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COME INIZIA
LA VITA UMANA
Dall’uovo all’embrione
1a Edizione Italiana
Titolo:
COME INIZIA LA VITA UMANA
Dall’uovo all’embrione
Titolo originale:
WIE BEGINNT DAS MENSCHLICHE LEBEN
Forschungsergebnisse mit weitreichenden Folgen
Autore:
Erich Blechschmidt
Traduttori:
Bindo Cozzolino
Claudia Reimüller
Consulenza scientifica:
Dott. Vincenzo Cozzolino, D.O.
© Copyright 2009
Futura Publishing Society
INDICE
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Come inizia la vita umana
Glossario 172
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Prefazione
PREFAZIONE
Dare alle stampe, in prima edizione italiana, un testo che tratta di em-
briologia di oltre quaranta anni fa, richiede una spiegazione. Erich
Blechschmidt si è posto delle domande che all’epoca, evidentemente,
suscitavano l’interesse di pochi. Riguardavano non tanto cosa avvenga
nel corso dell’embriogenesi, ma come e perché abbiano luogo gli eventi
che accompagnano la formazione dell’embrione.
Ciò che caratterizza la ricerca di Blechschmidt è il radicale rifiuto di ogni
forma di teleologia, palese o occulta. Un concetto più volte espresso, ri-
guarda la direzione delle forze coinvolte negli eventi dell’embriogenesi:
l’autore ribadisce sempre che la direzione va dall’esterno verso l’inter-
no. Se ciò che attiva gli eventi proviene dall’esterno, dall’ambiente, resta
esclusa l’esistenza di dispositivi interni preposti – ossia intrinsecamente
finalizzati – alla regolazione del processo formativo dell’embrione. Una
simile prospettiva apre uno spazio di ricerca molto ampio, che ha por-
tato l’autore ad individuare inediti processi biologici, come ad esempio
i “campi metabolici”. Recenti acquisizioni sperimentali inerenti l’atti-
vazione genica, il suddetto dispositivo interno, stanno in effetti con-
fermando l’ intuizione dell’autore. Le ricerche del premio Nobel E. R.
Kandel e soprattutto le pionieristiche ricerche di D. Ingber sulla Ten-
segrità stanno facendo riemergere il valore della cosiddetta Epigenetica
di cui Blechschmidt risulta essere antesignano. I campi metabolici sono
a tutti gli effetti assimilabili alla dinamica delle forze meccaniche che
sottendono l’espressività biologica, in ambito fluidico, della Integrità
Tensionale (Tensegrità).
La descrizione di questi processi è l’oggetto di questo libro. Negli ultimi
capitoli, tuttavia, l’autore fa dei passi ulteriori. Egli intuisce che il pro-
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Come inizia la vita umana
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Premessa
PREMESSA
Un embrione umano è così dotato di grazia, che una persona priva di pregiudizi non
può fare a meno di ammirarlo con stupore. Questo embrione, minuscolo e poco ap-
pariscente, per molti è ancora quasi sconosciuto. Alcuni lo vedono solo come apparte-
nente al regno degli animali, altri come l’uomo nella sua originarietà più elementare.
Il momento iniziale dell’esistenza umana è diventato così un problema.
Lo sviluppo dell’uomo come individuo (sviluppo individuale) comincia con la fecon-
dazione. Per questo motivo nelle pagine che seguono abbiamo soprattutto voluto far
conoscere lo sviluppo dall’uovo all’embrione.
Quanto verrà esposto sull’ontogenesi dell’embrione umano e sulle sue prime attività
è completamente supportato dalla nostra documentazione relativa all’embriologia
umana. Diverse fotografie originali e illustrazioni elaborate in modo sistematico
sono apparse già nel 1973, come documentazione originale, col titolo “Die prä-
natalen Organsysteme des Menschen”. Le spiegazioni scientifiche integrative
sono state pubblicate nel 1977 in “Biokinetics and Biodynamics of Human
Differentiations”. Una serie completa di ritratti illustrativi si trova nello Scien-
ce Centre di Toronto, Canada.
Poiché non esiste alcun procedimento che consenta di dedurre da ricerche anato-
miche su animali o attraverso formule matematiche, in che modo un uovo umano
si sviluppi in un embrione umano e quindi in un neonato, per questo lavoro si è
dovuta indagare l’origine stessa dell’uomo ed il suo sviluppo, attraverso illustrazioni
originali. Questo richiese decenni di pazienza, ma ci portò infine a questo risultato:
la differenziazione e il suo processo molecolare sono ordinati in modo biodinamico.
Questo ordine è localizzabile con maggior precisione attraverso la determinazione
dei movimenti di sviluppo. I risultati qui ottenuti autorizzano a presentare una
descrizione dell’attuale conoscenza dell’ontogenesi umana, attraverso un’esposizione
il cui interesse supera i confini specifici della materia.
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Come inizia la vita umana
Un ricercatore che ha dedicato gran parte della sua vita ad osservare, ad interrogare
continuamente ed incessantemente l’uomo non ancora nato, cercando di carpirgli
informazioni attendibili, non riesce a venire a patti con il concetto tradizionale di
evoluzione. Non c’è modo di convincerci che la storia dell’essere vivente su questa
terra sia stata solo e soltanto una evoluzione. Se lo sviluppo non fosse nient’altro
che evoluzione, allora sarebbe, come la parola sottolinea in modo inequivocabile, un
processo unidirezionale dall’interno verso l’esterno, un dispiegarsi e inevitabilmente
quindi un costante progresso dal semplice al complicato. Non c’è niente però che
dimostri tutto questo, neanche nell’ontogenesi. Per documentare ciò, questo libro non
fa riferimento a schemi, ma esclusivamente ai risultati originali, ai risultati ottenuti
a Göttingen, controllati in diversi istituti esteri e catalogati in USA alla Carnegie
Institution.
Erich Blechschmidt
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L’anatomia classica e la morfologia cinetica
L’ANATOMIA CLASSICA
E LA MORFOLOGIA CINETICA
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Come inizia la vita umana
A partire dal 1839, quando – con l’aiuto di metodi più raffinati – Schlei-
den (1804-1881) e Schwann (1810-1882) descrissero la cellula come un
elemento costitutivo dell’essere vivente, questo problema venne nuova-
mente preso in considerazione e le ricerche sul corpo umano si indiriz-
zarono verso dimensioni sempre più piccole. Insieme a numerosi pro-
cedimenti ancor più raffinati – alcuni dei quali si spingono fino al livello
submicroscopico – solo oggi, dopo molte generazioni, si è avuta cono-
scenza di raccolte di dati riguardanti strutture che, anche a partire dai più
piccoli segni dell’apparizione dell’uomo, consentono di formarsi un’im-
magine e quindi un’idea figurata. In questo campo tuttavia non è sem-
plice come negli adulti ottenere informazioni concrete, se si desidera ot-
tenere qualcosa di più di un sapere parziale ed incoerente.
L’anatomia classica di Vesalio viene oggi indicata come anatomia descrit-
tiva, intendendo con ciò la descrizione del corpo umano nella sua imma-
gine statica. A questa immagine statica manca la semplicità di principi di
sviluppo riconosciuti, che oggi suscitano un grande interesse in quan-
to stanno alla base della comprensione dei complicati dati della prassi
quotidiana e dell’enorme esperienza clinica maturata. Oggi le descrizioni
anatomiche somigliano a volte a raccolte di formule, che possono essere
apprese ed usate, ma che sono vuote, poiché non possono trasmettere
un’immagine chiara dell’organico nella sua interezza. Ciò che può essere
solo misurato, ma non può più essere guardato, smarrisce il proprio sen-
so. E ciò che non ha più senso, diventa inevitabilmente insensato.
Per trovare delle regolarità nella massa di dati relativi all’embriologia
umana oggi disponibili, è necessario imparare a conoscere la forma-
zione e lo sviluppo del corpo umano, la sua ontogenesi, cioè passare
dall’abituale anatomia statica di Vesalio ad una anatomia dinamica, che,
a partire dal germe monocellulare, descriva una limitata successione di
stadi, in particolare quelli riguardanti la prima fase di sviluppo. Per otte-
nere un’immagine morfologicamente chiara e verificabile dell’ontogene-
si, si deve – cosa non consentita alle ricerche sul vivente – acquisire una
conoscenza precisa dei mutamenti di stato, forma e struttura delle più
piccole parti del corpo dell’embrione in fase di formazione e sviluppo,
rilevandone le connessioni corporee, prima di compiere ricerche speci-
fiche. Non conoscendo le relazioni spaziali dei giovani impianti embrio-
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Come inizia la vita umana
I MOVIMENTI DI SVILUPPO
SONO OGGI DIMOSTRABILI
Chiamiamo legge naturale ciò che nella natura non possiamo cambia-
re. La conoscenza delle leggi naturali e il loro significato per il pro-
cesso dell’ontogenesi umana costituiscono uno degli obiettivi specifi-
ci dell’embriologia umana. Se nella vita pratica il valore delle leggi è im-
portante, per l’ontogenesi lo è in misura molto maggiore.
Un apparecchio tecnico può perdere del tutto valore se viene privato
di un componente minuscolo. Per un organismo sensibile – in determi-
nate circostanze – questo vale in misura molto maggiore. Il minimo di-
sturbo metabolico in un determinato punto può portare non solo alla
diminuzione della forza formativa dell’embrione, e quindi a delle mal-
formazioni, ma persino alla sua morte.
In questo contesto è importante formulare in modo corretto la doman-
da, per riuscire a trovare le leggi elementari del costituirsi della forma.
Come fa il corpo a far nascere, dopo un certo sviluppo, spalle e braccia?
Come è possibile che la bocca si formi come una fessura trasversale e
non come una fessura che va dal basso in alto? In che modo il germe fa
sì che gli occhi diventino degli organi funzionanti, posti sul davanti del-
la testa e non sul retro? In breve: perché ontogeneticamente siamo for-
mati così e non in un modo diverso da come ci conosciamo? Sorpren-
dentemente, porsi tali semplici domande serve ad imparare a compren-
dere le differenziazioni organiche, meglio di quanto fatto finora.
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riguarda il primo sviluppo embrionale nei primi due mesi successivi al-
la fecondazione. In questo periodo, infatti, hanno luogo in breve tem-
po cambiamenti particolarmente decisivi.
La conoscenza dei primi stadi di sviluppo, in particolare, è diventata di
grande importanza dal punto di vista pratico, per quanto riguarda lo
studio delle malformazioni, soprattutto dopo che – a causa della cata-
strofe del Contergan negli anni sessanta – si sono avute notizie di gravi
deformazioni delle membra. Oggi sappiamo che in diversi periodi dello
sviluppo, soprattutto durante il primo sviluppo embrionale, si trascor-
rono fasi di breve durata con una particolare predisposizione alle mal-
formazioni. Questa predisposizione esiste nei riguardi di generi volut-
tuari, che di solito sono completamente innocui, di medicinali, di agen-
ti patogeni infettivi e forse persino nei riguardi di molti stimoli non na-
turali. Tutte le malformazioni costituiscono casi limite del normale. Le
deformazioni sono di tutti i gradi: si va dalle leggere devianze, fino al-
le gravi alterazioni. Le deformazioni particolarmente precoci sono so-
litamente più gravi e più gravide di conseguenze rispetto a quelle che si
sviluppano più tardi e che in determinate circostanze risultano incom-
patibili con la vita.
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Come inizia la vita umana
che possono essere confrontati gli uni con gli altri con grande precisione,
vengono solitamente catalogati, su scala internazionale, dalla Carnegie
Institution di Davis (USA). Il particolare valore di questi preparati risiede
nell’accurato trattamento a cui sono sottoposti. Le strutture organiche
sono riconoscibili solo se, tra le altre cose, delle sezioni sottili vengo-
no marcate con particolari sostanze coloranti e in particolare con sali di
metallo sufficientemente densi di elettroni. Ma anche allora non si ha la
certezza di poter ottenere da migliaia di sezioni sottili una chiara rappre-
sentazione spaziale e di produrre immagini che consentano di acquisire
una conoscenza chiara dell’ontogenesi. Per ottenere ciò, le sezioni micro-
scopiche di giovani embrioni devono essere prodotte su scala più grande,
sezione per sezione, come modelli di lastre, ed essere combinate con le
cosiddette ricostruzioni di sezioni.
A questo scopo, abbiamo ottenuto delle serie di sezioni dagli embrioni
già trattati (fissati), abbiamo colorato questi preparati ed abbiamo foto-
grafato tutte le serie sezione per sezione. Ogni immagine di sezione è
stata poi disegnata in una versione ingrandita, utilizzando come guida il
preparato e la fotografia. I disegni sono stati applicati su sottili lastre ri-
tagliabili. Le strutture che così sono diventate visibili sono state ritagliate
e quindi sostituite da materiali sintetici polimerizzanti. I singoli esemplari
di lastre, che mostravano le strutture ingrandite delle singole sezioni, so-
no stati a loro volta combinati con ricostruzioni totali.
Le nostre ricostruzioni totali, che sono state sistematicamente lavorate
fino al limite dello scioglimento, dovevano essere alte quasi un metro,
perché l’ingrandimento fosse sufficiente a consentire il riconoscimen-
to dei minuscoli impianti nei loro relativi contesti spaziali. Attraverso di
esse è stato possibile ottenere una rappresentazione morfologica di ciò
che caratterizza la posizione, la forma e la struttura degli impianti nel
corso dell’ontogenesi e si sono potuti rappresentare stadio per stadio gli
impianti, che sono componenti degli embrioni interi, nelle loro diverse
differenziazioni. Con l’aiuto delle ricostruzioni totali, è diventato pos-
sibile prendere atto allo stesso tempo sia della forma esterna, che della
struttura interna del giovane embrione e metterle in relazione.
Solo con l’aiuto di una serie di queste ricostruzioni totali, si sono potuti
scoprire i movimenti di sviluppo in modo così preciso, da fornire una
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Una nuova concezione: differenziazione nei campi metabolici biodinamici
Charles Darwin (1809-1882), che nel suo libro “L’origine delle specie” ri-
porta fattori particolari della storia dell’evoluzione da lui assunti, era an-
cora privo di una propria concezione riguardante l’embriologia umana.
All’epoca non si facevano ancora distinzioni tra storia dello sviluppo (evo-
luzione) e sviluppo (ontogenesi). Si credeva piuttosto, che con la storia
dello sviluppo si avesse anche una comprensione della ontogenesi. Nean-
che le ricerche sperimentali, grazie alle quali Wilhelm Roux (1850-1924)
ha fondato la fisiologia dello sviluppo, sono state sufficienti al raggiungi-
mento della necessaria concezione morfologica.
È vero che dai cambiamenti patologici provocati artificialmente sono
emersi risultati singoli interessanti, tuttavia non veniva notato che, in ogni
fase dello sviluppo, posizione, forma e struttura delle differenziazioni em-
brionali, attraverso i loro movimenti di crescita, fossero strettamente con-
nesse e che la determinazione di queste relazioni dovesse precedere le più
complicate ricerche sul vivente, se si voleva riconoscere nella ontogenesi la
peculiarità dello sviluppo umano. In questo contesto, la conoscenza della
morfologia dell’organismo umano è la premessa per la maggior precisione
di ogni ricerca. Dati che inseriscono l’uomo solo ipoteticamente nel gran-
de calendario degli eventi storici della terra non sono sufficienti, così come
non sono sufficienti le singole misurazioni sull’oggetto vivente.
Partendo dal desiderio, umanamente comprensibile, ma di fatto ingiusti-
ficato, di fare un tipo di ricerca che fosse il più possibile prossima alla vi-
ta, invece di prendere lo spunto da premesse intenzionalmente semplici,
sono state compiute innumerevoli e complicatissime ricerche su casi limi-
ti, senza tuttavia riuscire ad ottenere verifiche importanti e quindi dei da-
ti fondamentali.
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Una nuova concezione: differenziazione nei campi metabolici biodinamici
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Una nuova concezione: differenziazione nei campi metabolici biodinamici
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Una nuova concezione: differenziazione nei campi metabolici biodinamici
Fig. 1
Posizione, forma e struttura di una giovane cellula uovo umana. Dall’alto in basso: uovo dopo la fe-
condazione, uovo bicellulare, blastomeri con circa 100 cellule, blastocisti. I punti al termine delle li-
nee tratteggiate mostrano quasi la grandezza naturale del giovane uovo, durante la prima settimana
di sviluppo. 1 Uovo all’inizio dell’annidamento.
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Una nuova concezione: differenziazione nei campi metabolici biodinamici
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L’individualità del germe. La legge della conservazione dell’individualità
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L’individualità del germe. La legge della conservazione dell’individualità
Fig. 2
Primo sviluppo nel corso della prima settimana. A sinistra: apposizione (adplantation) dell’uovo
alla mucosa uterina. Al centro: inizio dell’impianto dell’uovo (implantation). A destra: l’impianto
è quasi terminato (passaggio allo stadio descritto nella fig. 3). 1 fluido blastemico ventrale, 2 fluido
blastemico dorsale, 3 mucosa uterina, passaggio della decidua basale nella decidua capsulare.
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Fig. 3 Fig. 4
Verso la metà della seconda settimana, Uovo umano all’inizio della terza settimana. L’endo-
l’impianto dell’uovo umano è completo. blasto (uovo interno) è staccato dall’ectoblasto su un solo
La linea di contorno di destra indica la lato. 1 Peduncolo di connessione – canale che collega l’in-
superficie della mucosa uterina. Parete volucro dell’endoblasto (costituito da mesoblasto) con la
nera esterna: ectoblasto. Pareti nere in- parete di mesoblasto (primordio del corion mesoblastico).
terne: endoblasto. Parte tratteggiata in Dalla formazione dei vasi nel mesoblasto (tratteggiato),
mezzo: mesoblasto. 1 La linea tratteg- deduciamo che lungo l’adiacente tessuto confinante hanno
giata indica ectoderma, la linea punteg- luogo movimenti metabolici parateliali. Di conseguenza,
giata indica endoderma. La cavità della il tessuto confinante e il tessuto interno possono essere di-
vescicola dorsale dell’uovo è la parte stinti non solo in settori visibili, grazie alla loro struttu-
punteggiata. La cavità della vescicola ra, ma anche in settori non visibili, grazie ai movimenti
ventrale dell’uovo è la parte bianca. delle loro particelle.
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L’individualità del germe. La legge della conservazione dell’individualità
Fig. 5
Particolare ingrandito della fig. 4. 1 Corion, 2 Peduncolo di connessione con segmento di endoderma
(allantoide), 3 Disco germinativo. Campo nero accanto a 3: ectoderma della volta di espansione in
alto, ectoderma del solco di contrazione in basso. All’altezza di 3, si uniscono entrambi, dando forma
al processo assiale. La parte tratteggiata è endoderma. 4 Sacco vitellino (primordio della vescicola
ombelicale).
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L’errore della cosiddetta legge fondamentale della biogenetica
Nel anno 1866, Ernst Haeckel (1843 – 1919) ha formulato la sua co-
siddetta legge fondamentale della biogenetica, secondo cui l’ontogene-
si umana ricapitolerebbe in forma abbreviata la filogenesi. All’epoca, si
pensava che lo sviluppo fosse un continuo progresso dall’inferiore ver-
so il superiore. Reperti provenienti da scavi avevano fatto pensare ad
una storia dell’evoluzione, concepita come un continuo sviluppo ver-
so l’alto delle specie. L’anatomia comparativa, disciplina molto in voga
all’inizio del XIX secolo e che era rivolta in primo luogo ai vertebrati,
era stata completamente strutturata in questo senso.
Fu Haeckel ad applicare il concetto di storia dell’evoluzione all’onto-
genesi. Partendo dalla possibile parentela delle diverse specie – inferi-
ta dalla loro somiglianza formale – si cercava di dedurre l’ontogenesi
umana attraverso osservazioni zoologiche di esseri viventi più primitivi.
All’epoca, non erano ancora possibili ricerche sistematiche sull’ontoge-
nesi umana a causa della tecnica microscopica ancora insufficiente e gli
embrioni molto giovani erano, sotto il profilo anatomico, in larga par-
te ancora sconosciuti. Un’esatta comparazione tra embrioni di diver-
se specie, sui cui risultati Haeckel avrebbe potuto costruire la sua legge
fondamentale della biogenetica, non era perciò possibile.
Chi oggi mette alla prova l’idea della ricapitolazione della filogenesi ne-
gli embrioni umani, non trova alcuna conferma delle riflessioni di Hae-
ckel. Oggi sappiamo che la cosiddetta legge fondamentale della bioge-
netica è stato uno dei più gravi errori della biologia. È provato che pro-
prio i primi stadi dello sviluppo embrionale dell’uomo si differenziano
chiaramente da quello delle altre specie.
È un’illusione, quindi, pensare che lo sviluppo umano ripeta la filogene-
si. L’idea di una ricapitolazione è altrettanto falsa, quanto l’ipotesi che
un giovane germe umano sia all’inizio un mucchio disordinato di cellu-
le, da cui in seguito, forse grazie ad un modello generale di mammife-
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ad un’idea chiara sulle leggi dei fenomeni ottici, attraverso metodi fisi-
ci. Lo storico può formulare una serie evolutiva, che va, per esempio,
dal carro di cavalli fino all’odierno autoveicolo. In questo modo però,
non si comprendono né le caratteristiche esteriori degli odierni veicoli
a motore, né le leggi della loro fabbricazione e funzione.
Questi pochi esempi illustrano come sia scientificamente inesatto in-
vocare l’idea di un’evoluzione – che non è neanche una teoria, ma so-
lo un’ipotesi – come spiegazione per l’ontogenesi umana (individuale).
Nessuno contesta, che senza la storia della nostra terra, noi non sarem-
mo neanche pensabili nel nostro presente. Tuttavia, lo sviluppo umano
dall’uovo, nella sua regolarità, non può essere spiegato come storia evo-
lutiva, ossia non può essere spiegato storicamente.
Lo ripetiamo ancora una volta: la cosiddetta legge fondamentale della
biogenetica è falsa, poiché la confutano evidenti dati anatomici. Nes-
sun se e nessun ma può attenuare questo fatto. Non è neanche corretta
in minima parte o corretta ma in una forma diversa, in modo che man-
tenga validità (come regola) in una certa percentuale.
DEDUZIONI ERRATE
DA SERIE FILOGENETICHE
L’opinione diffusa, ma infondata, sulla correttezza della cosiddetta leg-
ge fondamentale della biogenetica ha portato a molte conclusioni errate,
tra cui l’ipotesi dei cosiddetti organi rudimentali. Haeckel, che non aveva
ancora la possibilità di vedere gli organi nel quadro dell’intero sviluppo
ontogenetico del corpo, sosteneva che molte formazioni di organi fos-
sero residuali. In realtà, non esistono casi che dimostrino che gli organi
rudimentali – ossia differenziazioni diventate superflue – siano residui
di periodi anteriori. Tutti gli organi esaminati si sono dimostrati funzio-
nali in ogni fase dello sviluppo. Si è potuta stabilire la partecipazione alle
normali differenziazioni di ogni cellula esaminata dal punto di vista del-
lo sviluppo cinetico, di ogni aggregazione cellulare esaminata dal punto
di vista morfologico–cinetico e anche di ogni organo. In ognuno di essi
si manifesta una funzione formativa.
Se ciò è vero, nessun primordio, anche se all’inizio può essere sorpren-
dente, è una formazione atavica, che – simile ad una rovina – possa su-
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L’errore della cosiddetta legge fondamentale della biogenetica
scitare interesse solo per ciò che ricorda, come un monumento. A que-
sto riguardo, ecco un altro esempio: sulla estremità inferiore del corpo,
un embrione umano di circa 4 settimane e di circa 5 mm sembra avere
una coda. Il sottile inasprimento della libera estremità inferiore del tron-
co fa pensare a differenziazioni che sono caratteristiche di molti esseri
viventi non umani. Se osserviamo questa parte del corpo in modo iso-
lato – cioè senza riferimento ai suoi organi vicini –, inizialmente non ri-
usciamo di fatto a darne una spiegazione basata sull’embriologia uma-
na e siamo quindi inclini ad interpretare la formazione come un residuo.
Se però analizziamo regionalmente, confrontando per esempio l’estre-
mità inferiore del corpo con quella superiore relativamente ai suoi mo-
vimenti di sviluppo, allora risulta che un lungo cono cavo, il tubo neura-
le, connette le due estremità da un lato all’altro e che questo tubo neura-
le, tra le altre cose, compie un determinato movimento di sviluppo, fun-
zionale per la formazione: cresce nella direzione della minor resistenza,
monta cioè sul suo letto tissutale nella direzione dell’estremità più lar-
ga del corpo, ed ha quindi un caratteristico sviluppo di posizione verso
l’alto: ascende. Con l’ascensione, la cute embrionale si tende superficial-
mente e quindi si indebolisce nella regione frontale. Offre perciò al tubo
neurale ascendente ed alla espansione dell’encefalo in crescita poca resi-
stenza, tanto che qualche volta il cuoio capelluto addirittura si strappa e
l’encefalo resta scoperto.
Il tubo neurale, crescendo, inarca la cute frontale e si ritira dalla regio-
ne inferiore del corpo. Si muove come un corpo liscio e con i piani in-
clinati, che – stretto tra le dita – scivola via verso l’estremità opposta.
Nell’uomo, la rapida crescita della circonferenza della testa durante il
secondo mese offre l’occasione per il collasso della parete del tronco,
nell’estremità inferiore del corpo dell’embrione. Le particolari propor-
zioni, che caratterizzano gli animali con la coda, non si realizzano mai.
Negli animali, la coda è caratterizzata da una crescita supplementare,
mentre l’estremità inferiore del corpo umano è invece originata dal col-
lasso della parete del corpo.
Quanto affermato non esclude che vi siano anche singoli fattori che agi-
scono in modo simile nell’uomo e in molti animali. Come dimostra il
nostro esempio, alcuni di questi fattori parziali possono essere persino
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germe, ossia ognuna delle sue cellule, in un fluire quasi continuo fatto di
piccoli passi, mostra relazioni topografiche sempre nuove, senza tuttavia
manifestare reazioni intenzionali, che siano subordinate a scopi partico-
lari. I processi di sviluppo intrauterini quindi sono molto più facili e sem-
plici da capire, rispetto a tutti i processi di sviluppo successivi alla nascita.
Solo dopo la nascita l’organismo comincia a confrontarsi con il suo am-
biente in uno spazio vitale più ampio.
Ripetiamo: con l’aiuto delle nostre ricostruzioni totali, i risultati delle no-
stre decennali ricerche hanno dimostrato che lo sviluppo – a differenza di
quanto pensava Haeckel – non si dispiega come una ricapitolazione filo-
genetica e non può neanche essere semplicemente spiegato dai geni, nel
senso cioè di una sequenza di ordini; al contrario, le differenziazioni, nel-
la loro dinamica evolutiva, si presentano come eventi parziali che avven-
gono nel quadro dell’intera ontogenesi. A condizione che uno sviluppo
individuale, in quanto risultato di processi riproduttivi, cominci con la fe-
condazione, l’ontogenesi si svolge con caratteri biodinamici. Grazie alla
biodinamica, il lavoro dei geni viene notevolmente “alleggerito”.
L’analisi di questa legge fondamentale biodinamica dell’ontogenesi mo-
stra un ordine particolarmente elevato delle differenziazioni umane. Co-
me già detto, secondo la legge fondamentale biodinamica dell’ontogene-
si, contrariamente a quanto affermato finora dalla cosiddetta legge fon-
damentale biogenetica, l’individualità dell’organismo deve essere presup-
posta già all’inizio dell’ontogenesi, partendo dal fatto, che una parte es-
senziale dello sviluppo consiste nella conservazione dell’individualità, no-
nostante tutti i disturbi.
Lo sviluppo individuale di un organismo ci appare quindi intimamente
connesso con tutti i processi metabolici. Secondo le nostre conoscenze,
senza il principio della continuità del metabolismo individuale nel corso
dello sviluppo, una descrizione uniforme dei fatti finora noti dell’embrio-
logia umana è altrettanto possibile, quanto il poter oggi descrivere in mo-
do comprensibile dei processi fisici senza l’enunciato sulla conservazio-
ne dell’energia.
Attraverso la genetica, del metabolismo si possono comprendere solo le
sfumature, ma non si possono comprendere le relazioni tra campi me-
tabolici di diversa posizione, che possono invece essere descritte in mo-
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gli effetti dei geni spesso emergono soltanto nelle fasi tarde dello svilup-
po, quando tutte le strutture fondamentali sono già esistenti.
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particolari, come le rive fertili dei fiumi, le vaste aree alle foci dei grandi
fiumi, le coste del mare dove era possibile edificare e spazi vitali simili.
Pensiamo a Babilonia, all’antico Egitto, alla Grecia e all’Asia minore, ai
futuri paesi del Mediterraneo e alle coste dell’Oceano Atlantico. Rispet-
to alle coste, i continenti inizialmente inaccessibili, i paesi dell’interno e
le steppe centrali sono stati in un primo momento piuttosto irrilevan-
ti nello sviluppo della cultura. Le differenziazioni culturali si sono svi-
luppate con particolare intensità e chiarezza al confine tra acqua e terra.
Anche qui esistevano “campi metabolici”, dove le culture si differenzia-
vano. Ciò che veniva prodotto materialmente nelle aree costiere, in que-
ste aree geografiche notevolmente dinamiche, poteva essere scambiato,
smerciato attraverso le navi; nell’oscillazione della domanda e dell’offer-
ta, poteva essere sfruttato, migliorato e offerto di nuovo, diventando co-
sì una fonte importante e in rapida espansione di molti nuovi stimoli per
la crescita e la differenziazione. In questo modo, con la presenza di uo-
mini che gradualmente crescevano di numero e continuavano a ripro-
dursi, ebbero inizio intrecci sempre più differenziati, che non rimasero
privi di conseguenze sui ‘campi metabolici’ geograficamente confinan-
ti dei paesi dell’interno.
Riportando il discorso sul corpo umano, troviamo cose simili. Le prime
zone ricche di cellule del giovane embrione sono i tessuti confinanti, il
mosaico di cellule sul bordo dei fluidi. Questi tessuti confinanti svolgono
il primo lavoro di formazione, che utilizza molta energia vitale. Nell’em-
brione maturo, le differenziazioni complesse cominciano di norma anco-
ra nelle aree confinanti ai bordi dei fluidi. Qui il tessuto confinante, a dif-
ferenza del tessuto interno, ha delle possibilità di scambio estremamente
favorevoli ed ha quindi un’attività metabolica molto intensa.
Inizialmente, solo questo tessuto confinante cresce in modo intenso,
con un alto consumo di energia e di materiale. Nelle sezioni microsco-
piche, il tessuto confinante in crescita e precocemente differenziato lo
troviamo di norma sui bordi, adiacente al tessuto interno, tra quest’ulti-
mo e il liquido che si muove liberamente. La tipica crescita della super-
ficie del tessuto confinante è un elementare lavoro di formazione. Nella
tradizionale teoria sui tessuti (istologia) questo lavoro di formazione del
tessuto confinante, inteso come campo metabolico biodinamico, era an-
64
L’errore della cosiddetta legge fondamentale della biogenetica
65
Come inizia la vita umana
66
Il “segreto del centro organizzativo”
IL “SEGRETO DEL
CENTRO ORGANIZZATIVO”
Torniamo adesso alla terza settimana di sviluppo. Verso la fine della se-
conda e l’inizio della terza settimana, dal disco germinativo si forma –
sotto la guida dinamicamente attiva dell’ectoderma – l’embrione. Pos-
siamo qui constatare una cinetica di sviluppo che porta ad un proces-
so di ripiegamento, che non è una “gastrulazione”, come avviene negli
animali nei quali una parte della superficie del corpo viene invaginata.
Nell’uomo non c’è gastrulazione.
Il ripiegamento del disco germinativo è nell’uomo la conseguenza del
tipo di crescita – irregolare e determinata dalla posizione – nel senso
della lunghezza e della superficie; una crescita orientata verso la minor
resistenza. In relazione al peduncolo di connessione, il ripiegamento ri-
sulta particolarmente intenso, su quell’estremità del disco germinati-
vo che gli sta di fronte e si muove in modo relativamente libero. Il pro-
cesso di ripiegamento forma lì l’estremità superiore (craniale) del disco
germinativo. Il motore di questi ripiegamenti è l’ectoderma, con la sua
crescita intensa. Le sue cellule sono quelle che in misura maggiore re-
clamano il nutrimento, che per vie traverse giunge loro dal sacco vitelli-
no. Come segno della sua attività di crescita abbiamo l’abbondante eli-
minazione dal campo metabolico dei prodotti di decomposizione – so-
prattutto acqua – nella prima cavità amniotica.
È chiaro quindi, che l’ectoderma del disco germinativo rappresenta il
principale apparato formativo del periodo in cui l’embrione si forma.
Il disco germinativo di 0,2 mm, che viene raffigurato nella nostra figu-
ra 6, mostra uno stadio molto importante dello sviluppo dell’uomo, che
però è molto difficile da osservare.
Il disco germinativo non è solo molto piccolo e completamente incolo-
re, ma è anche talmente sottile che solo in casi estremamente rari, cioè
quasi mai, può essere osservato. L’uovo di Göttingen, conosciuto an-
69
Come inizia la vita umana
Fig. 6
Un disco germinativo di mm 0.23 di grandezza, all’inizio della terza settimana. In alto: volta di
espansione dell’ectoderma. In basso: solco di contrazione dell’ectoderma. Estremità inferiore: allan-
toide. 1 Peduncolo di connessione (Uovo Blechschmidt, 1973).
70
Il “segreto del centro organizzativo”
71
Come inizia la vita umana
stretto e acuto nella zona del tronco (fig. 6). La regione cefalica guida la
crescita del giovane embrione. Questo movimento di sviluppo mostra
la preminenza della parte superiore del corpo, in particolare dell’ence-
falo, già nella primissima fase dello sviluppo. Rispetto alla regione cefa-
lica, collo e tronco appaiono come un’appendice.
72
Ogni aggregazione cellulare ha funzioni formative
75
Come inizia la vita umana
76
Ogni aggregazione cellulare ha funzioni formative
77
Come inizia la vita umana
78
Il pensiero teleologico ha generato confusione
IL PENSIERO TELEOLOGICO
HA GENERATO CONFUSIONE
81
Come inizia la vita umana
82
Il pensiero teleologico ha generato confusione
cato e forse persino della loro grande importanza non spiega ancora la
loro genesi. Oggi sappiamo che tutte le attività, persino quelle degli or-
gani di senso, sono state avviate da funzioni di crescita – ossia da fun-
zioni di base al momento della loro formazione – e che solo partendo
da questa base possono gradualmente formarsi le cosiddette funzioni
specifiche degli organi. Vale quindi il principio: ogni funzione superiore
è preceduta da funzioni di crescita. Qualcosa di simile vale persino per
le attività psichiche. Senza una prima crescita specificamente ordinata
delle membrane cellulari dell’encefalo, non è possibile nessuno svilup-
po della memoria, di conseguenza nessun apprendimento e nessuno
sviluppo della fantasia e quindi nessuna attività creativa del pensiero.
Chiamiamo sviluppo funzionale l’esistenza di funzioni di base ed il lo-
ro sviluppo, intesi come principio dell’intera ontogenesi. Normalmen-
te, le attività embrionali sono importanti precursori delle funzioni suc-
cessive e quindi, per quanto sappiamo, costituiscono – anche in senso
fisiologico – non solo una premessa indispensabile, ma anche lo sche-
ma naturale delle funzioni dell’adulto. Sulla base della conoscenza dei
movimenti di sviluppo embrionali, oggi abbiamo un’idea delle regole
di base generali (principi) che governano il funzionamento degli organi
nell’embrione. In generale, vale la regola seguente: non c’è una cellula,
un tessuto o un organo che non funzioni già durante la sua formazio-
ne. Da un confronto tra i movimenti di sviluppo nelle diverse regioni
è emersa la regola di base: gli organi sono di volta in volta attivi in mo-
do conforme alle qualità, che hanno nei rispettivi stadi dell’ontogene-
si. Perciò, nel corso dell’ulteriore sviluppo, ogni attività cambia. Le fun-
zioni di base che possono essere constatate morfologicamente, e non il
loro presunto significato successivo, costituiscono il vero presupposto
per la comprensione delle attività dell’adulto.
83
Le prime differenziazioni sono già uno sviluppo funzionale
LE PRIME DIFFERENZIAZIONI
SONO GIÀ UNO
SVILUPPO FUNZIONALE
1
1
3
4 4
Fig. 7 Fig. 8
Impianto di un embrione umano di circa mm Stesso embrione di circa mm 1.6 di grandezza,
1.6 di grandezza, prima della fine della terza come nella fig. 7. Visione laterale destra. Sezioni
settimana, con porzione cefalica, porzione cervi- di amnios e sacco vitellino. 1 Porzione cefalica del
cale e porzione del tronco (Uovo Ludwig, 1928). giovane embrione. 2 Porzione cervicale. 3 Porzione
Visione dorsale. 1 Porzione cefalica del giovane del tronco. 4 Passaggio dell’ombelico nel peduncolo
embrione, 2 Porzione cervicale, 3 Porzione del di connessione. A partire dall’ombelico, l’embrione
tronco, 4 Peduncolo di connessione. comincia ad allungarsi dorsalmente.
85
Come inizia la vita umana
una stretta porzione cervicale ed una porzione del tronco acuta e molto
piccola. Al suo margine, passa dorsalmente nell’amnios e ventralmente
nel sacco vitellino, quella che in seguito viene chiamata vescicola om-
belicale. Nella terza settimana troviamo che gli embrioni hanno un om-
belico relativamente grande. Sul suo ampio margine superiore si trova
il torace dell’embrione con la cavità toracica dell’embrione precoce e il
cuore (fig. 9 e 10). La cavità toracica, il celoma embrionario primario,
si presenta come una stretta fessura a forma di ferro di cavallo, situata
sul margine superiore dell’ombelico. Generalmente, già in embrioni di
mm 1,5 di grandezza, questo spazio si forma in modo biodinamico al
1
1 2
Fig. 9 Fig. 10
Stesso embrione di circa mm 1.6 di grandezza, come nella Porzione della regione toracica dell’em-
fig. 7. Visione ventrale. 1 Regione toracica dell’embrione brione di fig. 9. 1 Sezione del margine
primario (fig. 10). Estremità superiore del corpo. 2 Pas- dell’amnios, 2 Sezione del margine del
saggio dell’estremità inferiore dell’embrione nel peduncolo di sacco vitellino, 3 Spazio toracico del
connessione. In mezzo, endoderma dell’ombelico, sezionato giovane embrione. La parte punteggiata
dal sacco vitellino. indica il primordio del cuore.
86
Le prime differenziazioni sono già uno sviluppo funzionale
Fig. 11
Embrione umano di appena mm 3 (Corner). Formazione della cavità celomatica. Nella regione dell’om-
belico, mentre in superficie il mesoderma si allontana ventralmente – nella direzione indicata dalle frecce
– dal tubo neurale, in profondità il mesenchima diventa meno denso. La cavità celomatica si è quindi for-
mata. 1 Passaggio della cavità toracica (primordio del celoma) dell’embrione precoce, nella cavità corionica
(extra embrionale), 2 Sacco vitellino, 3 Peduncolo di connessione, 4 Lato dorsale della regione cervicale
dell’embrione precoce, 5 Protuberanza cardiaca.
87
Come inizia la vita umana
Tav. 1
Embrione di mm 3.1 di grandezza (Blechschmidt), con un’età di circa 24 giorni. Non è ancora curvato ed
è quindi più alto dell’embrione di mm 2.57, che ha già 26 giorni di età (Tavola II e figure 19, 20, 34).
1 Corion con villi corionici. 2 Testa e cuore. 3 Porzione del tronco del giovane embrione. 4 Amnios.
88
Le prime differenziazioni sono già uno sviluppo funzionale
1
4 1
2 2
3 3
Fig. 12 Fig. 13
Embrione umano di circa mm 2.2 di grandezza (Payne). Porzione dell’embrione di fig. 12.
Visione dorsale. Terza settimana di sviluppo. 1 Regione Il primordio del sistema nervoso
cefalica del giovane embrione, 2 Regione cervicale, 3 Regione è punteggiato. Nel mesenchima
del tronco. A lato del tubo neurale, la parete corporea è dell’ombelico, le vene sono raffigura-
segmentata (somiti). Nella regione cervicale, il solco neurale te in bianco, i primordi dell’aorta in
è già parzialmente chiuso, diventando così il tubo neurale. nero. 1 Regione cefalica del giovane
All’altezza di (1) e di (3) è ancora aperto (neuroporo su- embrione, 2 Regione cervicale, 3 Re-
periore e inferiore). gione del tronco, 4 Cuore.
89
Come inizia la vita umana
Tav. 2
Embrione di mm 2.57 di grandezza (Blechschmidt), con sacco vitellino e amnios. Ha un’età di circa 26
giorni. L’estremità superiore e quella inferiore del corpo sono rese visibili attraverso la fenestrazione dell’am-
nios. 1 Villi corionici, 2 Sacco vitellino, 3 Cavità corionica, 4 Corion, 5 Embrione.
90
Le prime differenziazioni sono già uno sviluppo funzionale
2 1
2
3 5
4
Fig. 14 Fig. 15
Embrione umano di fig. 12. Visione ventrale. Embrione umano di fig. 12. La parte punteggia-
L’endoderma è raffigurato in modo trasparente, ta indica il primordio del tubo neurale. La parte
in modo da rendere visibile una gran parte delle esterna del giovane tubo intestinale è tratteggiata in
coppie dei primordi dell’aorta. Nella porzione senso trasversale, quella interna, in senso longitudi-
cervicale dell’embrione è rappresentato il tessuto nale. 1 Regione della bocca del giovane embrione, 2
confinante esterno ed interno del cuore. 1 Parete Regione toracica (sito del cuore), 3 Regione ventrale:
laterale della regione cefalica, 2 Arterie degli ar- campo di corrosione all’estremità inferiore dell’em-
chi viscerali, ancora allo stadio capillare, 3 Vasi brione (regione anale). A sinistra di 4: Allantoide;
venosi che affluiscono al cuore sul margine supe- al di sopra di 4: Endoderma del tronco. 5 Lato
riore dell’ombelico. dorsale della regione cervicale del giovane embrione.
91
Come inizia la vita umana
1 6
7
8
4
2 2 9
5
3
10
Fig. 16
Embrione umano di mm 3.1 di grandezza (Blechschmidt). Inizio della quarta settimana. A sinistra: lato
dorsale; al centro: visione laterale; a destra: lato ventrale. 1 Margine superiore dell’ombelico, 2 Lato dorsale
della regione cervicale, 3 Margine inferiore dell’ombelico, 4 Orifizio superiore e 5 inferiore dell’intestino, 6
Lato anteriore della regione cervicale (solco cervicale), 7 Margine superiore dell’ombelico con porzione ante-
riore della regione toracica del giovane embrione, 8 Margine laterale dell’ombelico con porzione laterale della
regione toracica; la parte centrale punteggiata rappresenta l’endoderma della precoce regione addominale, 9
Estremità inferiore laterale della precoce regione toracica (orifizio celomatico), 10 Peduncolo di connessione.
La parte in alto rilievo del lato dorsale leggermente punteggiata indica protuberanze dorsali e somiti.
92
Le prime differenziazioni sono già uno sviluppo funzionale
Fig. 17
Sezione della regione toracica dell’embrione di mm 3.1 di grandezza. Lo spazio toracico corrispondente al
margine superiore dell’ombelico è aperto, per cui il cuore è visibile. 1 Ventricolo cerebrale ancora aperto e
ingresso nella vescicola oculare. L’embrione già “guarda” oltre il margine superiore dell’ombelico.
2
1
Fig. 18
Parete corporea di un embrione di mm 2.5 di grandezza (Blechschmidt). 26 giorni. La parte punteggiata
indica ectoderma ispessito tra addome e dorso (anello ectodermico). La parte punteggiata con più evidenza
rappresenta il cordone ombelicale. Sotto (1), le pieghe formatesi con il distendersi dell’estremità inferiore del
corpo, accompagnato dal crescente allungamento dell’embrione. 2 Pieghe di curvatura. Cerchio nero vescicola
otica, cerchio bianco vescicola oculare.
93
Come inizia la vita umana
Fig. 19 Fig. 20
Stesso embrione della figura 18. Organi dorsali e addominali. 4 Stesso embrione della figura 18.
Vescicola otica, 6 Somite inferiore della regione cervicale. Nel set- Tubo neurale, tubo intestinale, vasi
tore dei somiti, il tessuto interno dell’embrione (mesenchima) viene sanguigni e cuore. 1 Vescicola otica
intaccato e quindi suddiviso dai vasi sanguigni (fig. 21), 5 Pleura, con nervi cranici, 2 Vena cardinale
7 Peritoneo, 8 Dotto di Wolff, 9 Mesenchima non ancora intac- superiore, 3 Aorta con le sue rami-
cato (non segmentato). Frontalmente: 1 Sacco vitellino sezionato ficazioni verso il midollo spinale,
(Ductus omphaloentericus), 2 Ectoderma vicino all’endoderma nel 4 Vena ombelicale, 5 Cuore, 6
campo di corrosione del nascente orifizio inferiore del corpo (mem- Fegato.
brana anale), 3 Estremità inferiore del tubo intestinale.
94
Le prime differenziazioni sono già uno sviluppo funzionale
Fig. 21
Embrione di mm 4.2 di grandezza (Blechschmidt). 28 giorni. Il cordone ombelicale è ancora a forma di
imbuto. La parte punteggiata indica i primordi delle estremità. Si notano 4 evidenti pieghe nella regione
del viso. Nella regione dorsale le pieghe, che si formano per l’incurvarsi della crescente estremità inferiore del
corpo, sono contrassegnate da linee. Sotto l’altorilievo delle pieghe ci sono già 30 coppie di somiti.
95
Come inizia la vita umana
4
2
Fig. 22
Embrione di mm 4.2 di grandezza (fig. 21). Visione laterale sinistra. 1 Arteria ombelicale, 2
Prima piega di curvatura, 3 Ultima piega di curvatura dell’ectoderma (la regione inferiore della
laringe esterna ), 4 Braccio.
96
Le prime differenziazioni sono già uno sviluppo funzionale
1 2
Fig. 23 Fig. 24
Stesso embrione di mm 4.2 di grandezza visto frontalmente e di- Pieghe di un embrione di mm
sposto in modo obliquo. Nella regione cefalica superiore si vedono le 5 di grandezza, disposte circo-
pieghe dell’embrione, nella regione del tronco si vedono le pieghe che larmente sull’asse longitudina-
si sono formate per l’incurvarsi della crescente estremità inferiore del le dell’embrione. 2 Primordio
corpo. Queste ultime determinano di volta in volta la posizione dei della mandibola, 3 Protube-
nervi del “viso” e del midollo spinale; 1 Primordio delle braccia. ranza cardiaca.
97
Come inizia la vita umana
Fig. 25
Stesso embrione di mm 4.2 di grandezza di figura 22. Serie di ricostruzioni di sezioni. 1 Nervo
trigemino, 2 Vescicola otica, 3 Gangli spinali, 4 Fegato, 5 Apparato escretivo precoce, 6 Parte ven-
tricolare del cuore, 7 Vescicola oculare. Al contatto con i vasi segmentali dell’aorta, i nervi spinali si
formano all’inizio come gangli spinali. In questa fase, alla fine del primo mese, tutti i grandi sistemi
organici - quali il sistema nervoso, il sistema dei visceri, il sistema vascolare, l’apparato motorio e
l’apparato escretivo - possono essere già verificati.
98
Il “segreto delle branchie”
IL “SEGRETO
DELLE BRANCHIE”
Fig. 26
Pieghe di un embrione di mm 2.57 di grandezza (mandibola embrionale precoce, regione esterna
della lingua, regione esterna della laringe). 1 Protuberanza cardiaca, 2 Arco ioideo, sotto cui c’è il I
arco branchiale (arco orale).
101
Come inizia la vita umana
2
1
Fig. 27
Regione cefalo-cervicale dell’embrione di mm 2.57 di grandezza. In nero: nervi cranici V, VII, VIII
e IX (Nervus trigeminus, acustico-facialis e glossopharyngeus). Tratteggiato in bianco: primordi delle
arterie. Tratteggiato in nero: intestino cefalico. 1 Vena cardinale superiore, 2 Mesenchima che funge
da sostegno dell’encefalo nel prolungamento dell’aorta, che resta comunque corta, 3 Aorta ventrale
nel passaggio alla prima e seconda anastomosi aortica (arteria dell’arco viscerale), 4 Aorta dorsale
destra.
102
Il “segreto delle branchie”
Fig. 28
Vasi delle aorte di un embrione di mm 3.4 di grandezza (Blechschmidt), di circa 27 giorni. 1 Pro-
sencefalo con vescicola oculare, 2 Cuore, 3 Metencefalo con adiacente vescicola otica.
103
Come inizia la vita umana
3 4
Fig. 29
Veduta dello stesso embrione di mm 3.4 di grandezza di fig. 28. L’encefalo con vescicole oculari
piegato in avanti si trova ancora sopra il cuore. Vicino (1), cute esterna (ectoderma). Sotto (2) i
primi nervi dell’embrione (Nervus trigeminus e Nervus acustico-facialis). A fianco di (3), pieghe
di endoderma (tasche faringee). Sopra (4), primordio della successiva narice. La fossa attualmente
ancora piatta si forma, poiché qui la cute viene trattenuta da un funicolo tissutale limitato nella
crescita. A fianco di (5), pericardio.
104
Il “segreto delle branchie”
stro di vasi delle aorte che si stringe attorno all’intestino cefalico (farin-
geo). Mentre i singoli archi faringei s’ispessiscono e s’inarcano in avan-
ti nella cavità (lumen) dell’intestino cefalico che si è allargato trasver-
salmente, l’endoderma tra i solchi spinge verso l’esterno e forma le co-
siddette tasche faringee. Biodinamicamente, queste tasche sono impor-
tanti per la nascita di particolari ghiandole, che in termini funzionali si
svilupperanno nei cosiddetti apparati endocrini. Torneremo ancora su
questo argomento.
Nell’area delle pieghe di curvatura la parete del corpo s’ispessisce gra-
dualmente, sia internamente che esternamente, assumendo la forma di
un arco. Nelle pieghe di curvatura scorrono le cosiddette arterie dell’ar-
co faringeo. Tra gli archi confinanti, la cui crescita aumenta, si forma-
no esternamente dei solchi e internamente le tasche faringee. Con la
crescita della superficie del tessuto confinante adiacente, l’ectoderma e
l’endoderma sono così reciprocamente compressi nei solchi, che la pa-
rete della testa diventa estremamente sottile; a volte si formano persi-
no dei campi di corrosione, in cui le cellule periscono. In questo caso
si formano delle fessure nella parete della testa, che sono state errone-
amente interpretate come rudimentali fessure di branchie. Non si trat-
ta però di un segno appartenente ad un passato irrisolto, ma di campi
di corrosione di embrioni umani.
Con la crescente curvatura dell’embrione, l’efflusso di sangue dalla 1°
arteria dell’arco faringeo si sposta sempre più nelle arterie successive.
In questo contesto avvengono le obliterazioni delle arterie “piegate”
dell’arco faringeo.
105
Prime e successive funzioni del sistema nervoso
PRIME E SUCCESSIVE
FUNZIONI DEL
SISTEMA NERVOSO
107
Come inizia la vita umana
Il lato esterno (più grande) della parete è in contatto con il tessuto in-
terno circostante, il lato interno (più piccolo) con il liquido del neuro-
cele. Lo strato che è in contatto con il tessuto interno forma un campo
metabolico spazialmente delimitato (il cosiddetto velo marginale), nel
quale si notano numerose caratteristiche morfologiche di un’intensiva
assunzione di cibo. Questo strato svolge il maggior lavoro nell’accresci-
mento della superficie del giovane tubo neurale.
Rispetto a questo, la superficie del tubo neurale che si trova in contat-
to con il liquido del neurocele deve svolgere poco lavoro per il proprio
accrescimento. Qui troviamo (vicino al ventricolo) una intensa prolife-
razione (ventricolare) di nuclei, ossia una vivace attività all’interno del-
le cellule, ma non troviamo alcuna crescita e nessun rifornimento dei
vasi. Alla luce del microscopio, lo strato intermedio tra gli strati con-
finanti del tubo neurale non appare né bianco come lo strato esterno,
che consiste quasi esclusivamente di processi cellulari, né nero come lo
strato interno, che è ricco di nuclei e quindi può essere colorato di scu-
ro. Appare, bensì, grigio. Qui, tra numerosi processi di corpi cellulari, ci
sono molti nuclei cellulari in ampi corpi cellulari, distribuiti nello spa-
zio in modo abbastanza omogeneo. Ciò che appare bianco all’esterno,
nero all’interno e grigio in mezzo, sono zone con funzioni di cresci-
ta differenti. Nella zona esterna si trovano i processi, originati nei cor-
pi cellulari della zona nera. Il gran numero di questi processi determi-
na l’estensione del tubo neurale. I processi sono associati in modo così
denso che i nuclei cellulari qui non hanno spazio. Soltanto in prossimi-
tà del ventricolo le cellule sono nella condizione di proliferare e spin-
gersi l’un l’altra senza lavoro esterno.
Solo successivamente troviamo che nell’encefalo, tangenzialmente alla
superficie, si formano delle ramificazioni in prossimità del letto vasco-
larizzato. Tra le zone di crescita e di proliferazione, dove si è ora crea-
to sufficiente spazio per i processi, troviamo nuclei cellulari che migra-
no dalla zona di proliferazione e diventano nuclei di cellule gangliari:
dallo strato interno, vanno a sistemarsi nel più spazioso strato interme-
dio. Verso la fine del secondo mese, a causa dell’allargamento del tubo
neurale, trovano nel cervello l’opportunità e la motivazione per forma-
108
Prime e successive funzioni del sistema nervoso
3 c
2 a
Fig. 30
Schema della corteccia cerebrale di un embrione umano di mm 32 di grandezza. A: liquido ventrico-
lare. B: tunica vascolare (Pia madre). 1 “Strato nero”: strato delle mitosi ventricolari (proliferazione
cellulare con molti nuclei cellulari), 2 “Strato grigio”: zona con nuclei cellulari e sostanza bianca
(strato intermedio), 3 “Strato bianco”: zona di intensa assimilazione nutritiva dall’esterno, quasi
priva di nuclei cellulari. La parte tratteggiata indica la corteccia cerebrale.
109
Come inizia la vita umana
Come avviene però, da un punto di vista biocinetico, che alcune vie di-
ventano vie centripete, che vanno cioè dalla periferia al centro, mentre
altre diventano vie centrifughe, che dal tubo neurale vanno alla perife-
ria? In breve: come fanno i nervi a trovare la loro strada? Per chiarire
questa questione, la cinetica di sviluppo può dare qualche contributo.
Da una più precisa analisi morfologica, appare come la formazione del-
le vie, presenti due diversi tipi: la formazione di dendriti e la formazio-
ne di neuriti. Entrambi sono posizionati in modo topograficamente ca-
ratteristico. Gli uni connessi con l’epidermide, che è biodinamicamen-
te ispessita dall’impedimento della crescita della superficie; gli altri con-
nessi con i muscoli, che crescono in campi di distensione.
Più precisamente, se si parte da una prospettiva di cinetica di sviluppo,
si può osservare da un lato un movimento fluidico (flussione), diretto
verso il nucleo delle cellule gangliari, mentre dall’altro un movimento
metabolico, simile a un flusso, che si allontana dal nucleo. Tutte le vie
utilizzano sempre strutture guida preesistenti. Anche qui dunque lo svi-
luppo posizionale è già evidente, ancor prima che lo sviluppo della for-
ma e della struttura delle vie siano riconoscibili.
Secondo le nostre osservazioni, la prima direzione di flussione è una
direzione di crescita, che deve essere intesa come un segno caratteri-
stico di gradiente di concentrazione. Soprattutto nel campo metabo-
lico della sostanza intercellulare, che è molto scarsa nell’area delle ter-
minazioni nervose dell’embrione precoce, bisogna sempre supporre si-
mili gradienti di concentrazione. Essi stanno a significare una polariz-
zazione delle cellule nervose embrionali, che è decisiva dal punto di vi-
sta cinetico e topografico per i successivi “circuiti” sinaptici del siste-
ma nervoso.
Per il nostro discorso, ciò che ci interessa è che, di norma, le prime aree
“sensibilmente” innervate sono zone di cute ispessita. Non possiamo
escludere che qui, nel campo metabolico delle cellule dell’epidermide,
attraverso la continua trasformazione delle membrane plasmatiche, vi
sia una secrezione di particelle che vengono assunte dalle cellule gan-
gliari più vicine, causandone l’ampliamento di superficie, che ricono-
sciamo come dendriti emergenti. Ci sono buoni motivi per supporre
110
Prime e successive funzioni del sistema nervoso
111
Come inizia la vita umana
112
Prime e successive funzioni del sistema nervoso
113
Come inizia la vita umana
114
Sviluppi funzionali
SVILUPPI FUNZIONALI
117
Come inizia la vita umana
6
7
4
Tav. 3
Embrione di mm 15.5 di grandezza, 6 settimane di età. 1 Flessura cervicale, 2 Margine del viso. Al
di sotto di (2): protuberanza della muscolatura cervicale superficiale, 3 Flessura toracica superiore, 4
Protuberanza della muscolatura toracica dorsale e laterale, 5 Anca, 6 Primordio della regione dello
sterno, 7 Sacco vitellino. L’embrione comincia a ruotare verso la bocca la piccola mano con il pollice
ed a scalciare con il piede contro il cordone ombelicale. Il piede è già un po’ angolato verso la gamba
(v. anche la tavola 7 a pag. 135).
118
Sviluppi funzionali
119
Come inizia la vita umana
Tav. 4
Viso di un feto umano di mm 58 di grandezza. Terzo mese. L’encefalo ascende rispetto ai visceri.
Viceversa, i visceri discendono rispetto all’encefalo. Il volto, situato in mezzo, si allunga. Con la
discesa dei visceri il collo diventa sottile.
120
Sviluppi funzionali
121
Come inizia la vita umana
Tav. 5
Feto di circa mm 60 di grandezza. Il suo momentaneo atteggiamento corporeo ricorda quello di un
piccolo trombettista.
122
Sviluppi funzionali
123
Come inizia la vita umana
IL PRIMO RESPIRO
Anche nell’ambito dello sviluppo toracico è possibile nuovamente rile-
vare uno sviluppo funzionale.
Mentre l’intenso rifornimento di sangue richiesto dallo sviluppo ence-
falico stimola la rapida crescita del cuore, al di sotto, sotto lo stimolo
dell’aumento di afflusso sanguigno al cuore, cresce la dimensione del
fegato (epatizzazione). Con il continuo aumento della sua dimensione,
soprattutto ventralmente e lungo il dorso verso il basso, il diaframma in
crescita si appiattisce a tal punto che fino al compimento del secondo
mese – in embrioni umani di circa 30 mm – raggiunge posteriormente
la colonna lombare (fig. 31).
5
8
4
3
7
2
6
Fig. 31
Embrioni di mm 10 e mm 29 di grandezza. Con la crescita del fegato, il diaframma si attacca
sempre più in basso alla colonna vertebrale, in modo crescente (discesa del diaframma). 1 Parte
inferiore del diaframma, 2 Sommità del diaframma, 3 Regione superiore del polmone, 4 Seconda
vertebra cervicale, 5 Cervelletto, 6 Fegato, 7 Cuore (nell’embrione di mm 10 punteggiato), 8 Emi-
sfero cerebrale destro.
124
Sviluppi funzionali
Fig. 32
Embrione di mm 10 di grandezza. Formazione del polmone nell’angolo cuore-fegato. La parte scu-
ra, punteggiata in modo fitto, indica il pericardio, mentre il peritoneo è punteggiato in modo leggero.
Pleura e polmone in nero. Serie di ricostruzioni di sezione Blechschmidt.
125
Come inizia la vita umana
ta della parete toracica, la discesa dei visceri che transitano nella colonna
vertebrale, causa la recisione delle coste.
Nell’area di recisione si formano le articolazioni delle coste e della co-
lonna vertebrale. Anch’esse quindi sono differenziazioni causate dal-
la crescita. In generale, le articolazioni sono formate dalla crescita, so-
no cioè articolazioni della crescita. In connessione con l’espansione del
torace in crescita nelle diverse direzioni, anche nei polmoni si forma-
no, ancora una volta in modo biodinamico, delle lacerazioni. A causa
di queste, i lembi dei polmoni si dividono nei lobi polmonari. La for-
mazione dei polmoni quindi è già un inizio molto differenziato dell’at-
tività respiratoria. A rigor di termini, è inesatto designare come il “pri-
mo” respiro il riempirsi d’aria dei polmoni alla nascita. I movimenti re-
spiratori, che attraverso la trachea portano l’aria ai polmoni, sono con-
tinuazioni di attività che vengono preconfigurate in modo estremamen-
te complicato molto prima della nascita.
Fig. 33
Parete toracica e organi interni di un embrione di mm 17.5 di grandezza. Dispiegamento del pol-
mone con la crescita toracica. La parte punteggiata in modo fitto indica pericardio e cuore, mentre
peritoneo e visceri addominali sono punteggiati in modo leggero. Pleura e polmone in nero. Serie di
ricostruzioni di sezione Blechschmidt.
126
Sviluppi funzionali
Tav. 6
Embrione umano di mm 11 di grandezza, con un’età di 6 settimane. L’estremità superiore del corpo
risulta chiaramente più smussata di quella inferiore. 1 Pieghe della regione dorsale laterale (sito dei
somiti), formatesi in successione (metameri) dall’alto verso il basso, 2 Flessura cervicale, 3 Orecchio
esterno, 4 Sottile parete corporea sopra il midollo spinale, 5 Ginocchio.
127
Come inizia la vita umana
128
Sviluppi funzionali
Fig. 34
Tubo intestinale di un embrione di mm 2.5 di grandezza. 1 Apertura della bocca, 2 Endoderma del
nascente tratto trachea-polmoni, 3 Fegato, 4 Vescica urinaria.
129
Come inizia la vita umana
chiale più grande (la quarta, particolarmente evidente da una prospettiva la-
terale), ciò vuol dire che con il raddrizzarsi dell’arteria, il cuore si rovescia
in avanti e allo stesso tempo verso l’alto e che, in modo simile a quanto av-
verrà nell’adulto, il battito dell’apice cardiaco urta la parete toracica. Grazie
a questi movimenti di sviluppo, la distanza tra l’estremità libera del cuore e
il retrostante intestino aumenta.
Seguendo i movimenti, il tubo intestinale si piega, sviluppando la prima
grande ghiandola intestinale, il fegato, nello spazio di dilatazione (spazio di
risucchio) che si va formando. Ciò che ora c’interessa è fornire un esem-
pio per lo sviluppo di una ghiandola. Tutte le normali ghiandole sono for-
mazioni appendicolari di epiteli. Sono soprattutto varianti delimitate della
parte interna del tessuto confinante, che localmente viene indotto alla for-
mazione di ghiandole. Nell’area di formazione del fegato, l’epitelio, che è in
rapida crescita, trova moltissimo spazio a disposizione e l’opportunità per
diventare la più grande ghiandola intestinale. Prima, con il pancreas in for-
mazione, è solo un’ansa cieca. Divenuto sufficientemente grande, il fegato
in crescita esercita, come abbiamo dimostrato, funzioni formative nello svi-
luppo toracico e nella formazione dei polmoni.
Ogni ghiandola, già al momento della formazione, produce una secrezione
per noti motivi biodinamici. Sia la secrezione del fegato, sia quella del pan-
creas raggiungono il tubo intestinale dell’embrione, dove producono una
mistura di sostanze paranutritive che possono essere riassorbite, una sorta
di pre-nutrimento. Le materie prime di questa pre-nutrizione affluiscono in
ricca misura al fegato o al pancreas attraverso i vasi ombelicali.
Possiamo considerare anche la differenziazione più fine dell’intestino
nel quadro della totalità dei processi formativi. Ciò che segue riveste, da
un punto di vista biodinamico, un interesse più generale. Come segno
di intensa crescita superficiale dell’endoderma intestinale, si originano
generalmente formazioni di alto e basso rilievo lungo il lumen intesti-
nale, non appena la resistenza alla distensione della muscolatura circo-
lare impedisce una regolare espansione. Dalle formazioni in alto rilie-
vo si formano i villi intestinali, dalle formazioni in basso rilievo si for-
mano le ghiandole intestinali. I villi intestinali entrano ampiamente in
contatto con il contenuto dell’intestino. L’epitelio intestinale, che come
130
Sviluppi funzionali
tutti gli epiteli cresce più intensamente del tessuto interno, si solleva so-
pra il tessuto interno alla base dei villi, in direzione del lumen. A causa
della maggiore intensità della crescita superficiale rispetto a quella volu-
metrica, si crea un gradiente di pressione biodinamico in direzione della
superficie dei villi e fino allo stroma sottostante. In corrispondenza del
gradiente di pressione, gli apici dei villi cominciano ad assorbire conte-
nuto intestinale. Viceversa, le cellule che formano il basso rilievo del-
la parete intestinale entrano in contatto in modo più ampio con il tes-
suto interno. Queste cellule assumono sostanza dal sottostante tessuto
interno e formano la secrezione ghiandolare.
Da analisi comparative dei movimenti di sviluppo nelle diverse regio-
ni intestinali, è emerso che anche per la formazione delle ghiandole
è necessaria non solo l’opportunità spaziale, ma anche un immedia-
to motivo spazio-temporale. Le ghiandole si formano sempre in zone
para(epi)teliali, cioè in campi che si distinguono, per quanto concerne
la cinetica di sviluppo, come campi di risucchio. Richiamano alla men-
te la formazione dei polmoni, che sono simili a ghiandole, e del fega-
to negli spazi di dilatazione. Il principio cinetico o biodinamico di que-
Fig. 35
Sviluppo successivo del profilo cervicale in relazione con la discesa del cuore. Stadi di un embrione di
mm 17, mm 30 e mm 43.
131
Come inizia la vita umana
sto sviluppo funzionale vale per tutte le ghiandole che sono state finora
prese in esame in un embrione. Di norma, nelle aree di formazione del-
le ghiandole, l’epitelio forma delle sacche, nelle cui pareti le cellule epi-
teliali – proprio in corrispondenza dell’area convessa – sono perpendi-
colari alla superficie libera, convergendo tra di loro in direzione del li-
quido oppure divergendo in direzione del tessuto interno confinante.
Chiamiamo epiteli sfenoidali, le aggregazioni cellulari con i margini cel-
lulari orientati in questo modo. La crescita di epitelio sfenoidale è una
importante e costruttiva premessa, non solo per la formazione di spazi
di risucchio (ghiandole), ma anche in generale per la formazione di ar-
cate e la crescita localmente differenziata del tessuto confinante.
Considerazioni analoghe valgono anche per le cosiddette ghiandole
endocrine. Prendendo in esame la tiroide, l’analogia con le ghiando-
le esocrine diventa evidente: il campo metabolico biodinamico di que-
sta ghiandola si trova nell’area di discesa dei visceri cervicali, descrit-
ta in precedenza. Il pavimento ghiandolare della tiroide in formazione
scende insieme al cuore, che proviene dall’area cervicale, fino all’inter-
no dello spazio toracico. È già possibile vedere esteriormente la cine-
tica di cui stiamo parlando, grazie al cambiamento che interviene nella
configurazione del tratto cervicale dell’embrione, che gradualmente di-
venta più stretto (fig. 38). In questo contesto è possibile dimostrare che
il primordio della tiroide, subito dopo la sua formazione, si stacca dal-
la matrice epiteliale. Il distacco dell’epitelio ghiandolare dalla sua ma-
trice epiteliale ha come conseguenza la perdita del dotto di uscita della
ghiandola, che resta priva di sbocco. A causa di ciò, il primordio stabi-
lisce rapidamente rapporti da ogni parte con il tessuto interno ricco di
vasi. La tiroide quindi non diventa semplicemente una ghiandola senza
dotto d’uscita, ma diventa una “ghiandola ematica”, ossia una ghiando-
la, che fornisce la sua secrezione al sangue.
Clinicamente, viene ora chiamata ghiandola a secrezione interna. Il distac-
co è in generale caratteristico per la formazione e lo sviluppo funzionale
delle ghiandole endocrine.
Campi metabolici sostanzialmente simili da un punto di vista biodinamico,
mostrano le differenziazioni che si formano dorsalmente (dietro la regione
132
Sviluppi funzionali
4
5
6
Fig. 36
Embrione di mm 6.3 di grandezza (Blechschmidt). La muscolatura segmentata (miotomi) della
regione dorsale è scoperta. Nella regione toracico-addominale pericardio e peritoneo sono fenestrati. Il
peritoneo, in corrispondenza delle radici delle estremità, è punteggiato. 1 Primordio delle braccia, 2
Polmoni, fegato, stomaco, 3 Lunga piega del peritoneo, che contiene il dotto di Wolff, a cui è attaccato
(5) il primordio epiteliale dei reni, 4 Vescica urinaria, 6 Arteria ombelicale sinistra.
133
Come inizia la vita umana
3
1 4
2 5
Fig. 37
Ricostruzione parziale dell’embrione di mm 6.3 di grandezza. Nervi cranici e spinali, tubo inte-
stinale con cuore e fegato. 1 e 2 Nervi cranici (nervus acustico-facialis [N. VII, VIII] e nervus
trigeminus), 3 Nervi dell’arto superiore, 4 Fegato e stomaco, 5 Pancreas, 6 Cistifellea, 7 Intestino
cieco, 8 Vescica urinaria e rene, che è ancora un’ansa cieca del dotto di Wolff.
134
Sviluppi funzionali
2
2 8
9
3
10
4
11
Tav. 7
Embrione di mm 20 di grandezza. Con una sottile pinzetta, il cordone ombelicale tra le piante dei
piedi e con esso la parete anteriore del tronco vengono rimossi. Si vede in modo più chiaro che nella
tavola III la differente posizione di braccia e gambe. Tra cuore e stomaco è riconoscibile il diaframma.
1 Parete laterale del naso, che si risolve nell’arcata zigomatica, 2 Falange distale del mignolo, 3 Co-
sta, dotto di Wolff, vena cava inferiore (sezione), cuore, 4 Intestino cieco, apparato genitale esterno, 5
Dita del piede e tallone, 6 Occhio, 7 Atrio sinistro del cuore, 8 Polmone sinistro, qui rimosso dalla
cavità toracica, 9 Ghiandola surrenale destra, fegato sezionato, lato inferiore del diaframma, 10
Stomaco, 11 Estremità inferiore del corpo (coccige).
135
Come inizia la vita umana
ra, compresi i movimenti delle particelle della escrezione che sta ora
iniziando, facciano parte di un unico processo. In questo contesto, essi
rendono comprensibile lo sviluppo funzionale.
La “cavità” priva di cellule all’interno del diverticolo renale in crescita è
infatti uno spazio di ipotensione, in cui può essere filtrato del liquido dal
letto del sistema di calici. Il liquido filtrato, attraverso il peduncolo del
bacinetto renale (uretere), giunge nella vescica urinaria e alla sua sommi-
tà (allantoide), a causa della diffusione, giunge nei vasi ombelicali. Non
ci è nota nessun’altra area di sviluppo in cui la differenziazione del tes-
suto sarebbe biodinamicamente possibile per un rene.
Fig. 38
Tubo neurale e tubo intestinale di un embrione di mm 10 di grandezza. 1 Trachea e polmone, 2
Cistifellea. Sotto (1) stomaco e duodeno, 3 Endoderma della prima ansa intestinale con appendice
vermiforme. Sotto (3) allantoide. A sinistra di (4) bacinetto renale e i calici renali. 17 Tiroide, 27
Midollo spinale, 28 Canale centrale, 30 Esofago, 31 Trachea, 33 Stomaco, 36 Pancreas, 41 sbocco
della vescica urinaria. (I rimanenti numeri in piccolo sono commentati singolarmente in Blechschmidt
E., Die vorgeburtlichen Entwicklugsstadien des Menschen, 1961 Karger, Basel.)
136
Sviluppi funzionali
I PRIMI MOVIMENTI
DI PRENSIONE
In un embrione umano di ca. 2,5 mm, una minuscola piega di un’estre-
mità si solleva lateralmente sulla parete del tronco. Si innalza appena
sopra il livello della parete corporea. Si tratta di un particolare segmen-
to della cute. Se si osserva questa zona nel contesto dei campi metabo-
lici confinanti, si nota che essa delimita il lato di un campo, esattamente
dove la parete della cavità celomatica – sotto la cute – si piega in avanti
ad angolo acuto, a partire dal letto del midollo spinale embrionale (an-
golo peritoneo midollo spinale, fig. 39). A lato di questo angolo, si for-
mano i primordi delle estremità. Si trovano le seguenti correlazioni to-
pografiche, che costituiscono i fondamenti della dinamica di sviluppo.
Con la crescita della curvatura dell’embrione, la cute si piega e si ispes-
Fig. 39
Embrione di mm 2.57 di grandezza di fig. 19. Sito di formazione delle estremità. 1 Vertice supe-
riore dell’angolo midollo spinale-peritoneo, 2 Vertice inferiore dell’angolo midollo spinale-peritoneo.
Le frecce indicano allontanamento del peritoneo dal midollo spinale. 3 Lato interno dell’endoderma
ombelicale.
137
Come inizia la vita umana
Fig. 40
Embrione di mm 4.2 di grandezza. Posizione delle estremità in relazione al peritoneo. In nero i ner-
vi. La parte punteggiata in modo fitto indica endoderma dell’intestino cefalico. La parte punteggiata
in modo leggero indica la parete ancora indivisa del celoma. La linea di contorno indica le estremità.
1 Celoma ombelicale.
138
Sviluppi funzionali
Fig. 41
Embrione di mm 6.3 delle figure 36 e 37. Le estremità sono accostate (addotte) alla protuberanza
epatica ed al cordone ombelicale.
139
Come inizia la vita umana
1 1
Fig. 42 Fig. 43
Embrione di mm 15 di grandezza. Con i primordi Margine del palmo della mano dell’em-
degli arti superiori, l’embrione dà inizio al movimen- brione di mm 15 di grandezza di fig.
to di prensione (prensione di crescita), mentre con i 42. Corrisponde in modo ondulatorio
primordi dell’arto inferiore comincia a scalciare. Il alla multiradialità del metacarpo.
ginocchio è rivolto lateralmente e il dorso del piede Qui si alternano zone spesse con zone
forma già un angolo con la gamba. Collezione Ble- sottili. Nelle zone spesse si forma lo
chschmidt. scheletro.
140
Sviluppi funzionali
Fig. 44
La formazione dello scheletro nel palmo della mano dipende dalla cute. La sezione longitudinale
corrisponde al piano di sezione 1...1 di fig. 43. Frecce divergenti: crescita superficiale dell’ectoderma.
Frecce convergenti: funzione di sostegno delle arterie. Frecce caudate: spostamento fluidico. Anelli: se-
zioni trasversali della rete vascolare. Parte tratteggiata: primordio dello scheletro. Il tessuto confinante
(ectoderma), il principale assimilatore di sostanze nutritive, riceve il suo nutrimento dal sottostante
tessuto interno. Con l’afflusso di sostanze nutritive all’ectoderma, si forma qui una fitta rete di ca-
pillari. Questi non nutrono solo l’ectoderma, ma anche lo stroma immediatamente adiacente ad esso.
Questo si sviluppa nel derma, ricco di cellule. In modo corrispondente alla pressione osmotica nei vasi
sanguigni, del liquido viene aspirato dal basso. A causa di ciò, nell’interno del primordio del braccio
le cellule si trovano strette le une alle altre. Qui, in un cosiddetto campo di condensazione, si forma lo
scheletro, che quindi, da un punto di vista fenogenetico, viene determinato dalla cute.
141
Come inizia la vita umana
142
Sviluppi funzionali
Tav. 8
Serie di ricostruzioni di sezioni di un embrione di mm 17.5 di grandezza. 7° settimana. Nel primo
periodo embrionale la crescita è più intensa. Fino alla metà del secondo mese, l’embrione diventa tre
milioni di volte più pesante del germe della prima settimana. Tutti gli organi presenti nell’adulto sono
sviluppati. In giallo: sistema nervoso; in blu: scheletro; in marrone: cuore e fegato; in verde: intestino
(tubo intestinale).
143
Come inizia la vita umana
144
Sviluppi funzionali
Fig. 46
Fase della prensione di crescita in un feto di mm 32 di grandezza (terzo mese). Le estremità si
muovono già liberamente.
Fig. 47
Atteggiamento corporeo di un feto di mm 68 di grandezza, con cordone ombelicale, amnios e vescicola
ombelicale.
145
Come inizia la vita umana
L’ANDATURA ERETTA
Alla domanda sulle caratteristiche tipiche dell’uomo, la probabile rispo-
sta è: linguaggio e andatura eretta. L’uno e l’altra caratterizzano in modo
specifico un modo di comportarsi. Sia il linguaggio, sia l’andatura eret-
ta presuppongono lo sviluppo ontogenetico. Questa è, come sappiamo,
una imprescindibile introduzione a tutti i successivi comportamenti. En-
trambi, linguaggio e andatura eretta, sono segni tipici della cerebralizza-
zione umana. Sono espressione dell’ontogenesi e non vanno intesi come,
ad esempio, il mutamento di un primitivo comportamento animale.
146
Un segno caratteristico dell’andatura eretta è la struttura dello schele-
tro. Comparazioni morfologiche di scheletri umani e animali suggeri-
scono, che nell’adulto la parte inferiore del bacino, il cosiddetto piccolo
bacino, è rovesciato all’indietro. A causa di ciò, la maggior parte (mobi-
le) della colonna vertebrale è posizionata – diversamente che nei qua-
drupedi – verticalmente sull’articolazione dell’anca. Questa posizione,
che è tipica per l’andatura eretta, si origina attraverso i seguenti mo-
vimenti di crescita: nell’uomo, il cervello in crescita (cerebralizzazio-
ne) richiede un forte afflusso di sostanze nutritive, determinando così
la formazione di un cuore grande, correlata a sua volta con una cresci-
ta espansiva del fegato. Mentre fegato e cuore discendono, allo stesso
tempo il sistema nervoso centrale ascende. In questo modo, come sap-
piamo, l’encefalo aumenta di volume, specialmente nella regione degli
emisferi cerebrali. Questi crescono contemporaneamente, in modo ec-
centrico, verso l’alto e posteriormente. L’aumento di volume dell’occi-
pite determina un ampliamento dell’angolo cefalo–cervicale, in cui, con
l’ascensione, si sviluppa il potente campo di distensione della musco-
latura cervicale. Questa a sua volta, grazie all’innalzamento della testa,
determina la nascita dell’andatura eretta.
L’andatura eretta è quindi un risultato della cerebralizzazione e quindi
dell’ontogenesi umana. Negli animali, una simile predominanza dello
sviluppo encefalico, con conseguente andatura eretta, non compare.
147
Regole fondamentali delle differenziazioni biodinamiche
REGOLE FONDAMENTALI
DELLE DIFFERENZIAZIONI
BIODINAMICHE
Gli embrioni più maturi, a partire dal terzo mese, vengono chiamati fe-
ti. La posizione delle braccia per la prensione e delle gambe per lo scal-
ciare sono più evidenti. L’atteggiamento corporeo, a causa dell’angola-
zione delle grandi articolazioni, può ricordare quello di un automobi-
lista. Nel terzo mese si possono percepire i battiti cardiaci. Nel quarto
mese, la madre comincia ad avvertire i cosiddetti movimenti del figlio.
In questo modo, diventa più consapevole degli stretti rapporti tra lei e
il figlio non ancora nato. A questo punto, in senso strettamente embrio-
logico, non c’è più niente da raccontare.
Embriologicamente, quindi, distinguiamo il primo sviluppo (1°– 3° set-
timana di sviluppo), lo sviluppo del giovane embrione (4° settimana di
Fig. 48
Embrione di mm 11 di grandezza. 1 Cavità corionica, 2 Amnios, 3 Sacco vitellino. Sotto sono
rappresentati alcuni villi corionici.
149
Come inizia la vita umana
Fig. 49
Feto di mm 210 di grandezza. Fine del V mese. Sacco amniotico integro. 1 Porzione fetale della
placenta, 2 Cordone ombelicale, 3 Sacco amniotico.
150
Regole fondamentali delle differenziazioni biodinamiche
Fig. 50
Postura di crescita del nascituro poco prima del parto (Kollmann 1907).
5 4
Fig. 51
Feto di mm 50 di grandezza. Crescita di spinta del femore, che in gran parte è ancora cartilagineo
(1), 2 Distensione di crescita dei muscoli estensori, 3 Resistenza alla crescita (campo di tensione
bilanciata) di un tendine, 4 Flessione di crescita della gamba, conseguente alla resistenza alla crescita
dei grandi vasi sanguigni nella flessione (funzione di sostegno delle radici dei vasi), 5 Distensione di
crescita dei muscoli flessori.
151
Come inizia la vita umana
152
Regole fondamentali delle differenziazioni biodinamiche
153
Come inizia la vita umana
Campi di corrosione. Gli omini tratteggiati premono sulle due pareti contrap-
poste. Nel punto di contatto, il materiale della parete viene meno e si for-
ma un buco. Se due tessuti confinanti vengono premuti l’uno contro l’al-
tro così strettamente da non lasciare più spazio per il tessuto interno ric-
co di vasi, il nutrimento viene a mancare e le cellule muoiono. Chiamia-
mo campi di corrosione i campi metabolici biomeccanici, in cui cellule
epiteliali muoiono in questo modo. Solo per fare alcuni esempi, nei cam-
pi di corrosione si formano, per esempio, l’apertura della bocca e l’aper-
tura anale; i tubi tissutali che portano urina embrionale nel rene, riescono
a connettersi ai calici renali attraverso la corrosione; il setto che divide le
aorte, inizialmente appaiate, scompare in un campo di corrosione.
154
Regole fondamentali delle differenziazioni biodinamiche
155
Come inizia la vita umana
Campi di spinta. L’omino tratteggiato spinge con le sue braccia due forme
che oppongono resistenza. Cellule cartilaginee in crescita hanno una scar-
sa capacità di smaltire nelle zone limitrofe, dalla profondità del tessuto, i lo-
ro prodotti metabolici. A causa dell’accumulo dei loro prodotti di scarto, le
cellule cartilaginee subiscono un’alta pressione osmotica, che porta ad un
afflusso di acqua: le cellule cartilaginee in crescita si gonfiano ed hanno una
cosiddetta crescita di dilatazione. Con questa crescita di dilatazione eserci-
tano una funzione di spinta. Chiamiamo campi di spinta, campi metabolici
biodinamici, in cui cartilagine crescente esercita una funzione di spinta.
156
Regole fondamentali delle differenziazioni biodinamiche
Campi di tensione bilanciata. I due omini tratteggiati tirano una fune robu-
sta. Poiché non cede, la tirano finché è tesa. Tesa vuol dire resistente al-
la trazione e significa che si oppone con maggiore resistenza agli omi-
ni, di quanto farebbe, ad esempio, un nastro elastico.
Quando il tessuto interno viene pressato da una compressione trasver-
sale e viene teso da una trazione perpendicolare a questa, mostra delle
caratteristiche biodinamicamente simili. Esercita una resistenza alla tra-
zione. Funziona quindi come apparato di sostegno. Campi metabolici,
in cui il tessuto a causa della tensione si sviluppa in un apparato di so-
stegno, costituiscono dei campi di tensione bilanciata. Apparati di so-
stegno di questo genere sono, per esempio, tutti i tendini e tutti i lega-
menti del corpo umano o, anche, il tessuto connettivo che costituisce la
struttura guida dei vasi sanguigni.
Se tuttavia gli omini hanno una grave malattia ereditaria o la febbre alta
oppure se subiscono un grave shock, non riescono ad eseguire in modo
normale nessuna delle funzioni riportate. Qualcosa di simile vale per i
campi metabolici. In essi, i normali movimenti di sviluppo delle cellule
e delle aggregazioni cellulari hanno luogo solo in condizioni e presup-
posti normali. Anche in questo caso, caratteristiche meccaniche e mol-
te caratteristiche non meccaniche dei processi vitali sono inestricabil-
mente connesse.
157
Gesti preparati da funzioni elementari
GESTI PREPARATI
DA FUNZIONI ELEMENTARI
159
Come inizia la vita umana
160
Gesti preparati da funzioni elementari
161
Fisionomia e Fisiognomica
FISIONOMIA E
FISIOGNOMICA
163
Come inizia la vita umana
164
Fisionomia e Fisiognomica
165
Come inizia la vita umana
166
Calendario embrionale (Blechschmidt)
CALENDARIO EMBRIONALE
(Blechschmidt)
167
Come inizia la vita umana
STADI DI SVILUPPO
IN UNA VISIONE D’INSIEME
Le prime quattro settimane
168
Stadi di sviluppo in una visione d’insieme
169
Come inizia la vita umana
41 Allantoide
70 Neurocele
73 Corda dorsale
82 Tubo intestinale
84 Intestino terminale
90 Nervo trigemino
91 Nervo acustico facciale
92 Vescicola uditiva
93 Nervo glossofaringeo
94 Nervo vago con nervo accessorio
95 Primo nervo spinale
96 Vescicola ottica
97 Ventricolo sinistro del cuore
98 Fegato
99 Parte intermedia dell’apparato urinario
(mesonefro)
100 Forame interventricolare
101 Diencefalo
102 Mesencefalo
103 Romboencefalo
104 Ipofisi
105 Lingua
106 Tiroide
107 Dotto nasale destro
108 Polmoni
109 Cistifellea
110 Ansa intestinale con appendice
111 Stomaco
112 Pancreas
113 Dotto di Wolff
114 Primordio dei reni
115 Regione di formazione dell’uretra
116 Vescica urinaria
170
Come inizia la vita umana
GLOSSARIO
Amnios Biodinamica
involucro embrionale, parte della parete forze di crescita inerente i fenomeni vi-
della vescicola dorsale dell’embrione; a tali
sinistra di 11; sezionato da 52
Blastocele
Anastomosi dell’aorta cavità della blastocisti piena di liquido; n. 5
corto circuito vascolare tra l’aorta impari
sopra il cuore e le aorte dorsali pari vici- Blastocisti
no al tubo neurale germe umano che, a differenza di una
blastocisti animale, assume la forma di
Aorte una bolla
i primi due vasi accompagnatori del tubo
neurale e il breve primordio impari dei Campo di compressione
vasi sopra il cuore; stadi avanzati: n. 74 v. schema p. 153
172
Glossario
173
Come inizia la vita umana
174
Glossario
175
Come inizia la vita umana
Morfologia Primordio
studio della forma del vivente; presuppo- preformazione, primo abbozzo di for-
ne quest’ultimo come un tutto intero mazioni successive
Submicroscopico Trofoblasto
più piccolo di quanto possa essere osser- parte spessa dell’ectoblasto; n. 10
vato con il microscopio
Tubo intestinale
Supinazione tubo embrionale dei visceri; ad es. n. 82
movimento di prensione, con il palmo
della mano che si dirige verso il viso Tubo neurale
primordio del sistema nervoso embrio-
Sviluppo embrionale nale a forma di tubo; n. 71
v. calendario embrionale
Uovo blastomerico
Tessuto interno primo stadio pluricellulare dell’uomo;
tessuto di cellule e sostanza intercellula- precursore della blastocisti umana; n. 1
re, circondato da tessuto confinante
Vascolarizzazione
Tessuto interno del disco germinativo formazione di vasi, conseguente ad un
mesoderma gradiente metabolico
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nel mese di Aprile 2009 da
Arti Grafiche Picene (AP)