Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
13
I. LO SPIRITO E LA MA TERIA
37
n. I M A ESTRI E LA G RA N D E RICERCA
65
m. IL FUO CO E LA PIETRA FILOSOFALE
97
TESTIM O N IA N Z E E DO CUM EN TI
Genesi di un no me
I miti delle origini
I Maestri arabi
L'Europa cristiana e l'età d'oro
L'inizio della fine
La clandestinità
L'alchimia oggi
Inco ntri eccellenti
Dal caos alla luce
A lchimia & Co .
152
A PPA RA TI
Tavola dei simbo li alchemici
Indice delle illustrazio ni
Indice dei no mi
Bibliografia
ALCHIMIA
L' O RO D EL L A C O N O SC EN Z A
A ndrea A ro matico
Jllr.'smvr.« I i^LSìI
•—m. / u ji ^ o u / o u - E^ w o n o ^ i - r e ' Jr v « c t t i t t ^
-TÌàlAnf ¿>Sìei«7<*VHc7«-7°ì 4 w«
ÌÌ, S -3« / «U S K «m -OÌ7» /•*••
' f :'
* 1ot1,15, -o.!.« »
rvUoi* i^-To'v i « n t ^ « ^ « ? "
Mesopotamia, trovò quel terreno fertile che gli "I misteri relativi a
era necessario per fiorire e dare vita a tutti i riti una teurgia del Fuoco
sono stati improntati
nascosti, a tutte le pratiche incentrate intorno alle tradizioni di una
a un simbolismo taumaturgico e improntate civiltà estremamente
antica alle quali,
alla conoscenza della natura che ne fecero ulteriormente, si
l'A rte Sacra per eccellenza. sovrapposero nozioni
e riti diversi tra i quali
Sarà da qui che gli alchimisti cominciarono l'apporto indo-europeo
a essere considerati come i "sacerdoti del fuoco esercitò senza dubbio
eterno ", casta separata di uomini dediti un'influenza
determinante. Sembra
religiosamente a rituali teurgici che, nella quiete legittimo designare il
delle strutture templari, tra pratiche devozionali gruppo dei Dactili Idei,
dei Coribanti frigi, dei
e operazioni manuali, in possesso di chissà quali Cabiri di Samotracia,
segreti, cercava di sondare l'insondabile. dei Carcini e dei Sinti
Basta altresì ricordare il ruolo iniziatico e di Lemnos, dei Telchi
di Rodi e dei Curiti
complesso che tuttora, presso alcune popolazioni di Creta sotto il nome
africane, continua a rivestire la figura del fabbro- di 'teurghi del fuo co '.".
sciamano, temuto e disprezzato, ammirato e odiato René A Heju
poiché proprio questa sarà la veste che nel corso
dei secoli ammanterà la figura dell'alchimista.
Sincretismo e panteismo in "Ermete[...] chiama
una dottrina di sapere unificato microcosmo l'uomo
perché l'uomo, o
il 'piccolo mondo',
L'approccio nei co nfro nti contiene tutto ciò
che rinchiude il
d ell'alchimia deve avvenire per macrocosmo, o il
gradi, a po co a po co , tenend o 'grande mondo' [...],
sempre presente che assimilare il macrocosmo ha due
luminari, il Sole e la
— le no zio ni, i co ncetti cardine Luna; e anche l'uomo
d ell'ermetismo , vuo l dire ha due luminari:
l'o cchio destro, che
nutrire la mente co n il sale di un sapere quant'altri rappresenta il Sole,
mai estraneo alla co rrente mentalità. e l'o cchio sinistro la
Occo rre armarsi di pazienza e di sagacia per seguire Luna. Il macrocosmo
ha mo nti e colline:
i co ncetti d ell'alchimia, co nsci di entrare in co ntatto l'uomo ha ossa e
co n un sistema filo so fico che nel suo insieme appare carni. Il macrocosmo
ha il cielo e gli astri:
affatto alieno ai vuo ti razio nalismi di questo secolo. l'uomo ha la testa e gli
N o n biso gna tuttav ia spaventarsi: le fantastiche orecchi. Il macrocosmo
immagini evo cate dagli alchimisti, le strao rdinarie ha i dodici segni dello
zodiaco: e anche
iperbo le co ncettuali degli A depti no n po sso no l'uomo li possiede,
che co nquistare, traspo rtando in una d imensio ne dal padiglione delle
orecchie sino ai piedi,
spirituale appena tangente il turbinare cao tico che si chiamano pesci."
della "sto ria degli uo m ini", p erché in realtà queste (Ms. CCXCIX,
racco ntano la "Sto ria d ell'Uo mo ", e cio è quell'eterno Bibl. Marciana]
cammino di ricerca del singo lo individuo
al co spetto dei misteri della creazio ne.
Il sistema filo so fico su cui si basa tutta
l'alchimia - a d ispetto di quanto per
lungo tempo si è creduto - è
di una semp licità sco ncertante.
Questo no n to glie però che
una vo lta accettato finisce
per spalancare inev itabilmente
v ette co ncettuali da vertigine.
L'idea-base fu ind ubbiamente
che alle spalle di tutte le
manifestazio ni naturali, di tutto
l'esistente, ci fo sse una causa
prima della vita in tutte le
sue varie manifestazio ni,
animali, vegetali o minerali.
La chiamaro no Spirito Universale,
e fu per gli alchimisti quel principio
base d ell'intera Creazio ne, "c he è diffuso
nelle opere della Natura co me per co ntinua
UN'ALTRA CONCEZIONE DEL MONDO 19
a Natura fa le
L sue rimostranze
al chimico che
pensava di penetrarne
i segreti utilizzando
la sola tecnica,
che separano il sapere fidando solo
alc hem ic o dal camp o d elle sull'arte meccanica,
dimenticando invece
scienz e co ntemp o ranee. Do v e queste v o glio no di "cogliere le
co no scere per sfruttare, quello utilizzav a per simpatie" e cercare
co no scere, e in d efinitiva, per trascend ere. l'illuminazione.
Ermete fra D emocrito. Platone-
Socrate e A ristotele
[è1 l'emblema
serpente Uroboros
della
stessa alchimia.
È nella sua
raffigurazione
che si trova
su quella dello
spazio, e che di co nseguenza la sua
macro struttura, co sì co m e le sue
micro strutture, seguissero lo stesso and amento
circo lare auto co nclud entesi, o meglio , ciclico .
Lo spazio -tempo d ell'alchimia no n è dunque uno
spazio -tempo che si svolge in linea retta, ma è una
d imensio ne sola, co ntinuamente avvo lgentesi su
se stessa, p ermeata di Spirito Universale, in cui
d eterminismo divino, d estino e d eterminazio ne
umana so no le co o rd inate principali entro cui
tutti gli esseri della creazio ne co nd uco no le lo ro
esistenze. Questo e no n altro stava a significare
l'antichissimo simbo lo d ell'Uro bo ro s - il serpente
che stringe tra le fauci la propria coda co sì caro agli
alchimisti d'ogni era - e no n una banale unità della
materia che nessuno fra gli antichi maestri si era
mai so gnato di porre in d iscussio ne.
Co sa co mp o rtasse jYl
tutto ciò w UF
adombrato
tutto il
background
concettuale della
filosofia ermetica.
Testimonia inoltre
co me che ogni cosa è legata
co nseguenze dirette, al Tlitto, che la materia
sempre restando su un piano strettamente teo retico , e lo spirito sono
la stessa cosa e
è o ltremo d o semplice. M entre la scienza profana, manipolandole si
tend enzialmente vo lta per curio sità alla pluralità possono compiere
inesauribile dei feno meni, mo ltip licand o le meraviglie; che un
corpo può essere
esperienze e i mo d elli diveniva v ittima di se stessa trasmutato!
frazio nando si in un cam m ino progressivo, viceversa
la co no scenza sacra - qualitativa
anziché quantitativ a - che
animava l'alchimista mirand o
essenzialmente verso un centro
spirituale d ell'uo mo e delle co se
per sua natura eterno , unico e
ind ivisibile - , restava essa stessa
unitaria e o rganica. Di più, si
legittimav a nella sua so stanza
di d isciplina trad izio nale.
l quaternario degli
Ilaelementi circonda
scena: in alto
a sinistra, una
salamandra arde
incombusta nel
fuoco primordiale; alla
sua destra, un'aquila
dispiega le sue ali
nell'aria; in basso
a sinistra un piccolo
re domina sul leone e
sul drago che ruggisce
nelle viscere della
Terra; a cavallo di una
remora naviga invece
Artemide sull'acqua
marina, il menisco
lunare adorna la sua
fonte. Come apici di
un triangolo equilatero
capovolto, stanno gli
elementi del ternario
anima, spirito e corpo;
il Sole, la Luna, e la
pesante pietra ne sono
i rispettivi emblemi.
Il settenario trova
sua triplice
rappresentazione
nei raggi che emanano
dal centro-origine.
Sette come sette
sono i pianeti-metalli
dell'alchimia: Giove-
stagno è il primo in
basso, Saturno-piombo,
segue alla sua sinistra,
e così procedendo
troviamo nell'ordine
Marte-ferro, Sole-oro,
Venere-rame,
Mercurio-mercurio
e infine Luna-argento.
Negli spazi, inscritte
in singoli cerchi
sono sette allegorie
operative. Nella
fascia esterna la scritta
formula uno dei sensi
o cculti dell'acrostico
V.I.T.R.I.O.L.; nel
centro il volto sereno
dell'Adepto glorificato
per azione dello
Spirito: le sue mani
stringono gli strumenti
dell'Arte alchemica,
i suoi piedi poggiano,
come quelli dell'angelo
dell'Apocalisse, sul
mare e sulla Terra.
riassunti nel quaternario "fuo co , aria, acqua, terra", ssai suggestiva è
qualità o nto lo gico -elementali presenti in ogni cosa, A la teoria alchemica
riguardante la nascita
seco ndo la misura stabilita dal Creato re, e su tutti dei metalli, secondo
quell'elemento più pro ssimo alla perfezio ne e, per la quale essi vengono
perpetuamente
natura, centro dello spirito : la quintessenza. generati in seno
Volgendo dunque la propria attenzio ne al mo nd o alla Madre-Terra:
metallico - il micro co smo più pro ssimo per l'uo mo dice il Cosmopolita
"...che tutte le cose
su cui operare - l'alchimia classificò altri sette si formano da un'aria
principi inferio ri, co rrispo nd enti alle qualità liquida o da un vapore
che gli elementi
intrinseche di altrettanti semp lici metalli. Di qui distillano con un
il settenario "argento , mercurio , rame, sole, ferro, movimento perpetuo
stagno e p io mbo ", da intend ersi - si badi bene - co m e nelle viscere della
Terra. Questo vapore,
principii archetipali e no n co me elementi, a cui dopo che l'A rcheo della
vennero fatti corrispondere, Natura l'ha ricevuto lo
per quella legge che vo leva
che quel che era in basso
era co me quel che era in alto ,
rapporti precisi co n il So le,
la Luna e gli altri cinque
pianeti visibili a o cchio nudo.
N e derivava una
specularità d iretta fra il
mo nd o terrestre (o della
materia spirituale) e quello
celeste (o dello spirito -
materiale), che per facilità
di lettura, si può riassumere
nel seguente mo do :
Luna - argento, Mercurio -
mercurio , Venere - rame,
So le - oro, Marte - ferro,
Gio v e - stagno, Saturno -
pio mbo .
sublima per i pori e
Le " simpatie" fra Terra e cielo con la sua sagacità lo
distribuisce in ciascun
luogo [...] e così grazie
A stro lo gia e alchimia saldavano co sì il loro alla varietà dei luoghi,
recipro co rapporto nell'ambito della filo so fia anche le cose
ermetica, in mo do a tal punto fo rmid abile da provengono e nascono
differenti" ( N ovum
far sì che per qualsiasi alchimista la co no scenza lumen chimicum).
perfetta delle segrete "sim p atie" fra Terra e cielo ,
fra superiore e inferio re, divenissero p atrimo nio
di co no scenze ind ispensabili per "o p erare".
Gli elementi fuo co , aria, acqua e terra in base al
I QUA TTRO ELEMENTI 35
er gli alchimisti
P i quattro elementi
sono a cardine
dell'esistente.
"Malgrado le
più straordinarie
sottigliezze, non si
potrà mai far sì che
i quattro elementi non
siano a fondamento
di tutta la creazione"
- scrive Canseliet in
Alchimia. "D'altronde
si manifestano sin
dalla più piccola
operazione a cui possa
essere sottomessa
qualsiasi cosa. Ciò
nella forma che è
propria a ciascuno,
e che quindi è fluidica,
liquida, gassosa oppure
solida, a seconda che
si tratti di fuoco,
di acqua, di aria
o di terra."
'alchimista,
La risposta è facile. Se esisteva uno Spirito
Universale, base intelligente e fo ndamento vitale
L scienziato, mago
e sacerdote, guidato
di tutte le manifestazio ni, po sto che esso no n dalla stella cometa
come i re magi che
solo animava tutti i corpi, ma che questi po tevano giunsero a Betlemme,
persistere tanto più inco rro tti nel loro stato quanto nutre il drago di
sostanza spirituale;
più ne erano co lmi, allora, per dirla co n N uysement: così ne estinguerà
"Un grano di questo spirito d'origine celeste, preso la fiamma divorante
mondandone la natura
da solo, ha più efficacia di un vaso di med icina". tenebrosa e rendendolo
E no n è tutto . Tale Spirito - igneo per so stanza, pronto per tutte le
manipolazioni. Dice
o nnip o tente per natura - veniva co nsiderato al riguardo Flamel:
dagli alchimisti anche l'agente primario di "Contempla bene
questi due Dragoni...
ogni trasfo rmazio ne in seno al creato . Possederlo quello che sta sotto,
significava quindi realmente poter cambiare un senza ali... è chiamato
qualsiasi corpo in un altro, o meglio, trasmutarlo . Solfo, o calidità
aria la Profetessa,
M forse sorella di
Mosé, nella sua Pratica
dell'A rte chimica pose
l'accento sulla
preponderanza del
vaso: "Tutti i filosofi
insegnano queste cose
eccetto il vaso di
Ermete, perché è
divino, nascosto e
proviene dalla
Saggezza del padrone
del Mondo; e coloro
che lo ignorano, non
sanno il regime di
verità, a causa
dell'ignoranza del vaso
di Ermete". Furono
poi Morieno e Khalid
che svilupparono la
trattazione su tale
arcano della Grande
Opera. Così il primo:
"Se gli antichi saggi
non avessero trovato
la quantità del vaso in
cui va messa la nostra
pietra, non sarebbero
mai giunti alla
perfezione di questo
magistero". Queste
invece le parole del re
musulmano: "Co no sci
la misura, o il grado
del vaso della nostra
opera, perché il vaso è
la radice e il principio
del nostro magistero.
E questo vaso è
come la matrice
negli animali,
perché in quella
essi generano,
concepiscono e
parimenti nutrono
la generazione.
Perciò se il vaso del
nostro magistero non
è idoneo, tutta l'opera
è distrutta, la nostra
Pietra non produce
l'effetto della
generazione,
perché non trova
il vaso adatto
alla generazione".
I tanti trattati di una scienza segreta a tipologia dei
L trattati alchemici
è quantomai varia:
Perché mai sono stati scritti così tanti trattati diversi sono i formati,
riguardo una diversa la lunghezza
C U-iro f^lCi e la ricchezza delle
U^lìfcM-
scienza che voleva ., nXCi >Cfahòf** illustrazioni. Da una
-f / / ^.x. ¿ri* ^ •
nella sua intima 'ìf<0>}e 'itVi'C^nr
A
stima approssimativa
essenza restare ttytù- &£ Ì1JV1* .. Ci«- £«£ »«-
sembra ne esistano
Va I orrrcì"
*^ - ci S
i -r più di 100.000
segreta? La ^tUYJftcufti.^ specificatamente
domanda ricorre composti ma, anche
se può sembrare
spesso. C'è una incredibile, pur
jksett*. •*
risposta che di -
]!
> • // AJ
*- -
»-T» »Jfl
p * avendo ciascuno
sicuro coincide 3U> X • ^-/t 1 caratteristiche
peculiari, tutti parlano
pienamente con della stessa cosa. È
il solo paradigma tramite loro che si
snodano gli anelli
etico che della millenaria
l'alchimia sembrava catena dell'alchimia
imponesse ai suoi tradizionale.
seguaci. Si voleva
infatti che l'artista jrìrS? .
fosse "caritatevo le" - ^ ¡ ¿ ^ y f
e "invidio so " al
tempo stesso,- e
cioè che dividesse
con altri i doni
materiali e sapienziali che la scienza « $ '--/Zi.
sacra era in grado di offrirgli, ma che
altrettanto non permettesse una
volgarizzazione di principii e tecniche *r'-" —» S^o--, -ij.
con una divulgazione indiscriminata
che avrebbe permesso a chiunque di
accedervi. Questo quindi il duplice scopo
dei trattati: da un lato fornire indicazioni
operative per aiutare "caritatevo lmente"
i fratelli, dall'altro esporre i co ncetti
•—
attraverso un linguaggio e una forma
"invidio se" che fossero in grado di ; — • 1
< — — " -
separare il degno dall'indegno, cosi che
• "3 .'T^'V^---
solo colui che avesse avuto una genuina
vocazione, solo chi fosse stato disposto
a mettere in gioco tutto se stesso, i suoi
averi, la sua logica, la sua razionalità,
potesse alfine accedere alla Fratellanza •ti i j- , 1— -
— n
dei veri Filosofi.
LEGE, RELEGE, LA BORA " 43
A l riguardo no n potrà
che co nvenire in tal
senso chi in futuro avrà
la pazienza e l'o nestà di
chinare la fro nte almeno
su di una picco la parte
d ell'immenso patrimo nio
scritto lasciato dagli
A ntichi Maestri.
Sarà infatti chiaro sin
dalle prime pagine co me,
attraverso espressio ni
sibilline e una
espo sizio ne atta a
stravolgere la "no rm ale"
logica, il so lo fine
ruam<
• tlnt» ttt- • ut u. a /.- Lattati'
!U(lli' 1 t L'i,tai fa Ut ci ufiftic lieti,
'ICCiUU. ' ¡t '1' ti fi ca* . ? }K a u t t u t t i ! qua
\inwcupendii /'. Matte qutJert 'netti un? u" ,<t4Mt¡irai: '><• ,;tuk/lL,
L - • ;/ , / / „ ;,/ ,>'*.
% t.t<Ji4L, /¡/llu fio/i/ Viti) Citi(
uo o o o v
o o oooo
oonooo
*
Il "Magistero "
di Nicolas Flamel
Svariate tavole
estrapolate dall'opera
detta il Magistero di
Flamel mostrano la
concatenazione del
processo operativo.
A fronte, sopra, è
svelata l'importanza
imprescindibile
dell'uso del mortaio,
strumento della
polverizzazione.
A fronte, sotto,
si evidenziano
le "aquile" e la
preparazione del
sale. A fianco, sopra,
è descritta la serie
delle corrispondenze
metalliche e cosmiche
che intervengono
nella confezione del
mercurio filosofico;
interessante notare
come il simbolo più
ricorrente sia qui il
globo crucifero, segno
della Terra. L'ultima
scena |a fianco, sotto),
è dominata dal
caduceo di Ermete,
vero specchio
complessivo di quella
"materia che è una
e tutte le cose, dicono
i filosofi, perché è il
principio radicale di
tutti i misti. Essa è in
tutto e simile a tutto
poiché è suscettibile di
ogni forma, ma prima
che sia specifica a
qualche specie di
individui dei tre regni
della natura" spiega
Dom Pernety. "È ciò
che dall'origine ha
penetrato tutto il cielo,
è il principio della vita,
la sua radice" scrive
Hoang-ti-nei-King.
Lo Spirito Universale
La scala dei saggi torna
a unire Terra e cielo,
nell'ampolla
consacrata è trattenuto
per effetto del magnete
10 Spirito Universale.
Scrive Flamel: "Ecco
perché Dardarius disse
nella Turba: Mercurio,
è l'acqua permanente,
senza la quale nulla si
fa; poiché la sua virtù
è un Sangue spirituale,
congiunto con il
Corpo, che cambia in
Spirito con la misura
che si fa di loro,- ed
essendo ridotto in
uno, si cambiano
l'uno nell'altro, poiché
11 Corpo incorpora
lo Spirito e lo Spirito
trasmuta il Corpo
in Spirito, lo tinge
e lo colora di Sangue,
poiché tutto ciò che
ha Spirito, ha anche
Sangue e il Sangue
è un umore
spirituale che
conforta la Natura".
La pietra occulta
Le raffigurazioni
mitologico-allegoriche
dei metalli e dei
pianeti (a fronte)
rendono omaggio
alla "... pietra occulta,
seppellita nel più
profondo di una
fontana, che è vile,
abbietta e valutata
nulla; ed è coperta di
fango e di escrementi;
a cui, co me fosse uno,
si riflette ogni nome.
Perché, disse il Saggio
Morieno, questa pietra
non è pietra animata,
avendo virtù di
procreare e generare.
Questa pietra è molle,
prendendo il suo
inizio, la sua origine
e razza da Saturno o da
Marte, Sole e Venere"
come scrive Flamel.
A fianco, sopra, la
rappresentazione
di quel prodotto
dell'arte che possiede
combinate tutte
le nature: acquea,
terrestre, ignea e
celeste. Sotto, la
vergine filosofica del
filosofo Solidonius:
"Co me una giovane
principessa abbandona
i suoi ricchi abiti, la
sera delle nozze, per
mostrarsi al marito
in tutta la sua nudità
virginale e sontuosa,
similmente la pietra
abbandona a uno
a uno i suoi colori
ammirevoli, per non
conservare che il
trasparente incarnato
del suo corpo esaltato,
in confronto al quale
lo stesso rosso è
qualificato come
falso dai più saggi"
commenta Canseliet.
m
¿ ti-)!* ty azutw f
dau-A. ••ârtMff^-i-ttM^M^r-^^* *
cÁMMtíM h ímAUéL ¿ o A* W ' j m a 044
i f 2 a i r a -" tu
. JfMJunv-
Vùî? * Qtusf l\ y rf
I au /. »WT ijUA. JtttAÍftUf
fytdSTHT'ï h*
W ^ i K
• i -n
w n '
/ 0-
,/ >t truO
»*t
% mtd-M La "via secca"
Viene qui
rappresentato, in una
struttura bipartita,
Io schema operatorio
della cosiddetta "via
secca". A fronte, i due
forni. Uno è alto,
turrito, destinato alle
calcinazioni, alle
congiunzioni e
separazioni. L'altro è
basato su di un sistema
di cottura particolare,
chiamato bagno di
sabbia, adatto alle
operazioni in cui sia
richiesto un regime di
calore dolce e costante,
è il forno dove si
compiono tutte le
lunghe operazioni
di assazione. A
destra, in una visione
sinottica ormai tanto
celebre da essere
chiamata "il serpente
crocifisso di Flamel",
troviamo riassunto, tra
i simboli della coppia
antinómica di zolfo
e mercurio, tutto il
Magistero della Pietra
filosofale.
La cabala ermetica j C \ U rZ C il \ 0 s
ejyaa^
LES DOUZ E CLEFS
PHILOSOPHIE
D Ê FRERE
BA SIL E V A L EN T IN .
LIVRE PREMIER.
Dr U Cimimi/it !" P" " fri*ii*/ï
in ivifi rh-hfiri.*.
A V A N T - PRO PO S
MAESTRI E TRATTATI 57
iceva Schroeder:
D "Quando i filosofi
parlano senza raggiri,
10 diffido delle loro
parole,- quando si
spiegano per enigmi,
rifletto ". I motivi
addotti per tale
oscurità di linguaggio
erano molteplici;
di natura morale,
culturale e religiosa.
11 principale tuttavia
sembra risiedere nella
capacità evocativa che
tale tipo d'espressione
recava in se stessa,
quasi che lo sforzo
necessario a
comprendere fosse in
grado di creare delle
vere illuminazioni:
"È fra queste
contraddizioni e fra
queste menzogne
apparenti che
troveremo la verità;
è fra queste spine che
coglieremo la rosa
misteriosa. Noi non
potremo penetrare in
questo ricco giardino
delle Esperidi, per
vedervi il bell'albero
d'oro e coglierne i
frutti preziosi, senza
aver ucciso il drago
che veglia sempre e ne
difende l'ingresso. Non
possiamo andare alla
conquista di questo
vello d'oro se non
fra le burrasche e gli
scogli di questo mare
sconosciuto, passando
fra i massi che
cozzano fra loro e si
frantumano, e dopo
aver annientato gli
spaventosi mostri
che lo custo disco no "
aggiunge Salomon
Tismosin.
Co nviene co ncludere co n un interro gativo no n
privo di seduzioni. Riflettere - per un istante - su
co me la d eno minazio ne più diffusa della cabala
ermetica presso gli antichi fu: "lingua degli uccelli".
Non può essere allora che forse, proprio per
Il trionfo ermetico
Le illustrazioni dei
trattati alchemici
custodiscono sensi
profondi che si
rivelano solo a chi sia
disposto a meditare a
lungo. Il frontespizio
del Trionfo ermetico
(a fronte), oltre a
svelare simboleggiata
da tre corone la triplice
scansione della Grande
Opera, mostra
palesemente il piano
astrale della stagione
propizia ai lavori, e
altrettanto pone in
evidenza come il
"fuo co dell'arte" si
sviluppi all'interno del
matraccio sostentato
dall'irraggiamento del
Sole e della Luna. Non
di meno, la settima
chiave (a fianco) di
Basilio Valentino (in
Le Dodici chiavi della
filosofia) illustra con
eloquenza la prima
delle operazioni del
magistero filosofico;
siamo nel regno di
Saturno, parla il gran
vecchio minerale: "Io
sono vecchio, debole e
malato Il Fuoco
mi tormenta assai, e la
Morte mi lacera le
carni e rompe le mie
ossa [...). L'Anima mia
e il mio Spirito
m'abbandonano.
Crudel veleno, io sono
equiparato al Corvo
nero (...1. Si trova nel
mio Corpo il Sale, il
Solfo e il Mercurio.
Che queste cose siano
come si conviene
sublimate, distillate,
separate, putrefatte,
coagulate, fissate, co tte
e lavate; affinché esse
siano ben nette delle
loro feci e delle loro
lordure".
legittimare il loro
operato, i frati mino ri
- presso i quali in gran
co nto fu l'A rte Sacra -
tramandaro no la
leggenda di un san
Francesco che capiva
e parlava proprio il
linguaggio degli uccelli?
L'iniziazione alchemica
A differenza di quanto
si viene osservando
ai giorni d'oggi, nei
quali da ogni dove si
propongono mo d elli
a cui tutti - chi più,
chi meno - cercano
di adeguarsi, se si
analizzano le vite dei
più celebri alchimisti,
si vede co me questi,
pur essendo si fatti
seguaci di una disciplina
unitaria e immutabile
co me la Natura e il
Temp o stessi, alla fin
fine presentano caratteri di unicità ind iscutibile.
l forno fisico, vero
Sarebbe infatti sufficiente co mpararle per rendercene
subito co nto . Il ceno bita Rupescissa no n asso miglia in
Ilaboratorio,
e proprio cuore del
luogo di
tutte le operazioni e le
alcun mo do all'immagine che la sto ria ha lasciato di trasformazioni, teatro
Limo jo n de saint-Didier; Flamel e Jacques Coeur, so no d'azione del fuoco
lo ntani anni luce, l'uno co n la sua umile pro fessio ne naturale, delle fusioni,
delle calcinazioni e
di scrivano l'altro co n il suo ruo lo di banchiere. E dei "lavaggi", che in
tutto ciò a riprova di co me l'alchimia no n impo neva alchimia sono sempre
regole che no n fossero quelle d ettate dalla pratica del ignei: "Effettivamente
non bisogna
labo rato rio . A ben vedere però un fatto aveva, e ha dimenticare che il
tutto ra capacità di acco munarli in mo do ind iscutibile; fuoco, cioè l'elemento
di calore e di fiamma,
co sto ro erano tutti degli iniziati e pur tenendo co nto artigiano capitale,
delle distanze di tempo e di luogo, si consideravano interviene sin dal
inco nd izio natamente fratelli. primo passo della
lunga e paziente
In cosa co nsisteva l'iniziazio ne alchemica? Difficile elaborazione filosofale"
precisa Canseliet.
dirlo, tutto ciò che è co nsentito dedurre è che questa
quasi mai corrispondeva al senso che co munemente crive Canseliet: "I
si è so liti attribuire alla parola. Scorrendo le S filosofi non fanno
mistero della loro
testimo nianze dei principali A depti, no n si tro vano volontà ragionata di
menzio ni a quei co mp licati rituali che caratterizzano tenere discosti gli
invece quasi tutte le fratellanze di più basso lignaggio. indegni. Sanno che
questi sono privi,
Le sole co se che si richied evano al neo fita altro no n alla base, della grazia
erano che si facesse semp lice co me la Natura che efficiente della
vocazione e, per
intendeva seguire, e che altrettanto giurasse di conseguenza della
co nservare il segreto su co no scenze che era bene pazienza, dell'amore e
restassero appannaggio di po chi. Il resto , era del coraggio necessari.
Il grande sforzo
v eramente inessenziale. richiesto li arresta
prontamente sulla
Rinascere filosofo... soglia del palazzo reale,
nel quale non si entrò
A ccad eva tuttav ia assai raramente di riuscire a mai senza preparazione
penetrare i misteri d ell'A rte sacra co n le proprie adeguata. In fondo la
Verità è semplice [...]
forze, co ntand o sulla semp lice lettura dei libri. Non si trova che nella
N ella no rma tanti, troppi, restavano co munque gli Natura e non la si deve
dire che alla gente per
interro gativi, per chi so litario , cercava di organizzare bene." "Gli scrutatori
in un universo co erente le "inv id io se" no zio ni degli della Natura - quindi -
A depti. Si badi bene,- no n è una regola! Talvo lta debbono essere tali
quali è la stessa
delle illuminazio ni, delle rivelazio ni di origine divina Natura, veridici,
stando ai loro racco nti - p ermettev ano agli semplici, pazienti,
costanti ecc. e, ciò
che è precipuo, pii,
timorosi di Dio, non
nocivi al pro ssimo ."
aggiunge il
Cosmopolita.
Nella maggior parte dei casi però, la Grande Ricerca n un antico
rendeva imperativo l'inco ntro con un maestro Iconservato
manoscritto
alla
"caritatevo le" che fosse in grado d'impartire sia Biblioteca Marciana
l'iniziazione che i primi rudimenti operatori. si legge la suggestiva
formula di un
Così, è con l'immaginazione che occorre inseguire il giuramento che
segreto, penetrando in un laboratorio in una pacifica la leggenda vuole
no tte di primavera... di tanti anni fa. Ecco quindi un A mmaele avesse
dettato a Iside, moglie
maestro anziano e un allievo devoto avido di sapere. di Osiride: "Giuro pel
A ttorno a loro, nella serena atmosfera della piccola cielo, per la Terra, per
la luce, per le tenebre;
stanza, illuminati da un tenue lucore opalino, gli giuro pel fuoco, per
strumenti per operare. Su di un modesto scaffale l'aria, per l'acqua
alcuni libri consunti per il gran uso. L'attimo è e per la Terra; giuro
per l'altezza del cielo,
solenne, il fuoco nel forno avvampa alimentato dal per la profondità della
mantice, l'intera essenza dell'apprendista è coinvolta Terra e per l'abisso
del Tartaro; giuro per
dalle istruzioni della sua guida, dai suoi gesti misurati. Mercurio e per Anubi,
Il giuramento dei Fratelli in Ermes è già stato pei latrati del drago
pronunciato ed egli ora attende le istruzioni precise Chercuroboro e del
cane tricipite Cerbero
per cominciare a operare. Sa che da questo mo mento custode dello inferno;
in poi non sarà più lo stesso, conosce i materiali, giuro pel nocchiero
conosce i tempi e le operazioni; quel che era prima, il dell'A cheronte; giuro
per le tre Parche, per
suo nome, la sua personalità, non significano ormai le furie e per la clava,
nulla poiché sta per uccidere col fuoco il dragone di non rivelare ad
alcuno queste parole se
velenoso, e quel che più conta è che dentro al crogiolo, non al nobile e diletto
assieme alla materia prossima al martirio igneo, vi è figlio mio. E ora va',
anche la sua più intima sostanza; egli sta uccidendo se cerca dell'agricoltore
e domandagli quale
stesso per rinascere di lì e per sempre filosofo... Una sia il seme e quale il
cosa doveva a lui esser chiara, tutto ciò in nessun raccolto. Tu imparerai
da lui che quegli che
modo costituiva un traguardo, anche se erano semina del grano
stati necessari anni e armi di studio e di raccoglierà del grano,
che quegli che semina
paziente ricerca per giungervi! Questo in dell'orzo raccoglierà
realtà era un vero e proprio punto di dell'orzo. Questo ti
partenza, l'inizio di un viaggio quant'altri condurrà all'idea ella
creazione e della
mai pericoloso: niente veniva promesso, generazione; e ricordati
immane la fatica, lastricata la strada da che l'uomo genera
l'uomo, che il leone
insidie e insuccessi. Tuttavia enorme genera il leone, che
poteva essere la ricompensa il cane riproduce il
per chi riusciva; un cane. È così che l'oro
produce l'oro, ed ecco
premio disprezzato tutto il mistero !".
dai più, ma
inestimabile per il buon
filosofo: l'incarnazione del
logos. L'epifania dello Spirito!
E con essi, infine, la pace.
m. IL FUOCO E LA PIETRA FILOSOFA LE
iò che distingue
C la via ermetica
da qualsiasi altra
di gnosi è il carattere
operativo; questa "no n
si formula, si realizza:
si tratta dunque
evidentemente
di un'opera, e non
di una dialettica
filosofica..." scrive
Scw aller de Lubicz.
Come mostra l'angelo
tuttavia la conoscenza
è preclusa a chi non
spezzi le catene
e non possegga
le chiavi dei misteri!
"È chiamata Pietra utti i grandi
filosofale la più antica, T Maestri son
concordi nell'affermare
la più segreta o ignota, che il Magistero della
incomprensibile Pietra filosofale si
debba compiere
secondo natura, attraverso l'uso di un
celeste, benedetta solo corpo che per sua
e sacra Pietra dei natura, e aiutato
dall'A rte
Sapienti. Essa è dell'operatore, prima
descritta come vera, muore e infine rinasce
più certa della dalle proprie ceneri.
Fu per tali ragioni
certezza stessa, che la figura allegorica
l'arcano di tutti gli arcani, la virtù e la potenza della della fenice, il mitico
uccello che risorgeva
Divinità, nascosta agli ignoranti, termine e scopo di rinnovato dallo stesso
tutte le cose che si trovano sotto il cielo, conclusione fuoco che l'aveva
definitiva e meravigliosa delle operose fatiche di tutti consumato, venne
sempre utilizzato
i Sapienti, l'essenza perfetta di tutti gli elementi, quale simbolo primario
il corpo indistruttibile che nessun elemento può della Pietra filosofale:
il corpo nuovo che il
scalfire o danneggiare, la quintessenza; il mercurio philosophus per ignem,
doppio e vivente che ha in se stesso lo spirito divino, al termine della lunga
il trattamento per tutti i metalli deboli e imperfetti, e complessa catena
operativa, estraeva
la luce sempiterna, la panacea di tutti i mali, la d all' athanor, il forno
gloriosa Fenice, il più prezioso di tutti i tesori, il bene sacro.
più importante di tutta la Natura" recita il Musasum
Heimeticum.
La Pietra filosofale
Sotto la denominazione di Pietra
filosofale, gli alchimisti intesero
quel prodotto dell'A rte che alla
fine della catena operativa
manifestava al filosofo il
perfetto raggiungimento
del suo scopo, e cioè la
corporificazione dello Spirito.
Il possederla - secondo
quanto racconta la Tradizione
- elevava il semplice iniziato
al rango di Adepto, e cosa
questo significhi è ben descritto
da quasi tutti gli autori. Egli
ottenuta finalmente la Pietra, poteva
bruciare i libri; non vi era infatti più
nessun'altra cosa che potesse imparare né
'alchimista
L deificato, signore
della natura, riposa
finalmente nella quieta
armonia del creato.
Nelle sue mani stringe
felice la triplice rosa
della scienza ermetica,-
il suo volto sorridente,
rappresentato come
un Sole, è simbolo
di luce e fonte
d'illuminazione,-
lontano, tra le dolci
colline, in un cielo
sereno s'annuncia
l'aurora, l'alba della
sua nuova esistenza.
Giunto al termine dei
suoi sforzi egli "...non
ignora più che la Pietra
filosofale è la posta in
gioco della Grande
Opera, che essa è la
Medicina Universale e
non soltanto l'agente
della trasmutazione dei
metalli inferiori in
argento e in oro. Sa
che essa dota l'Adepto
(adeptus, colui che ha
raggiunto o ottenuto)
della vita eterna, della
conoscenza infusa
e delle ricchezze
temporali, nel senso
più assoluto di questi
tre vocaboli e dei
l'oTo epiteti" scrive
Canseliet. Nella sua
mente riecheggiano
ancora le parole di
Crassellame in Lux
desiderare. L'acquisizione del dono di Dio aveva il obnubilata: "A bbiate
cura di comprendere la
potere di conferirgli ricchezza, eterna salute e reale pietra dei filosofi, nello
conoscenza! stesso tempo voi avrete
raggiunto il
Non vi sono prove nella cultura ufficiale - né fondamento della
d'altra parte poteva essere altrimenti - che qualche vostra salute, il tesoro
delle ricchezze, la
alchimista sia mai riuscito in tale impresa, pur nozione della vera
tuttavia, spigolando nella letteratura alchemica e saggezza naturale e la
non, numero sissime sono le descrizioni che di tale conoscenza certa della
natura".
sostanza ci pervengono, e tutte sorprendentemente
concordanti. E non è tutto ; troveremo anche
entusiastiche testimo nianze dovute alla penna di
alcuni spettatori eruditi, sulla buona fede dei quali,
no n ha proprio alcun senso
dubitare.
Il termine stesso di Pietra
filo so fale significava, nella
lingua sacra, "p ietra che porta
il segno del So le". Tale segno
solare, è caratterizzato da
un co lo r rosso cangiante. "Il
suo co lo re è ro sso incarnato
che va verso il cremisi, oppure
co lo r di rubino su co lo r di
granato,- quanto al suo peso,
essa pesa mo lto di più di
quanto sembrerebbe dalla
quantità" precisa Basilio
Valentino . Sin da queste prime
parole, appare chiaro co me la
natura della Pietra no n la
faccia asso migliare
a nulla di già co no sciuto . E
più simile infatti a un corpo
cristallino pur avendo gravità
tip icamente metallica.
La Pietra benedetta
Le fasi sperimentali
della Grande Opera
Vo lendo scendere
nello specifico della
co ncatenazio ne causale
delle pure o perazio ni, ci
si trova in co nd izio ni
d'imbarazzo asso luto .
D'altra parte, è proprio
questo il terreno di più
co mp leta segretezza
di tutta l'alchimia!
Da quale materia partivano
infatti gli alchimisti? Quali
erano i temp i per iniziare e
co nclud ere i lavori? Qual era
il numero esatto delle o perazio ni
da farsi?
Impo ssibile rispondere. L'unica co sa
po ssibile è lasciare spazio d irettamente
agli A depti sperando che le loro paro le
possano essere d'aiuto.
Dice Rupescissa che "la
materia della pietra è una
cosa di poco prezzo, ovunque
reperibile...". Gli fa eco
Morieno affermando che
"Unica è la materia e in ogni
luogo la possiedono i poveri
e i ricchi; a tutti è sco no sciuta,
è davanti agli o cchi di tutti;
disprezzata dal volgo, che la
vende a poco prezzo co me se
fosse fango, è ritenuta preziosa
ome dimostrano
dal Filosofo
C i filatteri che si
snodano ciascuno
che co mprende". da ogni Maestro
A prescindere da queste di Dottrina, per
convergere comunque
affermazioni che ne nella scena sottostante
metto no in luce soprattutto che rappresenta il
laboratorio, esistettero
l'aspetto spirituale, sembra migliaia di descrizioni
verosimile affermare diverse della catena
che tutti i lavori degli operativa del
Magistero; tutte velate
alchimisti partivano dietro simbologie
da un unico corpo specifiche e immagini
allegoriche derivanti
d'origine di certo dall'universo di più
minerale. Lo immediato riferimento
conferma anche di ciascun autore.
Ciò non di meno, mai
Fulcanelli: "Benché dobbiamo dimenticare
interamente volatile, che essi parlavano
comunque della
questo mercurio stessa Opera.
primitivo,
materializzato per
l'azione essiccante dello
zolfo arsenicale, assume
l'aspetto di una massa solida,
nera, densa, fibrosa, fragile, friabile che la sua scarsa ice Canseliet:
utilità rende vile, abietta e disprezzabile agli o cchi D "A nche senza
voler considerare le
degli uo mini". condizioni esteriori,
Di qui a poter rivelare da quale no me sia oggi molto più lontane, la
corredata nella tavola degli elementi, è co mpito sola preoccupazione
dell'atmosfera
che sicuramente esula dalle no stre volontà. immediata, la
Passando all'aspetto dei tempi dell'Opera, sono necessità del rituale
benefico e purificatore,
troppi i riferimenti di carattere astrologico per non si manifestano in tutti
capire co me l'equino zio di primavera fosse il periodo i migliori classici
cano nico per co minciare i lavori. D'altra parte, per dell'antica scienza di
Ermete che allora
un'opera che voleva seguire la Natura, quale periodo assume realmente
poteva essere più propizio se non il medesimo che tutto il suo significato
di arte sacerdotale".
lo stesso Creatore aveva stabilito co me inizio del Senza questo accesso
rinno vamento della Terra stessa? preliminare e
filosofico, una gran
Quanto all'epoca della loro co nclusio ne vi si può parte delle operazioni
facilmente giungere per analogia e indicarla in quella alchemiche, ma
stagione estiva in cui tutti i frutti erano ormai giunti soprattutto la prima
parte della Grande
a maturazione. Opera, "non
Considerando ora il lato più squisitamente differirebbe dalle
manipolazioni che
operativo, in linee generali la Grande Opera era erano correttamente
suddivisa in tre fasi od Opere ben distinte, alle effettuate nelle officine
quali veniva rispettivamente assegnato il co mpito dei saggiatori (di
metalli)". Ecco perché
di produrre - mediatore il sale - prima il principio Filalete, in Intioitus,
mercuriale, poi quello sulfureo e infine, dopo la ne parla cosi: "...che
loro riunione, la grande cottura e finalmente la siano prese quattro
parti del nostro
Pietra. A ll'interno di queste, svariati procedimenti dragone infuocato
che variavano da autore ad autore in base al che, nel suo ventre,
nasconde l'A cciaio
patrimonio simbo lico di più immediato riferimento . Magico, e nove parti
A lberto Magno indica cinque passaggi: riduzione del nostro Magnete;
mescolati insieme per
delle sostanze alla loro prima materia, estrazione da mezzo del Vulcano
questa del solfo e del mercurio, purificazione del bruciante, sotto forma
solfo o ttenuto affinché diventi simile a quello di acqua minerale sulla
quale galleggerà una
dell'oro e dell'argento; preparazione dell'Elisir bianco; schiuma che bisogna
perfezionamento di questo sino rigettare. Scarta il
guscio e prendi il
a renderlo Elisir rosso. Le operazioni che regolavano Nucleo; purgalo a tre
tutto ciò erano quattro: decomposizione, lavaggio, riprese, per mezzo del
riduzione, fissazione. fuoco e del sale; il che
si farà facilmente, se
A ltrove fra paralleli con i cicli dei giorni e dei Saturno ha guardato
mesi, le operazioni vengono fatte variare da sette a la sua immagine nello
Specchio di Marte".
dodici, mentre per quel che co ncerne il numero delle
volte che queste andavano reiterate nel corso delle
tre fasi, tranne rari casi il mistero è assoluto. Preziosa
dunque la testimo nianza di Canseliet che riguardo
o tto la guida
S esperta dell'anziano
Maestro gli allievi
attendono alle loro
operazioni: seduto in
primo piano a sinistra,
uno sta verificando la
giustezza dei pesi; in
piedi, davanti al forno
che avvampa, un altro
opera direttamente
sul fuoco. Tutt'intorno
a loro, allineati in
bell'ordine negli
scaffali e nelle mensole
a muro, stanno gli
strumenti della loro
arte: alambicchi e
cucurbite, matracci
e palloni, il mantice
e le tenaglie, i
crogioli, i libri e il
preziosissimo martello
della "separazione".
alle sublimazio ni o aquile dell'o pera seconda, dice
che debbono essere in numero di no ve, e che la
grande co ttura si co mp ie in una settimana, al
termine della quale la scala musicale,
e quella cro matica, riveleranno
all'artista bened etto la sua riuscita, 13511 foltancb bafccgci
la nascita della Pietra, la perfetta meineftivì«m> rmn SifHlictr mjg.
Nirttf tfic/ per (imi /ofn- ptt éveiiS
co ngiunzio ne degli opposti avvenuta |9i(Iti:m«iom/ obain R-.haimni.-.m
h,.iuuf rr.f!Unrtufci: [FontArrfiJ
nel fo rno e nel suo spirito . IgntififiligUnthot poti.
Il laboratorio 2>,iniacbfotral>abé
efcu ifinn ma sortiti mil
virtPdmovftcmfcii&ofct in fitfc«
Sembra o rmai chiaro co me la vera figura |7;r,!vm mini <1*10^ citi lodi KiX/
iflti'n mflnift folcii wiitfft / «116 vtii
I (in !cdj'JVcc VU CÌ-ÌK ;f<€e vufrrt
d ell'alchimista si d istacchi di mo lto %R! refi \fiii'it gn0en.S»fÉguri(!
wic$icvii&citjiei.
d all'immagine cano nica del negro mante
da strapazzo e p asticcio ne, per lungo
tempo tramand ata da tanta letteratura.
Quale delusio ne sarebbe allora balenata
agli o cchi del mo d erno v isitato re cui
fo sse capitata la ventura di entrare in
un labo rato rio alchemico ! "M a co me
- si sarebbe d o mand ato - dove so no i
teschi e le ossa, dove i baratto li co n gli
o munco li? Do v e le ragnatele, la polvere,
il cao tico allinearsi di sto rte ed
alambicchi? Do v e anco ra i pentaco li, le
fo rmule eso reistiche, gli scaffali da cui
mirano co n o cchi vitrei, strani animali impagliati, a raffigurazione
simbo li di chissà quali forze arcane?" N iente o quasi L del disco mostra
la duplice natura
di tutto ciò, vi avrebbe infatti po tuto trovare,- tali dell'alchimia; la sua
favo lo si apparati so no - ed è bene che lo restino - essenza di aite della
musica, vale a dire
p atrimo nio della finzio ne dall'armonia
letteraria, o tutt'al più, simbolizzata
d ell'immaginazio ne dagli
di qualche ciarlatano .
È utile ino ltre
sfatare subito una
leggenda assurta
o rmai a luogo
co mune tante
so no le v o lte
che è stata
pro nunciata;
e cio è che il
vero
labo rato rio
alchemico
strumenti,
fra la
dimensione
fisica e metafisica.
A fianco, vari apparati
distillatori, per lo più
differisse da quello del fornaci in muratura,
co mune soffiatore, per all'interno delle quali
la sua strutturazio ne venivano collocate
cucurbite in rame
bipartita in labo rato rio sormontate ciascuna
vero e proprio e da uno o più
o rato rio . Scio cchezze. alambicchi. Erano
gli strumenti che
La religio sità, la servivano sia agli
sacralità d ell'alchimia spargisti e agli
iatro chimici sia ai
no n po tevano certo veri alchimisti. Assai
essere co ntenute in differente era tuttavia
una stanza! l'utilizzo specifico: i
primi erano archimici
L'alchimista no n che studiavano per
cercava la fede; la utilizzare, gli altri
possedeva. "filo so fi", cercatori
di Sapienza.
L'alchimista no n
Modello per i pittori
Questo dipinto mette
in evidenza la tensione
speculativa che da
sempre anima la
ricerca alchemica. Vi
si respira un'atmosfera
quasi drammatica,
colma di significato
misterioso.
L'ammassarsi
disordinato di
utensili e accessori
vari, lo sguardo
assorto dell'alchimista,
immerso nella
consultazione
reiterata dei classici,
testimoniano con
precisione la lotta di
emozioni che è la sorte
di questo artista. Egli
è l'attore assoluto di
una ricerca solitaria
che richiede costanti
sforzi fisici e mentali,
che pretende un
travaglio interiore
teso a una ricerca
esoterica i cui frutti
più frequenti sono
la delusione e il sapore
amaro dello scacco.
Fig lie d e lla su g g e sti o n e
Lo sforzo
macroscopico,
la ferrea ostinazione
seguita spesso dallo
scacco, la tenacia di
una ricerca misteriosa
e solitaria, sono state
le dimensioni che più
hanno affascinato i
pittori che nelle loro
opere tenebrose hanno
co stituito a oggetto
l'alchimia e gli
alchimisti: queste
tavole tuttavia
debbono apparirci
ormai, e assai di più,
come figlie della
suggestione che non
della verità, co me
costrutti di un facile
sensazionalismo che
non di una vera
comprensione.
perdeva tempo a ingraziarsi Dio con pratiche
devozionali, ma l'adorava adorando la materia da Lui
creata, lavorandola, stabilendo con essa un rapporto
di sostanziale identità, spiritualizzandola insomma.
L'attività del laboratorio era in tutta la sua essenza
una vera preghiera, il contatto con la divinità, una
certezza che guidava ogni suo più piccolo passo.
L'A lchimia è arte usa ad adornarsi solo del
necessario. Se diveniva misteriosa, era solo perché
non poteva altrimenti; semplice doveva essere
l'animus dell'alchimista, e altrettanto semplice
l'arredo del suo laboratorio. Solo il necessario a
operare contava e, lo si creda o meno, era lo stesso
corredo di utensili che si sarebbe potuto trovare
migliaia di anni fa in un tempio d'Alessandria.
Davanti agli occhi appare quindi un personaggio
che non può non destare tutta l'ammirazione e
potendo ora accostarlo più da vicino, lo si può vedere
con gli occhi della mente nel suo ambiente. Seguirlo
insomma dentro il suo laboratorio perché mostri
senza mistificazioni, gli utensili della
sua A rte. Una stufa dalle pareti ben
imbo ttite atta a fondere e calcinare,
delle tenaglie, un mantice, alcuni
crogioli in terracotta refrattaria e
cucchiai a manico lungo. Questo era
l'essenziale. Seguivano, secondo
quanto raccomandavano i Maestri,
una libreria più o meno fornita, un
mortaio, dei contenitori e delle pentole s
in ceramica. Completavano questo
breve elenco alcuni apparati distillatori
e di filtraggio, fornelli per diversi
regimi di calore, pochi cristalli
adoperati per lo più come recipienti
per conservare le sostanze e infine, >
l'athanor. Ecco dunque il sancta
sanctorum degli alchimisti, un locale
areato, pulito, situato in posizione
propizia per catturare i fluidi vitali della
Natura, le sue polluzioni spirituali, le
irradiazioni co smiche proiettate su questa
Terra dal Sole e dalla Luna.
cco l'alchimista
E nel suo laboratorio.
Ha gesti attenti
e sapienti; con il
mantice alimenta il
fuoco sotto la materia.
È circondato dai
semplici strumenti
della sua arte.
Sorveglia l'athanor,
il forno del fuoco
immortale (aSavaro?,
a-thanatos), l'Opera
della Natura. La sua
veneranda età ci deve
ricordare che i frutti
dell'alchimia
appartengono al
Giardino delle Esperidi
[eojtEpa, la notte): si
possono raccogliere
solo al termine di
uno sforzo costante,
quale coronamento
di un'intera esistenza
volta alla dimensione
spirituale.
TESTIMONIA NZ E
E DOCUMENTI
Avevano forse ragione A lberto Magno
Genesi di un nome e Frate Simone da Colonia, quando
nel Libei de Alchemia l'uno, e nei
Neil'accostarsi suoi Appunti alla pratica l'altro, ci
all'alchimia, svariati parlavano di un "eroe eponimo"
- certo A lchimus (Chimete l'egiziano)
interrogativi vengono Maestro di Dottrina - da cui questa
a proporsi ai nostri avrebbe tratto nome?
occhi, e primo fra Oppure dobbiamo prestar fede alle
parole di Gaston Duclo, il quale in
tutti quello della pieno Cinquecento, attraverso una
sua misteriosa improbabile operazione filologica,
denominazione. ne stabiliva l'origine dai termini
greci aX<; (sale) e Ku|iia (fusione)?
Cosa significa infatti Non sappiamo. Possiamo solo
la parola " alchimia" , constatare come numerose quanto
diverse siano state le ipotesi
da quale cultura, etimologiche che nel corso dei secoli
da quale ceppo si sono accavallate senza tuttavia
linguistico trae riuscire a risolvere il mistero.
Scorrendo il cammino della
origine l'appellativo storia, vediamo come il primo studio
che il volto ragionato si debba addirittura a un
sperimentale acerrimo nemico della trasmutazione
metallica: il gesuita Martin del Rio.
dell'ermetismo Questi nel 1599 nel suo
assunse Disquisitionum Magicarum libri sex,
volendo condannare l'alchimia
nell'Occidente assimilandola alla magia, ne tentava
medievale{ un esame dell'etimo finendo per
attribuirgli molteplici origini: una
biblica dal nome Cham, un'altra
ebraica dai termini Alichim-Alich
(indicanti il moto di cosa fluida), e
per finire una terza, di origine mista,
che la faceva derivare dall'unione del
prefisso arabo al, unito al greco Kvw
o Kvvco (fondere). E in base a quelli
che sono i dati attualmente in nostro
possesso, si può affermare che almeno
nell'ultima delle sue ipotesi il gesuita
non era molto lontano dal vero.
In effetti il sostantivo arabo
al-kimija, la cui forma traslitterata
"alchimia" si diffuse in Europa
con le prime traduzioni in latino di
opere arabe sull'argomento, potrebbe
realmente derivare dall'unione attraverso l'area irano-mesopotamica.
dell'artico lo determinativo al, di A ltrettanto suggestiva poi l'altra,
origine araba, con tutte quelle forme che secondo quanto dichiarava
greche collegate alla radice fo netico- Plutarco - "L'Egitto, per
semantica del sostantivo Kujia il colore nero della sua terra, viene
(versamento, flusso) e del verbo Keg) chiamato chemìa..." - attribuisce
(versare, fondere, colare). al termine alchimia il significato
Se quest'ipo tesi di "arte della terra
ci conferma -Vrtrr :f;Isjij T- t.\fA/ .>JHC nera"; cio è "arte
KA. AAf rllt;,- ,, .Ji ,na.-J7; VAJIÌ (i y
però un dato re iln: r . v » t »ì Huiri^ d ell'Egitto ". E
che poi vedremo infatti il geroglifico
A^ r crtti c 7» XAAJC11 ri TSV £avw t
essere sicuro, e UiJAA.fAi0W A a H7VJi7««kM<il>H ... kmt, indicava
hM--
cioè che realmente AJ ff a A/ r r y j r y NXj t cAl realmente sia
la filosofia _}*rrrf-nr'" oìam c >-(-xiA/ Ar»*Y/ 7«f/ iE' il colore nero
7J-JKA*« TA/ Ai/ fj^f^-jy
ermetica e con nmr^^rrMKiii-^.-r tt che l'Egitto,
essa l'alchimia CAt 611 UtJC » U tHAUAÌ yAioAiW XA così chiamato per
ebbero straordinaria A/e »KVkiiAlt-xVJl.rfA^/ AlfotXAIrn««« fAA7'
/t s 7a»; r tfiiufAt fs c h o c o>JnFh gli scuri depositi
diffusione XA.ncttwyrr° c>vècubiKAi t/JnTfP'c» di limo del delta.
/•J^HUC iiparJUfM<«nyrixM-fy%MAr"J
nei mondi K ¿ 4-J^ frJÀMIc KAi /i-i ei rt-nr' w» fHpf Pensiamo
rispettivamente A7--U1 A Js X - ^ r t ^ r J y/'AAV -pfvK* tuttavia di non
enirvMelMU^XMrHCCPTMW fJ^Y*'
greco e arabo, tìtriy*W NXY~TT\AION hilorJTIfTKAMuK essere lo ntani dal
HMtfuiJTH* nrn (XIÌJI>H MA/AM C 75 rt-W
d'altro canto non fJMlKJ.-r-IMJMtJlJ A Yn'JMÀfKHtXt* vero, affermando
uMeW CCMifAJ-A&J OMllaH-TH'j'refi
è ancora sufficiente che, pur con tutto
a spiegarci almeno il loro potere
altri due filo ni i , ¿< A- A t v 7 * " r * + u * T t H- evocativo, queste
d'interpretazione ultime due linee
etimo lo gica, che pur A r'TJU U-^Irrij^ Tri** T-
interpretative
non co mpletamente finisco no per
oggettivi, vengono y r r * " i r twa/ - ticn» iH mostrare il fianco
però a postulare UKt.cuAp„ jj*.y-rMr>t t w w » « " " " a un attento esame,
ccr»rr7A*ye«uy/ T«> cmtkM
affascinanti ipotesi 7J7'7)7TA)eA:tArw).--Aj KAJn AA/»N non fosse altro
TIJCI-KUK «•>•»•*JY" fj"» "'-
relative alle origini per l'esiguità di
stesse della cultura spessore filologico
alchemica. su cui fonda la prima, e per la
Secondo la tesi sostenuta considerazione che il termine chyma
da Mahdihassan e sviluppata poi era già presente nel vocabolario greco
da Dubs, la voce araba Kimija antico - e con tutte le specifiche
proverrebbe dal termine cinese jin-yi valenze semantiche del nostro caso -
(succo che fa l'oro, sperma aurifero), da epoca immemo rabile.
parola che in epoca Tang sarebbe Andrea A ro matico
stata pronunciata ki'm-iàk,
giungendo così nel bacino a più antica testimonianza a noi
del Mediterraneo alle o recchie Lambito
giunta di tecniche alchemiche in
egizio-ellenistico. Il papiro, che
dei Maestri mediorientali,
contiene ricette per fabbricare vernici e
attraverso quelle vie co mmerciali tinture, è tratto dal Papyrus Holmiensis
che da epoca preislamica (III-IV sec.), conservato nella Kongelige
collegavano gli arabi alla Cina Biblioteket di Stoccolma.
Solo secondo quest'ottica si potrà
I miti delle origini concepire, come ben individuato
da Mircea Eliade, un'origine
Parlare dell'origine comune di tutte le conoscenze
- o meglio delle della trasmutazione da quel
mondo prestorico sciamanico,
origini - dell'alchimia, da quell'universo sacro e tecnico
significherà andare insieme dei primi fonditori di
alla scoperta di quei metalli, che permisero una comparsa
simultanea dell'alchimia, in luoghi
paesi, di quei popoli, assai lontani l'uno dall'altro.
di quelle culture, Tale conclusione ce la conferma
in seno alle quali anche quella serie di miti sacri con
cui gli A ntichi Maestri - forse più
particolari condizioni preoccupati di trasmettere un sapere
ebbero modo di tradizionale che di fare storia - hanno
voluto raccontare le prime esperienze
realizzarsi. metallurgiche in seno ai vari popoli.
Ecco allora la leggenda di
Tubalcain, il prodigioso maestro
della lavorazione dei metalli
e padrone dei segreti della
trasmutazione. Ecco ancora le storie
di Prometeo e dei Titani, guardiani
del fuoco e dispensatori di
conoscenza. E per finire - ancora
I t XI - n j *»"* '
in Grecia - Efesto, il dio storpio
delle fucine, che nella sua
stessa rappresentazione ha
fornito all'Occidente l'immagine
dell'iniziato, da tempo immemore
raffigurato come "lo zoppo".
È per tutto questo allora che
riteniamo vadano individuate
almeno sei grandi matrici di cultura
alchemica, che nella notte dei tempi,
fra Occidente, Medio e Estremo
Oriente, nacquero e si svilupparono
- secondo vie parallele- più o meno
autonomamente in seno a civiltà
quali l'egizia, la greca, l'araba, la
mesopotamica, l'indiana e la cinese.
Sarà infatti proprio in seno alle
grandi culture rispettivamente
'insegnamento di Cleopatra, tratto
L dal codice Alchimie, Et Physica varia,
conservato nella Biblioteca Marciana
mesopotamica, egizia, e greca, e dalla
loro fusione rappresentata da quel
di Venezia. faro di sapere che fu Alessandria,
che l'alchimia crebbe e si sviluppò il felice incontro delle conoscenze
divenendo la forma di esoterismo mitiche e tecniche dei sacerdoti
principe del mondo occidentale. di Heliapolis con quelle greche
Giungendo in epoca propriamente - originate dai misteri iniziatici
storica, vediamo come i ritrovamenti di Samotracia e dal sapere dei curiti
documentali vengono a confermare di Creta e dei telchini di Rodi -
la nostra teoria relativa ai luoghi l'occasione attraverso cui l'alchimia
d'origine della scienza alchemica. occidentale inizierà ad acquisire un
Straordinari quelli di area suo volto ben delineato, e tutti quei
mesopotamica nei quali si trovarono caratteri che in definitiva le saranno
già perfettamente stigmatizzati sia peculiari sino ai giorni nostri.
gli aspetti manipolatori sia quelli Proprio alle scuole alessandrine si
teorici. In uno, appartenuto alla deve l'unificazione delle varie catene
Biblioteca di Assurbanipal, possiamo iniziatiche attraverso la creazione
trovare presentata nella sua forma della leggenda di Ermete Trismegisto
perfetta una delle teorie cardine del e la compilazione di tutti quei testi
sapere che stiamo studiando, e cioè che a lui saranno attribuiti, a partire
quella della Terra-Madre all'interno dai dialoghi del Corpus Hermaeticum
della quale i minerali vivono di una fino alla celeberrima Tavola
vita propria. In un altro, recante Smeraldina. Ma chi era in
l'orgogliosa iscrizione dell'imperatore realtà Ermete Trismegisto?
Sargon, è da ravvisarsi uno dei primi Purtroppo anche tale domanda
racconti mitici velato dal più squisito è destinata a restare senza risposta.
esoterismo verbale di stampo L'unica cosa che possiamo dire è che
alchemico, mentre ve ne sono altri mentre gli alchimisti di Alessandria
ancora che descrivendo procedimenti gli tributarono origine mitica e
pratici, dimostrano conoscenze sovrannaturale, assimilandolo di
tecniche estremamente evolute. volta in volta con gli dèi Tho t ed
Ma sarà l'Egitto, e nella fattispecie Ermete, così come faranno poi gli
l'Egitto di lingua greca, il luogo arabi credendolo incarnazione del
di provenienza di tutta quella serie profeta Idris, i Maestri del Medioevo
di scritti che - da lì e per sempre - latino invece non avranno esitazione
rappresenteranno i veri "libri di a vedere in lui il primo grande Adepto
testo " dell'alchimia,- quei trattati della storia dell'umanità, e cioè
a cui tutti gli altri a venire altro il primo grande alchimista - padre
non faranno che adattarsi, formando della Tradizione - cui le potenze
così, di volta in volta, gli anelli della celesti concessero le tre parti della
grande catena dell'alchimia sapienza cosmica e con esse i segreti
tradizionale. Quello di Alessandria della trasmutazione. Vero è tuttavia
- caso più unico che raro - fu infatti che dall'apparizione dei primi
un esempio perfetto di sincretismo frammenti a lui attribuiti, l'identità
culturale e di unione armonica di ermetismo-alchimia venne via
diverse scuole e culture che, dalla via assumendo quei caratteri
reciproca fusione, seppero trarre il di assolutezza che portarono
massimo vantaggio, consentendo così gli alchimisti ad attribuirsi
uno sviluppo senza eguali delle varie il titolo di Filosofi Ermetici.
forme di sapere. Nel nostro caso sarà Andrea A romatico
Ci sono dati sicuri che ci dimostrano
I M aestri arabi come dalla grande metropoli
dell'Egitto ellenizzato l'alchimia
" Colui... che si era già passata intorno al VI secolo
occupò pei primo di ad alcuni Adepti dell'Impero
bizantino; di qui la sua diffusione
pubblicare i libri degli al resto del mondo latino era stata
antichi sull'alchimia limitata dall'assoluta vocazione
fu Khalid [...]. Era un autarchica che sin dai suoi albori
aveva caratterizzato la cultura
predicatore, un poeta, ellenizzante di Bisanzio.
un uomo eloquente, Perché il verbo di Ermete
pieno di ardore e di Trismegisto potesse dunque trovare
diffusione era necessario accadessero
giudizio" riporta il due grandi svolte nella storia del
Fihrist a l - ' u l ù m Ib n al- mondo allora conosciuto. Da un
lato la caduta dell'Impero romano
Se il principe
N a d ì m .
(all'interno del quale l'alchimia mai
Khalid fu il primo, il trovò diffusione) e dall'altro l'avvento
titolo di " Maestro dei dell'Islam. Sarà proprio da questi
veri cataclismi storici e dalle loro
Maestri" spetta invece conseguenze che svariate forme
a Jàbir, alias Geber. culturali verranno finalmente
in contatto interagendo così su
molteplici piani.
Smembrato che fu l'Impero romano
d'Occidente infatti, e riunito dalla
predicazione di Mohamed quel
coacervo di tribù che formava sino
allora il popolo arabo, l'Islam aveva
potuto dare vita a un movimento
espansionista senza eguali che così
come si estese sino alle rive del
Gange, ugualmente seppe occupare
nel Mediterraneo meridionale quel
posto che la svanita potenza di Roma
aveva reso vacante. E sarà proprio per
opera di questo straordinario popolo,
per natura curioso e studioso, avido
di cultura e filosofia, civilizzatore per
eccellenza, che la grande tradizione
di Alessandria potè dunque
sopravvivere, trovando, anzi, comuni
mo menti d'interesse e di diffusione.
eber, il grande Maestro arabo
G dell'VIII secolo, esponente eminente
del pantheon degli alchimisti, in un
È un dato di fatto che l'invasione
dell'Egitto da parte degli arabi
ritratto seicentesco. permise un profondo radicamento
delle ricerche alchemiche in tutto forno sacro adibito alla cottura degli
il mondo islamico. embrioni minerali così chiamato dai
Tuttavia ci pare interessante filosofi arabi ed europei) secondo la
proporre un interrogativo di non spiegazione di Fulcanelli deriva dalla
poco conto,- in precedenza avevamo voce greca a-tìavccto<; e cioè fornace
constatato che dei testi arabi ¡al thnur in arabo) di quel fuoco
preislamici non ci è pervenuto quasi immortale che per gli alchimisti
nulla, e perciò diviene difficilmente era agente primario della vita
attestabile un cammino dell'alchimia e delle sue varie trasformazioni.
parallelo a quello avvenuto nelle Poco più di mezzo secolo dalla
culture poc'anzi prese in esame, venuta di Cristo l'Impero islamico si
ricollegandoci però a quello che estendeva ormai dall'Africa alle più
è il patrimonio di simboli della lontane regioni dell'A sia. L'arabo ne
scienza che stiamo studiando, ci era la lingua ufficiale e sacra.
pare legittimo chiederci: ma è ancora In Damasco regnava il Califfo
giusto pensare che un popolo che 'Umayyade Yazid; la sua storia qui
scrive il Corano, che innalza una tuttavia non c'interessa se non
bandiera con una luna crescente per il fatto che egli ebbe un figlio
in campo verde, che già prima di a nome Khalid. E quest'ultimo
Maometto adorava alla Mecca una infatti il "no stro " personaggio poiché
pietra nera, la Kaaba, con un giro secondo quanto tramandano fonti
deambulatorio reiterato sette volte, degne di fede fu il primo grande
dovesse giungere in Egitto per alchimista dell'Islam.
apprendere qualcosa di alchimia? Discepolo di un misterioso monaco
Non lo crediamo! Tutti questi dati cristiano chiamato Morieno, a sua
anzi, assieme alla facilità e all'amore volta allievo di Adfar, Khalid rinunciò
con cui l'Islam seppe integrare e al regno paterno per farsi seguace
sviluppare al suo interno le istanze di Ermete. Così ce lo descrive nel
parimenti derivate dalla Tradizione Fihrist al-'ulùm Ibn al-Nadìm:
greca, egiziana e bizantina, vengono a "Co lui... che si occupò per primo
dimostrarci proprio il contrario; e di pubblicare i libri degli antichi
cioè che gli arabi all'epoca delle loro sull'alchimia fu Khalid ibn Yazid ibn
conquiste dovevano possedere un Moavia. Era un predicatore, un poeta,
livello culturale raffinato almeno un uomo eloquente, pieno di ardore
quanto quello dei popoli con cui e di giudizio. Fu il primo che si
vennero a contatto. Ne è prova fece tradurre i libri di medicina, di
il fatto che i Maestri musulmani, astrologia e di alchimia... Si assicura,
già nei loro primi documenti e Dio sa meglio di chiunque se questo
propriamente alchemici, dimostrarono è vero, che Khalid riuscì nelle sue
d'aver importato all'interno del loro imprese alchemiche. Ha scritto su
sistema fonetico espressioni di questa materia un certo numero di
strettissima derivazione ellenica: lo trattati e composto versi e ho anche
strumento che l'Occidente latino visto tra le sue opere il suo libro dei
conoscerà col nome di alambicco, Colori, il grande trattato della Shaifa,
trae la sua origine dall'arabo el il piccolo trattato della Shaifa e
ambich che a sua volta era derivato il libro delle sue raccomandazioni
dalla voce greca ambix-, l'athanor (il a suo figlio nei riguardi dell'Opera...".
Pur non essendoci tracce cui un luogo reale è reso mitico
delle opere in arabo del principe dalle fiabe incantate delle Mille
'Umayyade, nella tradizione latina e una notte, un territorio
resta però un piccolo "co rpus" di dell'immaginazione e della leggenda
testi che gli sono attribuiti con la in cui geni e maghi, principesse
firma di Calid filius Iazachi, e in stregate ed esseri sovrannaturali
verità non c'è alcuna ragione per vivevano una vita propria fatta
porre dei dubbi sulla veridicità di tali d'incanti e ragione, vertigini
testimonianze. La sua opera infatti intellettuali e razionalismi
sarà studiata con devozione da quasi matematici, tutti ben riassunti in
tutti i maestri latini e così il suo quel precetto fondamentale di Halì
nome sarà ricordato col rispettoso ibn Al Farid che recitava così: "Veglia
epiteto di Adepto. per non voltarti con disprezzo
Se il principe Khalid fu il primo, all'orpello delle forme e di tutti i
d'altro canto non fu sicuramente domini dell'illusione e dell'irreale.
il più grande degli alchimisti arabi. Poiché nel sonno dell'illusione,
Tale titolo doveva spettare a colui l'apparizione delle ombre ti guida
che nei secoli sarà ricordato come il verso ciò che ti è mostrato attraverso
"Maestro dei Maestri"; il suo nome una tenda trasparente". Lo stesso eroe
fu Abu Abdallah Jàbir ibn Hayyan epico, curiosamente speculare con
ibn Abdallh as-Sufi, nella tradizione l'Ulisse dell'epos ellenico, è Sinbad
viene ricordato semplicemente il marinaio, l'avventuriero del
come Jàbir anche se l'Europa latina fantastico e dell'improbabile.
tramandò il suo insegnamento sotto E altrettanto simile a quella dei
quella denominazione che ormai due marinai viaggiatori è la storia
è sinonimo stesso dell'ermetismo di Jàbir, del quale le leggende ci
islamico: Geber. consegnano l'immagine di cavaliere
Jàbir, di una generazione posteriore errante del sapere. Da un lato
a Khalid, fu sicuramente seguace costretto a continue peregrinazioni
dello shì'ismò, quella particolare sia per sottrarsi alla curiosità
corrente della religione del Profeta interessata dei potenti sia per la
definita da Corbin "eso terismo ricerca di un luogo favorevole ai
dell'Islam". Ed è proprio nella sua suoi lavori, dall'altro perché autore
adesione alla shi'a, di per sé votata di uno straordinario numero di opere
a una interpretazione esoterica del che rappresentano le tappe tangibili
Corano e decisamente aperta verso di un viaggio spinto verso i territori
ogni forma di pensiero occulto, che più remoti del conoscibile.
riteniamo vadano ravvisate tutte Duecentoquindici trattati
quelle istanze che portarono il formano oggi il corpus jàbiriano
nostro ad avvicinarsi all'alchimia (anche se sembra che originariamente
e padroneggiare così i misteri ammontassero a più di tremila!],
della natura. e sono tutte opere in vario modo
D'altra parte era un po' tutto collegate all'alchimia. Tra queste
il suo mondo che si nutriva al pari sono annoverati testi fra i più
di scienza e di mistero; basti pensare importanti nella storia della filosofia
che la temperie culturale in cui si ermetica: lavori che per citare alcuni
viene a muovere Jàbir è la stessa in titoli vanno dal Libro della
Misericordia al Trattato sul Mercurio
Occidentale, dai Settanta libri al
Piccolo Libro della Clemenza, sino
ad arrivare ai centoquarantaquattro
volumi dedicati al problema dei pesi.
All'apparenza diversificati sia
per stile sia per conclusioni, tutti
questi presentano in realtà una
precisa fisionomia omogenea che
permette d'intenderli come opera di
un unico autore. Non per niente Jàbir
praticava - è lui stesso a dircelo -
una forma particolare d'insegnamento
basata sulla tahdid al'ilm, e cioè sulla
dispersione sistematica del sapere.
Il suo in sostanza era un metodo
(che poi diventerà pressoché canonico
per quasi tutta la trattatistica = t
ermetica), basato su di un sistema
"invidioso", il cui nocciolo
consisteva nel frammentare la
consequenzialità logico-operativa
di determinati procedimenti in
molteplici parti, per poi inserirla,
così smembrata, qua e là fra i capitoli
di uno o più trattati. È proprio per
questo allora che siamo d'accordo
con Lucarelli quando scrive che: costante e paziente lavoro di
"Probabilmente nessun altro autore copiatura e traduzione dall'egizio
ermetico si è spinto tanto in là nella e dal greco, operato in tali centri
descrizione analitica delle operazioni, si dovrà la sopravvivenza del
ma è certo che nessun altro ha spinto patrimonio dei testi alessandrini.
a tanta disperazione i profani che Ugualmente sarà proprio da
hanno osato avvicinarsi ai suoi queste scuole che proverranno
scritti". altri personaggi che con le loro
Giunti a questo punto non si pensi opere terranno accesa la fiaccola
però che dopo la scomparsa dei due della Tradizione. Ricordiamo al-Razi,
Adepti i semi del loro pensiero autore del Libro dei segreti, Toghrai
caddero nel vuoto. Tutt'altro! Alle (Artefio), Màslama ibn Ahmad (al-
spalle di entrambi infatti esisteva Magriti) e ancora Muhammad ibn
un terreno forse quant'altri mai Umail e, ultimo in ordine di tempo -
fertile, sul quale poterono facilmente al-Ghazali. Ma con questi nomi
attecchire e fruttificare. Soprattutto siamo già oltre l'anno Mille e proprio
dall'insegnamento di Jàbir sorsero questi sono i personaggi che di lì a
numerose catene iniziatiche e un po' poco l'Occidente latino si preparava a
ovunque nell'Islam presero a nascere venerare col solenne titolo di Maestri.
centri di cultura alchemica. Proprio al Andrea A romatico
N ella quiete dei co nv enti
L'Europa cristiana
Dobbiamo subito precisare che
e l'età (Toro l'alchimia, al pari di tutto il bagaglio
culturale proveniente dall'Antichità,
" Tra tutte le ebbe sicuramente nel popolo arabo
scienze coltivate nel il principale tramite di conservazione
Medioevo, nessuna, e trasmissione. Saremmo però fuori
strada se ci fermassimo a pensare
certo, fu più di moda che nelle sole conquiste operate
e fu più in onore della dai saraceni - e nella loro opera di
catechizzazione - vadano ravvisate
scienza alchemica" tutte le linee di penetrazione
scrive Fulcanelli. attraverso cui l'ermetismo trovò
Ma attraverso diffusione nel mondo latino.
Perché ciò potesse avvenire
quali vie era giunto infatti, era quantomeno necessario
nell'Occidente latino esistessero delle condizioni
l'antico sapere! Quale favorevoli. Saranno quindi
anche l'acceso spiritualismo del
percorso aveva seguito cristianesimo medievale, assieme
l'Arte Sacra degli egizi a una volontà diffusa di ricerca
sapienziale che già aveva in sé
per poter giungere i germi della Rinascenza, i due veri
intatta dai templi potenti fattori che spalancheranno
di Alessandria all'alchimia araba le porte
dell'Occidente medievale.
nell'Europa medievale, Ecco dunque la situazione: da un
per poi esplodere nella lato gli arabi conquistatori, con le
" follia" ermetica del loro conoscenze, dall'altro l'Europa
cristiana, con la sua sete di sapere,
Rinascimentol pronta ad accoglierle e integrarle.
Ed ecco ancora come ciò potè
accadere secondo quattro precise,
distinte linee spazio-temporali.
La prima di queste va senza dubbio
ravvisata in quella che chiameremo
la direttrice araba-iberica. Consistette
nell'effettiva opera di trasmissione
del sapere conseguente la conquista
della Spagna avvenuta nell' Vili secolo
da parte delle truppe saracene. La
Ìig ures D r. am fx
articolare della tomba di Nicolas Flamel nel Cimetière des Innocents a Parigi, e le
P sette figure del misterioso Livre d'Abraham l'Hébreu, descritte da Flamel nel suo
Livre des Figures hiéroglyphiques, radunate da Arnauld nel XVII secolo.
A ttaccato da ogni lato, il prestigio
L'inizio della fine dell'alchimia sparisce. L'entusiasmo
decresce. L'opinione si modifica.
Sul finire del A lcune operazioni pratiche raccolte
Quattrocento si stava qua e là, riunite e poi rivelate e
insegnate, permettono ai dissidenti
avvicinando un'epoca di sostenere la tesi della nullità
tempestosa, un'età alchemica, di rovinare la filosofia
che all'orizzonte e di gettare le hasi dell'attuale nostra
chimica.
già mostrava le cupe Nel XVI secolo i soli eredi
nubi del razionalismo riconosciuti dell'esoterismo egiziano
pragmatico e le rinnegato dagli ultimi approdi del
Rinascimento, dopo esserne stato
folgori intransigenti corrotto, sono Sethon, Venceslao
della rimontante Lavinio di Moravia, Zachaire,
Paracelso - ricorda Fulcanelli.
Inquisizione. A partire A lcune eccezioni nel Cinquecento
da questo momento, - in aggiunta al lavoro di questi
l'ermetismo cade solitari artisti - brillano fra tutte
nello scenario del firmamento
in disgrazia. Anche alchemico; e tutte vanno riferite
i suoi partigiani, a quelle corti che dell'esoterismo e
dell'alchimia fecero il vero e proprio
esacerbati fulcro dei loro interessi culturali.
dall'insuccesso, Per prima consideriamo la corte
si rivoltano londinese di Elisabetta I, nella quale
"mago " altri non fu che quel John
contro di esso. Dee autore della Monade geroglifica,
da tutti riconosciuto come grande
filosofo ermetista, nonché fervente
sostenitore della trasmutazione
metallica. La seconda è da
indentificarsi con la vicenda
del sovrano che più di tutti seppe
comprendere il dirompente potenziale
filosofico e teoretico che si celava
. _Zl< ^vJca^UtUlL^
Il Do ssier Fulcanelli Per il Maestro venne dunque tempo
di seguire l'esempio degli Adepti del
Nulla sappiamo su chi trasmise passato e sparire anch'egli. Doveva
l'iniziazione a Fulcanelli, e possiamo solo scegliere il modo; molti si
aggiungere che la sua storia parte dal erano attribuiti morti stravaganti e
primo incontro che questi ebbe con fortemente simboliche: chi divorato
quello che poi sarebbe diventato il da un lupo, chi ingoiato da una
suo fedele allievo ed "apostolo". balena,- altri avevano inscenato dei
Canseliet ci racconta di averlo decessi mai avvenuti; altri ancora
incontrato a Marsiglia, negli anni in dettero vita a sparizioni spettacolari.
cui frequentava la Scuola di Belle Fulcanelli invece, consegnati i
Arti nella città del sud della Francia: manoscritti definitivi a Canseliet;
era il primo capitolo di un'amicizia salutati per un'ultima volta i suoi
che durerà ininterrotta fino alla discepoli, semplicemente, svanì
sparizione del Maestro. e più nulla di certo si seppe di lui.
Ritornato Fulcanelli a Parigi, Oggi, a suo ricordo, restano una
Canseliet lo seguì e assieme ad altri pianta che fruttifica tre volte l'anno,
appassionati diede vita al cenacolo due volumi straordinari, e un
iniziatico dei Fratelli di Heliapolis, interesse sempre crescente nei
un sodalizio dedito allo studio confronti dell'antica Arte Sacra.
dell'alchimia tradizionale stretto
intorno all'insegnamento del Gli alliev i, le scuo le, le riviste
Maestro. Dai racconti di Canseliet
sappiamo che questi si riunivano per La sua eredità, però, va ben al di là
sessioni di studio sulla Grande Opera, di tutto questo, poiché dall'opera di
e che altrettanto, alla loro attività, Fulcanelli hanno tratto insegnamento
più volte ebbero modo di avvicinarsi pressoché tutti gli alchimisti che
intellettuali e letterati interessati dopo di lui sono venuti.
d'ermetismo. Merito suo infatti è stato quello
Non priva di fascino dunque di aver fondato un modo nuovo di
l'immagine di questa Parigi diversa; trattare d'alchimia; niente visioni
al fianco della Ville lumière, un'altra rivelatrici, nessuna autobiografia
città si stava animando, occulta, simbolica né nozioni che potessero
nascosta, tesa verso ben altro tipo suonare estranee a una moderna
di "luce" che quella dei locali sensibilità, ma mascherati da analisi
alla moda della Belle Epoque. storiche, iconologiche, letterarie e
Si racconta che era il 1922 quando filologiche, ecco invece ancora una
Fulcanelli riuscì nell'Opera più volta trionfanti i concetti cardine
straordinaria che a essere umano sia della filosofia ermetica, gli
concesso di compiere. Realizzò la ammaestramenti del laboratorio,
Pietra filosofale, la preparò come l'arte cabalistica degli antichi trattati.
polvere di proiezione e ne diede Non vi sono dubbi, sarà proprio
una porzione a Eugène Canseliet, che seguendo il suo cammino che
con quella, nel suo piccolo vedranno la luce le opere dei suoi
laboratorio, alla presenza di tre allievi, fra le quali spicca senz'altro
testimoni, trasmutò duecento la figura di René Alleau, oltre a quella
grammi di piombo in purissimo oro. del già citato Canseliet.
Simili ma divergenti le storie
dei due. Mentre Alleau - figura quasi
di mistico - preferì tenersi sempre
appartato seguendo in questo
l'esempio diretto di quel Maestro
che mai conobbe, Canseliet dal
canto suo, ritenne opportuno
darsi completamente a un opera
di "apostolato ermetico ".
Sin dalla suo pimo lavoro letterario
mai nascose il suo essere alchimista,
né mai venne meno al compito di
dispensatore di Dottrina che forse
una causa superiore gli aveva affidato.
Sempre gentile e prodigo di consigli
con tutti fu lui il diretto Maestro e
iniziatore dei filosofi contemporanei.
È dal suo insegnamento che hanno
preso vita, in Francia prima e in tutta
Europa poi, riviste esclusivamente
dedicate all'argomento. È in queste
che, richiamando lo stile che fu
di Fulcanelli, l'alchimia ritorna
a parlarci attraverso l'opera di
moderni esegeti tutti o quasi,
a loro volta, alchimisti.
Ricordiamo qui le due francesi
"A tlantis" e "La Tourbe des
philosophes", l'inglese "A mbix", le
italiane "Conoscenza Religio sa" e
"A bstracta", che di alchimia hanno
più volte trattato. E ancora Batfroi,
Laplace, Beatrice, Lucarelli poiché
sono questi i nomi degli allievi di
Canseliet, che, con i loro scritti e con
il loro lavoro quotidiano, continuano
a mantenere vivo l'insegnamento
di Fulcanelli e, con quello, sempre
luminosa la fiaccola dell'alchimia
tradizionale.
/ IN
" Non siamo molto lontani dal poter
Dal caos alla luce tendere la mano, al di là dei secoli,
a Pitagora e alla sua Scuola che
Séverin Batfroi avevano cercato di costruire una
chiarisce gli grande sintesi dell'Universo sulla
base Legge-Armonia. Perché, chi non
aspetti che legano si avvede di questa Armonia della
strettamente gli Natura, delle sue leggi, delle sue
alchimisti alla pratica iniziative microscopichel
si affigge attentamente
Colui che
allo specchio
filosofale. Anche la della realtà esterna distingue con
mente più pragmatica stupore, al di là di alcune impurità
da cui sono macchiate le contingenze
non potrà non avvertire dell'attività puramente umana, la
tra queste righe, grande, l'immensa, la serena bellezza
delle cose della Natura. " E con
l'aspirazione alla queste parole di fean Charon che
Conoscenza, alla Sévérin Batfroi introduce il suo
Grazia Efficiente, Du Chaos à la lumière (Editions
Trédaniel, 1978).
alla spiritualità
ermetica e Qual è dunque quella strana volontà
contemplativa che che ci spinge a volere entrare nel
da sempre fonde il più grande dei segreti naturali,
quello della Creazione? Si potrebbe
m e d i u m e r m e ti c u m certamente credere, non senza
e l'alchimia che ne pertinenza, che le tenebre della
morte, che ci avvolgono ciascun
è la via sperimentale. giorno maggiormente, facciano sì
che noi si volga risolutamente e
Emblema XLII. Dt[ryctù con nuovo vigore la nostra faccia
Iti Ch>'riV'i verfinti Nat«M,Rnm,E>:peÉientù!k Icilio, al Sole. Fatto è che ogni giorno è
Tali fcipìo,perizia jia Ijinpa;.
una rinascita ma anche una scadenza
supplementare che ci fa più prossimi
alla Scadenza ultima. Su questa
Terra, l'uomo nasce per assistere alle
continue peripezie della natura, agli
impossibili sponsali degli astri che
si inseguono, ai cicli indefiniti del
mondo vivente che, di nascita in
Fine dei Tempi, permette agli umili ricapitolazione, che è la nostra era.
di compiere un piacevole viaggio. Tutti gli aspetti culturali, filosofici
Si riconoscerà in questo, senza e scientifici si propongono
dubbio alcuno, "L'A rca ermetica". indifferentemente e sta all'uomo
La Verità, tuttavia, assume in operare la salutare scelta, atta a
questo secolo dei curiosi abiti, di condurlo verso la Verità ultima.
modo che un ricercatore che volesse Lungo è il cammino che stiamo
mostrarsi degno di questo nome, percorrendo, e il disegno può già sin
sente l'obbligo di essere più che d'ora sembrare pretenzioso. Bisogna
mai attento. Si credevano morte essere convinti, tuttavia, che in
le vecchie eresie, dopo che i Concili cammino ci aspettano numerosissime
si impiegarono a dimostrarne gli sorprese, e che dovremo
errori, ma non se ne è fatto niente. generosamente ripulirlo dai rovi che
Il Co ncilio di Nicea e il Papa rallentano ogni progressione. Questi
Silvestro non fecero che arrestare rovi sono costituiti dalle idee ricevute
momentaneamente, nel 325, i e dalle nebulose teorie, derivate
pregiudizi dell'A rianesimo, mentre principalmente dall'orgoglio e
10 spirito di Giuliano l'A postata dall'ignoranza che, troppo
aleggia ancora su un buon numero sovente, accecano l'uomo. Da quel
di dottrine del momento. mo mento ogni tiepidezza diviene
Similmente, il Nestorianesimo non pregiudizievole, e dovremo dunque
si è affatto estinto col Co ncilio di sostituirla con una vigorosa e sana
Efeso nel 431. Lasciamo al lettore difesa della Verità.
11 ricercare da se stesso i luoghi ove Invitiamo perciò il lettore ad
i semi, che il vento temporale ha accompagnarci per un tratto su
spinto sino a noi, siano germinati, col questa "via lattea" che conduce
favore delle cure di alcuni diligenti a Compostela ove brilla la Stella.
giardinieri, poiché non è affatto Che di concerto noi si stampi
nostra intenzione scrivere un i nostri passi sulla sabbia di un
"libello ". Fra l'altro sappiamo che cammino ove la solitudine, ahimé!,
tutto ciò che non segua la logica resta alquanto spesso il destino
vitale impressa da Dio nell'Universo, comune a ogni viaggiatore, e che
muore irrimediabilmente e dalla materia alla Luce Essenziale
definitivamente. Queste risorgenze noi si possa beneficiare dei soavi
si spiegano perfettamente quando si accordi della Musica delle Sfere,
consideri, secondo quanto abbiamo testimone dell'A rmonia del Mondo.
affermato precedentemente, l'era di Sévérin Batfroi
Sp agina, archimia, iatro chim ica
A lchimia & Co.
Per quanto ciò possa venire a cozzare
Amati, odiati, spesso con uno stereotipo ormai consacrato
temuti, l'alchimia e dalla comune visione delle cose,
noi ci sentiamo di affermare che
gli alchimisti hanno la chimica non derivò in alcun
attraversato gli ultimi modo dall'alchimia, ma che anzi,
secoli accompagnati essa nacque e si sviluppò da posizioni
antitetiche a quelle stesse su cui
da una fama ambigua, si basava l'Arte Sacra.
spesso vicino al Mentre l'alchimia era - e continua
sospetto per chi non a essere - figlia legittima di una
mentalità spiritualista, la chimica
ne ha condiviso lo invece trae origine da una visione
spirito. Eppure non razionalista e materialista che da
sempre è stata presente nello storia
è sempre stato così. dell'umanità. Le due discipline
La storia della insomma, lungi dall'essere anche
cultura è ricca di lontanamente sorelle, appaiono
di contro come le figlie leggittime
testimonianze che di due diverse visioni del modo,
raccontano come la di due diversi modi di porsi nei
confronti di esso.
scienza ermetica fu Ecco allora che mentre per scoprire
a più riprese un vero le origini dell'alchimia abbiamo
vero e proprio faro dovuto attingere assai più alla storia
delle religioni che a quella della
per l'umanità, e gli scienza, per quel che concerne
alchimisti, delle figure la chimica invece, andremo a
cui era riconosciuta incontrare le sue antenate fra universi
forse anche similari a quello dell'arte
una precisa funzione ermetica, ma tuttavia da essa
sociale... nettamente distinti poiché originati
da, e verso scopi, del tutto alieni a
qualsiasi aspetto abbia mai assunto
nella sua storia la pratica filosofale.
Già da epoche in cui abbiamo
notizie precise riguardo all'alchimia
- stiamo parlando dell'età di Zosimo
e Ostanes - vediamo come accanto
a essa erano già venuti a svilupparsi
due diversi livelli di ricerca più
propriamente chimica; queste
presso gli antichi presero il nome
di spagiria e archimia.
Ma che cosa le distingueva dunque
dall'alchimia? Non è difficile
rispondere: entrambe erano due
branche di una medesima arte
essoterica. La spagiria (dai verbi
greci jiaw-OTtao (separo, estraggo|
e aYEipco-cryEipo (riunisco, combino)
assomigliava molto da vicino alla
moderna chimica. Come indica la
sua etimologia altro non era che
una scienza mirata a ottenere
determinati risultati di tipo pratico,
scomponedo e ricomponendo
sostanze diverse. Metallurghi, pittori
farmacisti, vetrai, tintori, tutti questi
dovevano possedere conoscenze
spagiriche di base per poter svolgere
i loro mestieri. Non c'è dubbio quindi
che la spagiria sia stata a tutti gli
effetti la vera paleochimica.
Quanto all'archimia, vediamo
come questa rappresenti una (Z(imposizione (1933), Joan Mirò.
categoria speciale - e forse più
oscura - fra le scienze genitrici della della disciplina chiamata
moderna chimica. Lo scopo che si iatrochimica, assieme a quello
prefiggevano i suoi praticanti "aveva del suo più grande promulgatore:
qualche analogia con quello degli Teofrasto Paracelso.
alchimisti, ma i materiali e i mezzi Strano caso quello del dottor
di cui disponevano per raggiungerlo Paracelso; uomo saggio e capace,
erano unicamente dei materiali e dei modesto ma sanguigno, pronto a
mezzi chimici. Trasmutare i metalli difendere persino con la spada le idee
gli uni negli altri; produrre oro e in cui credeva, egli stravolse il campo
argento partendo dai minerali volgari degli studi medici nella prima metà
o da composti metallici salini., .ecco del 'Cinquecento. Inseguiva infatti
ciò che si proponeva l'archimico. In un sogno; poter trasporre sul piano
definitiva, era uno spagirista della sua professionalità, le cognizioni
arroccato nel regno minerale..." derivategli dal suo essere alchimista.
scrive Fulcanelli Si ascolti quanto affermava:
Ora poteva essere che un "Qualcuno ha scritto a proposito
alchimista fosse anche chimico, dell'alchimia che essa serve a
ovvero spagirista - il che equivale fabbricare argento e oro. 11 vero
a dire poteva ben essere che scopo per me non è questo, ma
l'alchimista avesse anche una solo lo studio delle doti e delle
dimensione profana accanto a quella proprietà medicinali".
sacra - ma è ovvio che mai avrebbe Fu infatti Paracelso medico
potuto verificarsi il contrario. e contemporaneamente ancora
E proprio secondo questa ottica oggi viene ricordato come uno dei
allora che dobbiamo valutare il caso principali maestri che l'A rte Ermetica
abbia mai avuto. Operò a Basilea A lchim ia e religio ni riv elate
dove ottenne risultati miracolosi
e guarigioni che fecero gridare al Avevamo visto in precedenza come
prodigio. Ma in realtà non vi era nulla la complessa natura dell'alchimia
di magico o sovrannaturale nella sua ne aveva permesso una diffusione a
attività; nient'altro che buon senso e livello planetario facendola divenire
umanità, congiuntamente all'utilizzo una scienza pressoché cosmopolita.
di alcuni medicamenti alchemici, Ciò nonostante un attento esame
che nella loro preparazione e della trattatistica ermetica, viene a
posologia di nient'altro avevano mostrare alcune lievi sfumature - per
tenuto conto che non fosse esempio tra le opere europee e quelle
nell'ordine naturale delle cose. orientali - incentrate soprattutto
Il suo pensiero tuttavia ebbe sugli universi simbolici di
l'effetto d'un vento di tempesta riferimento.
che entri dentro una casa polverosa Il perché di tale fenomeno è
le cui finestre non venivano aperte da ricercarsi nella duplice natura
da tempo. dell'alchimia, che se da un lato
Scompigliò le ormai la portava ad essere un sapere
stantie concezioni dogmatiche universalmente sacro, dall'altro
dell'accademia di allora, importò nel la rivelava nella sua essenza
piano della medicina, concezioni ed di escatologia privata.
etica prese a prestito dall'alchimia,- Vi furono allora alchimisti arabi,
fece tremare i polsi agli imparruccati ebrei e buddisti, taoisti e cristiani,
suoi colleghi. Voleva infatti che che ricorsero all'analogia con il
anche l'atteggiamento del terapeuta sistema religioso loro più prossimo,
mutasse radicalmente affinché questi per occultare le varie fasi della
abbandonasse le vesti sontuose della Grande Opera. Diciamo meglio,
saccenza per vestire gli umili panni fu costume presso i Maestri di tutto
del filosofo; "sono sporchi come il mondo, connettere il comune
fabbri e carbonai - diceva dei medici patrimonio simbolico con quello
alchimisti - e perciò la loro apparenza della religione di più specifico
è modesta, parlano poco e non riferimento.
chiacchierano ai loro pazienti, non Tale prassi non ha ancora oggi
lodano i propri rimedi perché sanno terminato di suscitare polemiche
che l'opera deve lodare il maestro fra gli storici delle religioni ed alcuni
e non il maestro l'opera... Essi perciò - forse troppo entusiasti - studiosi
disprezzano simili atteggiamenti e si d'ermetismo. I primi arroccati su un
dedicano al lavoro con i loro crogioli giudizio di valore fondamentalmente
e approfondiscono lo studio negativo nei riguardi dell'alchimia,
dell'alchimia". guardano con occhi intransigenti
È stato dunque nella sua opera che il reiterato connettersi dell'arte
per un istante razionale e spirituale ermetica alle religioni segnandolo col
sono a riusciti a toccarsi, coesistere marchio della follia; i secondi un po'
in una disciplina che ha rappresentato pazzamente annegati in una visione
il solo mondo parallelo, il solo tiait- di massima, vogliono l'alchimia come
d'union fra le scienze profane comune origine delle grandi religioni
e l'alchimia vera e propria. rivelate, che di questa altro non
rappresenterebbero - sempre nella fra arte e alchimia, era già ben
loro ottica -che devianze essoterico- evidenziata nella costante abitudine
cerimoniali, da una comune via da parte degli alchimisti nel chiamare
esoterica, iniziatica e rituale. la loro scienza Arte, e loro stessi
La questione dobbiamo dire è artisti.
insolubile; desideriamo tuttavia L'artista-pittore, poeta, musicista
concludere con due constatazioni, che sia - crea un immagine, imita
l'ultima delle quali non mancherà e perfeziona la natura; gioca col
di proporci interrogativi inquietanti: pensiero, la coscienza, il sentimento,
è innegabile che i forti rapporti attraverso il potere plasmante
esistenti fra l'ermetismo e del linguaggio; traduce in armonia
le religioni, sono assai più da determinata il caos dei suoni.
evidenziarsi su di un piano archetipo- Egualmente l'alchimista ricreava un
strutturale che non sostanziale; però, universo, vi si calava personalmente
non è forse altrettanto vero che anima e corpo, vibrava al diapason
le radici dell'alchimia, affondando col creato attraverso il potere
in quell'universo prestorico degli formante della sua sapienza.
sciamani-metallurghi, ne postulano Ma qui siamo ancora nel versante
innegabilmente un'antecedente dei "perché", quello che invece dovrà
origine rispetto a quella delle interessarci più da vicino è capire le
grandi religioni rivelate? diverse modalità attraverso cui questi
due campi - veri e propri universi
A rti e A lchim ia
- zftadtts. Acido
t /Ti' tJ * tTT*
rri? f- C/fcido* marili—*— Acido marino
ijTtcùfc. rùfi'itjue^, Acido nitrico
cJhùd&y tjuljiiritjue^. Acido solforico
KD '
Sfc/'er. Acciaio
(jhnafyatites. Amalgama
Anno
0"<9-
3uà/lloillAJ. Antimonio
Argilla
n ?
Cfcjcnìc,, rfotilej. Arsenico, lega
ctftnauor. Atanòr
3fzur. Azzurro
V' g
i UQaùi. Bagno
iJòauntv. Balsamo
UòiflnuJL- Bismuto
*JòorctxJ. Borace
V ^ c b . c S.
(ED, E) Jòit'tjue,. Mattone
c r. B, « , F: pu/féj-ÙSAe.. Manone polverizzato
# Jòi-cyeTj (on'hu 'alien-. Tritare, triturazione
Cerussa
Gcagultt" . Coagulare
K GdxilC. Cobalto
Z, A Congelare
0, (3oraiL.. Corallo
¿ ^ tf .c c Gor/u, de Corna di cervo
(3*'anA ìuimain—. Cranio umano
Gneitset- Crogiolo
hB Decozione
2.
1 ¿ Denudarli &. Mezza parte
(AJtMoìution- Dissoluzione
s ^ v , « « óau— Acqua
Acqua forte
Acqua madre
•Vl^w ¿ ate .
Acqua di pioggia
Sau de, p/uie..
Acqua regale o stigiale
dì) au recale, cu feriale-,
Acqua di vita
¿ au—de ine, .
Ebollizione
te ¿ ¿ ulàtioJi-.
Scorza di granata
(ècoree. deyre/Lada .
Schiuma di nitro
©,c (s>cu/ne, de. /titre/.
Efervescenza
'roé/èencAj.
EF Elisir dei filosofi
CsJpcù' des p7ii/of,ojtbj.
è
¿ Sf.ritL. Spirito
Spirito di vetriolo
(SDsjiriL. de iviricL..
Stagno, Giove
¿ dei-. Etere
Ferro
« ('.d '.F.V ,-^ Sfcrnwfo&H ti /&-parte satftetìtspjti'i*J
Fermentazione dell 'oro con lo zolfo dei filosofi
&ej-nieitter, Fermentare
FE Fuoco
A
EEJR. Coagulare
Fiala, Flaccone
Fissare
Flemma
Fegato di zolfo
Cj'a/mte,.
(j'cuì&vrZs. Ginepro
C^ 1emme.. Gomma
Gesso
Y
fÒeu/'e* Ora
follili . Olio
ÙJ 3%
'ucctytcfer. Incorporare
-Hi/fon. Ottone
Litargirio
u,ISr Lutare
cJ/arcaSSlùt,. Marcassite
oJloùs. Mese
B cMcifii.. Metà
O.O.B.O.G? Oro
Orrnìmmt. Orpimento
Pasta aurea
tfcrfd,. Perla
A is/w/n/tor*^. Fosforo
$ &'e/Te,jytlwle, <m C/cm/t e. da tW drt- . Pietra filosofale o Polvere del primo ordine
&
?.c Sferre,pjtLtìe. thò'orrire.
3erre, cSonijm'/ie,.
f\^yj^ Pietra filosofale del terzo ordine (Corona del
Pietra sanguigna
Saggio)
Piombo, Saturno
•+1 Potassio
Prendete
Putrefare, Putrefazione
5 / E. Q E J^jiùitis/enci.. Quintessenza
Realgar
oJLà/u/e. ayentc~> •
l rd&ileraìton—
Regola
Reiterazione
d'arsenico
RR
Resina
"Ri
a , 2 c.tfeforie,. Grnue^ • Ritorta, Storta
Zafferanare
f . i
Zafferano magistrale
2) ufo/i—, Sapone
A <iél J><uj[*<i •
ctt Q? //cie Je. Safi"
Sale dei Saggi
Sigillo
Zolfo vivo
Sublimato
sr,=G=
f .à (^uùlùne, pai' Sublimato con lo zolfo
A if t) / ¿ h C$nbìwver. Sublimare
S (¿ Succili—* Succino
00 (2Sucr^ . Zucchero
W , <2 Talco
Sartre . Tartaro
Tt (OrHJiiiir^'. Tintura
* Terra assorbente
Tuzia sublimata
(3,-ffl-
-^.a» , e Verderame
CJìuai^fiMj. Aceto
Uftrtc/. Vetriolo
ZÏÏvï/IflUC,.
M, Vetriolo bianco
Vetriolo verde
CJ/fì-tol veri.
C^idl/ejee,. Cucchiaiata
Manipolo
cJ/lanyiuUs
O/tc&Còojr.St}) Once (grammi 30,59)
avola dei simboli dell'antica alchimia tratta dal volume Aspetti dell'Alchimia
T
tradizionale di René Alleau.
INDICE DELLE ILLUSTRA Z IONI