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miJJea 'Ut#.a d'~. /Mie
di 11gn.i. Wpf.R. t ei11UJI.etfllil.
Proprietà letteraria ri6ervata
© 1980 by Editrice Kemi ·Piazza Bolivar, 8 • 20146 Milano
llflici: Lainate· Milano· Te!. (02) 93.71.068
Swmpato dalla Tipolilogmlìa Zamagna (M1Iano) nel mese di Gennaio I9H2
A GENTILI
cm-::;q•44
AURORACONSURGENS
7
una realta' fenomenica, si rimarra' ancorati ad una positi·
vita' che, estrinsecandosi nel simbolo naturale, condurra'
il miste sul cammino dell'ermetumo.
Nel grande contesto naturale, il simbolo piu' significati-
vo e' l'uomo, che, in quanto finalita' di una Genesi perenne,
non si presenta in opposizione all'Universo, ma come media
proporzionale, tra l'universale ed il particolare, ed e' quindi,
la migliore rappresentazione del Tutto.
Su questa filosofUJ dell'Uomo, quale centro dell'Univer-
so ed espressione, neUe sue linee simboliche, dell'universo
stesso, si conclude il libro, cantico appassionato, che esalta
l'armonia del passaggio dall'UNO al DUE.
L 'uomo e' l'espressione di un essere virtuale, che si muta
in forma, attraverso una genesi; obbedendo ad una legge uni-
versale, questo essere concretizza, in senso metafuico, l'Idea
di sostanza dello Spirito.
Questo saggio puo' essere oggetto di profonda riflessione
per il matematico, il botanico, il medico, ma sopratutto per
l'ermetista sincero, che sappia cogliere l'entita' cosmica del
suo stesso essere, il cui punto di partenza e' nell'Essere,
seme di quella attivita' originale, che si trova virtualmente
mmpendiata nell'Uomo Regale, simbolo di tutto cio' che
F"
.t. A.
Capitolo I
IL SIMBOLO ERMETICO
9
Il simbolo ennellro
IO
Il simbolo crmctJCtl
Il
Il simbolo erme1ico
12
Il Simbolo ermetu:u
13
Il simbolo ermettCO
14
Il s.tmholo c:rmc:hl'll
diverse.
Tanto lo scienziato che l'ermetista vengono colpiti dagli
stessi stimoli esterni, in cui pongono fede, poiche' questa e'
l'attuale struttura dell'uomo; pero', l'elaborazione delle scn·
sazioni ricevute e' sostanzialmente diversa, perche' l'erme·
tista non vede il mondo nello stesso modo, in cui l'osserva lo
scienziato moderno.
Tutto risiede in quel sorgere della percezione nella ma·
teria grigia del cervello, che e' differente tra l'ermetista e
l'uomo comune.
L'ermetista, con uno sforzo titanico, immenso, ha cerca·
lo di pulire i suoi circuiti cerebrali, sbarazzandoli da tutto
quanto la cultura vi ha immesso. Egli e' ritualmente morto,
poiche' ha distrutto la sua personalita', frutto dell'ambiente
esterno, costituita dai mille legami e dai tanti gioghi, che la
societa' impone in fatto di cultura, di abitudini, ecc.,ed ha
reso il piu' possibile terso il prisma, attraverso cui vengono
rifratte le sue sensazioni, che dara' origine ai concetti.
Questo significa scardinare la propria personalita', un an·
dare contro la corrente del pensare comune, far tacere il
proprio ego che. come quello di tutti gli altri, si e' formato
e si nutre delle convenzioni della societa' in cui si vive, delle
abitudini acquisite con il tempo, delle ideologie e dei pregiu·
dizi, imposti dalla famiglia.
Questi sforzi, se non sono ben condotti, possono portare
alla pazzia e, nei casi estremi, alla morte fisica.
Nella vasta letteratura alchimico-ermetica, il processo
di purificazione delle percezioni e' passato sotto il nome
di Nigredo, od Opera al Nero.
E' pure l' indurimento del piombo, preconizzato nel
Papiro di Leida ( 1 ), in cui l'iniziato ad un nuovo modo di
vedere la realta', ovvero l'iniziato alla Conoscenza, si rende
15
Il "imbolo rrmct1Ccl
16
Il simbolo ermetiCO
17
Il s1mbolo rrmrt1ro
Tomba di Hamscs VI
IX
Il S&mbolo crmettco
19
Il simbolo ermetico
20
Il ~1mbolo ermetico
21
Il s1mbolo cnnct1co
23
Il s1mbolo crmc11oo
* * *
Il simbolo a cui accenniamo e che l'uomo deve saper co-
gliere nella contemplazione della Natura. e' la .~iniPsi delle
fon:.e, che spingono la sostanza " rPndn~i manifPsla nella
forma.
l simboli sono di due specit>: naturali t>d artificiali.
l primi si trovano nella :'llatura e costituiscono il mondo
del reale; i secondi sono creati dall'uomo.
Alcuni simboli artificiali rappresentano l'essenza dei fr-
nomeni che avvengono nell'Universo e, scelti con profondo
senso esoterico dall'uomo, fanno parte della Mitologia an·
ti ca.
Altri simboli artificiali, convenzionali, come la parola.
quelli matematici e quelli chimici, vengono usati dall'uomo
per comunicare con i suoi simili.
Ogni simbolo, al di la' di ogni interpretazione, e' stret-
tamente legato a cio' che vuoi dire, a cio' che evoca, quindi
esso e' la rappresentazione, in sunto, in sintesi, di una
l'spressione funzionale.
Allo Spirito,astratto per sua natura, occorre sempre un
,;upporto concreto, che rappresenti l'intero fenomeno in una
><intesi, situata nel tempo e nello spazio, perche' solo in tal
modo potra' fornire alla coscienza i mezzi necessari per
l'•·s1wrienza.
In un sc•t·ondo tempo. nel processo conoscitivo. il suppor-
lo ,;ara' rigettato,,. rimarra' il concetto puro.
In eampo chimico. per rappresentar!' una combinazione
Ira i vari corpi chimici o i vari composti molecolari, si ri-
corre a immagini-simboli, cioe' a una sintesi, che pero' non e'
la rappresentaziom· vera e propria della reazione chimica.
Infatti. nel simholismo chimico. in un'unica equazione,
25
Il simbolo ermetico
26
Il \lmOOio CI'TMIICO
27
Il simbolo ennet1co
28
Il umbolo ermc=11co
(Giammaria) ( 6)
29
NOTE
30
Capitolo II
IL SIMBOLO ANTICO
E LA FUNZIONE UOMO
31
Il '>lnJOOh.J an1100 e la runzumc uomo
32
11 \lmbolo an11co ~:: la fun11one uomo
33
Il \lmbolo ~11co ~ la funz1onc U(lmu
35
Il s1mbolo antiCO e la funZione u11nw
Oc:::::::J
-Il- X
36
Il \lmholo anhco c la funz1onc uomo
--li-
* * *
37
Il !olmbolo antico c la funz1onc uomn
ordine matematico.
l principali modi di azione, che possono discendere e di·
pendere da un certo simbolismo, sono i Principi Astratti,
chiamati Idee da Platone; Neter, dalla civilta' egizia e Dei
dalla mitologia antica.
Nella loro intima essenza, come abbiamo visto, questi
Principi Astratti, sono duali, in quanto in loro v'e' un prin-
cipio maschile, azione, a cui fa riscontro il corrispondente
principio femminile, reazione.
Questi due principi, azione e reazione, unendosi, si annui·
lano e producono, come conseguenza, la cosa, l'oggetto, ov-
vero una Quantita' che potremo chiamare Energia definita,
polarizzata.
Quindi i Principi Astratti, oltre che duali, sono anche
trini; infatti non solo, sono l'impulsione attiva, che origina
ogni essere, ma determinano anche le caratteristiche dell'es-
sere stesso, perche' in lui portano e manifestano le loro re-
sistenze.
Ecco quindi, che si trasformano in una signatura, in un
simbolo labile, passeggero, che rappresenta la funzione in-
carnata.
Attraverso la signatura, si possono cogliere le analogie
che appartengono alla linea di uno stesso Dio.
Quindi, dall'annullamento energetico tra azione e rea-
zione, si forma l'apparenza sensibile, e con l'annullamento
tra le varie apparenze, scompare ogni definizione, per cui si
giunge al simbolismo delle linee incrociate:
x
al quaternario della manifestazione.
Le due linee incrociate, o la croce, saranno la rappresen-
.3R
Il ''mbolo anuco e la funzllmc uomo
39
Il sambolo anlaco c la funzaonc uomo
40
41
llal t~,..,ro <li T utankarnon
* * *
43
Il ~•mbolo anuro e l• fun11one uomo
45
Il \lmbolo an11co c= la funzione uomo
* * *
47
Il \lmholo anliro e la funz1one uonm
49
Il s1mbolo an1ico e la funz1one uomo
50
NOTE
5- E' il Corpo Glorioso,di cui S. Paolo nella sua lettera agli Ebrei.
Il concetto di Legno di Vita e' stato illustrato mirabilmente nel
Compendio ermetico di Giammaria- ed. Kemi, e nel libro Marco
Doffi e lo suo opera· Tavole e Commenti ed. Kemi.
51
Capitolo III
53
Il simbolo della liturgia
5-l
Il s1mbolo lklla hturg1c1
55
Il stmbolo della htufgta
56
Il simbolo della li1urgia
57
Il ilmbolo della hlur[[l,j
• • •
Dal seme al frutto, dalla nascita alla morte, in tutti gli
esseri e le cose, scorre un medesimo Soffio di Vita.
Dal minerale all'uomo, tutto cio' che ha forma sensibi-
le e che stabilisce una quantita', e', dal punto di vista funzio-
nale, in rapporto con il tutto; come il pensiero si trasmette
senza un supporto sensibile, fisico, cosi' fro il tutto, vi e'
interazione, senza alcun legame materiale.
In questo contesto nasce, cresce e si sviluppa l'agire er-
metico, che si differenzia, per i suoi comportamenti, dall'a-
gire dell'uomo comune.
Per aiutare il risveglio della coscienza innata dell'uomo,
si ricorre a cio' che comunemente viene chiamata rituali-
la'. Essa deve essere intesa come una spinta al superamento
del sensibile e, non come un atteggiamento, o una preghie-
ra rivolta ad un Ente superiore, senza fissarne i limiti e la
fisionomia.
Nasce in tal senso , un modo di essere, che dovra' guida-
re l'ermetista in tutti i comportamenti della vita ordinaria
e nelle applicazioni in tutti i domini, siano essi pratici, intel-
Il stmbolu dcii-. htur~ta
lettuali, o spirituali.
La dottrina della Genesi, come identita' tra causa ed ef·
fetto, la ricerca delle Cause, lo scopo ed il fine di tutte le co·
se viventi, faranno da sfondo ai comportamenti che doVTa'
seguire lo studioso ermetico.
Ogni suo pensiero, le scienze che applichera', e le tecni·
che che usera', avranno come punto di appoggio il simbolo,
come significato di sintesi; il rispetto delle forme simboli·
che, doVTa' estendersi ad ogni suo atto rituale.
Tutta la sua vita, la sua condotta, minuto per minuto,
doVTa' essere un rito, nonostante i limiti impostigli dalla so·
cieta • razionale e cerebrale.
La sua direttiva do \'l'a' essere cosmica.
Cosi' operando, fara' leva sui mezzi positivi e naturali,
mentre, con distacco, potra' osservare che,attorno a lui, al·
tri impiegano la direttiva scientifica, disperatamente anco·
rata alla terra.
Potra' osservare come alcuni aspetti geologici, certe spe·
cie di piante e di animali, e persino determinate disposizion
degli uomini, siano tra loro strettamente collegate, in senso
analogico, pur appartenendo a campi sostanzialmente diversi.
Osservera' e potra' capire come, in tali casi, operino le
condizioni di un particolare Dio; giungera' alla ragione di
questa identita', che dapprima non potra' giudicare, ma poi,
con l'approfondimento interiore, aVTa' la possibilita' di co·
noscere le circostanze in cui si esplicano le analo~e.
Quindi sara' anche in grado di prendere decisioni sagge
e di agire in loro conformita'.
In ogni cosa va osservata la necessita •, la certezza di una
causa.
La nozione di identita' esclude la scissione in due esseri;
questa dualita' nell'Unita', l'incomprensibile verita' della
59
Il \lmbolo della lilurgia
60
Il s1mbolo della ltturg1a
61
Il \imbvlo dc=lla hlurgaa
za, crea.
Con la destra noi scriviamo, diamo una forma a qualcosa
di informale: il nostro pensiero.
Nelle prl'ghicre l' negli scongiuri, che vengono pronuncia-
ti in lin~ua barbara o latina, si cerchi di afferrare l'insita
intelligenza dl'll'armonia e del tono.
L'armonia, essendo una scienza di rapporti e' sopranna-
turale. (5)
La percezione sensoria, che da' la possibilita' di coglie-
re l'armonia, puo' essere educata fino alla piu' grande sensi-
bilita', e questa destera' un 'intelligenza, che non si appella
piu' all'essere fisico, o emotivo, o mentale, ma, in modo so-
prannaturale, a cio' che e' identico alla stessa funzione
cosmica.
Gli effetti mentali, psichici, emotivi, fisici, seguiranno
questa identita', ma non potranno mai causarla.
Non si tratta di una quarta o ennesima dimensione geo-
metrica, ma e' un principio di identita', che entra in funzio-
ne tutte le volte che sapremo cogliere il senso armonico nel-
la pronuncia dello scongiuro.
Cosi', agiscono i Mantra indu', le cantilene vocaliche dei
Papiri magici greci ed i primi canti gregoriani medioevali.
Lo scongiuro, proclamato con voce giusta, con l'esatto
tono e fedele fonetica, e' un 'emissione di onde sonore, che ri-
chiamano analogicamente, sul loro piano, le corrispondenti
potenze funzionali. (6)
Quindi la declamazione dello scongiuro deve essere un
susseguirsi armonico, che rispecchi, nella pronuncia delle vo-
cali e delle consonanti, quel senso di armonia, che sottosta'
a tutto il creato.
In modo particolare, quel senso armonico si indirizzera'
verso determinate poll'nzc, che risvegliate, potranno far
Il 'i.imbolo della lrturg1a
.. .. .
Gli arnesi, che verranno usati per compiere il rito, non sa·
ranno presi a caso, ma la scelta cadra' su oggetti idonei, per
la loro quali t a' pratica e la loro funzionalita' intrinseca.
Percio' il mago, usando oggetti materiali, confezionera'
Pantacli o Talismani, quali supporti per il comportamento
pratico in una richiesta, sia di ordine spirituale, sia materia·
le, come l'aiuto per il sicuro superamento di ostacoli, che si
trovano sul cammino della vita.
Tali oggetti dovranno presentare delle corrispondenze di
ordine analogico, con tutto il rito da compiere.
Pertanto la carta, sulla quale verranno tracciati i segni,
sara' analoga allo specchio ed avra' la funzione di supporto
fisico per la proiezione nel campo immaginativo, astrale,
della creazione mentale dell 'ermetista.
Dovendo essa, come lo specchio, avere il requisito della
translucidita', vcrra' usato il foglio di carta pergamena vege·
63
Il ~•mbolo della hlurgw
64
Il Simbolo della lnurg1a
67
Il '>lmbolo dtlla hlurgaa
Tomba di Ramses VI
68
Il simbolo della liturgia
69
appartenenza al fLione alchimico ermetico, e si sono dichia·
rati depositari dei suoi segreti.
• • •
Per chiarire a fondo il pensiero ermetico che si riferisce
alla ritualita ', vorremmo fare una precisazione, in modo da
sbarazzare il campo da ogni possibile equivoco sul comporta-
mento, che deve essere tenuto daU'ermetista.
La letteratura esoterica ammonisce continuamente,
in modo quasi ossessivo, che, per poter proseguire nel cammi·
no dell'ascesi, bisogna spezzare i legami con il mondo ester-
no e rivolgersi nella propria interiori la'.
In conseguenza di questa asserzione e' derivata tutta una
serie di tecniche, che poco hanno a che vedere con il proble-
ma palingenetico vero e proprio.
All'ermetista che, come primi requisiti, deve avere un so-
lido buon senso ed un ferreo equilibrio interiore, accompa·
gnati da sano giudizio su tutte le questioni attinenti al campo
vitale, verra' chiesto di analizzare molto bene quella frase,
per potervi scorgere la verita' nascosta.
Il Corpus llermeticum, che dovrebbe essere meglio cono-
sciuto e hen ponderato da coloro che seguono il cammino
della conoscenza, al Logos X dice:
... ~ 'YO.P "Y"Wota aV,-W Kai 6E~ otw1r71 èorL Kaì
Ka·,ap-yw 1raaw1' -ij, aw8710WP
on·•~ro:
70
Il ~imholo della lnur~I.J
71
Il simbolo della liturg1a
vista.
Applicando la tecnica del silenzio, forzando la mente a
svuotar~i di ogni cosa, quanto il tentativo riesce, nel miglio-
re dei casi puo' capitare all'operatore di addormentarsi e,
nel peggiore, di avere dei rigurgiti interiori, non voluti e non
previsti, che portano ad effetti indesiderati,
Non si puo' e non si deve consigliare a nessuno di alzare
il coperchio rlel proprio vaso, se prima non lo ha accurata-
mente ripulito di tutto quanto contiene di indesiderabile.
Siccome queste tecniche vengono propiziate, senza discri-
minazione alcuna, a persone che, all'inizio del cammino,
non hanno ancora ben afferrato il significato deUa funzione
vitale, immersi come sono, neUa cerebralizzazione corrente,
da quel vaso scoperchiato non potranno uscire altro che pro-
dotti impuri, come capito' a Pandora.
D Kremmerz, aUa domanda: Perche' non meditiamo?
propostagli da alcuni affiliati all'Accademia Pitagorica di Ba-
ri, rispondeva: Quando mai vi ho detto di fare meditazione?
Cosa si deve intendere aDora per silenzio ed arresto
dei sensi?
Sempre al Logos X del Corpus Hermcticum (12), Hermes
dice:
-la sensazione non si produce che in dipendenza di
un oggetto, mentre la conoscenza e' l'acquisto
della scienza-
Con questa frase si pone in evidenza la differenza netta
tra razionalismo e funzionalismo.
Piu' avanti soggiunge: (13)
,.... ' ") :> l ' ) l
-1ra,aa ) "'fap f'lrta~~T/ ~ao~-rwa , OP,"'fa"<f XflW:.
IJ.€"11 alr.tf ?t::' VOL o 6~: vova l't::' awSJ,an-
aSJ,4t)·, t:pa oliv xwplL t:ÌO awSJ,a rà 7€ vot:ra
Kaìrd ·vÀLKa, €tavnOia~:wa "'fap KaÌ Èvavno.._
1Eroa 6eY it 1rciv-a avvea..ivvat-
72
Il simbolo della lllurl!l•a
73
Il simbolo della liturgia
3- Questo e' uno dei tanti concetti fumosi del cabalismo ebraico
medioevale di cui abbiamo accennato alla nota 6 del Capitolo II,
e che andrebbe completamente rivisto secondo la logica ermetica.
75
8- II Ka, nel simbolismo egizio, rappreeenta cio' che gli alchimisti
hanno chiamato come fino. Quando il fisoo viene purificato
nei suoi elementi costitutivi, esso ai trasfonna in Fiuo eterno
dando origine al Legno di Vita o Corpo Glorioso, donando, in
tal modo,l'etemita' all'eS&ere.
In questo modo.dal Quatemario fisico ai pasas al Temario per
giungere al Binario metafiaico.
L 'ascesi risulta quindi nel togliere un 'unita' a ciascun numero.
14- Hennes Trismegiste- Libro Il- Logos XIII paragr. 7 - pag. 203
Belles Lettres.
76
Capitolo IV
IL SIMBOLO MATEMATICO
77
Il s1mholo marcmar1co
7X
Il Simbolo matematico
79
Il :..1mbolo mlllemaiJCO
.. .. .
L'introduzione del simbolismo arabo, per la rappreSt:nta-
zione dei Numeri, ha segnato l'ultima fase del processo di
distacco dalla funzionalita' della Natura.
Con i numeri arabi, sono entrati nella numerazione
cerebrale, e divenuti indispensabili, due simboli assurdi, il
cui impiego dimostra quanto ci si e' allontanati dalla rappre-
sentazione naturale.
Essi sono lo Zero e l'Infinito: O e oo . (3)
Se oggi non vi facciamo piu'caso, e li accettiamo senza
riflettere circa la loro assurdita', e' perche' abbiamo smarri-
to il senso della filosofia del Numero, fondata sul carattere
funzionale dello stesso.
Il Numero definisce le possibilita' funzionali, le cui ap-
plicazioni creano le nostre nozioni.
Ora, lo Zero, il Nulla, che usiamo per nostra comodita',
non esiste nella realta', ne' in Natura; non esiste , quindi,
nella nostra coscienza innata e neppure in quella della Na-
tura e di ogni suo fenomeno.
Possedere una coscienza innata del Numero, conduce a
contare, e questa attivita' non e' prerogativa prettamente
umana, ma la possiamo riscontrare ovunque; come primo fe-
nomeno, l'osserveremo in Natura, nella scelta, per affirùta',
dt·Ue molecole chimidu~, oppure nella valenza degli ele-
80
Il simbolo matemali~;u
menti.
Infatti, la scissiOne della cellula, a qualsiasi genere essa
appartenga, dimostra la presenza di questa coscienza innata,
in Natura, che nell'uomo, diventa una coscienza a priori,
che si impone a quella psicologica e che classifica cio' che il
Numero le impone.
Nella coscienza innata non vi e' posto per la rappresen·
tazione del Nulla, poiche' non e' numerabile, ne' classifi·
cabile.
L'UNO e' il modo migliore e piu' appropriato per de-
scrivere l'Assoluto; il DUE e' la Potenza Moltiplicativa del
Piu', rispetto al Meno, e da lui derivano tutti gli altri nume-
ri; lo ZERO, non determinando alcun rapporto, non ha ra-
gion d'essere, e la causa della sua inesistenza e' insita nella
definizione stessa.
Coloro che in campo esoterico hanno disquisito sul si-
gnificato dello Zero, si convincano di aver scritto sull'acqua,
e se hanno portato a suffragio delle loro teorie le simbolo-
gie degli antichi, in cui poteva essere raffigurato lo Zero,
hanno commesso un errore di interpretazione, perche' in
realta' era la traccia di un circolo, indicante un processo ci-
clico-temporale c non la rappresentazione di una figura
geometrica.
Gli Egizi, popolo esclusivamente funzionale, non usa-
rono mai la ruota, non perche' non la conoscessero, ma per·
che' il cerchio non fu considerato una figura geometrica
funzionale, bensì' era la rappresentazione temporale di un
processo, il cui termine era il ritorno all'inizio.
La circonferenza, che geometricamente puo' essere la
sezione di una sfera, non fu mai presa in considerazione dal-
la geometria antica, poidw' la Sfera e' la prima rappresenta-
zione dello Spazio Primonlial.-, uun differenzialo, isulropi-
81
Il simbolo matematico
82
Il simbolo ma1ema1H:o
83
Il simbolo matemalico
* * *
84
Il s1mbolo malcmaltro
o
o
00
.o.
000
00
00 D
oooo
000
OOOD
ooooo
o oo ooo oooo Doo.oo oooooo
85
da tre a sei
o
e cosi' via.
mantenendo inalterata la forma geometrica del triangolo di
partenza.
Prendendo in considerazione il numero Quattro, vedremo
che la sua nozione riassume in se' tutte le funzioni, perche'
comprende l'UNO, il DUE, il TRE ed il QUATTRO: (6)
l
l
l l l
l l
in cui l'Unita' trascendente vale, come numero comprensibi-
le, positivo, DIECI (cioe' somma di l -t 2 + 3+ 4).
L'UNO, indefinibile, inconoscibile, potra' essere descrit-
to mediante la numerazione triangolare, con il numero Die-
ci, e in tal modo, saremo in grado di afferrare la profonda
simbologia delle Nove Potenze, attorno al Trono dell'Unita'.
In tal caso, il numero Quattro verra' anche scritto grafi-
camente con l'Unita' al centro:
86
Il simbolo ftllltcftllltico
87
Il simbolo rutcmàtico
Tomba di Hamses VI
88
Il simbolo matc:mat•ro
l l l
l l
89
Il simbolo m•lcm&llro
90
Il sunbolo matema11cu
91
t:' I'A··hlulo fr~<:<.n(J;,t:iJ,il•:. rt:WJ: e'la potenza di se' stes~.
""l{""
a <:111 il •rwulrato di 2, che e' 4. e cosi' lia.
:-i~: "~"''n·iam<J attentamente, noteremo che i quadrati
Mi f''''~~~"fl" olll:m:re, sommanado i numeri dispari, o ma..~hi·
li, <:o~i' •:ltiarnati, poit:he' non sono divisibili.
In ratti il 4 t:' la 11om ma di l +3, il 9 di 1-t 3 t 5, per cui:
l x J l
2x 2 ·- l + :i
:t x :t
4x 4
Si paHMa, in tal modo, per somma, dal quadrato di n al
'luudruto n + l aggiungendo semplicemente il dispari di
rungo n.
CoKi' pure:, Kara' per i numeri cubici, che evocano l'i-
dc'" cldla pcd1:~ionc asKOiuta, il simbolo della perfezione
UlliYI!rHUJc:.
•:""i Hcmo il risultato simbolico di un'azione del movimen-
lu du: c:c:ru di far ritornare la materia al suo stato origina-
le•, c: clc:lla polc•nza contraente del Fuoco sulla Sostanza.
Un IJIII'Mlo conflitto, nasce la Vita, la Natura, che si
manifc·~lll lr11milt: i volumi, ed i numeri di volume, di cui i
primi Hcmo i cubici, saranno i I(Croglifici dei Numeri impri-
~o:iumcl i m• Ile• furnu·.
l'ur non 1'"-"~'llllo rc·illi c·ome forme, essi definiscono il
c·ummino pc•rc·or:ot• dalla ltc•alta' claUa sua forma primigenia
eli C;co~. m·wru :O:pazio inlt•ro c·ome sfera che in essa compri-
mc• lui h• le• ,..,,..., vc•r:ot• la t:••m•si cll'llc• forme stesse.
l nunwri nahit'i. t'ome• i •tmulrati.si ollc•ngono per somma
oli ammo•ri cli~p:ui. N'o'ullllo:
,,,,, 1.::1
.. Il .. :l + 5
:! ' :.!x
:h :h :l .. ··-l'"' .l :11· .,l :l+ 17+1•1
-· ~ + Il
'' ·•' •• - h· t-
Il s1mbolo mattma11co
93
Il simbolo matematico
11 l 2 3 4 5 6 7 8 9
12 l 4 9 16 25 36 49 64 81
13 l 8 27 64 125 216 343 512 729
Desideriamo sottolineare che la nostra scienza, tra
sette sistemi di cristallizzazione dei minerali, riconosce a
quello cubico la piu' alta simmetria; solamente con la scom-
parsa di qualche elemento di simmetria, dovuta alla tensione
non omogenea delle forze di crescenza in gioco, si sfocia
negli altri sistemi cristallografici.
La crescenza del cubo ci spiega perche' il numero 17 sia,
esotericamente, il simbolo di una influenza crescente, l'ac-
crescimento attorno ad un fuoco centrale.
Infatti la maglia cubica piu' semplice e' costituita da· no-
ve punti, le 8 sommita' ed il centro.
Ora, facendo crescere il cubo, secondo i suoi assi di sim-
metria, quelli che passano per il centro e le sommita', si ot-
tiene un cubo di 8 sommita' che avviluppa il cubo primitivo
di 9 punti, con un totale di 17.
Molti testi esoterici antichi, come ad esempio il Zepher
Zohar, accennando all'Assoluto, nella descrizione dell'An-
tico degli Antichi, fanno comparire dei numeri, che corri-
spondono a maglie di cristallizzazione, associanti vari cubi
tra loro.
Tali testi vanno letti sotto questa prospettiva, poiche'
l'aritmologia antica e' vista sotto la speculazione geometri-
ca, a cui costantemente si riferisce.
• • •
Prima di accennare agli altri numeri poligonali, ci sof-
fermeremo un attimo ancora sul concetto dell'Enneade,
che puo' anche essere espressa, graficamente, da nove qua-
94
Il s.&mbolo matemauco
drati, secondo:
1 4 7
2 5 8
3 6 9
+ 9 = 10 ( 2 cifre maschili)
2 + 8 IO ( 2 cifre femminili)
3 + 7 10 ( 2 cifre maschili)
4 + 6 IO ( 2 cifre femminili)
IO+ 30= 40
95
Il !!limbo~ ma1cma11co
()(
l
<:5' f
~· E' '1'
'(' ~· g'
96
Il s1mbolo malemalico
eteromeco
2 2 l x 2
2 +4 6 2x 3
2-t4-t-6 12 3x 4
2 t-4 t-6 +8 20 4x 5
2-t-4+6-t-8+10 30 5x 6
·D
La somma di 4 rettangoli etero mechi puo' essere dispo-
sta attorno al numero UNO, l'Assoluto, per formare un qua-
drato, ben noto a tutti gli esoterismi:
:ffi:
e meglio conosciuto con i glifi:
97
Il iimbokJ matcm~~bco
l l l l
l l l l
l l l l
l l l l l
l l l l l
Se sul rettangolo EFDC, tracciamo la diagonale, essa ha
valore y'5. Ribaltando la diagonale y'5 sul lato DC, ottenia-
mo un nuovo quadrato.
Aif1B
EGElF
D C
che ha per lato y'5, il valore della diagonale.
Esso e' il gnomone che permette di passare dal quadrato
sopradescritto 2x2 (l +l +l -r l) al quadrato y'5 x y'5 = 5
Se sullo stesso quadrato, composto dai quattro quadrati-
m di valore l, e che, per inciso, vengono a formare la croce
inscritta nel quadrato, noi consideriamo la diagonale del ret-
tangolo BCEF, che ha valore y'5/2, e la ribaltiamo sul lato
DC, noi otteniamo un rettangolo a valore ~ o Numero
d'Oro, o proponione d'oro, che divide il lato DH secondo la
98
sezione aurea, ovvero secondo il valore:
y'S +l
2
tJ» sezione d'oro, e' il rapporto che esprime la divisione
di una retta in media ed estrema ratio, e quindi dividendola
in due parti, tale che il rapporto del segmento intero al piu'
grande, sia eguale al rapporto del piu' grande al piu' piccolo.
La proporzione aurea e' la piu' semplice di tutte le pro·
porzioni, poiche' e' l'unica che mette in gioco due lunghezze
al posto di tre, come la proprozione geometrica, di cui essa
e' un caso particolare.
Sul lato in questione essa e' FH : DF e ponendola alge·
bricamente abbiamo:
a a + b
b a
Se dividiamo il secondo termine per b noi abbiamo:
~
b a2 a
o + l
a b2 b
b
Se poniamo:
a
h
= <!>
numero d'oro, si ha l'equazione di secondo grado:
+ l
che ha come radice positiva il valore:
-v~
2
99
Il ~imbolo malemt.IICO
2 3 5 8 13 21 34 55 89
---=1 •618033
l l 2 3 5 8 13 21 34 55
era ben conosciuto dagli Egizi, che posero questa serie nel-
l'apologo del grano di frumento, del topo e del gatto.
La stella a cinque punte, e' la figura piu' perfetta che
esista, poiche' essa e' formata secondo la proporzione d'oro.
Infatti noi troviamo:
AC AB AG
AB AG GH
c
100
NOTE
101
9- Giamblico, nel auo De ViiiJ Pillltlforica, oeaerva: Dicono c/ae lp-
parco foue un Pila(forico clae, euendo il primo c/ae pubblico'
e de.crine la •fera ricaooiiJ dai dodici penla(foni (il dodecaedro)
mori' in mare per la 1ua empieiiJ '.••
102
Capitolo V
IL SIMBOLO BOTANICO
103
Il s.imbolo botanico
104
Il simbolo botanico
l l l
+ --1--
+
l! 2! 3! 4!
105
Il simbolo botanico
SA l 2 3 4 5 6 7 8 9 IO Il 12
SG 2 4 8 16 32 64 128 256 512 1024 2048 4096
Q Q Q Q Q Q
v v v v
12
Scrivendo la serie decrescente da destra a sinistra, abbia-
mo:
l l 5 l 7 2 3 5 11 l
2 6 4 3 12 2 12 3 4 6 12
l l l 2
12 6 4 3 2 3
106
Il simbolo botaniCO
e la legge dell'inverso.
Desideriamo ricordare che la frazione 2/3, in notazione
geroglifica, era rappresentata con:
ovvero la bocca:
107
Il simboio botanico
r
il Verbo che fa in modo che dall'UNO si possa passare al DUE.
. n simbolismo egizio, con l'annotazione del 2/3, si richia-
ma alla filosofia dell'Unita', di cui avevamo fatto cenno in
precedenza, assegnando al concetto del Ternario il ruolo di
Demiurgo, mentre l'Unita' regna immutabile a se' stessa, in-
conoscibile e trascendente.
n medesimo concetto fu ripreso dalla teologia romana,
la quale assegno'a Giove il ruolo di Arconte, di Creatore.
Per poter definire la funzione creatrice, dovremo ricor-
rere al concetto di frazionamento, in cui l'Unita' possa appa-
rire come Dualita', pur rimanendo nella natura dell'Unita';
infatti l'attivita', per moltiplicarsi, deve essere Due.
• • •
La figura 2 , che e' la dimostrazione geometrica delle due
serie frazionarie delle potenze delle radici quadrate e cubi-
che, dimostra il cammino che viene percorso nel processo
genetico, in cui lo Spazio e' ridotto a volume, a forma, sotto
la potenza coagulante della Coscienza, che rimane come Sale
spirituale, neutro ed invariabile.
L'Unita':.. forma, che deriva dal frazionamento dell'UNO-
Primo e che forma la pluralita' delle cose, viene ad essere un
contenente, divisibile per 2 e per 3, secondo l'annotazione
108
Il simbolo botanico
A
t--2 9+- 4-1---1
-140 ------+---70 --i
-70 --+·------- 1.80 -------~
350
l
r40
rl ~~~~-----~
I~l
1~ 1-+---:-1'-~---r---=~
l~~~
1---- ..f --+----:- :2. ---"""""
+2-1t~2i--l+
H.
3- 2(2 1)
Fig. 2
109
Il wmhokt bot~n1co
IlO
Il s.ambolo bolanico
2/3 o:
III
Il '\lmbolo hulamoo
112
Il s1mbolo lx'Jiamco
113
Il Simbolo bolamco
114
Il s1mbolo botanico
• • •
L 'uomo moderno si e' avvicinato al campo delle erbe con
lo stesso spirito deterministico, che accompagna tutta la sua
cultura e, osservando, segmentando, distillando, sezionando
i vari individui vegetali, ha concluso che la loro atti vita' sa-
natrice e' dovuta a determinati principi attivi, che essi con-
tengono.
Tali principi attivi, evidentemente, appartengono ai piu'
svariati settori del campo chimico, come alcoli, superiori e
grassi, aldeidi, chetoni, alcaloidi, e cosi' via.
Essi sono estraibili dalla pianta per mezzo dei vari proces-
si di distillazione, a pressione ambiente, o sotto vuoto o in
corrente di vapore, oppure per mezzo dei solventi, in cui
questi principi attivi sono solubili.
Secondo la nostra scienza, essi sono i soli responsabili
delle qualita' terapeutiche delle varie erbe, tanto e' vero, che
per alcuni di essi, si e' pensato di procedere alla loro sinte-
si in laboratorio, per poterne avere a minor prezzo ed in
grande quantita'.
In tal modo, i principi attivi, ottenuti per via sintetica,
hanno pian piano rimpiazzato quelli naturali, immettendo
sempre nuovi medicinali, nella medicina allopatica.
A questo punto e' doveroso fare una considerazione di
base.
n prodotto, che il chimico ottiene in laboratorio, e' ben
diverso da quello creato dalla Natura, anche se la formula
bruta e' identica.
115
Il !lolmbolo OOfilnll·o
116
Il s1mboto bo1an1co
117
Il simbolo bolamco
stessa.
Tutta la pianta esprime un senso di leggerezza, che nes-
sun altro vegetale di alto fusto poSBiede.
Le sue. foglie sono sinonimo di vaporosita', e vibrano al-
la carezza del piu' piccolo alito di vento; esse, a differenza
di quelle delle altre specie vegetali, non contengono sali.
La sua corteccia e' totalmente diversa da quelle degli altri
tronchi e permette un ricambio con l'esterno, quale non si
verifica altrove.
Inoltre, il suo apparato radicale, molto superficiale,
non sfrutta le profondita' del terreno, care a Satumo, mari-
corre alle prerogative dell'humus, condizionando la vegeta-
zione del sottobosco, verso la comparsa di determinate spe·
cie vegetali, quali per esempio, l'erica, la cui presenza denota
l'esistenza di betulleti, anche se ora sono scomparsi.
La betulla, percio', con il suo carattere specificatamente
venusino, potra' giovare, con la sua azione diuretica, azione
secondaria, al dimagrimento di un organismo, a cui i caratte-
ri venusini siano confacenti, ma non ad altri.
Per altre persone, sara • utile la funzionalita' generale
della betulla, e la stessa esperienza, nelle medesime condizio-
ni, potra • produrre effetti differenti, secondo l'uso delle
varie parti della pianta stessa.
La Potenza Vitale, che si esplica nelle foglie.avra' un'a·
zione diversa da quella dei semi, oppure dalla corteccia, e
tutto questo, secondo i tempi, le stagioni, e l'ambiente in
cui la pianta cresce.
Tutto cio' e' attinente alla natura organica degli esseri;
natura suscettibile di fermentare e di germinare, essendo
proiettata nel divenire.
Cosi' pure i molti infusi e decotti, che si potranno fare,
secondo le varie ore ed i vari giorni, non avranno nulla in
118
Il umOOio bolanacu
119
in completa ignoranza dell"t·~enza della Potenza Vitale, puo'
produrre un effetto contrario. o addirittura nefasto.
Risultato, che la nostra medicina raggiunge sovente, a
causa dt>lle reazioni collaterali, scatenate dai prodotti sinte-
tici, usati nelle cure, e quando si serve degli individui na-
turali, perche • non tiene conto di raccoglierli a tempo debi-
to. nel rupetto delle influenze ambientali e cosmiche.
:\lentre rermeti~ta. saggio os..<en-atore della :'\atura, si
imiirizza ai potenti farma,·i. appre~tati da quel poderoso a-
gente di reazioni alchimiche. che e' il Sole, il medico porge
or.-cdtio alle lu:ringlùere dimostrazioni di una scienza che, e-
saltandolo nella ma impotenza di fronte alle forze della Na-
tura. lo indirizza all'impi,•go di prodotti chinùci. che, nella
ID.~f~'Ìoranza dei ca~i. non ~mo altro che le scorie della fio-
rente industria dt•i prodotti coloranti.
In tal modo. gli in:mn·e:.:i :ri ,;u,·,·edono ~li in,;uccessi,
e gli ;te:;.;;i prodotti rill>rnano ~al men·ato ~tto ,-~te diver-
;.a. ma a,·,·omp~'!tati con nu,ni ~tudi e dimostrazioni scien-
tiiidte. perdte' l'uomo. materiale d'esperienza necessario,
i cui sa,·riti,·i. in campo mt•dil-o. nl>n si potranno mai \-alu-
t.n't" awlla J,•ro pit•nt•z.za. si sotll>ponga Cl>me ca,ia al cere-
ltralimw impt•rantt•.
\dia \atura. l!"a.n.It- ,.r,•g\oJ,, akhimi,·o. in cui si compio-
n'' le rt•azi,•aù piu' prt·~tipl>:'t'. !!li .-lt•mt•nti al,·himici. che en-
trano in g\,,,.,,. s,mo rapprt'St'ntati d~..Ji indi,idui dei tre re-
!!Jli. t'Ù i primi dut•. il mirwr.llt• ,•J il wg.-t.ile. rappre;entano
!.1 b.1se Ùt'll.l ~•a mt•ra,i;:li,•sa dtimi,·a.
la m.lr;:ht·rita. J,, ~tnpt•n.l,, fi,>r't", dte Ct>slt'lla ct>n il suo
t'.lnd,•re i nt>;tri prati. e' 1111 P''rlt-nlt•~' t'fl'P''l'' in ,·ui si pro-
.lu,-..•n•• mutam.·nti alt•mit-i: il ~ili,·io dd tt•rreno \Ìene tra-
sit•rm.llt>. per ;a.l,!ili,•nt• .ii un alt>lll•' di C.~rb..>nio. in Caldo.
,·ite si at"t·umula nei pt'lali dd fi,>re.
Il ~oambolo bo1anu.:o
121
Il simbolo botanaco
celeste.
Ma nello stesso tempo, tutta la pianta, in condizioni ben
precise e magiche, sara' un ottimo aiuto nel prendere coscien-
za del proprio scheletro, intervenendo in modo particolare
in campo palingenetico.
L'osservazione attenta della Natura, ci permettera• di co·
gli ere la funzionalita • delle varie piante.
Ad esempio, con la sua comparsa, il nocciolo segna l'av·
vicendamento che dovra' subire un bosco; in linea generale,
esso compare quando sta per nascere una foresta.
Infatti, lo vediamo crescere lungo i viottoli od i sentie·
ri, ed ai margini dell'area che sara' sede della foresta; quindi
il nocciolo sara • l'in terme diario tra la strada ed il grandioso
individuo, che pian piano viene alla luce.
Esso incarna delle funzioni squisitamente mercuriane, che
fanno da ponte di passaggio tra una realta' concreta, in cui
l'evoluzione ha un suo carattere ben definito: la strada, ove
scorre la vita di tutti i giorni, ed un ente, in un certo senso
metafisico, che deve ancora prendere forma, ed in cui le ener·
gie cosmiche, ignorate e non percepibili dall'occhio umano,
sono all'opera per cristallizzarsi nella forma.
Ed il nocciolo, secondo la spagiria classica, e' effettiva·
mente una pianta mercuriana.
Con il suo legno, che incarna la funzionalita' vivente
dell' Intermedio, si potranno costruire le bacchette magiche,
che hanno la funzione mercuriana di fare da ponte di passag·
gio tra il formale e l'informate, tra il Cielo e la Terra; sara'
altresi' il materiale che costituisce lo strumento, impiegato
dal rabdomante per scoprire le varie correnti telluriche sot-
terranee, che in genere sono accompagnate da vene d'acqua
e da sorgenti.
Quando il bosco inizia a prendere forma ed a mettere a
122
Il simbolo bolanaco
123
Il simbolo botanico
• • •
Prima di chiudere questi brevissimi cenni di botanica al-
chimica, che tratteremo piu' esaurientemente in altra sede,
vorremmo fare alcune considerazioni, riguardante i tempi
moderni.
12-t
Il "mbolo botanico
125
Il !iolmholo botanKO
126
Il simbolo botan1co
127
Il saml:tolo botanu;u
128
NOTE
129
Capitolo VI
IL SIMBOLO GEOMETRICO
131
Il simbolo geometnco
132
Il simbolo Jeomelnco
133
Il Simbolo geomctnw
JJ-t
Il simbolo geometncu
135
Il simbolo geometrico
136
Il simbolo gcomclnco
®
o, come dissero gli Egizi, l'unione deUe due Terre, perche' i
due tratti verticali del DUE si ritrovano nella Trinita'.
Il cerchio, che circoscrive la lettera, indica che stiamo
entrando nella dimensione temporale, ovvero siamo all'ini-
zio di una genesi, in cui l'informale sta per assumere forma.
Nel vecchio Egitto, la natura Duale fu rappresentata an·
che come Shu (il Solfo) e Tefnut (il Mercurio, l'Argento dei
Filosofi), mentre Geb e' la Terra Filosofica, o meglio, Terra
esaltata, come riportano le varie iscrizioni sparse fra i Papiri
Mitologici e sui muri delle tombe reali.
Shu e Tefnut si interpongono fra il Cielo, Nut, e Geb,
la Terra.
Nut, nella raffigurazione egtzia, rimane legata aUa
terra con le mani ed i piedi, a significare che il Cielo e' il
luogo da cui il Fuoco cade in terra; e' il luogo della gestazio-
ne di tutte le cose; e' la rappresentazione, che la Dualita' co-
stituisce il Ternario, nell'Unita'.
Con quanto abbiamo finora esposto, pensiamo di aver
portato altre delucidazioni sulla filosofia dell'Unita', di cui
abbiamo fatto cenno .nel Capitolo III, e di aver chiarito che
il concetto del Dio Trinitario, Uno e Trino, sia applicabile
solo al Demiurgo, al Dio che crea, e non all'Assoluto , al-
UNO-TUTTO.
137
(J~ni ~·,tazionl:' e" Trina: pertanto. cono;..."t're le nrie
fun:vmallla • t·il~>nli ;i;fJlifka ri:;alire al loro a;pttto trinita·
"''·
IJ''P'' il TRE 'i"'n"' il QL\TTRO. il primo numero che
J"'rrnl:'ltt: di crt:are un n,lume: il T etraedro. ;<~lido a ba..<e
trianl!''laro, .
.-\l,biarn<J ~a· 'i;to che il Quattro e" la Tctrakti~.
LTnita', tra!:<':f:'ndtmte ed immanente. ~;:urne dei nlori
p<,;iti'i tramite tjUe;,to numero. il quale e·. quindi. la rappre·
~:ntaziorw ddla IJh·inita" :;tt>:;sa. nella sua globalita".
T•:niarnt, prt:St:ntt: che !"atomo di Carbonio. artefice deUe
rn•:rniglitJ-.1: po;;i!.ilita' di 'ila organica sul nostro pianeta,
loa l•: 'luattro ,·alt:nze. di;;postc nello spazio. secondo un te·
tra<:dm:
13!1
Il s.imbolo aeomelncu
139
Il iimbolo aeomelnco
140
Il simbo,lo aeomelnco
Dice il Kremmerz ( 1 ):
-Queste quattro forze sensibili simmetriche sono co-
me quattro forze della Universale Virtu' Prima, sen-
sibile nei quattro materiali aspetti di:
terra - il greve ... resistente
acqua- il tenue ... attenuante
aria il fluidica .. semplificante
fuoco- l'eterno ... sublimante
Siccome nell'Universo, ogrù cosa si muove in forma vi-
tale, la matematica, che vuoi descrivere in modo reale l'urù-
verso stesso, deve essere conforme a questo movimento.
Lo studio dei rapporti tra le varie quantita' non interessa
chi vuole seguire la via della conoscenza, poiche' oggetto di
quest'ultima sono le funziorù vitali, ed i numeri sono i mi-
gliori simboli, che possano metterle in luce.
Scorrendo la lunga serie dei numeri, potremo constata-
re, che possono avere radici razionali, tanto quadrate che cu-
biche, solamente i numeri primi, o numeri maschili, molti-
plicati per se' stessi.
Pertanto, per avere delle radici quadrate razionali, dovre-
mo prendere in considerazione le superfici quadrate, mentre
per le cubiche, ovviamente, dei cubi.
Questa premessa ci porta a considerare, sottro un 'altra
luce, il numero QUATTRO.
Infatti, invece che un tetraedro, lo considereremo un qua·
drato, al quale assegneremo, come funzione geometrica, la
potenza di gestazione.
• • •
In questo momento, stiamo facendo una geometria figu·
rata, ma non la consideriamo come realta', bensì' assegnere·
141
Il ~unhulo gl·umcln,.,
142
Il ~•mhnlo gcumclm.:u
non una figura finita, quale puo' essere un triangolo i cui la-
ti siano in rapporto 3-4-5, costruiamo un quadrato, con la
relativa diagonale:
/
/
/
/
/
/
/
~/
~-
/
/
/
/
/
/
A D F
143
Il simbolo acomelrico
G
B
............ , -.l
.• l
,.
........
......
/
/
\
\
l
l
...... \ l
........
....... \
/
.......
.......
\:
.,""
........
__ _l
A VJ H L
144
Il s1mbolo geometrico
I
B .-------------------;::>'f""-
............. \
-,l
_(s/ ' r
;.....- \
.......
\
\
l l
lr
\1
...... l
l::....::/-------...--------~--.,._1
L
A
145
Il ~imbolo gcomctnln
l
l /
l
l
1./
/1
. l
./ ;.---- - --:;t--::= .
. / ,."' . --· =--·
.~",
~'--·-·
----·
In tal modo, tramite la radice di 2 e la radice di 3, en-
trambe irrazionali per la nostra mentalita', possiamo avvici-
narci al segreto divino della Vita ed al mistero dell'Origine,
che e' poi il mistero di tutti i giorni, come possiamo osserva-
re in Natura.
L'l non puo' divenire 2, senza questa funzione mistica,
la quale riassume in se' tutti i rapporti dell'armonia del
mondo.
Ed il cubo divenne, fin dalla piu' alta antichita', il simbo-
lo della Virtu'.
Il Kremmcrz, nel Corpus Philosophicum (4) dice:
146
Il s1mbolo gcomc1nco
• • •
La nozione del quadrato, come figura dinamica, porta
con se' l'altro concetto di radice, poiche' la radice quadrata
di un numero presuppone che questo numero sia innanzi-
tutto una superficie e che questa superficie sia un quadrato.
Siccome in questo momento, cio' che interessa e' il pro-
blema della conoscenza e non i rapporti dei numeri tra di
loro, nel calcolo razionale, tralasceremo le radici quadrate dei
numeri interi, o razionali, e prenderemo in considerazione
147
Il 51mbolo gcomctncu
148
Il simbolo geometrico
8 c E
'' \
\
\
\
A D !'"germe~ F
l
149
Il simbolo geomemcn
150
Il simbolo acomclnco
~---1----~~ J
·-------------~--------·
151
Il simbolo geometrico
~~----i____,T-1----~~
che piu' si adatta alla realta', che e' esclusivamente volume,
ovvero spazio definito in quantita '.
Pertanto, l'accrescimento, o meglio, il processo genetico
progressivo e continuo, in cui la potenzialita' divina si esplica
in tutta la sua forza, si svolge per successivi accrescimenti, che
sono addizioni e non moltiplicazioni.
ll corpo umano non si sviluppa in modo regolare e conti-
nuo, ma spinte di crescita si alternano a periodi di riposo.
Nello scheletro, le ossa si allungano per la durata di sei mesi,
per poi allargarsi nei successivi sei.
Nella gamba, mentre il femore si allunga, la tibia si in-
grossa, e viceversa. Questi accrescimenti, come si puo' ben os-
servare, avvengono per addizioni, secondo i volumi di -../2 e
..j3.
Anche gli stessi periodi di crescenza si presentano alterna-
ti: nei primi due anrù, lo scheletro si allunga di circa 3/5 ri-
spetto alla nascita: verso i 6-7 anrù, si ha un secondo periodo
152
Il SJmbolo geometrico
* * *
Come si puo' osservare, il pensiero ermetico scruta atten-
tamente l'interdipendenza esistente tra la forma, il volume,
e la proporzione; il legame vitale, che la giustifica, e' il germe
!53
Il s1mbolo geomcrnco
154
Il Simbolo geomctncn
!55
Il S.lmMio ttcomctnco
156
Il simbolo scomctrico
157
Il ...mbolo grumcuu:o
<===i'o=:::ì""•
t-58
Il !.1mbulo gconu:tno.:"
159
NOTE
160
..;
c
-~
"-
o
E
o
..
::l
Q
c
c
,,
'' >"
161
Fig. 4- BarceUona, Cattedrale, pianta.
162
Fig. 5 Milano, Duomo, pianta.
163
Il ~1mbolo geomctnco
164
Capitolo VII
IL SIMBOLO ARMONICO
Nell'analisi delle cause, che sono alla base del creato, dob-
biamo considerare due momenti ben distinti: una causa tra-
scendente, a cui segue una causa naturale.
In quanto causa universale, la causa trascendente puo' rap-
presentare il tutto, per la nostra psicologia; gli Egizi, molto
accorti nei profondi problemi della conoscenza, la chiamaro-
noTUM.
Come causa universale, essa crea se' stessa, ed in un certo
senso, e' una ipostasi dell'Unita', che diviene il punto fisso di
tutto cio' che nell'Universo su8siste.
Il Capitolo LXXIX del Libro dei Morti, dice di Tum:
-lo sono il dio Tum che creo' il Cielo
e chiamo' alla vita gli esseri della terra.
Ecco! lo avanzo e genero gli esseri,
partorisco gli Dei, miei Figli,
generando pure me stesso ...
165
Il "imbolo armomco
la Verita'e la Giustizia!
Io vi conosco e conosco il vostro Nome nascosto;
Conosco le vostre misteriose Forme
che nessun altro conosce.-
La causa naturale, che deriva da questa causa trascenden-
te, materializzata, caduta in terra, fu chiamata PTAH dagli
Egizi; Efaisto, o colui che appare, dalla filosofia greca, men-
tre i Romani le diedero il nome di Vulcano, il Fuoco sot-
terraneo, che anima ogni cosa.
In questo Solfo degli alchimisti medioevali, in questo cen-
tro calorifico, esistono gia ', allo stato latente, i due comple-
mentari, che rimangono tali sino a quando non avviene una
genesi o azione separatrice, che li fa entrare in opposizione
tra loro.
In Ptah, o Demiurgo, in colui che modella ogni cosa,
nel Grande Vasaio del Mondo, coesistono questi due contra-
ri, che furono chiamati, volta a volta: Sath, Satana, la
potenza coagulante ed Horo, Lucifero, la potenza espansiva.
Essi, nel pensiero er·metico, ritornano all'Uno, quando si
otterra' la riunificazione degli opposti.
Nella teologia Tebana, se Ptah:
l fì(j
11 ~o~mbolo annornco
!Jo /114 ~e ~l
-Tua madre Neit:( O. d
>c=»< =
#o. ) il Sole
H
femminile, copre il tuo corpo con un lavoro di fol-
la turo, e piangono Iside e Nefti-
L 'anima viene messa nella materia, costituita dai quattro
elementi, ed a Esne, Neith era cantata:
l
>e::::Jl
O o
~
...
oc::::o ""fl•• ~
J . . '1?4e
a otb ~ c
~
i~ .--....
t::'::j
"H~
)t
'
c::>
~
o o if\ r .>-JI
A \1
J Q..
t::::==J
"Q.,
~'}t
<:::::>
c::==..
4~
0<:::>
Q --1- -.::::r-'1'
x ~ -~
C> ~ e a
.0.
1/i 111
•c
--11--
167
Il simbolo armonico
168
Il s1mbolo armomco
• • •
Per facilitare la comprensione di questo problema numeri-
co, piuttosto arido nella sua essenza, esponiamo brevemente
la relazione matematica, che lega la proporzione aritmetica,
geometrica ed armonica.
Si chiama media aritmetica tra due lunghezze a e c, la
lunghezza b, che risulta eguale alla semisomma di a e di c.
a + c
b = ------ oppure b -a = c- b
2
Se ne deduce, che la differenza tra le lunghezze b ed a,
e c e b e' eguale. .
La media geometrica tra due lunghezze a e c risulta es-
sere b quando:
b =yac.
E finora, con queste due proporzioni, ci siamo fermati al
Ternario.
E' da osservare, che il Numero d'Oro, che contempla solo
due numeri, o lunghezze, e' analogo al Binario, e pertanto,
rappresentando la proporzione piu' semplice, e'la forza pri-
ma che porta l'UNO a divenire DUE; e' il Tum egizio, il Fuo-
co coagulante.
169
Il s.imtdo annon~~~X~
a b c d
e se b =c sara':
l l l
a h h d
In questo caso il numero b sara' il medio armonico tra a e
c, quando l 'inverso di b e' uguale alla media aritmetica de·
gli inversi di a e c.
Detta relazione puo' essere espressa anche in un altro mo-
do:
l
2 +
h a c
da cui deriva:
+
l a c
h 2
da cui si ricava:
2 2 2 ac
h
l a +c a + c
+-
a c ac
170
Il sambolo &miOnii:U
a + c 2 ac
a c
2 a + c
in cui:
a + c
2
e'la media aritmetica, e:
2 ac
a + c
e'la media armonica.
Questa relazione era gia' stata proposta da Nicomaco, il
pitagorico.
Ora, sostituendo al rettangolo dai lati a e c, il quadrato di
lato ac, si otterra' la propon:ione:
a + c 2 ac
yac: yac
2 a + c
in cui figurano tutte e tre le medie: aritmetica, geometrica ed
armonica.
171
Il ~1mbolo iJnnomC(l
4 3 2
che non e' altro che il tetracordo della lira di Orfeo, e che
corrisponde alle note:
do fa sol do
Questa relazione mette in rapporto tra di loro i primi
quattro numeri della Tetraktr;;. o Quaternario originale.
Questo ci dice, che se tendiamo una corda e la facciamo
vibrare, otteniamo un suono, che nel nostro caso e' il do.
Se dividiamo la lunghezza della corda ai 3/4 della sua
lunghezza, essa vibrera' piu' rapidamente di prima, in quanto
vi sara' un rapporto di vibrazione da 4 a 3.
In questo caso si ottiene il primo rapporto armonico: la
quarta.
Se riduciamo di nuovo la corda ai suoi 2/3, otterremo u-
na terza vibrazione, ed il secondo rapporto armonico, la
quinta.
Se infine dimezziamo la corda a l/2, otteniamo l'ottava.
Si vede come questi rapporti armonici leghino la Tetrak-
tys al triangolo sacro dai lati 3:4:5, e come il passaggio da
UNO a DUE comporti le prime armonie universali, in numero
di QUATTRO.
I suoni del tetracordo risuoneranno armonicamente nel-
la nostra interiorita ', in quanto sono in stretto rapporto con
il nostro equilibrio vi tale.
172
Il ~1mbolo armon1co
9
Il nuovo tetracordo sara' allora:
sol do re sol
Operando di nuovo come sopra, prendendo come primi
termini di una nuova proporzione gli ultimi due termini e
prendendo il quarto termine meta' del primo, si ha:
173
Il simbolo •rmon1cu
8 2 4
x
9 3 9
da cui:
16
x
27
n terzo tetracordo e' allora:
re sol la re
Per la proporzione:
8 2 16 4
9 3 27 9
procedendo ancora si ha:
16 4 8
x
27 9 27
da cui:
32
x
81
di cui, prendendo l'armonica inferiore, si ha:
64
81
che rappresenta il mi della scala naturale.
Per la ulteriore proporzione:
64 16 32
x
81 27 81
si ha:
174
Il simbolo annon1co
128
x
243
equivalente al si.
E cosi' via.
Scrivendo dette proporzioni, secondo l'ordine decrescen-
te della lunghezza delle corde, si ottiene la scala:
do re mi fa sol la si do
e, in cifre:
8 64 3 2 16 128 l
l
9 81 4 3 27 243 2
E' da notare che, mentre nel tetracordo compaiono i nu-
rneri l, 2, 3, 4, nell'eptacordo troviamo le prime nove poten-
ze del due e le prime sei del tre.
l 2 4 8 16 32 64 128 256 512
l 3 9 27 81 243 729
Ora, parlando delle potenze del Due, sappiamo gia' che
ci troviamo nel campo delle superfici o, come dissero gli an-
tichi, nel campo degli Dei o delle Forze, che fanno da ponte
di passaggio tra il Divino ed il Fisico.
Questo campo, quindi, si trova tra l'Unita', da cui tutto
proviene, ed i volumi, meta della genesi.
. .. .
Gia' nel Timeo, Platone aveva descritto l'Anima del Mon-
do, composta in modo settemplice, come un sistema armo-
nico nel passaggio tra l'UNO ed il DUE, in cui l'intervallo,
dia pcuon 6ui. 71"clOWP , o l'intervallo doppio tra l'UNO ed il
DUE, era colmato dalle medie proporzionali:
175
Il '1mbolo armomcu
l
l +
3
e
l
l +
2
in modo da ottenere l'unica serie possibile:
l
l l + l + 2
3 2
che abbiamo visto essere il tetracordo.
L 'Anima del Mondo platonica ( 1 ) viene descritta come:
-Kat KVKAW 6~ KUKAW OT pf</> OjJ.aJIOII ovpavoll fl.va
l .,.. "
jJ.OI/011 fpfjJ.OII-
-un Cielo circolare, cielo unico, solitario, che puo'
bastare a se' stesso, e che fa da intermediario tra
Colui che E' e l'Altro-
ovvero e' posta tra il Mondo Divino ed il Corpo, ed e', quindi,
il Campo di Forze che li unisce.
L 'Anima del Mondo, pur essendo riscontrabile ovunque,
e' stata posta convenzionalmente nei cieli, ed i Sette Pianeti
sacri, gli Arcangeli Maggiori di tutte le misteriosofie e reli-
gioni, sono considerati il simbolo della Manifestazione stessa.
La cadenza del Settenario anima e soregge l'Universo
nella sua costituzione prima; per analogia, le sette sfere cele-
sti, che la nostra coscienza psicologica e' in grado di osserva-
re e valutare piu' facilmente di altri simboli, con il loro moto
scandiscono i cicli giornalieri, stagionali ed annuali, assieme
alle costellazioni.
La materia atomica, fonte delle nostre sensihilita' prime
H6
Il Mmbolo annon1co
177
Il wmt!Oio armontCU
178
Il s1mbolo armon1co
179
Dopo lo stato cristallino della materia, passiamo al suo
stato amorfo, in cui troviamo le argille, che formano come
uno stato di transizione tra un regno e l'altro.
In questo loro morfismo esse assumono un particolare
significato, ed acquistano un loro preciso simbolismo.
Mentre nell'antico Egitto il tempio dedicato al Dio era
costruito con pietre, quindi con prodotti della Natura in cui
il simbolismo del Sette fosse ben marcato, perche' apparte·
nente allo stato cristallino, le case degli uomini, invece, com-
presa quella del Faraone, erano fatte di semplici mattoni
cotti, derivati dagli impasti di argilla.
Quando parleremo del simbolo uomo, potremo capire
i moventi che spinsero i nostri lontani padri ad usare, per il
loro rifugio, un materiale completamente diverso da quello
impiegato per onorare la Funzione Vivente, o il Dio.
180
Il \lmbolo armomc,,
181
Il \lmbolo annomcu
• • •
Le Sette Funzioni sono presentate al paragrafo 9 del Pri-
mo Logos del Corpus Hermeticum:
-Ora il NoiU Dio, essendo maschio e femmina, ed
euendo Vita e Luce, diede luce con la parola ad
un secondo Demiurgo, il dio del Fuoco e deU'A-
rin, che a sua volta genero' i Sette Governatori, che
avviluppano nei loro cerchi il mondo sensibile;
ed il loro governo si chiama Destino-
L 'Asclepio ( 4 ) conferma la rigidita' delle leggi di Natura,
che passano sotto il nome generico di Destino:
-septem sferae quae vocantur habent ovaw.pxao,
id est sui principes, quam fortunam dicunt aut
Ef.llapiJEVTI quibus immutantur omnia lege naturae
stabilitateque firmissima, sempiterna agitatione
varinta ... -
-Le Sette Sfere che si nominano, hanno per Usiar-
chi, cioe' come principi, cio' che si chiama Fortu-
na e l'Eimarmene, per mezzo delle quali tutte le
cose si trasformano secondo la legge delltJ natura
ad un ordine assolutamente fisso ... ~
E piu' avanti ( 5 ):
-Cio' che noi chiamiamo Eimarmene, Asclepio, e
la necessita' che presiede a tutto il corso degli av-
venimenti, attaccandosi gli uni agli altri, come in
uRa catena .. .l'Eimarmene viene In primo luogo, che
da' nascita all'inizio di tutte le cose, mentre la
Necessita', conduce per forza alloro ultimo effetto,
182
Il Simbolo annontco
183
Il \1mtl0\o armonKo
184
NOTE
5- ibidem.
185
Capitolo VIII
IL SIMBOLO UOMO
1117
Il \lmholo uomo
* • •
188
Il ~1mbolo uumo
189
Il \lmbolo uomo
simpatico li accelera.
Dato che ogni organo interno possiede questa duplice in-
nervazione, il buon funzionamento dell'intero organismo
dipende dal loro equilibrio.
l gangli nervosi dell'ortosimpatico sono posti a ridosso
della colorma vertebrale, e formano, da ciascun lato, una ca-
tena che va dal coccige alla base del cranio, e mentre i gangli
cervicali innervano il cuore, la faringe e l 'arteria carotidea,
i gangli toracici irmervano l'esofago e i bronchi e danno i ner-
vi splancnici, che si portano alla cavita addominale, dopo
aver passato il diaframma.
l gangli lombari, con i gangli splancnici e con quelli che
vi sono attorno all'aorta addominale, formano il plesso so-
lare, che innerva lo stomaco, l'intestino, le reni, il fegato,
il pancreas e le gonadi.
Infine i gangli sacro-coccigei innervano, con i loro canali,
la vescica, il retto e gli organi genitali.
Ora, tutto il sistema nervoso autonomo risulta essere in
stretto rapporto con le ghiandole endocrine, che regolano
le funzioni vitali, indipendenti dalla coscienza, e che pilo-
tano le reazioni del sistema nervoso autonomo.
Pertanto, in ultima analisi, in relazione alle funzioni vi-
tali, che mantengono in vita il nostro corpo, andra' osserva-
to e studiato a fondo il sistema endocrino, produttore di
ormoni, che devono il loro nome al greco ormao , che signi-
fica mettere in movimento e quindi stimolo.
Gli ormoni sono quei prodotti che, costruiti in determi-
nati organi interni, vengono riversati nel sangue, e concorrono
a stabilire quel complesso di reazioni chimico-fisiche, che la
nostra medicina chiama metabolismo.
Gli ormoni, da qualsiasi parte provengano, non agiscono
ognuno per conto propri~, ma si armonizzano l'un l'altro,
190
Il 11mbolo unmu
• • •
Iniziamo la nostra rassegna con la prima ghiandola endo-
crina, l' epifisi , o ghiandola pineale ( dal latino pinea = pi-
gna). Essa e' localizzata, approssimativamente, nel centro
dell'encefalo ed ha, mediante le fibre simpatiche, che proven-
gono dal ganglio cervicale superiore, l'unica connessione con
il resto del corpo.
Questo e' un fattore molto importante ai fini del metabo-
lismo cosmico, che affronteremo in un secondo momento.
191
Il 'lolmholo umnn
• • •
La seconda ghiandola endocrina e' l' ipofisi, con il grup-
po ipotalamico da cui, in parte, dipende.
Attorno all'ipofisi ruota, indirettamente, buona parte
del metabolismo.
Essa e' situata alla base cranica, in quella piccola cavita'
dello sfenoide, chiamato sella turcica.
L'ipofisi si divide in anteriore e posteriore.
192
Il ~1mbolo uomo
Materia cerebrale
193
Il simbo.\ouomo
194
Il !o1mbolo uomo
195
Il ~1mbolo uomo
nucleo ventro-mediale
!96
Il s1mholo uomo
• • •
Terza ghiandola e' la paratiroide, che in realta' e' forma-
ta da quattro piccolissime ghiandole, poste dietro la tiroide,
quindi si parlera' di paratiroidi.
L'ormone paratiroideo, il paratormone, ha la facolta' di
regolare il calcio e il fosoforo nel sangue, controllando, in
197
Il s1mbolo uomo
198
Il sunbolo uomo
• • •
Le quarte ghiandole endocrine sono le surrenali, che so-
no disposte sopra le reni, senza avere rapporto alcuno con
199
Il wmbolo uomo
la ghiandola 8111Tenale
200
Il s1mbolo uomo
esse.
Sezionando queste ghiandole, si osserva che esse sono
composte da una parte periferica, detta corticale, ed una cen-
trale, detta midollare. Oltre ad essere morfologicamente di-
verse, queste due parti secernono anche ormoni differenti.
La corticale produce gli ormoni denominati minerulcorti-
coidi; sono quegli ormoni, che agiscono sui minerali del corpo
in particolare, su sodi o e potassio.
Fra i piu' importanti ormoni, secreti dalla parte cortica-
le delle surrenali, abbiamo:
1- l'aldosterone, che governa il ricambio del sòdio e del
potassio.
Pur agendo su tutte le cellule del corpo, questo ormone
esercita prevalentemente la sua azione sui tubuli renali,
che altrimenti, assieme alle urine, eliminerebbero gran-
di quantita' di sodio.
Questo individuo chimico, molto idrofilo, si trova sopra-
tutto nel sangue e nei liquidi extracellulari, mentre il
potassio risiede negli intracellulari; pertanto, il loro equi-
librio impedisce di trasferire quantita' di acqua, tali da
compromettere la circolazione sanguigna.
L'aldosterone governa questi ricambi assieme ali 'ormone
antidiuretico o ADH, che abbiamo visto, in precedenza,
essere secreto dall'ipofisi.
Inoltre l'aldosterone viene liberato nel sangue dall'azio-
ne dell' ACTH, secreto dall'ipofisi,che ne controlla la
formazione.
201
Il stmbolo uomo
202
Il :1o1mbolo uomo
• • •
Quinta ghiandola endocrina e' una porzione del pancreas;
esso, infatti, ha una parte ad azione esocrina, perche' versa
nell'intestino il succo pancreatico, ed una seconda, quella
che ora ci interessa, le isole di Langherhans, ad azione endo-
crina, liberando due ormoni: l'insulina e il glucagone.
203
Il s.imbolo uomu
e adiposo.
• • •
Ultima ghiandola endocrina sono gli organi di riprodu·
zione, maschili e femminili.
Per il maschio, la produzione di ormoni se88Uali avviene
attraverso le ghiandole surrenali e i testicoli.
I tubuli seminiferi secernono, per eccellenza, il testoste-
rone, l'androstenedione e piccole quantita' di estrogeni, ossia
ormoni sessuali femminili.
Essi sono accompagnati dai rispettivi ormoni sessuali,
se ere ti dalle ghiandole surrenali, e cioe' l'androstenedione,
l'idrossiandrostenedione e il deidroepiandrostenedione.
Gli androgeni sono determinanti per la differenziazione
dell'individuo, in sede di sviluppo; infatti agiscono in modo
massiccio sul feto, per restare, poi, in silenzio, o quiU!Ì, fino
all'epoca della puberta'; eta' in cui riprendono in pieno il
loro lavoro.
I testicoli iniziano la formazione degli spermatozoi,
sotto la guida dell'ormone follicolostimolante, o FSH, che
abbiamo visto provenire dall'ipofisi, in presenza, necessaria,
del testosterone del testicolo.
Gli androgeni sono, inoltre, determinanti per la comparsa
dei caratteri sessuali secondari, che, nell'uomo, si manife·
stano nello sviluppo muscolare e nella struttura dello schele-
tro, con l'aumento del diametro delle spalle e la diminuzione
di quello del bacino.
Gli androgeni intervengono, poi, sul metabolismo del cor:
po e, in particolare, su quello dei liquidi e dei protidi. La loro
azione si esercita, facilitando la giusta collocazione degli ami·
no-acidi, nella sint~i proteica, e pr~vocando la scissione dei
20~
Il s1mbolo uomo
grassi.
Infatti l'uomo presenta, rispetto alla donna, una riserva
minore di grassi; vediamo inoltre che, in assenza di androgeni,
l'animale castrato tende ad aumentare tale riserva.
I testicoli sono controllati dall'ipofisi che, per essi, secer·
ne l'FSH, l'ormone follicolostimolante e l'LH, illuteostimo·
lante, il quale ha un'azione preponderante sulla secrezione
di androgeni.
Gli ormoni sessuali femminili sono regolati dalle secre-
zioni della parte anteriore dell'ipofisi, e precisamente dal-
l'FSH, l'ormone follicolostimolante, che stimola la formazio-
ne di estrogeni; dall'LH, l'ormone luteizzante, che stimola la
formazione del progesterone da parte delle ovaie, e del
LTH, l'ormone lattagogo che, oltre a stimolare la secrezione
del latte dalla ghiandola mammaria, partecipa anche alla
formazione di progesterone.
• • •
Questo e' il prodigioso meccanismo della funzionalita'
ormonica, analizzata dal punto di vista della medicina mode-
na, secondo le nostre attuali conoscenze. (Fig. B)
Ora possiamo osservare gli ormoni, queste meravigliose
secrezioni, sotto un altro punto di vista: quello del simbolo,
come fecero gli Egizi, quando scolpirono la Barca di Amon,
che naviga sui flutti di Nun, su tutto cio' che vive.
Per sette volte Amon naviga sull'Abisso, portando con se',
nel tabernacolo, nel Naos, il soffio di vita; egli sale e scende
il fiume sacro, il Nilo, l 'Hapi celeste, e le sue anse terrestri,
cristallizzate a ·Iato della spina dorsale del corpo umano,
risplendendo di sette colori e rispecchiando i sette cieli,
regno degli Dei e dei Neter.
205
Il \lmbolo U< •nw
206
Fig. 6
207
Il \lmbolo uomo
208
Il simbolo uom(>
209
Il simbolo uomo
210
Il \lmhtJIO u•u11••
• • •
Sotto la t~rna astrologica Saturno-Giove-Marte, si trova
l'organo del Cuore, che non e' una ghiandola endocrina, ma
la cui importanza e' basilare.
Nei suoi intimi recessi, si fondono, misteriosamente,
211
Il \1mbolo uomo
212
Jl,•mt...•louomo
l'Unita'.
Nel processo genetico, queste due potenze si scindono e
diventano antagoniste, si che l'una deve uccidere l'altra, co-
me Caino uccise Abele, affinche' la Vita si manifesti, dando
un senso compiuto al termine Qualita '.
Nel processo palingenetico, invece, il dramma Seth-Horo
svanisce, perche' si forma quel legame, chiamato Settenario,
che unisce questi due poli contrastanti, separati dalla diversa
armonia, che essi creano in base al loro divenire e alla loro
affmita'.
In questo senso, la Luce, divenuta Tenebre, si riconosce-
ra' di nuovo Luce splendente, e l'uomo trovera', con il batte-
simo del Fuoco, la sua realizzazione nel Cuore.
In questo caso, Seth ed Horo si terranno per mano e,
secondo il Capitolo CLIII del Libro dei Morti egizio:
-Ecco che io inizio l'a&ce&a dei Gradi della Scalinata
che il Padre mio cele&te, Ra, mi aveva appredata.
Seth ed Horo, rnpettivamente ai miei lati,
dringono le mie due mani... -
Apparira', in tal modo, quel Fuoco Arcano, origine e fine
del tutto, che in se' lega tutte le realta'.
Se la Legge delle Proporzioni ha scisso gli elementi e li
ha sottoposti ai nostri occhi con la cadenza del Quattro e
del Sette, nelle sette note del sistro egizio, facendo del Fuo-
co Due, l'Unita' che si moltiplica, con il dramma dualisti-
co Seth-Horo, nel Tempio Vivente, nell'Uomo, si riforme-
ra' l'Uno, la punta della piramide, che e' nel Cielo e che e'
il Fuoco del Mondo.
Sorger-a' allora l' Intelligenza del Cuore e con Arnene-
mope potremo dire: (2)
2D
Il 'lmholo uumo
i~ Q~ ~ ~ ~L'~ ~dl
41 ~~~@ (~:~ -r \ ~
-Cosi' il cuore degli uomini e' il ruuo del Dio ( il
becco del Dio Thoth), in perpetuo porta rispetto
e non dimenticare-
Ma Intelligenza del Cuore, significa Conoscenza della Ra-
gione Vitale che, come Conoscenza del Fenomeno universa-
le, assume il carattere di una Apocaliue, di una Rivelazione.
E,per mezzo della Rivelazione, la base della te~~i vitalista
rimane mistica e rende inutile ogni scienza razionale.
Poiche' solo il Cuore diventa il centro di ogni compren-
sione:( 3)
4~~ 'f~~.:~~4~~ ~
4~~~
-Da' le tue orecchie per intendere cio' che si dice,
da' il tuo cuore per comprendere-
Infatti, separare e scindere, significa scendere sempre piu'
nella materia; significa allontanarsi dalla sorgente, che anima
il tutto; ma, non separare, e' sinonimo di Amore, ovvero Luce
di Horo, Intelligenza del Cuore, comprendere per mezzo del
Cuore.
E questo e' l'Uomo Regale.
21-t
Il ~•mholo uomo
• • •
Le surrenali, con i loro ormoni mineralcorticoidi, denun-
ciano immediatamente la loro funzione di rapporto, in quan-
to il ricambio del sodio e del potassio, che oamoticamente
passano le membrane cellulari, portano a spostare quantita'
di acqua, tali da non compromettere seriamente la circolazio-
ne sanguigna, tenuto conto che il sodio e' l'elemento piu'
abbondante nel sangue.
Questa funzione di interscambio e' propria del simbo-
lismo Venusino, per cui le surrenali sono sotto l'egida di Ve-
nere.
Come il confratello Marte provvede a fornire energia al
corpo, catabolizzando il glicogeno in glucosio, e questo rien-
tra nel suo compito astrologico, Venere esercita, con l'ormo-
ne cortisolico, l'azione contraria, ossia sequestra le proteine
dai muscoli, dalle ossa e dal tessuto connettivo, per trasfor-
marle in glicogeno.
Con l'adrenalina, invece, essa aiuta Marte a fornire
energia al corpo, nei momenti di pericolo; da qui, si intra-
vede l'altro aspetto del carattere venusino, consistente nel
dare senza riserve, in completo abbandono, senza nulla
chiedere.
Quindi, se Giove e' la Grande Fortuna, Venere e' la
Piccola Fortuna; infatti essa portera', nei momenti di biso-
gno, il suo aiuto all'uomo.
Come Dea dell'Amore, essa provvedera' a secernere or-
moni corticali, che si uniranno a quelli delle gonadi.
215
Il \Jmholu uomo
il combustibile umano.
L'insulina, infatti, aiuta il processo di trasporto del glu-
cosio dali 'esterno ali' interno delle cellule, quindi, esaa fa da
ponte tra un dentro ed un fuori, caratteristica della funzio-
nalita' mercuriana.
ll pancreas si identifica nel Mercurio astrologico, in co-
stante movimento, ed in veste di attivatore, per mantenere
il processo vitale ai suoi livelli, incorporando in se' stesso la
simbologia del Fosforo, che esso rappresenta spagiricamente,
nel processo della fosforillui, in cui il glucosio si combina
con i fosfati, per essere utilizzato come fonte di energia.
• • •
Da quanto esposto, possiamo ora sostituire la silouette
del corpo umano, esposta prima, con un'altra, in cui le ghian-
dole endocrine sono state sostituite dai rispettivi simboli
planetari (Fig. 7 )
Possiamo osservare come la sequenza planetaria sia iden·
tica alla SEQUENZA PLANETARIA CALDAICA, ricorda·
ta nei nostri libri, a proposito della Genesi mosaica, quando
abbiamo menzionato i Patriarchi prima del Diluvio ( 4 ), e
tenuta in considerazione dal m·agismo operativo, nella se;
quenza delle Ore Planetarie del giorno e della notte, come
216
o
9
Q
Fig. 7
217
Il ~Lmbolo uomll
21R
Il \lmholo u~1mu
219
Il \lmholn uomn
medicina egizia,
Con essa, si potra' portare la salute al corpo umano, sia
ricorrendo a quelle funzionalita', esistenti nel regno vegeta-
le e minerale, che sono analoghe a quelle umane, sia usando
una terapia che curi l'anima, le cui disfunzioni, come gia'
timidamente ammesso dall'attuale medicina, possono porta-
re a scompensi nel sistema simpatico ed endocrino dell'uomo.
Campo immensamente affascinante, che la moderna psi-
somatica, appoggiandosi ai postulati teste' descritti, potreb-
be facilmente dissodare e rendere. fertile, trovando, per cia-
scuna malattia che colpisce l'uomo, la sua causa simbolica,
racchiusa nella funzionalita' del simbolo planetario.
Per l'ermetista, che ha raggiunto un perfetto equilibrio
ormonale, dipendente da una vita equilibrata, da un retto
pensare e sentire della psiche, interessera' l'ulteriore passo,
relativo alla purificazione dei Sette MetaUi, in modo che nei
tenebrosi recessi delle Caverne endocrine, come dice il
vecchio aedo egizio, possa instaurarsi un nuovo metabo-
lismo, che lo porti verso una nuova umanita', facendogli
scoprire la Miniera di tutti i metaUi, il Cuore, nel suo stato
di maggior purezza. . ·
Dopo aver superato la prova, avra' appreso ad essere,ad
esistere, invece di pensare, e la' ricevera' il battesimo del
Fuoco, che non potra' piu' nuocergli, essendo, egli stesso,
divenuto Fuoco.
* * *
220
Il ">lmholu uumo
221
con le sue 5ette aperture b b w md d :
A
o
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si ha la chiave di Iside, o l'Immacolata Concezione; nel
passivo, si ha la formula della corruzione della purita', o
Proserpina.
-Si adscendero in coelum, tu illu es
si ducendero in infernum ades
Cio' equivale a dire che, nella ritualita' magica, le opera·
zioni di purificazione verrarmo eseguite in Luna Nuova, ov·
vero in assenza di Luna.
Essa dovra' rinascere pura ed immacolata, per giungere
sino alla sua maggior forza, all'epifania della Luna Piena.
Da queste considerazioni, deriva un altro simbolismo,
adottato da tutta l'antichita' e dal protocristianesimo, che
raffigurarono l'UOMO REGALE, colui che vede e sente at-
traverso l'Intelligenza del Cuore , senza la sommita' cranica.
In tal senso va considerato l'uso dei nastri, dei diademi
e delle corone, che circondano la testa all'altezza della
fronte. Questi simboli, infatti, volevano indicare il comples-
so uomo, l'uomo composto dai Sette Raggi divini, sede del·
la Vita, non piu' soggetto all'influenza lunare, al suo satelli·
te, il cervello, perche' questo e' divenuto strumento docile e
perfettamente terso, atto a riflettere i raggi del Sole, della
centralita' corporea.
Tali sono le raffigurazioni dei santi cristiani del primo
millennio, le cui icone rappresentavano l'asceta con il cranio
in mano, oppure con la testa piatta, la cui sezione era di poco
223
Il \lmbolo uomu
n-l
Il ,.mholo uomo
* * *
Prima di chiudere il discorso sull'Antropocosmo, ci per-
metteremo di fare un ulteriore accenno sulla simbologia
del corpo umano, ed in particolare, su quella parte che giu-
stifica la pratica di una certa ritualita', comune a tutti gli
esotcrismi, sia occidentali che orientali.
Ci riferiamo alla parte interna del naso, che gli Egizi
chiamarono il santuario o shtyt:
22R
agire.
Gli Egizi, con la testa dell'Avvoltoio, o Nekhebit, l'a-
nimale che secerne dal naso un liquido mucillaginoso di
digestione, vollero indicare il simbolismo unificante del giu-
dizio, ovvero il mezzo, Giove, ed il fuoco, Satumo, che in
questo mezzo agisce.
Nel sistema geroglifico egizio, infatti, la radice sn pone
in stretta relazione tra loro il numero due, snw:
il termine sn , il naso:
~.ì.O
impressa in se', la signatura, caratteristica della Funzione in
questione.
Nel vecchio Egitto, i profumi, gli unguenti profumati,
le resine contenute nelle varie specie vegetali, ebbero un
grandissimo ruolo nella simbologia ieratica, e furono chia·
mate le secrezioni degli Dei, come secrezione degli Dei, in
senso egizio, possiamo chiamare la produzione ormonale
delle nostre ghiandole endocrine.
Per la rappresentazione simbolica delle varie funzionali-
la', il simbolismo ieratico egizio scelse nella Natura gli esseri
vegetali cd animali.
Tale scelta teneva conto, non solo del simbolismo in sen-
so generale, ma anche del tipo di secrezione odorosa, emana-
ta dai diversi individui.
Da questo corollario nacque l'alchimia spagirica, che sep-
pe fondere in un'unica, le varie secrezioni, naturali ed uma-
ne.
Pertanto, il senso dell'odorato, che e' l'informatore cere-
brale originario nell'organismo vivente a sistema nervoso
centrale, con le sue due appendici, che si sdoppiano, raffigu-
ra un organo, la cui immagine si confonde con il simbolismo
faraonico del tessuto, in cui la trama fa riscontro all'ordito.
Da qui' il simbolismo della dca egizia Neith, raffigurata
da un geroglifico, in cui vi sono due curve incrociate, o me-
glio, due archi, capaci di lanciare due freccie, che si incro-
ciano, come l'ordito e la trama:
DI
Essa, coronata con la corona rossa, vuole anche, e sopra-
tutto, significare il Ritorno, che e' guidato dalle facolta' del
discernimento e dal senso morale, racchiusi nel lobi frontali
attuali.
In tal modo, scrive il copista di Dendera:
233
INDICE
pag. 7 Prefazione
9 Capitolo l Il simbolo ermetico
31 Capitolo Il Il simbolo antico e la funzione
uomo
53 Capitolo 111 n simbolo nella liturgia
77 Capitolo IV n simbolo matematico
103 Capitolo V n simbolo botanico
131 Capitolo VI n simbolo geometrico
165 Capitolo VII n simbolo armonico
187 Capitolo VIli Il simbolo uomo
INDICE DELLE
FIGURE