapporti di la-
21 Mi limito ad indicare alcuni testi che 22 Compte rendu des séances du collo- voro (in Aquarone [1965] 443–451),
ritengo utili per una prima visione que Walter Lippmann, Paris 1938, legge poi integrata da altre norme:
d’insieme della Carta del Lavoro. p. 100, in: Baudin (1942) 67, che Regio Decreto 1° luglio 1926, n. 1130
Ancora nell’epoca fascista, ne offre definisce questo testo «le récent ma- (con le norme attuative) e il Regio
una chiara descrizione in chiave eco- nifeste du néo-liberalisme». Decreto 2 luglio 1926, n. 1131, Co-
nomica (63–90) l’economista Louis 23 Statuto-regolamento generale del stituzione del Ministero delle Corpo-
Baudin (1942). Dopo il fascismo, Partito Nazionale Fascista (dicembre razioni; la Legge 20 marzo 1930,
raccoglie vari suoi scritti su questo 1921), in Aquarone, (1965) 319 s.: n. 206 (riforma del Consiglio Nazio-
tema prediletto il filosofo Ugo quattro articoli sono dedicati ai nale delle Corporazioni) estese i po-
Spirito (1970). La dissertazione di Gruppi di competenza, cioè alla for- teri del Ministero e del Consiglio
Julius F. Reiter (2005), nel contesto mazione di raggruppamenti profes- Nazionale delle Corporazioni; su
di una vasta ma frammentata analisi sionali all’interno delle singole quest’ultimo intervenne anche il Re-
dell’ambiente in cui nascono le regole istituzioni del partito. gio Decreto 5 agosto 1932, s. n.
corporative fasciste, contiene quasi 24 Baudin (1942) 69 e 71. (Aquarone [1965] 452–464).
una monografica esegetica alla Carta

278 Un modello italiano per l’economia nel Brasile di Getúlio Vargas: la «Carta del Lavoro» del 1927
Fokus focus

«consorzi», che rendono conto alla corrispondente autoritario rivelava il suo aspetto autarchico: nel
corporazione e, dal 1937, al Governo. 26 Gli organi suo discorso del 23 marzo 1936 Mussolini tracciò
corporativi regolano in maniera sempre più stretta un vasto piano di autosufficienza relativa e ne affi-
ogni aspetto della vita lavorativa (orari, retribuzio- dò la realizzazione delle singole fasi alle corpora-
ni, ferie ecc.). Una Magistratura del lavoro risolve le zioni. 29 Inoltre nel 1936 venne nazionalizzata la
controversie ed applica le sanzioni. Banca d’Italia, mentre quasi tutte le imprese ven-
II. Nella seconda fase, la legge del 5 febbraio nero sottoposte al diretto controllo di un apposito
1934, n. 163, 27 rafforza la presenza dello Stato e del organo statale. Con il 1938 la produzione interna,
partito fascista nelle corporazioni, che ricevono il commercio estero e il mondo finanziario passa-
ulteriori attribuzioni. Esse possono ora decidere rono sotto il diretto controllo dello Stato, attraver-
delle «norme» (regole vincolanti, quasi-leggi, ema- so una capillare burocrazia corporativa organizzata
nate su proposta di un ministro e approvate dal gerarchicamente.
Duce, art. 8), degli «accordi» (regole vincolanti fra La graduale estensione del corporativismo ebbe
i sindacati inclusi nella medesima corporazione, un notevole riflesso anche sulla dottrina giuridica.
art. 9) e delle «tariffe» (fissazione vincolante dei Con la legge sindacale del 1926 sulla disciplina
prezzi di beni e servizi, art. 10). Tutte queste attività giuridica dei rapporti collettivi di lavoro e la Carta
normative sono accompagnate da una serie di del Lavoro del 1927 prese corpo un «diritto corpo-
formalismi che culminano in un decreto del Duce. rativo», destinato ad estendersi dopo le leggi del
Il Consiglio Nazionale delle Corporazioni acquista 1930 e del 1934. 30 Nel corso degli anni, infatti, il
così il potere di prendere concrete decisioni eco- corporativismo da disciplina generale della produ-
nomiche sulle linee produttive e sui prezzi, deci- zione diviene sempre più il principio informatore
sioni cui i privati devono attenersi. di tutto lo Stato fascista. In particolare, il diritto del
Con le disposizioni del 1934 il Consiglio Nazio- lavoro (che già aveva una sua tradizione nella
nale delle Corporazioni divenne il punto d’incon- dottrina italiana) si intreccia sempre di più con il
tro e di mediazione tra governo, corporazioni e diritto corporativo. Inoltre la natura pubblicistica
Partito Nazionale Fascista. In realtà, il Consiglio attribuita ai sindacati e la struttura dirigistica del
aveva un vasto potere d’iniziativa, ma la decisione mondo del lavoro portavano alla creazione di un
finale ricadeva sempre nell’ambito del Governo. «diritto sindacale», che progressivamente si trasfor-
Di conseguenza il Consiglio Nazionale delle Cor- mò in «diritto sindacale e corporativo».
porazioni «eserciterà per lo più funzioni consulti- La dottrina italiana cercava di stabilire se e quale
ve. Non diverrà mai una vera sede decisionale», fosse l’autonomia del diritto corporativo e quali
anche perché dal 1936 il fascismo era alle prese con fossero le sue fonti. Da un lato, il diritto corpora-
un’economia di guerra: è tuttavia troppo restrittivo tivo veniva incluso nel diritto pubblico, ma risul-
concludere che «il corporativismo rimase sino alla tava difficile ascriverlo al diritto amministrativo
fine del regime un’ipotesi teorica, un progetto». 28 piuttosto che a quello costituzionale, oppure con-
III. Nel 1935 le «inique sanzioni» imposte all’I- siderarlo una branca giuridica a sé, con suoi speci-
talia per la guerra d’Etiopia esigevano rapide tra- fici principi. Il «Primo convegno di studi sindacali
sformazioni dell’economia, per realizzare le quali e corporativi» 31 del 1930 optò per quest’ultima
le corporazioni divennero organi di pianificazione soluzione: il diritto corporativo diveniva una di-
ancora più vincolati all’apparato statale. Lo Stato sciplina giuridica autonoma, caratterizzata da sue

26 Unioni di imprese analoghe ai «con- 29 Mussolini (1940); del Giudice ni estreme come quella della «corpo-
sorzi» furono i «Konzerne» nazional- (1939); Griziotti Kretschmann razione proprietaria» di Ugo Spirito e
socialisti (Klug [1938]) e gli (1937). ArnaldoVolpicelli, che sostenevano la
«Zaibatsu» giapponesi (disciolti dal- 30 Nel 1930 venne istituito il Consiglio dissoluzione della proprietà privata
l’amministrazione statunitense alla Nazionale delle Corporazioni; nel nelle corporazioni. Accusati non già
fine della seconda guerra mondiale: 1934 venne emanata la legge sulle di approfondire, ma di uscire dal
Bisson [1954]; Morikawa [1993]). Corporazioni: cfr. supra, n. 25. mondo delle corporazioni e bollati
27 Costituzione e funzioni delle Corpo- 31 Durante i convegni sul corporativi- come «comunisti», negli anni succes-
razioni, in Aquarone [1965] smo, i suoi contorni teorici vennero sivi entrambi vennero emarginati dal
535–537. precisati in discussioni anche molto fascismo: cfr. Losano (2012c); Amore
28 Salvi (2005) 254. accese. Nel secondo convegno (Fer- Bianco (2012).
rara, 1932), si manifestarono posizio-

Mario G. Losano 279


Rg 20 2012

fonti normative, dalla centralità delle associazioni superiore può sciogliere organi dei livelli inferiori);
sindacali e dallo strumento dei contratti collettivi i dirigenti devono essere non solo competenti, ma
del lavoro, su cui si pubblicarono molti studi anche anche di «sicura fede nazionale»; i sindacati, infine,
a causa delle loro implicazioni pratiche. oltre ai tradizionali scopi di tutela dei rappresen-
In un primo tempo la determinazione dottri- tati, devono perseguire anche scopi «nazionali».
nale delle fonti del diritto corporativo era stata Solo i sindacati riconosciuti dallo Stato possono
incerta, perché la Carta del Lavoro era un docu- rappresentare i lavoratori, sottoscrivere accordi
mento politico, ma non giuridico. Questo proble- collettivi, e così via. Ma anche in queste attività
ma trovò soluzione solo con la Legge del 30 sono sottoposti al controllo dello Stato ed eventu-
gennaio 1941, n. 14, che includeva la Carta del almente sanzionati.
Lavoro tra i «principi generali del diritto» richia- Il decreto che riconosce un sindacato (e il suo
mati nel Codice Civile del 1942. statuto) gli attribuisce la rappresentanza anche dei
Con le leggi del 1930 e del 1934, ricordate poco lavoratori e dei datori di lavoro che non sono
sopra, il quadro corporativo si completa e si sta- iscritti ad esso. I sindacati divengono quindi i legali
bilizza, e le opere dottrinarie riprendono, precisan- rappresentanti di tutti coloro che operano in un
doli, i temi classici del corporativismo: la natura e settore dell’economia ed assumono perciò un carat-
le funzioni delle associazioni sindacali, il contratto tere pubblicistico, divenendo in sostanza un orga-
collettivo di lavoro, gli accordi economici collettivi no dello Stato: infatti i bilanci dei vertici corpora-
e, sul piano teorico, i rapporti sempre più stretti fra tivi vengono sottoposti al Parlamento attraverso il
il diritto corporativo e il diritto costituzionale, Ministero delle Corporazioni.
poiché la legge del 1939 aveva sostituito la Camera I contratti collettivi stabiliscono le regole fra
dei Deputati con la Camera dei Fasci e delle Cor- lavoratori e datori di lavoro in un certo settore
porazioni. economico, vincolano tutti gli appartenenti a quel
In conclusione, all’inizio della Seconda guerra settore (iscritti o no al sindacato), vengono appro-
mondiale la struttura del corporativismo italiano vati dallo Stato e depositati presso il Ministero delle
aveva assunto una sua fisionomia che, sul piano Corporazioni, che ne cura la pubblicazione nella
dottrinale, lo portava da un lato ad assorbire temi «Gazzetta Ufficiale» o in un’altra pubblicazione
di diritto costituzionale ed amministrativo e, dal- equivalente in base al loro livello gerarchico.
l’altro, ad accentrare molti aspetti del diritto del A questa natura pubblicistica del sindacato fa
lavoro, regolato ormai quasi del tutto attraverso riscontro un’apposita Magistratura del Lavoro
contratti collettivi. 32 («istituto particolarmente originale della legisla-
zione fascista», sottolinea Costamagna), che è una
sezione specializzata – ma non un tribunale spe-
2.3 La struttura del corporativismo italiano
ciale – della Corte d’Appello, composta da tre ma-
I singoli attori economici vennero profonda- gistrati e da due cittadini esperti del mondo del
mente trasformati da questa ristrutturazione nor- lavoro. Ad essa vengono sottoposte, ad esempio, le
mativa. Sui sindacati è anzitutto necessaria una divergenze sulle modifiche di un contratto collet-
precisazione: nella terminologia fascista, sono «sin- tivo di lavoro; invece le controversie individuali
dacato» tanto le unioni dei lavoratori quanto quel- ricadono nella competenza della magistratura ordi-
le dei datori di lavoro. I sindacati tipici dello Stato naria.
liberale cedono il passo a sindacati che devono Poiché la Magistratura del Lavoro tutela en-
essere riconosciuti dallo Stato. Questo riconosci- trambe le parti, lo Stato fascista proibisce l’autotu-
mento è subordinato ad una serie di condizioni: tela, cioè lo sciopero e la serrata, con sanzioni
infatti i sindacati fascisti devono rappresentare una penali.
quota significativa delle imprese o dei lavoratori Le corporazioni si presentano dunque come un
di un certo settore; il loro statuto deve presentare organo amministrativo dello Stato e, nella loro
una struttura gerarchica predeterminata (e il livello organizzazione gerarchica, culminano in un Con-

32 Un quadro della dottrina italiana


dell’epoca è in Chiarelli
(1939–1940).

280 Un modello italiano per l’economia nel Brasile di Getúlio Vargas: la «Carta del Lavoro» del 1927
Fokus focus

siglio Nazionale Corporativo, che è un vero e pro- In conclusione, il modello corporativo del No-
prio organo costituzionale dello Stato, con poteri vecento partiva da un presupposto teorico in sé
consultivi e normativi: è presieduto dal capo dello positivo (sostituire la lotta di classe e l’egoismo
Stato, che può delegare il Ministro delle Corpora- individualista con la collaborazione), ma nelle sue
zioni. applicazioni pratiche terminò sempre per coinci-
Carlo Costamagna, uno dei maggiori giuristi dere con strutture statali autoritarie.
del regime, nel 1931 così sintetizza nell’«Enciclo- Dopo la scomparsa delle dittature europee e,
pedia Italiana» la concezione della corporazione con esse, del corporativismo sin qui esaminato,
dal punto di vista fascista: nelle società industrializzate l’economia continuò
ad accrescere il proprio peso sulla politica. Soprat-
«Se si considera il sistema corporativo nel suo tutto dopo la Seconda guerra mondiale, per far
spirito più profondo e nelle sue più alte finalità, fronte alle ristrettezze che ne erano derivate, si rese
si scorge che esso, mentre si ispira a superiori necessaria una certa concertazione tra i governi e i
principi etici, quali l’autorità statale, la pacifica produttori. Da un lato, non mancarono «i sosteni-
convivenza e la concorde collaborazione di tutte tori di una forma democratica di corporativi-
le categorie produttive, il loro elevamento mora- smo», 35 che però non ebbero seguito. D’altro lato,
le e intellettuale, esprime, al tempo stesso, il più un tentativo di armonizzare queste tensioni prese
pieno riconoscimento della realtà economica il nome di «neo-corporativismo» o «corporatism»,
dei nostri giorni, dominata dal fenomeno della che si può definire come «a specific relationship
concorrenza tra le particolari economie nazio- between organized interests and governments
nali, di fronte al quale fenomeno il divampare where interest associations coordinate some of
della lotta di classe condurrebbe fatalmente alla their key activities with government policy. Such
sopraffazione economica e politica: si pone, per- coordination most often presupposes a specific
tanto, l’imperiosa esigenza della maggiore com- structure of organizations permitting their leaders
pattezza organica delle singole comunità poli- to represent the particular interests of their mem-
tiche e della riaffermazione, quindi, dell’unità bers while restraining their demands and obliging
nazionale, nel senso economico, oltre che in them for the pursuit of overarching collective
quello politico». Il corporativismo mira a rag- purposes.» 36
giungere queste finalità; quindi al corporati- Una certa assonanza (indesiderata) con il corpo-
vismo, conclude Costamagna, «è affidata una rativismo delle dittature ha indotto a differenziare
delle più grandiose esperienza politiche del questo «societal corporatism» dallo «State corpora-
mondo contemporaneo». 33 tism», dichiarando che il primo è «liberal», mentre
il secondo è «authoritarian». 37 Ma con questo tema
Naturalmente gli antifascisti italiani del 1941, si entra nell’ambito delle relazioni industriali con-
confinati nell’isola di Ventotene, vedevano il cor- temporanee, mentre l’analisi del corporativismo
porativismo in modo opposto: «I sindacati sono fascista impone un ritorno ai documenti che più
stati trasformati da liberi organismi di lotta, diretti lo caratterizzano.
da individui che godevano la fiducia degli associati,
in gruppi di sorveglianza poliziesca, sotto la sorve-
glianza di impiegati scelti dal gruppo governante e
verso di esso solo responsabili.» 34

33 Costamagna (1931) 465. porativa, nel «Giornale d’Italia» del Schmitter (1974) si richiama al titolo
34 Manifesto di Ventotene, riportato 9 novembre 1950. di Michail Manoïlescu, Le siècle du
nell’antologia curata da Sergio 36 Lehmbruch (2001). Questa teoria corporatisme. Doctrine du corpora-
Pistone (1982) 107. delle relazioni industriali è indicata tisme intégral et pur (1938a) (opera
35 Gelpi (1957) 33 cita in proposito anche come «corporativism». Cfr. van che influirà anche sul brasiliano Mi-
soltanto l’articolo di Alberto Waarden/Lehmbruch (2003). guel Reale: cfr. § 7). In generale:
Canaletti Gaudenti, Polemica cor- 37 Sui nessi tra il vecchio corporativismo Wilensky (1976); Maraffi (1981);
il «corporatism»: Shonfield (1965); Schmitter/Pasquino (1983).

Mario G. Losano 281


Rg 20 2012

3 Il fascismo allo stato nascente e la Carta del Tuttavia la novità del testo costituzionale pro-
Carnaro (1920) vocò resistenze anche fra i legionari, tanto che
D’Annunzio sostituì – nella Carta già in bozze –
La Prima guerra mondiale era stata interpre- la parola «Repubblica» con «Reggenza» per placare
tata in Italia anche come «quarta guerra d’indipen- le resistenze monarchiche. Infine l’8 settembre
denza», perché doveva riportare all’Italia le terre 1920 D’Annunzio promulgò la costituzione per il
irredente: infatti tornarono all’Italia le città di nuovo Stato: la «Carta del Carnaro» (o meglio,
Trento e Trieste, ma nelle trattative di pace l’oppo- ufficialmente, lo «Statuto della Reggenza Italiana
sizione di Woodrow Wilson impedì l’annessione del Carnaro») un lirico documento politico-giuri-
all’Italia della Dalmazia e d’una parte dell’Istria dico dal tonante linguaggio dannunziano, che lo
con la città di Fiume: una città vincolata ma non rende un unicum nella storia delle costituzioni. 41
dipendente dalla corona ungherese con circa La lingua ipercolta di D’Annunzio ha però anche
50.000 abitanti, in maggioranza di lingua italiana. il compito di collegare la nuova realtà statuale alla
Questa «vittoria mutilata» riaccese l’irredentismo, tradizione italica e romano-classica delle corpora-
e il «Fiumanesimo» divenne il fenomeno precur- zioni: ad esempio, «università» è un termine usato
sore del fascismo, anche perché trovò una guida nella Carta del Carnaro nel senso del latino «uni-
carismatica nel poeta-soldato Gabriele D’Annun- versitas» per indicare ogni forma in cui si orga-
zio. 38 nizza il popolo. Il tema del lavoro e della proprietà
Nel 1919, alla testa dei suoi «arditi», D’Annun- – punto centrale della Carta del Carnaro – è
zio occupò Fiume e creò la Reggenza italiana del affrontato con toni ispirati al trascorso sindacali-
Carnaro, con se stesso come reggente. Per questo smo rivoluzionario, che a tratti conferiscono una
nuovo Stato avrebbe voluto una costituzione scrit- pàtina quasi bolscevica a questo documento pre-
ta da Hans Kelsen, ma non ebbe successo anche cursore del fascismo. E infatti la Reggenza del
perché, in un primo momento, Kelsen pensò che Carnaro fu probabilmente il primo Stato a rico-
si trattasse di uno scherzo; chiarito l’equivoco, il noscere la recente Unione Sovietica, Stato rivolu-
giurista viennese ricevette la necessaria documen- zionario anche se di ideologia opposta a quella di
tazione, ma gli eventi impedirono la conclusione D’Annunzio.
di questa attività. 39 Con l’impresa di Fiume prendono inizio anche
Intanto D’Annunzio aveva incaricato il suo col- le ritualità che ritorneranno nel fascismo mussoli-
laboratore Alceste De Ambris, socialista rivoluzio- niano: lo spirito comunitario che supera l’indivi-
nario e fautore del corporativismo, di redigere uno dualismo illuministico, i miti di Roma e della
Statuto per Fiume. De Ambris gli sottopose un latinità, il superomismo nietzscheano, il decisio-
testo sul quale gli interventi «operati da D’Annun- nismo del capo carismatico, l’apologia della gio-
zio furono, nel complesso, assai pochi e – sotto il vinezza e dell’ardimento, il vitalismo travolgente, e
profilo politico-sociale – di scarso rilievo». 40 Lo così via.
stretto rapporto fra il documento essenziale di In vista delle elezioni politiche italiane del 16
De Ambris e la sua versione letteraria di D’Annun- novembre 1919, Mussolini consigliò a D’Annunzio
zio si può valutare con precisione confrontando i di non perseverare nella vicenda fiumana, sempre
due testi, che De Felice pubblica l’uno a fronte più simile a una provocazione rispetto al governo
dell’altro. centrale. D’Annunzio finalmente acconsentì e il

38 Vogel-Walter (2004). bris a D’Annunzio (1920); documenti 43–73). – Commenti: Sinagra


39 Métall (1969) 47. Questo episodio sulla Lega di Fiume (1920); parti del (2009) (testo della Carta: 227–247);
non compare in Kelsen (2008). Dopo progetto di Statuto fondamentale di Guazzi (1982); Vignoli (2001);
la Seconda guerra mondiale Kelsen Fiume di A. Nascimbeni (1919). De Felice (1973); De Felice (1978);
tornò ad occuparsi di quella trava- 41 Oltre che nel volume di De Felice Gelpi (1957) (in appendice, testo
gliata zona di frontiera, contesa (1973), il testo della Carta del Carna- della Carta del Carnaro, 47–61);
questa volta tra il blocco comunista e ro si trova in D’Annunzio, De De Semo (1930); Coselschi (1929).
quello occidentale: Kelsen (1950). Ambris (2009); Negri/Simoni (1990) Un’analisi della Carta del Carnaro è
40 De Felice (1973) 13 (citazione). Il (contiene il testo di Alceste de Am- nel capitolo Das voluntaristische Vor-
volume contiene la Carta del Carnaro bris); Reggenza Italiana del Carnaro bild: D’Annunzios «Fiumanesimo», in
con i testi a fronte di De Ambris e (1926) (con il testo della Carta del Reiter (2005) 107–121.
D’Annunzio; una lettera di De Am- Carnaro e Considerazioni esegetiche

282 Un modello italiano per l’economia nel Brasile di Getúlio Vargas: la «Carta del Lavoro» del 1927
Fokus focus

24 dicembre 1920 le truppe regie attaccarono i italiana del Carnaro pone alla sommità delle sue
legionari fiumani. L’avventura di Fiume finì con il leggi la coltura del popolo; fonda sul patrimo-
«Natale di sangue», mentre D’Annunzio veniva nio della grande coltura latina il suo patrimo-
guardato con diffidenza dai politici romani per la nio» (L).
sua insubordinazione, e anche per quelle sue
norme costituzionali troppo populistiche. Il ritor- Nel concentrare l’attenzione sulle corporazioni,
no alla normalità avvenne nel 1924, quando il re gli articoli della Carta verranno citati molto più per
elevò D’Annunzio al rango di «Principe». esteso che altri testi: infatti un riassunto sminui-
I 65 articoli della Carta del Carnaro erano però rebbe la loro compiutezza linguistica e concettuale,
destinati ad esercitare un’influenza che sarebbe così come un sonetto uscirebbe immiserito da una
andata ben oltre all’effimera Reggenza del Car- parafrasi.
naro. 42 Essa sanciva vaste libertà ai cittadini all’om- Sulla Reggenza aleggia uno spirito utopico, che
bra del Vate-Reggente: democrazia diretta attraver- si riflette nella religione laica additata ai cittadini:
so il referendum, 43 libertà di religione, 44 libertà di «Tre sono le credenze religiose collocate sopra tutte
lingua nell’insegnamento, importante in un’area le altre nell’università dei Comuni giurati: – la vita
di confine dove si intrecciano l’italiano e le lingue è bella, e degna che severamente e magnificamente
slave. Pur non potendo qui affrontare gli aspetti la viva l’uomo rifatto intiero dalla libertà; – l’uomo
politici della Carta, va tuttavia ricordato che il intiero è colui che sa ogni giorno inventare la sua
nazionalismo vi si manifesta nella convinzione propria virtù per ogni giorno offrire ai suoi fratelli
dell’indiscussa superiorità del genio italico sugli un nuovo dono; – il lavoro, anche il più umile,
slavi, qualificati come «usurpatore incolto» o «stir- anche il più oscuro, se sia bene eseguito, tende alla
pe inquieta». bellezza e orna il mondo» (XIV). La «potenza del
lavoro produttivo» è il tema costante che percorre
«Roma deve qui essere presente nella sua col- l’intera Carta:
tura. L’Italia deve qui essere presente nella sua
coltura. Il ritmo romano, il ritmo fatale del «La Reggenza italiana del Carnaro è un governo
compimento, deve ricondurre su le vie consolari schietto di popolo – ‹res populi› – che ha per
l’altra stirpe inquieta che s’illude di poter can- fondamento la potenza del lavoro produttivo e
cellare le grandi vestigia e di poter falsare la per ordinamento le più larghe e le più varie
grande storia. Nella terra di specie latina, nella forme dell’autonomia quale fu intesa ed eserci-
terra smossa dal vomere latino, l’altra stirpe sarà tata nei quattro secoli gloriosi del nostro perio-
foggiata o prima o poi dallo spirito creatore do comunale» (III). Nel rispetto delle libertà di
della latinità: il quale non è se non una di- tutti, la Reggenza «amplia ed innalza e sostiene
sciplinata armonia di tutte quelle forze che sopra ogni altro diritto i diritti dei produttori»
concorrono alla formazione dell’uomo libero. (IV).
Qui si forma l’uomo libero. E qui si prepara il
regno dello spirito, pur nello sforzo del lavoro e Dalla preminenza del lavoro scaturisce l’ordi-
nell’acredine del traffico. Per ciò la Reggenza namento corporativo, cui la carta dedica il capo

42 Il testo dannunziano della Carta usato 43 «Tutte le leggi sancite dai due corpi dio. Perfettamente rispettata è la li-
per le citazioni che seguono è tratto del Potere legislativo possono essere bertà di coscienza. E ciascuno può
da De Felice (1973). Esso è anche sottoposte alla riprova del consenso o fare la sua preghiera tacita. Ma ricor-
incluso nel sito ufficiale del movi- del dissenso pubblico quando la ri- rono su le pareti quelle iscrizioni
mento giovanile della Lega Lombar- prova sia domandata da un numero di sobrie che eccitano l’anima e, come i
da http://www.giovanipadani. elettori eguale per lo meno al quarto temi di una sinfonia eroica, ripetute
leganord.org/articoli.asp?ID=9809, dei cittadini in diritto di voto» (LVII). non perdono mai il loro potere di
mentre il testo-base di Alceste de 44 «Alle chiare pareti delle scuole aerate rapimento. Ma ricorrono su le pareti
Ambris si trova nel sito http:// non convengono emblemi di religio- le imagini grandiose di quei capo-
www.dircost.unito.it/cs/docs/car- ne né figure di parte politica. Le lavori che con la massima potenza
naro1920.htm. Un commento con scuole pubbliche accolgono i seguaci lirica interpretano la perpetua aspira-
ampie citazioni è in http://www. di tutte le confessioni religiose, i cre- zione e la perpetua implorazione
instoria.it/home/carta_carnaro.htm. denti di tutte le fedi, e quelli che degli uomini» (LIV).
possono vivere senza altare e senza

Mario G. Losano 283


Rg 20 2012

«Delle Corporazioni», composto di quattro artico- no dal Comune l’imagine della lor figura, ma
li. Tra le norme non contenute in questo capo, ma svolgono liberamente la loro energia e libera-
anticipatrici di istituzioni future, va ricordata la mente determinano gli obblighi mutui e le
Magistratura del Lavoro («collegi di giudici no- mutue provvidenze» (XVIII).
minati dalle Corporazioni», XXXIX). Da questo
nucleo prendono inizio idealmente le costituzioni Il mondo organicamente produttivo così deli-
corporative dei primi decenni del Novecento (cfr. neato nel suo complesso viene suddiviso in dieci
§ 5). corporazioni, in un elenco dal finale mistico che
Il richiamo ai Comuni medievali e alle corpo- contrasta con il pragmatismo del futuro ordina-
razioni – scrive Alceste de Ambris – non deve far mento fascista (cfr. § 4).
pensare a «una ‹utopia conservatrice› ancor più
assurda dell’‹utopia rivoluzionaria› che pretende «Alla prima Corporazione sono inscritti gli
di anticipare la storia attribuendo a classi impre- operai salariati dell’industria, dell’agricoltura,
parate diritti che non saprebbero esercitare ed una del commercio, dei trasporti; e gli artigiani
ricchezza che non saprebbero gestire». 45 Con que- minuti e i piccoli proprietarii di terre che
sta critica alla concezione classista dell’Unione compiano essi medesimi la fatica rurale o che
Sovietica De Ambris pone la corporazione fiumana abbiano aiutatori pochi e avventizii. La Corpo-
come terza via tra la rappresentanza dell’economia razione seconda raccoglie tutti gli addetti ai
soltanto attraverso i soviet e il libero mercato: nella corpi tecnici e amministrativi di ogni privata
nuova corporazione sono liberamente organizzati i azienda industriale e rurale, esclusi i compro-
«produttori», cioè tanto i lavoratori quanto i pro- prietarii di essa azienda. Nella terza si radunano
prietari; e la proprietà, a differenza del passato, è tutti gli addetti alle aziende commerciali, che
subordinata alle esigenze sociali. non sieno veri operai; e anche da questa sono
La Carta definisce anzitutto il concetto di Stato esclusi i comproprietarii. La quarta Corpora-
organico dei produttori. Dall’integrazione dei cit- zione associa i datori di opra in imprese d’indu-
tadini produttori nello Stato sorgono le corpora- stria, d’agricoltura, di commercio, di trasporti,
zioni, anzi, ri-sorgono, perché la Carta le ricollega quando essi non sieno soltanto proprietarii o
ai «quattro secoli gloriosi del nostro periodo comu- comproprietarii ma – secondo lo spirito dei
nale»: nuovi statuti – conduttori sagaci e accrescitori
assidui dell’azienda. Sono compresi nella quinta
«Lo Stato è la volontà comune e lo sforzo tutti i pubblici impiegati comunali e statuali di
comune del popolo verso un sempre più alto qualsiasi ordine. La sesta comprende il fiore
grado di materiale e spirituale vigore. Soltanto i intellettuale del popolo: la gioventù studiosa e
produttori assidui della ricchezza comune e i i suoi maestri: gli insegnanti delle scuole pub-
creatori assidui della potenza comune sono bliche e gli studenti degli istituti superiori; gli
nella Reggenza i compiuti cittadini e costitui- scultori, i pittori, i decoratori, gli architetti, i
scono con essa una sola sostanza operante, una musici, tutti quelli che esercitano le arti belle, le
sola pienezza ascendente. Qualunque sia la spe- arti sceniche, le arti ornative. Della settima
cie del lavoro fornito, di mano o d’ingegno, fanno parte tutti quelli che esercitano professio-
d’industria o d’arte, di ordinamento o di ese- ni libere non considerate nelle precedenti rasse-
guimento, tutti sono per obbligo inscritti in una gne. L’ottava è costituita dalle Società coopera-
delle dieci Corporazioni costituite che prendo- trici di produzione, di lavoro e di consumo,

45 De Ambris (1973) 93 (originale: Fiu-


me, 1920); cfr. anche le pagine sul
Concetto sociale della Costituzione, Di-
ritti e doveri delle Corporazioni e Come
funzionano le Corporazioni, 97–106.
Il commento di De Ambris appro-
fondisce i temi d’una lunga lettera a
D’Annunzio del 18 marzo 1920 (an-
ch’essa in De Felice [1973] 79–87).

284 Un modello italiano per l’economia nel Brasile di Getúlio Vargas: la «Carta del Lavoro» del 1927
Fokus focus

industriali e agrarie; e non può essere rappre- favorisce l’istruzione tecnica («incorpora lavoratori
sentata se non dagli amministratori alle Società minuti per animarli e avviarli a miglior prova»);
stesse preposti. La nona assomma tutta la gente che persegue una dimensione estetica nell’orga-
di mare» (XIX). nizzazione del lavoro («i modelli di moderna bel-
lezza»); che tutela i propri interessi professionali
Con la decima Corporazione la Carta del Car- («accrescere la dignità delle propria classe»), e che
naro raggiunge il culmine del misticismo estetiz- però anticipa lo Stato sociale («gli obblighi del
zante, perché non si pone più il fine di realizzare in mutuo soccorso»); 47 e che infine si prende cura
concreto un ordinamento economico, ma profe- del tempo libero («concorre, quanto più magnifi-
tizza il formarsi di un nuovo ordine sociale. Ancora camente possa, all’apparato delle comuni allegrez-
una volta al centro di questa visione del futuro è ze»), vivendo in letizia i riti e i miti di cui si prende
il «lavoro umano», finalmente nella sua «forma cura. 48 Dalla lingua moderna si può ora ritornare a
spiritualizzata». Ancora una volta il Vate trova nel quella di D’Annunzio:
passato, cioè nel mondo dei Comuni medievali, le
parole per esprimere questo futuro: «Ogni corporazione svolge il diritto di una
compiuta persona giuridica compiutamente
«La decima [Corporazione] non ha arte né riconosciuta dallo Stato:
novero né vocabolo. La sua pienezza è attesa – sceglie i suoi consoli;
come quella della decima Musa. È riservata alle – manifesta nelle sue adunanze la sua volontà;
forze misteriose del popolo in travaglio e in – detta i suoi patti, i suoi capitoli, le sue con-
ascendimento. È quasi una figura votiva consa- venzioni;
crata al genio ignoto, all’apparizione dell’uomo – regola secondo la sua saggezza e secondo le sue
novissimo, alle trasfigurazioni ideali delle opere esperienze la propria autonomia;
e dei giorni, alla compiuta liberazione dello – provvede ai suoi bisogni e accresce il suo
spirito sopra l’ànsito penoso e il sudore di san- patrimonio riscotendo dai consociati una impo-
gue. È rappresentata nel santuario civico, da una sta pecunaria in misura della mercede, dello
lampada ardente che porta inscritta un’antica stipendio, del profitto d’azienda, del lucro pro-
parola toscana dell’epoca dei Comuni, stupenda fessionale;
allusione a una forma spiritualizzata del lavoro – difende in ogni campo la sua propria classe e si
umano: ‹Fatica senza fatica›» (XIX). 46 sforza di accrescerne la dignità;
– si studia di condurre a perfezione la tecnica
Però il fervore mistico non offusca i piani con- delle arti e dei mestieri;
creti. La loro modernità permette di tradurli nella – cerca di disciplinare il lavoro volgendolo verso
terminologia oggi in uso nelle relazioni industriali i modelli di moderna bellezza;
e nell’organizzazione delle imprese. La corpora- – incorpora lavoratori minuti per animarli e
zione dannunziana è «una compiuta persona giu- avviarli a miglior prova;
ridica» che si autogoverna democraticamente; che – consacra gli obblighi del mutuo soccorso;
promuove l’innovazione (mira a «condurre a per- – determina le provvidenze in favore dei com-
fezione la tecnica delle arti e dei mestieri»); che pagni infermi e indeboliti;

46 La Carta del Carnaro contiene anche 47 Il tema dello Stato sociale, così rile- rinnovella quegli ‹ufficiali dell’ornato
un capo dedicato alla musica «come vante anche nel fascismo, è illustrato della città› che nel nostro Quattro-
linguaggio rituale» («Nella Reggenza da Ezio Pace (1956), con documenti, cento componevano una via o una
italiana del Carnaro la Musica è una illustrazioni e richiami specifici alla piazza con quel medesimo senso
istituzione religiosa e sociale»), dove Carta del Carnaro. musicale che li guidava nell’apparato
si legge (corsivo mio): «Intanto negli 48 L’organizzazione delle «comuni al- di una pompa repubblicana o in una
strumenti del lavoro e del lucro e del legrezze» viene istituzionalizzata con rappresentazione carnascialesca»
gioco, nelle macchine fragorose che la creazione di un apposito ufficio: «È (LXIII).
anch’esse obbediscono al ritmo esatto instituito nella Reggenza un collegio
come la poesia, la Musica trova i suoi di Edili, eletto con un discernimento
movimenti e le sue pienezze. Delle sue fra gli uomini di gusto puro, di squi-
pause è formato il silenzio della decima sita perizia, di educazione novissima.
Corporazione» (LXIV). Più che l’edilità romana il collegio

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– inventa le sue insegne, i suoi emblemi, le sue tiva, ma si differenzia da questi perché esula da esso
musiche, i suoi canti, le sue preghiere; ogni totalitarismo»: 51 qualità che discende anche
– istituisce le sue cerimonie e i suoi riti; dal fatto di non essere stata applicata. Con il passare
– concorre, quanto più magnificamente possa, del tempo il ricordo di questa primazia sembra
all’apparato delle comuni allegrezze, delle feste attenuarsi; tuttavia si può accettare come conclu-
anniversarie, dei giuochi terrestri e marini; sione di questo aspetto della vicenda fiumana
– venera i suoi morti, onora i suoi decani, l’affermazione di Hiller del 1935: «Questa costitu-
celebra i suoi eroi» (XX). zione infranse per la prima volta la costituzione
economica del sistema liberale (cioè la struttura-
Un’organizzazione corporativa così globale si zione degli individui in partiti fondati su interessi
pone in alternativa o in collisione con la proprietà comuni) e la sostituì con la strutturazione del
privata. Un apposito articolo affronta questo pro- popolo in comunità professionali: commercianti,
blema e anticipa la polemica interna al fascismo intellettuali, imprenditori ecc.» 52
contro i fautori della «corporazione proprieta-
ria», 49 cioè della corporazione che avrebbe dovuto
sostituire la proprietà privata. In questo articolo 4 La Carta del Lavoro: ideologia (1927) e
trova espressione (più letteraria che giuridica) an- codice giuridico del corporativismo (1941)
che il principio della funzione sociale della pro-
prietà. Dopo aver esaminato a grandi linee la genesi,
l’evoluzione e la struttura del corporativismo ita-
«Lo Stato non riconosce la proprietà come il liano (cfr. § 2) e il suo diretto precedente storico, la
dominio assoluto della persona sopra la cosa, Carta del Carnaro, l’analisi della Carta del Lavoro
ma la considera come la più utile delle funzioni permette di individuare i singoli principi che strut-
sociali. Nessuna proprietà può essere riservata turarono l’Italia (in parte anche dopo il ventennio
alla persona quasi fosse una sua parte, né può fascista, con i dovuti mutamenti) e che servirono di
esser lecito che tal proprietario infingardo la ispirazione ad altri Stati autocratici.
lasci inerte o ne disponga malamente ad esclu- La Carta del Lavoro è meno letteraria ma più
sione di ogni altro (IX). concreta della Carta del Carnaro. Uno degli aspetti
felici della Carta del Lavoro è la sinteticità: l’intera
Un ritorno al concetto di lavoro come architrave economia italiana veniva ristrutturata con un testo
dell’intero edificio costituzionale della Carta del di 30 articoli (che verranno qui citati con il numero
Carnaro traccia chiari limiti alla proprietà privata: romano che li contraddistingue) suddivisi in quat-
«Unico titolo legittimo di dominio su qualsiasi tro sezioni, dedicate rispettivamente allo Stato cor-
mezzo di produzione e di scambio è il lavoro. Solo porativo, al contratto di lavoro, agli uffici di collo-
il lavoro è padrone della sostanza resa massima- camento e, infine, alla previdenza e istruzione. 53
mente fruttuosa e massimamente profittevole all’e- Questa diversità di dimensioni dipende anche dal
conomia generale» (IX). fatto che la Carta del Carnaro aspirava ad essere la
Le corporazioni ideate da D’Annunzio nella vera e propria costituzione di uno Stato, mentre la
fugace avventura di Fiume vennero recepite e Carta del Lavoro aveva per obiettivo soltanto la
realizzate da Mussolini: infatti la Carta del Carnaro riorganizzazione del settore economico nel conte-
«è una delle matrici da cui scaturì la sua concezione sto dello Stato fascista già affermato.
corporativa dello Stato». 50 La Carta non solo
venne prima, ma fu anche ritenuta migliore: Lo Stato corporativo. La definizione dello Stato
«L’ordinamento della Reggenza Fiumana su base mette da parte l’individuo della tradizione liberale,
corporativa precede l’ordinamento corporativo del- per asserire invece il carattere «organico» dello
l’Italia fascista e di altri Stati pure a base corpora- Stato: accanto al termine «organismo» ricorre spes-

49 Sulla «corporazione proprietaria» di 52 Hiller (1935) 69. http://www.polyarchy.org/basta/


Ugo Spirito e di Arnaldo Volpicelli, 53 Il testo della Carta del Lavoro è in documenti/carta.lavoro.1927.html il
cfr. supra, nota 31. Aquarone (1965) 477–481; in parti- testo giunge solo all’art. XXIII.
50 Aquarone (1965) 112 e n. 1. colare, cfr. il Cap. 3, Verso lo Stato
51 Gelpi (1957) 32. corporativo, 111–168. Nel sito:

286 Un modello italiano per l’economia nel Brasile di Getúlio Vargas: la «Carta del Lavoro» del 1927
Fokus focus

so nella Carta del Lavoro e nei commenti ad essa ratori e i datori di lavoro – deve invece regnare «la
l’aggettivo «integrale», per sottolineare che que- solidarietà». I loro «opposti interessi» vengono re-
sto Stato superiore all’individuo non intende la- golati da «contratti collettivi» approvati dallo Stato
sciare spazi liberi ad organizzazioni autonome fra e subordinati «agli interessi superiori della produ-
Stato e popolo. Non a caso la variante brasiliana del zione» (IV).
fascismo prenderà il nome di «Integralismo», il cui Poiché è prevedibile che possano sorgere con-
massimo teorico rifiuta le «abstracções do direito troversie ovvero possa manifestarsi l’esigenza di
geométrico de Kelsen, para quem o Estado tem modificare regole preesistenti, è istituita una
fórma e conteudo jurídicos» (cfr. § 6). 54 «Magistratura del Lavoro» come «organo con cui
La metafora dello Stato come organismo vi- lo Stato interviene a regolare le controversie del
vente pervade l’intera Carta: «La Nazione italiana lavoro» (V).
è un organismo avente fini, vita, mezzi di azione La Carta del Lavoro definisce i compiti delle
superiori a quelli degli individui divisi o raggrup- corporazioni nell’articolo VI, qui riprodotto per
pati che la compongono. È una unità morale, intero (con alcuni corsivi miei per sottolineare la
politica ed economica, che si realizza integral- tipica terminologia della visione organicista dello
mente nello Stato Fascista» (I). Stato):
Poiché ogni parte deve contribuire al tutto, il
lavoro «è un dovere sociale» (II) (così come, per «VI. Le associazioni professionali legalmente ri-
altro verso, deve assolvere una funzione sociale conosciute, assicurano la uguaglianza giuridica
anche la proprietà). Il lavoro va coordinato («il tra i datori di lavoro e i lavoratori, mantengono
complesso della produzione è unitario dal punto di la disciplina della produzione e del lavoro e ne
vista nazionale») e anche «i suoi obbiettivi sono promuovono il perfezionamento. Le Corpora-
unitari»; essi trascendono però il pur necessario zioni costituiscono l’organizzazione unitaria del-
«benessere dei produttori» perché mirano allo la produzione e ne rappresentano integralmente
«sviluppo della potenza nazionale». Questo richia- gli interessi. In virtù di questa integrale rappre-
mo si riallaccia al mito fascista del nazionalismo e sentanza, essendo gli interessi della produzione
diventerà uno strumento insostituibile nel gestire interessi nazionali, le Corporazioni sono dalla
l’economia di guerra prima nelle colonie (alle quali legge riconosciute come organi di Stato. Quali
era stato esteso il regime corporativistico), 55 poi rappresentanti degli interessi unitari della pro-
nel conflitto mondiale. duzione, le Corporazioni possono dettar norme
La concezione organica dello Stato non ammet- obbligatorie sulla disciplina dei rapporti di
te il perseguimento di finalità diverse da quelle ora lavoro ed anche sul coordinamento della pro-
indicate, quindi i sindacati liberi vengono proibiti duzione tutte le volte che ne abbiano avuti i
e sostituiti da sindacati statali: «Solo il sindacato necessari poteri dalle associazioni collegate».
legalmente riconosciuto e sottoposto al controllo
dello Stato ha il diritto di rappresentare legalmente Rispetto alla Carta del Carnaro, le corporazioni
tutta la categoria di datori di lavoro o di lavoratori passano da 10 a 22, con maggiore aderenza alla
per cui è costituito» (III). Inoltre il sindacato rap- realtà: Cereali; Orto-floro-frutticoltura; Viti-vinico-
presenta anche chi non è iscritto ad esso. La for- la e olearia; Zootecnia e pesca; Legno; Tessile;
mulazione dell’intero articolo III ritorna quasi alla Abbigliamento; Siderurgia e metallurgia; Meccani-
lettera nel programma dell’Integralismo brasiliano ca; Chimica; Combustibili liquidi e carburanti;
(cfr. § 6). Carta e stampa; Costruzioni edili; Acqua, gas ed
Nella visione organica dello Stato non c’è posto elettricità; Industrie estrattive; Vetro e ceramica;
per la lotta di classe: tra i produttori – cioè i lavo- Comunicazioni interne; Mare e aria; Spettacolo;

54 Reale (1934b) 124 s. Una chiara dif- 55 Pergolesi (1937); Del Giudice
ferenziazione fra l’Integralismo e i (1940).
fascismi europei venne pubblicata
nella rivista «Panorama» del 1936
(n. 6, pp. 11 ss.) da Miguel Reale,
Nós e os fascistas da Europa, in Reale
(1983) 223–233.

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Ospitalità; Professioni e arti; Previdenza e credito l’art. 9 «non può essere considerato la chiave di
(Legge del 3 febbraio 1934, n. 163). volta e il criterio infallibile del sistema, sibbene
«L’iniziativa privata nel campo della produzio- come una delle proposizioni da interpretarsi e
ne» viene riconosciuta come «lo strumento più coordinarsi alla luce delle nuove esigenze»; esse si
efficace e più utile» – ma, si noti, – «nell’interesse riassumono nella funzione sociale dell’attività pro-
della Nazione» (VII). Quindi chi la dirige «è re- duttiva, cioè nel «motivo più profondamente rivo-
sponsabile dell’indirizzo della produzione di fronte luzionario del fascismo, per cui si afferma l’identità
allo Stato». Si era visto che il lavoro «è un dovere sostanziale di interesse pubblico e privato, di be-
sociale» (III): di conseguenza, «la direzione [del- nessere dei singoli e potenza nazionale». 59 Questa
l’impresa] spetta al datore di lavoro che ne ha la identità «rende finalmente l’uomo cittadino, lo
responsabilità» (VII). Nel dibattito sulla corpora- trasforma in organo costitutivo dello Stato, e di-
zione, questa affermazione venne interpretata strugge alla radice ogni differenza tra ciò che è
anche come il disconoscimento del puro capitali- privato e ciò che è pubblico». Ma la distruzione di
smo a vantaggio della direzione tecnocratica. 56 questa differenza avviene in una ben precisa dire-
L’iniziativa privata è però sotto stretto con- zione: ogni comportamento privato che «differis-
trollo: se essa è «insufficiente», ovvero «quando ca», «si opponga» e soltanto si «presuma indipen-
siano in giuoco interessi politici dello Stato», lo dente» dallo Stato, «è illegittimo». 60
Stato interviene con le misure «del controllo, del-
l’incoraggiamento e della gestione diretta» (IX). Il contratto di lavoro. I contratti collettivi per i
Poiché è lo Stato stesso a determinare l’insuffi- lavoratori e i datori di lavoro dei vari settori sono
cienza privata o gli interessi politici, la possibilità stipulati dalle associazioni secondo un principio
del controllo statale sul mondo della produzione è gerarchico, che può essere derogato a favore del-
di fatto illimitata. Questa contrapposizione tra l’associazione di livello superiore (XI). 61
pubblico e privato non era sfuggita al corporativi- Il principio della coesione interna dell’impresa è
sta eterodosso Ugo Spirito, che nel 1932 scriveva ribadito dall’obbligo della conciliazione attraverso
che «alcune espressioni di principi, e soprattutto la corporazione, nei suoi vari livelli di organizza-
il famoso articolo 9, legittimerebbero le vecchie zione. Per le controversie di lavoro la Carta del
interpretazioni liberali e socialiste.» 57 Ma per Spi- Lavoro indica la competenza della magistratura
rito queste interpretazioni erano dovute all’ancora ordinaria, integrata da specialisti (X). 62 Sindacato,
insufficiente elaborazione scientifica del corporati- corporazione e magistratura «garantiscono la cor-
vismo: a suo giudizio, la Carta del Lavoro «parla, rispondenza del salario alle esigenze normali di
evidentemente, un linguaggio d’altri tempi». 58 vita, alle possibilità della produzione e al rendi-
Quindi, a causa della sua «imperfetta dizione», mento del lavoro»; data la specificità di questa

56 «VIII. Le associazioni professionali di corporativi. Il libro venne tradotto in periodo di prova, sulla misura e sul
datori di lavoro hanno obbligo di tedesco e portoghese. pagamento della retribuzione, sull’o-
promuovere in tutti i modi l’aumento 58 Spirito (1936) 24. rario di lavoro.»
e il perfezionamento dei prodotti e la 59 Spirito (1936) 15. 62 «X. Nelle controversie collettive del
riduzione dei costi. Le rappresentanze 60 Spirito (1936) 16. lavoro l’azione giudiziaria non può
di coloro che esercitano una libera 61 «XI. Le associazioni professionali essere intentata, se l’organo corpora-
professione o un’arte e le associazioni hanno l’obbligo di regolare mediante tivo non ha prima esperito il tentativo
di pubblici dipendenti concorrono contratti collettivi i rapporti di lavoro di conciliazione. Nelle controversie
alla tutela degli interessi dell’arte, fra le categorie di datori di lavoro e di individuali concernenti l’interpreta-
della scienza e delle lettere, al perfe- lavoratori, che rappresentano. Il con- zione e l’applicazione dei contratti
zionamento della produzione e al tratto collettivo di lavoro si stipula fra collettivi di lavoro, le associazioni
conseguimento dei fini morali del- associazioni di primo grado sotto la professionali hanno facoltà di inter-
l’ordinamento corporativo.» guida e il controllo delle organizza- porre i loro uffici per la conciliazione.
57 Spirito (1936) 13 (2a ed. invariata zioni centrali, salvo la facoltà di so- La competenza per tali controversie è
rispetto alla prima del 1932). Questa stituzione da parte dell’associazione devoluta alla Magistratura ordinaria
chiara sintesi del corporativismo – più di grado superiore, nei casi previsti con l’aggiunta di assessori designati
filosofica che economica, nonostante dalle leggi e dagli statuti. Ogni con- dalle associazioni professionali inte-
il titolo – occupa le prime 120 pagine tratto collettivo di lavoro, sotto pena ressate.»
del volume; il resto (123–262) è la di nullità, deve contenere norme
ripresa di scritti polemici su temi precise sui rapporti disciplinari, sul

288 Un modello italiano per l’economia nel Brasile di Getúlio Vargas: la «Carta del Lavoro» del 1927
Fokus focus

determinazione nei singoli settori produttivi, «la infortuni; 2. Il miglioramento e l’estensione del-
determinazione del salario è sottratta a qualsiasi l’assicurazione maternità; 3. l’assicurazione delle
norma generale e affidata all’accordo delle parti nei malattie professionali e della tubercolosi come
contratti collettivi» (XII). In quegli anni di crisi avviamento all’assicurazione generale contro tutte
economica, la determinazione dei salari era parti- le malattie; 4. il perfezionamento dell’assicurazio-
colarmente dipendente anche dalle rilevazioni dei ne contro la disoccupazione involontaria; 5. l’ado-
dati macroeconomici: la Carta del Lavoro indicava zione di forme speciali assicurative dotalizie per i
quindi gli enti preposti a rilevare questi dati, giovani lavoratori» (XXVII).
destinati però ad essere «coordinati ed elaborati Questo vasto piano di legislazione sociale veniva
dal Ministero delle Corporazioni» (XIII). 63 completato affidando alle corporazioni anche la
«costituzione di Casse mutue per malattia» (XXIX)
Gli uffici di collocamento. 64 Sempre nell’ambito e di enti per «l’istruzione professionale» per i
della rilevazione dei dati, lo Stato si riservava un’ul- lavoratori e i datori di lavoro, «soci e non soci»
teriore possibilità di controllo: «Soltanto lo Stato (XXX). La Carta del Lavoro si presentava così come
può accertare e controllare il fenomeno della un documento programmatico che il fascismo
occupazione e della disoccupazione dei lavoratori, cercò di realizzare gradualmente sino alla sua
indice complessivo delle condizioni della produ- caduta nel 1943.
zione e del lavoro» (XXII). Per regolare la ricerca L’indubbio interesse intrinseco e l’enfasi del
del lavoro, il corporativismo istituì gli «Uffici di regime sulla Carta del Lavoro portarono, in Italia,
collocamento», organizzati dalle corporazioni. a vari tentativi di emularla in settori diversi da
Tuttavia nella scelta dei lavoratori da assumere si quello economico. Nel 1933 nacque una «Carta
inserivano alcuni elementi politici, che è difficile della Mezzadria», per regolare specificamente il
ricondurre al solo criterio gerarchico di cui era lavoro agricolo, poiché la mezzadria era vista come
pervaso lo Stato fascista: «L’ufficio di collocamento un accordo fra proprietario e lavoratore in armonia
a base paritetica è sotto il controllo degli organi con i principi generali del corporativismo. Nel
corporativi. I datori di lavoro hanno l’obbligo di 1939 Giuseppe Bottai emanò una «Carta della
assumere i lavoratori inscritti a detti uffici e hanno Scuola», sulla quale i critici ironizzavano sostenen-
facoltà di scelta nell’ambito degli inscritti agli do che aveva prodotto soltanto una «scuola di
elenchi, dando la precedenza agli iscritti al Partito, carta». Si voleva anche giungere a una «Carta del
ai Sindacati Fascisti secondo la loro anzianità di diritto», che coronasse la vasta opera codificatrice
inscrizione» (XXIII, corsivo mio). del regime fissando i «Principi generali dell’ordi-
namento giuridico fascista», cioè – nelle parole del
Previdenza e istruzione. Già il precedente articolo Ministro della giustizia Dino Grandi – «un sistema
XXIV affidava alle corporazioni la sorveglianza «sul- gerarchico delle fonti del diritto, quali sono ormai
la prevenzione degli infortuni». L’ultima sezione fissate nella Dottrina fascista e nella politica legi-
della Carta del Lavoro estende il «principio della slativa del Regime», per aiutare l’interpretazione e
collaborazione» tra lavoratore e datore di lavoro al per «chiarire la natura e le finalità dei diversi codici
«sistema e agli istituti di previdenza» (XXVI), posto mussoliniani, la loro posizione storica, la loro
sotto il controllo corporativo: «Lo Stato Fascista si ragione politica e le linee del loro sviluppo futu-
propone: 1) il perfezionamento dell’assicurazione ro». 65

63 «XIII. Le conseguenze delle crisi di pera, coordinati ed elaborati dal Mi- tori di lavoro, sono puniti, secondo la
produzione e dei fenomeni monetari nistero delle Corporazioni, daranno il gravità della mancanza, con la multa,
devono equamente ripartirsi fra tutti i criterio per contemperare gli interessi con la sospensione dal lavoro e, per
fattori della produzione. I dati rilevati delle varie categorie e delle varie classi casi gravi, col licenziamento imme-
dalle pubbliche amministrazioni, dal- fra di loro e di esse coll’interesse su- diato senza indennità. – Saranno
l’Istituto Centrale di Statistica e dalle periore della produzione.» specificati i casi in cui l’imprenditore
Associazioni professionali legalmente 64 In questo titolo è presente, in modo può infliggere la multa o la sospen-
riconosciute circa le condizioni della asistematico, la prescrizione delle sione o il licenziamento immediato
produzione e del lavoro, la situazione sanzioni nei rapporti di lavoro: «XIX. senza indennità.»
del mercato e del lavoro, la situazione Le infrazioni alla disciplina e gli atti 65 Discorso del Guardasigilli Dino
del mercato monetario e le variazioni che perturbino il normale andamen- Grandi del 31 gennaio 1940, in
del tenore di vita dei prestatori d’o- to dell’azienda, commessi dai presta- Aquarone (1965) 284.

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Non si giunse però all’emanazione solenne di 5 La diffusione del modello corporativo


questi principi, come molti desideravano, e – con la
legge del 31 gennaio 1941, n. 14 – ci si limitò a Nei primi decenni del Novecento il corporati-
stabilire le disposizioni della Carta del Lavoro vismo fascista costituì il tentativo più organico di
«costituiscono principi generali dell’ordinamento inserire l’economia nella struttura di uno Stato
giuridico dello Stato e danno il criterio direttivo autoritario e, quindi, sembrò una possibile rispo-
dell’interpretazione e l’applicazione della legge». 66 sta pratica tanto al capitalismo liberale (e alla de-
Questa legge collocava la Carta del Lavoro ai vertici mocrazia parlamentare), quanto al capitalismo di
dell’ordinamento giuridico italiano ed era naturale Stato (e allo dittatura del proletariato sovietica).
che ad essa si rivolgesse l’attenzione anche degli L’espansione dell’Asse, la creazione di Grandi Spa-
stranieri, come si vedrà nel prossimo paragrafo. zi (cioè entità sovranazionali alle dipendenze di
uno Stato-guida) contribuirono alla diffusione del
Due date segnarono gli ultimi drammatici mesi modello corporativista, ovviamente con adatta-
della Seconda guerra mondiale: il 25 luglio 1943 menti da Stato a Stato. 69
Mussolini venne destituito e l’8 settembre 1943 il Questa diffusione va intesa come l’accettazione
nuovo governo firmò l’armistizio con le democra- di alcuni principi comuni, adattati alle esigenze del
zie vincitrici. Però la guerra non era terminata: singolo Stato. L’economista Louis Baudin, compa-
l’Italia venne spezzata in due dall’occupazione rando nel 1942 i vari regimi economici europei,
tedesca della sua parte settentrionale, dove sotto osserva soprattutto le differenze e giunge quindi
il controllo nazionalsocialista venne istituita la alla conclusione che il corporativismo italiano
Repubblica Sociale Italiana (o «Repubblica di tende ormai all’«étatisation», quello portoghese è
Salò»), che tentò di riprendere in condizioni proi- un «système précorporatif», quello tedesco è una
bitive il programma sociale del fascismo. 67 Pensò «économie dirigée: ce n’est pas du corporatisme»,
anzi di andare oltre, immaginando una «socializza- quello spagnolo è «un syndicat gigantesque de
zione» delle imprese, quasi una realizzazione po- producteurs», quello della Francia di Vichy è anco-
stuma della «corporazione proprietaria» che aveva ra in preparazione: infatti la «Charte du travail» del
agitato il fascismo degli anni Trenta. Ma questi 4 ottobre 1941 parla «des futures corporations qui
piani vennero cancellati dalla caduta della Repub- restent le grand éspoir de l’avenir français». 70 Ma,
blica Sociale Italiana e dalla fine della guerra, il 25 oltre alle differenze, questi regimi presentano
aprile 1945. anche molti elementi in comune che permettono
Fin dalle sue origini il pensiero corporativo era di raccoglierli nella categoria degli Stati corporati-
stato funzionale ai regimi autocratici; in particola- vi, sia pure lato sensu.
re, il sistema italiano delle corporazioni era stato La Germania nazista si organizzò secondo un
funzionale al regime fascista e perciò cadde con modello che solo in parte richiamava il corporati-
esso: nella fase di transizione fra la monarchia e vismo fascista. Le comuni esigenze del tempo si
la nuova repubblica italiana nuovamente unita, manifestarono nel parallelismo sulla legislazione
venne soppresso formalmente con il Decreto Legge del lavoro, poiché alla Carta del Lavoro italiana fece
Luogotenenziale del 23 novembre 1944. 68 riscontro, in Germania, la Gesetz zur Ordnung der

66 Lo sfasamento tra questa legge del 68 Decreto Legge Luogotenenziale del Stati con sviluppo insufficiente e ca-
1941 e il Codice civile «del 1942» è 23 novembre 1944, n. 369, sulla sop- pitali internazionali: De Michelis
solo apparente: infatti, di quel codice, pressione dell’ordinamento corpora- (1934). In astratto, questa collabora-
il libro Delle persone e della famiglia tivo («Gazzetta Ufficiale», 16 zione internazionale sembra antici-
entrò in vigore il 1° luglio 1939, e dicembre 1944, n. 95). pare l’attuale integrazione europea,
quello Delle successioni il 21 aprile 69 Bottai (1928); Paresce (1934); Sacco mentre in realtà è un’applicazione del
1940. L’intero codice civile e quello di (1941); Baudin (1942). La proiezione principi dei Grandi Spazi retti da uno
procedura civile entrarono in vigore il della corporazione su scala interna- Stato-guida (Losano [2011a], cfr. p.
21 aprile 1942: giorno del «Natale di zionale (europea e mondiale) è og- es. il Cap. VI, La costruzione dell’Euro-
Roma», data in cui il fascismo cele- getto della proposta di Giuseppe De pa e l’Eurafrica).
brava la fondazione di Roma e, quin- Michelis (1872–1951) che – partendo 70 Baudin (1942), rispettivamente a
di, l’origine della «latinità» o «roma- dalla concezione corporativa per fron- 84 ss. (Italia), 108 (Portogallo), 130
nità». teggiare la crisi economica – propone (Germania), 135 (Spagna), 213
67 Gaeta, Viscomi (1996). una «collaborazione triangolare» tra (Francia).
Stati con eccedenza di mano d’opera,

290 Un modello italiano per l’economia nel Brasile di Getúlio Vargas: la «Carta del Lavoro» del 1927
Fokus focus

nationalen Arbeit. La comparazione fra questi testi, darismo» in Durkheim, «populismo» in Gökalp e
però, esigerebbero uno studio che ne mettesse in «corporativismo» sono quindi termini con un forte
luce le differenze, nel contesto dell’asimmetrico nucleo comune, anche se non equivalenti, come
parallelismo tra fascismo e nazionalsocialismo. Il spesso avviene nelle traduzioni fra lingue europee
tema non ha suscitato l’interesse degli studiosi: tra ed extraeuropee.
la dissertazione di Rößler del 1938 71 e quella di Anche in Turchia il corporativismo venne pre-
Reiter del 2005 72 non mi sembra che esistano studi sentato come «terza via», in particolare per com-
di vasto respiro sull’argomento, a parte un breve battere il marxismo che aveva conquistato il potere
studio comparativo di Ugo Spirito che contiene nella confinante Unione Sovietica. La solidarietà
anche la traduzione italiana della legge tedesca. 73 corporativa doveva sostituire la lotta di classe.
Anche la giovane Repubblica Turca, fondata nel Partendo dalla considerazione che la Turchia non
1923, guardò all’organizzazione corporativa dello aveva ancora un’industria e un proletariato, i
Stato come ad una possibile soluzione dei suoi kemalisti sostenevano che in essa non si riscontra-
gravi problemi economici. Il suo carismatico fon- vano né lotta di classe, né opposti interessi che
datore Mustafa Kemal Atatürk era un autocrate, giustificassero la propria rappresentanza in un
diverso però da Mussolini e Hitler; la storia otto- sistema pluripartitico: «Non ci sono classi, – soste-
mana, da cui nasceva la Repubblica Turca, aveva neva Gökalp, – ci sono soltanto professioni». Quin-
conosciuto un forte intervento statale nell’econo- di per lui «the corporation should be the basic cell
mia: il contesto socio-economico era quindi pro- of economic, social and political organization». 77
pizio a una recezione del corporativismo. Dei Per la Turchia repubblicana era adatto il partito
fermenti corporativi si fece portatore Ziya Gökalp unico e l’organizzazione corporativa della società.
(1876–1924), figura centrale del movimento nazio- Dal 1918 il corporativismo «enjoyed real success
nalista, a sua volta direttamente influenzato dal among nationalists at the beginning of the War of
solidarismo di Émile Durkheim 74 e direttamente Independence, and in 1920 some of the deputies
influente su Atatürk. 75 assembled in Ankara seriously considered that
Nel passaggio di queste concezioni dalla cultura elections to the Assembly should be conducted
occidentale a quella ottomana sorsero anche al- on the basis of occupational groups». 78
cune difficoltà linguistiche, poiché bisognava tro- Anche Kemal Atatürk era favorevole al corpo-
vare nel turco le parole adatte ad esprimere concetti rativismo e – mentre optò per una formulazione
mai prima formulati in quella lingua. Nel caso dei generale del populismo nella costituzione del 1924
termini «solidarismo», la scelta cadde sul turco – fece del populismo una delle «sei frecce» del
halkçılık, reso con «populismo» nelle lingue occi- kemalismo, cioè una delle idee portanti della sua
dentali: «Gökalp labeled this form of social orga- teoria politica: «Delle sei frecce, il populismo fu
nization, called ‹solidarist› by Durkheim, as popu- una delle più rilevanti negli anni Trenta» e godette
lism. He defined the term as follows: ‹If a society di un vasto appoggio popolare; «tuttavia, benché il
comprises a certain number of strata or classes, this populismo fosse il più accettato dei principi kema-
means that it is not egalitarian. The aim of popu- listi, fu anche quello che invecchiò più rapida-
lism is to suppress the class or strata differences and mente». 79 Nelle dittature europee il corporativis-
to replace them with a social structure composed mo scomparve con il crollo delle dittature stesse
of occupational groups solidary with each other. In alla fine della Seconda guerra mondiale. Invece in
other words, we can summarize populism by Turchia – entrata in guerra solo nel 1944 a fianco
saying: there are no classes, there are occupa- degli anglo-americani – la struttura kemalista dello
tions›». 76 Il populismo di Gökalp presentava quin- Stato si rafforzò dopo la fine delle ostilità, ma la
di molti elementi propri del corporativismo. «Soli- scelta del modello occidentale di sviluppo portò

71 Rössler (1938). 74 Sul nazionalismo turco cfr. la lettera- 76 Dumont (1984) 32; con numerosi
72 Reiter (2005): in questo testo molto tura citata in Losano (2012a) (in par- rinvii a saggi turchi sul «populismo»,
documentato ma frammentario, i ri- ticolare: § 5. Tre ideologi del naziona- da uno dei quali è tratto il passo di
ferimenti alla Gesetz zur Ordnung der lismo nella Turchia repubblicana); sul Göcalp (43, nota 25).
nationalen Arbeit sono incidentali. solidarismo: Losano (2011) e Losano 77 Dumont (1984) 32.
73 Spirito (1934). (2008). 78 Dumont (1984) 32.
75 Akural (1979). 79 Dumont (1984) 33.

Mario G. Losano 291


Rg 20 2012

progressivamente a sostituire il corporativismo con garantias individuais è inserito il titolo Da Nação


il liberismo. Portuguesa dove – tra l’altro – si parla degli orga-
Una recezione consistente del corporativismo si nismi corporativi. Il Portogallo, presentato come
verificò in Austria con l’austro-fascismo e con la una repubblica unitaria e corporativa, si era dotato
costituzione corporativa ed autoritaria, di ispira- di una «Câmara corporativa», composta da rappre-
zione cattolico-conservatrice, del 1° maggio 1934. sentanti delle «autarquias locais» e dei vari interessi.
Anche la costituzione della Polonia del 23 aprile Si trattava di un organo tecnico soltanto consul-
1935 può essere considerata corporativa. Però que- tivo, che doveva dare pareri sui temi proposti dal-
sti ordinamenti vennero travolti rispettivamente l’Assemblea nazionale e, negli intervalli tra le ses-
dall’Anschluss e dalla guerra, che portò invece for- sioni dell’Assemblea, dal Governo (art. 103 e 105).
me di corporativismo in Grecia e Jugoslavia, ma Alla costituzione portoghese si affiancò una fitta
soprattutto in Romania (con la costituzione del rete legislativa, 84 che è qui impossibile esaminare
10 febbraio 1938) e in Francia, nella Repubblica di in dettaglio, ma che si estese alle colonie e che
Vichy. 80 plasmò la vita non solo economica di quello Stato
La recezione più decisa si ebbe invece nelle fino alla Rivoluzione dei Garofani nel 1974.
dittature latine europee. In Spagna si ispirò al cor- Il parallelismo tra Portogallo e Brasile si estende
porativismo non solo il dittatore Primo de Rivera, anche alla forma di Stato – entrambi conoscono un
ma anche un progetto costituzionale repubblicano «Estado Novo» – e all’ideologia dell’Integralismo.
(poi non approvato), che creava un Senato rappre- Su quest’ultimo parallelismo Miguel Reale afferma
sentativo delle organizzazioni sociali. 81 Dopo la che l’Integralismo brasiliano (di cui fu uno dei
Guerra Civile, la Spagna si trasformò in uno Stato padri: cfr. § 7) «nada tem a ver com o Integralismo
corporativo (Fuero del Trabajo del 9 marzo 1938). português, de fundo tradicionalista e monárquico
Il caso del Portogallo presenta qui un particolare e que constitui, na realidade, uma forma de Inte-
interesse, perché esso costituì una via privilegiata – grismo ultramontano, subordinado sem reservas
anche se non l’unica – attraverso cui l’idea della aos ditames da Igreja pré-conciliar». 85
struttura corporativista dello Stato giunse anche al Dalle dittature latine dell’Europa il corporati-
Brasile, che la recepì nella costituzione del 10 no- vismo passò all’America Latina: «The majority of
vembre 1937 (cfr. § 6). 82 Il Portogallo fu il primo Latin American corporatist systems can trace their
Stato a promulgare una vera Costituzione corpo- legislatives origins to the ‹crowning era of corpo-
rativa, entrata in vigore l’11 aprile 1933, 83 perché ratism› – the 1930s and 1940s – and the examples
in Italia era rimasto in vigore lo Statuto Albertino current at this time, most notably Salazar’s Estado
anche se la legislazione corporativa aveva rango Novo.» 86 Il modello corporativo europeo passò,
costituzionale. Nella prima parte Dos direitos e das per esempio, al Messico sotto il Partido Revolu-

80 Vielfaure (2005); Napoli (2005); 83 La Costituzione portoghese (nota aggiungevano anche organismi di
Le Crom (2005); Bilon (2005). anche come Costituzione del 19 coordinamento economico detti
81 La Costituzione repubblicana spa- marzo 1933, giorno della sua appro- «pre-corporativi» (DL 26.757 e
gnola del 1931 attribuisce una spe- vazione) era semi-rigida, perché pre- 27.138).
ciale rilevanza al lavoro nell’art. 44 vedeva una revisione dopo dieci anni 85 Reale (1987) 75.
(«Il lavoro nella sua diversa forma è dall’entrata in vigore. 86 Williamson (1985) 131. Sul corpo-
un dovere sociale, e godrà della pro- 84 Ecco un elenco incompleto delle rativismo in Italia: 83–103; in Porto-
tezione delle leggi») e nell’art. 46 principali norme corporative porto- gallo: 104–125. Cfr. anche Wiarda
(«Tutta la ricchezza del Paese, chiun- ghesi: Estatuto do Trabalho Nacional (1981); Pike/Stritch (1974).
que ne sia il padrone, è subordinata (decreto-legge [DL] 23.048 del 23
agli interessi dell’economia naziona- novembre 1933), completato da una
le»): Gelpi (1957) 22, che, in quadro serie di norme: DL 23.049 e 24.715
comparativo generale (19–23), ricol- sui gremios industriali e cormmerciali;
lega il tema del lavoro alla Carta del DL 23.050 sui sindacati nazionali;
Carnaro. Legge 1.957 sui gremios agricoli; DL
82 Sul corporativismo portoghese si ve- 23.053 sull’Instituto Nacional de Tra-
dano: Díez Gutiérrez O’Neil balho e Previdência; DL n. 29.111 e
(1940); Pires Cardoso (1958); 29.112 sulla Câmara Corporativa;
Ploncart d’Assac (1960); Costa DL 27.552 sul regime corporativo
Pinto (2005). delle colonie africane. A tutto ciò si

292 Un modello italiano per l’economia nel Brasile di Getúlio Vargas: la «Carta del Lavoro» del 1927
Fokus focus

cionario Institucional, 87 al Perù, 88 all’Uruguay 89 e (1895–1975), il fondatore dell’«Integralismo» bra-


al Brasile. 90 A quest’ultimo Stato sono dedicati i siliano, un movimento simile al fascismo. Quel
paragrafi seguenti. romanzo, egli disse, «fu il mio primo manifesto
integralista». 92
L’Integralismo brasiliano fu un movimento fa-
6 Il Brasile dalla República Velha a Vargas: scista? Le risposte sono spesso contraddittorie,
l’«Integralismo» perché durante l’ascesa del fascismo italiano si
tendeva a sottolineare gli elementi comuni e, dopo
In Brasile, la monarchia di origine portoghese la sua caduta, gli elementi distintivi dei due mo-
era stata sostituita nel 1889 dalla repubblica vimenti. Indubbiamente l’integralismo si presen-
(«República Velha»), il cui conservatorismo agrario tava come un movimento di massa con forti
venne messo in discussione dalla forte immigra- elementi fascisti: capo carismatico, nazionalismo
zione europea all’inizio del Novecento, quando spinto, anticomunismo incondizionale, statalizza-
quasi tre milioni di immigranti portarono in Bra- zione dell’economia, riti di massa, «mistica» del
sile nuove attività economiche e nuove idee. Dopo movimento, e così via. Nell’economia corporativa
la Prima guerra mondiale, il Brasile attraversava esso vedeva il rimedio ai problemi brasiliani. Con-
una crisi economica e politica per risolvere la quale centriamo l’attenzione su quest’ultimo elemento,
una parte della sua classe dirigente e intellettuale lasciando ad altri testi l’analisi complessiva del
rivolse ancora una volta lo sguardo all’Europa. Nel movimento integralista. 93
1922 venne fondato il partito comunista del Bra- Secondo la condivisibile opinione di un teuto-
sile, scoppiò la prima rivolta «Tenentista» (il brasiliano integralista, «am stärksten hat auf den
«Tenentismo» prendeva il nome dai giovani uffi- brasilianischen Integralismus das Eigenste der
ciali anti-oligarchici) ed ebbe luogo anche la Sema- faschistischen Staatsidee, der Korporativismus, ein-
na de Arte Moderna di São Paulo, data storica gewirkt, wie er 1927 in der berühmten ‹Carta del
dell’inizio del modernismo artistico in Brasile. lavoro› niedergelegt wird». 94 Un’altra sua convin-
In quegli anni si manifestarono, tra l’altro, zione – questa volta però proprio non condividi-
movimenti letterari innovatori come quello «Ver- bile – è che la «weit tiefere Gemeinschaft zwischen
de-Amarelo» – verde e giallo sono i colori nazionali Integralismus und Faschismus» sia dovuta a un
del Brasile – che proclamava un nazionalismo fattore razziale: «Es ist die Gemeinsamkeit oder
fondato sulla «brasilidade». 91 Da questo ambiente zum mindestens das Überwiegen des gleichen
emersero alcuni personaggi-chiave dei movimenti romanischen, zum Teil sogar italienischen Blutes,
nazionalistici ed autoritari, a somiglianza di quan- das sich auch in staatliche-politischen Gestaltungs-
to era avvenuto in Italia con il Futurismo e il willen und in den politischen Formen bekun-
successivo fascismo. Nel 1926, proprio nel contesto det.» 95
del movimento Verde-Amarelo, pubblicò il suo La vastità territoriale e l’eterogeneità razziale
romanzo O Estrangeiro il giovane Plinio Salgado del Brasile impedisce all’Integralismo di recepire

87 Clark (1934). dal «Grupo verde-amarelista» (su po- zeichnen» (149). Contiene anche i
88 Malloy (1985). Un interessante sizioni di destra nazionalista) che nel seguenti documenti: Das Oktober-
esempio di comparazione intercultu- 1929 pubblicò il manifesto Nhengaçu manifest von 1932; Satzungen der In-
rale è in Trimberger (1978) (sul cor- Verde-Amarelo – Manifesto doVerde- tegralistischen Aktion Brasiliens (1934);
porativismo in Perù 161–163). Amarelismo ou da Escola da Anta. Programm-Manifest von 1936;
89 Fernández Prando (1991), in parti- Di questo gruppo faceva parte anche Die brasilianische Verfassung vom
colare: IX. La representación de los Plinio Salgado. 10. November 1937.
intereses en el Parlamento y en las 92 Così nella prefazione a Salgado 95 Hunsche (1938) 148. L’integralismo
empresas estatales, 88–95; Real (1935). e, in particolare, Plinio Salgado ri-
(1947). 93 Un sicuro punto di riferimento: gettarono il razzismo delle dittature
90 Stepan (1973); Erikson (1977), rec. Trindade (1974), con bibliografia al- europee. Nel manifesto programma-
in «Journal of Latin American Stu- le pp. 361–378; una sintesi del movi- tico del 1936 Plinio Salgado precisa
dies» XII/1 (1980) 207 s. mento è in Bergmann (1996). che il movimento si proponeva «di
91 Nel Modernismo brasiliano il gruppo 94 Hunsche (1938), la citazione è a favorire l’eugenetica razziale con re-
del Manifesto da Poesia-Pau Brasil p. 147. Per questo autore, «mit Recht golare ginnastica, atletica leggera e
(firmato nel 1924 da Oswald de An- kann man […] den Integralismus als sport» (punto IV).
drade) venne accusato di francesismo den brasilianischen Faschismus be-

Mario G. Losano 293


Rg 20 2012

interamente la dottrina dello Stato fascista e lo Nell’art. 7 (La posizione dell’Azione Integralista
induce a costruire una teoria «dinamica» dello Brasiliana sulla questione sociale) il movimento rico-
Stato che – come si legge nello Statuto del movi- nosce la proprietà privata, ma non il capitalismo
mento – il «Chefe Nacional» può modificare in individualistico. Rifiuta anche il comunismo, «per-
ogni momento. Inoltre, allo Stato totalitario di ché riposa sugli stessi principi del capitalismo, con
difficile realizzazione in Brasile viene contrapposta lo svantaggio che abolisce tutti gli imprenditori a
la famiglia come nucleo fondante dello Stato. vantaggio di uno solo». Vengono eliminati i partiti
Anche per l’Integralismo ritorna così il motto delle e i localismi. Infine, «tutta la produzione verrà
dittature europee: «Dio, Patria, Famiglia». sorvegliata dallo Stato integralista» e i lavoratori
Plínio Salgado, il fondatore del Movimento saranno realmente rappresentati dalle loro struttu-
Integralista brasiliano, vedeva nel fascismo un mo- re, cioè dalle corporazioni.
dello di Stato nuovo. Dall’Italia scriveva nel 1930: Allo Stato integralista è dedicato il paragrafo
«Tenho estudado muito o fascismo. Não é exata- conclusivo (il n. 10), dal quale però non si ricavano
mente esse regime que precisamos aí, mas é coisa indicazioni precise, ma soltanto le ripetute con-
semelhante. […] O fascismo não é propriamente ferme dell’abolizione delle divisioni sociali: in altre
uma ditadura (come está sendo o governo da Rússia parole, l’organizzazione corporativa dello Stato,
enquanto não chega à prática pura do Estado per quanto appena accennata, è la struttura por-
Marxista), e sim um regime. Penso que o Ministério tante del futuro Stato integralista. La genericità
das Corporações é a máquina mais preciosa.» 96 geniale è tipica di Plínio Salgado, autodidatta e
La «Ação Integralista Brasileira» si presentò letterato; il solido apporto teorico e tecnico-giuri-
ufficialmente ai brasiliani con il manifesto dell’ot- dico è invece riconducibile soprattutto a Miguel
tobre 1932. Già nell’articolo 2, La nazione brasilia- Reale, cui è dedicato il prossimo paragrafo.
na, il movimento propone di agire contro le forze Questa piattaforma ideologica incontrò il favore
disgregatrici come i partiti politici, organizzando di molti brasiliani e il movimento integralista – nel
lo Stato secondo l’appartenenza professionale, cioè suo primo congresso, tenutosi nel 1934 a Vitória
in corporazioni: «Ogni brasiliano si iscrive nella (nello Stato di Espíritu Santo) – si diede uno Sta-
corrispondente corporazione. Queste corporazioni tuto per rendere più efficace la propria azione
eleggono i loro rappresentanti alle Camere muni- politica. In questo documento, che si riferisce alla
cipali, ai Congressi provinciali ed alle Assemblee struttura interna del movimento, il principio di
generali». Poi, in ciascuno di questi enti, gli eletti autorità viene tradotto in pratica a tutti i livelli: si
eleggono a loro volta i responsabili dei municipi, indicano gli estesi poteri del «Chefe nacional», si
delle province e dello Stato; in particolare, il con- struttura il partito nei «Departamentos Nacionaes»,
gresso nazionale elegge il «Capo della nazione». Un nelle province e municipi, precisandone i reciproci
unico partito unifica tutte le corporazioni. Ogni rapporti. Lo Statuto fissa anche la bandiera («un
organo statale è retto dal «principio d’autorità»: cerchio bianco in campo azzurro, con al centro una
«Abbiamo bisogno di autorità e disciplina, senza le grande sigma greca in nero») e il distintivo del
quali non ci sarà mai ordine» (art. 3): quindi le movimento («un grande sigma nero sulla carta del
varie strutture corporative sostituiscono i partiti Brasile»). Questo «sigma», 97 il grido «anauê» 98 e
come corpi intermedi dello Stato. l’uniforme con la camicia verde caratterizzeranno i

96 Trindade (1974) 83. fica situado o nosso país. Assim, o tenta una spiegazione mistica, nu-
97 Secondo Gustavo Barroso (1935) 147, Sigma, símbolo de nossa idéia Inte- merologica e linguistica ma, in fin dei
O Sigma: «É a letra grega escolhida gral, está na ciência, está na tradição conti, inconcludente (Barroso [1935]
por Leibniz para indicar a soma dos religiosa de nossa civilização cristã e 149–152: Anaué). Derivato dalla lin-
finitamente pequenos. É também a está nas propria estrelas de nosso gua tupí-guaraní, al termine viene
letra com que os primeiros cristãos da firmamento.» Anche il calcolo inte- attribuito il significato «io sono qui»,
Grecia indicavam Deus e servia de grale usa il simbolo «sigma»: ma Bar- cioè «presente!», o, secondo altri,
sinal de reconhecimento. Porque a roso non ne fa menzione. «siamo fratelli», «você é meu irmão»,
palavra Sóteros, o Salvador, comença 98 Come il fascismo e il nazionalsocia- o anche solo «buongiorno». Ha dato il
por un Sigma e termina por un Sig- lismo, anche l’Integralismo ha il suo titolo a una delle principali riviste del
ma. É, emfin, a letra que designa a grido identitario: «anauê». L’origine movimento integralista: «Revista
Estela Polar do hemisferio sul, onde di questa parola è oscura. Barroso ne Anauê».

294 Un modello italiano per l’economia nel Brasile di Getúlio Vargas: la «Carta del Lavoro» del 1927
Fokus focus

riti di massa del movimento, di chiara ispirazione firmam princípios morais e tradicionais, apla-
fascista. cando todos os ódios, despertando todas as
L’anno dopo l’approvazione dello Statuto il energias latentes do grande povo, e harmoni-
movimento raddoppiò il numero dei suoi iscritti, zando-as para a glória da Nação. Restabelecida a
passando nel 1935 da 300.000 a quasi 700.000, ordem política, social, moral e econômica do
mentre i gruppi locali passavano da 500 a quasi País, consolidaremos o sistema corporativo, fort-
2000. Con l’integralismo il Brasile stava conoscen- aleceremos a Economia e as Forças Armadas, e
do il primo partito esteso a tutta la nazione, mentre estabeleceremos planos administrativos a serem
in precedenza i partiti avevano una diffusione executados, sem descontinuidade durante um
prevalentemente statale. All’approssimarsi delle largo período histórico, de maneira a identificar
elezioni per la presidenza federale Plinio Salgado Estado e Povo, num grande objetivo de justiça
poteva dunque tentare l’ingresso nella politica social e grandeza da Pátria, e o Brasil realizará
nazionale. Ne diede l’annuncio con il discorso rapidamente o Corporativismo puro, desde os
tenuto il 27 gennaio 1936 in una riunione dell’«A- Municípios, até à União. 100
ção Integralista Brasileira» a Guanabara.
Nel proporre la futura organizzazione economi- L’Integralismo non realizzò questo programma
ca del Brasile, Plinio Salgado affermava: «L’Inte- perché non giunse mai al potere. Il leader paulista
gralismo non è anti-democratico. Anzi, condanna i Júlio Prestes vinse le elezioni del 1930, ma con un
partiti politici per sostituirli con le corporazioni. colpo di Stato Getúlio Vargas (1882–1954) prese il
La corporazione è oggi l’unica forma possibile per potere e vi rimase per quindici anni. La rivoluzione
esprimere l’effettiva volontà popolare» (punto IV). di Getúlio Vargas si articolò in più fasi e portò ad
Per questo un ampio paragrafo è dedicato alla uno Stato autoritario regolato dalla costituzione
Forma corporativa dello Stato che è utile riprodurre del 10 novembre 1937. Gli integralisti erano al
nelle sue grandi linee: corrente del colpo di Stato di Vargas e sembra anzi
che il «Piano Cohen» 101 – documento falso su una
I. Organização Corporativa do Estado: Atingido o presunta insurrezione comunista e pretesto per il
Poder da República, pelo Integralismo, através colpo di Stato di Vargas – fosse stato preparato in
dos processos indicados pela Constituição de ambienti integralisti. Asceso al potere, però, Vargas
julho de 1934, pela Lei Eleitoral, pela Lei de con il decreto del 2 dicembre 1937 sciolse tutti i
Segurança Nacional, Constituições Estaduais e partiti e, quindi, anche il movimento integralista
legislação comum em vigor, o Governo Integra- brasiliano.
lista, sem exercer a menor perseguição a quem Alcuni integralisti tentarono un contro-colpo di
quer que seja e procurando congregar todos os Stato, ma senza successo. Poiché l’art. 4 del decreto
brasileiros, sem distinção partidária, em torno permetteva la permanenza di organi culturali,
da obra majestosa e fascinante da criação de uma sportivi e assistenziali, il movimento integralista
grande potência sul-americana, tratará, antes de tentò di sopravvivere come «Associação Brasileira
tudo, de recompor as estruturas políticas, sociais de Cultura», ma il governo Vargas non ne approvò
e econômicas da nacionalidade, imprimindo- lo statuto. Al movimento non restava che lo scio-
lhes um ritmo uniforme e preciso. Longe de glimento e a Plinio Salgado l’esilio in Portogallo.
realizar obra de violência e de opressão, o L’integralismo continuò una sua vita marginale
Governo Integralista reatará o velho e glorioso dopo il rientro nel 1945 di Plinio Salgado in
sentido da política forte e apaziguadora de Brasile. Il suo nuovo «Partido de Representação
Caxias,[ 99] consolidando a unidade da Pátria, Popular» (PRP), ispirato ad alcune idee integra-

99 Il riferimento è al militare e politico 1° ottobre 1937, è riportato alle pp. dade comum»; «cada oficial suspeito à
Luís Alves de Lima e Silva, duca di 68–72 di Carone (1973). Il tono del revolução deverá ter um homem res-
Caxias (1803–1880). falso documento attribuito ai comu- ponsável pela sua eliminação»; «em
100 Fonte: http://integralismope.blog- nisti è questo: «A violência deve ser caso de fracasso [della rivoluzione
spot.com/2009/12/manifesto-progra- planificada, deixando de lado qual- comunista] os reféns verão fuzilados.
ma-da-aib.html quer sentimentalismo não só favorá- Esses reféns, entre outros, serão os
101 O Plano Cohen (setembro de 1937), vel aparentemente ao ideal ministros de Estado, membros da
pubblicato nel giornale «A Ação» del revolucionário, como também à pie- magistradura, etc.»

Mario G. Losano 295


Rg 20 2012

liste, non ebbe fortuna politica; né sembrano classici della politica brasiliana. Ancora di
rilevanti gli attuali movimenti di nicchia che pro- recente, in un articolo del 28 agosto 2004
muovono l’ammodernamento dei vecchi ideali intitolato O Integralismo revisitado, prendeva
integralisti. 102 criticamente posizione sull’integralismo e sulla
sua partecipazione attiva a quel movimento.» 103

7 L’Integralismo e il corporativismo Reale divenne il «Secretário Nacional da Dou-


democratico di Miguel Reale trina», cioè l’ideologo ufficiale del movimento, e il
direttore della principale rivista del movimento,
Nella costruzione del suo programma ideolo- «Panorama»: «responsável por um dos setores mais
gico l’Integralismo poté contare sull’apporto di importantes do movimento (Departamento de
uno dei maggiori giuristi latino-americani del Doutrina) era um jovem bacharel em Direito
Novecento: il filosofo del diritto Miguel Reale com menos de 25 anos». 104 Questa giovane età
(1910–2006). A ventiquattro anni Reale figurava era anche una caratteristica dell’intero movimento
già tra i firmatari dello statuto dell’«Ação Integra- integralista, in cui tre quarti dei dirigenti nazionali
lista Brasileira» del 1934. Il programma-manifesto o regionali aveva meno di trent’anni, e metà dei
del 1936 di quel movimento rivela, da un lato, gli militanti locali aveva meno di venticinque anni
interesse artistici di Salgado (VI, Le belle arti) e, (anche se questo dato va relativizzato, tenendo
dall’altro, la mano di Miguel Reale in due capo- conto che la vita media di allora era più breve
versi: V, La struttura giuridica, e VI, Sindacalismo e dell’attuale).
giurisprudenza sociale. In sintesi, la sua partecipa- Sin dall’inizio del movimento l’apporto di Reale
zione a quel movimento può essere così riassunta: alla concezione dello Stato Integralista è determi-
nante. Si è visto che il Manifesto del 1932, emana-
«La ‹Ação Integralista Brasileira› venne costitui- zione di Salgado, non approfondiva il problema
ta nel 1930 e Miguel Reale ne fu il principale della forma dello Stato (cfr. § 6); invece nell’Abe-
teorico. Il suo primo libro venne pubblicato cedário Integralista 105 Reale faceva dello Stato il
appena finiti gli studi universitari, nel 1934: O nucleo centrale della dottrina e ne fissava le carat-
Estado moderno esamina le teorie politiche fas- teristiche anche giuridiche. Lo Stato è per lui
cista, liberale e comunista, mirando a presentare l’organizzazione della nazione, superiore agli indi-
l’integralismo come alternativa ad esse. Come vidui e alle classi sociali: è l’unione dei produttori
movimento politico l’integralismo era destinato organizzati. Ritornano così i temi classici del pen-
ad essere spazzato via dalla dittatura di Getúlio siero corporativo: «Só quem produz tem direito de
Vargas. Tuttavia, poiché la politica brasiliana è votar e de ser votado». Quindi «só a representação
spesso violenta ma sempre conciliante, fu lo dos trabalhadores é representação popular», cosic-
stesso Getúlio Vargas a volere Miguel Reale ché lo Stato «é uma federação de sindicatos» e il
nell’organo legislativo dello Stato di São Paulo. sindacato «é um orgão de direito público, sob
In esso Miguel Reale operò dal 1942 al 1944. imediata fiscalização e proteção do Estado». 106
[…] Reale non si sottrasse mai al confronto sulla Trindade conclude che «existe bastante analogia
propria militanza integralista: ne prese le distan- entre a organização [brasileira] do trabalho e cor-
ze, ma non la ripudiò né la nascose. I suoi testi porativa e a dos fascismos europeus, inspirados no
integralisti vennero ripubblicati nel 1983 in una modelo italiano» 107 e rinvia alla Carta del Lavoro
collana dell’Università di Brasilia dedicata ai del 1927. Reale tracciava però una precisa linea di

102 «Frente Integralista Brasileira» (FIB), um mundo antigo; 2. Formação da tivismo e unidade nacional; 7. Inte-
«Movimento Integralista e Linearista política burgueza); Tomo 2, 286 pp. gralismo e democracia).
Brasileiro» (MIL-B); «Ação Integralis- (1. O Estado Moderno (Liberalismo, 104 Trindade (1974) 152 s.
ta Revolucionária». Cfr. Silveira Fascismo, Integralismo); 2. O capita- 105 Con questo titolo viene spesso citato
(2007). lismo internacional); Tomo 3, 251 pp. l’opuscolo di Miguel Reale, ABC do
103 Losano (2006c); anche: Losano (1. A crise da liberdade; 2. Perspecti- Integralismo (1937a). Anche in Reale
(2006b). I tre recenti volumi sono vas integralistas; 3. Atualidades brasi- (1983) 151–222.
intitolati: Miguel Reale (1983), leiras; 4. ABC do Integralismo; 5. Nós 106 Reale (s.d.) 8 s. Il testo citato è del
Obras Políticas (1a fase, 1931–1937), e os fascistas da Europa; 6. Corpora- 1933.
Tomo 1, 246 pp. (1. Atualidades de 107 Trindade (1974) 230, n. 83.

296 Un modello italiano per l’economia nel Brasile di Getúlio Vargas: la «Carta del Lavoro» del 1927
Fokus focus

frontiera tra la visione corporativa del fascismo e volto o dello Stato fascista, o dello Stato bolscevico.
quella dell’integralismo: «O corporativismo pre- Poiché quest’ultimo è per Reale soltanto l’estrema
gado pelo Integralismo é mais completo que o conseguenza del liberalismo, egli opta per lo Stato
fascista, pois não consideramos apenas as corpora- fascista, ma adattato alle condizioni del Brasile: in
ções econômicas, mas também as corporações sociais altre parole, opta per il fascismo «moderato» dello
e culturais da Nação, como as igrejas, o exército, a Stato Integralista, e prende le distanze dal fascismo
magistratura, as sociedades das ciências e das artes. «totalitario» di tipo italiano, per esempio da Alfre-
De mais a mais, enquanto na Itália ainda subsistem do Rocco che subordina interamente l’individuo
um Senado de base não corporativa e um Conselho allo Stato. Quindi lo Stato Integralista ha una
originado do Partido Fascista (fora das corpora- struttura analoga a quella dello Stato fascista, dal
ções), nós integralistas proclamamos que só é legítimo quale si distingue per il minor impatto totalitario.
o poder constuído sobre alicerces corporativos.» 108 E Il romeno Manoilescu proponeva un corporativi-
nel 1983 Reale sottolineava: «Ecco un essenziale smo a partecipazione volontaria, e lo stesso Reale
punto di differenza tra il Fascismo (corporativismo ricorda che questo «modelo de corporativismo
statale) e l’Integralismo (corporativismo puro o inte- democrático coincide, em pontos esenciais, com
grale).» 109 o meu O Estado Moderno». 112
Gli autori italiani cui Reale esplicitamente si Secondo Reale lo «Stato Integrale» costituirebbe
richiama sono Giovanni Gentile, Ugo Spirito e una nuova forma di democrazia non liberale, bensì
Giorgio Del Vecchio, nonché Antonio Navarra e elitista e organica. La sua struttura piramidale
Ugo Redanò, questi ultimi oggi dimenticati; conterebbe con una partecipazione popolare alla
mostra invece una certa diffidenza verso Alfredo base, che andrebbe però restringendosi man mano
Rocco in cui avverte i germi del successivo tota- che si sale nella piramide del potere, là dove si
litarismo. La precisione del linguaggio giuridico e prendono decisioni sempre più gravi e complesse.
la visione organizzativa fecero di Reale il punto di Questa democrazia elitista segue il principio del
riferimento per la dottrina del movimento, posi- «superamento» enunciato da Alfredo Rocco: deve
zione rafforzata dalla sua carica di Segretario Na- assorbire tutte le fasi statali anteriori, e superarle
zionale della Dottrina. Le sue opere di quegli anni inglobandole (hegelianamente, si potrebbe aggiun-
sono fra le più significative dell’Integralismo. 110 gere). Lo Stato Integrale è quindi, in parte, un
La predominanza del contributo di Reale è tale, ritorno al Medioevo – che conobbe le corporazio-
che Trindade dedica un’analisi dettagliata soltanto ni, ma non lo Stato – e un distacco dallo Stato del
alla sua concezione dello Stato Integralista. 111 Rinascimento e della Riforma, che conobbero lo
Come altri conservatori, Reale vede nella Prima Stato ma disciolsero le corporazioni nell’individua-
guerra mondiale lo shock che ha portato i popoli a lismo.
riscoprire lo Stato; quindi il suo programma poli- Nella concezione di Reale, il nuovo Stato pre-
tico consiste nel restaurare l’autorità dello Stato, vede la democrazia diretta a livello comunale, dove
indebolita dal liberalismo. Per lui, il vero Stato tutti partecipano all’elezione del Consiglio muni-
moderno nasce dopo la Grande Guerra e assume il cipale (formato dai rappresentanti dei vari sindaca-

108 Reale, ABC do Integralismo, nel para- 242 pp. (è l’opera più importante di assunto «uma posição própria, basea-
grafo Em lugar dos partidos, as corpo- Reale sulla sua teoria dello Stato In- da no corporativismo democrático de
rações, in Reale, (1983) 201 s. tegralista); A formação político-burgue- um pensador romeno, Michail Ma-
109 «Eis um ponto essencial da distinção sa, 1934, 239 pp.; O operariado e o noilescu, em sua obra Le siècle du
entre o Fascismo (corporativismo esta- Integralismo, 1934; Atualidades de um corporatisme, não aceitando a tese fa-
tal) e o Integralismo (corporativismo mundo antiguo, 1936. Completano il scista da corporação como ‹órgão do
puro o integral)»: Reale, (1983) 202, panorama del suo integralismo i se- Estado›, mas sim como estrutura de-
nota. L’espressione «corporativismo guenti volumi: Reale (1935); mocrática com organização social
puro o integral» riprende il titolo (1936b); (1937b), oltre al già citato autónoma» (Reale [2004]). Popper
dell’opera di Mihail Manoïlescu, tra- Reale (1937a), cfr. supra, n. 87. (1966) critica Manoilescu da un pun-
dotta anche in Brasile: Manoïlesco 111 Trindade (1974) 232–247. to di vista comunista.
(1938b). 112 Reale (1987) 75. L’opera cui si rife-
110 Reale (1987) 74 ritiene che «os meus risce è Manoïlescu (1938a); cfr. su-
cuatro libros fundamentais» siano i pra, note 37 e 109. Anche nel 2004
seguenti: O Estado Moderno (Libera- Reale ribadisce questa influenza: nel-
lismo, Fascismo e Integralismo), 1934, l’ambito dell’Integralismo egli aveva

Mario G. Losano 297


Rg 20 2012

ti), mentre il suffragio si fa poi sempre più ristretto In età avanzata, nel 2004, Reale ritornò sul suo
e gerarchico per nominare il Consiglio Nazionale passato integralista con un articolo in un impor-
(o Senato), la Camera Corporativa Nazionale e il tante quotidiano di São Paulo. La causa occasionale
Presidente dell’Unione. di quell’articolo fu una miniserie televisiva della
Lo Stato Integralista è corporativo: gli apparte- rete Globo, ambientata nel contesto dell’Integra-
nenti a una classe professionale si uniscono in un lismo e realizzata, a suo giudizio, «com manifesta
sindacato a livello municipale; dalla federazione di mâ-fé, como é hábito dos chamados ‹esquerdistas›,
questi sindacati prende forma il Consiglio Provin- até o ponto de apresenta-la como simples variante
ciale. Le federazioni che rappresentano professioni do hitlerismo». Non importa qui la veridicità delle
diverse, ma afferiscono ad una medesima area trasmissioni della rete Globo (decisamente non
produttiva, si uniscono in Corporazioni, ciascuna ‹esquerdista›) né il dibattito sulla natura dell’Inte-
delle quali elegge i suoi rappresentanti nella Câma- gralismo, ma soltanto la posizione di Reale, che
ra Corporativa Nacional, vero baricentro dello non accetta il riferimento all’«hitlerismo» e ricorda
Stato Integralista. Le corporazioni sociali e cultu- come nel Brasile degli anni Trenta «repercutira
rali, cioè quelle non strettamente economiche, apenas o fascismo de Mussolini, com as idéias
formano il Consiglio Nazionale (o Senato) con centrais do ‹Estado forte›, com partido político
funzioni di consulenza e controllo, affinché la único organizado com base em corporações eco-
Camera delle Corporazioni operi a vantaggio del- nômicas».
l’intera nazione. L’unione della Câmara Corpora- L’idea dello Stato forte e della pianificazione
tiva Nacional e del Senato forma il Congresso economica «teve grande ressônancia en nosso país»
Nazionale, che elegge il Capo della Nazione. e anche Reale l’accettò nel 1933, optando per il
Lo scioglimento del movimento integralista corporativismo democratico ispirato a Mihail Ma-
dopo il colpo di Stato di Getúlio Vargas, lo stato noilescu. «Em nenhum livro, – sottolinea in pole-
d’assedio che ne era seguito e il fallito colpo di mica contro l’accusa di «hitlerismo», – era feita a
Stato degli integralisti obbligarono Reale a lasciare apologia da violência como instrumento de con-
il Brasile. Aveva allora ventotto anni, ma ne dimo- quista do poder»; e, come nelle Memórias, spiega
strava di meno: per questo riuscì a infiltrarsi nella l’insurrezione contro Vargas come un evento ispi-
scolaresca della scuola paulistana «Dante Alighieri» rato più dai liberali che dagli integralisti.
che si imbarcava per l’Italia, dove gli venne con- Lasciando impregiudicato questo problema sto-
cesso asilo per un anno. Qui percepì che la realtà riografico, torniamo all’evoluzione del pensiero
del fascismo non coincideva con le tesi dottrinarie. politico di Reale: «Me considerei livre do compro-
Ritornato in Brasile dopo diciotto mesi di assenza, misso integralista quando, no exílio na Itália, me
fu incarcerato due volte, ma ben presto la sua vita dei conta da ilusória organização corporativista sob
ritornò alla normalità, e quindi anche alla politica. o mando de um partido único, tanto assim que me
Infatti l’attività di Miguel Reale continuò anche recusei a pertencer ao partido organizado por
con i successivi governi brasiliani, da Getúlio Var- Plínio Salgado depois da Constituição de 1946.
gas alla democrazia dal 1984 in poi. In questo […] No que se refere ao Integralismo, reconheci
lungo arco di tempo ritornò sulla sua partecipa- a transitoriedade de seu programa, inspirado nos
zione all’Integralismo, che costituì una fase im- valores ideológicos em conflito na década de 1930,
portante nella sua vita, e che gli fornì la materia per mas jamais me arrependi de minha atuação em
vari capitoli nella sua autobiografia, pubblicata nel prol do corporativismo democrático.» 114
1987. In essa si incontra la viva descrizione perso-
nale di quegli anni densi di eventi. 113

113 Reale (1987); cfr. in particolare i ca- 114 Reale (2004).


pitoli: VI. Ação Integralista Brasileira;
VII. Minha posição na Doutrina In-
tegralista; VIII. Gesta, amor, virtus;
IX. O Estado Novo e o «putsch» libe-
ral-integralista; X. Fuga para Itália. O
exílio. Estratagema para voltar ao
Brasil. Duas prisões, 69–144.

298 Un modello italiano per l’economia nel Brasile di Getúlio Vargas: la «Carta del Lavoro» del 1927
Fokus focus

8 La «Consolidação das Leis do Trabalho» di liberais e, naqueles, dois por parte dos funcionarios
Vargas (1943) públicos». 115
L’obiettivo di Getúlio Vargas era l’industrializ-
La lunga permanenza di GetúlioVargas al potere zazione del Brasile senza mettere in pericolo la
non fu istituzionalmente unitaria: dal 1930 al 1934 pace sociale e, quindi, la stabilità del suo governo.
presiedette un governo provvisiorio; dal 1934 al Le forze politiche che lo assecondarono furono i
1937 fu Presidente della Repubblica; dal 1937 al «tenentisti», i riformisti sociali e i cattolici, ma non
1945 fu alla testa dell’«Estado Novo», instaurato tutti gli integralisti. Appena preso il potere nel
con un colpo di Stato. Il voto diretto lo riportò alla 1930, Vargas istituì il «Ministero del Lavoro, Indu-
presidenza del Brasile dal 1951 al 1954, quando si stria e Commercio» come strumento per coordi-
uccise annunciando nella sua ultima lettera: «Esco nare la sua politica industriale e lavorista. L’anno
dalla vita per entrare nella storia». dopo abolì i sindacati liberi e fondò il sindacato
Il suo stile di governo populista e autoritario è unico (Decreto 19.770 del 19 marzo 1931).
paragonabile a quello di Juan Perón, però non La classe operaia brasiliana era in quegli anni
identificabile con il regime fascista, come di fatto ancora poco numerosa e – come in Europa – la
avviene tuttora nel linguaggio politico italiano. In stanchezza (quando non il rifiuto) della democra-
America Latina, il retaggio peronista e varghista zia parlamentare portava a cercare forme alterna-
non è sentito come una macchia da cancellare dalla tive di rappresentazione dell’economia nel mondo
storia nazionale: strade e piazze conservano i loro politico. Anche il Brasile, infatti, stava vivendo le
nomi e, in Brasile, il più importante istituto di conseguenze della crisi economica del 1929 e
ricerca è appunto la «Fundação Getúlio Vargas», avvertiva come primari i problemi dell’industria e
fondata nel 1944. del lavoro. Come in Europa, si riteneva che solo
I quindici anni di governo getulista – e in l’intervento diretto dello Stato potesse risolvere
particolare gli anni dell’«Estado Novo», dal 1937 questi problemi. In Brasile, pertanto, ai lavori
al 1945 – sono contrassegnati da un’intensa attività dell’Assemblea costituente del 1933–34 partecipa-
legislativa nell’ambito economico e lavoristico: e rono parlamentari e rappresentanti del sindacato
ad essa conviene qui limitarsi. Nonostante la fram- unico. Un sostenitore dello Stato forte e centraliz-
mentazione istituzionale sopra riassunta, il disegno zato, gestito da rappresentanti degli interessi e non
di Getúlio Vargas presentava alcune linee chiare che da politici eletti, fu Oliveira Viana, padre della
durarono nel tempo e nelle quali perduravano costituzione del 1937 e Ministro della Giustizia
elementi dell’eredità corporativa. Nel valutare fino al 1942. Viana fu anche una delle figure
complessivamente la legislazione sociale di Vargas centrali nel diritto del lavoro brasiliano e autore
bisogna tener presente che la realtà del Brasile era della legge sul prelievo obbligatorio della quota
molto diversa da quella europea, cosicché il suo sindacale sulle retribuzioni di tutti i salariati, anche
corporativismo (lo si ritenga democratico, o no) se non iscritti al sindacato. 116
apportò alcuni elementi positivi al mondo produt- Il suo avversario Wanderley Guilherme descri-
tivo del Brasile. veva la sua visione politica come «autoritarismo
In particolare, un decreto di Vargas prescrisse instrumental», cioè come un autoritarismo neces-
che dell’Assemblea Costituente (che doveva porta- sario per superare l’arretratezza del Brasile ereditata
re alla Costituzione del 1934) facessero parte «qua- dall’epoca coloniale. La costituzione dell’epoca
renta representantes de associaciões profissionais, imperiale e quella repubblicana del 1891, di ispi-
tocando vinte aos impregados e vinte aos imprega- razione anglo-americana, presupponevano una vita
dores, nestes incluídos tres por parte das profissões politica brasiliana in realtà inesistente, generando

115 Art. 1 del Decreto N° 22.653, del 20 116 Assertore dell’eugenetica e contrario de direito sindical (1943); Direito do
aprile 1933: «Fixa o número e esta- alla commistione razziale, Francisco trabalho e democracia social, 1951.
belece o modo de escolha dos repre- José de Oliveira Viana (1883–1951) è Sulla sua visione del corporativismo:
sentantes das associaciões ricordato come sociologo e giurista. Castro Gomes (1993), in particolare
profissionais que participerão da As- Autore di Problemas do Direito Cor- 399.
sembleia Constituinte»: testo in porativo (1938); As Novas Diretrizes
Bonavides, Andrade (2006) 686 s. da Política Social (1939); Os Grandes
Problemas Sociais (1942); Problemas

Mario G. Losano 299


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così uno sfasamento tra il paese legale e il paese – rimase di fatto sulla carta; invece presero forma e
reale. Uno Stato nazionale tecnicamente autorita- realtà numerose leggi di contenuto sociale.
rio poteva garantire il progressivo passaggio alle Con gli anni Trenta, infatti, la questione sociale
libertà civili, poi a quelle politiche e infine alla era andata aggravandosi ed esigeva una soluzione,
democrazia. 117 Dopo la Seconda guerra mondiale, che venne con il governo autoritario di Getúlio
Viana constatava il fallimento delle politiche socia- Vargas, recependo impulsi dal dibattito interna-
li del fascismo, del nazionalsocialismo, del comu- zionale e organizzando i lavoratori «a partir do
nismo sovietico e dello stesso Roosevelt e, con sindicalismo oficial combinado com una estrutura
riferimento al Brasile, concludeva che la dimen- horizontal autônoma». 120 Ma quanta fosse questa
sione culturale di un popolo non si può mutare per autonomia è una questione ancora da chiarire:
legge. 118 ancora una volta si può affermare che fra la strut-
Nella disputa su quanto fosse corporativo lo tura corporativa di modello italiano e quella brasi-
Stato getulista si constata che «o nosso sistema liana che andava delineandosi erano più i punti di
pode ser classificado como corporativo, pois busca contatto che le divergenze.
a harmonia social e estabelece uma estrutura sindi- Infatti il decreto del 1931, sopra ricordato,
cal hierarquizada a partir do Estato»; cioè – para- istituiva una struttura sindacale simile a quella
frasando il motto positivista scritto sulla bandiera corporativa italiana: i sindacati venivano ricono-
del Brasile – «parte de um projeto que acredita no sciuti dal Ministero del lavoro, che verificava la loro
progresso e busca a ordem». Questo progetto esige conformità alle esigenze stabilite dalla legge e che
uno Stato forte che promuova l’industria. E fin qui poteva intervenire nel loro funzionamento, giun-
non vi sono differenze con gli Stati corporativi di gendo se necessario anche al loro scioglimento
quegli anni. Come elemento distintivo, invece, (artt. 15 e 16). I sindacati divennero così, anche
viene presentato «o seu caráter inclusivo», il che in Brasile, organi dello Stato – cioè persone giuri-
significa: «Não foi só criada a estrutura oficial, mas diche di diritto pubblico – con funzioni consultive
também um conjunto de direitos sociais vincula- (art. 5) e anche conciliative (art. 6). La concilia-
dos ao trabalho. É bom lembrar que temos um zione nei contrasti fra le parti era esercitata
passado escravocata». Infatti la schiavitù era stata dalle Commissões Mistas de Conciliação (Decreto
abolita nel 1888 ed aveva provocato il crollo della n. 21.396 del 12 maggio 1932) e dalle Juntas de
monarchia ed il passaggio alla «República Velha» Conciliação e Julgamento (Decreto n. 22.132 del
fondata sull’oligarchia terriera che non aveva 25 novembre 1932), che nel 1939 sarebbero state
affrontato il problema sociale. sostituite dalla Justiça do Trabalho, prevista già
In realtà, la «struttura ufficiale» non entrò mai nella costituzione del 1934, però attuata solo con
in funzione. La costituzione del 1937 prevedeva – la costituzione dell’Estado Novo. Infatti, con il
come «aparelho colateral do Governo» – un «Con- colpo di Stato del 1937, Vargas creò uno Stato
selho da economia nacional», costituito «de repre- autoritario che portava lo stesso nome dell’omo-
sentantes de vários ramos da produção, designados, logo regime portoghese: Estado Novo.
entre pessoas qualificadas por sua competência La struttura del sindacato di Stato ricevette la
especial, pelas associações profissionais ou sindica- sua consacrazione nella costituzione del 1937, con
tos, garantida a representação entre empregadores la quale iniziava l’Estado Novo: «A associação
e empregados», al fine di «promover a organização profissional ou sindical é livre. Somente, porem,
corporativa da economia nacional», predisporre o sindicato regularmente reconhecido pelo Estado
contratti collettivi, svolgere ricerche economiche tem o direito de representação legal dos que parti-
e altre forme di consulenza al governo, compresa la ciparem da categoria de produção para que foi
proposta di creare nuove corporazioni. 119 Questo constituido, e de defender-lhes os direitos perante
organismo corporativo di vertice – simile al Consi- o Estado e as outras associacões profissionais, esti-
glio Nazionale delle Corporazioni italiano del 1934 pular contratos coletivos de trabalho obrigatórios

117 Bercovici (2008) 291. commercialisti brasiliani, fu anche un


118 Cfr. Oliveira Viana (1955) vol. 2, influente politico su posizioni anti-
574 s. autoritarie.
119 Ferreira (2003) 108. Waldemar Fer- 120 Krein (2008).
reira (1885–1964), uno dei principali

300 Un modello italiano per l’economia nel Brasile di Getúlio Vargas: la «Carta del Lavoro» del 1927
Fokus focus

para todos os seus associados, impor-lhes contri- In una situazione sindacale più arretrata che in
buições e exercer em relação a eles funções delega- Europa, le varie leggi lavoristiche, non coordinate
das de poder público» (art. 136, CF 1937). fra loro e frammentarie, vennero unificate in un
Queste disposizioni coincidono pressoché alla corpus di 922 articoli: una regolamentazione detta-
lettera con quelle contenute nell’art. III della Carta gliata che non va intesa come una «consolidation»
del Lavoro italiana del 1927: «L’organizzazione o come un «testo unico» di norme preesistenti,
professionale o sindacale è libera. Ma solo il sinda- bensì come una «refonte législative», cioè una
cato legalmente riconosciuto e sottoposto al con- fusione di norme preesistenti che elimina le con-
trollo dello Stato ha il diritto di rappresentare traddizioni, colma le lacune e spesso introduce
legalmente tutta la categoria di datori di lavoro o profonde innovazioni, anche per coordinare le
di lavoratori per cui è costituito, di tutelarne, di norme lavoristiche con la costituzione autoritaria
fronte allo Stato o alle altre associazioni professio- del 1937. 122 Quest’importante documento legisla-
nali, gli interessi; di stipulare contratti collettivi di tivo fu preceduto da ripetute consultazioni e venne
lavoro obbligatori per tutti gli appartenenti alla infine approvato il 1° maggio 1943, con il Decreto
categoria, di imporre loro contributi e di esercitare Legge n. 5452. Questa «Consolidação das Leis do
rispetto ad esso funzioni delegate di interesse Trabalho» diede al mondo del lavoro brasiliano
pubblico». una struttura di fondo che in certa misura perdura
L’Estado Novo e la sua costituzione corporativa sino ad oggi.
intervennero sul sindacato attraverso la Lei orgâ- In sintesi, oltre alle regole sui sindacati, la Con-
nica do Sindicado (DL n. 1402 del 5 luglio 1939). solidação das Leis do Trabalho regolava la solu-
Presidente della commissione che preparò di que- zione dei conflitti lavorativi attraverso la Justiça do
sto provvedimento, nonché suo relatore, fu il già Trabalho; l’istituzione di nuovi sindacati attraverso
ricordato Olivieira Viana. Dalla motivazione della questo stesso tribunale; la composizione dei tribu-
legge risulta chiara la relazione fra sindacati e Stato nali del lavoro (uguale a quella italiana: tre magi-
corporativo: «A Constituição de 1937, instituindo strati togati e due provenienti dal mondo dell’eco-
a organização corporativa da nova ordem econô- nomia); l’applicabilità a tutta la categoria dei con-
mica, vinculou-a à organização sindical. Que essa tratti collettivi; la limitazione della giornata lavo-
passa a ser a substrução sobre que irá assentar rativa e le ferie retribuite; infine, una precisa re-
aquela – é uma decorrência lógica do regime golamentazione del licenziamento del lavoratore.
político alí instituido»; in conclusione, i sindacati Queste norme facevano della Consolidação das
«representam as associações profissionais, portanto, Leis do Trabalho del 1943 una legislazione avanzata
os órgãos primordiais e de maior relevo da estru- per quell’epoca: essa però si applicava ai soli lavo-
tura pré-corporativa do país.» 121 ratori urbani. Da questa Consolidação derivò quin-
Nell’Estado Novo il sindacato si organizza dun- di una dicotomia nel mondo del lavoro brasiliano:
que in funzione della branca produttiva; è unico alla rigida organizzazione dei lavoratori urbani si
perché riconosciuto dallo Stato; è controllato dallo contrappose l’isolamento dei lavoratori agricoli,
Stato; il diritto di sciopero è fortemente limitato e, lasciati in balìa dei latifondisti, uno dei sostegni
durante un certo periodo, abolito; infine, le deci- politici di Vargas. Da questo isolamento presero
sioni sindacali e il contributo sindacale obbligano origine i movimenti agrari, dai primi raggruppa-
anche i non affiliati. Tuttavia l’organizzazione sta- menti spontanei sino all’attuale Movimento dos
tale dei sindacati non è che un aspetto della politica Trabalhadores Rurais sem Terra (MST), il maggior
economica del governo di Vargas, caratterizzata da movimento sociale dell’America Latina. 123
una serie di misure avanzate a favore dei lavoratori Al governo Vargas seguirono vari governi demo-
dell’industria. cratici, che però conservarono di fatto l’impianto

121 Citato in Moraes Filho (1978) 18. e em seu título, neste ano de 1943, 123 Sull’organizzazione di questi movi-
Cit. a p. 68 di Esteves (2003). não um ponto de partida, nem uma menti rinvio a Losano (2006a),
122 La Exposição de motivos precisa che adesão recente a uma doutrina, mas a Losano (2007) e alla letteratura ivi
questa legge «não é uma coleção de maturididade de uma orden social há indicata.
leis, mas a sua coordenação sistema- mais de um decênio instituída»
tizada» (punto 11) e rappresenta (punto 15). La Exposição de motivos è
quindi «em sua substância normativa alle pp. 556–567 di Carone (1976).

Mario G. Losano 301


Rg 20 2012

lavoristico della Consolidação das Leis do Trabal- em cinco». 126 A tappe forzate mirava a realizzare
ho, impianto che giunse così quasi intatto nelle trenta obiettivi, raggruppati in cinque aree cruciali:
mani della dittatura militare (1964–84), la cui energia, trasporti, alimentazione, industrie di base,
politica di intervento statale nell’economia rag- educazione; ad essi si aggiungeva la costruzione di
giunse il culmine nel governo presieduto dal gene- Brasília. Iniziava così il movimento «desenvolvi-
rale Ernesto Geisel (1974–79). Solo i governi suc- mentista» che mirava a liberare il Brasile dalla
cessivi al 1984 intrapresero una serie di liberalizza- dipendenza dalle importazioni e dai capitali stra-
zioni, sino a giungere alle misure neoliberiste degli nieri. Per realizzare questo piano, al momento
anni del governo di Fernando Henrique Cardoso della costruzione di Brasília Kubitschek si scontrò
(1995–2002). 124 apertamente con il Fondo Monetario Internazio-
nale e non ne accettò le regole che gli venivano
imposte.
9 I diritti sociali dei lavoratori urbani e agrari Kubitschek creò l’industria automobilistica bra-
da Vargas a Kubitschek siliana e aprì grandi strade che integrarono fra loro
anche le aree periferiche del Brasile, ma la sua
L’evoluzione dei diritti sociali in Brasile fu realizzazione più spettacolare fu il trasferimento
rallentata dal susseguirsi delle dittature, con una della capitale da Rio de Janeiro a Brasília. Tutte
breve parentesi democratica tra Vargas e i militari. queste misure avevano lo scopo di rafforzare la
Di conseguenza, per ricostruire la loro prima fase coesione del Brasile, in una visione geopolitica che
è necessario partire dal 1934, andando oltre il vedeva la nuova capitale al centro del territorio e
suicidio di Vargas (1954); bisogna poi seguire il una rete di strade che la collegavano con le aree
«desenvolvimentismo» («desarrollismo» nell’Ame- periferiche del paese. L’esigenza delle rete stradale
rica di lingua spagnola) di Juscelino Kubitschek e era da un lato legata alla promozione dell’industria
giungere sino alle soglie della dittatura militare automobilistica (a scapito di quella ferroviaria), ma
(1964–1984). Lo si potrà fare solo per sommi capi. era anche un’esigenza vitale per l’ulteriore sviluppo
Il decennio che segue la morte di Vargas pre- di uno Stato vasto come il Brasile: basti ricordare
senta una forte instabilità politica e gli unici che gran parte del materiale per la costruzione di
mandati presidenziali pluriennali sono quelli di Brasília dovette esservi trasportato per aereo.
Juscelino Kubitschek de Oliveira (1902–1976) e di L’epopea di Brasília riporta in scena il personag-
João Goulart (1919–1976). 125 L’impulso economi- gio centrale dell’ormai lontano Integralismo, quel
co iniziato con Vargas si consolida ed espande: il Plinio Salgado che si era presentato alle elezioni
sistema corporativo, nel contesto del Brasile, aveva presidenziali in concorrenza con Kubitschek e che
creato le premesse per una prima industrializza- ne aveva così agevolato la vittoria, togliendo voti al
zione diffusa. In quegli anni inquieti il tema su cui suo diretto avversario. Una lettera di Kubitschek
concentrare l’attenzione è il completamento dei dimostra quanto stretti e cordiali fossero ancora,
diritti dei lavoratori iniziato con la «Consolidação trent’anni dopo, i rapporti del mondo politico
das Leis do Trabalho» di Vargas: ma essa, come si brasiliano con i personaggi dell’Integralismo:
era detto, riguardava solo i lavoratori urbani. Però
il Brasile, nonostante l’incipiente industrializza- Meu caro Plínio, Seu livro 13 Anos em Brasília
zione, era un paese agrario: restavano quindi da impressionou-me profundamente.[ 127] A criti-
tutelare i lavoratori agricoli. cá-lo não me atrevo, elogiá-lo será supérfluo.
Kubitschek continuò l’economia pianificata con O livro impõe-se por dois fatores essenciais:
il Plano de Metas, il cui motto era «Cinquenta anos o renome universal do Autor e a divulgação

124 Sull’evoluzione recente del diritto del (1954–55), seguito da due presidenti pochi giorni nell’aprile 1964. Il man-
lavoro, cfr. il saggio di Viana (2008), interinali (Carlos Luz e Nereu Ra- dato di João Goulart (1961–1964) si
che dedica le prime pagine alla Con- mos: dal novembre 1955 al gennaio conclude con l’inizio della dittatura
solidação, ma analizza poi le evolu- 1956). La stabilità torna con Juscelino militare (Castelo Branco, dal 1964).
zioni successive alla dittatura militare. Kubitschek, presidente dal 1956 al 126 Lafer (1975).
125 In sintesi, la sequenza completa dei 1961. Gli succede Jânio Quadros (dal 127 Salgado (1973).
presidenti è la seguente: a Getúlio gennaio all’agosto 1961), che rinun-
Vargas (1951–54) succede Café Filho cia. Ranieri Mazilli lo sostituisce per

302 Un modello italiano per l’economia nel Brasile di Getúlio Vargas: la «Carta del Lavoro» del 1927
Fokus focus

sócio-política de Brasília, irreversível desde que brasiliana, nonostante la priorità data all’industria-
homens de seu porte moral e intelectual, com o lizzazione.
conhecimento esmiuçado e sistemático dos pro- Nel 1953, come Ministro del lavoro, João Gou-
blemas nacionais a apoiaram sem restrições. [… lart migliorò la previdenza sociale ma, soprattutto,
il libro mette in risalto] a significação de Brasí- aumentò il salario minimo nonostante le forti
lia, pressentida desde o século XVIII e preparada opposizioni: e lo aumentò del 100%, come chie-
pelo grito que você, meu caro Plínio, deu devano i lavoratori. La reazione degli imprenditori
conclamando todos para a marcha rumo ao obbligò Goulart a dare le dimissioni. Eletto Presi-
Oeste. O seu livro não é um depoimento, mas, dente dell’Unione nel 1961, continuò il suo pro-
como diz muito bem, a interpretação de Brasí- gramma di misure sociali (o peroniste, come lo
lia, no tempo e no espaço e o que você escreve à accusavano gli avversari), mirando anche ad esten-
página 29 sobre a carga demográfica do mundo dere ai lavoratori agricoli i diritti già esistenti per
e o risco que correm terrenos desocupados, os quelli urbani. In particolare, un suo decreto for-
espaços ociosos, é a expressão da verdade, de mulava per la prima volta la possibilità di espro-
uma observação que reflete o cruel realismo que priare i fondi improduttivi (sia pure in circostanze
dirige a história Moderna, possuidora desses ancora molto limitate), con un esplicito riferimen-
métodos sumários de destruição que são as to alla «funzione sociale della proprietà.» 129 Que-
armas modernas. […] A impressão que o livro sto concetto, già ricorrente nel corporativismo,
me deixou e que vai ficar nas letras para a veniva ripreso da un presidente accusato dagli
posteridade como a maior justificação de Brasí- avversari, e soprattutto dai militari, di essere troppo
lia. Por tudo, por esse prazer do espírito e da vicino ai comunisti e ai socialisti.
sensibilidade, só posso agradecer-lhe abraçando
afetuosamente com esta amizade que a cada dia
se solidifica e aumenta. Sinceramente, Juscelino 10 Dalla tutela dei lavoratori urbani alla
Kubitschek. 128 riforma agraria: lo Statuto della Terra
(1964)
Kubitschek fu uno dei presidente più amati dai
brasiliani per l’impulso che diede al paese. Gli Dopo la seconda metà del Novecento la riforma
succedette Jânio Quadros, che nella sua breve agraria contro il latifondo diveniva un problema
presidenza continuò l’industrializzazione incenti- sempre più pressante, ma le resistenze erano for-
vata da Kubitschek e, inoltre, presentò un progetto tissime. Le lotte contadine furono contrassegnate
di riforma agraria, che però non venne approvato. da occupazioni, sgomberi, legislazioni spesso inat-
Tuttavia i «terrenos desocupados» e gli «espaços tuate, eccidi e processi interminabili. Ho cercato di
ociosos» evocati nella lettera di Kubitschek erano tracciare un quadro della riforma agraria in Brasile
ormai un problema non rinviabile per la politica in un mio libro, 130 qui non resta che concludere

128 Testo contenuto nel sito: http:// nais, e as terras beneficiadas ou recu- fondiario del Brasile coloniale; b) Il
construindohistoriahoje.blogspot. peradas por investimentos exclusivos regime agrario del Brasile imperiale
com/2010/10/carta-enviada-plinio- da União em obras de irrigação, dre- (1808–1889) e le terre «devolute»; c) Il
salgado-respeito.html?utm_source= nagem e açudagem, atualmente regime agrario nel Brasile repubbli-
feedburner&utm_medium=feed& inexploradas ou exploradas contra- cano (1889–1930); d) Gli anni Cin-
utm_campaign=Feed%3A+constru- riamente à função social da proprie- quanta e il delinearsi dei problemi
indo-historia-hoje+%28CONSTRU- dade, e dá outras providências), odierni). – 2. La riforma agraria della
INDO+HISTÓRIA+HOJE%29, ac- in http://www6.senado.gov.br/ dittatura militare: «Lo statuto della
cesso del 6 settembre 2011. Il sito non legislacao/ListaPublicacoes.action? terra» (1964). – 3. La funzione sociale
indica la data di questa lettera, che id=114765, accesso del 6 settembre della proprietà nella costituzione del
però dovrebbe coincidere con l’anno 2011. 1988. – 4. La riforma agraria nei go-
di pubblicazione del libro, cioè con il 130 Losano (2006a); Losano (2007). verni di centrosinistra (1995–2002):
1973. I seguenti paragrafi del Cap. 2 a) I governi Cardoso descrivono la
129 Decreto nº 53.700, de 13 de março de (74–104; ed. spagnola 2006: 65–93) loro riforma agraria; b) Le tensioni
1964 (Declara de interêsse social para continuano e completano quanto sin nelle campagne durante i governi
fins de desapropriação as áreas rurais qui detto: 1. Proprietà fondiaria e Cardoso). – 5. 2003: una nuova poli-
que ladeiam os eixos rodoviários riforma agraria dalle origini al XX tica agraria con il governo di sinistra?
federais, os leitos das ferrovias nacio- secolo: a) Le «sesmarias» e il regime

Mario G. Losano 303


Rg 20 2012

l’arco di storia finora percorso con la constatazione oggi, quel «distributivismo»: mentre negli anni
di un paradosso: lo «Statuto della terra», 131 che Cinquanta era una soluzione adatta per tutto il
finalmente riconosceva i diritti dei lavoratori della Brasile, oggi sembra aver senso soltanto per una sua
campagna, venne emanato dalla dittatura militare parte sempre più limitata.
che, nel 1964, aveva rovesciato il presidente João Le norme per la riforma del lavoro agricolo
Goulart. rappresentavano un miglioramento importante
La dittatura militare era consapevole del fatto per numerosi lavoratori, anche se il governo mili-
che la riforma agraria era ormai una richiesta tare cercò di bilanciare le pressioni dal basso con
ineludibile, tanto che – nello stesso anno del colpo molte attenzioni rivolte soprattutto ai problemi
di Stato – uno dei suoi primi atti di governo fu la dell’indennizzo per i latifondi espropriati.
modifica costituzionale del 9 novembre 1964, n. Lo «Statuto della Terra» sorprende perché la
10: in essa l’esproprio terriero ai fini della riforma dittatura militare, giunta al potere con il sostegno
agraria viene subordinato a un indennizzo in titoli dei grandi proprietari terrieri, emanò una serie di
di credito agrario, e non in denaro liquido. Così, norme che accettavano in parte le posizioni di quei
proprio i militari avevano abrogato quell’articolo movimenti democratici che i militari stessi avevano
141 contro cui si erano battuti invano i movimenti messo fuori legge. L’indennizzo per le espropria-
contadini. Pochi giorni dopo, il 30 novembre, zioni venne ulteriormente rivisto: l’emendamento
venne emanato lo «Statuto della Terra» (legge costituzionale n. 1 del 1969 riduceva l’indennizzo
4330), cioè un testo organico sulla riforma agraria, «giusto e previo» al solo «indennizzo giusto». Il
rimasto in vigore fino ad oggi. successivo decreto-legge 554 andava oltre e stabi-
Il Brasile ricevette dalla dittatura militare la liva che era da considerarsi «giusto» l’indennizzo
riforma agraria cui aspiravano le sinistre perché, concordato fra l’espropriante e l’espropriato o, in
in quegli anni, aveva avuto luogo la rivoluzione mancanza di accordo, il valore dichiarato dal pro-
cubana, che già nel 1959 aveva espropriato i lati- prietario ai fini del pagamento dell’imposta fon-
fondi dell’isola. Nel 1961 gli Stati Uniti ruppero le diaria. Lo stesso decreto-legge fissava un termine
relazioni diplomatiche con Cuba e John F. Ken- entro cui il fondo espropriato doveva essere asse-
nedy, per contrastare un esempio indesiderato, gnato a chi ne avesse avuto diritto.
annunciò l’«Alleanza per il Progresso», piano Il timore dell’esempio cubano, la pressione sta-
decennale che doveva aiutare gli Stati dell’America tunitense e le tensioni nelle campagne non aveva-
Latina a uscire dal sottosviluppo e, in particolare, no però inciso sulla natura dittatoriale del governo
aiutare con il «Piano Verde» le riforme agrarie di militare. Lo Statuto della Terra era una misura non
tipo capitalistico. Questa alleanza era dunque in più procrastinabile, ma non rappresentava un’aper-
vigore quando i militari presero il potere in Brasile. tura alle esigenze della sinistra.
Nel 1964 la dittatura militare troncò il fervore In realtà, il governo militare poteva permettersi
dei movimenti sociali di sinistra dei primi anni questa legislazione progressista perché controllava
Sessanta, ma non ripudiò il desenvolvimentismo gli strumenti per la sua applicazione. Alcuni dati
industriale e nazionalista dei governi precedenti, attestano la correzione di rotta imposta dal gover-
e importò la «rivoluzione verde» nordamericana. no militare al movimento contadino. Fino al 1960
Iniziò così una contraddittoria trasformazione in tutto il Brasile esistevano soltanto quattro sinda-
agricola del Brasile: il latifondo tendeva a trasfor- cati agrari a livello municipale, negli Stati di Bahia,
marsi in grande impresa agricola meccanizzata, Pernambuco, Rio de Janeiro e São Paulo. Nel 1962
con alta redditività e poca mano d’opera, mentre i sindacati erano già 153 e nel 1963, anno dell’e-
lo «Statuto della Terra» si fondava sul modello del- manazione dell’Estatuto do Trabalhador Rural, era-
la distribuzione delle terre ai piccoli contadini. Al no saliti a 475; contemporaneamente alcuni sin-
centro del dibattito sulla politica agraria è, ancora dacati si aggregavano in sette federazioni statali e

131 Il volume Estatuto da terra (2003)


raccoglie le leggi di riforma agraria
dal 1938 al 2000. L’Estatuto da terra,
cioè la Lei de 30 de novembro de 1964
(Dispoe sobre o Estatuto da terra e dá
outras providências), è alle pp. 1–54.

304 Un modello italiano per l’economia nel Brasile di Getúlio Vargas: la «Carta del Lavoro» del 1927
Fokus focus

veniva istituita la Contag, già ricordata come ver- usato dai governi democratici di centro-sinistra
tice di tutti questi movimenti. Subito dopo il golpe succeduti ai militari. Si giunge così ai nostri giorni:
del 1964 i sindacati si ridussero a 144, mentre il risulta chiaro lo sfasamento temporale tra la «Con-
Ministero del Lavoro esercitava il suo controllo sia solidação das Leis do Trabalho», che sancì nel 1943 i
sulle federazioni statali, sia sulla Contag» 132 (cioè principali diritti dei lavoratori urbani, e lo «Statuto
la «Confederação Nacional dos Trabalhadores na della Terra», che nel 1964 tutelò i lavoratori della
Agricoltura», che coordinava i movimenti di lotta campagna. Con quest’ultima legge il corporativi-
agraria). smo di origine europea, filtrato attraverso l’Inte-
Lo Statuto della Terra conteneva misure che gralismo, si avviava ormai ad essere soltanto un
proteggevano i mezzadri e chi possedeva di fatto antecedente storico, essenziale però per compren-
la terra, cioè chi non aveva un titolo o documento: dere lo sviluppo economico del Brasile moderno.
situazione frequente in Brasile, come conseguenza
sia delle occupazioni, sia dell’imprecisione o inesi-
stenza delle registrazioni catastali. Nel suo com-
plesso, quindi, lo Statuto della Terra poté essere „

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132 Questa e le precedenti citazioni sono


tratte da Losano (2007) 85 s.

Mario G. Losano 305


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