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Culture, lingue e geni

(parte terza)
TOMASO DI FRAIA

Nelle prime due tappe della nostra esplorazione bilit corrispondente a questo scenario documentata
(NATURALMENTE, nn. 1 e 2, febbraio e aprile 2000) dagli insediamenti cosiddetti natufiani, dal sito di Wadi
abbiamo visto come Cavalli-Sforza e colleghi abbiano Natuf in Palestina, dove sono stati ritrovati i pollini e
individuato nel processo di diffusione dellagricoltura spesso i semi di cereali e leguminose selvatici, insieme
e dellallevamento del bestiame in Europa (neolitizza-
zione) la causa della formazione e distribuzione della
cosiddetta prima componente principale allinterno di
95 geni studiati nelle popolazioni europee attuali. Do-
vendo ora verificare i riscontri per questa ipotesi, ne
articoleremo la discussione su alcuni aspetti fondamen-
tali: luogo (o luoghi) dorigine dellagricoltura e dellal-
levamento del bestiame, eventuale sua diffusione, e, in
questultima ipotesi, modalit e tempi di diffusione.

La culla dellagricoltura
Per individuare larea geografica in cui si sono verificati
per la prima volta i processi di selezione e addomesti-
camento delle piante, la cui coltivazione ha assunto
unimportanza centrale nella vita delle antiche comuni-
t, oggi disponiamo di due tipi di informazioni, che
fortunatamente riusciamo almeno in parte ad incrocia-
re: la documentazione archeologica e gli studi botanici,
sia quelli relativi alle variet coltivate e selvatiche attuali,
sia quelli condotti sui resti botanici provenienti da siti
archeologici.
Le considerazioni di ordine botanico si fondano su due
ordini di evidenze. La prima riguarda il fatto che i
cereali e i legumi che con il Neolitico costituirono la
base alimentare della stragrande maggioranza delle
comunit agricole circummediterranee crescevano allo Fig 1 base 8.2 x h 17.5 (da ridurre il meno possibile)
stato spontaneo in unarea che va dalla Palestina, alla
Siria, alla Turchia, allIrak (fig. 1). E rimasto famoso
lesperimento effettuato da Harlan nellestate del 1966
in Turchia, su cereali selvatici: egli dimostr che una
persona, servendosi di una falce con il tagliente di selce
simile a quelle trovate nei pi antichi insediamenti
neolitici, poteva raccogliere almeno un chilogrammo
di grani allora. Secondo le sue stime, un gruppo
familiare, risalendo il pendio di una collina, nellarco di
tre settimane avrebbe potuto raccogliere una quantit
di cereali sufficiente per lintera annata. Era la dimo-
strazione che nelle aree dove, dopo lultima glaciazio-
ne, si erano diffusi i cereali selvatici, si erano create le
condizioni per la sedentarizzazione almeno di piccoli Fig. 1 Carte della distribuzione odierna dei cereali selvatici.
gruppi umani, ancor prima che si sviluppasse unagri- 1: orzo (Hordeum spontaneum); 2: farro (Triticum dicoccoides);
coltura vera e propria. Una situazione con ogni proba- 3: Triticum boeoticum. (da Zohary e Hopf 1994).

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a macine, mortai e pestelli, vale a dire la strumentazione Un secondo sviluppo delladdomesticamento la perdita dellini-
necessaria per ridurre i grani in farina (da circa 10000 bizione - propria delle specie selvatiche - della germinazione. [La
anni a.C.). In Egitto i pi antichi falcetti con tagliente in situazione in tre legumi coltivati, pisello, lenticchia e cece] suggerisce
selce sembrano risalire a oltre 13000 anni a.C., a dimo- che ... la base genetica della fine dellinattivit del seme selvatico
strazione del fatto che popolazioni paleolitiche avevano uniforme e ci riconduce ad un unico addomesticamento (2).
gi elaborato tecniche di raccolta molto avanzate. In conclusione, secondo Zohary:
Studi pi recenti, condotti specialmente da Daniel Non appena fu inventata la tecnologia della coltivazione delle
Zohary, uno dei massimi esperti mondiali in archeobo- piante, e per la prima volta apparvero le forme domesticate di
tanica, hanno messo in evidenza un altro fenomeno grano, orzo, legumi e lino, essi probabilmente si diffusero lungo
altamente significativo. Infatti, comparando le caratte- larco del Vicino Oriente, in un modo simile a quello in cui pi
ristiche delle specie attualmente coltivate e delle loro tardi si diffusero in Europa: non attraverso successive domestica-
corrispondenti selvatiche, se ne sono potuti individua- zioni di ciascuna specie, bens per diffusione delle forme domesticate
re i diversi polimorfismi (genetico, dei cromosomi, del gi esistenti. In altre parole, subito dopo che apparvero i primi
lisozima, delle proteine del seme e del DNA). cereali, legumi e lino non fragili e facilmente germinanti, il loro
Le situazioni in cui il panorama selvatico contiene parecchie superiore rendimento nella coltivazione divenne decisivo e non ci fu
distinte varianti genetiche, mentre fra le specie addomesticate bisogno di ripetute addomesticazioni dei progenitori selvatici (3)
troviamo solo uno di questi tipi ... [suggeriscono] un singolo (fig. 3).
evento di addomesticazione. Alle piante di interesse alimentare si deve aggiungere
[Mentre] un ricco polimorfismo cromosomico stato scoperto nella almeno unaltra specie economicamente importante, il
lenticchia selvatica (Lens culinaris subsp. orientalis) ...luni- lino, che mostra un quadro analogo per quanto riguarda
formit cromosomica nelle cultivar sembra indicare che nellAsia luogo (o luoghi) dorigine e tempi di diffusione (fig. 2).
di sudovest la lenticchia fu introdotta nella coltivazione solo una Alcuni studiosi, soprattutto negli anni Settanta e Ottan-
volta o pochissime volte (1). ta, avevano in verit cercato di dimostrare che anche in
Un altro tratto caratteristico delle specie coltivate la Europa si sarebbero verificate forme di domesticazio-
perdita della modalit selvatica della dispersione dei semi: ne di piante e animali e quindi anche un avvio, del tutto
Nel Triticum dicoccum, nel Triticum monococcum, autonomo, di economie basate sullagricoltura e sullal-
nellorzo, nel pisello e nella lenticchia, incroci tra gli antenati levamento. Tali posizioni, che in qualche caso tradiva-
selvatici e le cultivar hanno mostrato che questo cambiamento no una certa dose di vecchio eurocentrismo, sono state
stato prodotto da una mutazione recessiva in un gene pi via via smentite dalla documentazione archeologica e
importante o (pi raramente) da un effetto congiunto di due geni... da unattenta analisi critica degli elementi, peraltro

Fig 2 base 18.5 x h 11 (riducibile)


RIDOTTA AL 90 %

Fig. 2 Diffusione del lino (da Zohary e Hopf 1994).

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scarsi, su cui si basavano. Possiamo citare come esem- essa ebbe inizio nel Mediterraneo occidentale prima del VII
pio il caso del montone. millennio. (4)
La maggior parte dei naturalisti ritiene che il montone domestico, Vari studiosi sono tuttavia disposti ad ammettere che
Ovis aries, sia derivato da un tipo originario unico, Ovis forme e stadi almeno incipienti di domesticazione degli
orientalis, dato che il muflone dellIran e dellAnatolia ha, come animali fossero stati realizzati in Europa da popolazio-
la specie domestica, 54 cromosomi. La sicura anteriorit della ni mesolitiche, per quanto riguarda il maiale e i bovini;
domesticazione del montone nel Vicino Oriente...cos come lesi- ma ci non implica di per s una radicale trasformazio-
stenza di punti di riferimento intermedi in Anatolia (Cayon, ne del sistema di vita.
7000 a.C.) e in Tessaglia (Argissa, 7200 a.C.), fanno s che Avendo individuato in unarea relativamente circo-
questa ipotesi abbia molte possibilit di essere esatta. scritta la zona di crescita spontanea e di domesticazione
Vi sono tuttavia alcuni sostenitori della domesticazione poligenica delle principali piante e degli animali che hanno costi-
del montone...[Il] muflone europeo... Ovis musimon ha lo tuito la base delleconomia agricola in gran parte
stesso cariotipo del montone (54 cromosomi); potrebbe dunque dellEuropa, dellAfrica del Nord e dellAsia sudocci-
essere anchesso un antenato del montone.... [In realt F. Popelin dentale, abbiamo anche risposto positivamente alla
ha ipotizzato ] che il muflone corso altro non sia che un montone domanda circa la loro diffusione. Vedremo tuttavia nel
domestico introdotto dalluomo e ritornato selvatico... paragrafo successivo che escludere uninsorgenza au-
Il secondo argomento sul quale riposava lipotesi di una domesti- tonoma dellagricoltura in Europa non significa neces-
cazione specificamente occidentale del montone lesistenza di un sariamente negare la possibilit che alcune popolazioni
montone, dallo status non ben definito, in alcuni livelli mesolitici mesolitiche avessero elaborato sistemi economici e
della Francia ... A questa argomentazione ... potr essere opposta tecnologici tali da favorire laccoglimento, parziale o
unaltra riflessione di ordine cronologico: la maggior parte di totale, di quello che era il fondamentale pacchetto
questi giacimenti mesolitici sono infatti contemporanei, se non neolitico di provenienza orientale.
talvolta pi recenti e, al massimo, appena anteriori alle prime
manifestazioni neolitiche con ceramica del litorale mediterraneo. Come e perch si diffuse lagricoltura?
Questi mesolitici del VII e del VI millennio hanno dunque potuto Per spiegare come lagricoltura e lallevamento del
ricevere il montone domestico dai loro vicini costieri in corso di bestiame si diffusero nellarco di oltre 3000 anni dal
neolitizzazione che lavevano essi stessi acquisito dalloriente Medio Oriente fino alle coste dellAtlantico, sono stati
grazie forse allo sviluppo della navigazione. Oggi sappiamo che elaborati due modelli fondamentali:

Fig 3 base 17.5 x h 11.4 (riducibile)


RIDOTTA AL 95 %

Fig. 3 Le piante coltivate nei pi antichi insediamenti neolitici (prima di 6000 anni a.C.). Il triangolo contraddistingue i siti datati
allVIII millennio a.C., il cerchio quelli del VII; la lunghezza dei segmenti corrisponde allincidenza percentuale di ciascuna pianta
(da Zohary e Hopf 1994).

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1) lespansione demica, che come abbiamo visto pre- dallaltra alleggerisce la fatica del cacciare- e la dome-
suppone una crescita demografica costante delle co- sticazione del cane. Altri hanno rilevato che, anzich
munit agricole, fenomeno che avrebbe comportato uninarrestabile avanzata degli agricoltori, durante la
la necessit di colonizzare sempre nuovi territori, attra- neolitizzazione si registrano in molte zone dEuropa
verso un processo di graduale ma continuo avanza- lunghi periodi di stasi e spesso laffermazione del
mento; tale ipotesi d per scontato uno scenario in cui nuovo sistema avviene attraverso una lenta e graduale
le popolazioni indigene di cacciatori-raccoglitori avreb- assimilazione da parte dei cacciatori raccoglitori (7). Un
bero avuto una scarsa consistenza demografica e esempio fornito dalla Grecia e dallisola di Creta: qui,
densit territoriale, per cui avrebbero potuto opporre dopo le prime colonizzazioni agricole nelle zone set-
soltanto una debolissima resistenza; tentrionali, per lungo tempo molte aree meridionali
2) la diffusione culturale, che ovviamente nella preisto- non furono interessate dalla neolitizzazione. Si pu
ria non poteva prescindere dallo spostamento di per- ancora aggiungere che la documentazione archeologi-
sone in carne ed ossa; ma tali persone, sia che si trattasse ca ci presenta diversi tipi di rapporti, e a diversi gradi,
di piccoli nuclei di colonizzatori, sia che fossero fra mesolitici e neolitici.
individui o gruppi che, spostandosi su ampi percorsi Uno studioso che si particolarmente occupato dei
(ad esempio per lapprovvigionamento di materie processi di transizione dalle societ di cacciatori-racco-
prime) potevano fare da tramite fra popolazioni con glitori a quelle di agricoltori-allevatori, Marek Zvelebil,
diversi sistemi economici, avrebbero semplicemente riprendendo peraltro orientamenti e studi gi presenti
apportato gli elementi materiali (piante e animali) e di nella ricerca archeologica, ha cercato di sistematizzare
tipo conoscitivo-tecnologico (sistemi di cura e ripro- la problematica in questione (8). Possiamo qui riassu-
duzione) necessari per lo sviluppo della nuova econo- mere alcune sue osservazioni fondamentali.
mia, senza influire direttamente sui processi demogra- a) Esistono profonde differenze tra le varie societ di
fici. cacciatori-raccoglitori: si va da societ nomadi con
Possiamo subito dire che nella documentazione ar- unorganizzazione sociale e un apparato tecnologico
cheologica non troviamo riscontri probanti, in positi- relativamente semplici, a sistemi pi complessi che
vo, per la prima ipotesi, mentre possediamo molti dati comprendono tecnologie pi avanzate, sistemi specia-
che ci orientano in senso contrario. Forse i sostenitori lizzati di reperimento delle risorse e immagazzinamen-
della teoria demica si sono lasciati influenzare dalla to delle stesse, e che quindi richiedono un considerevo-
constatazione che la rivoluzione neolitica, osservata a le investimento di forza lavoro e una particolare arti-
posteriori, appare come un processo ineluttabilmente colazione o gerarchia sociale.
vincente su larga scala; ma ci non significa che si sia b) Conosciamo molti casi di raccoglitori che interven-
trattato di un processo linearmente e costantemente gono sulle loro risorse vegetali, attraverso disbosca-
regolare sia sul piano cronologico che su quello geo- menti, preparazione del terreno, messa a dimora di
grafico, n che si sia configurato come vera e propria determinate piante, mietitura.
sostituzione demografica delle popolazioni preesisten- c) Anche tra le societ di agricoltori esistono notevoli
ti ad opera di nuovi arrivati. Fatte queste premesse, mi differenze. Sappiamo ad esempio che nel Nordame-
limiter ad esporre su questo punto alcune considera- rica la coltivazione di radici e di particolari semi ha
zioni che ritengo significative. preceduto lavvento della coltivazione del mais.
Per quanto concerne laspetto demografico, stato Queste osservazioni servono a diminuire la distanza concettuale
osservato che durante il Paleolitico Superiore e il tra le societ di cacciatori-raccoglitori e quelle di agricoltori e a
Mesolitico in diverse aree circummediterranee sembra ridurre il divario che alcuni pensano sia esistito nella produttivit
di poter cogliere una crescita della popolazione com- dei due sistemi (9).
plessiva; per quanto riguarda specificamente lItalia si Infine, non nemmeno certo che le pi antiche comu-
pu registrare ad esempio una pi ampia diffusione nit di agricoltori siano state tutte e dovunque sedenta-
degli insediamenti nelle isole maggiori (5). Alcuni stu- rie, mentre assai probabile che alcune comunit
diosi (6) hanno stimato la densit di molte delle ultime mesolitiche fossero semisedentarie; inoltre alcuni grup-
comunit mesolitiche nellordine di un individuo/ pi neolitici potrebbero in certi casi aver ripreso prece-
kmq, densit non molto diversa da quella attribuibile denti attivit di tipo mesolitico (come la raccolta di
alle prime societ agricole. Ad una vecchia concezione molluschi) (10). Per quanto concerne lItalia conoscia-
miserabilistica delle popolazioni mesolitiche, sono mo situazioni in cui comunit neolitiche sfruttavano
state opposte importanti considerazioni di ordine abbondantemente risorse come la pesca, la raccolta di
tecnologico ed economico; possiamo ricordare lin- molluschi, la caccia agli uccelli (per es. nel Tavoliere, a
venzione dellarco -che da una parte permette di sud-ovest di Manfredonia (11)).
sfruttare al meglio alcune nicchie ecologiche e pu Tuttavia, anche ammettendo che il divario nella pro-
contribuire a risolvere momenti di crisi alimentare, duttivit tra il sistema economico mesolitico e quello

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neolitico non fosse molto forte, resta da spiegare il sono state proposte le trasformazioni climatiche, per
successo del nuovo sistema economico; infatti il bino- spiegare sia gli inizi del fenomeno in Siria e Palestina
mio agricoltura-allevamento si afferma fino alle regio- (15), sia ladesione al modello agricolo-sedentario da
ni pi settentrionali dellEurasia e trova un limite parte di popolazioni mesolitiche dellEuropa occiden-
soltanto di fronte a condizioni climatiche proibitive. Su tale (16). E comunque ben presente nei vari studiosi
questo problema, che resta un punto cruciale, si con- lavvertenza di non cadere in un semplicistico determi-
trappongono o si affiancano o si intrecciano diverse nismo ambientale.
ipotesi. Se a queste considerazioni aggiungiamo limportanza
Zvelebil, relativamente allEuropa settentrionale, ne assunta dalla navigazione, e quindi dai traffici, nellVIII
privilegia due, che non si escludono a vicenda: e VII millennio a.C. (17), si pu apprezzare meglio la
1) la particolare vulnerabilit di alcuni sistemi di caccia- forza di diffusione e di penetrazione di materie prime,
tori-raccoglitori, per cui il declino di una singola, ma piante, animali e idee innovative su lunghe distanze
stagionalmente cruciale, risorsa (ad es. le foche nella
Finlandia meridionale) poteva rendere attraente lado- Modelli di migrazione e antimigrazionismo
zione dellagricoltura; In una discussione (18) sul saggio di Renfrew Archeologia
2) contatti e scambi con societ agricole nellEuropa e linguaggio (19), nel quale la diffusione dellagricoltura
centrale possono aver stimolato uno sviluppo verso veniva spiegata secondo il modello di Cavalli-Sforza,
differenziazioni sociali allinterno di societ di cacciato- David Anthony e Bernard Wailes hanno fatto osserva-
ri-raccoglitori, dove gi esisteva qualche forma di re che le migrazioni conosciute attraverso le pi atten-
stratificazione sociale (12). Lacquisizione di oggetti di dibili ricostruzioni storiche presentano una serie di
prestigio, simboli di status e di potere, potrebbe avere caratteristiche strutturali: modalit di leapfrogging (cio
indotto lesigenza di una maggiore produzione, rom- la tendenza a tagliar fuori alcune aree e a mirare ad
pendo gli equilibri tipici delle societ di cacciatori- alcune precise localit, spesso pi distanti), instaurarsi di
raccoglitori. correnti migratorie, migrazioni di ritorno, incremento
Anche altre motivazioni sono state addotte per spiega- della frequenza degli spostamenti. Nella sua replica
re laffermazione del sistema neolitico. Tra quelle che Renfrew non accenna a queste obiezioni, ma bisogna
investono le basi materiali dellesistenza, vanno senzal- onestamente riconoscere che la sua teoria implica un
tro annoverate le nuove possibilit offerte - dai pro- particolare tipo di espansione geo-demografica, che a
dotti dellagricoltura e dellallevamento - allalimenta- rigore non dovrebbe essere definita migrazione: infatti
zione di fasce sociali deboli, come i bambini, i vecchi, Renfrew parla di onda di avanzamento, mentre Cavalli-
i malati. Se si considerano da una parte il ruolo assai Sforza, come abbiamo visto, propone lespressione
importante svolto dal latte e dalle farinate specialmente diffusione demica. Pertanto le obiezioni di Anthony e
nella fase critica dello svezzamento dei bambini, dallal- Wailes potrebbero sembrare pretestuose o incongrue.
tra i vantaggi della vita sedentaria, si potrebbe ragione- Ma proprio quello che dovrebbe costituire la forza del
volmente ipotizzare un aumento della natalit e una modello di Renfrew e Cavalli-Sforza, e cio la sua
diminuzione della mortalit infantile nelle comunit di peculiarit, non omologabile con fenomeni avvenuti in
agricoltori-allevatori; infatti le popolazioni di cacciato- altre epoche, insomma la sua unicit, in realt una delle
ri-raccoglitori nomadi, proprio per poter condurre principali debolezze del modello, che, anche perch
tale tipo di vita, sono costrette a distanziare il pi privo di confronti attendibili, appare un meccanismo
possibile i concepimenti (almeno due o tre anni), teorico costruito a tavolino per rendere ragione di una
ricorrendo generalmente ad un allattamento prolunga- serie di fenomeni, soprattutto linguistici e genetici. Il
to che provoca linfertilit femminile, mentre una ragionamento segue in sostanza una linea di questo
popolazione sedentaria non ha bisogno di ricorrere a tipo: per spiegare la distribuzione attuale di gruppi
una rigida limitazione delle nascite. Daltronde tali linguistici e di popolazioni con diverso patrimonio
aspetti positivi potrebbero essere stati, almeno parzial- genetico, si sostiene che le cose dovrebbero essere andate cos,
mente, controbilanciati dalla maggiore incidenza delle ma vengono fornite pochissimi elementi per dimostrare che le
malattie indotte, come abbiamo gi visto (13), dalla cose siano andate effettivamente cos.
convivenza e promiscuit degli uomini con gli animali La teoria insomma costruita in massima parte sopra
e dalla maggiore densit di ambedue le popolazioni; e un vuoto di informazioni probanti, fatto che pone seri
pertanto il saldo demografico non necessariamente problemi sul piano epistemologico, anche volendo
sar risultato sempre attivo o addirittura in forte assumere il punto di vista dei proponenti. Infatti una
crescita, come supposto dai sostenitori della diffusione teoria, che si regge fondamentalmente su un certo
demica (14). grado di (presunta) verosimiglianza e sulla (egualmente
Tra le cause, o concause, naturali che potrebbero avere presunta) assenza di elementi contrari, difficilmente
spinto alladozione del sistema economico neolitico, falsificabile, perch viene a mancare in gran parte logget-

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to delle verifiche e delle eventuali critiche che sole insedi una comunit, la cui necropoli mostra una
possono validarla o meno; la generica e astratta continuit di rituale e di costumi funerari dal 400 al 250
verosimiglianza, priva di precisi sostegni in positivo, circa a.C.: le tombe pi antiche e altre recenti hanno
non pu essere certo un criterio scientificamente deci- corredi tipici del mondo etrusco padano e tirrenico.
sivo nellambito dellarcheologia. Lovvio rigetto (da Alcuni nomi di personaggi etruschi graffiti su vasi
parte di Cavalli-Sforza e di Renfrew) dellargomento e provano che la popolazione di Monte Bibele era
silentio -giacch lassenza di prove non pu da sola costituita originariamente da Etruschi. Dopo una
costituire la prova di unassenza- non pu essere prima serie di seppellimenti di soli Etruschi, tra il 350
troppo disinvoltamente stiracchiato e alterato in modo e il 330 a.C. fanno la propria comparsa tombe di adulti
tale da considerare lassenza di prove come uno spazio maschi con armi di ferro e fibule di produzione celtica.
occupabile da qualunque teoria. In altre parole, in Tali novit ... pi tardi si isolano in un gruppo a s stante
assenza di informazioni si pu costruire qualunque con tombe contenenti un armamento di prestigio
modello, che pu tuttal pi ricoprire un interesse (lelmo di ferro) (22). Dunque sappiamo che dappri-
puramente speculativo, senza alcuna pretesa di scienti- ma singole persone o piccoli gruppi, in seguito un
ficit fin tanto che, nelle sue premesse e nelle sue gruppo pi consistente di Celti, caratterizzati dal pos-
presunte conseguenze, non si confronter con i fatti sesso di armi, si sono inseriti e hanno convissuto con
appurati. A questo punto emerge quella che, a mio una piccola comunit di poche centinaia di Etruschi. Si
parere, la carenza pi grave dei teorici dellavanza- pu ipotizzare che gli apristrada fossero guerrieri al
mento demico, e cio il fatto di ignorare i dati forniti servizio della comunit e che in seguito il nucleo celtico
dallarcheologia per ricostruire il processo di diffusio- abbia assunto una posizione di controllo strategico e
ne dellagricoltura; ci particolarmente preoccupante commerciale di importanti direttrici che collegavano la
nel caso di Renfrew, archeologo di fama mondiale. pianura padana con lItalia centrale, fungendo a loro
Cos Renfrew, volendo valorizzare il fenomeno della volta da richiamo e da polo di attrazione per altri Celti
presunta espansione demica neolitica (come fonda- di oltralpe che avrebbero colonizzato il territorio in cui
mentale spiegazione delle attuali mappe genetiche e i Romani trovarono stanziata la popolazione celtica da
linguistiche), arrivato a negare o a ridurre al minimo loro chiamata dei Galli Boi.
il fenomeno delle migrazioni nella preistoria (20). In Un altro esempio, di cui pi avanti discuteremo le
verit appare piuttosto sconcertante la sua affermazio- implicazioni culturali e linguistiche, costituito dalla
ne secondo cui ad esempio i Celti non si sarebbero mai presenza di una comunit di etruschi nellisola di
mossi dalle loro sedi durante la preistoria, mentre egli Lemno, nellEgeo settentrionale, probabilmente fin
stesso deve ovviamente ammettere che in et storica dal VII secolo a.C.
tali spostamenti sono chiaramente documentati. E Un terzo caso, risalente ancora pi indietro nel tempo,
dunque, come nota Villar (21), non si capisce molto offerto dallarrivo in Italia di piccolissimi gruppi, e
bene perch il comportamento dei Celti dovrebbe forse anche di individui isolati, di provenienza egea
essere cos diverso tra prima e dopo linizio delle specialmente in una fase avanzata della media et del
testimonianze scritte. Ma oltre a ci, sembra sfuggire bronzo (1500-1350 circa) e nel corso del bronzo
a Renfrew il fatto che le modalit di spostamento dei recente (1350-1200 circa). Tali gruppi, trasferitisi o in
gruppi umani sono state nel tempo assai varie ed forma stagionale o in pianta stabile specialmente in
articolate e che anche piccoli gruppi possono innescare Sicilia, in Puglia e in Calabria, oltre ad introdurre nuove
importanti dinamiche socioeconomiche e culturali. ed importanti competenze tecnologiche (dalluso del
Proprio il caso dei Celti illuminante in questo senso; tornio allolivicoltura) contribuirono a rafforzare i
infatti bench la tradizione e la storiografia antica rapporti tra popolazioni indigene e mondo miceneo,
abbiano posto laccento soprattutto o esclusivamente innescando o incrementando processi economici e
sulle tendenze bellicose ed espansionistiche dei Celti socio-politici di ampia portata. (23)
(dal sacco di Roma del 387 a.C. alle campagne militari Naturalmente, in situazioni e periodi diversi, possono
condotte nel III sec. a.C. nellItalia settentrionale, alla essere state differenti le caratteristiche, le motivazioni
terribile incursione in Grecia e in Asia Minore verso il e lentit di tali spostamenti. E comunque certo che la
280 a.C.), noi sappiamo che la penetrazione dei Celti in circolazione di persone e cose stato un fenomeno
Italia, ma anche in altre regioni dEuropa, gi prima del costante nella preistoria; basti considerare che, fin dal
IV sec. a.C. assunse anche forme del tutto diverse, pi Paleolitico, selce e altri tipi di rocce utilizzate per
capillari, articolate e non di rado pacifiche, anche se il ricavarne strumenti, conchiglie, ocra, ambra ecc. veni-
possesso e/o luso delle armi sembra aver giocato un vano trasportate per centinaia e talvolta migliaia di
ruolo assai importante. chilometri (24). Possiamo quindi affermare che piccoli
Particolarmente interessante la microsituazione rilevata gruppi umani erano in grado di diffondere cose, idee
sul Monte Bibele, nellAppennino bolognese, dove si e abilit tecnologiche su vasta scala.

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Ulteriori riscontri archeologici spiegare la concentrazione di insediamenti agricoli in
A questo punto vediamo quali altre indicazioni pu determinate aree e la loro assenza o scarsa presenza in
fornirci larcheologia circa il processo di neolitizzazio- altre supponendo una ovvia preferenza degli immi-
ne dellEuropa. Data la vastit e complessit dei pro- granti per le pianure alluvionali o per le zone perilacu-
blemi, in questa sede toccher soltanto alcuni punti stri (25). I due studiosi, pur accogliendo la teoria di
fondamentali, concernenti soprattutto i Paesi mediter- Cavalli-Sforza, vi introducono una correzione: la mera
ranei. Per quanto riguarda il quadro cronologico della presenza di spazi liberi non sarebbe stata una ragione
diffusione dellagricoltura nel Mediterraneo orientale e sufficiente per la colonizzazione da parte del numero
centrale, c oggi sufficiente accordo fra gli studiosi di persone eccedente le possibilit di sostentamento di
nellattribuire la priorit ad insediamenti della Siria e un determinato villaggio, giacch sarebbero state scar-
della Palestina, seguiti da quelli mesopotamici e anato- tate tutte quelle aree non corrispondenti alla tipologia
lici (fig. 3). Dal punto di vista geografico, tale distribu- preferenziale. Tale modello si fonda su due postulati:
zione non corrisponde alla mappa della prima compo- 1) i primi agricoltori sarebbero arrivati in Grecia
nente principale di Cavalli-Sforza, il quale colloca il dallAnatolia meridionale, dove i loro progenitori ave-
focolare di diffusione di tale componente in un area pi vano precedentemente occupato i bacini di Beysehir-
a Sud, in Arabia. Se guardiamo la distribuzione (fig. 4) Sugla e di Konya (delta fluviali e margini di laghi
dei pi antichi siti neolitici del Mediterraneo centro- stagionali) e questo adattamento primordiale avrebbe
occidentale, caratterizzati dalla presenza di ceramica poi condizionato la scelta dei territori nelle successive
decorata con motivi impressi a crudo soprattutto fasi di colonizzazione della Grecia;
mediante il margine di una conchiglia (frequentemente 2) gli insediamenti neolitici in Grecia (presenti soprat-
il Cardium, da cui il nome di ceramica impressa o ceramica tutto in Tessaglia) e nel sudest dei Balcani sarebbero
cardiale: fig. 5), risulta evidente che in gran parte si tratta concentrati in aree solo scarsamente occupate da po-
del risultato di una diffusione marittima. La penetra- polazioni indigene mesolitiche. In realt tale ricostru-
zione dellagricoltura verso linterno sembra realizzarsi zione presenta molti punti deboli. Anzitutto non sem-
prevalentemente in momenti successivi. Si tratta per- bra accettabile un modello unico di neolitizzazione,
tanto non di un fenomeno caratterizzato da una sostan- perch le pi antiche comunit di agricoltori-allevatori
ziale continuit geografica, come vorrebbero Cavalli- sorsero nellarea siro-palestinese in aree variamente
Sforza e Renfrew, bens di un processo che registra salti caratterizzate dal punto di vista orografico e idrogra-
e discontinuit e sembra quindi obbedire a precise fico. Inoltre nellAnatolia settentrionale e occidentale
scelte piuttosto che alla semplice pressione demogra- (come anche nella parte fertile e umida della Grecia
fica e ad una indifferenziata esigenza di espansione. sudoccidentale (26)), nonostante la presenza di fiumi di
Tjeerd van Andel e Curtis Runnels, per la fase pi antica media importanza, non sono stati finora individuati
della neolitizzazione della Grecia, hanno cercato di insediamenti neolitici; ci significa o che tali territori

Fig 4 base 18.2 x h 11 (riducibile)


RIDOTTA AL 90 %

Fig. 4 Diffusione della ceramica impressa (VI e V millennio a.C.) (da Camps 1985).

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non sono stati interessati dalla prima neolitizzazione o Sempre per quanto riguarda il Mediterraneo, alcuni
che i relativi siti non sono stati ancora scoperti. E se autori hanno giustamente sottolineato limportanza
vero, come sostengono van Andel e Runnels, che degli animali nella diffusione del neolitico, fino ad
future esplorazioni potranno forse rivelare anche in affermare: Capre e montoni, animali particolarmente ben
questarea la presenza di insediamenti neolitici, tale adattati ai biotopi mediterranei, sono stati gli artefici di questa
riserva deve essere estesa a tutta la documentazione conquista. (28)
archeologica, quindi anche a quella della Grecia, e non I casi di affermazione del solo allevamento presso
pu essere orientata verso ununica aspettativa preco- alcuni gruppi umani (vedi pi avanti la Grotta Franchti)
stituita; bisogna cio ammettere che nuovi siti neolitici sembrano infatti corrispondere ad una parziale accul-
potrebbero essere scoperti anche in aree diverse dalle turazione di popolazioni indigene mesolitiche.
pianure alluvionali. Del resto, sono gli stessi studiosi ad Inoltre sono state sottolineate alcune diversit tra le
ammettere che in Grecia ambienti diversi dalle pianu- prime comunit neolitiche: Salvo rari casi, le diverse variet
re alluvionali permettevano linsediamento e la soprav- di grano e di orzo non sono sempre presenti nelle pi antiche
vivenza in molti siti, ma ampiamente separati (27). localit agricole. (29)
Ora, a ben riflettere, proprio questo scenario, peraltro Ci in parte pu dipendere da lacune nella documen-
assolutamente inconfutabile, sufficiente a battere in tazione archeologica, ma sembra comunque indicare
breccia la teoria della diffusione demica. Infatti leven- una grande adattabilit e flessibilit nelle diverse situa-
tuale surplus di popolazione di una comunit agricola zioni locali, il che non depone certo a favore di una
avrebbe potuto essere assorbito da aree marginali, che introduzione dallesterno di un pacchetto preconfezio-
verosimilmente, per il loro inferiore livello di potenzia- nato da parte di gruppi allogeni, bens implica un attivo
lit produttive, non avrebbero registrato ulteriori in- intervento su precise scelte economiche da parte delle
crementi demografici, contribuendo ad un equilibrio popolazioni preesistenti.
demografico complessivo. Se si considera inoltre, per Lantropologia fisica, come abbiamo gi visto (30), nei
citare ancora gli stessi autori, che non esiste evidenza casi in cui stato possibile confrontare campioni
di un denso popolamento in Anatolia 9000 anni fa e mesolitici con altri neolitici delle stesse aree, non ha
molte aree meno distanti (della Grecia, n.d.t.) erano rilevato cambiamenti significativi nellItalia peninsula-
disponibili, appare tutta linverosimiglianza di tale ipo- re, avvalorando lipotesi di un processo di graduale
tesi. adattamento delle popolazioni mesolitiche al nuovo
sistema economico.
A questo proposito dobbiamo almeno accennare al
sito archeologico pi importante per lo studio del
processo di transizione dal Mesolitico al Neolitico in
Fig 5 base 7.2 x h 10.2 (riducibile) Grecia, cio la Grotta Franchti, situata nella lingua
INGRANDITO AL 110 % nordorientale del Peloponneso. Lampia stratigrafia di
questo giacimento e la ricchezza dei dati bioarcheolo-
gici consente di tracciare un quadro abbastanza preciso
degli sviluppi dei gruppi umani che frequentarono la
grotta (31). Sappiamo cos che gruppi mesolitici, nel-
lVIII millennio a.C., praticavano la raccolta dellavena
(Avena sp.), dellorzo (Hordeum spontaneum) e della len-
ticchia (Lens sp.) selvatici. I primi livelli neolitici (ace-
ramici, cio ancora privi di manufatti in terracotta),
da circa il 7000 a.C., contengono resti di pecora (Ovis
aries), capra (Capra hircus), mentre sembra un po pi
tarda la presenza di Triticum dicoccum, di Hordeum disti-
chum e di una lenticchia pi grossa. Ladozione della
capra e della pecora, provenienti dal Medio Oriente,
avrebbe costituito dunque la prima forma e il primo
momento della neolitizzazione per i gruppi che fre-
quentarono la Grotta Franchti. Lassenza, nei livelli
neolitici, dellavena sembra poi indicare che le popola-
zioni indigene, gi dipendenti dai semi di cereali selva-
tici come fonte di carboidrati, abbiano sostituito que-
Fig. 5 Esempi di ceramica impressa (da Grifoni Cremonesi sta risorsa con i nuovi cereali domesticati, anchessi
1996). introdotti dallesterno. Infine, se si considera che il

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gruppo frequentante la grotta poteva ammontare ad (31) Halstead 1996: 296 ss
un massimo di 25 persone e che daltra parte tale (32) Halstead 1996: 299-300
gruppo, semplicemente per garantire lequilibrio de-
mografico necessario per la sopravvivenza della po- Bibliografia
AA.VV. A CA BOOK REVIEW: Archaeology and Language. The
polazione, doveva essere parte di una comunit di
puzzle of Indo-European Origins by Colin Renfrew. Current
almeno 175-475 persone (32), risulta evidente ancora Anthropology, 29 (3): 437-468, 1988
una volta come la documentazione archeologica ci D. Anthony Prehistoric migrations as social process. BRITISH
offra soltanto uno spicchio della realt storica com- ARCHAEOLOGICAL REPORT: 21-32, 1997
plessiva. G. W. Barker Prehistoric farming in Europe Cambridge Univer-
In conclusione, non necessario postulare una som- sity Press, Cambridge, 1985
mersione delle popolazioni mesolitiche da parte di G. Camps La preistoria Bompiani, Milano, 1985
una marea montante di agricoltori invasori (sia pure R. W. Dennell The origins of crop agriculture in Europe. In Cowan
pacifici) per spiegare il successo dellagricoltura e del- C. V. e P. J. Watson (a cura di) The origins of agriculture: an
lallevamento, giacch probabilmente era sufficiente la international perspective, Smithsonian Institution Press, Washin-
gton DC: 71-100, 1992
catena, o meglio la rete, di collegamenti, gi esistenti e/
J. Feblot Augustins La circulation des matires premires au
o stimolati dalleconomia produttiva, per diffondere le Palolithique. Etudes et Recherches Archologiques de lUniversit
relative innovazioni. Sullaltro versante, il livello di de Lige, n. 75, Lige, 1997
sviluppo culturale e tecnologico di alcune comunit R. Grifoni Cremonesi I livelli neolitici. In T. Di Fraia, R. Grifoni
mesolitiche, le crisi economiche di altre o particolari Cremonesi (a cura di) La Grotta SantAngelo sulla Montagna dei
vantaggi derivanti da prodotti agricoli e animali, pos- Fiori (Teramo). IEPI, Pisa - Roma, 1996
sono spiegare ladozione dellagricoltura e dellalleva- A. Guilaine La mer partage. La Mditerrane avant lcriture 7000-
mento da parte di molte popolazioni di cacciatori- 2000 avant Jsus Christ Hachette, Baume-les-Dames, 1994
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