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La Peste del 300Questo morbo, colpiva le persone di ogni ceto e di ogni età, e

non c’era scampo, niente era in grado di arrestare il contagio e di evitare la


morte, e quasi tutti quelli che si ammalavano, perdevano la vita, chi poteva
fuggiva, i malati venivano abbandonati a loro stessi. Il panico era generalizzato,
non si sapeva da cosa fosse provocata la malattia, in molti pensavano che fosse
un castigo divino o che avesse una causa soprannaturale.Oggi si sa che a
generare questa malattia letale è un batterio, che viene trasmesso dalle pulci
annidate nella pelliccia dei ratti neri, i roditori sono i primi ad essere infettati.
Nell’uomo questa malattia provoca i caratteristici bubboni, e si manifesta con
febbri altissime e allucinazioni, deliri e fortissimi spasmi, e nella maggior parte
dei casi si verifica la morte.I ratti erano numerosi, fu proprio la loro presenza e
le cattive condizioni igieniche, a rendere così devastante il morbo.
Probabilmente, i ratti infetti arrivarono in Europa attraverso le rotte
commerciali provenienti dall’Oriente.Il contagio e la paura ebbero notevoli
effetti sulle relazioni interpersonali. Si cominciò con il dissolvimento dei
legami familiari, con l’abbandono di parenti e amici infetti, e si procedette fino
alla disgregazione delle comunità religiose.Ci fu anche la figura medievale
dell’untore, cioè colui che sparge le sostanze scatenanti i morbi.

La peste del 600

La peste del 1630 fu un'epidemia di peste diffusasi in diverse zone dell'Italia


settentrionale, raggiungendo anche il Granducato di Toscana, la Repubblica di
Lucca e la Svizzera, con la massima diffusione nell'anno 1630. Il Ducato di
Milano, fu uno degli Stati più gravemente colpiti.Le testimonianze principali
che hanno tramandato i fatti del 1630 del Ducato di Milano sono le cronache
del medico Alessandro Tadino (1580-1661) e del medico Giuseppe
Ripamonti (1573-1643). Entrambi furono testimoni diretti della grande
pestilenza del 1630.
Nelle due cronache si trova un riferimento al primo caso di morte per peste
nella città di Milano, ma con dettagli diversi: secondo il Tadino fu Pietro
Antonio Lovato proveniente dal territorio di Lecco ed entrato in città il 22
ottobre, secondo il Ripamonti fu invece Pietro Paolo Locato proveniente
da Chiavenna, città già infetta, ed entrato a Milano il 22 novembre: ospitato da
una zia a Porta Orientale, si ammalò per morire in capo a due giorni
all'Ospedale Maggiore, avendo già infettato gli altri abitanti della casa che
morirono anch’essi.
Il Coronavirus ha molto in comune con queste due grandi pestilenze che
segnarono la storia dell’Europa

Innanzitutto:
Sottovalutazione Anche allora come oggi venne sottovalutata. Fu ritenuta
effetto consueto dell’emanazioni autunnali delle paludi o dei disagi e degli
strapazzi sofferti nel passaggio degli alemanni.Paziente zero. Dicono che fu un
soldato italiano al servizio della Spagna.
Il Covid-19 pare sia arrivato dalla Germania al Lodigiano verso la fine di
gennaio da una persona asintomatica che ha scambiato il suo malessere per una
normale influenza.

Le restrizioni. Il Tribunale della Sanità, chiedeva e implorava cooperazione, ma


otteneva poco o niente. Sembra quasi dai gli avvertimenti del presidente della
Regione Veneto Zaia, con esiti per fortuna diversi da allora.
Marzo. «Sul finire del mese di marzo, cominciarono a farsi frequenti le
malattie, le morti, con accidenti strani di spasimi, di palpitazioni, di letargo, di
delirio, morti per lo più celeri, violente, non di rado repentine, senza alcun
indizio antecedente di malattia. È lo stesso mese difficile di quarantena totale
che tutto il paese ha vissuto.
Ricoveri ospedalieri. Nel lazzaretto, dove la popolazione, quantunque decimata
ogni giorno, andava ogni giorno crescendo, era un’altra ardua impresa quella di
assicurare il servizio e di stabilirvi il governo ordinato dal tribunale della
sanità». È la fotografia della continua emergenza in molte strutture sanitarie
stremate come quella di Bergamo dal numero crescente dei ricoveri. 
Bisogno di medici, infermieri e ospedali. Bisognava tener fornito il lazzaretto di
medici e di tutti gli attrezzi d’infermeria e soprattutto bisognava trovare e
preparar nuovo alloggio per gli ammalati che sopraggiungevano ogni giorno.
Lo stesso accade oggi sia in Cina che in Italia
Le regioni coinvolte. Lombardia, il Veneziano, il Piemonte, la Toscana, e una
parte della Romagna persino come aree maggiormente interessate regge
l’uguaglianza sebbene ora sia tutto il paese interessato.   
Le bufale. Oggi come allora giravano informazioni del tutto inaffidabili,
relative agli inganni del linguaggio. I social sono strumenti importanti per la
condivisione ma molto meno per la trasmissione di notizie scientifiche.

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