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3. Tra corsia e libreria: opere e studi che aprono lo scenario a nuove tecniche mediche
Il bolognese Leonardo Fioravanti era un paracelsiano che teneva in scarso conto l’anatomia e che
si prefiggeva di trasformare la medicina da teorica in pratica.
Leonardo Botallo (scopritore del forame ovale e del dotto arterioso) era un chirurgo, padrone del
metodo per curare le ferite da schioppo.
Girolamo Cardano era il più innovatore, che insegnava medicina all'università di Pavia ed era
accreditato di guarigioni straordinarie e godeva della fama di medico-mago. Nella sua opera
maggiore De subtilitate, Cardano afferma che il medico squisito deve essere padrone della magia
naturale, scienza- ponte tra l'osservazione empirica e la tecnica operativa cui facevano da supporto
esperimenti, oroscopi, cabale, calcoli.
Anche Andrea Cesalpino godeva della fama di medico- mago ed era prefetto dell’orto botanico
pisano. Egli scrisse De plantis e De metallis. Si iniziò ad avere a cuore non solo la salute dei
cittadini ma anche il mercato di nuovi prodotti della terra, quindi vengono raccolte e studiate
diverse specie arboree.
Gaspare Tagliacozzi inaugurava la plastica del naso dell'orecchio e del labbro, utilizzate
soprattutto per le ferite d'arma bianca.
Scipione Mercurio trattò «l’arte dei parti» e la «medicina delle donne»; suoi sono i tre libri della
comare o ricoglitrice, nelle quali è contemplata tutta la materia inerente al parto normale, consigli
per la gravidanza, prime cure del neonato, parto difficile, parto cesareo, malattie ostetrico-
ginecologiche e della prima infanzia, un libro scritto in volgare in modo da poter essere letto dalle
levatrici dei parti e dalle allevatrici dei neonati.
Ambroise Parè fu un chirurgo che si rese conto che le ferite da armi da fuoco non erano rese
velenose dalla polvere da sparo, quindi non andavano causticate con olio bollente; si rese inoltre
conto che gli amputati di gamba sopravvivevano o guarivano più facilmente se il moncone di
amputazione anziché cauterizzato, veniva sottoposto al legatura dei vasi sanguigni. Parè fu il
curante dei re di Francia, era il maestro e prototipo di una schiera di chirurghi efficienti ed efficaci
che strappavano a sicura morte sui campi di battaglia, centinaia di mutilati e feriti.
Nelle corsie di degenza si osservava quindi una figura professionale non nuova, quella del chirurgo,
dotata però di una nuova dignità e di maggiore presenza, che andava prendendosi la stessa
importanza del ruolo della più altolocata medicina.