Tra il XI secolo e il XIII secolo ci fu una crescita ecomomica alimentata
da un miglioramento climatico che portò l'aumento della produttivitá
agricola e della popolazione. Alla fine del VIII secolo la crescita economica iniziò a diminuire e si ebbe una crisi. Le cose che determinarono la crisi furono: -un peggioramento delle condizioni climatiche che causò temperature molto basse e ci furono scarse coltivazioni. Oltre alla crisi economica ci fu la crisi commerciale finanziaria, dove alcune compagnie bancarie fallirono. La situazione era grave e ad aggravarla ancora di più arrivò la peste nera che si diffuse in tutta Europa dal 1347 al 1351 uccidendo il 30% della popolazione europea.
La peste era una infezione arrivata in Italia dall'Asia tramite ratti e
animali. Fu considerata una malattia in quanto si manifestava attraverso influenza, febbre, dolori alle ossa, vertigini e a distanza di giorni rigonfiamenti dei linfonodi detti bubboni, da cui prende il nome di peste bubbonica o peste nera.
La sopravvivenza era molto difficile a causa della poca igiene e gli
interventi erano praticamente inutili.
Allo scenario di tutte queste morti si aggiumsero uccisioni di massa, liti
familiari per l'ereditá e per l'abbandono dei malati. La popolazione cercava di trovare una spiegazione a questa epidemia arrivando ad accusare i diversi e le minoranze, quindi furono aggrediti labbrosi, ebrei e mussulmani.
In tutto questo i governanti riuscirono a trovare un modo per limitare
il contagio, usando la quarantena delle navi e costruendo ospedali formati con casupole e da una cappella, chiamati i lazzaretti.
La crisi ebbe conseguenze molto gravi, ma allo stesso tempo condusse
innovazioni e sperimentazioi che furono fondamentali per lo sviluppo delle arti figurative in Italia.
In questo periodo pittori tipo Simone Martini e Pietro Lorenzetti
lavorarono nella Basilica di San Francesco ad Assisi. Oppure Ambrogio Lorenzetti che dipinse nel palazzo pubblico di Siena.
Nel 300 in Italia, la letteratura visse un periodo di straordinaria
crescita con Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio che furono autori molto importanti che scrivevano in volgare, sperimentando nuovi generi.