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storia e arte
Aspetti storici e artistici
Alessandro Roversi
Maria Beniamina Venturelli
Erica Candioli
www.colturaecultura.it
Diritti di sfruttamento economico: Bayer CropScience S.r.l.
Realizzazione editoriale: ART Servizi Editoriali S.r.l.
I nomi di coloro che hanno realizzato le fotografie sono
riportati sopra le stesse; in tutti gli altri casi le immagini sono
state fornite dagli Autori di ciascun capitolo o reperite da
agenzie fotografiche.
storia e arte
Aspetti storici e artistici
Origine e diffusione
Cos come per le altre specie vegetali coltivate o spontanee, lorigine del melo si perde nella notte dei tempi e i possibili centri di
origine, differenziazione e diffusione, sono spesso sfocati.
I centri primari di origine della specie ancestrale (Malus sieversii) sarebbero stati pi di uno, ovvero gli altipiani dellIndia e del
Pakistan, le regioni di Tien Shan, il Pamir-Alai, lAsia Centrale
Sovietica e lAsia Minore. In seguito la specie si sarebbe estesa e diffusa allAnatolia e alla Persia settentrionale attraverso il
Caucaso.
Ai pioneristici studi in merito di A.P. De Candolle (1778-1841),
seguirono quelli di N.I. Vavilov (1887-1943), il quale, invece, circoscrisse il centro di origine del melo al Kazakistan, attorno alla
cui capitale Alma Ata, che significa appunto Padre delle mele,
esistono tuttora estesi boschi di meli selvatici.
Pi recentemente, secondo indagini di Ponomarenko degli anni
80, i centri di origine del melo andrebbero estesi alle regioni montuose dellAsia Centrale quali Tien Shan e Pamir-Alai.
La successiva diffusione verso il Mediterraneo sarebbe avvenuta
lungo la Via della Seta con i semi che, attraverso le deiezioni e
i residui dei pasti, i carovanieri abbandonavano nelle numerose
tappe del lunghissimo percorso.
Anche se la presenza di meli si evidenzia dagli spettri pollinici sin
dal Terziario e reperti documentali al riguardo datino anche dal
Mesolitico, per il Neolitico che si hanno i reperti pi numerosi e
importanti, soprattutto in siti di Italia, Francia, Svizzera e Svezia.
Foto R. Angelini
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Semi carbonizzati
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sito, appaiono bucce non digerite di mela che ben rappresentano il marcomele utilizzato per ottenere bevande alcoliche
con la fermentazione. A parte questo esempio, in tempi preistorici i frutti di crab-apple venivano frequentemente tagliati a
met ed essiccati e, quindi, riuniti in collane tanto per un loro
utilizzo alimentare durante linverno, quanto per scopi votivi.
Mele tagliate a met ed essiccate al fuoco, datate al III millennio a.C., vennero trovate fra le offerte nel cimitero reale di Ur in
Mesopotamia.
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Foto R. Angelini
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NellOld Saxon Manuscript (primo millennio) vengono citate numerose cultivar di mele da sidro, mentre le prime citazioni scritte
dellepoca moderna al riguardo si riscontrano nellEncyclopedia
di Bartholomeus Anglicus che risale alla seconda met del 1400.
Il melo coltivato venne introdotto in America dopo circa 2000 anni
dallinizio del suo impiego in Europa.
I primi coloni inglesi arrivati nel Nord America trovarono soltanto
crab-apples che erano le uniche mele native degli USA; la prima
spedizione di semi di cultivar europee nel Massachussets avvenne tra il 1630 e il 1638. Limpiego dei frutti di tali cultivar nate da
seme, cos come quelli dei crab-apples locali, era soprattutto destinato alla produzione di sidro.
Mentre linnesto dei meli gi documentato in Grecia nel IX sec.
a.C., in Le Opere e i Giorni di Esiodo, il miglioramento genetico
vero e proprio del melo data dagli inizi dellOttocento con Knight
che per primo introdusse limpollinazione incrociata controllata.
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Antiche variet
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esk Ovoce
Frutti della famosa cultivar Antonovka, illustrati nella C
(Kamenick, 1924)
Foto R. Angelini
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Tale Regola derivava dalla necessit di limitare la consuetudine di
tagliare gli alberi per gli usi quotidiani, poich questa pratica stava
minacciando la sopravvivenza degli alberi da frutto, fondamentali
per lalimentazione della popolazione.
La coltivazione della mela prosegu in tutta Italia nellambito di
uneconomia locale di sussistenza. I frutteti erano di solito disposti in orti o in piccoli appezzamenti, detti broli in Trentino, buinten in Alto Adige, brli in Valtellina, broli in Veneto ecc.
Proprio in Veneto, la mela di Zevio, sempre presente nei broli famigliari, fu declamata per la sua bont nei quattrocenteschi sonetti dello stravagante poeta Corno da Soncino.
Nel XVIII sec. si assistette a un rinnovato interesse scientifico per
la pomologia. In quasi tutti i Paesi europei, e in Piemonte presso
gli Orti della Crocetta, in seguito divenuti orti del Valentino e dipendenti dallAccademia di Agricoltura di Torino, si sperimentarono nuove specie, si conservarono e si diffusero le migliori variet
fruttifere del momento.
Agli inizi dellOttocento, Giuseppe Carlo Cernazai, botanico udinese, annotava nei suoi scritti un riferimento a una variet da egli
costituita, che volle denominare Friulana e che fece certificare
dai pi grandi esperti europei di frutticoltura.
Il Pom prusian
Foto R. Angelini
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Foto R. Angelini
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storia e arte
provenne dallattivit dellAccademia di agricoltura, fondata nel
1785 a Torino.
Importantissimi per la frutticoltura piemontese furono, nel 1800,
i vivai Burdin, sorti nel 1779 a Chambry: coi loro cataloghi, oltre
a far conoscere lampio assortimento varietale di cui disponevano (oltre 800 variet), i proprietari, i fratelli Burdin, offrivano ai
coltivatori istruzioni e suggerimenti di tecnica frutticola.
Percorso analogo accadde in Trentino, dove ci si rese conto
che la coltivazione delle mele non poteva essere affidata alla
improvvisazione ma che era necessaria lacquisizione di una
competenza specifica in termini di conoscenza del terreno, delle variet di piante, della concimazione, della potatura, degli
innesti, della lotta contro le malattie e i parassiti animali. A questo si cerc di fare fronte, fin dal 1884, con la creazione della
figura del maestro ambulante di agricoltura cui fu affidato il
compito di diffondere le pratiche di allevamento delle piante.
Per far circolare meglio le nuove idee e fornire materiale, anche
cartaceo, da leggere e approfondire, si diede lavvio a Il bollettino agrario e fu potenziata lattivit e la presenza dellIstituto
Agrario Provinciale di San Michele. Fu incoraggiata la diffusione
dei vivai privati, come quello di Livo in Val di Non, dal quale
sembra siano partite le piante che hanno costituito il famoso
giardino Tolstoj nella sua tenuta di Yasnaya Polyana, e di quelli
consorziati, fino ad arrivare alla realizzazione di un vivaio centrale, curato direttamente dai tecnici.
In Trentino-Alto Adige, con la fondazione, nel 1823, della prima scuola di pomologia a Bressanone (BZ) e, nel 1874, del gi
citato Istituto Agrario di San Michele allAdige (TN), si assiste
allavvio della coltura del melo su larga scala: risalgono infatti a
Manifestazioni frutticole
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Foto R. Angelini
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storia e arte
Foto FEM-IASMA
il perno della melicoltura in Italia, come in molti altri Paesi: la Golden Delicious e la Stark Delicious.
Solo nellultimo quindicennio i due pilastri della frutticoltura italiana hanno iniziato a cedere il passo alle pi intriganti nuove vaFoto R. Angelini
La Val di Non il regno delle mele e dei castelli di cui il pi noto Castel
Thun, originario del XIII secolo ma ricostruito nel 1569. La cerchia merlata
circonda un corpo di fabbrica quadrangolare e domina la vallata coperta
di meli
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Il primo bollino
riet (Gala, Fuji ecc.), mentre altre variet sono rimaste relegate
tra le minori.
Nella frutticoltura italiana pi recente dobbiamo anche registrare un progressivo spostamento delle coltivazioni dalle zone di
pianura alle aree pedemontane e montane dellarco alpino, che,
negli ultimi anni, hanno complessivamente affermato la loro elevata vocazionalit per la produzione della mela.
Foto R. Angelini
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storia e arte
Fitoterapia e alimentazione
Le propriet medicinali e terapeutiche delle mele ricorrono nel
Corpus Hippocraticum (V-IV sec. a.C.) e le loro propriet curative
sono citate anche nel I sec. a.C.; Galeno e Ippocrate (IIsec.) raccomandavano le mele come aiuto alla digestione e rimedio alla
costipazione. Nove secoli dopo anche la Scuola Medica Salernitana discuteva del valore terapeutico delle mele per i disturbi
intestinali.
Molti testi dietetici del Medioevo consigliavano la mela per mantenersi in salute e per difendersi dalle epidemie e tale frutto era
una coltura protetta e la sua esportazione, se in esubero rispetto
alle necessit alimentari locali, era concessa solo previo pagamento di un dazio.
Inoltre in epoca medievale la frutta veniva consumata a fine pasto e
la mela era considerata la frutta per eccellenza; Carlo Magno, dopo il pasto principale, era abituato a consumare aliquid pomorum.
Pier De Crescenzi (XIV sec.) nel suo Liber ruralium commodorum
scrive che agli animali domestici ammalati, tra laltro, si dia a
bere lacqua delle mele agre....
Secondo il Theatrum Sanitatis (XIV sec.) le mele (mala dulcis) sono nature c(alide) et h(umide) in 2 e gioverebbero al cuore, al
respiro e allo stomaco. Quelle agre, invece, (mala acetosa) sono
nature f(rigide) in 2 h(umide) in 1 e per tali loro caratteristiche
servirebbero a riscaldare il fegato.
Nei monasteri la frutta per lautoconsumo era generalmente prodotta in proprio mentre lacquisto risultava piuttosto sporadico. In
particolare, in uno dei tanti Libri di introito ed esito (seconda met del Cinquecento) del monastero di S. Maria del Carmine di Putignano, lunico frutto che figura tra gli acquisti alimentari la mela.
Nel XVI secolo il medico J. Caius suggeriva ai propri pazienti ammalati il consumo di mele dolci per recuperare le forze. Anche
Shakespeare, nello stesso secolo, cita le mele servite come dessert. Da un libro di Stime e locazioni (1647) relativo a una famiglia signorile (Frangipani?) del Friuli, tra i fruttiferi elencati, il melo
figura al primo posto.
Nel Settecento, nel monastero di S. Chiara di Lanciano, le mele consumate dalle monache erano prodotte dai numerosi alberi
presenti nei frutteti e nelle masserie di pertinenza.
Dallesame del dettaglio delle spese di cucina della famiglia Doria
e del Monastero di San Girolamo di Quarto (GE), emerge che, tra
le 15 specie da frutto abitualmente consumate, per la famiglia
Doria le mele rappresentavano solo l1%, mentre per il Monastero
tale percentuale arrivava a coprire il 43% della frutta consumata
annualmente. Ci a causa della relativa povert delle mense monastiche e del fatto che le mele (seconda met del Settecento)
costassero meno della met delle pere e ancor meno delle ciliegie. Negli archivi di tale famiglia sono citate le variet di melo
Granate, Fior di Cascia e Pipine.
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accompagnate talvolta da quella di foglie e fiori. Di ogni cultivar
vengono anche riportate, nellapposita scheda pomologica,
notizie sulla storia, sulla diffusione e sulle caratteristiche agronomico-colturali delle cultivar presenti in un certo territorio. A
dispetto del nome, le pomologie non trattano solo di pomi, ma
dei frutti delle diverse specie. Tra di esse, a eccezione della
Pomona Britannica, le mele sono sempre presenti e spesso
in prima posizione.
Se il prof. Baldini scrive di Arte e Scienza al Servizio di Pomona con particolare riguardo alle antiche pomologie italiane,
in quelle cromo-litografate tra Settecento e Ottocento, talvolta
la scienza e la tecnica prendono il soppravvento sullarte, per
arrivare alle aride quadricromie di molte delle pomologie contemporanee.
Ovviamente esistono delle eccezioni fra le quali, per citarne
solo alcune, le famose tavole del Gallesio, quelle della Pomona
Britannica e della Magyar Pomologie ove scienza e arte convivono ancora meravigliosamente.
A partire dalla fine del Settecento sino al Novecento inoltrato,
molte nazioni, soprattutto europee, fecero a gara per avere la
propria Pomologia nazionale.
Tra di esse ne ricorderemo alcune per il numero delle cultivar
illustrate, quali la Deutsche Pomologie (1883) e la Ceske Ovoce
(1924), rispettivamente con 150 e 120 variet. Altre pomologie
si distinguono per le grandi dimensioni (in folio grande) delle
tavole quali quelle della Pomona Italiana (1817) e la Magyar
Pomologie (1900) oppure per quelle pi piccole e tascabili (20
12 cm) dei numerosi volumi della Lidov Pomologie. Per lantichit del testo vanno ricordate la Pomologia di J.H. Knoop
(1758) e, dello stesso Autore, Beschrijving van Vruchtboomen
en Vruchten (1790). Grande raffinatezza delle tavole si riscontra
in diverse pomologie quali Pomona Britannica (1817), Le Jardin Fruitier du musum (1871), Svenska Fruktsorter e Svensk
Frukt, entrambe del 1924. Tra le pomologie extraeuropee va
certamente ricordata lopera in 2 volumi del Beach The Apples
of New York (1905) nella quale delle 3213 cultivar elencate oltre
650 sono descritte; delle stesse, 136 sono illustrate a colori e
78 in bianco e nero.
Le mele sono raffigurate in numerose tele, nature morte per la
grande maggioranza, di differenti artisti, di diversi Paesi e di diverse epoche storiche. Tra di essi ricorderemo P. Aertsen, G.
Arcimboldi, J. Beuckelaer, Campi, Caravaggio e L. Cranach per
il XVI sec.; un Anonimo spagnolo, B. Bimbi, P. Claesz, J.D. de
Heem, P. de Vos, L. Forte, Munari, G. Ruoppolo, R. Ruysch, F.
Snyders, J. van Kessel e A. van Utrecht per il XVII sec. Per il XIX
sec. vanno citati Czanne e, infine, G. De Chirico, A. Savinio
e Warhol per il XX. Da una ricerca inedita dell ICA di Piacenza
emerge la diversa frequenza con la quale la mela, rispetto agli
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Adamo dArogno (Duomo di Trento), che regge una mela nella
mano destra. Il quadro deve la sua denominazione alla consuetudine, in voga al tempo, di esporre ai suoi piedi gli annegati
nellAdige per il riconoscimento.
Troviamo poi la mela come simbolo di salute, abbondanza e
bellezza del creato nei festoni che decorano le pale daltare, i
pulpiti e i fonti battesimali della Val di Non e della Val di Sole,
nelle ghirlande affrescate nei palazzi, scolpite sui mobili, dipinte
su ceramiche e porcellane, sbalzate sui piatti di rame e sugli
stampi per dolci.
Il tema mitologico e simbolico continua a ritrovarsi nelle opere di
soggetto non religioso: Paolina Bonaparte come Venere Vincitrice, famosa scultura neoclassica di Canova, rappresentata con
una mela in mano, simbolo legato allamore, alla seduzione e alla
fecondit.
E ancora, il quadro di Raffaello Ritratto di giovane con pomo, che
ritrae il giovane duca Francesco Maria della Rovere. La ricchezza
delle vesti bordate di pelliccia riconduce a un personaggio di alto
lignaggio, la posizione di erede, non ancora investito del potere,
ha riscontro nel particolare delle mani prive di anelli e nella presenza del pomo che potrebbe richiamare il globo del potere a cui
destinato il giovane.
Doveroso citare Arcimboldo e i suoi ritratti: nellAutunno, mentre
una pera succosa forma il naso bitorzoluto del personaggio rude
e grossolano, la guancia rigonfia una mela matura e il mento un
melograno.
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la mela il costante elemento identificativo e licona simbolica della produzione artistica del pittore contemporaneo Vanni
Viviani. Le mele di Viviani sono un ricettacolo di sensualit, di
fertilit e di eleganti sinuosit che si intrecciano a disegnare figure nuove.
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piego di questultima, assieme a sterco di porco e di pollo, per
combattere i vermi delle mele. Parla, quindi, della migliore
epoca per potare e innestare il melo, tenendo conto della luna.
A riguardo della fruttificazione, citando Plinio, esplicita chiaramente il fenomeno dellalternanza scrivendo: ... fno frutto
vnanno s, e laltro n.
Mela tra mitologia e simbolismo
Nella mitologia greca, uno degli episodi pi significativi riguarda la
mela della discordia.
Eris (o Era, dal greco antico , conflitto, lite, contesa), dea
della discordia, furiosa per lesclusione dal banchetto nuziale
di Peleo e Teti, per vendicarsi dellaffronto giunse sul luogo
in cui si teneva il banchetto e fece rotolare una mela doro,
dichiarando che era destinata alla pi bella fra le divine convitate.
Le tre dee che la pretesero furono Era, Atena e Afrodite. Giove, non sapendo a chi consegnarla, stabil che la decisione di
chi fosse la pi bella spettasse alluomo pi bello, cio Paride
principe di Troia (giudizio di Paride).
Ogni dea allora promise a Paride una ricompensa in cambio
della mela: Atena, grazie al dono della sapienza, lo avrebbe
reso capace di modificare eventi e materia a suo piacimento,
Era lo avrebbe reso ricco, potente e glorioso e Afrodite avrebbe
appagato i suoi desideri amorosi concedendogli in sposa la
donna pi bella, Elena.
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Favole di Esopo
Nelle tradizioni celtiche, il pomo un frutto di scienza, di magia e di rivelazione ed anche un nutrimento meraviglioso. Il
melo, aval in bretone, occupa un posto di grande rilievo nella
mitologia celtica: in alcuni racconti bretoni, mangiare un pomo
costituisce il prologo di una profezia. La donna dellAltro Mondo, rappresentato come unisola sulla quale crescono i meli i
cui frutti hanno un sapore dolce che ricorda quello del miele,
viene a cercare Condle, il figlio del re Conn dalle cento batta-
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glie, e gli consegna un pomo che lo nutre per un mese e non
si consuma mai.
La mela viene quindi ad avere uno stretto legame con lAldil,
quasi un frutto dellimmortalit, della scienza e della saggezza,
un mezzo per entrare in contatto con lAltro Mondo. Il dio gallico Lugh impone ai figli di Tuireann, in espiazione dellomicidio
del proprio padre, la ricerca di alcuni oggetti meravigliosi, tra
cui figurano 3 mele del giardino delle Esperidi: chiunque ne
mangi non avr pi fame n sete, n dolore n malattie ed esse
non si consumeranno mai.
Nelle Triadi dIrlanda si dimostra quanto importante fosse ritenuto
lalbero sacro delle mele, tanto che sembra richiedere la pena di
morte per chi lavesse abbattuto illegalmente: Tre cose che non
respirano risarcibili solo con cose che respirano: un melo, un nocciolo, un bosco sacro.
Nelle Leggi di Brehon, leggi di classificazione arborea atte a stabilire la pena per chi abbatteva illegalmente alberi di una determinata specie, il melo annoverato tra i Sette alberi Signori.
Il potere delle mele detto essere la salvezza del poeta, come risulta dalla leggenda gallese di Sion Kent che il Principe dellAria
cerc di rapire: Kent, ottenuto il potere mangiando qualche boccone di mela, si afferra saldamente al melo, rifugio che gli garantisce assoluta protezione. Essendo troppo carico di colpe per il
cielo, ma al sicuro dallinferno, egli continua a vagare sulla terra
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Foto R. Angelini
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storia e arte
Ohrimen li ebbe persuasi a rinnegare il Signore. Persero purezza, tagliarono gli alberi, uccisero gli animali e commisero altri
peccati.
Il nome latino della mela malum esattamente lo stesso che
indica il male e i maghi dellantichit se ne servivano per gettare
incantesimi.
Per secoli, a ondate successive, i musulmani condussero la guerra santa, nellintento di conquistare la mela doro (cio Vienna),
nome dovuto alle cupole dorate delle molte chiese, e la mitica
mela rossa (Roma), due frutti ambiti che, secondo antiche profezie, un Sultano avrebbe prima o poi afferrate e strette saldamente in pugno.
I racconti medievali sono fitti di mele fatate o che donavano limmortalit, simboli di potere durante il Sacro Romano Impero o,
secondo Dante Alighieri, di Dio stesso.
Attraverso numerosi miti e leggende di diverse culture ed et,
il frutto del melo, la mela, la rappresentazione dellarchetipo
della Grande Madre e dei suoi triplici aspetti di Vergine, Madre
e Anziana. Infatti, tagliando una mela a met secondo lasse
equatoriale, si osserva un Pentacolo o Pentagramma, la stella a
cinque punte.
Il pentagramma ha sempre rappresentato per luomo antico le
leggi dellarmonia essendo strettamente legato al numero che
Foto F. Venturi
Pentacolo
Il pentagramma o pentacolo
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storia e arte
Mela nellepoca moderna
The Beatles. Il famoso gruppo musicale britannico The Beatles,
originario di Liverpool e in attivit dal 1962 al 1970, ha segnato
unepoca non solo nella musica ma anche nel costume, nella moda e nella moderna pop art. Celebre la mela rappresentata sui loro
dischi, da cui il nome della casa discografica da loro fondata nel
1968, la Apple Corps.
New York: the big apple. Lespressione Grande Mela utilizzata in tutto il mondo per definire la citt di New York.
Nel 1909 Edward S. Martin, nel libro The Wayfaver in New York,
paragona lo stato di New York a un melo, con le radici nella valle
del Mississippi e il frutto a New York. Negli anni Venti il termine venne riproposto dal cronista sportivo John J. Fitzgerald, che
aveva sentito definire cos lippodromo di New York. Riferendosi
ancora allippodromo, il cronista riport come, per gli scommettitori di corse dei cavalli, New York fosse il circuito (la mela) pi
ricco a livello di guadagni.
Lo slogan pass poi nelle mani dei musicisti jazz di Chicago
che, finita lepoca del proibizionismo, si trasferirono a New
York in cerca di un nuovo pubblico e di nuova fortuna; spesso
usavano questa definizione come una metafora del successo.
Quando i concerti erano lontano da New York, si suonava sui
rami; al contrario, suonare a New York significava suonare
nella Grande Mela.
Il soprannome stato riproposto negli anni Settanta in una campagna di promozione turistica della citt. Nel 1997 il sindaco
Foto R. Angelini
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Mela e comunicazione
commerciale
Apple Computer Inc. Il computer Macintosh, detto comunemente Mac, deve il suo nome a una popolare variet di mela (apple in
inglese), la McIntosh.
La scelta del nome attribuita a Jef Raskin, lesperto di interfacce
di computer che ne svilupp il progetto.
Molte sono le ipotesi sullorigine del logo della Apple: la maggior
parte delle teorie racconta che Steve Jobs, nellestate del 1975,
lavorasse in una piantagione di mele in Oregon e fosse rimasto
particolarmente colpito dalla copertina di un LP dei Beatles rappresentante appunto una mela.
Unaltra versione, forse pi suggestiva, collega il logo al suicidio di Alan Turing, matematicoe logico britannico, avvenuto,
secondo alcune versioni, tramite una mela intinta nel cianuro,
a imitazione della mela di Biancaneve. Unaltra leggenda narra
che nel periodo della fondazione di Apple, Steve Jobs fosse appena diventato vegetariano e il suo frutto preferito fosse proprio
la mela.
Altra ipotesi che scelsero come logo e nome la mela per far capire che utilizzare prodotti della Apple sarebbe stato facile quanto
mangiare una mela.
Si dice anche che Steve Wozniak avesse scelto il nome Apple
anche per farla risultare tra le prime aziende nella lista nellelenco
telefonico.
Infine, unultima ipotesi (confermata anche in un documentario da
Steve Jobs) narra che mentre stavano scegliendo il nome della
casa, videro, poggiata su un tavolo, una mela morsicata.
Kahlil Gibran
nel vostro cuore: i tuoi semi vivranno
nel mio corpo, e i tuoi germogli futuri
sbocceranno nel mio cuore, la loro
fragranza sar il mio respiro, e insieme
gioiremo in tutte le stagioni.
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storia e arte
Per questo Tell viene arrestato e portato in barca verso la prigione.
Improvvisamente si scatena una tempesta e i suoi carcerieri lo
liberano per farsi aiutare. Arrivati alla riva, Tell riesce a scappare
e, con una possente spinta, rimanda limbarcazione verso il largo.
Il terzo giorno, nascosto dietro a un albero ai lati della Via cava, che dal Gottardo conduce a Zurigo, Tell si vendica uccidendo
Gessler.
mani,
liscia, terrestre, minima, rotonda,
trasparente,
hai linee di luna, strade di mela,
nuda sei sottile come il grano nudo.
Nuda sei azzurra come la notte a Cuba,
hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli,
nuda sei enorme e gialla
come lestate in una chiesa doro.
Nuda sei piccola come una delle tue
unghie,
curva, sottile, rosea finch nasce
ilgiorno
e taddentri nel sotterraneo del mondo
come in una lunga galleria di vestiti
edi lavori:
la tua chiarezza si spegne, si veste,
sisfoglia
e di nuovo torna a essere una mano
nuda.
Pablo Neruda
Newton, disegno per bambini del 1900
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Quando mordiamo
la tua rotonda innocenza
torniamo
per un istante
a essere
anche creature appena
create...
... Io voglio
una abbondanza
totale, la moltiplicazione
della tua famiglia,
voglio
una citt,
una repubblica,
un fiume Mississipi
di mele,
e alle sue rive
voglio vedere
tutta la popolazione
del mondo
unita, riunita,
nellatto pi semplice della
terra:
mordere una mela.
storia e arte
quali alcune della Bulgaria, evolutesi in seguito in ottimi bozzetti, sino a vere e proprie tavole pomologiche, in alcune delle
quali addirittura possibile riconoscere la cultivar. Tra gli Stati con emissioni filateliche raffiguranti la mela, vanno ricordati
lAustria, lItalia, lInghilterra, la Polonia, la Romania, la Moldavia, San Marino, lUngheria. Anche Stati extraeuropei nei quali
la coltura del melo del tutto secondaria quali Afghanistan,
Repubblica Malgascia e Yemen hanno emesso francobolli raffiguranti mele.
Di un certo particolare interesse il francobollo che le poste inglesi hanno dedicato a Newton (nel ricordo della famosa mela
e nellanniversario dei Principia) e quello che gli USA dedicarono a John Appleseed.
Fito-toponimi
Human Nature
Michael Jackson
Angelo Branduardi
rosso il sole
una mela
E sbuccia laria della sera...
Zucchero
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Proverbi
di torno
storia e arte
Piccola mela
Francesco De Gregori
La mela e il serpente
Mese di Agosto, del ciclo degli affreschi di Torre Aquila, Trento (XV sec.)
angelo davvero
per questo che il cielo tha mandata
da me
dispettosa come un diavolo hai la mela
e il serpente
e io sfido chiunque a resistere...
Luca Barbarossa
Lucio Battisti
Quando la rappresentazione pittorica ci immerge in atmosfere fiabesche.
Silvano Nebl: Passeggiata tra i fiori (1989) (Mondadori Printing, Cles)
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Foto R. Angelini
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