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SISTEMA TEGUMENTALE

Dallinterno del corpo verso lesterno distinguiamo: - Membrana basale - Epidermide - Strato di Schmidt - Cuticola Membrana basale: strato amorfo non cellulare (mucopolisaccaride) Epidermide: - costituita da epitelio monostratificato - produce la cuticola, gli organi di senso, i processi (es. corni) - d origine a ghiandole - modella la forma del tegumento Strato di Schimdt: collante amorfo Cuticola: parte rigida, comprende due strati: - Procuticola - Epicuticola Procuticola: strato pi spesso del tegumento, costituita da proteine e chitina, comprende: - Endocuticola, struttura lamellare , tra le lamelle presente una proteina elastica (resilina) - Mesocuticola, strato molle - Esocuticola, strato rigido, indurito per la combinazione con i tannini (sclerotina) manca nei punti del corpo dove il tegumento deve essere flessibile (es. le articolazioni) Epicuticola: costituita da polifenoli, cere, cemento La superficie dellesoscheletro presenta punteggiature, rugosit, solchi, carene (Scultura), peli, setole, processi, squame (farfalle).

SISTEMA NERVOSO
Il sistema nervoso localizzato sotto lintestino nella parte ventrale del corpo. Una cellula nervosa si presenta come un corpo cellulare nucleato dal quale sporgono corte e fitte ramificazioni riceventi (dendriti o fibre afferenti) e un lungo asse trasmittente (assone o fibra efferente). Le cellule nervose o neuroni, come negli altri animali, sono specializzate nella ricezione e trasmissione di impulsi nervosi. Il punto di contatto tra le ramificazioni di un neurone e quelle di un altro neurone si chiama sinapsi. A livello della sinapsi viene emessa acetilcolina che trasmette limpulso da un neurone allaltro. Subito dopo la trasmissione dellimpulso lacetilcolina viene scissa da un enzima (acetilcolinesterasi) in colina ed acido acetico. Gli esteri fosforici ed i carbammati bloccano lenzima e determinano laccumulo di acetilcolina con morte dellindividuo (anche nelluomo si ha lo stesso fenomeno pertanto necessario che gli addetti ad eseguire i trattamenti con i citati prodotti siano ben protetti). Ecostituito da: - un sistema centrale: costituiti da coppie di gangli (spesso fusi tra loro), un paio/segmento, comprende il cerebro o cervello (costituito da tre paia di gangli fusi e coordina tutti i movimenti riflessi del corpo, sede delle ghiandole neuricrine), lo gnatocerebro (costituito da tre paia di gangli fusi) e la catena ganglionare ventrale (consta di 11 paia di gangli: 3 nel torace, 8 nelladdome, coordina le zampe, ali, ecc.) - un sistema viscerale o simpatico: consta di nervi e gangli autonomi, sebbene siano collegati al sistema centrale, innerva stigmi, trachee, intestino, organi genitali ecc. - un sistema periferico: consta di neuroni sensoriali in rapporto con la periferia del corpo e sue parti (tegumento, muscoli ed organi di senso) e neuroni motori in rapporto con i muscoli, trasmette gli stimoli ricevuti dallesterno e dallinterno al cervello. 1

SISTEMA SENSORIALE
Gli organi sensoriali degli insetti detti comunemente sensilli sono organi che ricevono stimoli dallambiente o dallinterno del corpo, li trasformano in impulsi nervosi e trasmessi al sistema nervoso centrale. Esternamente possono essere di varia forma: es. di pelo (sensilli tricoidei), di squama (sensilli squamiformi), di cupola (sensilli campaniformi), di piastra (sensilli placoidei). In base alla natura degli stimoli distinguiamo sensilli meccanorecettori (rilevano la vibrazione o pressione), sensilli chemiorecettori (reagiscono a sostanze chimiche), sensilli termorecettori (reagiscono alla temperatura), sensilli igrorecettori (sensibili alla variazione dellumidit), sensilli fotorecettori (trasformano limpulso visivo in impulso nervoso e trasmesso al cervello, ricordiamo gli occhi composti e gli ocelli). APPARATO VISIVO: 1. Occhi composti: - sono due, ognuno innervato da un grosso lobo ottico sito nel cervello (parte protocerabrale) - sono presenti in alcuni atterigoti, negli pterigoti adulti e negli stadi preimmaginali degli eterometaboli (esopterigoti) - costituiti da diversi neuroni fotorecettori - esternamente un occhio presenta una cornea composta da un numero elevato di faccette (dette ommatidi: da uno a oltre 20.000) - ciascun ommatidio costituito esternamente da una faccetta corneale o corneola (a forma di lente biconvessa e secreta da due cellule epidermiche dette corneagene), da un cristallino solido o liquido ( una lente addizionale, prodotta da quattro cellule epidermiche dette cristallogene), dalla retinula ( a forma di cilindro, costituito da sette-otto neuroni, lasse centrale della retinula ispessito a forma di bastoncino detto rabdoma ricco di pigmento assorbente luce), alla base della retinula parte il neurite dellommatidio che confluisce con quello di tutti gli altri ommatidi per costituire il nervo ottico. Il cristallino e la retinula sono avvolti da un manicotto di cellule pigmentarie dette delliride. Negli insetti diurni esse isolano ciascun ommatidio da quelli circostanti in modo che limmagine si formi per apposizione o composizione a perfetto mosaico di frammenti di immagine che giungono da ciascun ommatidio. Negli insetti notturni il pigmento delle cellule delliride migra verso lesterno scoprendo la parte interna della retinula di ciascun ommatidio cos i flebili raggi luminosi della notte possono attraversare pi ommatidi dando una visione per superposizione o sovrapposizione dellimmagine di ci che viene osservato. Gli occhi composti possono variare di volume a seconda dei gruppi sistematici, la specie (caso adulti coleotteri girinidi, specie acquaiole, ricercano la preda nuotando a pelo dacqua, occhio costituito da due masse sovrapposte, con quella inferiore ispezionano lambiente acquatico con la superiore quello terrestre). 2. Ocelli: - rivestiti da una cuticola trasparente - due tipi: ocelli dorsali, ocelli laterali 2a) Ocelli dorsali: - presenti negli adulti di atterigoti, endopterigoti, stadi preimmaginali ed adulti di esopterigoti - sono situati ai vertici di un triangolo sulla fronte o posteriormente agli occhi composti. Non percepiscono limmagine ma solo la luce polarizzata 2b) Ocelli laterali: - presenti nelle larve degli endopterigoti in numero da uno (negli imenotteri Sinfiti: oplocampe) a qualche decina in altre specie - situati ai lati del capo, hanno la stessa struttura e funzione degli ommatidi

SISTEMA DIGERENTE
1. Organi di presa del cibo - apparato boccale. 2. Canale alimentare o tubo digerente o intestino - inizia con la bocca e termina con lapertura anale - decorre sotto il vaso dorsale e sopra la catena ganglionare ventrale - di varia lunghezza - costituito da tre parti: stomodeo, mesentero, proctodeo - stomodeo e proctodeo di origine ectodermica: sono invaginazioni del tegumento (cambio della cuticola con la muta) - mesentero di origine endodermica. 2a) Stomodeo: decorre dallapertura boccale alla valvola cardiaca - faringe: munita di muscoli ancorati al cranio che permettono la deglutizione del bolo nelle specie con apparato boccale masticatore o si trasforma in pompa aspirante in quelle con apparato boccale succhiante - ingluvie: dilatazione a forma di sacco per immagazzinare temporaneamente cibo: nettare, acqua, miele (api), sangue (zanzara). - proventricolo o ventriglio: presente nelle specie con apparato boccale masticatore munito di muscoli e pliche ispessite con il compito di affinare ulteriormente il cibo. 2b) Mesentero: v dalla valvola cardiaca a quella pilorica, in alcune specie presenta diverticoli (ciechi gastrici), le cellule epiteliali verso il lume intestinale presentano microvilli formando una sorta di spazzola (rabdorio), nelle specie con apparato boccale masticatore presenta una membrana peritrofica che si origina a livello del cardias, permeabile ai succhi digestivi e al cibo digerito, protegge il rabdorio, parte dellintestino in cui avviene la digestione. 2c) Proctodeo: v dalla valvola pilorica alla apertura anale, comprende una regione pilorica ove sboccano i tubi malpighiani, un ileo, un colon alquanto dilatato nelle specie xilofaghe sede di protozoi, un retto dilatato (ampolla rettale) in cui avviene il riassorbimento dellacqua, di ioni ecc. INTESTINI DI FABBRICA SPECIALE: - stomodeo a contatto con il proctodeo (camera filtrante) es. Saissetia oleae, Peryceria purchasi, melata (feci zuccherine): danni e utilit. - mesenetero interrotto: es. diaspini. REGIME ALIMENTARE: 1. I regimi dietetici degli insetti sono vari, ricordiamo specie: - Algofaghe: alghe es. alcuni Rincoti - Lichenofaghe: licheni - Micofaghe: spore fungine, conidi es. Thea vigintiduopunctata (coccinella dai 22-punti) - Pollinifaghe: polline, es. Ditteri Sirfidi - Glicifaghe: sostanze zuccherine - Fillofaghe: foglie, es. Ortotteri, Ifantria, Limantria, - Antofaghe: fiori, es. Prays oleae (tignola dellolivo) - Spermatofaghe: semi dei frutticini, es. Oplocampe - Carpofaghe: frutti, es. Carpocapsa pomonella - Rizofaghe: radici, es. larve di Oziorrinchi e di Maggiolino (Melolontha melolontha) - Plasmofaghe: contenuto delle cellule vegetali - Istofaghe: tessuti vegetali - Xilofaghe: scavano gallerie nel legno es. Cerambicidi - Fitonecrofaghe: piante fresche - Fleofaghe: cortecce - Fitosaprofaghe: piante in putrefazione 3

Entomofaghe: altri insetti, es. Coccinella septempunctata Sarcofaghe: moscone della carne Zoonecrofaghe: corpi freschi di animali morti Zoosaprofaghe: animali in putrefazione Cheratofaghe: sostanze cornee Coprofaghe : escrementi Cerifaghe : cera delle api, es. Galleria melonella Ematofaghe: pungono e succhiano sangue dei vertebrati omeotermi e pecilotermi, es. Aedes albopictus (Zanzara tigre). 2. Allotrofia: cambio di dieta, volontaria o forzata, sia negli stadi preimmaginali sia negli adulti (specie fitofaghe possono diventare carnivore). Un numero grande di specie olometabole, passando dallo stadio di larva a quello di adulto, muta radicalmente regime dietetico. 3. Sia le zoofaghe sia le fitofaghe possono essere: - Monofaghe: mangiano una sola specie - Oligofaghe: si nutrono di poche specie - Polifaghe: vivono a carico di molte specie - Ectofaghe (ectozoe, ectofite) - Endofaghe (endozoe, endofite). 4. Afaghe: specie che non mangiano. 5. Digestione extraintestinale: catturano la preda e rigurgitano nel suo corpo, a pi riprese, il succo mesenterico, riassorbono le parti digerite fino al completo svuotamento della stessa, ricordiamo ad es. larve di crisope, di alcune specie di coccinellidi e ditiscidi. 6. Utilizzazione dei propri escrementi: per coprirsi, per difendere le uova ecc. 7. resistenza al digiuno: anche vari anni, es. pulci.

SISTEMA RESPIRATORIO
Gli insetti, a differenza degli altri animali, grazie a peculiari strutture morfologiche e meccanismi fisiologici, si sono adattati a respirare in ambienti diversi. Le specie terrestri presentano un apparato tracheale pi o meno complesso, le specie acquatiche le branchie tracheali, un gruppo (es.la maggior parte delle larve dei parassitoidi, che vivono nellemocele dellospite) le branchie sanguigne oppure utilizzano il tegumento. Le specie acquaiole che hanno un apparato tracheale, possono vivere in acqua ma sono costrette a risalire in superficie per respirare, altre utilizzano lossigeno della bolla daria che si forma, grazie ai peli, attorno al loro corpo quando si immergono. SISTEMA TRACHEALE: 1. Stigmi o spiracoli tracheali ( mettono in comunicazione ambiente esterno con trachea): - numero: maggior parte delle specie 10 paia (2 paia nel torace ed 8 nelladdome), in alcune 11 paia (specie iperpneustiche), altre non ne hanno (specie apneustiche) - posizione:un paio/segmento nella regione pleurale - conformazione: apertura rotonda od ovalare circondata da un cercine sclerificato (peritrema), segue un vestibolo pretracheale (atrio) munito di peli (filtro) - sistema di apertura e di chiusura (muscoli) 2. Trachee: - forma: tubuli elastici a sezione circolare permeabili ai gas - struttura: simile al tegumento, parete interna rinforzata con rilievi spiralati o anulati (tenidi) che impediscono alla trachea di collabire se compressa - connessione: le trachee provenienti da ciascun stigma si connettono con uno dei due tronchi tracheali longitudinali percorrenti il corpo - ramificazioni:dai tronchi si forma una fitta rete di tubi che diminuiscono di diametro (tracheole) e raggiungono tutte le parti del corpo

in alcune parti le trachee si dilatano formando sacchi aerei (riserva di ossigeno, importanti per il volo). 3. Tracheole: - forma: minuscoli tubi (1/10 di di diametro) a fondo cieco - costituzione: si originano da una grande cellula di transizione (cellula stellata o tracheoblasto) che una cellula epidermica - il loro tratto terminale si riempie di liquido quando non deve passare ossigeno, si svuota (il liquido viene assorbito) quando deve passare ossigeno. RESPIRAZIONE: - gli stigmi si aprono consentendo allossigeno di entrare nel corpo degli insetti per diffusione - in presenza di sostante tossiche gli insetti chiudono gli stigmi ed utilizzano lossigeno accumulato nei sacchi aerei resistendo per 48 ore, pertanto quando si eseguono fumigazioni in magazzino bene arieggiare dopo tre giorni - il ritmo inspirazione-espirazione regolato dai muscoli addominali stimolati dai centri nervosi.

SISTEMA CIRCOLATORIO
Negli insetti la circolazione del sangue semplice: in piccola parte vasale e in gran parte lacunare o emocelica. 1. Vaso dorsale: - tubo che decorre dalla testa allestremit delladdome sopra il tubo digerente (zona dorsale) - aperto anteriormente (aorta) e chiuso posteriormente (cuore) - laorta ha un calibro inferiore al cuore - il cuore suddiviso in camere o ventricoliti - ogni camera munita di un paio di aperture a valvola dette ostioli che, nella fase di diastole del cuore, permettono al sangue di entrare 2. Organi pulsatili accessori: - piccoli tubi aperti connessi al vaso dorsale o indipendenti da esso - localizzati nel capo, torace, nelle antenne, zampe, ali - pulsano (piccoli cuori), si riempiono di sangue e, contraendosi, lo reimmettono nellemocele aumentando la velocit del flusso generale 3. Diaframmi: - due, dividono la cavit emocelica in tre parti (seni) - con il loro movimento ondulatorio favoriscono il flusso del sangue 4. Emolinfa: - consta di una parte liquida (plasma) e di una parte figurata (emociti) - ha una pressione osmotica superiore a quella dei vertebrati - pu essere trasparente o di colore giallo o verde o rosso (presenza di carotenenoidi) - non contiene emoglobina - trasporta materiale nutritivo (carboidrati, proteine, sali minerali ecc), ormoni, alcaloidi velenosi ecc, materiali da eliminare - fagocita germi ed incapsula corpi estranei (spesso anche uova di parassitoidi) - attiva le pseudozampe (larve di lepidotteri e di Imenotteri Sinfiti), la spiritromba ecc. - pu essere usata da alcune specie come mezzo di difesa (autoemorrea) Come avviene la circolazione del sangue:

- con la sistole del cuore il sangue attraversa laorta, defluisce nel capo e si diffonde nellemocele, penetra nelle ali, nelle zampe ecc, si crea un flusso che attraversa i diaframmi e ritorna verso il cuore rientrando in questo nella fase di diastole Il sistema circolatorio indipendente da quello respiratorio

SISTEMA ESCRETORE
Il sistema escretore provvede alleliminazione dei prodotti di rifiuto del metabolismo. Le principali sedi di funzioni escretorie negli insetti sono: 1. TUBI MALPIGHIANI: - presenti nella maggior parte delle specie - il numero varia nellambito delle specie, ordini e perfino tra i due sessi - tubi sottili a fondo cieco, in genere fluttuano nellemolinfa - si connettono allintestino nella parte anteriore del proctodeo o nella posteriore del mesentero o in una parte intermedia - assorbono i prodotti catabolici (es. acido urico, urea, ammoniaca ecc) dallemolinfa e li scaricano nellintestino - possono ospitare microrganismi simbionti - possono produrre seta (es.nelle larve mature dei crisopidi per costruire il bozzolo) o sostanze collanti. 2. NEFROCITI: - cellule variamente pigmentate localizzate in determinate parti del corpo (es. attorno al cuore). 3. CORPO ADIPOSO: - costituito da cellule ricche di lipidi, protidi e glicogeno (trofociti) - abbondante in stadi che devono subire trasformazioni importanti (es. larve mature), nelle femmine e nei maschi che devono produrre uova e spermatozoi, negli adulti e larve svernanti - presenta anche cellule uriche che accumulano acido urico e urati in cristalli. 4. GHIANDOLE LABIALI: - accumulano scorie azotate. 5. MESENTERO: - elimina potassio. 6. TEGUMENTO:

SISTEMA SECRETORE
Gli insetti sono dotati di numerose ghiandole che elaborano e secernono sostanze assai diverse ed utilizzate per diversi scopi. Le raggruppiamo in: 1. GHIANDOLE A SECREZIONE ESTERNA: vari secreti - origine ectodermica (epidermide) - unicellulari o pluricellulari - il secreto riversato allesterno e viene utilizzato a scopo protettivo delladulto o della prole, difensivo, repellente ecc. a) Ghiandole ceripare: cera - secreta a livello degli sterniti ape operaia, utilizzata per costruire favi - secreta da alcune specie di cocciniglie per coprire il proprio corpo: es. Peryceria purchasi - per costruire parte del follicolo dei Diaspini. b) Ghiandole laccipare: lacca - Saissetia oleae 6

- Laccifer lacche, specie cinese che produce abbondante lacca utilizzata come ceralacca. c) Ghiandole sericipare: seta - per costruire bozzoli: es. baco da seta - per costruire nidi: es. processionaria - per avvolgere germogli es. ifantria. d) Ghiandole faringee o sopracerebrali: pappa reale - ape operaia nei primi giorni di vita per nutrire le larve. e) Ghiandole salivari: saliva - sono collegate alle appendici boccali - saliva abbondante e tossica (ricca di enzimi necrotizzanti, solubilizzanti, declorofilizzanti, anticoagulanti, ecc) - immissione nella pianta o nellanimale agenti patogeni es. virus. f) Ghiandole urticanti: insieme di sostanze in prevalenza istamina - cellule dellepidermide modificate, costituite da una cellula ghiandolare associata ad una tricogena: processionaria del pino e della quercia, bruco peloso dei fruttiferi. g) Ghiandole annesse allapparato genitale femminile: - ghiandole colleteriche:colla - ghiandole velenifere annesse al pungiglione Imenotteri aculeati (ape, vespa ecc): veleno. h) Ghiandole anali: - sostanze chimiche irritanti che disciolte in acqua esplodono es. Carabide Brachynus crepitans. i) Ghiandole a secrezione difensiva o inebrianti: sostanze chimiche varie (terpeni, benzochinoni). l) Ghiandole a feromoni: feromoni ( dal greco phero= porto, hormao stimolo) - messaggeri chimici intraspecifici (per lo scambio di informazioni entro la stessa specie) - in genere altamente volatili - percepiti dai sensilli chemiorecettori siti sulle antenne e sui pezzi boccali - possono dare risposte immediate (es. feromoni sessuali, di allarme, aggreganti ecc.) o a risposte lente - tipi: 1) sessuali: sono miscele di sostanze che esplicano attivit attrattiva fino ad alcuni chilometri. 2) di allarme: negli Imenotteri sociali (es. ape) sono localizzate a ridosso del pungiglione, il feromone viene emesso con estroflessione dellaculeo quando le api sono disturbate, accende laggressivit e stimola il concentramento degli individui conspecifici; negli afidi il feromone emesso dai sifoni o cornicoli quando presente un predatore e determina la dispersione degli individui della stessa colonia. 3) aggregazione: secreti da vari Coleotteri (es. scolitidi) in presenza di piante debilitate ed hanno il compito di richiamare altre femmine. 4) marcanti o traccia: comuni nelle formiche e nelle termiti. 5) dispersivi o epidittici: comuni nelle femmine di ditteri Tripetidi (es. mosca delle olive), le femmine marcano il substrato in cui stato deposto luovo impedendo altre ovideposizioni, evitano sovraffollamenti e migliorano la distribuzione degli individui nelloliveto. m) Ghiandole produttrici di allelochimici: - gli allelochimici sono dei semiochimici che agiscono su individui di specie diverse da quelle degli organismi emittenti: cairomoni, sinomoni, ecc. 2. GHIANDOLE A SECREZIONE INTERNA: ormoni - sono in correlazione umorale tra loro - la maggior parte ha rapporti diretti con il sistema nervoso

il secreto rimane allinterno del corpo e governa lo sviluppo postembrionale, le mute, le metamorfosi, la diapausa, la riproduzione, i ritmi biologici ecc. tipi: a) cellule neuricrine: - localizzate nel protocerebro - comunicano con due coppie di nervi con i corpi cardiaci - secernono lormone protoracotropo (PTTH) che si accumula nei corpi cardiaci b) corpi cardiaci o corpi faringei: - siti dietro il cervello e si addossano allaorta - secernono sostanze stimolanti vari organi, accumulano lormone cerebrale (PTTH) che giunge successivamente alle ghiandole protoraciche stimolandole a produrre ecdisone c) corpi allati: - ricevono anche esse lormone cerebrale e secernono neotenina (ormone giovanile) che mantiene giovane lindividuo e promuove il suo sviluppo d) ghiandole protoraciche o ventrali: - sono attivate dal PTTH e secernono lormone della muta o ecdisone che induce le mute e promuove laccrescimento in competizione con la neotenina, la trasformazione definitiva in adulto possibile quando nellorganismo scompare neotenina per temporanea interruzione dellattivit dei corpi allati. Nel neoadulto essi sono riattivati e si ha secrezione di neotenina che stimola la produzione del tuorlo (azione gonadotropica).

SISTEMA RIPRODUTTORE FEMMINILE


OVARI: - Due - formati da un numero vario di tubuli ovarici (ovarioli) che sboccano negli ovidotti laterali, un ovariolo provvisto di un filamento terminale per ancorarsi alla rete di trachee ed costituito da una parte apicale (germario) contenente cellule germinali (oogoni) e cellule vitellogene (trofociti), una parte (vitellario) contenente oociti in progressivo accrescimento ed un peduncolo che sbocca negli ovidutti. I trofociti riforniscono di tuorlo gli oociti in maturazione. OVIDOTTI LATERALI: - due, vi sboccano i peduncoli degli ovarioli, spesso sono dilatati a forma di sacco (calice). OVIDOTTO COMUNE: - tratto comune delle vie genitali che sbocca allesterno, tratto terminale (vagina). SPERMATECA: - contenitore, di forma varia e con parete sclerotizzata, che accoglie gli spermatozoi durante laccoppiamento, in esso sboccano una o pi ghiandole spermofile che secernono un liquido utile per mantenere attivi gli spermatozoi conservati per anni (es. regina api). GHIANDOLE ACCESSORIE: - ghiandole colleteriche: secernono un liquido per incollare le uova, formare ooteche ecc. - ghiandole velenifere annesse al pungiglione degli imenotteri aculeati (es. ape). GENITALI ESTERNI: - lapertura genitale in molte specie associata allovopositore.

SISTEMA RIPRODUTTORE MASCHILE


TESTICOLI: - Due o fusi in un unico corpo. - Costituiti da un numero vario di elementi tubolari (testicoliti): distinguiamo una parte apicale (germario) contenente gli spermatogoni, una zona di accrescimento, una zona di maturazione ed una prossimale in cui si formano gli spermatozoi. 8

VASI DEFERENTI: - Due, collegano i testicoli con il canale eiaculatore. CANALE EIACULATORE: - Convoglia lo sperma allo sbocco dellorgano copulatore. GHIANDOLE ACCESSORIE: - Due o pi, riversano il loro secreto nei deferenti o nel canale eiaculatore, partecipano alla formazione del liquido seminale o degli spermatofori, attivano gli spermatozoi e stimolano le femmine a successivi accoppiamenti. GENITALI ESTERNI: - Negli studi di sistematica degli insetti i genitali esterni rivestono notevole interesse per la discriminazione delle specie.

RIPRODUZIONE
1. Maturit sessuale: - raggiunta col completo sviluppo delle gonadi che dipende sia da fattori interni (ormoni) che da fattori esterni (es. feromoni , quantit di cibo, temperatura, umidit, fotoperiodo, ormoni delle vittime ecc.). - nella maggior parte delle specie coincide con quella delle gonadi (Adresia), in altre raggiunta nella larva essendosi arrestato lo sviluppo del soma (Neotenia) per la persistenza di neotenina nellemolinfa. - in alcune specie raggiunta nella larva prima della sua trasformazione in adulto ( Progenia). - i neutri degli insetti sociali sono individui che hanno raggiunto la maturit somatica e non quella sessuale. 2. Fecondit: - la capacit riproduttiva degli insetti molto variabile e non dipende solo dal genotipo, dalle condizioni dellontogenesi ma influenzata dalla temperatura, umidit, qualit e quantit cibo (pianta o vittima), diapausa, ibernamento ecc. 3. Anfigonia: - la forma di riproduzione pi comune negli insetti ed avviene previo accoppiamento. - i preliminari delle nozze possono essere pi o meno complessi (emissione di sostanze odorose: feromoni,danze, canti, offerta di cibo. - la copula avviene o allo stato di quiete o durante la locomozione o in volo o durante il nuoto e dipende dalle condizioni climatiche. - in molte specie un maschio pu fecondare pi femmine, in altre un maschio compie un solo accoppiamento (es. ape, mantide). - nella maggior parte delle specie lo sperma viene introdotto nella vagina conservato nella spermateca e la fecondazione delle uova regolata dalla volont della femmina ed avviene nellovidutto impari. - in altre specie la fecondazione avviene con il sangue che trasporta gli spermatozoi (spermatoemia) immessi dal maschio nellemocele della femmina in vari modi. - in alcuni casi quando le femmine sono fecondate ma le uova non sono mature gli spermatozoi sono digeriti per portarle a maturazione. 4. Partenogenesi: - una riproduzione verginale in cui non interviene lelemento germinale maschile. - in quasi tutte le specie avviene che alcune uova non fecondate possono schiudere (partenogenesi accidentale o ticopartenogenesi). - la vera partenogenesi abituale in molte altre specie e pu dare origine a soli maschi (p. arrenotoca) o solo femmine (p. telitoca) oppure ad entrambi i sessi (p. anfitoca o deuterotoca). - si presenta in diverse forme: 9

a) apomittica o ameiotica, i figli sono geneticamente simili alla madre perch non avviene la meiosi e la conseguente riduzione del numero dei cromosomi. b) automittica, la meiosi normale nei primi stadi ma in seguito per la fusione del nucleo delluovo col secondo nucleo polare o per fusione dei due nuclei polari o dei due nuclei di segmentazione luovo ritorna diploide, assenza di maschi (anandria) c) aploide o arrenotoca (ape), facoltativa, se la regina feconda luovo nasce una femmina (operaia o regina), se non lo feconda si ha un maschio (fuco) d) ciclica, si verifica quando numerose generazioni partenogenetiche si alternano con una generazione anfigonica (es. negli Afidi). e) geografica, due razze della medesima specie si comportano in maniera diversa in territori diversi. 5. Pedogenesi o progenesi: - una riproduzione partenogenetica che avviene nelle larve (partenogesi larvale) e si alterna con lanfigonia. - si riscontra nei Ditteri Cecidomiidi e nei Coleotteri Micromaltidi. - ogni larva matura, sviluppa le gonadi e d origine a larve figlie che rimangono e si sviluppano nel suo corpo (si comportano da endoparassite) ed a maturit fuoriescono da essa uccidendola per mancanza di dotti genitali. 6. Poliembrionia: - si verifica sia in uova fecondate sia in quelle che si sviluppano partenogeneticamente - si riscontra in alcune specie di parassitoidi (es. imenotteri Calcididi e Braconidi) - allinizio della segmentazione delluovo si origina un numero pi o meno grande di germi che si evolvono indipendentemente, da un uovo pu schiudere anche un centinaio di esemplari geneticamente identici, maschi se luovo non stato fecondato, femmine se stato fecondato.

UOVA
COSTITUZIONE: dallesterno allinterno - guscio (corion) - membrana vitellina - tuorlo. FORMA: - Emisferica, Lenticolare (piatto rovesciato), appiattita, subellittica, a barilotto (Nezara viridula), affusolata, peduncolata (psillidi). DIMENSIONI: varie COLORE: gialle , rosse, verdi, marroni o nere (uova durevoli afidi). NUMERO: - un solo uovo (es. femmine anfigoniche afidi) - molte (es. 30.000 uova/giorno per 50 anni regina delle Termiti) - varia tra le specie - varia allinterno della stessa specie (es. Locusta migratoria: forma solitaria e gregaria). COME E DOVE SONO DEPOSTE: - isolate in posizione verticale sotto la pagina fogliare (es. cavolaia minore- Pieris rapae), od orizzontale tra le colonie della preda (alcune coccinelle) - a gruppi (ovature) in posizione verticale pagina inferiore foglia (es.cavolaia, dorifora, molte coccinelle) oppure orizzontale tra le colonie della preda (es.sirfidi), intorno alle gemme uova durevoli degli afidi, su animali morti o sulla carne fresca (moscone) - protette o da peli distaccati dalladdome (es. Ifantria americana, Limantria) o da terra (es. Cicaletta grillo) - in ooteche: borsetta (blatte), cannelli (es. Ortotteri celiferi, Zonabris), scatoconca (mantide)

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fortemente incollate al substrato: ai capelli (pidocchio) dette lendini, ai peli delle zampe cavalli, mucche (es Hypoderma bovis, Gastrophoilus intestinalis), attorno alle gemme (uovo durevole degli afidi), sulle foglie, in genere sulla pagina inferiore (cavolaia, dorifora, ifantria), coccinelle, sui frutti (baco delle mele), alla base degli stami e dei pistilli (oplocampe), baccelli leguminose( bruchidi) - nel substrato: screpolature della corteccia (uova svernanti), ritidoma (Scafoideus), rametti - (es. cicalina bufalo americana), frutti (mosca delle olive), nocciole (balanino), nelle pallottole di sterco (scarabeidi), terreno (melolonta), compost (cetonia), terreno vicino alle piantine (cleono della barbabietola), detriti vari vicino allospite (pulci), base dei tronchi (Rodilegno rosso), cellette scavate con la bocca (oziorrinchi, cerambicidi, calandre), nicchie ricavate nelle gallerie scolitidi. - nei favi di cera (regina ape), nei favi di cartone (vespa, calabrone) - sul substrato:carne, biscotti, granaglie, farina - vicino alle prede (predatori:sirfidi, coccinelle) - sotto il proprio corpo (cocciniglie) - in cima a fili (costituiti da secreto ghiandole accessorie) es. Crisopoidi - nelle nervature delle foglie e ricoperte con escrementi (tripide degli agrumi), - in nidi pedotrofici (Xylocopa violacea, Sceliphron spiriflex) - possono rimanere allinterno del corpo materno in una cavit simile allutero Mosca ts ts MIMETISMO: Uova simili ai semi delle piante(insetto stecco)

NIDI PEDOTROFICI
Allestiti da alcune specie di Coleotteri ed Imenotteri. Coleotteri: - Necrofori, sotterrano le carogne, fanno delle pallottole di carne e vi depongono luovo da cui schiuder una larva che si nutrir della carne in putrefazione - Scarabeidi, sotterrano lo sterco, fanno pallottole di sterco e vi depongono luovo, la larva nasce in mezzo al cibo - Sigaraio, la femmina incide con le mandibole le nervature di una foglia e quando essa inizia ad appassire la avvolge lentamente a mo di sigaro deponendovi le uova, il sigaro secco cade a terra, le larve si nutrono della foglia in disfacimento - Scolitidi. Imenotteri: - Sfecidi, es. Sceliphron spirifex costruisce dei nidi a forma di orcio, li riempie con ragni che paralizza, vi depone un uovo per contenitore, la larva nata inizia a nutrirsi di prede paralizzate ma vive, Ammophila spp. cattura e paralizza larve di lepidotteri e di imenotteri sinfiti - Xylopoca violacea: sceglie canne o tubi dal diametro poco pi grande del suo corpo, chiude una estremit con cera e comincia a costruire celle separate tra loro con pareti di cera, in ognuna accumula polline e vi deposita un uovo, le larve nate si trovano immerse nel cibo

SVILUPPO POSTEMBRIONALE
Inizia con luscita della neanide o della larva dalluovo (schiusa) e termina quando lindividuo ha raggiunto let adulta o di immagine SCHIUSA: - il giovane sguscia rompendo gli involucri protettivi delluovo (membrane embrionali e corion) o con le mandibole o con processi cefalici sclerificati e appuntiti (ruptor-ovi) di varia forma (es.formazioni spiniformi) 11

i neonati rimangono due tre ore sul corion per indurire la cuticola e raccogliere batteri o memorizzare odori di sostanze lasciati dalla madre ACCRESCIMENTO: - le neanidi e le larve di specie fitofaghe iniziano la loro attivit trofica a carico delle foglie, fiori, frutti ecc., quelle di specie predatrici iniziano la ricerca della preda - negli insetti continuo (accrescimento ponderale) e discontinuo (accrescimento lineare e volumetrico) per la presenza di una rigida cuticola che permette solo limitate estensioni in corrispondenza delle membrane intersegmentali addominali - laccrescimento ponderale il risultato dellassimilazione del cibo e del conseguente sviluppo dei tessuti viventi - quello lineare e volumetrico richiede la sostituzione dellesoscheletro (con la muta). MUTA: - un individuo quando ha raggiunto laccrescimento che la sua cuticola gli ha permesso interrompe lattivit trofica, si apparta e si ancora al substrato o con le unghie o con il pigopodio ed inizia il processo di cambio della cuticola (periodo critico) - gli ormoni in particolare lecdisone stimola le cellule dellepidermide a riprodursi, si ha lo scollamento dellepidermide dalla vecchia cuticola (apolisi), le cellule epidermiche iniziano a secernere liquido esuviale che digerisce la maggior parte degli strati cuticolari (non viene digerita la sclerotica), il tutto viene riassorbito ed inizia lelaborazione della nuova cuticola riformando tutti gli strati a cominciare da quelli esterni. Completata la ricostruzione lindividuo deglutisce aria per aumentare il turgore del corpo e contrae i muscoli determinando la rottura del vecchia cuticola secondo linee di minor resistenza e fuoriesce (ecdisi) lasciando in loco la vecchia cuticola (esuvia). In alcune specie gli individui neoformati non fuoriescono ma rimangono sotto la vecchia cuticola per alcune ore (si dice adulto in fase farata) - il nuovo individuo si presenta pi grande del precedente con una cuticola tenera e di colore bianco che distende raggiungendo la nova dimensione ( in questo momento che si accresce), dopo poche ore la cuticola ben indurita e colorata mostrando i disegni o altre strutture tipici della specie - il tempo intercorrente tra una muta e laltra definito et o stadio (larva o neanide di I et, di II et ecc.) METAMORFOSI: - la trasformazione che gli insetti subiscono nel corso delle mute fino al raggiungimento dellimmagine - pu essere poco rilevabile (metamorfosi incompleta o ridotta), al contrario profonda (metamorfosi completa). Nel primo caso dalluovo fuoriesce un individuo detto neanide con molti caratteri del futuro adulto, nel secondo fuoriesce un individuo detto larva completamente diverso dalladulto - in base alla presenza o assenza delle ali gli insetti si dividono in due gruppi: Apterigoti (senza ali) e Pterigoti (con le ali, in alcuni gruppi come i pidocchi un tempo alati nel corso della loro evoluzione hanno perduto le ali quindi sono secondariamente atteri) - gli Apterigoti presentano una metamorfosi ridotta detta Ametabolia - gli Pterigoti: un gruppo presentano una metamorfosi incompleta detta Eterometabolia, un gruppo quella completa detta Olometabolia Eterometabolia ( es. ortotteri, pentatomidi) - ontogenesi: uovo, neanide (I,II,III et), ninfa (I,II et), adulto - stadi preimmaginali ed adulto mobili e sempre attivi dal punto di vista trofico, pertanto se lindividuo un fitofago (es. cavalletta, cimice verde ecc.) risulter sempre dannoso, se un predatore (es. Orius laevigatus) eserciter sempre attivit predatrice (utile) Olometabolia (es.lepidotteri, coleotteri): - ontogenesi: uovo, larva (I, II, III, IVecc, et), (prepupa) pupa, adulto 12

larve mobili e dannose (di specie fitofaghe:es. cavolaia) od utili (di specie predatrici:es. coccinella), pupa o crisalide afaga (non dannosa se specie fitofaga; non utile se specie predatrice), adulto mobile e dannoso (di fitofago che mangia: es.oziorrinco, maggiolino), adulto mobile e non dannoso (di lepidottero es. cavolaia, raccoglie solo polline e nettare), adulto mobile ed utile (di coccinellidi predatori es. coccinella dai sette punti; di sirfidi impollinatori) Neometabolia: - gli stadi di ninfa sono inattivi come le pupe degli olometaboli - si riscontra nei Tisanotteri, maschi dei Rincoti coccidi, Aleirodidi Catametabolia: - una metamorfosi involutiva tipica delle femmine dei Diaspini, le neanidi femminili nascono con le zampe che perdono durante lo sviluppo.

LARVA
1. Protopode: - hanno aspetto deforme (capo grosso, torace pi piccolo addome spesso assente), vivono endoparassite in altri insetti (tipiche dei parassitoidi) 2. Oligopode: - dotate di zampe toraciche - sono allungate, munite di antenne brevi e sono veloci (es. Coccinellidi, Carabidi) - alcune sono rigide ed allungate (es. Coleotteri elateridi) - altre possono essere ricurve, tozze e poco mobili es. Coleotteri Scarabeidi 3. Polipode o eruciformi: - sono i bruchi - dotate di zampe e pseudozampe - tipiche nei lepidotteri (le pseudozampe partono dal terzo segmento addominale) e negli Imenotteri Sinfiti (oplocampe)(le pseudozampe partono dal secondo segmento addominale) 4. Apode o vermiformi: - senza zampe - nei ditteri es. mosca delle olive , alcuni coleotteri es. oziorrinchi, imenotteri es. cinipide castagno.

PUPA
Dectiche: dotate di mandibole e mobili, tipiche di olometaboli primitivi Adectiche: quasi immobili le troviamo negli olometaboli avanzati sono distinte in exarate (presentano appendici libere e distaccabili), tipiche dei Coleotteri e degli Imenotteri ed obtecte (con appendici incollate al corpo e ricoperte da ununica cuticola), tipiche dei Lepidotteri (crisalide) Le pupe possono essere scoperte (Anoiche), alcune sono libere nel substrato, altre legate con un filo di seta al substrato (es. cavolaia) o con uncini allestremit inferiore e rimangono sospese a testa in gi, altre sono protette in bozzoli (costruiti con seta) o in contenitori a forma di barilotto costruiti con lesuvia dellultima et larvale impastata con secreti es mosca delle olive. 1. 2. -

ADULTO O IMMAGINE
SFARFALLAMENTO: - Latto con il quale ladulto o immagine si libera dallultimo involucro del suo sviluppo postembrionale (ninfa II negli eterometaboli, pupa o crisalide negli olometaboli) - la via di uscita pu essere: 13

1. preparata dalla larva (nei lepidotteri che costruiscono il bozzolo), 2. praticata con le mandibole nelle pupe dectiche, 3. ricavata dalladulto con le mandibole (Coleotteri, Imenotteri), o con una sorta di ampolla (ptilino) sulla fronte: es. mosca delle olive. - ladulto neosfarfallato, di colore bianco, rimane immobile sopra lesuvia per varie ore per: 1. riempire le trachee daria, 2. distendere le ali, 3. indurire la cuticola, 4. raggiungere la livrea definitiva, 5. defecare. DIMORFISMO SESSUALE: Maschio e femmina sono diversi per : - forma, grandezza, colore, ornamentazioni varie, sviluppo, regime dietetico, emissione di odori , di suoni, di luce ecc, - differenze anche nellambito delle stesso sesso es. polimorfismo non sociale degli afidi (si conoscono diverse tipi di femmine: fondatrice, fondatrigenie, sessupare, anfigoniche), polimorfismo negli insetti sociali: le femmine negli imenotteri (es. ape) o ambedue i sessi (Termiti) possono differenziare due categorie (caste) di individui: i fecondi e gli sterili - polimorfismo stagionale e regionale. MIMETISMO: - fanerico:quando una specie imita la forma, il colore, latteggiamento di una specie che vive nello stesso habitat: a. mulleriano: specie (es. coccinelle, lepidotteri Zigenidi) con colori vistosi ammoniscono che sono tossiche b. batesiano: specie (es. sirfidi e lepidotteri Sesiidi) che assomigliano agli imenotteri aculeati : ape, vespa - crittico: specie commestibili (es. lepidotteri, insetto stecco) che imitano il substrato (tronco degli alberi) assumendo i suoi colori: caso del melanismo industriale - luminoso: es femmine di lucciole nordamericane, imitano il lampeggo di altre specie per attirare i loro maschi per mangiarli COMUNICAZIONE TRA INDIVIDUI: - intraspecifica (es feromoni) - interspecifica (altri semiochimici) EMISSIONE DI SUONI: - vibrazioni sonore: ortotteri, cicale, zanzara - suoni da battimento: Anobiidi, Psocotteri (insetti lignicoli) - lamento lugubre emesso dalla farfalla testa di morto (Acherontia atropos L.) - segnali sonori delle api durante la danza a otto - segnali sonori della regina delle api - ronzio dei Bombi - ultrasuoni emessi da Lepidotteri nottuidi per sfuggire allassalto dei pipistrelli. EMISSIONE DI LUCE: - Coleotteri Lampiridi: Lampyris noctiluca L. e Luciola italica L. (lucciole) - Coleotteri Elateridi TANATOSI: - Fenomeno riflesso, alcune specie (es. Cleono della barbabietola ), quando disturbate, cadono in terra e fingono il morto, altre (es. lepidotteri nottuidi) si lasciano cadere per qualche metro quando sono intercettati dai pipistrelli SOCIETA: - Termiti:coppia reale, operai e soldati - Vespe: femmina fondatrice, maschi, femmine dominate substerili (operaie) - Formiche:regina, maschi, operaie, soldati 14

Api: regina , maschi (fuchi), operaie

DIFFUSIONE DELLA SPECIE: gli insetti hanno conquistato le terre emerse per la loro plasticit genetica cio per la loro abilit a frazionarsi in comunit riproduttive, poi divenute specie, altamente adatte ai vari ambienti, Questo avvenuto nellarco di milioni di secoli in animali a ciclo breve, fecondi e capaci di spostarsi su tutto il globo. Distinguiamo una diffusione attiva ed una diffusione passiva. 1. Diffusione attiva: zampe, ali (volo) - sulla stessa pianta (stadi preimmaginali ed adulti) - su piante vicine (adulti di vari fitofagi) - da un campo ad un altro (adulti di vari fitofagi) - dal campo verso le siepi (in genere adulti di predatori e di parassitoidi) - dalle siepi ai campi coltivati (adulti) - dalle piante arboree alle piante erbacee (es. neanidi di cicalina bufalo, forme alate afidi) - dal campo alle abitazioni: es.adulti di Nezara viridula e di coccinelle (es. Adalia bipunctata) - dagli agroecosistemi alle montagne: es. adulti di Coccinella dai sette punti - da una regione ad unaltra (es. adulti di lepidotteri nottuidi: Agrotis ipsylon) - da una nazione ad unaltra percorrendo grandi distanze: lepidotteri (farfalla monarca) 2. Diffusione passiva: - da una pianta ad unaltra: vento, uomo (es. neanidi di cocciniglie, acari) - da un campo ad un altro: vento, uomo, macchine agricole - da una regione ad unaltra: mezzi di trasporto (camion, autotreni) - da una regione zoogeografica ad unaltra: nave, aereo (es. dorifora della patata) Alcuni esempi: Da Regione Neartica Regione Paleartica Fillossera della vite (Viteus vitifoliae) Afide lanigero del melo (Eriosoma lanigerum) Dorifora della patata (Leptinotarsa decemlineata) Cicalina buffalo (Stictocephala bisonia) Ifantria americana (Hyphantria cunea ) Metcalfa (Metcalfa pruinosa) Da Regione Paleartica Regione Neartica Piralide del mais (Ostrinia nubilalis) Limantria (Lymantria dispar) Coccinella dai sette punti (Coccinella septempunctata) Da Regione Australiana Regione Neartica Cocciniglia cotonosa degli agrumi (Pericerya purchasi) Regione Australiana Regione Neartica Regione Paleartica

Regione Etiopica (Sud Africana) Regione Paleartica (Mediterranea)

Rodolia ( Rodolia cardinalis)

REGIME ALIMENTARE: - adulti afagi - adulti monofagi (una sola specie di vegetale o di preda) - adulti oligofagi (poche) - adulti polifagi (molte)

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LOTTA NATURALE In natura le popolazioni delle varie specie di insetti occupano un determinato ambiente o habitat, sono in equilibrio con i loro antagonisti naturali e vivono associate in comunit Per ogni specie si registrano, nel tempo e nello spazio, delle fluttuazioni (dinamica delle popolazioni) di scarso rilievo o rimarchevoli, intorno ad una posizione di equilibrio. Linterferenza di fattori abiotici ( clima, terreno) e biotici (organismi di varia natura) su ogni specie, esercita una resistenza (ecoresistenza) sul suo sviluppo. FATTORI ABIOTICI : - clima, terreno ecc. FATTORI BIOTICI: 1. Entomofagi (insetti che si nutrono di altri insetti): - Predatori - Parassitoidi Predatori: entomofagi allo stato larvale e/o di adulto, dotati di mezzi locomotori anche allo stato larvale, ricercano da soli attivamente a preda, mangiano molte prede per completare il loro sviluppo. Alcuni esempi: - Coccinellidi: Coccinella septempunctata , Adalia bipunctata (specie afidifaghe), Chilocorus bipustulatus, Rodolia cardinalis (specie coccidifaghe), Stethorus punctillum (specie acarifaga) - Sirfidi: Episirphus balteatus - Crisopidi: Chrysoperla carnea - Antocoridi: Orius minutus - Carabidi: - Stafilinidi: Parassitoidi: entomofagi allo stato larvale, si evolvono solo su di un individuo ( ospite od ospitatore), lospite della stessa classe ed ha dimensioni corporee non molto grandi, portano a morte lospite. Possono essere: - primari se si evolvono su un ospite fitofago - ectofagi, se le larve nascono sullospite e lo mangiano dallesterno - endofagi, se le larve nascono nel corpo dellospite e lo mangiano dallinterno - monofagi, oligofagi, polifagi - a ciclo sincrono - a ciclo asincrono Esempi: Trichogramma evanescens 2. Acari: Amblyseius andersoni, Allothrombiunm fuliginosum 3. Nematodi: Nermitidi e steinernematidi 4. Virus:Baculovirus spp. 5. Micoplasmi: 6. Rickettsie: 7. Protozoi: 8. Batteri: Bacillus thuringiensis 9. Funghi: Beauveria bassania Iperparassitoidi: specie che attaccano i parassitoidi

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MEZZI E METODI DI CONTROLLO DEGLI INSETTI I mezzi di controllo disponibili sono biologici, biotecnici, agronomici, meccanici, fisici, chimici. Oggi non si impiegano pi da soli ma in maniera integrata , si parla di lotta o controllo integrato o IPM (Integrated Pest Management) 1. LOTTA BIOLOGICA Breve storia: nasce nel 1988-89 in California. Il controllo chimico contro Iceria purchasi, (cocciniglia cotonosa solcata degli agrumi), introdotta accidentalmente dall Australia in California, non dette risultati sperati, tanto che nel 1987 si registrarono pesanti danni e morte delle piante di agrumi in tutte le aree degli USA. Tutta lagrumicoltura americana entr in crisi: molti agricoltori iniziarono lespianto dei loro agrumeti. Ci indusse Riley, capo della divisione di Entomologia del Governo Federale degli USA, ad organizzare una missione entomologica in Australia per individuare e raccogliere i nemici naturali della cocciniglia. La spedizione (1988-89) fu affidata ad Albert Koebele, insigne entomologo tedesco. La spedizione ebbe successo e furono introdotti in California due entomofagi di Iceria: Cryptochetum iceriae (Dittero) e Rodolia cardinalis (coleottero coccinellide). Solo Rodolia ebbe successo. In poco tempo la coccinella distrusse le colonie della cocciniglia citata riportando la specie da livelli epidemici a livelli endemici. Esemplari di Rodolia furono inviati in tutte le aree agrumicole del mondo in cui Iceria si era acclimatata e risultava dannosa. Sulla scia di questo successo altri progetti di introduzione di entomofagi furono allestiti con successo in tutto il mondo. Ricordiamo alcune introduzioni di entomofagi: - 1892, in USA, lintroduzione e lallevamento su scala industriale del coccinellide Cryptolaemus montroutzieri per il controllo di vari Pseudococcidi - 1906, in Italia, limpiego dellimenottero Encarsia berlesei per contrastare Pseudaulacaspis pentagona - 1920, in Australia, lintroduzione della cocciniglia Dactylopius indicus ed il Lepidottero Cactoblastis cactorum (entrambe le specie sono fitofaghe) per il controllo delle Opunzie che avevano invaso in venti anni dalla loro introduzione una superficie di 24 milioni di Ha - 1921, in Francia e i Italia, impiego dellimenottero Aphelinus mali per contrastre lafide Eriosoma lanigerum - 1923, in Kenia, parassitoidi per contenere una cocciniglia dannosa al caff - 1937- 1947, in Italia, Encarsia perniciosi per limitare la Cocciniglia di S. Jos - 1966, in Italia, limenottero Polynema striaticorne per il controllo di Stictocephala bisonia La lotta biologica divenne, ben presto, popolare, non mancarono gli insuccessi. Quindi si fa Lotta biologica classica quando lo studioso si reca nel paese dorigine del fitofago introdotto, individua il suo nemico naturale pi efficace, lo introduce, lo alleva in laboratorio, lo studia, lo riproduce in massa e lo libera in campo sullinsetto target, verifica la sua efficacia e la sua acclimatazione (Metodo propagativo, controllo biologico permanente). Pertanto con la lotta biologica classica si ricostituisce lequilibrio tra due specie esotiche (fitofago e suo entomfago) che si sono insediate in un nuovo areale. Gli antagonisti indigeni ed esotici degli insetti possono essere allevati in Biofabbria in modo massale o industriale, sistemati in appositi contenitori con sostanze inerti (es. agriperlite) e cibo e venduti allagricoltore per essere rilasciati sulle colture agrarie infestate da un determinato fitofago (Metodo inondativo o controllo biologico temporaneo). Inoltre necessario proteggere e potenziare lazione svolta dai nemici naturali nei vari agro ecosistemi con una serie di accorgimenti: ad esempio reintrodurre specie gi introdotte in habitat in cui esse sono scomparse a causa di trattamenti indiscriminati, di basse temperature invernali, ecc.(Metodo inoculativo), incrementare gli ospiti alternativi, modificare le pratiche colturali sfavorevoli alle specie utili, impiegare fitofarmaci selettivi ecc. (Metodo protettivo). 17

La lotta biologica moderna prevede sempre luso di organismi viventi ma anche i loro prodotti (ormoni, feromoni sessuali, tossine batteriche, repellenti ecc.) allo scopo di proteggere le piante dagli agenti dannosi . Attualmente sono allevate in Biofabbrica numerose specie di antagonisti degli insetti e distribuite con il metodo inondativo sulle colture. Alcuni esempi: - limenottero Tricogramma maidis (piccola vespetta) per controllare Ostrinia nubilalis (Piralide del mais) - limenottero Encarsia formosa (piccola vespetta) per Trialeurodes vaporariorum (aleirodide delle serre) - limenottero Encarsia perniciosi su cocciniglia di S. Jos - il rincote Orius laevigatus (piccola cimice) per combattere la Frankliniella occidentalis (tisanottero) - il batterio Bacillus thuringiensis subsp. kurstaki per per le larve dei lepidotteri, subsp. tenebrionis per i coleotteri, subsp. israeliensis per le larve delle zanzare) - il nematode Steinernema carpocapse usato contro le larve dei lepidotteri - lacaro predatore Phytoseiulus persimilis contro acari fitofagi La lotta biologica moderna include anche i mezzi biotecnici quali: - Feromoni combinati con trappole: per catture massali (mass trapping) o produrre confusione sessuale e quindi impedire laccoppiamento (disruption of mating) - Ormoni sintetici che agiscono come mimetici di quelli naturali (ecdisone e neotenina) sostituendoli nei recettori cellulari, alterano cos la crescita degli insetti (costituiscono insieme altre sostanze gli insetticidi di nuova generazione detti Regolatori della crescita: IGR Insect Growth Regulators) - Metodi autocidi o genetici: a) tecnica del maschio sterile, b) immissione in una popolazione di insetti dannosi di individui portatori di modificazioni genetiche che causano sterilit o la morte della prole.( saranno approfonditi nel secondo corso) - Impiego di piante resistenti(sar approfondito nel secondo corso) - Impiego di piante transgeniche (sar approfondito nel secondo corso) 2. MEZZI AGRONOMICI O COLTURALI - Lavorazioni e concimazioni del terreno (Arature, erpicature, fresature, ecc. danneggiano gli insetti terricoli sia per azione meccanica, sia perch sono portati in superficie e devitalizzati delle basse temperature e predati dai loro antagonisti naturali) - Rotazioni: modificano le entit delle infestazioni di insetti terricoli - Irrigazione - Sfasamento dei cicli insetto-pianta 3. MEZZI MECCANICI (problema economico) - Raccolta diretta o indiretta di insetti con trappole o con piante esca Spazzolatura: un tempo usata per eliminare i follicoli delle cocciniglie Scortecciamento degli alberi: per tronchi abbattuti al fine di impedire la diffusione di insetti xilofagi Sbarramenti: per impedire la salita di insetti privi di ali o cattivi volatori sulla pianta es. sostanze viscose. 4. MEZZI FISICI Acqua: sommersione dei terreni infestati, per bloccare infestazioni nelle castagne contenenti larve di Cydia, Balanino Fuoco: per distruggere rami esca es. ramaglie di olivo infestate da Scolitidi, per bruciare nidi di processionarie del pino

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Alte temperature: per disinfestare derrate alimentari che sopportano riscaldamenti fino a 50-60C senza alterarsi es. gallette, biscotti, paste alimentari, ecc. Radiazioni ionizzanti (raggi gamma, raggi x): usati come dosi letali o per sterilizzare gli insetti (tecnica del maschio-sterile) Radiazioni luminose: particolari lampade-trappola che emettono radiazioni nello spettro visibile o UV per la cattura di Lepidotteri o per individuare i periodi di sfarfallamento di una specie.

5. MEZZI CHIMICI La Fitoiatria studia i mezzi chimici di controllo delle avversit (insetti, acari, nematodi, agenti patogeni ed erbe infestanti) delle piante. I fitofarmaci sono sostanze inorganiche od organiche, naturali od ottenute mediante sintesi industriale che esplicano azione tossica e caustica su vari animali: - sugli insetti: INSETTICIDI - acari: ACARICIDI - nematodi: NEMATOCIDI - molluschi: MOLLUSCHICIDI - topi: RODENTICIDI Di ogni insetticida necessario conoscere: - la formulazione commerciale (liquida, polverulenta, granulare, gassosa, ecc) - il principio attivo o puro (p.a.) che esplica lattivit tossica - le modalit di penetrazione nel bersaglio (per ingestione, contatto, inalazione) - la eventuale citotropicit e/o sistematicit - la degradabilit e persistenza (tossicit per lambiente, animali ed uomo) - le disposizioni legislative Il prodotto commerciale che acquistiamo contiene : - il principio attivo (p. a.) che esplica azione contro il fitofago target - sostanze inerti o vettori - sostanze coadiuvanti ad azione diversificata (emulsionante, solvente, disperdente, diluente, ecc.) che ottimizzano la distribuzione e lo stato del principio attivo nel formulato commerciale Dosi Tossicit di un fitofarmaco: - acuta quando si manifesta a breve termine dalla somministrazione o dal contatto con il prodotto - cronica quando si manifesta dopo anni dal contatto con il prodotto e si pu esprimere con effetti vari (es. cancerogeni, mutageni, ecc.) Gli insetticidi impiegati nel settore agricolo possono essere cos riuniti: - Clororganici: es. DDT (largamente usato dal 1940 in poi, prodotto molto stabile e liposolubile, largamente usato per combattere le zanzare trasmettitrici di malaria, bandito per legge in tutti i paesi occidentali perch cancerogeno, ma ancora largamente usato nei paesi sottosviluppati) - Fosforganici: sintetizzati in Germania durante la 2 guerra mondiale, prodotti a largo spettro dazione, alcuni sono citotropici altri sistemici, molto tossici per i vertebrati e luomo, agiscono sul sistema nervoso (neurotossici) bloccando lacetilcolinaesterasi. Dose max 150-300 g/Hl es. Malathion (bassa tossicit verso i vertebrati), Dimetoato (per Ditteri Tripetidi), TEPP (molto tossico, altamente volatile, rapidamente degradabile, tempo di carenza: 3gg )

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Carbammati: stessa azione degli esteri fosforici, prodotti a largo spettro dazione. Dose: 150-200 cc/Hl es. Pirimicarb (specifico contro gli afidi), Carbaryl (ampiamente usato, un acaro-stimolante) Piretrine e piretroidi Polisolfuri: oggi poco utilizzati Oli minerali: bianchi (agiscono prevalentemente per asfissia, sia perch ricoprono il corpo dellinsetto, sia perch penetrano nelle trachee. Dose: trattamenti primaveriliestivi 1-1.5 Kg/Hl di acqua, trattamenti invernali 2-3 Kg/Hl); gialli (solo per trattamenti invernali 2-3 Kg/Hl di acqua), impiegati contro le neanide delle cocciniglie (es. Saissetia olae Composti di origine vegetale (nicotina, quassine, rotenone, azadirachtin, ecc.)

EVOLUZIONE DEI METODI DI PROTEZIONE DELLE COLTURE Levolversi dellagricoltura ha posto in primo piano la difesa delle piante dalle avversit di varia natura. Svolta decisiva negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, in seguito alla produzione e alluso di fitofarmaci di sintesi industriale. Limpiego sempre pi massiccio di fitofarmaci stato giustificato dalla pressante esigenza dellagricoltura moderna di ridurre al massimo le perdite di produzione Negli anni 1940 la lotta chimica si afferma definitivamente oscurando la lotta biologica 1. Nasce la Lotta chimica ad oltranza o cieca: - utilizza senza discriminazione pesticidi pi efficaci secondo uno schema fisso prestabilito Luci: - disponibilit di prodotti che assicurano a breve termine un soddisfacente risultato - la relativa semplicit dellapplicazione Ombre: - necessit di ripetere gli interventi - insorgenza di ceppi di fitofagi dannosi resistenti - soppressione degli antagonisti naturali - pullulazione di specie, facenti parte della stessa biocenosi della specie bersaglio, in genere non dannose - rischi igienico-sanitari e ambientali 2. La lotta migliora, si parla di Lotta guidata: - prevede il monitoraggio (con le trappole a feromoni) della specie dannosa - rispetta la soglia di dannosit o economica - riduce il numero di trattamenti antiparassitari - salvaguarda gli entomofagi - impiega pesticidi a deboli ripercussioni ecologiche 3. la lotta diventa Lotta integrata: - tiene conto delle direttive della lotta guidata - limita al massimo la lotta chimica - integra i mezzi di lotta biologica, biotecnica e le strategie colturali 4. La lotta si evolve in Produzione agricola integrata: - applica le direttive della lotta integrata - rispetta, integra e valorizza tutti i fattori positivi dellagroecosistema

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