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La Socializzazione delle Imprese

LArticolo 12 della Costituzione della Repubblica Sociale Italiana


recita: Il popolo partecipa integralmente, in modo organico e
permanente, alla vita dello Stato e concorre alla determinazione
delle direttive, degli istituti e degli atti idonei al raggiungimento dei
fini della Nazione col suo lavoro, con la sua attivit politica e sociale

LArt.12 della Legge sulla Socializzazione delle Imprese (Manifesto
di Verona) recita: In ogni azienda (industriale, privata, parastatale,
statale) le rappresentanze dei tecnici e degli operai coopereranno
intimamente attraverso una conoscenza diretta della gestione
allequa fissazione dei salari, nonch allequa ripartizione degli utili
tra il fondo di riserva, il frutto al capitale azionario e la
partecipazione agli utili stessi per parte dei lavoratori.

In parole semplici riconoscimento dellimportanza del
capitale produttivo (quello che investe moneta per creare
limpresa), ma riconoscimento pieno anche a chi fornisce elementi
altrettanto fondamentali per lattivit economico-sociale, cio: Le
Braccia e la Mente Quindi, n dominio della moneta, n espropri
statali: ma armonizzazione degli elementi in un rapporto di condivisione delle responsabilit
(e degli utili), affinch nessuno si senta tanto superiore da sentirsi depositario del destino dellimpresa
e di conseguenza, della nazione.
Il Capitalismo e il Comunismo rimasero atterriti, perch compresero che questa legge li
avrebbe cancellati per sempre dalla societ umana; infatti il concetto di socializzazione si pone
come Terza Via, tra il cinico liberismo capitalista (liberticida)e il comunismo, che statalizza in
maniera coatta (quindi anchesso liberticida) i mezzi di produzione, ponendo il proletariato in una
condizione di passivit assoluta.
Nonostante ci troviamo in un mondo dominato dal capitale finanziario, con tutti gli enormi danni che
costantemente apporta (ovviamente, incluso anche quello che stiamo vivendo), invocare il ritorno al diritto
naturale della partecipazione diretta delluomo inteso come costruttore diretto . quindi VERO
ARTEFICE della sua vita (privata e sociale), pu forse apparire fuori tempo. Ma la cosa non deve n
spaventare n scoraggiare: se unidea giusta, lo a prescindere dalle contingenze di epoca e di cultura in
cui viene espressa.
Il liberismo ha almeno trecento anni ed stato sconfitto dalla storia (e dalletica) uninfinit di volte Il
comunismo ha avuto 70 anni buoni per giustificare la sua denominazione di repubblica dei soviet, cio
dei consigli, e quindi, della partecipazione diretta degli operai allimpresa che non mai avvenuta.
Giustificazione che il comunismo non ha dato per un motivo molto semplice: non poteva farlo; perch la
sua realt filosofica e ideologica non gli ha consentito nessuna possibile giustificazione. e cos la storia si
presa la briga di mostrare al mondo quanto l essenza del marxismo fosse meschina, malvagia e innaturale.
Ma non dispero, il Fascismo una rivoluzione giovane.
Il Fascismo ha avuto appena 22 anni per realizzarsi e in questo breve periodo ha realizzato
tantissimo; purtroppo stato fermato da una infame sconfitta militare (peraltro
appositamente complottata).
Ma c tempo per riprovarci c anche la volont di riprovare e con il tempo questa volont aumenter!
verr il giorno in cui le mistificazioni del Comunismo e del Capitalismo verranno messe al bandoper
sempre!

Nel 1943 avvenne un fatto storico clamoroso, (storico e clamoroso a livello mondiale, ben inteso) venne
proclamata una Repubblica che, per la prima volta nella storia e a tuttoggi mai ripetuta, intese
definirsi ufficialmente Sociale, oltre che Italiana. In un momento non certo favorevole per lItalia
visto landamento del conflitto, questo evento volle significare e testimoniare che, nonostante limminente
catastrofe militare, il Fascismo, anche nella sua nuova veste di Repubblica Sociale Italiana,
poteva (e voleva) dare ancora moltissimo, sul piano dellevoluzione della societ
nazionale. Ecco perch il Duce la addita come Lo sviluppo logico della nostra rivoluzione.
ovvio che rivoluzioni cos profonde, da
poterle definire EPOCALI, non si
possono fare dalloggi al domani. In campo
sociale il primo passo fatto dal Fascismo fu il
Corporativismo, con la sua Carta del
lavoro; il momento e soprattutto i
fortissimi attriti con la classe aristocratica e
capitalista, fecero comprendere che, tempi e
condizioni non erano ancora maturi, per cui
si doveva andare per piccoli passi. Dopo
molto tempo si pass alla Filosofia della
Socializzazione, che si badi bene, non fu il
tentativo di recuperare le originarie matrici di
sinistra ( pi corretto dire, proletarie) del
Fascismo, per un motivo molto semplice,
perch il Fascismo non perse mai quelle
origini.

La Legge sulla Socializzazione entr in vigore i primi del 1944, quindi a guerra quasi finita e comunque, gi
perduta. A causa della particolarissima situazione del momento, questa legge vide un periodo di
applicazione troppo breve, per cui i lavoratori non riuscirono a percepirne appieno la portata e, cosa ancora
pi importante non ebbero modo di constatarne pienamente i benefici.

Domanda! Come mai il Comunismo odiava cos tanto questa legge, se essa migliorava le condizioni di vita
dei lavoratori?
Risposta: perch questa legge avrebbe comportato innovazioni di portata storica, sarebbe
stata una pietra miliare nellevoluzione dellordinamento sociale e lavorativo della societ
italiana; ma cosa ancora pi importante, con il tempo lo sarebbe diventata per tutti gli altri popoli,
quindi, molto verosimilmente avrebbe portato ad una svolta epocale lintera societ umana.
Basta questo per capire la grande menzogna del comunismo; in realt esso per sopravvivere ha bisogno di
masse operaie POVERE, per poterle manipolare ideologicamente e istigarle allo scontro sociale.

Questa legge era odiata , ma per i motivi opposti, anche dal Capitalismo mondiale, perch la sua
fruibilit da parte del sistema lavorativo avrebbe rappresentato la perdita del potere e anche degli enormi
guadagni che il sistema capitalista garantiva ai potenti della Terra. Tutto ci era stato ben compreso
dal Comunismo e dal Capitalismo.

Ecco perch Mussolini e il Fascismo dovevano essere assolutamente eliminati!

I motivi che abbiamo indicato rappresentano il vero punto di saldatura che ha consentito al Capitalismo e
al Comunismo di marciare compatti contro il Fascismo, ecco perch, su scala internazionale (opera della
Massoneria) si attuarono tutte quelle condizioni che in seguito portarono allo scoppio della 2a Guerra
Mondiale, ed ecco perch, finito il conflitto, fu la prima legge Fascista ad essere abrogata dai partigiani
comunisti italiani, allatto del loro insediamento al governo.

Questa legge non stata (come alcuni mascalzoni vorrebbero liquidarla) un espediente di propaganda per
creare, in finale di partita, un nuovo consenso di massa; La legge sulla socializzazione voleva essere tra le
altre cose, il tentativo di mettere, a guerra conclusa, davanti ad una realt compiuta (per quanto
possibile) da un lato il Capitalismo e dallaltro lato il Comunismo, per indurli a rivedere le loro
posizioni.

Un seme di civilt quindi, piantato come ultima risorsa, in favore di tutta la nazione; un seme che
presto o tardi germoglier e, noncurante di coloro che ancora una volta, con maligna
pervicacia tenteranno di abbatterlo crescer, dando i suoi buoni frutti a tutti!

Ciononostante, ci sono ancora individui, pendagli dei regimi antifascisti che, nel tentativo di minimizzare
limportanza delle leggi sociali fatte, dal Fascismo Regime prima e da quello Repubblicano poi, continuano
a dichiarare che gli atti legislativi dello Stato Fascista Repubblicano non erano giuridicamente validi
perch, sempre a loro dire, non si trattava di uno Stato legittimo.

Ma allora, se quello Stato non era legittimo, che bisogno cera di abrogare giuridicamente i suoi
atti legislativi che, per esempio, resero LEGGE DELLO STATO la legge sulla Socializzazione
delle Imprese (introdotta con Decreto del Duce 12.2.1944, n. 375) e tante altre leggi?

I partigiani rossi, figli della democrazia stalinista, da veri mascalzoni e da grandi
ignoranti, si smentiscono da soli, infatti, la mattina stessa del loro insediamento al governo,
(25 aprile 1945) la prima legge che di gran corsa abrogarono, con tanto di atto legislativo, fu
proprio quella sulla Socializzazione delle imprese.

Un decreto abrogativo che porta la firma di Mario Berlinguer, il padre di Enrico Berlinguer, 2 ipocriti
mascalzoni che, come tutti i comunisti, ancora oggi millantano falsamente credenziali di
difensori dei diritti dei lavoratori.

Ballerino Vincenzo

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