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Anatomia patologica Coppia n.

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08/03/2012
Prof. Altavilla

L’AUTOPSIA

INTRODUZIONE………………………………………………………………………………………………………..E
RROR: REFERENCE SOURCE NOT FOUND
DEFINIZIONE………………………………………………………….………………………………………………..1
L’ESAME AUTOPTICO NELLA STORIA……………………………………………………………………………1
TECNICHE E STRUMENTI…………………………………………………………...……………………………….4
REGOLAMENTI………………………………………...………………………………………………………………5
UTILITA’ DELL’AUTOPSIA…………………………………………………………….…………………………….5
CAUSE DELLA DIMINUZIONE DI AUTOPSIE……………………………………………………………………..6
LA TEATRALIZZAZIONE………………………….………………………………………………………………….7

INTRODUZIONE
Questa è la mia ultima lezione da docente e per questo mi hanno affidato questo argomento, quasi
un augurio...
In realtà è un argomento che io non ho mai trattato volentieri, mi sono sempre rifiutato di farlo, non
perché l’autopsia non mi piaccia o perchè non mi piaccia farla, anzi si può dire che nella mia
formazione professionale l’esame autoptico è stato quello che mi ha avvicinato alla materia.
Ciò che non mi è mai piaciuto sono le dimensioni generali, l’enfasi che spesso viene messa su
questo esame autoptico che invece, secondo me, dovrebbe essere ricondotto a una dimensione più
circoscritta, quasi di tipo seminario limitata a 4,5 al massimo 6 persone. Ovvero alla dimensione più
genuinamente scientifica, eliminando tutte le incrostazioni che nei tanti anni si sono succedute.

DEFINIZIONE
Intanto una definizione, come vedete qua autopsia, necroscopia, post-mortem, sono tutti termini che
identificano uno stesso esame; in realtà vogliono dire cose diverse perché negli anni si sono
succeduti concetti diversi.
Autopsia deriva dal greco, vuol dire ispezione, osservazione diretta con i propri occhi, senza l’aiuto
di strumenti o di altre strutture. Necroscopia vuol dire la stessa cosa, da !!!!!1, morto, quindi
osservazione del cadavere; post mortem è un termine latino.
L'autopsia viene definita come l’esame sistematico del cadavere eseguito su disposizione delle
autorità sanitarie o anche giudiziarie, con finalità meramente cliniche. Ci sono anche altre finalità
ma queste sono quelle più importanti.

Sono molto affezionato a questo film (Il settimo sigillo n.d.a) che ripropone in termini esistenziali il
divario che c’è tra vita e morte. In realtà vita e morte sono indissolubili, ciò che a noi interessa è
proprio il fatto che la morte è il risultato della vita, quindi noi attraverso l’esame del cadavere
possiamo ricostruire la vita, la cronobiologia di quel soggetto. La cronobiologia è la sequenza
cronologica degli eventi biologici e patologici che hanno investito quello specifico individuo, inteso
come soggetto interattivo, che è capace di modificare ed è a sua volta modificato dall’ambiente.

L'ESAME AUTOPTICO NELLA STORIA


Non è stato sempre così, ai tempi di Galeno o della scuola alessandrina non sapevano tutto questo,
l'evoluzione di questo concetto è stata lentissima.
Adesso vi racconto come io ho visto la storia dell’autopsia, la quale è sicuramente più complessa.

Antica Grecia
Nell’antica Grecia il corpo era sacro, non si poteva toccare.
Il corpo di Ettore,dilaniato da Achille, è stato riscattato da Priamo, per essere lavato, pulito e unto. 
Non si potevo svolgere un esame autoptico a quei tempi.
Però se noi guardiamo una statua greca vediamo che c’è uno studio attentissimo dell’anatomia, vuol
dire che qualcosa conoscevano.
In realtà sappiamo benissimo che Aristotele che era uno scienziato, non un medico, praticava
dissezione di animale. L’approccio nei confronti questa metodica è quasi di curiosità istintiva.

Scuola Alessandrina
Si va avanti così fino alla Scuola Alessandrina. La cito per due motivi importanti: intanto la scuola
alessandrina era una vera e propria università, un vento di cultura che si diffuse dopo la caduta
dell’impero di Alessandro Magno. Poi perché in Egitto esisteva una tradizione millenaria di
trattamento dei cadaveri, i sacerdoti avevano l’abitudine di imbalsamare: estraevano i visceri dai
cadaveri, li mettevano nei loro vasi, li trattavano in modo particolare, avevano delle tecniche molto
sofisticate di analisi e di conservazione.
Quindi le due tecniche, da una parte la sapienza ispettiva di indagine dei greci, dall’altra la tecnica
di conservazione degli egiziani, hanno prodotta una scuola che è durata un centinaio di anni e che
ha influenzato tutta la cultura medica per molto tempo.

Le capacità d’indagine, di comprensione e apprendimento vanno di pari passo con le tecniche che
vengono utilizzate. Non c’è progresso in questo settore senza l’acquisizione di nuove tecniche, di
nuove tecnologie.

Medioevo
Il salto è ampio, arriviamo al 1200-1300. Questa data è importante per due fenomeni che adesso vi
sottolineo, da una parte la medicina venne strutturata come una vera e propria materia di
insegnamento dell'università, andò quindi ad affiancarsi alla filosofia, alla retorica, alla musica, alla
botanica. Dall'altra parte insieme all’università sorgono tutta una altra serie di strutture parallele che
si rifanno all’istituzione università.
In questo insegnamento ha un ruolo fondamentale proprio l’analisi, l’ispezione di tipo autoptico.

Un altro elemento importante in questi anni è che una bolla papale vietò l'esecuzione delle autopsie;
non tanto per colpire gli scienziati, ma per ridurre il fenomeno del commercio delle reliquie.
I papi successivi corressero e modificarono questo divieto. Quindi si è continuò, nonostante le
restrizioni della chiesa, a fare le autopsie.
Queste dissezioni erano esclusivamente di tipo ispettivo.

Arriviamo al 1316, se voi pensate alla Divina Commedia, a Dante e all’immagine intellettuale di
questo periodo, sapete che il pensiero si basava sulle filosofie tolemaica e aristotelica, e sulla
dottrina cattolica; quindi una corrente di pensiero di certezze. Tra queste certezze comparve il primo
testo di anatomia, nel quale vennero descritte le dissezioni svolte da Mondino de' Liuzzi. A mio
parere questo è importante perché per la prima volta nell’ambito di un'istituzione, nell’ambito
dell’insegnamento universitario, viene prodotto un testo. 
Vuol dire che quella che era l’esperienza individuale, delle persone che eseguivano queste autopsie
venne documentata, entrò a far parte di una cultura collettiva, che poteva essere trasmessa. Diventò
quindi uno strumento di apprendimento e un bagaglio culturale rispetto al quale gli altri dovevano
confrontarsi.  
Questo segna un salto qualitativo per l’insegnamento e per le conoscenze scientifiche dei medici.
Per cento anni questa edizione è stata oggetto di studio, anche perché un libro del genere era un
grande investimento per l’epoca, a quei tempi non c’era ancora la stampa, le tecniche utilizzate per
la produzione dei libri erano molto costose.

Rinascimento
Compare la rivoluzione dell’Umanesimo e del Rinascimento. Tutta la cultura iniziò ad avere al sua
centro l’uomo e l’indagine sull’uomo.
Si cominciò a scoprire l’approccio diretto nei confronti di un’ispezione dettagliata, dell'analisi di
com’è fatto il corpo umano.
Venne ripreso il concetto di Galeno, cioè di partire da quella che è la struttura, le ossa e i muscoli
che contengono i vari visceri, non aveva una visione viscero centrica, ma una visione più
meccanica, organizzativa, di architettura. Come vedete il cervello viene posto alla fine perché è un
elemento freddo.
Iniziò di nuovo a comparire l’approccio sistematico della autopsia.

Vesalio
Proprio in questo periodo comparve il “De humanis corporis fabrica” di Vesalio che segna un'altra
svolta rivoluzionaria. Vesalio fu il primo che, invece di servirsi dei chirurghi, eseguì direttamente le
autopsie. Inoltre si faceva aiutare da artisti , da pittori per descrivere con immagini, le famose
tavole, ciò che lui osservava.
Qui inizia un’altra rivoluzione importante perché non è soltanto fare un analisi e un disegno.
L’immagine ci riporta ad un sapere visivo, è un documento visivo sul quale dobbiamo ragionare. Il
nostro cervello nel 90% dei casi è un cervello visivo, noi ragioniamo soprattutto per immagini.
Le immagini sono una sintesi di una serie di documentazioni. Questa trasmissibilità dei dati è
interessante. Lui le faceva fare in bianco e nero perché costano troppo a colori, ma è l’approccio, il
metodo che è importante: si guarda, si sezione e si documenta con disegni. È la stessa cosa che
facciamo ancora adesso. Si creò questo materiale che sarebbe servito poi agli altri per verificare.
L’aspetto innovativo di questo processo è che si affianca all’osservazione diretta la documentazione
scientifica.
Nel frontespizio è riprodotto lo stesso Vesalio mentre analizza il cadavere.

Per un bisogno culturale l’autopsia venne resa teatrale. Questo sapere, questa cultura che
l’anatomico indaga, portando alla luce una serie di strutture del corpo umano, deve essere resa
pubblica, deve essere resa teatro. Infatti le sale anatomiche vengono chiamate teatri anatomici e
hanno una struttura a teatro.
Teatro è anche la struttura del libro, il quale è formato da una serie di immagini, rispetto alle quali
lo spettatore, che non è passivo, è invitato a partecipare.
Quest’aspetto di teatralizzazione proseguirà nel tempo, fino ai giorni nostri.
Vedete l’immagine del teatro anatomico di Padova, ormai famoso in tutto il mondo, che fu
progettato e costruito da Fabrizio d'Acquapendente.

Per farvi capire la centralità dell'ispezione anatomica e della conoscenza del corpo umano a livello
culturale vi mostro questo dipinto attribuito a Federico Zuccari, conservato alla Galleria Borghese.
In questo piccolo olio su tela l'artista riprodusse tutti gli intellettuali più importanti del suo tempo
intorno ad un cadavere che stavano analizzando. Questo a significare che la cultura vigente non
poteva essere tale se non si confrontava con questo ambito.

Leonardo Da Vinci
La rappresentazioni venne sviluppata ulteriormente, non era semplice disegno, c’era una analisi
dettagliata della parti che compongono le varie strutture anatomiche, e poi c’era uno sviluppo
componitivo sintetico della rappresentazione. Questo metodo viene espresso ai massimi livelli da
Leonardo Da Vinci. Nel codice di Windsor sono riportati tutti i disegni relativi alla placenta, sia
animale che umana, all'occhio, all’orecchio e a molto altro.

Età moderna
Questo approccio viene mantenuto e proseguito negli anni e viene ulteriormente sviluppato nel
1600-1700, con un’altra metodica che deriva direttamente da questo processo analitico-
compositivo:la riproduzione dei calchi in cera. Famosi sono, ad esempio, i calchi di Firenze e di
Bologna. 
A noi sembrano delle curiosità macabre, in realtà erano molto utili perché erano modelli fedelissimi
tridimensionali, ed inoltre erano trasportabili. Erano modelli sui quali i chirurghi e i medici si
allenavano e acquisivano importanti nozioni, senza dover ogni volta fare un’autopsia. Consentivano
questo passaggio di sapere.

Ad un certo punto tutto questo è scemato nel mondo italiano, spagnolo, a causa della Santa
Inquisizione e di tutta una serie di fattori e questa metodica, questa cultura dell’indagine, di spostata
progressivamente verso il nord. All'epoca, attraverso l’editto di Nantes, veniva garantita dal re di
Francia la tolleranza tra i protestanti ed i cattolici. Tale editto venne poi ritirato, ma per un centinaio
di anni, in Olanda soprattutto, ci fu maggior libertà; ciò permise lo sviluppo di numerose scuole di
autopsie e indagini. 

Arriviamo alla prima sintesi di fisiologia e fisiopatologia. Tutta questa ispezione ha portato alla fine
a questa rivoluzione scientifica: innanzitutto all’apprendimento del metodo galileiano, trasposizione
dell’indagine della natura anche sul corpo umano.

Harvey
L’osservazione sistematica ha portato, per esempio, alle conclusioni di Harvey riguardo alla
circolazione. La scoperta del sistema della circolazione è stata un’importante innovazione, pensate
che Galeno sosteneva che il sangue veniva prodotto in continuazione, defluiva nelle vene e poi si
consumava. Invece Harvey dimostrò che non è così, che c’è una quantità limitata di sangue che
circola nei due distretti: arterie e vene.
Questa è un risultato dell’introduzione del sistema scientifico sperimentale nell’ambito medico.

Un’altra cosa importante è che al centro del sistema, della fonte di vita, viene messo di nuovo il
cuore, mentre per Galeno era il fegato. In realtà questo concetto era già stato espresso da Aristotele
che sosteneva che il cuore è il primo muscolo che si muove e il primo che muore.

Introduzione del microscopio


Vi ricordo che questi due signori, Stelluti e Janes, sono stati i primi che hanno prodotto un
microscopio decente. Il primo microscopio, secondo fonti storiche, è nato proprio a Padova, per
opera di Galileo e dei suoi artigiani. Stelluti è stato uno dei suoi allievi, ha cominciato ad osservare
con il microscopio una serie di elementi vegetali.
Questa rivoluzione venne favorita da una serie di fattori: in fisica comparve lo studio dell’ottica,
nell’industria, in Olanda soprattutto, si sviluppò la capacità di costruire delle lenti ed in fine in Italia
si costruirono strumenti in grado di sopperire tecnicamente a ciò che l’occhio da solo non riesce più
a vedere.
Il microscopio è un’estensione delle capacità visive.

Malpighi
Su questo non tutti furono d’accordo. Un sostenitore di questo nuovo approccio fu Malpighi, che
fece un uso esteso dell’osservazione al microscopio. D’altro canto, come ricorderete, nel testo di
anatomia Malpighi ritorna in continuazione.
Ideò una serie si metodiche per analizzare il materiale anatomico: cuoceva dei pezzi di carne,
sfogliava la lingua, e tutta una serie di altre tecniche sofisticate e meticolose. Si può dire che
Malpighi ha introdotto la metodica dell’osservazione al microscopio. Fece numerose scoperte, tipo
l’albero tracheale bronchiale o lo scambio dei gas a livello alveolare.
Ciò che importa a noi è proprio osservare che Malpighi iniziò a studiare le tecniche di
conservazione e osservazione, che introdusse l’uso sistematico del microscopio come ampliamento
delle conoscenze rispetto ai limiti dell’occhio umano, e infine che estese l’osservazione anche al
mondo circostante, basandosi sul concetto che la natura è uniforme e coerente, è una riproduzione
in scale diverse degli stessi meccanismi.
Queste sono immagini di come lui osservava, descriveva e disegnava, ed esempio i recettori nervosi
del polpastrello o le papille della lingua.

Morgagni
Siamo arrivati a Morgagni, ovvero all’alba dell’anatomia patologica.
Con Morgagni inizia un altro capitolo importante. Intanto non si discutono i libri, la stampa, tutta la
diffusione, elementi ormai acquisiti nella cultura, non si discute la sede istituzionale, la cattedra
universitaria per insegnare. Si discute di cosa guardare.
Morgagni, valente anatomista, allievo di Valsalva e di Malpighi, disse: ciò che io vado a vedere su
questo cadavere, le alterazioni strutturali, sono conseguenza della malattia. Identificò quindi il
rapporto tra malattie e alterazioni morfologiche, che è un rapporto diretto causa-effetto.
Per capire cosa è successo, per capire le cause della morte, devo ispezionare dettagliatamente i
visceri.
Lui riportò nei suoi libri la sua esperienza diretta, ma anche l’esperienza di altri, interpretata
secondo questa ottica. Tutti i verbali di autopsia che altri avevano documentato vengono rivisti da
lui, vengono riprodotti e reinterpretati.
La grande rivoluzione di Morgagni è proprio questa, intanto la propria ispezione, saper vedere in
termini analitici, con confronti eccetera, poi portare il metodo sperimentale alle massime
conseguenze di ragionamento logico, e infine fare la correlazione di tipo fisiopatologico. I suoi libri
sono stati famosi, sono stati usati per molto tempo.
Una pecca però Morgagni ce l’aveva, egli si fermava all’osservazione macroscopica, pure avendo a
disposizione il microscopio non l'ha mai utilizzato. Quindi le alterazioni che lui osservava erano
alterazioni macroscopiche, importanti modificazioni di organi o arterie, eccetera, ma non ha mai
avuto la curiosità di andare a vedere la struttura di questi, che invece era già stata in parte analizzata
da Malpighi e anche da altri medici. Quindi erano due vie parallele che non si sono incontrate.

Virchow
Arriviamo a Virchow che invece ha intuito che le alterazioni macroscopiche erano il risultato di
modificazioni delle cellule, e che ciò che si vedeva nelle cellule poteva essere esteso ad una serie di
altri fenomeni. Ha quindi fuso le due correnti di pensiero e di analisi nel famoso libro “Patologia
cellulare”.
Tutte la alterazioni che si possono osservare si possono analizzare andando sempre più in profondità
fino a vedere le alterazioni cellulari.
Virchow, nonostante sia stato un grande medico del '900, prese anche lui degli abbagli notevoli.
Non capì, per esempio, che la tubercolosi era trasmissibile da un germe, mentre KNOC??? con il
suo piccolo microscopio, che gli era stato regalato dalla moglie, già staVa dimostrando i tre
(quattro?) principi di knoc. (È stato un bel regalo da parte delle moglie, ogni tanto succede).

Poi c’è la scoperta dei cromosomi, c’è il DNA. Tutte queste scoperte che voi conoscete benissimo,
non hanno fatto altro che aumentare le capacità di indagine e di ispezione, di quel esame che è
partito dall’osservazione macroscopica; non lo hanno eliminato o sostituito.
Il resto poi è attualità: il genoma umano, il genoma dello scimpanzé, la comparazione. I processi di
evoluzione.
La finalità rimane sempre la stessa cioè la ricostruzione cronobiologica e patogenetica delle
alterazioni che si vanno ad osservare.
Questa osservazione si è notevolmente ampliata, non ci si può limitare a dire che il cuore è grosso o
piccolo, che il fegato è giallo, rosso o nero, bisogna andare oltre. Però ci sono dei livelli diversi che
bisogna conoscere, se io vado a studiare le alterazioni dei vasi devo fare un’osservazione
macroscopica, o diretta o tramite indagine. Se io vado ad analizzare il metabolismo allora devo fare
un’indagine di tipo biochimico, immunoistochimico, eccetera. Però uno non esclude l’altro, sono
livelli diversi e stratificati di indagine.

TECNICHE E STRUMENTI
Un altro elemento fondamentale sono le tecniche e gli strumenti utilizzati: non si può pretendere di
fare scienza e ricerca senza avere moderni strumenti e una conoscenza del funzionamento degli
stessi.
I fisici che fanno indagine sulla materia si costruiscono addirittura i loro strumenti. Non dico che
voi dobbiate costruirvi i coltelli, però sapere come funziona uno strumento, che cosa va a cercare,
quanto sbaglia, è importantissimo.
Quando viene introdotta in un laboratorio una nuova strumentazione bisogna sempre informarsi. È
importante avere le nozioni di base, finalizzate al nostro sapere, delle caratteristiche tecniche degli
strumenti che stiamo usando.

Io poi ho elencato una serie di tecniche biochimiche e immunoistochimiche che ormai vengono
usate comunemente. Io aggiungerei anche le nozioni di fisica e statistica. Ci sono parti della nostra
indagine che non possono fare a meno delle conoscenze della matematica. Ad esempio dobbiamo
essere in grado di capire quando un grafico è giusto.
Qui ho contrapposto l’autopsia clinica, che è il riscontro diagnostico, con quella giudiziaria; perché
ultimamente non si fa che parlare di autopsia giudiziaria come se non esistesse altra finalità.

Volevo sottolineare che l’anatomopatologo è un generalista. Se deve fare l’ispezione del cadavere
non può essere un cardiopatologo, un neuropatologo, un vescicopatologo. Altrimenti noi avremmo
delle persone che si concentrano solo su uno specifico organo o apparato, perdendo la visione
d’insieme. L’approccio deve essere globale, olistico, l’uomo è fatto da un insieme di cose, e quando
interagisce con l’ambiente interferisce nel suo complesso.
Anche colui che fa indagini autoptiche deve sapere un po’ di tutto, deve sapere la clinica. Deve
riuscire a mettere insieme tutto ciò che vede, magari non capisce tutto, perché se non è un
farmacologo non può capire la natura e le interazioni chimiche, ma deve capire il limite tra
un’indagine e l’altra. Ecco perché anche coloro che faranno i medici legali si ricordino di fare un
buon training da patologi generalisti.

REGOLAMENTI
Le autopsie sono disciplinate da un regolamento. È un regolamento di polizia giudiziaria che risale
sin dai tempi di napoleone ma che poi si è evoluto. Il cadavere di persone decedute senza assistenza
medica deve essere trasportato in un ospedale, o in un obitorio o in un deposito di osservazione. Nel
caso di cadaveri di persone decedute in ospedale clinico o universitario o in un istituto di cura
privato, il trasporto può essere effettuato solo su richiesta del medico curante.
Il riscontro diagnostico può essere anche richiesto dal medico di famiglia quindi quando uno muore
in casa, il medico viene chiamato a constatare la morte, rilascia il certificato e chiama il medico
necroscopo e se non sono d’accordo si fa richiesta di autopsia.

Sia che si tratti di un riscontro giudiziario, sia che si tratti di un riscontro diagnostico, il centro di
tutto è il verbale. Il verbale è un atto ufficiale, ma soprattutto è un report di ciò che noi abbiamo
guardato e documentato. Va fatto secondo uno schema preciso: nella prima parte si descrivono
esattamente tutte le alterazioni macroscopiche rilevate con l’esame delle parti esterne,
eventualmente si aggiunge anche la descrizione istologica delle parti che sono state osservate. Nella
seconda parte viene formulata la diagnosi anatomopatologica con un criterio cronologico-
patogenetico, ovvero tutte le lesioni osservate vanno messe secondo un criterio di sequenza
temporale (dalla lesione più recente alla più vecchia o viceversa), indicando che conseguenza hanno
avuto sulle altre lesioni. Per esempio un infarto è ascrivibile nell’ambito di una coronaropatia che a
sua volta è ascrivibile nell’ambito di una aterosclerosi. Quindi il tutto è riconducibile
all’aterosclerosi che poi ha determinato tutte queste conseguenze. Nella terza parte si conclude e si
precisa la causa terminale che ha portato alla morte. Quindi il verbale è un attestato importante
anche di come noi facciamo l’epicrisi patologica.
Se voi andate a guardare i vecchi verbali dei vecchi patologi vedete che tutto è descritto in bella
grafia, invece adesso ci sono le fotografie, ed è giusto che sia così. Però è interessante notare come
la descrizione accurata della lesione e l’interpretazione di questa spesso non sono coincidenti e
quindi si presta ad ulteriore interpretazione.

UTILITA’ DELL’AUTOPSIA
A chi serve l’autopsia? A familiari, ricettori di trapianti, medici, alle istituzioni, alla scienza medica.
Familiari: per esempio in caso di malattie trasmissibili, tbc per esempio, si può cominciare a
circoscrivere il focolaio, oppure nel caso di malattie ereditarie, morti improvvise dell’infanzia o
dell’adulto come cardiopatie, cardiomiopatie grazie alle quali si può estendere l’indagine agli altri
membri.

Per i ricettori di organi le autopsie servono per escludere malattie infettive, neoplasie occulte.

Per il clinico l’autopsia è importante per accrescere la propria esperienza sulla base di alterazioni
clinico-patologiche, per verificare la diagnosi, l’efficacia del trattamento. Oppure per
l’anatomopatologo che acquisisce quell’esperienzialità che lo fanno essere maturo.
I medici dovrebbero fare un training di autopsie e dovrebbero avere la possibilità di toccare con
mano e di vedere le cose che stanno facendo. Queste esperienze rientrerebbero in un bagaglio
culturale ineludibile poiché aiuto a sviluppare un metodo sperimentale: osservazione, ragionamento
sul dato osservato, confronto del dato, deduzione. Ed è importante effettuare l’autopsia su tutto il
cadavere e non solo sull’organo d’interesse, perché permette di fare un ragionamento più clinico.

Per i patologi: i patologi devono fare un buon training di tipo generalista, basato sulla clinica.

Per le istituzioni: si potrebbe in questo modo avere, per esempio, un miglioramento della qualità
assistenziale. Per esempio se in reparto di oncologia si utilizza massicciamente un farmaco x che
costa un sacco di soldi si devono verificare i risultati di tale farmaco, sia nei vivi che nei morti.

Per la scienza medica: purtroppo la scienza medica si è un po’ distaccata dall’approccio autoptico,
ci sono molte autopsie giudiziarie e molte autopsie dei medici focalizzate sull’organo. La situazione
attuale qual è? Vedete che le diminuzioni del numero di autopsie effettuate sono drammatiche:
dall’81% al 34% in Italia, dal 100% al 69% in Germania, negli Stati Uniti si sono dimezzate, in
Francia le autopsie sono state quasi annullate. Diminuiscono soprattutto le autopsie degli adulti,
mentre quelle infantili che interessano molto ai familiari soprattutto per questioni genetiche
rimangono molto alte.
Anche per quanto riguarda i ricoveri vedete che le autopsie dei ricoveri per gli acuti si mantengono
sul 5%, mentre per i cronici ormai non vengono nemmeno più chiesti poiché si sa già di cosa è
morto e si ritiene superfluo verificare.

CAUSE DELLA DIMINUZIONE DI AUTOPSIE


Per i familiari: come sapete la società è cambiata, è più eterogenea: per esempio per i musulmani
non si può toccare il cadavere, poiché se dal cadavere esce sangue esce anche l’anima.
Oppure ci sono dei motivi culturali come la paura di deturpazione del cadavere.

Oppure c’è scarso interesse da parte del clinico ad approfondire. Inoltre c’è la paura del clinico che
i risultati possano rivolgersi contro di lui innescando un contenzioso giudiziario in cui lui deve
rispondere. Possono infatti emergere delle discordanze tra la diagnosi clinica e la diagnosi
dell’anatomopatologo, soprattutto in soggetti immunodepressi dove la patologia è complessa e in
casi di ricoveri o molto brevi o molto lunghi. Invece lo studio delle procedure che hanno portato
all’errore è importante perché lo studio e la conoscenza dei meccanismi portano a correggere quelle
che sono le distorsioni dei processi decisionali. Dovete sapere che non è tanto importante sapere chi
sbaglia, ma perché si sbaglia.

Per i patologi: l’autopsia non è più ritenuta il gold standard. Inoltre anche la figura del patologo è
cambiata: la sua figura fa parte di una struttura verticale che parte dal clinico e arriva al clinico, lui è
in mezzo insieme al laboratorista eccetera, quindi non è più una figura trasversale di connessione,
ma fa pare del gruppo diagnostico-clinico.

Per le istituzioni: non è il caso dell’Italia, ma per esempio negli Stati Uniti per esempio fare
un’autopsia costa: sono necessarie stanze per fare l’autopsia, celle frigorifere, un turno di
sorveglianza, un medico disponibile. Allora cosa fanno? Appaltano i servizi a delle società esterne
che si presentano con la sala autoptica mobile a domicilio.

Poi manca un osservatorio, anche nei grandi ospedali. Non c’è un osservatorio capace di raccogliere
e di organizzare i dati raccolti, manca questo aspetto di sintesi. Questa cosa si può ancora vedere
dove c’è un registro tumori. Ma la stessa cosa dovrebbe avvenire per esempio per le malattie
infettive, per le malattie endemiche, per le malattie croniche degenerative, manca una rete
osservazionale di cui fa parte anche l’autopsia.

Vediamo un esempio che vi ho riportato che riguarda 34 casi d’urgenza: in 15 casi, non c’era la
causa della morte. Di questi 15 con l’autopsia è stata identificata la causa della morte di 8 casi, 3
casi con riscontri molto suggestivi, 4 casi con espressione morfologica non evidente. L’autopsia ha
risolto le diagnosi di questi 15 casi dando rassicurazione e affermazione alle famiglie sulla causa
della morte.
Vediamo quali sono le più frequenti discordanze che abbiamo trovato in qesta casista: diagnosi
clinica di infarto intestinale, ischemia mesenterica generica, broncopolmonite, emangiomi epatici.

Qui c’è l’andamento delle infezioni fungine nei nosocomi in Germania e negli Stati Uniti. vedete
quanto aumentano e vedete che cambiano le terapie e le affezioni collaterali da aspergillo e da
candida. Questo lo si può capire solo quando si vanno a fare indagini di laboratorio ma anche
autoptiche per vedere dove si è diffuso e cosa ha combinato. Nel 75% dei casi è stata la causa o la
concausa di morte per cui se ne deve tener conto.

Questo è un dato che ci viene fornito dalla prof.ssa Basso che dimostra che in corso di morte
improvvisa spesso mancano dei dati morfologici importanti. Addirittura su 273 autopsie hanno 6
casi normali. In questi sei casi, utilizzando metodiche d’indagine più sofisticate di tipo molecolare,
immunoistochimica, hanno trovato una serie di alterazioni dette canalopatie capaci di evidenziare la
causa della morte.

Qual è l’evoluzione? L’evoluzione tecnica, soprattutto in ambito giudiziario, è questa: la virtuopsia.


Poi in realtà non è che si sia molto sviluppata, perché è molto costosa e presuppone degli strumenti
finalizzati etc..
Ora fino a quando si pagano poco i patologi e ancor meno i tecnici conviene fare una gastro-
autopsia. Naturalmente la prospettiva futura sarà la costruzione di ologrammi in grado di ricostruire
organi esterni ed interni.

LA TEATRALIZZAZIONE
Questo è l’aspetto più scientifico. Poi c’è l’aspetto della teatralizzazione che è continuato
nell’ambito dell’autopsia che parte da lontano dai tempi del 600 quando tutti pagavano per essere
rappresentati in un quadro rappresentante una lezione di anatomia. Il più furbo di tutti in questo
caso è stato Rembrant che ne fece diversi di questi quadri.
Questa è la spettacolarizzazione degli impressionisti. Vedete che qua arriva l’aspetto teatrale. Però
come vedete qua la rappresentazione è accademia e avviene nell’ambito di una struttura
universitaria. Lì è consentito evidenziare la morte, mentre prima era un fatto pubblico. Poi c’è
l’aspetto intimistico di Cezanne: vedete ci sono tre persone, il morto l’operatore e l’assistente.
L’autopsia ha perso completamente l’aspetto pubblico, teatrale per diventare un fatto intimo,
personale. Però non è finita la teatralizzazione perché se uno accende la tv al giorno d’oggi viene
bombardato di video di autopsie, indagini etc. a sto punto mi rimane da suggerirvi questo film,
premiato a Venezia che è la ricostruzione del colpo di stato di Pinochet, quindi un fatto politico
importante attraverso l’esperienza di chi fa i verbali delle autopsie in una sala anatomica e
ricostruisce attraverso questa verbalizzazione tutte le persone note e non note che si sono viste
morire a causa del regime. Questo è un esempio del contributo che l’autopsia può dare alla libertà.

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