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STEFANO ARIETI

BREVI CENNI SULLA STORIA DELLA SCUOLA MEDICA DI BOLOGNA

ALLE ORIGINI DELLA SCUOLA DI MEDICINA

Il primo medico a noi noto in Bologna tal Petrus, che risulta da un atto

notarile del 981. Successivamente in atti notarili si trovano i nomi di Bonandus (1075), Martinus (1083), Gualfredo, Morando (1149); Sighifredo; Grillo (1164); Bonatto (1175); Branca (1179), Giovanni (1189): a nomi latini si alternano quelli di origine germanica, che testimoniano la presenza longobarda in Bologna. Alla fine del XII, precisamente il 27 giugno 1196, il doctor Jacopo da Bertinoro viene appellato, per la prima volta, con la qualifica di magister, che certifica che Jacopo da Bertinoro non solo esercitava la professione, ma attorno a s aveva radunato una scuola. Lattestazione di due storici settecenteschi, Sarti e Fattorini, a cui Benedetto XIV aveva dato incarico di redigere una storia dellUniversit di Bologna, che affermavano: Initio, autem, saeculi XIII multos fuisse qui medicinam Bononiae docuerint. Vetuit Honorius III datis literis ad episcopum bononiensis, ne ecclesiastici viri audendias in scholii medicinam accederent, sta ad indicare che allinizio del XIII secolo gli insegnanti di medicina, come Niger, attestato nel 1208, avevano raggiunto una notevole fama, e il papa si preoccupava di impedire agli ecclesiastici di partecipare alle loro lezioni, perch disdicevole per un uomo di Chiesa. La lettera di Onorio III al vescovo di Bologna, Pietro Vercelli, ricordata nello scritto di Sarti e Fattorini, del 18 luglio 1216. Poco dopo lo stesso pontefice nel 1219 obbliga con la Bolla del 26 giugno i docenti di medicina a petere licenzia (chiedere licenza) per linsegnamento allArcidiacono del Capitolo della Cattedrale: indice pure questo di un notevole numero di insegnanti privati e di una necessit del potere della Chiesa a non perdere il controllo su di essi Nel 1268 si ha la notizia di un elezione di un rector in fisica, che testimonia la presenza in Bologna non solo di scolari di diritto, ma anche di scolari artisti ( medici compresi), desiderosi di una loro indipendenza strutturale. Fu, per, solo nel 1288 che il Comune recep nei propri Statuti una riformagione, adottata due anni prima dal Consiglio dei Seicento e del Popolo, con la
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quale magister Thadeus condam Aldregotti de Florentia veniva beneficato dei medesimi privilegi gi accordati ai docenti di legge. Contestualmente si stabiliva quod scholares forenses qui audiunt vel audient in futuro fixicam a magistro Tadeo et aliis doctoribus fixice, gaudeant omnibus et singulis privilegiis quibus gaudeant scolares qui student vel studebunt in civitate Bononie in iure civili vel canonice. provvedimento testimonia come la preminente prestigio. Qualche decennio dopo, nel 1316, si ebbe il riconoscimento ufficiale sia dell Universitas Artistarum, associazione nella quale confluirono tutti gli studenti delle Arti, medicina compresa, sia del Collegio Medico, struttura a carattere corporativo, a cui fu demandato il controllo amministrativo, burocratico e deontologico degli esercenti larte medica, nonch il potere di conferire i gradi accademici e combattere l abusivismo. Il Collegio dal XVI secolo sino alla fine dellAncien Regime fu, anche, lorgano a cui fu demandata la gestione della sanit cittadina. Sempre nel 1316, Mondino de Liuzzi (1270-1326), lettore di Medicina Pratica, introdusse linsegnamento dellAnatomia quale indispensabile fondamento del curriculum studii per medicina. Il suo trattato, per quanto ancor pieno di inesattezze derivanti dalla tradizione classica e araba, il primo tentativo di liberare questa disciplina dagli errori derivanti dallaccettazione supina dei dati di Galeno desunti dalle zootomie praticate su cani, porci e scimmie Altra caratteristica della Scuola Medica di Bologna sin dal suo esordio fu il largo spazio dato alla Chirurgia, materia che in Bologna, sin dalla prima met del XIII secolo, era stata nobilitata grazie alla presenza di importanti cultori di essa, fra i quali si ricordano Ugo de Borgognoni o Ugo da Lucca (1180-1268), il figlio Teodorico (1205-1298), vescovo di Cervia, che diffuse luso della spongia somnifera per alleviare il dolore operatorio, Rolando de Capezzuti (?-1250), Guglielmo da Saliceto (1210- 1277), cui si deve il merito di aver reintrodotto, nella pratica chirurgica, luso del coltello, quasi esclusivamente soppiantato, per
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Il

Scuola di Medicina avesse gi

assunto un

linfluenza araba, dal cauterio. Fu tuttavia Bartolomeo da Varignana (?-1318 o 1321) il primo chirurgo a essere qualificato magister nei Memoriali del Comune del 1278.

UMANESIMO E RINASCIMENTO

Gli Statuti del 1405 stabilirono che il corso di medicina fosse distribuito su quattro anni e articolato su tre corsi fondamentali: medicina teorica, medicina pratica, chirurgia. Queste tre grandi discipline venivano insegnate attraverso la lettura e il commento delle opere di Ippocrate, Galeno, del Canone di Avicenna, del Regimine sanitatis di Maimonide. Le lezioni iniziavano il giorno successivo alla Festivit di San Luca (19 ottobre) e si svolgevano dalle 6 del mattino alle 9 di sera. Le lezioni si dividevano in 4 gruppi: de mane (6-9); in tertiis ( 9-12); in nonis ( dalle 15 alle 18); de sero ( dalle 18 alle 21). Di solito i docenti pi famosi svolgevano le loro lezioni nelle ore centrali della giornata. Grandi maestri illustrarono la Scuola bolognese fra Quattrocento e Cinquecento. Fra questi Pietro dArgelata (?- 1423), che nella sua opera di chirurgia distinse la guarigione delle ferite in prima e seconda intenzione, descrisse in un ferito una paralisi di moto con conservazione della sensibilit, sostenne che il midollo contenuto nella cavit delle ossa fosse destinato alla loro nutrizione e ne impedisse la fragilit. In ambito anatomico, invece, Alessandro Achillini (1463-1512), lettore di Medicina Ordinaria fu il primo ad osare di sconfessare pubblicamente alcuni passi del testo galenico. Il suo insegnamento diede avvio a quellopera di rinnovamento della scienza anatomica, attuata da Vesalio (1514-1564), ma che in Bologna ebbe un illustre precursore in Berengario da Carpi (1460-1530), che nei suoi trattati di anatomia inizi a demolire il costrutto galenico, a cui, anche, lopera di Mondino de Liuzzi si era ispirata. Berengario sostenne, pure, la necessit di illustrare con figure i testi anatomici per rendere pi agevole lo studio della materia. Limportanza assunta dagli studi anatomici determin la necessit di separare questo insegnamento da quello della chirurgia e il 27 settembre 1570 venne ufficialmente creata la prima Cattedra di Anatomia in Italia assegnata a Giulio Cesare Aranzio (1530-1583), che approfond lo studio della gravidanza e in particolare dellanatomia del feto. Il suo successore Costanzo Varolio (1543-1575), profuse tutto il suo impegno nello studio della neurologia. Per quanto riguarda la medicina
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generale, linquadramento nosologico rimaneva quello a capite usque ad calcem (dalla testa ai piedi) codificato fin dallepoca classica. Altrettanto pu dirsi del concetto di patologia, sostanzialmente legato alla tradizione umoralistica, anche se non mancarono tentativi di rinnovamento dottrinale. Nei testi scritti dai diversi autori resta sostanzialmente invariata la prassi di attenersi alle sensazioni soggettive del paziente per poi adottare, secondo il criterio analogico dettato da Galeno, il trattamento ritenuto pi idoneo al caso. Esce dallanonimato, caratterizzandosi per inventiva e originalit, Girolamo Cardano (1501 o 1506 - 1576), lettore di medicina dal 1562 al 1571, che avverso al dottrinario aristotelico e galenico sostenne la validit dellosservazione sperimentale. Antesignano nel campo della psichiatria criminale, ebbe profonde intuizioni, specie nel richiamare lattenzione su particolari tipi umani caratterizzati da turbe del comportamento. Posto laccento sullimportanza del fattore ereditario nelle personalit delinquenziali, ne abbozz una sistematizzazione nosografica, dimostrando il valore di non pochi segni patognomonici per la valutazione delle tendenze. Nel corso del XVI secolo i medici si trovarono di fronte a quadri clinici nuovi o quanto meno diversi da quelli sino ad allora conosciuti. Fra questi, in particolare, vi fu il morbo gallico (sifilide), a cui numerosi docenti dello Studio dedicarono la loro attenzioni. Per quanto riguarda il trattamento terapeutico, esso era, sostanzialmente, quello codificato dalla tradizione classica (clisteri, purganti, salassi), sebbene linfluenza della medicina araba e della scoperta dell America determinarono lintroduzione di nuove sostanze medicamentose, come per esempio, il legno di guaiaco e la salsapariglia (usati per la cura della sifilide), lipecuana, quale espettorante, la digitale, come tonico cardiaco. Determinante nel campo della materia medica (la moderna farmacologia) fu lopera di Ulisse Aldrovandi (1522-1605). Pur non avendo mai esercitato la medicina pratica, Aldrovandi persegu una sistematizzazione logica dei farmaci in relazione alla loro composizione e preparazione. Cur, in qualit di protomedico, la pubblicazione di quello
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Antidotarium Bononiensis, che ebbe numerose edizioni sino allinizio del XIX secolo e fu il manuale per eccellenza per la preparazione e la prescrizione dei farmaci. La Chirurgia ebbe in Bartolomeo Maggi (1516-1552) e Gaspare Tagliacozzi (1546-1599) due grandi rinnovatori di essa. Il primo (Maggi), infatti, sostenne lopportunit di abbandonare il trattamento con olio bollente delle ferite da arma da fuoco, proponendo, invece, di eseguire unaccurata toelette dei tessuti devitalizzati e di proteggere la ferita medicata con fasce imbevute di bianco duovo, il secondo (Tagliacozzi) scrisse la prima opera di chirurgia plastica ricostruttiva, in cui, con criteri scientifici, venne illustrata la cosidetta tecnica allitaliana (ossia il trasporto di un lembo cutaneo peduncolato sia da una parte allaltra dello stesso corpo che da persona a persona) messa a punto dagli empirici siculo-calabresi nel XV secolo. Nel Cinquecento cominciarono, inoltre, a delinearsi studi particolari su diverse discipline, che iniziarono ad avere un loro inquadramento autonomo. Cos Gerolamo Mercuriale (1530-1606) dedic alla pediatria e alla dermatologia alcune corpose opere, punto di riferimento per lo sviluppo successivo della materia. A met del Cinquecento, precisamente nel 1563, anche la Scuola di Medicina ebbe una nuova sede nel Palazzo dellArchiginnasio, ove rimase per 240 anni, sino al 1803. Prima di allora la sede dellattivit didattica era , per lo pi, situata nella stessa casa del Maestro, spesso attrezzata a questo scopo. Lattivit pratica, invece, si svolgeva presso i principali ospedali cittadini ( Santa Maria della Vita e Santa Maria della Morte).

IL SEICENTO

Il XVII secolo fu caratterizzato dalla decadenza dello Studio che, concomitante con il degrado economico-politico generale, fu imputabile da un lato a manchevolezze del corpo docente, dallaltro alla soppressione di molti privilegi accordati agli studenti e alla intransigenza nei confronti di quelli provenienti dall Europa riformata. Anche la Scuola di Medicina, tradizionalmente ancorata al sapere codificato degli antichi maestri, non sent la necessit di evolversi e, privilegiando laspetto teorico, mantenne pressoch immutato larticolazione del corso di laurea. Non mancarono, tuttavia, istanze innovative da parte di studiosi aperti alla pratica sperimentale, che, mettendo in luce le distorsioni di fondo dei tradizionalisti, si opposero allimmobilismo ufficiale nel tentativo di restituire alla Scuola dignit e prestigio attraverso una politica culturale e di ricerca che ne promuovesse la modernizzazione. Questa corrente anticonformista, volta ad rispondente alle esigenze una approfondita revisione delle conoscenze del passato e finalizzata ad una professionalit pi di una societ in rivolgimento, trov ospitalit nelle Accademie, sorte in antitesi al finalismo conservatore delle scuole universitarie. Nonostante questo immobilismo, la Scuola di Medicina annover, anche nel Seicento, grandi maestri e primo fra tutti Marcello Malpighi (1628-1694), che si dedic sistematicamente allo studio della minuta morfologia, privilegiando lapplicazione dell ingrandimento ottico ( il microscopio), che gli permise di evidenziare la struttura vescicolare del polmone e la fitta rete capillare che lo circonda (1660-1661), di descrivere le emazie negli animali a sangue caldo (16621664), di scoprire i recettori sensoriali della lingua e della cute (1665), di dimostrare la struttura lobulare del fegato e quella corpuscolare di milza e reni (1666). I suoi studi sullembrione di pollo (1672-1675) lo portarono a definire la circolazione vitellina e a osservare i primi rudimenti del germe. Anche in patologia emerge il talento di Malpighi. Infatti a lui si fa risalire la Scuola anatomo-patologica bolognese, in quanto sostenne luso del riscontro autoptico alla ricerca del nesso esistente fra
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manifestazioni cliniche e quadro anatomico. Le ricerche anatomiche e anatomo patologiche di Malpighi furono proseguite da Anton Maria Valsalva (1666-1723), a cui si devono numerose e importanti ricerche sulle funzioni del timpano, degli ossicini e dei canali semicircolari dellorecchio. Da ricordare, anche, la sua opera come chirurgo in particolare per le innovazioni che port alla tecnica, suggerendo, ad esempio, la legatura delle arterie nel trattamento degli aneurismi e nelle amputazioni. Inoltre come direttore dellOspedale S. Orsola sostenne la teoria che i ricoverati per malattie mentali dovevano essere curati alla stregua degli altri pazienti. Fra i clinici del tempo deve essere ricordato, pure, Fabrizio Bartoletti (15761630), che per la prima volta tent una classificazione razionale dei disturbi della respirazione e li colleg a lesioni anatomo-patologiche del cuore, dei grossi vasi e del polmone.

IL SETTECENTO

Nel corso del XVIII secolo la constatazione che la metodologia galileiana rendeva difficilmente contestabili le nuove acquisizioni sulla macchina umana, port numerosi personaggi a pianificare il rinnovamento degli studi medici. In particolare Pier Paolo Molinelli (1702-1764) seppe illustrare tanto efficacemente a Benedetto XIV lopportunit che il chirurgo, prima di ottenere labilitazione professionale, si dovesse esercitare adeguatamente sul cadavere per acquisire lindispensabile movimento rapido e sicuro delle mani, che il 23 agosto 1742, il papa istitu a Bologna il primo Corso di ostensioni delle operazioni chirurgiche nei cadaveri attivato in Italia, assegnando lincarico al Molinelli stesso. Le migliorate conoscenze anatomo-fisiologiche sullapparato genitale femminile e la comprensione dei fenomeni fisio-patologici del meccanismo del parto portarono il chirurgo Giovan Antonio Galli (1708 1782) a rinnovare la tecnica didattica per le levatrici e studenti in Chirurgia avvalendosi, fin dal 1734, di modelli in cera e in argilla. Il suo magistero ebbe tale successo da essere istituzionalizzato da Benedetto XIV con la costituzione, il 17 dicembre 1757, della cattedra di Ostetricia, che venne a lui affidata. Leopoldo Marco Antonio Caldani (1725 1813) apr, invece, la fase degli studi di Fisiologia sperimentale. Altro personaggio che caratterizz la Scuola Medica del tempo fu Luigi Galvani (1737 1798), i cui primi studi si innestarono sul filone innovatore della Scuola anatomica e si concretizzarono in ricerche originali di anatomia umana e comparata. Successivamente, prendendo spunto dal dibattito sulla teoria dell'irritabilit, che si era sviluppata in seguito ai controversi esperimenti condotti da Caldani, Galvani si dedic a quella serie di indagini per le quali pervenne a rilevare la capacit dei preparati di rana di evidenziare la differenza di potenziale prodotta dallarco bimetallico.

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LETA NAPOLEONICA

I mutamenti politico e sociali che investirono lItalia dalla campagna napoleonica del 1796-97 al crollo del regime imperiale segnarono per lo Studio di Bologna linizio di profonde trasformazioni strutturali e ideologiche. Il corso di medicina e quello di chirurgia, separati, furono strutturati su cinque anni (quattro per coloro che provenendo da un Liceo del Regno dItalia avevano gi seguito le materie propedeutiche dl primo anno). La Facolt Medica ( per la prima volta nel 1803 compare questa dizione per indicare la Scuola di Medicina) fu organizzata in dodici cattedre (Storia Naturale, Botanica, Chimica generale, Chimica farmaceutica, Notomia umana, Notomia comparata, Fisiologia, Istituzioni chirurgiche ed arte ostetrica, Patologia e Medicina legale, Materia Medica- Terapeutica-Igiene, Clinica Medica, Clinica Chirurgica). Da un punto di vista dottrinario, dopo la nascita, verso la met del Settecento, dei grandi sistemi di Hoffmann e Cullen, che assegnavano all etere nervoso o alla forza nervosa lorigine di tutti i fenomeni vitali e di conseguenza consideravano la malattia come determinata da un eccesso di energia o da estrema debolezza, lo scozzese Brown sostenne che la vita il prodotto degli stimoli esterni ed interni su organi e tessuti, che rispondono agli stimoli medesimi. Questa capacit di reazioni, o eccitabilit degli organi, alla base della vita: la salute consiste nel giusto equilibrio fra stimolo ed eccitabilit, mentre la malattia determinata da una variazione dellintensit delleccitamento. Questa teoria (il vitalismo) ebbe in Italia una insperata e inattesa e diffusione. A Bologna essa ebbe in Giuseppe Testa (1756-1814), clinico medico dal 1802 al 1814, il suo pi valido sostenitore, anche se contemporaneamente asser la necessit che la Clinica dovesse essere messa in stretto rapporto con le altre discipline quali la fisiologia, la fisica, la chimica, ecc. e sostenne il valore del metodo sperimentale nella valutazione dellindividuo malato. La Scuola chirurgica, invece, fu brillantemente rappresentata da Giuseppe Atti (1753-1826), che, valente litotomo, rinnov la tecnica della trapanazione del cranio.
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Lintroduzione della Riforma degli Studi determin la necessit di reperire nuovi e pi appropriati spazi e la Facolt di Medicina si trov, cos, ad insistere in pi luoghi. Gli insegnamenti di Patologia e Medicina Legale furono posti in Palazzo Poggi, dove lUniversit si era trasferita dal 1803; le Cattedre di Anatomia comparata e Fisiologia in alcuni locali dellex Convento di Santa Maria dei Servi, mentre in quello di SantIgnazio furono ospitati gli insegnamenti di Anatomia, Chimica, Farmacia, Igiene e Materia Medica. Le Cliniche, invece, trovarono adeguata sistemazione nei locali del Grande Spedale (Ospedale Maggiore), nella sua nuova sede di via Riva Reno (distrutta durante il 2 conflitto mondiale). La distanza, per, dagli altri insegnamenti determin la ricerca di una pi idonea sede, che fu individuata nei locali dello Ospedale Azzolini o della Maddalena in via Zamboni, dove le Cliniche si trasferirono tra il 1808 e il 1809 e qui rimasero per sessantanni, salvo un breve periodo tra il 1857 e il 1861, prima di trovare la definitiva sistemazione (1869) allinterno dellOspedale SantOrsola

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LEPOCA PONTIFICIA

Nel 1815 per il restaurato Governo Pontificio la struttura universitaria, cos come era stata concepita durante gli anni napoleonici e che aveva profondamente mutato lassetto dellistruzione superiore di antico regime, costitu unimbarazzante eredit che andava al pi presto riformata. Solo, per, dopo la morte di Pio VII e lelezione di Leone XII, la Commissione pontificia insediata a questo scopo sin dal 1816, riusc a varare un nuovo ordinamento, che fu promulgato con la bolla Quod Divina Sapientia (28 agosto 1824). Con essa il corso di medicina veniva articolato in quattro anni, mentre quello di chirurgia in soli tre. Al termine degli studi, dopo la laurea, occorrevano due anni di pratica presso le Cliniche per ottenere labilitazione alla libera professione. Il ritorno del Governo Pontificio coincise, anche, con la definitiva accettazione della Cattedra di Clinica Medica, rimasta vacante dalla morte di Testa (1813), del parmense Giacomo Tommasini (1768-1846), che, ultimo dei grandi sistematici italiani, sostenne, nel sistema da lui proposto e denominato Nuova Dottrina Medica Italiana, quale principio etiologico di tutte le malattie linfiammazione. Con labbandono nel 1829 da parte di Tommasini della Cattedra, si acceler, anche in Bologna, quel processo di revisione del dottrinario, che in sede nazionale vedeva in Maurizio Bufalini uno dei suoi pi validi fautori. Cos il successore di Tommasini, Gian Battista Comelli (1776-1867), gi suo aiuto, pur non rinnegando le teorie del maestro, non volle prendere parte n per luno n per laltro, avendo come suo unico scopo quello di curare nel miglior modo possibile i malati. In chirurgia un valente allievo di Atti e suo successore, Matteo Venturoli (1765-1860), ipotizz limpegno delle vie linfonoidali nel diffondere la materia metastatizzante; esegu, inoltre, la prima allacciatura dellarteria iliaca esterna per via addominale. Anche Paolo Baroni (1799-1854), titolare dellInsegnamento di Chirurgia Teorica e Ostetricia dal 1831, deve essere ricordato, in quanto promosse in Italia la rinascita della chirurgia autoplastica ricostruttiva, a cui dedic originali contributi personali. In anatomia emerge la figura di Luigi Calori (1807-1896) per le
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molteplici osservazioni di angiologia e osteologia in varie specie di vertebrati, nonch per le precise e puntuali ricerche di teratologia, che furono approfondite dal primo titolare della Cattedra di Anatomia Patologica Cesare Taruffi (1821-1902). In fisiologia Michele Medici (1782-1855) elabor una sua teoria sulla contrazione cardiaca, che sintetizzando le dottrine,allora dominanti, la neurogenica e la miogenica, valorizz il ruolo giocato dai nervi cardiaci e anticip la scoperta di Remark delle cellule gangliari. Il suo successore Marco Paolini (1807-1873) approfond la fisiologia del fegato dimostrando come la bile fosse prodotta da questorgano.

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IL RINNOVAMENTO tra 800 e 900

Nella seconda met dellOttocento il tumultuoso progresso delle scienze non mediche (fisica, chimica) associato a quello dello studio microscopico dei tessuti, sia normali che patologici, permise al pensiero medico di svincolarsi dalle generiche verbosit dei sistemi per ancorarlo solidamente ad una realt pi concretamente osservabile e comprensiva. Questo rinnovamento coincise, di fatto, per la Scuola Medica di Bologna con lannessione della citt al Regno dItalia e fu interpretato in fisiologia da Luigi Vella (1825-1886) e in clinica da Luigi Maria Concato (1825-1882). Con lui la figura del clinico-filosofo cominci progressivamente a cedere il passo a quella del clinicosperimentatore, il quale, banditi definitivamente umoralismo e vitalismo, applicava alle singole entit nosografiche tutte le nozioni che fisiologi e patologi generali gli venivano via via fornendo. Lopera innovatrice di Concato si consolider con Augusto Murri (1841-1932), clinico medico dal 1875 al 1916, che porr, a fondamento della metodologia clinica, l'obiettivit critica dei fatti. A tal fine sostenne ogni iniziativa volta allampliamento delle possibilit diagnostiche, istituendo un gabinetto radiologico e uno di endoscopia, realizzando un efficientissimo laboratorio chimico-fisico e uno pi rudimentale per analisi sierologiche, batteriologiche ed ematologiche. A illustrare la Scuola Chirurgica a cavallo dei due secoli furono in particolare Francesco Rizzoli (1809 - 1880), Pietro Loreta (1831 1889), Giacomo Filippo Novaro (1843 1934), Giuseppe Ruggi (1844- 1925). La figura di Francesco Rizzoli domin la chirurgia bolognese per un quarantennio, dal 1840 al 1880. Il suo pregio, pi grande, in tempi in cui lanestesia era ancora agli albori (egli fu fra i primi a sperimentare il cloroformio nel novembre 1847) e pressoch sconosciuta era la pratica della sterilizzazione, fu, oltre a una solida preparazione anatomo- topografica, la straordinaria rapidit con cui operava.

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Non vi fu campo della chirurgia e dellostetricia in cui non si cimentasse, mettendo a punto tecniche originali e ideando uno strumentario adeguato. Pietro Loreta, clinico chirurgo dal 1868 alla morte, attu numerosi interventi mai tentati prima dallora, fra cui la divulsione del piloro nel settembre del 1882, la dilatazione strumentale dellesofago per via gastrica nellottobre 1883, la resezione del fegato per echinococcosi alveolare nellagosto del 1887. Il suo successore Giacomo Filippo Novaro, diede lavvio, su indicazioni di Murri, alla chirurgia dei tumori cerebrali. Infine Giuseppe Ruggi deve essere ricordato per avere adottato per primo la medicazione antisettica di Lister (1871) e sostituito la tunica nera sbracciata, allora in uso nelle sale operatorie, con berretto, camice a maniche lunghe e calzoni bianchi (1880) Nel 1885 introdusse luso dei guanti di cotone e nel 1894 di quelli di gomma, nonch la sterilizzazione con il calore (1890) e la disinfezione con la tintura di jodio (1908). Fautore degli interventi conservativi, egli predilesse la chirurgia di elezione, apportando una vera rivoluzione per acquisizioni, invenzioni, originalit nel campo della tecnica operatoria. Alla fine del secolo si potenziarono e nacquerono nuove discipline fra le quali la Dermatologia, lOstetricia e la Ginecologia, lOculistica, la Pediatria, lAnatomia Patologica. In particolare in Clinica Dermatologica sotto la direzione di Domenico Majocchi (1849-1929) si ebbe lintroduzione, accanto allesame fisico del malato, delle pi moderne tecniche batteriologiche e sierologiche indispensabili per la corretta diagnosi. Le ricerche di Majocchi lo portarono a descrive per primo la porpora teleangectasica, nota tuttora come Porpora di Majocchi. La su basi moderne. Calderini istitu, anche, un Clinica Ostetrica, poi, sotto la direzione di Giovanni Calderini (1841-1920) fu riorganizzata Servizio Ostetrico Domiciliare effettuato gratuitamente dai medici della Clinica a favore delle classi pi povere. In campo scientifico Calderini fu uno fra i primi in Italia a effettuare, in anestesia generale eterea e cloroformica, il taglio cesareo conservativo adottando lincisione trasversale dellutero.

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IL NOVECENTO

Grandi maestri ha annoverato la Facolt Medica di Bologna nel secolo appena trascorso. La Clinica Medica dopo Murri vide linsegnamento di Giacinto Viola (1870-1943), che promosse la diffusione della dottrina detta costituzionalistica, che sosteneva che la costituzione morfologica di ogni individuo influiva sulle patologie che si potevano sviluppare in esso. Levoluzione di questa dottrina diede origine alla moderna endocrinologia. Dal 1939 al 1952 la Clinica Medica fu retta da Antonio Gasbarrini (1882-1963), che port a Bologna un orientamento innovatore derivato dalla sua formazione alle Scuole di Golgi, Forlanini e Zoja. Fondamentali i suoi studi sulle pancreatiti acute, sulle parassitosi intestinali, sulla patologia delle vie biliari sulle malattie epato-spleniche. La sua opera fu proseguita e sviluppata dal suo allievo Giulio Sotgiu (1905-1987). A lui si devono la fondazione di Centri altamente specialistici fra i quali quello per la cura dei reumatismi, delle cardiopatie e delle malattie allergiche. Durante la sua direzione le teniche di medicina nucleare, quelle di endoscopia digestiva e di cardiologia strumentale divennero indispensabile supporto della diagnostica clinica. In Clinica Chirurgica a Ruggi fece seguito nel 1919 Bartolo Nigrisoli (18581948) a cui si devono importanti studi sulla echinoccosi e promosse nuove tecniche di resezione intestinale. Gli succedette Raffaele Paolucci ( 1892-1958), che diede avvio a ricerche di avanguardia in ogni settore della disciplina: dalla toracoplastica extrapleurica e allexeresi polmonare, alla chirurgia del cuore e dei grossi vasi, alla splenectomia in corso di emopatie, alla surranelectomia come coadiuvante nella terapie delle arteriti. Dal 1938 al 1955 la Clinica Chirurgica fu diretta da Gherado Forni (1855-1966), che potenzi la disciplina con lampliamento dei reparti di urologia e chirurgia pediatrica. Inoltre volle dar ampio spazio a una materia di supporto fondamentale alla chirurgia, lanestesiologia e rianimazione, creando appositi corsi di perfezionamento. Il suo allievo prediletto Gaetano Placitelli (18991997 che gli subentr alla direzione dal 1956 al 1970 affront i problemi della
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chirurgia moderna con originali contributi personali, per i quali la Scuola bolognese fu conosciuta in tutto il mondo. Diretti continuatori della sua opera innovatrice furono Pietro Tagariello (1907-1989) e Leonardo Possati. Il primo, Pietro Tagariello, rivolse la sua attenzione allo studio sperimentale delle forme morbose a carattere neuro-vascolare delle estremit, traendo personali interpretazioni sia sul meccanismo di formazione del circolo collaterale arterioso ( sindrome di TagarielloContorni), sia sulla cosidetta sindrome degli scaleni. Altri argomenti da lui approfonditi furono la patologia e la clinica del sistema enterocromaffine (con particolare riferimento ai carcinoidi) e le affezioni della regioni infundibolo-cistica. Il secondo, Leonardo Possati, condusse importanti studi sperimentali e clinici sui processi dintegrazione delle protesi valvolari, nonch sulla chirurgia esofagea, sul trattamento delle lesioni arteriose e su quello dellipertensione portale. Promosse la costituzione di un Centro per la Chirurgia del Cuore e dei grossi vasi, nonch di uno per lo studio Sui trapianti dorgano, la cui evoluzione ha permesso, oggi, alla Chirurgia bolognese di diventare uno dei centri italiani di maggior prestigio in queste pratiche superspecialistiche Fra le discipline specialistiche si ricorda linsegnamento di Clinica Pediatrica con Maurizio Pincherle (1879-1949) i cui interessi scientifici spaziarono dalla immunologia (soprattutto in riferimento allo studio della difterite), alle endocrinopatie e ai fattori di crescita legati allalimentazione. Il suo successore Gaetano Salvioli (1894-1982) svolse un intensa attivit di studio e di ricerca nel campo della profilassi della tubercolosi e della poliomielite, fondando fin dal 1939 un Centro per combattere tale malattia. Istitu, poi, un reparto per gli immaturi e uno per le malattie infettive, nonch lIstituto di Puericultura. Nel 1964 la Clinica Pediatrica venne affidata a Libero Martoni (1914-1980), la cui ricerca fu essenzialmente rivolta allo studio delle emopatie e neoplasie infantili. In Ostetricia e Ginecologia, Pasquali Sfameni (1868-1955) promosse innovative ricerche sulle modificazioni cicliche a carico dellapparato riproduttivo femminile, intuendo che numerosi quadri morbosi potevano essere conseguenti ad
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alterazioni del corredo ormonale e di conseguenza trattati con un adeguato approccio terapeutico. Il suo successore Luigi Bacialli (1888-1968) fu particolarmente sensibile ai problemi sociali inerenti la disciplina e cerc di conseguenza di realizzare tutte quelle provvidenze indispensabili alla difesa della donna e alla protezione della maternit. A questo scopo istitu i Corsi di preparazione al parto, nonch Consultori per le gravide cardiopatiche, per la diagnosi e cura della sterilit, per lo studio e la diagnosi della sofferenza fetale, per la prevenzione del cancro del collo uterino. A lui segu nel 1960 Pietro Quinto (1904-1987), che studiando la fisiopatologia del ricambio nella gestante e in particolare i rapporti fra gravidanza e diabete, fece, a quellepoca, della Clinica con le sue ricerche una delle Scuole pi allavanguardia in Italia in questo settore. In Dermatologia lopera innovatrice di Domenico Majocchi fu proseguita da Leonardo Martinotti (1881-1963), che con lo studio dellistochimica dei tessuti e dei virus filtrabili apr la strada alla moderna patologia dermatologica. Il suo successore Gilberto Manganotti (1901-1981) studi in particolar modo le mesenchimopatie, le fotodermatosi e il fenomeno della senescenza della pelle. Si interess, anche, di fenomeni psicosomatici in dermatologia e promosse lo studio della sessuologia, come disciplina autonoma. La Clinica Oculistica, il cui ampliamento fu promosso dal suo primo direttore Francesco Magni (1818-1887), fu sotto la direzione di Ferruccio Tartuferi (1852-1925) ulteriormente potenziata e dotata di numerosi padiglioni interconnessi che, ne fecero, un esempio di modernit per quei tempi. Tartuferi si dedic in particolare a ricerche sulla mielocitoarchitettura delle vie ottiche, sulla microstruttura retinica, sul decorso delle vie lacrimali, nonch sulle alterazioni dellangolo irido-corneale nel glaucoma. Con la direzione di Quirino Di Marzio (1883-1954) la Clinica venne dotata di una moderna strumentazione per lutilizzo della diagnostica radiologica. Filippo Caramazza (1896prosegu lopera di Di Marzio compiendo fondamentali ricerche sulle basi della schioscopia, sulla chirurgia del distacco idiopatico della retina e sulla biomicroscopia del vitreo negli operati di cataratta.

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Nelle discipline biologiche, in particolare dellAnatomia e dellIstologia, si ricordano i nomi di Angelo Ruffini (1864-1929), che con le sue ricerche sulle terminazioni nervose nella cute e nei muscoli, oltre a fondamentali osservazioni sulle placche motrici, scopr nel tessuto connettivo cutaneo dei polpastrelli delle dita non solo quelle terminazioni nervose dette oggi Corpuscoli di Ruffini, ma anche quelle che oggi vanno sotto il nome di Golgi Mazzoni e di Oliviero Mario Olivo (1896-1981), allievo della Scuola torinese di Giuseppe Levi, insigne cultore della biologia cellulare. In Fisiologia Pietro Albertoni (1849-1933) distinse, nel sistema nervoso centrale, i centri corticali da quelli encefalici motori sottostanti e comp interessanti ricerche comparative sul bilancuo azotato della popolazione pi povera nellintento di migliorare l alimentazione. Lanalisi delle funzioni motorie e lo studio delle relazioni fra fenomeno fisiologico e fenomeno psichico contraddistinsero lattivit di Luigi Mariano Patrizi (1866-1935). Alla sua morte la Cattedra di Fisiologia venne ricoperta da Mario Camis (1878-1946) allievo dello Sherrigton. Le sue ricerche sulla attivit associativa, coordinativa e integrativa del sistema nervoso, furono ampliate e approfondite dal suo allievo Giulio Cesare Pupilli (1893-1973), che promosse nel 1954 listituzione dellInsegnamento di Psicologia e di quello di Scienza dellAlimentazione.

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