Sei sulla pagina 1di 3

Peste del 1656

Peste del 1656

Il medico della peste, acquaforte di Paulus Frst 1656 (da J. Columbina). Durante quest'epidemia , a Roma, i medici ritenevano che questo abbigliamento proteggesse dal contagio. Indossavano un mantello cerato, una sorta di occhiali protettivi e guanti. Nel becco si trovavano sostanze aromatiche.

Il terribile flagello coi suoi centocinquantamila cadaveri mise davvero in ginocchio la capitale. Dove non erano riusciti il Vesuvio n l'anno di rivolta, riusc invece il morbo pestilenziale... (Nino Leone, La vita quotidiana a Napoli ai tempi di Masaniello)

L'epidemia di peste del 1656 colp parte dell'Italia, in particolare il Regno di Napoli. A Napoli pare che la peste fosse arrivata dalla Sardegna e provoc 250.000 morti su un totale di 450.000 abitanti; anche nel resto del regno il tasso di mortalit oscillava fra il 50 e il 60% della popolazione.

Cenni storici
Il XVII secolo, a Napoli, port con s sciagure di vario genere: nel 1631 si verific una terribile eruzione del Vesuvio, di tipo subpliniana che invest molti casali posti non lontani dalle mura della citt. Tale avvenimento invogli buona parte della popolazione di quei paesi a trovar rifugio nella capitale; una decisione che, proprio durante la grande peste, si rivel fatale in quanto fece ulteriormente alzare la gi elevata densit abitativa di alcuni rioni storici, esponendoli maggiormente a gravi rischi igienico sanitari, e dunque di contagio. Le fonti indicano che furono pi di 44.000 i senzatetto che cercarono protezione a Napoli, mentre i restanti vennero accolti a Nola, Avellino, ecc.. La grande densit abitativa dei rioni storici, generalmente parlando, fu data soprattutto dall'inadeguato perimetro della citt che da tempo non riusciva pi a contenere il numero dei suoi abitanti. Questo errore fu imposto soprattutto dagli spagnoli che per molto tempo impedirono alla citt di crescere al di fuori delle mura, per meglio controllarne "gli umori" a seguito delle continue ribellioni. Oltre all'eruzione, da ricordare anche la grande rivoluzione del 1647 che si prodig con fasi alterne molto intense e drammatiche. In questo clima dunque, gi di per s molto provato, il morbo pestilenziale diede il suo colpo di grazia.

Peste del 1656 La citt, che non possedeva ancora un adeguato sistema fognario, che non poteva contare su riserve sufficienti d'acqua (soprattutto i suoi casali che non erano raggiunti adeguatamente dagli acquedotti), in pi l'elevato numero di animali, la mediocre condizione delle strade, ecc., tutti questi elementi, costituirono le basi per quel contagio portato dalle navi sarde. Anche nel resto del regno la situazione non fu molto diversa, provocando circa 600.000 perdite umane; oltremodo la situazione pi grave si riscontr proprio a Napoli. Molti narratori dell'epoca si dimostrarono seriamente preoccupati per ci che stava accadendo, la capitale era letteralmente in ginocchio. A fine peste la citt diede l'impressione di essersi spopolata: molte generazioni di intellettuali, politici, artisti, furono del tutto cancellate. Napoli per riusc a riprendersi quasi completamente gi a fine secolo, come ci dato sapere da L. De Rosa:
Micco Spadaro, Rendimendo di grazie dopo la peste, 1657, Museo di San Martino, Napoli. Tra i religiosi che pregano visibile il cardinale Ascanio Filomarino.

La crescita demografica riprese vivace nei primi decenni del Seicento. Ed anche se la peste del 1656 decim la sua popolazione alla fine del Seicento Napoli presentava un numero

di abitanti maggiore che agli inizi del Cinquecento. Se Londra non fosse cresciuta nel corso del Seicento, nonostante l'incendio che l'aveva devastata, Napoli sarebbe stata, agli inizi del Settecento, non la terza, ma ancora dopo Parigi, la seconda citt d'Europa per popolazione.

Subito dopo la citt partenopea fu la volta della peste di Roma. In quest'ultima citt arriv proprio a causa di un marinaio napoletano che prese alloggio in un albergo di Montefiore, a Trastevere; di primo impatto si sottovalut erroneamente il caso. Su una cittadinanza di poco meno di 100.000 persone, i morti furono 14.473: 11.373 alla sinistra del Tevere e 1.600 a Trastevere. Tra i molti morti eccellenti si ricorda Ferruccio Baffa Trasci Vescovo titolare di Massimianopoli[1].

Bibliografia
Massimo Rosi, Napoli Entro e Fuori le Mura, Newton e Compton Editori, Roma 2004
[1] Tomassetti G., Cenno storico sulla vita di S.E. Ferrante Baffa Trasci Illustrissimo Vescovo di Massimianopoli 1590 - 1656, Roma 1888

Voci correlate
Napoli Storia di Napoli Regno di Napoli

Collegamenti esterni
La grande peste del 1656 (http://www.comune.sacco.sa.it/subcat.asp?subareeID=75) Portale Catastrofi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Catastrofi

Fonti e autori delle voci

Fonti e autori delle voci


Peste del 1656 Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=59876927 Autori:: Ayanur1956, Baku, Demiurgo, Eumolpo, Gulivery, IlSistemone, Massimiliano Panu, Ribbeck, 14 Modifiche anonime

Fonti, licenze e autori delle immagini


File:Pestarzt.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Pestarzt.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Bukk, EvaK, Frank C. Mller, Fredou, Ian Spackman, Mattes, Schimmelreiter, WhatamIdoing, Wst File:Micco Spadaro - Rendimento di Grazie dopo la peste.jpg Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Micco_Spadaro_-_Rendimento_di_Grazie_dopo_la_peste.jpg Licenza: Public Domain Autori:: Micco Spadaro File:Icona catastrofi.png Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=File:Icona_catastrofi.png Licenza: Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0,2.5,2.0,1.0 Autori:: Utente:Yiyi

Licenza
Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported //creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/

Potrebbero piacerti anche