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storia e arte
Aspetti storici e artistici
Elvio Bellini, Stefania Nin
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Aspetti storici e artistici
Origini del nome
Il nome Fragaria vesca, attribuito alla fragola di bosco, deriva dal
latino fragus (dalla radice sanscrita ghra), che indica fragranza
(ossia laroma), e vescus, che denota ci che molle (ossia il frutto); cos dal latino derivano i nomi italiani fraghe e fragole, usati da
Mattioli nel 1571, e fragola, citato da Theodor Zwinger nel 1696
(Theatrum Botanicum).
Matthaeus Silvaticus (circa 1285-1342), professore di medicina
a Salerno, il primo ad attribuire il nome Fragaria (Fragraria) al
genere nel suo Opus Pandectarum Medicine, una compilazione
di materia medica con diligenti ed esatte ricerche intorno alla virt
delle erbe (edizione del 1526, British Library, Londra).
I francesi chiamano questa pianta fraisier, dal nome del francese
che introdusse la specie Fragaria chiloensis in Europa; i termini spagnoli fresa e fresera avrebbero la stessa origine francese.
Tuttavia, nella sua De Natura Stirpium Libri (1536) il medico e botanico francese Jean Ruel, latinizzato in Johannes Ruellius (14741537), asserisce che la parola francese fresas stata utilizzata in
virt delleccellente dolcezza e odore di questo frutto. Nel 1554
questa specie viene chiamata frayses dal naturalista amatoriale
Amatus Lusitanus (1511-1568), ma la moderna parola fraise appare nella forma fraises grazie a Leonhard Fuchs (1501-1566) nel
1542 e Charles Estienne (1504-1564) nel 1545.
sempre Amatus Lusitanus (1554) a citare Servius, un filologo
del XV secolo, che chiama il frutto terrestria mora; Dorstenius nel
1540 parla di fructus terrae et mora terrestria; nei versi di Virgilio
troviamo humi nascentia fraga e nellepiteto di Plinio terrestribus
fragis. Alla caratteristica di produrre frutti vicino alla terra si devo-
Foto R. Angelini
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Storia
Questa piccola goccia di nettare rosso era conosciuta e apprezzata gi dalluomo preistorico, come testimoniano alcuni reperti
rinvenuti in zone montagnose e lacustri dellEuropa centro-occidentale. Nella Bibbia, nelle favole mitologiche e in alcuni dei pi
antichi trattati di medicina e botanica, si trovano elogi e menzioni
di questo prelibato frutto.
Alcuni storici naturalisti credono che la fragola fosse coltivata in
Grecia e nei giardini Latini. In realt non si trova in alcuna memoria
che questa pianta fosse oggetto di coltivazione, da parte sia dei
Greci sia dei Romani. Essa era allora conosciuta come pianta da
frutto spontanea, tipica delle zone boschive, ma non era considerata come vivanda, n perci ricercata. Non si hanno invero cenni
antichi sul consumo di questo frutto, che non compare nel libro
di cucina attribuito a Apicius Coelius, un autore che si presume
sia vissuto nel 230 circa a.C. E non si trova alcuna traccia negli
scritti di Teofrasto, Ippocrate, Dioscoride e del medico pi famoso
dellantichit, Galeno Claudio di Pergamo, che possa ricondurre
alla fragola. Cos pure questo frutto non compare nelle liste delle
piante coltivate e nei volumi sullagricoltura dei quattro scrittori
latini Catone, Varrone, Columella e Palladio. Sembra, per, che gli
antichi Romani amassero questo frutto selvatico, che nel Medioevo divenne addirittura il simbolo della tentazione. La mitologia
vuole che fosse spesso presente sulle tavole dei Romani, soprattutto durante le feste in onore di Adone, alla morte del quale, come narra la leggenda di Ovidio, Venere, dea dellamore, pianse
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copiose lacrime che giunte sulla terra si trasformarono in piccoli e
succosi frutti rossi a forma di cuore: le fragole, appunto!
Non vi dubbio, invece, che la pianta fosse conosciuta botanicamente, essendovene nota in Ovidio, Plinio e in qualche altro autore. Lucio Apuleio, o Apuleio da Madaura (125-180 circa), scrittore,
filosofo, retore, mago e alchimista romano di scuola platonica,
cita la fragola solo per il suo valore medicinale. Virgilio e Ovidio,
invece, la menzionano, ma solo casualmente in poemi sulla vita
di campagna dove il frutto viene associato con altri frutti selvatici.
Cos Virgilio include la fragola tra le bellezze del campo nei versi
della terza egloga (delle Bucoliche), elogiandola e raccomandando ai ragazzini di stare attenti poich nei luoghi freschi dove nasce
si incontrano le serpi: qui legitis fiore set humi nascentia fraga
frigidus, o pueri fugite hinc, latet anguis in herba.
Il poeta romano Publio Ovidio Nasone (43 a.C.-18 d.C.) la cita due
volte nella sua opera Metamorfosi; nel I libro descrivendo let
delloro (arbuteous fetus montanaque fragra legebant essi
raccolsero frutti di corbezzolo e fragole di montagna); poi nel XIII
libro nel canto che il ciclope Polifemo intona alla sua amata Galatea (ipsa tuis manibus silvestri nata sub umbra mollia fraga leges
raccogli con le tue mani la fragola nata allombra del bosco).
Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) lultimo scrittore antico ad accennare alla pianta nel libro XXI, c. 50 della Naturalis Historia includendola tra i naturali frutti dellItalia. In seguito, nel libro XV, c. 28,
si riferisce a terrestribus fragris per distinguere la fragola dallArbutus unedo.
Il successivo richiamo alla fragola risale al tredicesimo secolo a
opera di un dottore greco di nome Nicolaus Myrepsus il quale usa
la parola phragouli; sar poi Peter Forskal, viaggiatore svedese e
naturalista del XVIII secolo, a evidenziare che la parola phraouli in uso tra i greci per indicare la fragola. Il botanico tedesco
dell800 Karl Nikolaus Fraas assegna questultima parola al greco moderno, mentre il botanico inglese del 700 John Sibthorp
elegge la parola kovkoumaria, che ricorda lantica parola greca
komaros o komaron, attribuita al corbezzolo, i cui frutti somigliano
superficialmente a quelli della fragola.
N la fragola n la sua coltivazione sono menzionate da Ibn
al-Awwam, autore del X secolo, tantomeno da Alberto Magno che
mor nel 1280. Non esistono riferimenti nellantico elenco delle arti
culinarie inglesi The Forme of Cury, compilato circa nel 1390 da
due cuochi mastri di re Riccardo II, e neppure nel libro di ricette
Ancient Cookery del 1381.
Con il tempo, tuttavia, vengono scoperte le sue qualit medicinali
e a partire dal 1300 la fragola selvatica viene rubata al bosco
per essere trapiantata nei giardini e diventare oggetto di coltivazione negli orti. Cos nel Rinascimento fa la sua comparsa come
pianta ornamentale negli orti di Francia, essendo considerata pi
decorativa per i suoi fiori che non utile per i suoi frutti. Risale al
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nale delle erbe pubblicato da Peter Treveris; qui la fragola viene
descritta come unerba che cresce bene nei boschi e in luoghi
ombreggiati, ottima contro tutti i mali della milza.
Nel 1530, quattro anni dopo la pubblicazione del The Grete Herball, secondo quanto riportato nel Privy Purse Expenses of Henry
VIII, re Enrico VIII acquista un boccale di fragole per 10 scellini,
certo della corrispondenza tra piacere reale e salute reale. Il boccale molto piccolo, a forma di cono invertito, capiente meno di
mezza pinta, quale evidenza della piccola pezzatura dei frutti a
quel tempo.
Anche Ruellius, botanico di quel periodo, descrive la fragola come una pianta che cresce bene, selvatica, in luoghi ombreggiati,
capace di fornire frutti pi grandi quando coltivata negli orti (De
Natura Stirpium Libri, 1536). Pure Fuchs (1542) parla dei frutti pi
grandi che si producono negli orti, mentre Estienne (1545) riferisce di frutti grandi come nocciole e del loro gusto delizioso insieme alla crema.
Verso la met del 500 lelevata domanda di fragole stimola la regolare coltivazione, tanto che Thomas Tusser (1524-1580), scrittore di agricoltura e poeta, pubblica Five Hundred Points of Good
Husbandry (1557) contenente molti proverbi in versi bizzarri. Si
tratta di una collezione di istruzioni su coltivazione, giardinaggio e
gestione della casa, associata a umorismo e massime astute, che
include una lista di 21 specie da seme. Sotto la voce Septembers
Husbandry si pu leggere:
Wife into the garden and set me a plot
With Strawberry roots, the best to be got;
Such growing abroad among thorns in the wood,
Well chosen and picked, proved excellent good.
In Francia nel 1562 Bruyerin-Champier, medico di Enrico IV, include la fragola tra le piante introdotte di recente nei giardini francesi.
Sedici anni dopo compaiono istruzioni per la sua coltivazione in
LAgriculture et Maison Rustique (1586), nel quale Charles Estienne e Jean Liebault raccomandano di reimpiantare i campi di fragole ogni 3 anni e di zappare e fertilizzare le colture annualmente.
Gallo, nello stesso periodo, scrive che in Italia le fragole si possono ottenere in grande abbondanza. Le fragole coltivate sono rese
famose da molti autori del XVI secolo, quali Dorstenius (1540),
Mizaldus (1560), Pena e Lobel (1571), Porta (1592), Hyll (1593),
Bauhin (1596). In particolare nel Gardenerss Labyrinth (1593) Hyll
scrive: They be much eaten at all mens tables the sommer time
with wine and sugar, and they will grown in gardens until the bigness of the mulberry. Giovanni Battista Porta, geniale esploratore italiano che si interess anche di agricoltura, a proposito di
fragole scriveva nel suo volume di botanica Villae (1592): sono tra
le delicatezze del giardino e la delizia del palato.
Alla fine del 600 la fragola di bosco assai comune in Inghilterra,
ma non sono ancora apparse le variet, e le coltivazioni vengono
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Foto W. Faedi
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per la contemporanea presenza di frutti primaverili ed estivi, nel
suo trattato De Plantis Libri XVI (1583), in cui stabilisce un sistema
di classificazione e di nomenclatura dei vegetali e descrive 840
specie raggruppate in 15 classi.
F. moschata o F. elatior, la terza specie notata in questo secolo e
terza specie indigena dEuropa, ricordata unicamente dal botanico fiammingo di origine francese Matthias Lobelius nella sua
opera Stirpium Adversaria Nova (1571), in cui descrive circa 1500
specie del mondo in modo preciso. Essa non sar citata nuovamente fino al 1613, anno in cui compare lHortus Eystettensis
di Besler, contenente disegni di piante coltivate nel famoso orto
botanico di Eichsttt in Germania. Egli chiama questa pianta bigfruited strawberry per la pezzatura del frutto comparabile a quella
di alcune susine, descrizione che porter Gaspar Bauhin nel 1623
e poi Simon Paulli nel 1640 a definire questa pianta strawberry
with large fruit as large as small plum. Pubblicato nel 1613, il
grande florilegio di Basilius Besler di Norimberga, uno dei pi
Tavola tratta dal libro dedicato a Basilius Besler LErbario delle Quattro
Stagioni (Mondadori Electa, 2010), riprodotta sulla base di una rara copia
delledizione originale del grande florilegio colorato a mano da B. Besler
del 1613
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Scritti di Parkinson
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Alla fine del 600 F. vesca ancora predomina tra i produttori di
fragole, mentre le tipologie di fragola moscata, verde e virginiana
sono coltivate in minore quantit. Nessun serio tentativo di ottenere nuove variet da seme stato compiuto sino ad allora. I
giardinieri dellepoca si accontentano di allevare le specie selvatiche e le poche variet apparse spontaneamente. La diffusione
di nuove specie molto graduale e sar poco apprezzata sino
alla met del XVIII secolo. La fragola moderna (F. grandiflora o
Fragaria ananassa) ha infatti origine in Francia, nel 1766, come
incrocio tra due tipologie selvatiche americane, Fragaria virginiana, degli Stati Uniti orientali, e Fragaria chiloensis, della costa del
Pacifico, che i conquistadores chiamano frutilla.
Amde-Franois Frzier (1682-1773), ingegnere ufficiale francese, matematico, spia ed esploratore, spedito in Sud America
nel 1712, a presentare la fragola cilena (gi da tempo coltivata
dalle popolazioni indigene del Sud America: i Mapuche e gli Huilliche) a Luigi XIV, conosciuto anche come Re Sole per lo splendore
del suo regno, quale uno dei risultati positivi della sua missione in
Cile, nella baia di Concepcion. In seguito, per volont del sovrano
che incoraggi le arti, le scienze e la ricerca nei settori pi diversi,
essa viene coltivata nei giardini di Versailles. Si racconta che Lui
gi XIV avesse un grandissimo appetito, pare dovuto allintestino
pi lungo del normale; tra panettieri, pasticceri, macellai, cuochi,
rosticcieri, cantinieri e ortolani erano oltre 500 le persone addette
a soddisfare i suoi desideri. Egli aveva una vera passione per le
fragole e sembra che alla corte del monarca francese i frutti di
Venere fossero al centro di giochetti amorosi. La dama invitava il
cavaliere alla tenzone notturna mangiando lascivamente fragoline
arricchite di zucchero e panna.
Sempre agli albori del XVIII secolo forme di fragola con foglie variegate vengono citate nel Institutiones Rei Herbariae (1719) dal
botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (1656-1708), che
su ordine del Re Sole, parte alla ricerca di erbe nei Pirenei dove
raccoglie numerose specie. Un certo numero di variet elencato
da Mawe nel 1778, mentre Don nella sua A General History of the
Dichlamydeous Plants (1832) descrive numerose forme variabili di
F. vesca (con frutti rossi, bianchi e neri, senza stoloni, a fiori doppi,
con stami trasformati in fiori, senza petali, con sepali fogliacei), F.
majaufea (a frutti verdi, rossi, purpurei), F. breslingea (con foglie
pentalobate), F. elatior (con foglie arricciate), F. grandiflora (con
foglie variegate), F. chiloensis (con frutti a polpa rossa e bianca).
Johann Georg Gmelin (1709-1755), naturalista tedesco ed esploratore della Siberia, autore di Flora Sibirica (1768), menziona 3
variet di F. vesca, una con fiore e frutto pi grandi, una con frutto
bianco e una terza con picciolo alato e frutto lungo un pollice;
questultima sembra rispondere alle forme di fragola notate da
molti altri antichi scrittori, quali quelle provviste di foglioline supplementari sullo stelo del picciolo.
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Foto Agrilinea
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per mezzo secolo. Seguono altri breeder inglesi quali Williams,
Salter e Thomas Laxton, che avvia il pi ampio programma dincrocio mai intrapreso in Inghilterra, da cui scaturiscono variet
come Noble, King Earlies e Scarlet Queen e, infine, nel 1892
la squisita Royal Sovereign, ancora considerata la fragola dal
sapore migliore.
Francesi, tedeschi e belgi e altri botanici del continente presto
seguono la stessa strada, tanto che oggi la fragola rappresenta
uno dei frutti pi popolari in Europa come in America.
In Francia per molto tempo si continua a coltivare Fragaria
ananassa fino a quando non vengono introdotte le variet Keens
Seedling ed Elton.
Di scarso rilievo la fragolicoltura nella storia italiana e quasi assente il lavoro di miglioramento genetico. Nel 1810 Filippo Gallizioli descrive botanicamente 4 specie di fragola coltivate. Filippo
Re nella sua opera LOrtolano Dirozzato afferma lesistenza in
Italia di una quarantina di variet e sotto-variet e descrive i sistemi di coltivazione. Nel 1828 Giuseppe Moretti, nel suo volume
Precetti Teorico Pratici sul Coltivamento degli Orti, cita la fragola
di Knight dai frutti molto grossi, come noce o albicocca. Variet
inglesi e francesi, 8 in tutto, compaiono nella prima Enciclopedia
Agraria scritta dai fratelli Roda nel 1882. Numerose variet sono
descritte da Muli (1887), Piardi (1912), Battista Tirocco (1929),
Bertolaso (1914), Braschi (1936), Branzanti (1969), fino ad arrivare a tempi pi vicini ai nostri con le variet descritte nei manuali
La Fragola (1980), a opera di pi mani e parte della collana diretta
da Baldini e Scaramuzzi, LABC della Moderna Fragolicoltura di
Giorgio Sitta (1975), La Fragola di Edoardo Branzanti (1985), La
Fragola di Faedi e altri numerosi collaboratori (1994). Di grande
rilievo la Monografia delle Principali Cultivar di Fragola Rifiorenti
(Baldini e Branzanti, 1964) e Non Rifiorenti (Bazzocchi, Branzanti, Cristoferi e Rosati, 1972), in cui sono descritte con rigore
metodologico le principali cultivar di fragola di una collezionecatalogo appositamente costituita presso unazienda a Imola. Il
miglioramento genetico inizia nel nostro Paese intorno al 1960
con lattivit svolta dal prof. Lalatta a Roma e dal prof. Baldini a
Bologna. I risultati non sono eclatanti, ma la strada viene aperta
ad altri ricercatori tanto che in questi ultimi decenni lItalia ha
raggiunto gli altri Paesi leader.
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fu abate Rozier, conservandone anche tutti gli articoli riconosciuti
come buoni dallesperienza dei membri della sezione dagricoltura dellIstituto di Francia.
Cos, per esempio, in una sola frase il comportamento degli stoloni
viene spiegato dai vari autori, tra i quali Thouin, De Candolle ecc.:
Il contrassegno darbusto erbaceo conviene esattissimamente
a un vegetabile, il di cui pedale sodo, senza essere veramente
legnoso, si allunga a poco a poco nel suo stato salvatico, e resta
unico strascinandosi sulla terra. Vi prende egli uno o due piani di
radici, di modo che dopo la produzione della sua fronda fruttificante, il pollone di sostituzione si fa vedere con una giovinezza
sempre rinnovata, frattanto che altri polloni trasportati vengono
in qualche distanza da rami, dunesistenza per lo meno tanto fugace, quanto quella delle fronde fiorite, giacch esse periscono,
tosto che delle altre sopravvenienti radici pervengono a nutrire
sufficientemente questi polloni, ai quali esse servirono di strisce,
nome che vien data effettivamente a questi decorrenti, che chiamati sono anche corsoj, viticcj, ritorte; vegetabile, che daltronde,
quando approfitta dei benefizj della coltivazione, suscettibile si
rende di moltiplicare eccessivamente il numero, e daccrescere
straordinariamente la dimensione di tutte le sue parti, di modo che
i suoi cesti di stipiti approssimati, diseccandosi in forza della loro
direzione resa verticale per violenza, non hanno che pochi anni di
sussistenza.
E sulla cura di sopprimere i corsoj: So bene, che lassidua
soppressione dei corsoj stata dichiarata da Rozier una pratica
difettosa. I corsoj, dicegli, sono per le fragole, ci che i rami sono per gli alberi, e ci che i bottoni sono per i rami. Si costringe
labbondanza del sugo a sfogarsi da per tutto, ove pu, e a gettare in polloni ci, che sarebbe stato prodotto soltanto nellanno
seguente.
Poi ancora: Qualche tempo dopo un viaggiatore, pi geografo
che naturalista, il sig. Frezier, sorpreso dalla grossezza delle fruttiglie, coltivate vicino alla Concezione, al piede delle Cordeliere,
port secon in Europa cinque individui di questo superbo Quoimio
del Chil, conservati vivi in vaso, e divisi fra lui e il suo sopracarico, per prezzo dellacqua dolce, con cui volle farli annaffiare. Dei
tre piedi sbarcati a Marsiglia, uno fu dato al ministro Souzy, uno
al professore A. Jussieu, e il terzo trasportato da Frezier a Brest,
donde si propag sopra tutta la costa occidentale con miglior
successo, di quello che in tutto il resto dellEuropa, ove discreditato venne .
Nel 1818, davanti alla Societ Orticola di Londra, T.A. Knight legge
il suo lavoro Upon the variations of the Scarlet Strawberry (Fragaria virginiana) when Propagated by Seeds, che verr poi pubblicato nel 1820 in Transactions of the Horticultural Society of London.
Segue nel 1826 la pubblicazione An Account and Description of
the Different Varieties of Strawberries which have been cultivated
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tavole a colori appositamente disegnate da August Dressel, in
Francia Flicien Lesourd si prepara alla pubblicazione di Le Fraisier (1931), con storia e coltivazione della fragola in pieno campo
e in coltura protetta. Ancora in Francia esce Les Fraisiers di Pierre
Trioreau del 1961, con oltre 400 pagine comprendenti sistematica, botanica, moltiplicazione e selezione, coltivazione, ricerca e
miglioramento, nonch monografie delle principali cultivar.
Anche in Italia molti scrivono di agricoltura e vengono tradotti
nella nostra lingua i lavori dei pi accreditati scrittori agronomi
degli altri Paesi. Tra questi vi Elementi dAgricoltura di Lodovico
Mitterpacher, tradotto e pubblicato per ordine del R. Governo nel
1784:
La fragola (fragaria vesca Lin) ama un luogo soleggiato e opaco, e un terreno piuttosto grasso naturalmente che letamato. Si
propaga co getti. Abbiasi cura di recidere e potare di tanto in tanto la ramificazione, che troppo spargersi e nuoce alle piante e al
frutto. Ogni tre o quattranni bisogna trapiantarle in altro luogo.
La specie Fragaria compare poi in diversi manuali generici, quali
il Dizionario di Agricoltura, compilato in base a sicure osservazioni da Ignazio Ronconi Fiorentino (1771), che cos scriveva delle
primizie:
Trapiantando le fragole in autunno a pi dun muro ben esposto, e troncando alla primavera i fiori che vengono gli ultimi, perch i primi si fortifichino, e singrossino, si pu avere bellissime
fragole primaticcie.
Quindi, durante il secolo successivo, si parla della coltivazione
della fragola nel Manuale dellAbitatore di Campagna e della Buona Castalda di G.B. Margaroli del 1851, nel Catechismo Agrario
dellillustre professore agrario C. Pollini del 1854, nellOrto e il
Frutteto di Giulio Cappi del 1869 e ancora nel Vero Tesoro delle
Campagne, ossia i segreti pi preziosi dellagricoltura di Antonio
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re il primo libro nordamericano New England Farmer, contenente molte informazioni sulla coltura a opera di Samuel Dean. Nel
1804 esce il primo libro indigeno completamente dedicato allorticoltura, The American Gardener di John Gardiner e David Hepburn, che tuttavia d scarsa considerazione alla fragola. American
Gardeners Calendar di Bernard McMahon, vivaista di Filadelfia,
viene pubblicato nel 1806; in esso sono riconosciute sei tipologie di fragole, tra cui F. ananassa (o F. grandiflora), e molte altre
derivanti da queste e differenziate principalmente per il colore del
frutto. Un catalogo edito nel 1810 da William Booth di Baltimora
offre, in aggiunta alle tipologie elencate da McMahon, due variet
di F. virginiana: Large Early Scarlet e Hudsons Bay. Esse manterranno una posizione predominante per 50 anni, fino a quando non
apparir la variet Wilson.
Della fragola si parla nei libri Ration Fruit Culture (1918) di H.C.
Davidson e The A B C of Fruit Growing (1938) di W.E. SchewellCooper. Nel 1854 viene pubblicato il volume A Complete Manual
for the Cultivation of the Strawberry a opera di R.G. Pardee (18111869), uno dei primi trattati americani con specifiche direttive per
la coltivazione e con la descrizione delle 24 migliori variet. Del
1870 il volume The Strawberry and its Culture di J.M. Merrick,
corredato di un catalogo descrittivo di tutte le variet conosciute
a quel tempo, mentre del 1899 il tascabile A Condensed Treatise
on the Culture of Berries di Jacob Biggle, anchesso ampiamente
illustrato con tavole a colori.
Con larrivo del nuovo secolo il volume Strawberry Culture
(1902) di M. Crawford viene offerto al prezzo di 10 cent. Sempre
del 1902 il testo pubblicato nellOhio The A B C of Strawberry
Culture for Farmers, Village People, and Small Growers da T.B.
Terry e A.I Root, contenente anche vari suggerimenti per spun-
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Santi e poeti hanno scritto di lei
Nella storia sacra si parla spesso della fragola come alimento benefico e incomparabile dono di Dio: si sa che era un cibo prediletto da San Giovanni Battista, convinto vegetariano, che si nutriva
quasi esclusivamente di frutta, ma anche dallaustero San Francesco di Sales (1567-1622), che ne lodava la fresca innocenza e il
meraviglioso sapore. Cos scriveva il vescovo di Ginevra e grande
maestro di spiritualit degli ultimi secoli: Noi conosciamo e ammiriamo la fresca innocenza della fragola perch, mentre cresce
nel terreno ed continuamente schiacciata dalle serpi, dalle lucertole e da altri rettili velenosi, essa si mantiene pura e non simbeve
delle spregevoli velenosit di questi animali, n assorbe le loro
minori cattive qualit.
Analogamente, succube della sua mala, William Shakespeare
(1564-1616), drammaturgo e poeta inglese, scriveva: La fragola,
che cresce sotto lortica, rappresenta leccezione pi bella alla regola, poich innocenza e fragranza sono i suoi nomi. Essa cibo
da fate. La regola a cui Shakespeare cercava di sottrarre il suo
frutto preferito condannava le piante ad assorbire il bene e il male
dellambiente in cui vivevano.
Si dice che uno dei pi celebri scrittori francesi, Jacques-Henry
Bernardin de Saint-Pierre (1737-1814) concep il progetto di scrivere una storia generale della natura, emulando opere classiche
e moderne. Ma una fragola, che per caso era cresciuta sulla sua
finestra, lo fece desistere da un disegno tanto vasto; osserv la
fragola e, colte le infinite meraviglie, cap che una sola pianta e le
piccole creature che la abitano possono da sole riempire la vita di
pi saggi. Abbandon dunque il suo progetto e rinunci allambizioso titolo della sua opera che, pi modestamente, chiam tudes de la Nature, nella quale si pu leggere con immenso piacere
la storia della fragola.
Nel 1752 padre G.B. Roberti pubblica un poemetto in due canti
in ottava rima, dedicato alle nozze di un Mocenigo, ove elegantemente e amabilmente celebra le fragole. In questo lavoro, di vivo
interesse per il brio con cui scritto e per come illustra la considerazione in cui erano tenute le fragole presso le tavole signorili del
tempo, il poeta insegna il modo di coltivarle, accennando anche
alle maniere di condirne i frutti.
Quanto al medico Boteler, ebbe a dire che solo Dio avrebbe potuto creare una bacca migliore, ma non lo fece. Questo vecchio detto inglese pone la fragola dove giusto che sia, al posto pi alto
tra i frutti della terra. Cos una filastrocca inglese esorta con ironia
a evitare le domande sciocche: Quelluomo vestito da giullare
mi chiese: Ci son fragole nel mare? Gli risposi, ed era seccato:
Tante quante le aringhe in un prato.
Nel XIX secolo, la fragola viene usata per descrivere la bocca di
una donna dal celebre e importante poeta e scrittore francese
Charles Pierre Baudelaire (1821-1867), nella poesia La metamor-
il poeta
minore dellottocento Giovanni Battista
Maccari (1832-1868):
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II gelsomino notturno
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storia e arte
della Vergine e la dipingono adornata con tutto quello che per
loro raro e prezioso. Cos, la fragola, che appare loro amabile e
pregiata, degna di essere offerta alla Vergine Maria.
In una miniatura francese del 1400 vediamo la fragola nella mano
di Giuseppe, che la porge al piccolo Ges Cristo per convincerlo
a fare il suo primo passo; in unaltra ancora, troviamo Maria, su
uno sfondo di fiori, che tiene suo Figlio sulle ginocchia insieme ad
angeli che raccolgono fragole, presumibilmente per lInfante. La
pittura tardogotica europea, che ben esemplifica lattenzione verso i dettagli pi minuti, caratterizzata da una diffusione piuttosto
uniforme in tutta Europa, favorita dai frequenti scambi di oggetti
darte e di artisti stessi tra i centri dellItalia settentrionale, della Francia, della Germania. Linfluenza dei miniaturisti si diffonde
verso nord, nella regione del Reno, ed l che il tema della Vergine
Madre e del Bambino Ges riceve i pi attraenti ritratti.
Arriviamo cos ai toccanti dipinti della scuola di Colonia: La Madonna del roseto, celebratissima nella letteratura anglosassone,
di Stephan Lochner (circa 1400-1451) dipinta intorno al 1440, ora
al Wallraf-Richartz Museum di Colonia; La Madonna nel roseto
di Martin Schongauer (circa 1448-1491), considerato il pi abile
incisore su rame della prima scuola tedesca e conosciuto in Italia con il nome di Bel Martino o Martino dAnversa, dipinto circa
trentanni pi tardi per uno sportello daltare e oggi nella chiesa di
San Martino a Colmar; La Madonna e santi nel giardino del Paradiso, un dipinto a tecnica mista su tavola di un ignoto maestro di
Francoforte che risale al 1410 circa, conservato allo Stdelsches
Kunstinstitut di Francoforte sul Meno. La Madonna sempre una
giovane fanciulla, composta ma radiosa, seduta in un giardino fiorito cinto da alte mura merlate (a indicare la sua verginit), con il
suo Bambino benedetto tra le braccia. La rosa, il fiore della Vergine, predominante; tuttavia, una costellazione di fiori e piantine
di fragole di bosco con i loro frutti rossi e fiori bianchi formano lintera decorazione, oppure una singola pianta posta come segno
importante ai piedi della Madonna o nella mano del Bimbo. Le
fragole sono botanicamente esatte e perfettamente uguali alloriginale fragolina di bosco europea Fragaria vesca.
Verso i primi del 500 si assiste a unulteriore evoluzione delluomo
e dellarte. Il Rinascimento porta allo sviluppo di uno stile pi laico
e terreno che rimpiazza il genere mistico. Alla soglia tra il Medioevo e il Rinascimento Albrecht Drer (1471-1528) della scuola
tedesca realizza il dipinto Maria e molti animali, che rappresenta
una delle ultime pitture simboliche in cui si vede la fragola. Esso
mostra una Madonna pi sofisticata seduta nel suo giardino con
animali intorno a lei e un piccolo Bambino Ges che si sporge dal
grembo della Madre per afferrare la foglia tripartita di una pianta
di fragola, quale simbolo della Sacra Trinit.
In epoca rinascimentale la fragola presente in molte scene della
nativit, delladorazione dei pastori o dei Magi, nonch in dipin-
Foto Agrilinea
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buita la Natura morta con vaso di fiori e frutta (collezione privata).
Del Maestro di Hartford ricordiamo un dipinto ben noto, uno dei
primi capolavori della natura morta italiana, ossia lolio su tela Fiori, frutti e vegetali (cm 105184, Galleria Borghese, Roma). Su un
largo piano di pietra sono posati in apparente disordine zucca,
cavolo, cipolle, uve diverse, agrumi, noci, melagrane, fragoline di
bosco, carciofo, cardo e altri vegetali; al centro un vaso di fiori in
ceramica; accanto un ramarro e una lucertola; a destra una cesta
di vimini contenente frutta varia.
Diverse le composizioni con frutti (fra cui fragoline) e vasi disposti
su pi piani eseguite da Giovanni Battista Crescenzi (1577-1635),
pittore che per molti aspetti si collega al Maestro di Hartford, ma
se ne distingue per una visione alquanto pi evoluta, specie nella concezione delle ombre e nella costruzione prospettica. Tra le
sue opere si ricordano la Natura morta di fiori, frutti e ortaggi (olio
su tela, cm 104,8139,7, North Carolina Museum of Art, Raleigh,
NC), la cui impeccabile prospettiva ci fa ricordare che il pittore
era anche architetto, e la Natura morta di fiori, frutti, ortaggi e vaschetta con pesci (olio su tela, cm 92126, collezione privata).
Famoso il dipinto di Pietro Paolo Bonzi detto anche Il Gobbo dei
Frutti o Il Gobbo dei Carracci (circa 1576-1636), in cui su due piani
di pietra sovrapposti disposta in senso orizzontale una serie di
frutti sia di bosco sia dellorto; il fondo scuro e uniforme, mentre
la luce naturalistica, ma morbidamente avvolgente, pienamente
caravaggesca, giunge da sinistra (Fichi, ciliegie, mele, nocciole,
fragoline di bosco, pere, cetrioli, prugne su due piani di pietra; olio
su tela, cm 61,274,5, collezione privata). Tra i principali esponenti della natura morta romana dei primi decenni del Seicento
vi il pittore Agostino Verrocchi (notizie dal 1619 al 1636), a cui
ricondotta lopera intitolata Natura morta con uva, melone, pesche, prugne, corbezzoli e frutti di bosco (olio su tela, cm 7295,
collezione privata). Probabilmente del veneziano Carlo Saraceni
(circa 1579-1620) la Natura morta di frutti e vaso di fiori (olio su
tela, cm 6378, collezione privata), con linnovativa introduzione
del vaso di vetro in posizione non assiale tipica del secondo e
terzo decennio. Di Luca Forte (circa 1600/1605-ante 1670), primo
pittore napoletano di natura morta, lopera Natura morta con
ciliegie, fragole e pere (olio su tela, 2635 cm, Museo Duca di
Martina, Napoli), probabilmente parte di una serie, che appartiene
alla prima fase di attivit dellartista. La tela raffigura, con grande
naturalismo, della frutta che risalta su fondo scuro, variamente disposta su un unico piano dappoggio e resa con estrema minuzia.
Il pittore stesso, in alcune lettere inviate a un committente, descrive la sua tecnica, affidata a pennelli sottilissimi, e si paragona a un
miniaturista. Sempre assegnati a Luca Forte sono la Natura morta
con vaso di fiori, frutta, limoni e cedri (olio su tela, cm 78128,8,
collezione privata) e la Natura morta di frutti e fiori (olio su tela,
cm 6478, collezione Molinari Pradelli, Marano di Castenaso). La
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lare passione i giochi della luce, i riflessi e i movimenti dellacqua,
rendendoli vivi con rapide pennellate.
Innumerevoli le nature morte realizzate in epoca pi recente da
pittori contemporanei sul tema delle fragole, di cui impossibile
citare i nomi.
Fragola nella pittura botanica
Particolarmente lunga la storia dellillustrazione, o pittura, botanica realizzata ad arte per libri o trattati, che aveva spesso funzione didattica e, con la precisione dei dettagli, aggiungeva dignit al testo. Spesso colorati a mano, i disegni erano eseguiti
da grandi professionisti e artisti. In particolare, nel Rinascimento
losservazione del mondo vegetale d vita a illustrazioni che riproducono fedelmente la natura allinterno dei cosiddetti erbari, che
costituirono la base della fitoterapia. Una delle prime illustrazioni
botaniche si trova nel Herbarius Latinus Moguntiae, pubblicato da
Peter Schffer (circa 1425-1503), tipografo impiegato di Gutenberg nel 1484, in cui mancano riferimenti alla coltivazione mentre
sono descritte le supposte propriet medicinali. Lo schizzo rudimentale e schematico, ma riconoscibile. Nel 1485 questo erbario
sar ulteriormente ampliato, in tedesco, da Schffer sotto il titolo
Hortus Sanitatis o Gart der Gesundheit (Mainz Herbarius), volume
che sar destinato a occupare un posto insuperabile nellambito
della storia naturale tedesca per oltre mezzo secolo. Qui la fragola di bosco chiaramente illustrata a colori, probabilmente da
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poraneo J. Brosse viene realizzato nel volume I Frutti del 2001; qui
la tavola relativa alla fragola a opera di G. Brookshaw e tratta
dalla Pomona Britannica (1804-1812).
Fragola nellarte delle pietre dure
Nellarte della lavorazione delle pietre dure la fragola non tra i
frutti prediletti. Essa, tuttavia, si pu scorgere come particolare in
un piano di tavolo con fiori, frutta e uccelli (Manifattura di Napoli
1749-1763, Museo del Prado, Madrid), una produzione considerata minore, poich ancora fondata su ornati di frutta e fiori su
fondo nero, a cui i commessi napoletani rimasero fedeli fino agli
anni Ottanta del Settecento, quando ormai queste composizioni
e la loro accesa cromia barocca apparivano obsolete per via del
nascente gusto neoclassico. Un Cabinet (1765-70) appartenuto
al duca dAmont, con bronzi dorati a opera dellebanista Joseph
Baumhauer, impiega sul fronte e sui fianchi 25 pannelli fiorentini
seicenteschi, con il canonico motivo del mazzo di fiori e delluccellino su ramo di frutta (Chteau de Versailles). Provenissero da
mobili smontati o venissero cercati nellancora ben fornita Firenze, fatto sta che, come conseguenza della nuova moda, sul mercato parigino comparve un discreto numero di questi pannelli. Un
magistrale cesto di frutta e fiori si trova al centro di un mobile
neoclassico francese, anchesso a documentare il gusto per il
reimpiego di mosaici e rilievi in pietre dure di epoca precedente. Trattasi del Commode (fine XVIII secolo) di un altro celebre
ebanista, Adam Weisweiler (1744-1820), con mosaici e rilievi della
manifattura dei Gobelins, che fu acquistato dal principe di Galles,
il futuro Giorgio IV (Buckingham Palace, Londra). Per finire, ricordiamo il tavolo ottagonale con coppa ricolma di frutti, circondata
da 8 formelle, ciascuna dedicata a una specifica frutta (tra cui
la fragola), realizzato dallOpificio delle Pietre Dure di Firenze nel
1878 (autore sconosciuto, Museo dellOpificio delle Pietre Dure,
Firenze) su commissione della Corte. Il tavolo fu consegnato nel
1863 a Costantino Nigra, ministro della Real Casa.
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Fragola: bella da vedere, buona da mangiare
Il grande Carlo Linneo (1707-1778), fondatore della moderna botanica, ma anche valente medico ed erborista, definisce la fragola
bene di Dio, affermando che, secondo la sua diretta esperienza,
il suo frutto incomparabile rimedio contro la gotta.
Sembra, inoltre, che fosse il segreto della lunga vita di Bernard
le Bovier de Fontenelle (1657-1757), filosofo e scienziato morto
centenario e che nutriva per lei unautentica passione.
La nobilt inglese stravede per la fragola, tanto che Tobias Venner
(1638), un famoso fisico di Bath, la loda cos nel suo delizioso libro
Via Recta ad Vitam Longam (La giusta strada per una lunga vita):
delightsome to the tast, acceptable to the stomack, exciting
to the appetite, quenching to thirst, repressing to the ebullient crimony and excellently cooling. Sir Hugh Plat nel 1632 scopre
come preparare la marmellata di fragole e Thomas Austin (1888),
unautorit tra i primi cuochi inglesi, fornisce antiche raffinate ricette, risalenti al 500, per la preparazione di budini.
Anche la medicina dei semplici tiene in gran conto la fragola selvatica. Il suo rizoma e le sue foglie erano largamente adoperati
come diuretici e astringenti, mentre il frutto delicato e saporoso
era molto raccomandato ai tubercolotici, agli anemici e ai gottosi.
Cos si racconta dellepisodio significativo nel quale fu protagonista Francesco di Paola, Santo protettore della Calabria e della
gente di mare, che in virt della sua fama di mago e taumaturgo
nel 1483 fu chiamato alla corte di Francia per curare re Luigi XI,
gravemente ammalato:
Secondo la testimonianza di Giacomo Curt da Paterno, sua cognata Donna Angela abitante a Figline era infirma ad morte per
non havire possuto orinare tre d. Essendosi rivolto il teste per
conto dellammalata a padre Francesco per implorargli la guarigione dicto frate... se stringia nelle spalli scusandole che non
sapia che fare, ch se trovava in loco de dove non havia che mandare alla patiente. Poi distese la mano a terra e colse delle fragole
mature... et facto dicto fascicolo lo mandao per un famiglio alla
paziente che lo pigliao s per devotione, quale pigliato et magnato
diete fragole subito orinao, et fo sana.
Foto Agrilinea
Francobolli delle poste rumene del 1964, della Rep. Ceca del 1982 e della
Svezia del 1995
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delle fragole un film sul tempo, protagonista del racconto, sul
cambiamento, sulla paura e sulla maschera che luomo indossa
per risolvere le proprie crisi.
Pi recente il film drammatico sulle diversit intitolato Fragola e
cioccolato, dei registi Tomas Gutierrez Alea e Juan Carlos Tabio (Cuba, 1992), tratto dal racconto El lobo, el bosque y el hombre nuevo
di Senel Paz. Ambientato in Avana nel 1979, la storia dellamicizia
tra un giovane di origine contadina, comunista militante, e un omosessuale cattolico, raffinato cultore della cultura nazionale. Orso
dArgento a Berlino, quattro premi al 15 Festival dellAvana, il primo film cubano che trova distribuzione sul mercato italiano grazie
alla Bim di De Paolis. Commedia agrodolce, briosa, ironica, leggera
nellenunciare la sua tesi antidogmatica e in favore della libert di
idee. Il gelato alla fragola e il cioccolato vengono utilizzati nel film
per simboleggiare da una parte una diversit ostacolata dal regime
e dallaltra una sofferenza della vita da parte di un ragazzo pieno di
illusioni che ancora crede nel sogno di un mondo perfetto.
Feste e Sagre
Bonavigo (VR)
Carchitti (RM)
Casine di
Ostra (AN)
Castelletto
dErro (AL)
Fratta Terme
(FC)
Fragole e curiosit
Sognare fragole significa un guadagno inaspettato o anche un
aiuto inaspettato da persona sconosciuta. Giocare al lotto il numero 20.
Gardignano,
fraz. di Scorz
(VE)
Lagosanto (FE)
Sagra della Fragola
Sagra delle Fragoline di bosco
Polpa di fragole sciolta nellacqua del bagno per una pelle elastica
e vellutata: sembra fosse uno dei segreti della bellissima Madame Tallien (1773-1835), ninfa dei Giacobini, durante la Rivoluzione
Francese.
Maletto (CT)
Murialdo (SV)
Sagra della Fragola
Nemi (RM)
Sagra della Fragola
Sagra della Fragolina di bosco
San Mauro
Torinese (TO)
S. Stefano (RA)
Sagra della Fragola
Sagra della Fragola e del Vino Birbt
Petina (SA)
Peveragno
(CN)
Sommariva
Perno (CN)
Terricciola (PI)
Tortona (AL)
Val Martello
(BZ)
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Testimonianze pittoriche, in particolare unincisione di Bartolomeo Pinelli (1781-1835) risalente al 1822 e raffigurante Il trionfo
delle fragole alla Rotonda (il Pantheon), documentano lesistenza di una festa delle fragole che si teneva nella citt di Roma e
poi trasferita a Nemi, borgo incontaminato dei Castelli Romani.
La sagra si svolge ancora oggi, annualmente, la prima domenica di giugno e come da tradizione la festa inizia con la sfilata
delle fragolare, le donne che da sempre coltivano il dolce frutto
intorno a Nemi e che per loccasione sono abbigliate con lantico
costume tradizionale: gonna rossa, bustino nero, camicetta bianca e la mandrucella, il tipico copricapo di pizzo con fiocchi rossi.
Levento si conclude con la distribuzione a tutti i partecipanti delle
famose fragoline di Nemi.
Francesco Tricarico, originario di Gallipoli, divenuto famoso tra
il grande pubblico nel 2000 con la canzone Io sono Francesco, ha partecipato nel 2009 al cinquantanovesimo Festival di
Sanremo con Il bosco delle fragole, brano surreale, poetico e
melanconico.
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