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Introduzione
Dopo la grande pandemia del 1348 la peste divenne endemica in Europa e per
oltre tre secoli divamparono epidemie in molte regioni, ebbero effetti sulla vita
europea a livello demografico ed economico, sociale e politico, artistico e
religioso. I veri cattivi sono i microbi, che oggi conosciamo sotto nome di
Yersinia pestis, i ratti che ospitavano i microbi, le pulci, la povertà e la sporcizia,
il libro non è dedicato al personaggio del cattivo, ma alla battaglia disperata che
un manipolo di uomini combatterono. Il sistema era basato su speciali
magistrature che combinavano poteri legislativi, giudiziari ed esecutivi in tutte le
faccende che riguardavano la sanità pubblica. L’obiettivo principale rimase
prevenire e controllare le epidemie, alla metà del cinquecento tutte le città
principali dell’Italia settentrionale avevano magistrature della sanità pubblica, a
Napoli esisteva una struttura relativamente poco sviluppata, che si
caratterizzava tipicamente per la corruzione e l’inefficienza, come dimostra
l’episodio riportato nel secondo capitolo, l’area d’organizzazione sanitaria era
compresa fra Venezia, Milano, Genova, e Firenze veniva così a essere di gran
lunga la più sviluppata in Europa. I magistrati facevano del loro meglio per
combattere la peste, ma cosa fosse la peste non lo sapevano, le loro misure
preventive non erano altro che ipotesi azzardate. Isolamento di famiglie,
separamento dei congiunti nei lazzaretti, chiusura di mercati e commerci,
l’aumento della disoccupazione, i roghi di mobili e beni, ecce cc, gli ufficiali della
sanità combattevano una battaglia invisibile, il paradosso era che le loro azioni li
rendevano impopolari nei confronti della gente che volevano proteggere
Capitolo Primo