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Collana diretta da
Lucia Tongiorgi Tomasi
Luigi Zangheri
Peter Crane
Ginkgo
L'albero dimenticato dal tempo
Traduzione di
GIANNI BEDINI
Presentazione di
FABIO GARBAR!
Leo S. Olschki
2 02 0
Tutti i diritti riservati
- V -
PRESENTAZIONE
- VI -
PRESENTAZIONE
- VII -
PRESENTAZIONE
FABIO GARBAR!
Già Direttore dell'Orto botanico di Pisa
e Presidente della Società Botanica Italiana
- VIII -
Prefazione
Questo libro trae origine dalla mia ammirazione per le bellissime storie
di piante di interesse economico scritte tra il 1 969 e il 1 985 da Charlie Hei
ser, oggi scomparso. Esse si collocano in una lunga tradizione editoriale
di divulgazione scientifica, ma è stata la loro peculiare combinazione di
scienza e cultura, arricchita da esperienze personali, a darmi l'ispirazio
ne per questo lavoro. Nel concentrarmi sul ginkgo, un albero dalla varia
e lunghissima storia, la mia ambizione ha forse superato le mie capacità,
ma la sfida di provare a bilanciare la mia inclinazione scientifica verso l' ap
profondimento, con la necessità di ampliare il contesto, è stata motivo di
gratificazione.
Di volta in volta, le ricerche per questo libro e la sua scrittura hanno
inciso sulle altre mie responsabilità. Perciò, sono in debito con le tre istitu
zioni che sono state la mia casa professionale negli ultimi dieci anni. Quan
do ho iniziato a lavorare a questo libro ero direttore dell'Orto botanico di
Kew presso Londra; ho poi continuato all'Università di Chicago; quando
ho finalmente terminato il lavoro mi trovavo a Yale nel Connecticut. Sono
grato alle tre istituzioni per avermi permesso· di lavorare a questo progetto,
che non è esattamente un normale esercizio di ricerca scientifica, aveva
poco a che fare con le mie responsabilità professionali ed è sempre stato
una piccola e piacevole deroga ai miei doveri.
La scrittura del libro ha avuto un forte impulso a Seul, nelle estati del
2009, 20 l O e 201 1 , tra gli alberi di ginkgo, quando ero visiting professor nel
programma World Class Universities della Fondazione Nazionale Coreana
per la Ricerca. Sono molto grato all'Università EWHA e ai miei colleghi
che vi lavorano, Jae Chloe e Ylkweon Jang, per la loro ospitalità e sostegno.
Quest'opera non sarebbe nata senza la incrollabile gentilezza di Fu
miko Ishizuna, di Tokio, che mi ha guidato in molte straordinarie spedi
zioni a luoghi chiave per il ginkgo in Giappone. Quelle spedizioni mi han-
- IX -
PREFAZI O N E
- X -
Parte I
Prologo
Pagi!Ul precedente: foglia di ginkgo decorata con un disegno di Wang Chi Yuan, Giardino
del Maestro delle Reti, Suzhou, Cina
l.
Tempo
1 D oYLE 1912, p. 63. Nella grafia originale di Doyle, la ge la k sono invertite, un errore
comune nel trascrivere ginkgo.
- 3 -
PARTE I - PROLOGO
più importante ginkgo del Regno Unito era in pieno rigoglio a pochi passi
dalla casa di famiglia nell'Orto botanico. Ci passavamo accanto quasi ogni
giorno; era un regolare punto di sosta delle visite guidate per gli ospiti il
lustri. Era uno dei più amati "Vecchi Leoni" , come erano chiamati i pochi
alberi sopravvissuti dalla metà del XVIII secolo, quando Kew era una tenu
ta della casa reale d'Inghilterra. Vedevamo l'albero cambiare nel succedersi
delle stagioni e ci preoccupavamo molto quando veniva investito da una
forte tempesta. Nel 2002 il Tre e Council, nell'ambito delle celebrazioni per
il cinquantesimo anniversario dell'incoronazione della Regina, lo annoverò
tra i cinquanta Grandi Alberi Britannici. Dei quasi 1500 alberi dell'Orto
botanico, 2 era uno tra i più preziosi.
Fu al Museo Svedese di Storia Naturale, a Stoccolma, che grazie alla
mia collega di vecchia data Else Marie Friis vidi per la prima volta il delizio
so piccolo libro Goethe und der Ginkgo: Ein Baum und ein Gedicht di Siegf ried
Unseld. Da quel momento, cominciai a cercare una traduzione inglese del
famoso poema al centro del libro di Unseld e quando tornai negli Stati
Uniti, verso la fine del 2006, Christie Henry della University of Chicago
Press mi donò una copia di Goethe and the Ginkgo nella versione di Kenneth
Northcott. L'idea che i lettori che apprezzavano il libro di Unseld potessero
desiderare di saperne di più sul ginkgo ha contribuito non poco alla deci
sione di assemblare queste note biografiche di un albero singolare.
Il ginkgo è una stranezza botanica, una singola specie senza parenti pros
simi. Dapprima ritenuto un cugino di pini, tassi e cipressi, in seguito è stato
riconosciuto quale organismo molto differente. Nei sistemi di classificazione
botanica, è stato distinto dalle conifere per la prima volta all'inizio del XIX
secolo. Le evidenze che sono state svelate a partire da quel periodo - segna
tamente una sorprendente scoperta fatta in Giappone nel 1 896 a proposito
dei particolari più nascosti della sua riproduzione - hanno dato sostegno alla
posizione isolata del ginkgo tra le piante viventi. Così nel XX secolo, nel mo
mento in cui il mondo vegetale ha ricevuto maggiore attenzione riguardo
ai propri percorsi evolutivi, il ginkgo ha assunto una rinnovata importanza
scientifica. Per parafrasare Darwin, il ginkgo è divenuto nel regno vegetale
quello che è l' ornitorinco nel regno animale; i paleontologi hanno rintraccia
to il suo lignaggio per milioni di anni nella preistoria. Il ginkgo è ora il "fossile
vivente" botanico più noto: un albero dimenticato dal tempo e un anello di
collegamento vivo - e sempre più familiare - con i paesaggi di ere lontane. 3
2 Nel marzo del 201 1 , il ginkgo noto come Vecchio Leone a Kew raggiungeva un'altezza
di circa 1 9 m.
3 Darwin definì un'altra stranezza botanica, la welwitschia, come l' ornitorinco del regno
vegetale.
- 4 -
l. TEMPO
Per quasi tutta la sua lunga permanenza sul nostro pianeta, il ginkgo
ha dimorato in un mondo senza persone e - per la maggior parte di questo
tempo - molto diverso da quello che conosciamo oggi. Per decine di mi
lioni di anni ha vissuto a fianco di piante e animali che oggi consideriamo
estinti da tempo. Molti diversi tipi di alberi simili a ginkgo hanno visto i no
stri lontani progenitori trasformarsi da rettili in mammiferi. In tutti i con
tinenti sono state trovate foglie fossili di ginkgo. La preistoria dei ginkgo
risale a prima della formazione dell'Oceano Atlantico e a prima che i con
tinenti australi si separassero dall'Antartide. Durante i cambiamenti che
hanno alterato il nostro pianeta negli ultimi 200 milioni di anni, il ginkgo
ha manifestato una resilienza straordinaria. Ha subìto uno shock quando la
Terra, circa l 00 milioni di anni fa, è stata invasa da nuovi tipi di piante dive
nute dominanti, ma ha attraversato con noncuranza gli eventi traumatici
che qualche decina di milioni di anni dopo hanno causato la scomparsa dei
dinosauri. È vero che subito dopo il ginkgo ha perso terreno nei continenti
australi, ma ha continuato a prosperare in Asia, Europa e Nord America.
Ha superato il grande caldo di 50 milioni di anni fa ma un tempo cresceva
vicino al Polo Nord. Quando la Terra ha cominciato a raffreddarsi, il gink
go ha ripiegato in ritirata ed è stato estromesso dalla sua casa nell'Artico.4
Nei successivi 40 milioni di anni, il ginkgo era diffuso in tutti i continen
ti boreali. Le sue inconfondibili foglie sono comuni nella documentazione
fossile. Alla fine, però, e per motivi non del tutto chiari, il ginkgo cominciò
a soffrire. Al momento in cui i nostri antenati si differenziavano da quelli
delle altre scimmie viventi, tra cinque e sette milioni di anni fa, il ginkgo
era probabilmente già in declino. Era pressoché estinto al momento delle
grandi glaciazioni che dettero origine alla nostra stessa specie. Quando le
ultime grandi lingue glaciali si erano ormai ritirate verso nord, il ginkgo
stava resistendo, forse soltanto in valli riparate sparse nei territori della
Cina orientale e centro-meridionale. Quando l'uomo moderno raggiunse
quelle parti dell'Asia, forse cinquantamila anni fa, il ginkgo era ormai un
relitto, il residuo di sé stesso.
La dominazione umana del pianeta avrebbe potuto infliggergli il colpo
di grazia, ma a differenza di molti altri alberi, esso ha prosperato a fianco
dell'uomo. In un modo o nell'altro, si è rivelato utile; più insolitamente, è
diventato oggetto di venerazione. In molte culture, in molti modi diversi,
il ginkgo suscita un insolito rispetto. Grazie a tutte queste prerogative, il
ginkgo ha ottenuto una tregua. I semi sono diventati una prelibatezza e
4 I nuovi tipi di piante che si affermarono circa 100 milioni di anni fa e che ora dominano
quasi tutti gli ambienti terrestri sono le angiosperme (piante con fiori).
- 5 -
PARTE I - PROLOGO
sono stati usati per estrarne l'olio e per scopi terapeutici. L'albero, con le
sue inconfondibili foglie e la sua ragguardevole longevità, ha pure assunto
un significato simbolico nel Buddhismo, Taoismo e Confucianesimo. Dalla
Cina e dalla Corea il ginkgo si è diffu s o in Giappone, dove si è assimilato
nella tradizione indigena dello Scintoismo. Molti dei grandi ginkgo che si
trovano in Cina, Giappone e Corea crescono nei terreni di templi buddhisti
o di santuari scintoisti.
Dall'Asia, nuovamente assistito dall'uomo, il ginkgo ha cominciato la
sua rinascita. Nel XVIII secolo divenne noto in Europa tramite la colonia
commerciale olandese di Deshima, nel Giappone meridionale. Poco dopo,
i suoi semi sono arrivati nei Paesi Bassi e in Gran Bretagna, probabilmente
dalla Cina e dal Giappone, forse anche dalla Corea. Da quel momento, il
ginkgo si è velocemente diffuso in Nord America e altrove quale novità or
ticolturale. Il Vecchio Leone di Kew fa parte della prima, folta schiera di al
beri di ginkgo piantati in Europa. Al tempo di Goethe e più avanti, nel XIX
secolo, il ginkgo era largamente coltivato quale albero insolito e di grande
effetto: un simbolo dell'Oriente. In appena cento anni, è ritornato in molti
dei luoghi dai quali era stato estromesso milioni di anni prima.
Nell'ultimo mezzo secolo il ginkgo ha avuto una forte ripresa; l'inte
resse per la sua coltivazione, il suo significato scientifico e le possibilità
di uso non sono mai stati tanto al centro dell'attenzione. Il ginkgo è rico
nosciuto quale componente di pregio delle alberature stradali, in grado
di crescere bene in luoghi difficili. Resistente alle malattie, tollerante nei
conf ronti dell'inquinamento e capace di sopportare estremi termici, oggi
è una pianta familiare nei paesaggi urbani di quasi tutto il mondo. Alcune
parti di Seul sembrano un bosco di ginkgo e questa pianta è la più comune
nelle alberature stradali di Manhattan.
Si possono vedere ginkgo nel Parco del Golden Gate a San Francisco, nel
giardino di Monet a Giverny e in parchi e giardini di tutto il pianeta eccet
to i luoghi più caldi e più f reddi. Negli ultimi decenni il ginkgo ha anche
provato la sua utilità come farmaco. E tra i più popolari rimedi erboristici
e le sue proprietà medicinali sono oggetto di ricerca biomedica avanzata.
Gli estratti delle foglie di ginkgo sostengono un'industria farmaceutica che
fattura miliardi di dollari.
Dopo la presentazione iniziale dell'albero oggi vivente, questo libro
traccia la preistoria del ginkgo negli ultimi 250 milioni di anni, dalla sua ori
gine, diffusione e successivo declino fino alla sua ripresa e rinascita grazie
all'associazione con l'uomo. Il tema dominante nella biografia del ginkgo
è la sopravvivenza, e la sua storia resiliente e vitale offre una speranza per
altre biografie botaniche ancora in divenire.
- 6 -
Fig. l. Ginkgo in YCStc autunnale nel campus uniwrsitario di Yale. Connecticut. CS.-\.
Fig. 2. Un tempietto buddhista alla
base di un vetusto ginkgo presso il
tempio di Heungju a Tean, Chun
gnam. Corea del Sud.
Fig. 3. Foglia stilizzata, incisa su un
ponte che conduce al grande gink
go del tempio di Yongmunsa. Corea
del Sud.
Fig. 4. Il grande ginkgo del tempio di Yongmunsa, Corea del Sud.
6
Fig. 5. A metà novembre. le foglie cadute del ginkgo formano un tappeto giallo brillante in un giardino
di Yale a :'-Jew Haven. Connecticut. LJS.-\.
Fig. 6. Foglie c amenti maschili su un wcchio ginkgo a Kyushu. Giappone.
2.
Alberi
Tra le mie memorie più vive di studente all'inizio dei corsi di botanica
ci sono i giganteschi cedri dell'Atlante che dominavano il centro del cam
pus all'Università di Reading. Essi sono stati parte della mia vita per quasi
l O anni e ancora oggi, ogni volta che vedo uno di questi alberi maestosi,
con le rade ramificazioni disposte su piani paralleli e le chiome appiattite,
la mia mente è riportata indietro a quella che ora sembra un'altra vita.
Insieme con le sequoie giganti sparse nel campus e il contorto corbezzolo
vicino a Whiteknights House, i cedri dell'Atlante erano stati piantati alla
fine del XVIII secolo dal marchese di Blandford, un antenato di Winston
Churchill . Essi furono il suo lascito vivente per le migliaia di studenti che
sono venuti 200 anni dopo.
Dell'estate del 1974, quando ero studente a Kew, sono le magnolie e
l'araucaria del Cile che più rimangono nei miei ricordi. Successivamente,
da docente appena assunto a Reading verso la fine degli anni '70, una nitida
memoria di quel periodo è una farnia dalle classiche proporzioni - ormai
da tempo caduta - che cresceva vicino ai laboratori di botanica. Poi, appe
na arrivato a Chicago all'inizio degli anni '80, furono i grandi faggi ameri
cani e gli aceri da zucchero di Warren Woods nel Michigan - uno dei po
chi lembi di foresta del Midwest risparmiato dai taglialegna - a lasciare un
ricordo indelebile. E tutti nella nostra famiglia ricordano il monumentale
pino da pinoli che cresceva accanto al cancello del nostro giardino quando
abitavamo a Kew; esso ha visto arrivare e partire, uno a uno, i 15 direttori.
- 7 -
PARTE l- PROLOGO
Questi incontri con gli alberi punteggiano i capitoli della mia vita. Sono il
punto di riferimento di molti altri ricordi e mi collegano alle vite di persone
nate molto tempo prima di me. 1
Sono stato fortunato; una vita vissuta a studiare piante mi ha dato l' op
portunità di incontrare alcuni dei più spettacolari alberi del pianeta. Nel
1 975 ho esplorato le foreste di cedri nelle montagne dell'Atlante centrale
in Marocco. Nel 1 98 1 , la mia prima estate negli Stati Uniti, ho visitato le
sequoie sempreverdi pochi chilometri a nord di San Francisco. Non è diffi
cile comprendere come questi miracoli della natura, con le sequoie giganti
loro cugine, abbiano suscitato la passione di john Muir, naturalista e con
servazionista, e stimolato l'entusiasmo di molti altri.2
Allo Humboldt Redwoods State Park, sulla costa a 300 km a nord di San
Francisco, ci sono più di un centinaio di sequoie sempreverdi che superano
i 1 00 m di altezza. Tra i pochi alberi che possono eguagliarle, rammento
i giganteschi eucalipti delle foreste pluviali temperate della Tasmania, che
ho visitato all'inizio degli anni '90. Le spettacolari fotografie di Thomas
Pakenham danno una buona impressione delle loro grandi dimensioni, ma
non sostituiscono la visione dal vero di questi miracoli della natura; è ne
cessario sentirne l'odore, toccarli e sentirsi piccoli nello spazio che delimi
tano, simile all'interno di una cattedrale.3
Per molti di noi, qualunque albero - non solo i più grandi o più spetta
colari - può assumere un significato speciale. Mi sono affezionato ai filari
di ginkgo dove portavamo a passeggio nostra figlia appena nata e al 'black
tupelo" (Nyssa sylvatica) del nostro giardino, che avevo piantato alla nascita
di nostro figlio, molto di più che ai mattoni e al cemento che in altro modo
specificano i luoghi dove abbiamo vissuto. Questa connessione empatica
probabilmente risale al nostro passato evolutivo. I nostri corpi riflettono la
vita sugli alberi dei nostri progenitori; in un mondo senza grattacieli erano
gli alberi a salire fino al cielo, come montagne. Erano le loro radici che,
come caverne, penetravano in profondità nella terra. Gli alberi sono parte
di noi e connettono il cielo e il mondo sotterraneo con un potere primor
diale. Il nostro desiderio di arrampicarci sugli alberi non è così diverso da
quello di scalare una montagna.4
' Bill Burger, che mi fece visitare Warren Woods per la prima volta, ne descrive il signifi
cato sulla rivista <<Chicago Wilderness»; cfr. Truce 2008.
z Circa ottantamila persone ogni anno vanno a vedere le sequoie sempreverdi di Muir
Woods, poco a nord di San Francisco.
3 Le fotografie sono pubblicate in Meetings with Remarkable Trees e Remarkable Trees of the
World di Thomas Pakenham (PAKENHAM 2002, PAKENHAM 2003).
4 Eiseley ( 1 958) sostiene che la mano prensile e la visione frontale, caratteri che si sono
evoluti nei nostri progenitori, rappresentano degli adattamenti alla vita arboricola.
-8-
2. ALBERI
5 La mia scalata alla compassia avvenne nel Danum Valley Field Centre, nello stato di Sa
bah, in Malesia. Spesso questi alberi non sono abbattuti nei disboscamenti perché il loro legno
è di scarsa qualità e impregnato di depositi di silice, che rendono difficoltoso l'abbattimento.
6 Il racconto di Adamo ed Eva si trova in Genesi 2:9; l'albero della conoscenza è menzio
nato in Genesi 2: 1 7.
7 Bodhi è un termine sanscrito che significa "risveglio" o "illuminazione".
- 9 -
PARTE I - PROLOGO
significato ha il palmetto nello stato della Carolina del Sud. n Ficus dtrifolia è
un elemento di identità nazionale delle Isole Barbados e in Cina ci sono stati
dei tentativi per adottare ufficialmente il ginkgo come albero nazionale. 8
Gli alberi sono legati anche a persone famose o a importanti eventi
storici. In Gran Bretagna, la Quercia Reale di Boscobel è un discendente
dell'albero nel quale si dice si fosse nascosto il re Carlo II dopo la sconfitta
nella battaglia di Worcester. A Hatfield House una farnia segna il luogo
dove si ritiene che la regina Elisabetta I abbia appreso della sua incorona
zione. Oltre mezzo milione di visitatori si recano ogni anno alla foresta di
Sherwood per vedere la Major Oak, imponente quercia più volte citata nella
leggenda di Robin Hood.
Le querce hanno assunto rilevanza culturale anche sull'altra sponda
dell'Atlantico. Ad Austin, in Texas, la Treaty Oak è l'unica quercia soprav
vissuta delle quattordici Coundl Oaks, scelte dai nativi americani quale luo
go sacro per le riunioni nelle quali discutere questioni di guerra e pace. A
Hampton, Virginia, una quercia Em.andpation Oak segna il sito ove il
- -
s La proposta di adozione del ginkgo come albero nazionale è stata avanzata in Cina nel
1 942 da Guo Moruo, scienziato, poeta e storico.
9 Le Council Oaks e la Emancipation Oak sono querce sempreverdi. La Hooker Oak è
una quercia bianca della California (Quercus lobata).
IO Si stima che lo Yongmunsa ("Tempio della porta del drago"") sia stato costruito nel 9 1 3
e ampliato nel 1392, sebbene sia stato ricostruito numerose volte.
- 10 -
2. ALBERI
di semi di una sessantina di specie arboree per ripristinare la vegetazione forestale degradata e
approvvigionare vivai e piantagioni locali.
I 3 Le stime del consumo di carta negli Stati Uniti provengono dal World Resource Institu
te 2005 Statistics (cfr. KAHL 2009 ; NADKARNI 2008)
1 4 OLSoN et al. 200 1 documentano il progetto "One Tree" .
- 1 1-
PARTE I - PROLOGO
15 Bill Vaughn ( 1 9 1 5- 1 977) teneva la rubrica Starbeams sul <<Kansas City Star>>.
16 La quercia di Angel è un'imponente quercia sempreverde sulla john's Island, alla peri
feria di Charleston, Carolina del Sud.
17 L'abbattimento delle foreste contribuisce tra il 6 e il l?% alle emissioni annuali mon
diali di co,.
- 12 -
2. ALBERI
- 13 -
PARTE I - PROLOGO
- 14 -
3.
Identità
1 Iscrizione su una placca presso gli alberi di ginkgo vicino alla Biblioteca LuEsther Mertz,
New York Botanica! Garden.
2 Le descrizioni di William Hooker sono tratte da William Henry Harvey; cfr. ALLEN 1 967.
- 15 -
PARTE I - PROLOGO
Hooker arrivò a Kew a metà del XIX secolo, per prendersi cura di pic
cola parte di una tenuta di campagna in declino. Nel XVIII secolo Kew era
uno dei luoghi preferiti dai reali, col paesaggio dei giardini di Richmond
creato da Capability Brown e la adiacente tenuta di Frederick e Augusta,
Principe e Principessa del Galles, ornata dai magnifici edifici di Sir William
Chambers. Comunque, con la morte di Giorgio III e quella di Sir Joseph
Banks nel 1 820, Kew e le sue collezioni botaniche caddero in declino.3
Nominato direttore nel 1 84 1 , Willi am Hooker pose Kew su una nuova
traiettoria e lo riportò alla vita. In poco più di due decadi costruì serre stu
pefacenti, progettò viste grandiose, unificò i paesaggi del XVIII secolo e in
trodusse piante esotiche da tutto il mondo. Usando le sue raccolte persona
li come nucleo iniziale, avviò lo sviluppo della biblioteca e delle collezioni
di piante essiccate su cui si fonda il lavoro globale che si svolge a Kew nella
ricerca scientifica e nella conservazione della biodiversità. Al momento del
la sua morte, grazie alla sua energia e al suo genio politico, Hooker aveva
grandemente espanso le parti della tenuta sotto il suo controllo e creato un
magnifico spettacolo per il pubblico. 4
Hooker era uno scienziato, come la maggior parte dei direttori di Kew,
ma era anche un insegnante. Aveva compreso che un modo per attrarre
studenti e altri verso le piante è dimostrarne l'utilità. A Kew le collezioni
di piante utili che Hooker usava per illustrare le sue lezioni a Glasgow di
vennero il nucleo di ciò che chiamò Museo di Botanica Economica. Per il
giardino botanico nazionale, questo interesse si estendeva verso un'altra
dimensione. Hooker sapeva che gli usi delle piante erano importanti per i
suoi mentori politici e per gli interessi commerciali dell'impero vittoriano
britannico.5
Forte di oltre 76.000 campioni, la collezione di botanica economica di
Kew è la più grande di questo tipo al mondo. Ben protetta in un caveau
climatizzato si trova un'ampia raccolta miscellanea di piante alimentari,
medicinali, da tintura e da legname. Ci sono innumerevoli artefatti costru
iti con diverse parti di piante: trappole per pesci e una canoa scavata in un
tronco insieme a belle collane e raffinati tessuti. C'è una camicia fatta con
fibre di ananas e una bombetta di sughero. Tra spezie, piante psicoattive,
arnesi, strumenti musicali e molti altri campioni che illustrano l'interdi-
3 Per la storia dei Reali Giardini Botanici di Kew si rimanda a DESMOND 2007.
4 Nella rivitalizzazione di Kew, William Hooker ha contribuito a realizzare la visione di
uno dei suoi maestri, Sir Joseph Banks.
5 Drayton (2000) spiega come Kew e altri giardini botanici divennero strumenti di più
ampi obiettivi coloniali nel periodo Vittoriano e in quelli precedenti.
- 16 -
3. IDENTITÀ
6 Per informazioni dettagliate su John Quin e le sue collezioni a Kew si rimanda a QUIN
1 882, p. 1 99 e PRENDERGAST et al. 200 1 .
7 L a dinastia Qin ( o Ch'in) sorse nel 221 a.C. e terminò nel 206 d.C.
8 La foglia di ginkgo della collezione di Kew non ha particolare valore eccetto che per la
insolita combinazione di un'immagine archetipa cinese con uno dei più potenti simboli natu·
rali dell'Oriente.
- 17 -
PARTE I - PROLOGO
la sua foglia inconfondibile che ha avuto una grande parte nel trasformare
il ginkgo da una pianta alimentare minore in una vera icona culturale. Il
ginkgo ha la foglia più indimenticabile di tutti gli alberi e in buona parte la
sua ricca storia culturale dipende proprio dalla forma insolita della foglia.9
La foglia di ginkgo è stata usata più volte come modello immediata
mente riconoscibile. Il ginkgo è originario della Cina, dove è coltivato da
lungo tempo. Guo Moruo, un rivoluzionario cinese contemporaneo di
Mao e primo presidente della moderna Accademia Cinese delle Scienze,
scrisse molti poemi su piante e fiori, ma ha riservato la sua lode più alta
per il ginkgo. Nel pieno della battaglia comunista contro Chian Kai-shek
egli chiamò il ginkgo "il santo dell'est" , un nobile e altisonante simbolo di
nazionalismo cinese.
Nella Corea del Sud, molti famosi vecchi alberi di ginkgo sono conser
vati come monumenti naturali, incluso il ginkgo di Nongso Seonsan, ono
rato dagli abitanti del villaggio nel 1 5° giorno del nuovo anno lunare. Con
un'altezza di circa 30 m e un diametro di cinque, si impone anche nella sua
nudità invernale. È stato piantato più di quattrocento anni fa accanto a un
tempio e luogo di mercato ora in rovina. Secondo le leggende locali è così
sacro che gli uccelli non vi si posano. 1 0 Il ginkgo è anche profondamente
innestato nella cultura giapponese. La ubiquitaria T, scelta come simbolo
della prefettura di Tokyo, nella quale risiedono 13 milioni di abitanti, somi
glia in modo sospetto a una foglia di ginkgo stilizzata. I migliori lottatori
di sumo si fanno acconciare i capelli in forme che prendono il nome del
ginkgo; nel 1 958, due scienziati giapponesi descrissero una nuova specie
di balena con becco nelle acque calde degli oceani Indiano e Pacifico e la
chiamarono Mesoplodon ginkgodens ovvero la balena con becco dai denti di
ginkgo. In Giappone ci sono anche granchi ginkgo, funghi ginkgo, patate
ginkgo, e squali ginkgo. Per non parlare di armadi, tavoli, vasi da fiori, at
trezzi agricoli e strumenti musicali che portano il ginkgo nel loro nome. U
In tutto il mondo governi, imprese e organizzazioni di tutti i tipi han
no adottato la foglia di ginkgo nel loro logotipo. L'Università Forestale di
Zheijang in Cina, l'Università di Osaka in Giappone, e l'Università Sung
Kyun Kwan in Corea del Sud hanno la foglia del ginkgo nel loro logotipo.
In Occidente, l'artista Larry Kirkland, incaricato di progettare l'entrata del
- 18 -
3. IDENTITÀ
IZ Il murale di Kirkland è esposto nell'atrio del Keck Center a Washington, all'angolo fra
la Sesta Strada e la "E" .
1 3 Il sito web Ginkgo Dreams (www. ginkgodreams.com) offre una vasta gamma di pro
dotti e oggetti d'arte ispirati alla foglia di ginkgo.
- 19 -
PARTE I - PROLOGO
1 4 Per gli usi del ginkgo nelle architetture Art Nouveau di Nancy e Praga, cfr. KwANT,
Ginkgo biloba e l'Art Nouveau nella scuola di Nancy e Ginkgo biloba e l'Art Nouveau a Praga.
1 5 La retrospettiva di George e Gilbert è recensita da WYMAN 2008; il catalogo è stato
pubblicato da BIRNBAUM - B RAC EWELL 2005.
1 6 L' albero di ginkgo sotto al quale si dice che Confucio abbia insegnato è spesso rap
,
presentato come un albicocco. E un errore derivante dal termine cinese hsing, "albicocca ar
gentata" . Per ulteriori dettagli sul Confucianesimo, ginkgo e Wofo Si - il Tempio del Buddha
Sdraiato - cfr. TAYLOR - CHOY 2005 e PoRTER - joHNSON 1 993.
1 7 Un riepilogo di antichi ginkgo in Giappone si trova in HoRI - H oRI 1 997, p. 395, la lista
dettagliata con molte fotografie di singoli alberi in Horu - HoRI 2005.
- 20 -
3. IDENTITÀ
18 Gli elenchi di singoli esemplari di ginkgo in diverse parti del mondo si trovano sul sito
web Ginkgo Pages, assieme a molte altre affascinanti curiosità.
1 9 Sei ginkgo sono sopravvissuti ali" esplosione della bomba atomica a Hiroshima, uno dei
quali si trova a 1 . 5 km dali" epicentro (Kwant, Ginkgo Pages. http: / / kwanten.home.xs4all.nl /
hiroshima.htm).
- 21 -
PARTE I - PROLOGO
zo Il Morton Arboretum è il secondo arboreto più antico negli Stati Uniti, dopo l'Arnold
Arboretum a Harvard.
Z l Per informazioni su Goethe e Marianne Will e mer cfr. UNSELD 2003 . Il libro di Goethe
- 22 -
3. IDENTITÀ
delle piante (GOETHE 1 790), è generalmente considerato il primo studio scientifico della forma
dei vegetali.
zz «Una pianta è tutta foglia, da cima in fondo» è la traduzione di un passaggio di una
lettera scritta da Goethe a Johann Gottfried van Herder il 1 7 maggio 1 787. Sulla ricerca da
parte di Goethe di un Bauplan e di un fondamentale tema unificante nella forma delle piante si
rimanda a I<APLAN 200 l .
- 23 -
Parte II
L"' albero vivente
Pagina precedente: i grandi zhong-rn o chi-chi, simili a stalattiti, sul ginkgo di Kitakanega
sawa, Honshu del Nord, Giappone.
4.
Energia
L'eleganza di una foglia di ginkgo inizia col suo picciolo; esso è lungo,
talvolta un po' più lungo di quanto possa sembrare appropriato in rappor
to alla lunghezza della lamina, ma picciolo e lamina si fondono elegante
mente l'uno nell'altra. Nel punto in cui si espande la lamina, emergono
dal picciolo due sottili venature, ciascuna delle quali rifornisce metà della
foglia. Le venature si dividono incessantemente nella lamina, divergendo
le une dalle altre; solo raramente questo schema di sviluppo è alterato da
-
venature convergentU
Le foglie sono di importanza vitale per un ginkgo vivente; da esse dipen
de l'autonomia energetica. Le foglie sono infatti fabbriche di energia pulita,
pannelli solari naturali, prodotti in massa, equipaggiati con sofisticati im
pianti biochimici capaci di trasformare l'energia solare in energia chimica,
che piante e animali possono usare. Questo miracolo di alchimia naturale, il
processo della fotosintesi, è stato studiato da alcune delle più raffinate menti
scientifiche del mondo. Oggi ne comprendiamo in larga parte il funziona
mento, fino al livello molecolare e atomico, ma molto ancora ci sfugge.
Il mio collega a Yale Gary Brudvig indaga il trasferimento subatomico di
l COOLIDGE 1 9 1 9 , p. 1 3 .
2 I n media, s i osservano venature convergenti in meno d i una foglia s u dieci.
- 27 -
PARTE II - L'ALBERO VIVENTE
3 Da lungo tempo le ricerche sull'energia solare hanno tra gli obiettivi la creazione della
fotosintesi artificiale e il miglioramento della sua efficienza, che è da due a tre volte inferiore a
quella dei migliori apparati fotovoltaici operanti in condizioni ottimali.
4 La misurazione della densità stomatica nelle foglie fossili di ginkgo è stata usata per
identificare le variazioni di concentrazione di CO, in ere passate. Ad alte concentrazioni di CO,
atmosferica, la densità stomatica necessaria per assicurare un adeguato rifornimento di CO, ai
tessuti fogliari interni è bassa, e viceversa.
5 In quasi tutte le piante la fotosintesi avviene principalmente nelle foglie, ma in ginkgo
anche i tessuti nutritivi dei semi in maturazione svolgono la fotosintesi e contribuiscono si
gnificativamente a produrre l'energia necessaria per la propria crescita e in ultima analisi per
quella dell'embrione che da essi trae nutrimento.
- 28 -
4. ENERGIA
parte degli animali e nelle piante, poiché l'energia presente nei carboidrati
e in altri composti è usata per sostenere una miriade di processi vitali. An
che in tempi geologici i prodotti della fotosintesi si ritrasformano quando
i composti del carbonio, sepolti dopo essere stati prodotti da organismi di
ere passate, affiorano in superficie e reagiscono con l'ossigeno atmosferi
co. Comunque, se questi composti del carbonio non entrano in contatto
con l'ossigeno, quindi se vengono letteralmente cancellati dall'equazione
come, per esempio, nel caso in cui siano profondamente sepolti e confinati
in oceani o paludi - allora l'ossigeno emesso dalla fotosintesi si accumula.
In questo modo, due miliardi di anni fa, l'ossigeno prodotto da anti
chissimi batteri fotosintetici si è accumulato a tal punto che ha cambia
to le condizioni fondamentali per la vita. Tossico per i primi organismi
microbi ci, l'ossigeno divenne presto essenziale e indirizzò l'evoluzione
biologica verso nuove direzioni. Il suo accumulo in atmosfera creò nuove
opportunità per altri tipi di organismi e favorì lo sviluppo di nuovi processi
biologici. L'impatto a lungo termine della fotosintesi sul nostro mondo è
stato vasto; è stata una fase fondamentale nella storia della vita, alla quale
possiamo far risalire l'origine del ginkgo e, in ultima analisi, quella della
nostra stessa specie. 6
La magia della fotosintesi risiede nella clorofilla, la molecola che rende
verdi le piante. Molte molecole di clorofilla sono riunite insieme all'interno
di piccoli dischi verdi che catturano la luce, i cloroplasti, vitali per il fun
zionamento della maggior parte dei milioni di cellule vegetali che costitui
scono una foglia di ginkgo. Ogni cellula può contenere fino un centinaio di
cloroplasti; ce ne sono centinaia di milioni in una singola foglia. 7
Il trucco della molecola di clorofilla, assistita da altri pigmenti che as
sorbono la luce, è il rilascio di un elettrone per ogni fotone di luce assorbi
ta. L'elettrone viene veicolato attraverso complessi biochimici intermedi
in meno di un millesimo di secondo e trasporta l'energia che alimenta i
processi più lenti, tramite i quali la C0 2 viene assorbita dall'aria, combinata
con l'idrogeno e trasformata in zuccheri semplici.8
L'acqua è la materia prima fondamentale della fotosintesi; la scompo
sizione chimica delle molecole di acqua fornisce idrogeno e sostituisce gli
6 Tra i diversi tipi di batteri fotosintetici, i cianobatteri (alghe verdi-azzurre) sono stati i
primi a presentare il tipo di fotosintesi svolto dalle piante.
7 Una singola foglia di ginkgo di medie dimensioni può contenere circa cinquanta milioni
di cellule, sulla base di stime approssimative ottenute da microfotografie a scansione delle su
perfici superiore e inferiore e da sezioni trasversali.
s Altri importanti pigmenti fotorecettori, i carotenoidi, danno agli alberi decidui le tona
lità gialle e arancioni delle chiome autunnali.
- 29 -
PARTE II - L'ALBERO VIVENTE
elettroni persi dalla molecola di clorofìll a nella fase di cattura della luce.
L'acqua è indispensabile anche per altri essenziali processi vitali. Essa era
disponibile per le prime piante che vivevano in mare, nei laghi o negli sta
gni, ma quando l'evoluzione ha creato le opportunità per spostarsi sulla
terra si è presentata una sfida di basilare importanza: come superare la scar
sa disponibilità di acqua? In gran parte, il successo delle piante sulla terra e
tutto ciò che ne è seguito, inclusi noi stessi, è stato il trionfo della gestione
biologica dell'acqua.
Una foglia fresca di ginkgo è turgida, piena di acqua; il picciolo è rigido.
Tuttavia, se si stacca dall'albero, cambia presto aspetto. La lamina diventa
molle; ciò che era fresco e sodo diventa flaccido, quasi membranoso; è
la pressione dell'acqua in innumerevoli cellule che mantiene la foglia rigi
da. Quando l'acqua perduta non viene sostituita, la foglia appassisce. Per
le piante, come per gli animali, la carenza di acqua può essere fatale; per
svolgere la loro funzione di generatori di energia, le foglie devono rimane
re idratate. Nelle foglie della maggior parte degli alberi ci sono venature
grandi che riforniscono venature via via più piccole e queste ultime sono
connesse tra loro, formando un reticolo. La reticolatura porta con sé la
ridondanza, che funge da salvaguardia contro i danni, mentre l'architet
tura delle venature consente a una singola grande venatura di rifornirne
molte altre più piccole. Tuttavia il ginkgo adotta una differente strategia;
l'architettura del suo rifornimento di acqua è unica tra tutti gli alberi del
mondo. Le differenze tra venature sono poco visibili e l'intera foglia è ali
mentata dalle due sottili venature che dal picciolo si immettono alla base
della foglia. Soltanto in una foglia su dieci si possono osservare venature
confluenti e in ogni caso queste reticolazioni sono rare. È un sistema pe
culiare, simile all'irrigazione a goccia: l'acqua percola dalle venature verso
i tessuti adiacenti. 9
Mantenere al giusto livello il contenuto idrico delle foglie è una sfida
anche nei periodi favorevoli, ma diventa ancora più difficile quando il suolo
si prosciuga e l'acqua scarseggia. L'acqua evapora dalle foglie e si disperde
anche attraverso gli storni. Quando l'acqua è abbondante e la temperatura
elevata, la perdita di acqua è un fattore positivo: è l'equivalente botanico
del sudore e grazie a ciò le foglie si mantengono fresche. La perdita di
acqua dalle foglie inoltre richiama acqua dalle radici, che viene distribuita
ad ogni ramo, rametto e ad ogni foglia della chioma, ma mantenere tutto
questo processo in equilibrio è essenziale: se viene perduta troppa acqua e
9 Mano a mano che si ramificano, divergendo dalla base fogliare, le venature fogliari del
ginkgo diventano più sottili e contengono meno cellule che conducono acqua, dette tracheidi.
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4. ENERGIA
IO La resina mucillaginosa delle foglie di ginkgo si deposita in file semplici in ogni area
interposta tra due venature.
- 31 -
PARTE II - L'ALBERO VIVENTE
1 1 Per ulteriori dettagli sui fattori che determinano la caduta delle foglie si rimanda a
TRESHLOW 1 970.
- 32 -
4. ENERGIA
12 Le duefoglie di ginkgo, di Otto Crusius, già presidente della Accademia Bavarese di Scien·
ze, citato nella traduzione di Unseld da Northcott (UNSELD 2003): <<Foglie di ginkgo, stanche
dell'estate, brillanti come una cedronella. Volteggiate in basso, verso le panchine, volteggiate,
sussurrate 'ti ricordi?'>>.
1 3 Il Parco Meiji-Jingu nel distretto Kasumigoka di Tokyo commemora l'Imperatore Meiji
morto nel l912.
1 4 Il ginkgo della Dorsch Public Library a Monroe è un parziale omonimo del personag
gio principale nel "Lotus Ginkgo Show", autoproclamatosi come il programma più duraturo
della TV pubblica via cavo di Monroe.
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PARTE II - L'ALBERO VIVENTE
1 5 n consenso, NEMEROV 1 977, p. 476. Per questo poema, Nemerov fu ispirato da un piccolo
gruppo di ginkgo che crescevano fuori del suo ufficio nel campus della Washington Universi
ty a Saint Louis (comunicazione personale di Peter Raven, Missouri Botanica! Garden, Saint
Louis).
- 34 -
5.
Crescita
Matthew Hargraves, uno dei curatori presso il Centro per l'Arte Britan
nica di Yale, fa notare che dal tardo XVIII fino a metà del XIX secolo «1' albero
ha quasi sostituito la figura umana come banco di prova del talento artisti
co». Ogni artista che osserva un ginkgo da vicino non si lascia sfuggire la sua
forma insolita. Anche quando le foglie sono cadute, il ginkgo è inconfondi
bile; nei primi decenni della loro lunga vita, gli alberi di ginkgo hanno una
chioma rada, con rami ben distanziati che si distendono come lunghe, sottili
e spigolose dita. Il loro caratteristico profilo è diverso da quello di qualunque
altro albero. A differenza delle foglie, l'architettura di un albero di ginkgo è
priva di eleganza, che invece è propria - ad esempio - dell'olmo americano. 1
I rami di un ginkgo adulto presentano un'altra caratteristica distintiva.
Infatti essi mostrano delle brevi protuberanze cilindriche, simili a gemme:
sono i cosiddetti brachiblasti, o rami corti, ognuno dei quali cresce solo po
chi millimetri all'anno, mentre i rami che li portano possono essere invece
molto lunghi. Questi ultimi crescono velocemente grazie a una gemma
apicale, che in una stagione vegetativa può produrre fino a 30 cm di nuovo
ramo. Una analoga differenziazione tra rami lunghi e corti si presenta in
molti altri alberi, come ad esempio i meli, e corrisponde a una divisione dei
compiti tra rami normali con foglie distanti tra loro, che provvedono all' ac-
l Il commento sui ritratti artistici degli alberi è tratto da HARGRAVES 20 1 0 . I ginkgo si nota
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PARTE II - L'ALBERO VIVENTE
- 36 -
5 . CRESCITA
4 Per ulteriori dettagli sull'espressione e sviluppo di rami lunghi e corti in ginkgo, cfr.
GUNCKEL et al. 1 949.
5 Cfr. il capitolo 3 e UNSELD 2003 per ulteriori dettagli su Goethe e sul significato del
poema inviato a Marianne Willemer. Cfr. il capitolo 26 per maggiori informazioni su Linneo e
sull'origine del nome del ginkgo.
- 37 -
PARTE II - L'ALBERO VIVENTE
6 Le cellule che conducono l'acqua, che nella maggior parte degli alberi si trovano negli
anelli esterni del legno, sono morte. Si formano da una fila di cellule poste immediatamente
sotto la corteccia, capaci di dividersi attivamente (cellule del cambio) e una volta formate van
no incontro rapidamente a morte cellulare programmata.
7 All 'inizio della stagione vegetativa, in molti alberi, quando la linfa inizia a risalire, gli
zuccheri conservati nelle radici e nei tessuti vivi della parte inferiore del tronco, incluse le
cellule dei raggi midollari che attraversano il legno dal centro alla periferia, vengono mobiliz
zati e portati in soluzione nelle cellule. Ciò richiama acqua dal suolo, che aumenta il volume
dei fluidi nella parte inferiore del tronco e spinge la linfa verso l'alto. Questo processo viene
sfruttato dall'uomo per raccogliere la linfa, ad esempio dall'acero zuccherino. Solo in queste
- 38 -
' I!.L. I S 6 .
J J) .J
Fig. 7. Ginkgo biloba, all'epoca identificato come Salisburia adianthifolia, illustrato nella Flora japonica di
P.F. von Siebold e J G. Zuccarini ( 1 83 5 · 1 870).
Fig. 8 . Tavola con cornice di legno di ginkgo, sulla quale sono stati dipinti alcuni aspetti della pian
t a . L' opera è stata e seguita da Chikusai Kato per l ' Unive rsità di Tokyo nel 1 8 7 8 .
10
11
12
13
5. CRESCITA
circostanze speciali e in questo particolare periodo dell'anno nei sistemi di conduzione degli
alberi si instaura una pressione dal basso verso l'alto.
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PARTE II - L'ALBERO VIVENTE
- 40 -
6.
Statura
l Dalla traduzione inglese del classico testo buddhista eseguita da Eknath Easwaran
(EASWARAN 2007, p. 1 26).
2 Per una biografia di Philipp Franz von Siebold (1 796- 1 866), cfr. THIEDE et al. 2000,
KoUWENHOVEN - FORRER 2000 e i reperti e le pubblicazioni del Museo Siebold a Leida (www.
sieboldhuis.org) e Nagasak.i (http: l l www.city.nagasak.i.lg.jp l kanko l 820000 l 828000 l p027288.
htrnl). Per informazioni sull'origine di Madama Butterfly, cfr. VAN RIJ 200 1 .
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PARTE II - L'ALBERO VIVENTE
Dalla metà del XVI secolo fino all'epoca della spedizione di Perry, era
Nagasak.i, con la sua bella baia naturale, l'unico porto che collegava il Giap
pone all'Occidente. Il commercio era controllato attraverso il monopolio
detenuto dalla compagnia olandese delle Indie orientali. Le navi della com
pagnia portavano merci occidentali dall'Olanda al Giappone e ritornavano
cariche di fini ceramiche e altre mercanzie che hanno contribuito ad accen
dere l'interesse europeo per il Giappone. Le élite di Amsterdam, Londra
o Parigi potevano ordinare serviti di porcellane giapponesi fatti su misura
nei forni di Kyushu. È in questo ambiente che Siebold si trovò al suo arri
vo a Nagasak.i nel 1 823 , in qualità di medico del remoto avamposto della
rete commerciale olandese. Sulle orme di Engelbert Kaempfer e Carl Pe
ter Thunberg, due suoi predecessori anch'essi al servizio della compagnia
olandese delle Indie orientali, egli divenne uno dei primi tre grandi esplora
tori botanici del Giappone e un pioniere degli studi giapponesi in Europa.
Siebold aveva studiato medicina all'Università di Wi.irzburg, era un
membro della Società di storia naturale Senckenberg a Francoforte ed era
molto influenzato dalle avventure e dai resoconti di Alexander von Hum
boldt. Il suo sogno era di imitare le esplorazioni di Humboldt in paesi lon
tani e quando fu inviato in Giappone come ufficiale medico, Siebold colse
subito questa opportunità. Egli passò il tempo trascorso là per raccogliere
informazioni dettagliate sul paese, sulle sue piante e gli animali, sulla sua
cultura e sulle persone che incontrava.
Nei sette anni trascorsi da Siebold a Nagasaki, il Giappone era ancora
quasi completamente chiuso ai contatti col mondo occidentale. Gli olan
desi erano confinati sull'isola di Deshima nella baia di Nagasaki, le impor
tazioni ed esportazioni di beni erano mantenute sotto stretto controllo e
c'erano pochi contatti con la popolazione locale. Tuttavia, in qualità di me
dico e particolarmente di oculista e ostetrico con esperienza di medicina
occidentale, Siebold godeva di una insolita libertà di lasciare l'isola per cu
rare pazienti giapponesi e raccogliere erbe. Reclutò anche alcuni studenti
che lo aiutarono ad acquistare un terreno e a stabilirvi la prima scuola per
l'insegnamento della medicina occidentale in Giappone.3
Durante le visite domiciliari a Nagasak.i, Siebold incontrò una donna
del luogo, Kusumoto Tak.i detta anche Sonogi, e se ne innamorò. Siebold
aveva 27 anni e Sonogi 16 quando si incontrarono. Egli scrisse a suo zio che
«Si era molto affezionato a una dolce ragazza Giapponese sedicenne, che
non vorrei cambiare con un'Europea». Sonogi fu una dei pochi giapponesi
3 Il Museo Siebold di Nagasaki, costruito sul modello della casa di Siebold a Leida, sorge
vicino al sito dove si trovava la scuola medica di Siebold, Narutaki juku.
- 42 -
6. STATURA
4 Nella Flora]aponica, Siebold coniò il nome Hydrangea otaksa dal soprannome che aveva
dato a Sonogi. Il nome oggi accettato per questa specie è Hydrangea macrophylla (Thunb.) Ser.
Oggi questa specie, comunemente nota come ortensia a foglie grandi, è l'ortensia più popolare
nei giardini domestici (KOUWENHOVEN FoRRER 2000).
-
5 La mappa donata a Siebold era stata completata nel 1 8 1 8 e stampata solo nel 1 823,
a seguito di accurati rilievi delle coste e delle isole del Giappone eseguiti da una squadra di
quattordici tecnici. A quell" epoca era la mappa più dettagliata disponibile per il Giappone set
tentrionale (cfr. MuRDOCH 2004, pp. 555-558).
6 Secondo una versione alternativa dell'incidente, riferita in Storia del Giappone di Mur
doch sulla base del contenuto del diario di Siebold alla data 16 dicembre 1 828, Siebold fu tradì-
- 43 -
PARTE Il - L'ALBERO VIVENTE
to da Yoshio Tsujiro, un interprete che lo stava aiutando a tradurre alcuni libri giapponesi (cfr.
FRANZ 2005, p. 37; TOTMAN 1 993, p. 5 1 0).
7 Oin e era una bambina curiosa e all'età di diciannove anni fu indirizzata a srudiare oste
tricia da Ninorniya Keisaku. Fu nominata ostetrica imperiale nel 1 877.
s Per informazioni sulla vita di Oine, cfr. KouwENHOVEN - FORRER 2000, p. 25.
9 Le tre opere furono pubblicate in diversi volumi nel successivo quarto di secolo.
- 44 -
6. STATURA
Ehret, dei fratelli Bauer e di molti altri. I libri diventarono il nucleo di una
delle più grandi collezioni di arte botanica del mondo. Tuttavia, ci sono
esempi di arte botanica interessanti nella collezione di botanica economica
di Kew; particolarmente insolita è una serie di 26 tavole !ignee, ciascuna
con una pianta dipinta direttamente sulla superficie. Come la Flora]aponi
ca, anche queste tavole si ricollegano a Siebold. 10
Ogni tavola, lunga circa 30 cm e larga 20, è racchiusa in una cornice
costruita con pezzi di piccoli rami. Le cornici e le tavole sulle quali sono
dipinti i disegni sembrano realizzate dalle piante che vi sono illustrate. Una
è etichettata "Ginkgo biloba, Linn." e col nome della pianta scritto in ca
ratteri cinesi Kanji e giapponesi Katakana, entrambi nel vecchio sistema da
destra a sinistra.
I registri di Kew non suggeriscono quando e dove questa strana xilote
ca è stata costruita, né come è arrivata a Londra, ma analoghe collezioni
di tavole all'Orto botanico Koishikawa a Tokyo, all'Orto botanico di Ber
lin-Dahlem e all'Erbario dell'Università di Harvard, così come una colle
zione privata in Gran Bretagna, ci offrono alcuni indizi. Sul lato posteriore,
molte portano lo stesso sigillo rosso di Chikusai Kato, il primo disegnatore
botanico impiegato all' Orto botanico Koishikawa, oggi parte dell'Universi
tà di Tokyo. Il sigillo incorpora la scritta "Primavera, successo creativo" con
la data " 1 1 Meiji" , 1 878 nel calendario occidentaleY
Sia le collezioni di Kew, sia quelle di Berlino contengono una tavola
con l'illustrazione di un ginkgo. La scritta in caratteri cinesi sulla tavola di
Berlino recita: «L'albero del nonno del nipote, più formalmente albicocco
d'argento». Le due illustrazioni di rametti di ginkgo con foglie e piccioli di
giovani semi sono molto simili e inoltre ricordano da vicino il dipinto di
ginkgo prodotto da Chikusai Kato per l'Orto botanico Koishikawa. Parti
dei rami e dei brachiblasti nelle tre illustrazioni sono quasi identiche e il
modo in cui sono disegnati i semi maturi con i loro piccioli è esattamente
lo stesso. Solo pochi dettagli della tavola di Kew non compaiono nell'illu
strazione di Berlino, ma tutti sono osservabili nel dipinto di Kato. 12
Chikusai Kato lavorò per Keisuke lto, uno dei primi professori all'Orto
botanico dell'Università di Tokyo, che aveva incontrato il giovane Siebold
IO Le collezioni di arte botanica a Kew comprendono oltre 200.000 pezzi, tra cui stupefa
setsu (fllustrazioni degli alberi e delle erbe dell'Orto Botanico di Koishikawa), curato da Keisuke Ito
( 1 803-190 1 ) e Hika Kaku ( 1 786-1 884); cfr. ITO - KAKu 1 8 8 1 - 1 883 .
- 45 -
PARTE II - L'ALBERO VIVENTE
nel 1 826. Kato può essere stato influenzato anche da Keiwa Kawahara,
un artista che lavorò per Siebold durante la sua permanenza a N agasaki.
Come conseguenza, lo stile di questi tre ritratti di ginkgo combina tra
dizioni giapponesi e europee e riflette le prime influenze occidentali sul
Giappone. n modo in cui sono raffigurati i rametti ha una chiara influenza
giapponese, ma la raffigurazione separata dei dettagli botanici è ripresa
dalla tradizione scientifica occidentale, che quasi certamente fu introdotta
da Siebold.
n legno di ginkgo usato per costruire le tavole delle xiloteche di Kew e
di Berlino ha la stessa struttura di base di quello di quasi tutte le piante le
gnose. Se abbattete un ginkgo, il suo tronco vi apparirà esattamente come
quello di un qualsiasi albero; solo uno specialista saprebbe distinguerlo da
quello di un pino o di un cedro. La parte esterna è completamente circon
data da una stretta striscia di corteccia; subito all'interno vi è una zona di
tessuti più soffici; il resto del tronco è composto da legno.
Nella sua parte esterna, dove avviene il trasporto di acqua e nutrienti, il
legno è di colore chiaro ma il centro del tronco, o cuore, è scuro e non ha
alcun ruolo nella conduzione dell'acqua. Le sue cellule sono spesso ottura
te da depositi di vario tipo che si accumulano nel tempo. Ciò nonostante, il
cuore ha importanza vitale: la resistenza di questa densa colonna centrale
è fondamentale per assicurare sostegno meccanico all'albero.
Quasi tutti i tessuti che costituiscono i rametti, i rami e tutto il tronco
di un ginkgo adulto sono prodotti nello stesso modo. A parte la corteccia,
essi derivano da un delicato cilindro formato da un singolo strato di cellule
vive, tecnicamente noto come cambio, posto poco al di sotto della cor
teccia, tra il legno e i tessuti più soffici esterni ad esso. Mano a mano che
crescono, le cellule di questo strato si dividono uniformemente e regolar
mente su un piano tangente alla sezione trasversale - di forma circolare -
del tronco; in questo modo esse formano nuove cellule sia verso l'esterno,
sia verso l'interno.
Quando le nuove cellule prodotte dal cambio verso l'interno raggiun
gono il pieno sviluppo, esse muoiono e diventano parte del cilindro cen
trale costituito dal legno, andando ad aggiungersi al complesso di cellule
a parete rinforzata - le cellule xilematiche - attraverso cui l'acqua viene
trasportata dalle radici alle foglie. Invece, le nuove cellule prodotte verso
l'esterno, cioè sul lato opposto del cilindro del cambio, rimangono vive e
formano la zona più soffice di tessuto fibroso immediatamente al disotto
della corteccia. Queste cellule, dette floematiche, sono la controparte fun
zionale delle cellule xilematiche conduttrici di acqua; le cellule floematiche
infatti trasportano attivamente zuccheri - prodotti nelle foglie - alle parti
inferiori del tronco e alle radici.
- 46 -
6. STATURA
- 47 -
PARTE II - L'ALBERO VIVENTE
- 48 -
6. STATURA
sole. La figura più grande, alta circa 1 ,5 m, ha la mano destra poggiata sulla
guancia. Intorno alla testa reca una iscrizione fatta col carbone. A destra e
a sinistra vi sono due figure simili ma più piccole e in alcove su ciascun lato
ve ne sono altre, disposte in due gruppi di 16, ciascuna un po' diversa dalla
successiva e con un proprio significato simbolico. Tutte le sculture sono
di Mokujik.i Shonin, uno dei più famosi monaci buddhisti giapponesi del
XVIII secolo. Nato nel 1 7 1 8 e divenuto sacerdote poco dopo i vent'anni,
egli officiò al Tempio di Edo per più di 20 anni prima di essere attratto da
una particolare setta del buddhismo che rifiuta carne, pesce e riso a favore
di una dieta di semi, foglie e frutti. Dall'età di sessant'anni fino alla sua
morte nel 1 8 1 0 a 93 anni, Mokujik.i Shonin viaggiò di tempio in tempio nel
Giappone centrale e scolpì più di mille statue lignee di Buddha.
Era già quasi ottantenne quando visitò per la prima volta il tempio di
Ojiya, ma al suo ritorno diversi anni dopo il vecchio tempio era stato di
strutto, bruciato da un incendio scoppiato per cause fortuite. Egli allora
decise di rendere unico il nuovo tempio. I residenti del villaggio portarono
pezzi di un grande albero di ginkgo che avevano abbattuto più in basso
nella valle. In poco più di tre settimane, nell'agosto 1 803 , li trasformò nelle
straordinarie figure che formano il cuore del tempio di Ojiya. 13
- 49 -
7.
Sesso
- 50 -
7. SESSO
dui maschili a quelli femminili, essenziale precursore alla fusione dei game
ti - ha luogo in primavera. La effettiva fusione dei gameti, con conseguente
formazione di un embrione, segue nella tarda estate o all'inizio dell'autunno ;
il seme che ne risulta, contenente l'embrione di una nuova giovane pianta,
viene disperso un mese o due più tardi. Generalmente, dall'impollinazione
fino al momento in cui il seme germina passa circa un anno.
Una caratteristica fondamentale della riproduzione sessuale, che deri
va dalla combinazione dei cromosomi di ciascun gamete, è che la prole
non è esattamente uguale né all'uno né all'altro dei genitori. In un modo
complicato, attraverso meccanismi mediati a livello del DNA, una nuova
giovane pianta o un nuovo giovane animale combina i tratti di ambedue
i genitori. Inoltre, nello sviluppo dei gameti sia maschili, sia femminili, il
DNA che si trova sui cromosomi viene ricombinato. Di conseguenza, la
combinazione di caratteristiche codificate dal DNA in ciascuno sperma e
in ciascuna cellula uovo non è mai la stessa. Questi sono i motivi per cui
fratelli e sorelle sono raramente identici; nel caso di un maschio e di una
femmina di ginkgo, ciò significa che il patrimonio genetico di ciascuno dei
propri discendenti, cioè di ogni embrione all'interno di ciascun seme che si
sviluppa sugli individui femminili, è unico.
Un altro elemento importante nello sviluppo dei gameti - e indispen
sabile preludio alla loro fusione - è il dimezzamento del numero cromoso
mico, in assenza del quale la fusione dei gameti produrrebbe un embrione
con quattro corredi cromosomici, ossia il doppio rispetto ai genitori. In
ginkgo e in tutte le altre piante il dimezzamento del numero cromosomi
co, che avviene allo stesso momento della ricombinazione del DNA, ha
luogo durante la formazione dei granuli di polline e dentro gli ovuli dove
si formano le cellule uovo.
Lo scienziato tedesco del XVII secolo Rudolf Jacob Camerarius fu il
primo a cominciare a sviluppare la comprensione in termini scientifici
dell'importanza cruciale che riveste il trasporto di polline per la produzio
ne di semi. I botanici precedenti, come John Ray e Nehemiah Grew, aveva
no avanzato suggerimenti simili, ma nel suo studio dei gelsi, Camerarius
aveva osservato che le piante femminili cresciute lontano da quelle ma
schili producevano frutti privi di semi. Egli condusse esperimenti anche su
piante di ricino e granturco e dimostrò che se venivano rimosse le parti che
producono il polline, i semi non si formavano. 2
Fin dai primi incontri dell'uomo col ginkgo, deve essere stato chiaro
che i semi sono prodotti soltanto su alcuni alberi e non su altri. La cogni-
z Camerarius ( 1 665· 1 72 1 ) riferì i suoi risultati sulla riproduzione delle piante nella sua
pubblicazione intitolata De sexu plantarum epistola, del 1 694.
- 51 -
PARTE II - L'ALBERO VIVENTE
zione che sono necessari alberi di due diversi tipi per produrre semi ha
richiesto un ulteriore progresso mentale, ma in ogni caso è stata acquisita
molto prima della comprensione scientifica del processo. Quella che sem
bra essere la prima fonte scritta sul ginkgo in Cina nel X secolo contiene
l'affermazione «lasciamo crescere gli alberi maschi e femmine di ginkgo
uno accanto all'altro, allora si formerà il frutto».3
Il ginkgo è relativamente insolito tra le piante che portano semi, perché
porta gli organi riproduttivi maschili e femminili su individui separati. I
pini, per esempio, hanno coni maschili e femminili separati ma entrambi
portati sulla stessa pianta che quindi è ermafrodita. È più frequente ave
re gli organi maschili e femminili riuniti nella stessa struttura, come nella
maggior parte degli alberi da fiore, quali ciliegi e magnolie, dove nello stes
so fiore l'apparato maschile che produce il polline circonda quello femmi
nile che produce i semi.
Ciononostante, Darwin fu il primo a suggerire che la completa separa
zione dei sessi nelle piante potrebbe fornire vantaggi, in condizioni appro
priate, grazie alla divisione del lavoro nella produzione di gameti. Da allo
ra, sono state studiate in dettaglio le condizioni nelle quali il cambiamento
dall'ermafroditismo alla separazione dei sessi potrebbe risultare favorito
e ora sappiamo che ciò deve essere avvenuto indipendentemente più di
un centinaio di volte nelle piante con fiori. L'idea di base è semplice: se la
specializzazione come maschio e femmina è vantaggiosa per una pianta
rispetto alla condizione ermafrodita in termini di trasmissione di un mag
gior numero dei propri geni alla generazione successiva, allora la selezione
naturale tenderà a orientare in quella direzione le popolazioni che si svilup
pano successivamente.4
Piccole differenze nella disposizione degli organi sessuali nelle piante
hanno conseguenze importanti. In piante quali ciliegi e magnolie, dove
gli organi maschili e femminili si trovano nello stesso fiore, Darwin si rese
conto che l'autoimpollinazione e l'autofecondazione possono presentarsi
spesso, sebbene molte piante abbiano evoluto meccanismi ingegnosi per
prevenirle. Nei pini, che hanno coni maschili e femminili distinti sulla stes
sa pianta, le occasioni di autoimpollinazione possono essere ridotte, ma ciò
3 Secondo Science and Civilization in China, il primo riferimento al ginkgo si trova nel Ko
Wu Tshu Than (Semplici discorsi sull'investigazione delle cose), scritto da Tsan-Ning, un "monaco
erudito" . L'opera è una serie di brevi affermazioni circa i fenomeni naturali, scritte intorno al
980 d.C. ; cfr. NEEDHAM 1986, p. 49 1 .
4 La transizione evolutiva da specie composte interamente da individui ermafroditi a spe
cie con maschi e femmine separati (dioicismo) è documentata molto bene nelle piante a fiore.
In molti casi, il fiore contiene le tracce o organi vestigiali dell'altro sesso, una indicazione della
separazione tra maschio e femmina relativamente recente nella storia evolutiva.
- 52 -
7. SESSO
5 Cfr. Lru et al. 2006 per dettagli sulla descrizione dello sviluppo dei coni pollinici di ginkgo.
6 È probabile che i granuli pollinici di ginkgo non rimangano vitali a lungo dopo la loro
dispersione, ma in condizioni di laboratorio possono sopravvivere fino a sedici mesi (NEwco
MER 1 939).
- 53 -
PARTE II - L'ALBERO VIVENTE
- 54 -
7. SESSO
s Lo sviluppo di più di un embrione maturo in un unico seme avviene nel 2% circa dei
semi. Cfr. STUPPY et al. 2009, p. 24 per una foto di due plantule che emergono da un solo seme
di ginkgo.
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PARTE Il - L'ALB E RO VIVENTE
foglie cotiledonari che rimangono immerse nel tessuto nutritivo del seme.
Stranamente, queste foglie sono verdi sebbene restino sempre all'interno
del seme, senza espandersi. La radice cresce attraverso l'apice del seme e
mentre le foglie cotiledonari si allungano, il nuovo apice del fusto è spinto
fuori dal seme nella stessa direzione, diventa verde e comincia a crescere
verso l'alto, in direzione della luce e contro la forza di gravità, mentre pro
duce nuove foglie, in posizioni alternate una dopo l'altra, sul primo ramo
lungo dell'albero.
Alan Mitchell, uno dei grandi specialisti inglesi di alberi del tardo XX se
colo, riteneva che le femmine di ginkgo producessero i loro primi semi all'
età di 25 o 30 anni. Probabilmente gli alberi maschili raggiungono la ma
turità all'incirca allo stesso tempo. Prima di allora è impossibile distinguere
un maschio da una femmina. Ma quei due o tre decenni non sono trascorsi
invano: gli alberi si sono accresciuti e hanno accumulato riserve di ener
gia. I loro rami danno l' opportunità di produrre un gran numero di coni
pollini ci e ovuli. Quando l'embrione inizia la sua crescita, possiede solo un
gruppo di cellule attive che possono produrre fusto e nuove foglie, ma ogni
volta che si forma una nuova gemma, si aggiunge un nuovo gruppo. All ' e
poca della maturità, ci sono decine di migliaia di queste gruppi di cellule,
detti meristemi apicali, tutti potenzialmente in grado di produrre nuovi
rami e foglie. In circostanze appropriate possono produrre anche granuli
di polline e ovuli, che portano i gameti al loro interno. Con lo sviluppo dei
gameti, il DNA del nuovo genitore, con la sua unica combinazione di geni,
è pronto ancora una volta per il passaggio alla generazione successiva.
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8.
Genere
l ANGELOU 1 990.
- 57 -
PARTE I l - L'A L B ERO VIVENTE
2 LounoN 1 838 fornisce un resoconto dei primi ginkgo in Europa; cfr. anche)ACQUIN 1 8 19.
- 58 -
8. G E N E RE
Il trasporto dell'acqua nei fusti delle piante era ben noto già dall'ini
zio del XVIII secolo, grazie al lavoro del sacerdote inglese Stephen Hales.
Jacquin pertanto si domandò se un ramo femminile innestato su un albero
maschile potesse cambiare sesso. Egli ottenne una talea di un albero fem
minile, il primo identificato come tale in Europa, e la innestò sull'albero
maschile dell'Orto botanico viennese.3
L'innesto riuscì benissimo; il ramo prosperò, ma rimase femmina e
continuò a produrre semi, sebbene fosse innestato su una pianta maschile.
Esso dimostrò la sua indipendenza anche in altro modo: ogni primavera,
le sue foglie spuntavano due settimane dopo quelle del resto dell' albero,
mentre in autunno le sue foglie erano ancora verdi quando quelle di tutto
il resto dell'albero erano diventate gialle.
L'osservazione diJacquin era semplice e non inattesa, ma al tempo stes
so profonda. Dimostrò che le piante sono costituite da parti individuali con
un certo grado di autonomia e che il sesso e altri caratteri sono determinati
non a livello dell'intero organismo, come nella maggior parte degli anima
li, ma potenzialmente in singoli tessuti di diverse parti della pianta. Le os
servazioni dijacquin evidenziarono le tensioni tra chi considerava gli alberi
come organismi interi, quali un uccello o una persona, e chi li considerava
come un gruppo di organismi potenzialmente indipendenti, qualcosa di
simile a una colonia di corallo. Questa distinzione ha delle conseguenze
pratiche. La pecora Dolly, il primo mammifero clonato, fu un grande suc
cesso scientifico raggiunto non prima di metà degli anni '90. Invece, qual
siasi giardiniere può ottenere una nuova pianta da una talea; le piante sono
clonate da migliaia di anni.
Solo dopo i progressi della genetica, all'inizio del XX secolo, sono sta
ti fatti nuovi passi verso una più profonda conoscenza del controllo della
sessualità nelle piante. Grazie alla riscoperta del lavoro di Gregorio Mendel
sulle piante di pisello e alle nuove ricerche condotte dallo scienziato olan
dese Hugo de Vries alla fine del XIX secolo, divenne chiaro che i caratteri
degli organismi, incluse mascolinità e femminilità, erano ereditati tramite
"particelle" non meglio identificate. Prima di allora si riteneva, da parte di
Darwin e da altri, che l'eredità fosse controllata da qualche tipo di misce
lazione, sulla base delle osservazioni che la prole aveva spesso caratteri in
termedi rispetto ai genitori. Trent'anni dopo L'origine delle specie di Darwin,
de Vries scrisse che non aveva idea riguardo alla natura di queste particelle.
Egli non riusciva a vederle e poté soltanto dedurre la loro esistenza dai
3 August Pyramus De Candolle fu il primo, nel l 8 14, a riconoscere dei rami ovuliferi su
un ginkgo coltivato in Europa, a Bourdigny, un villaggio a circa 9 km da Ginevra.
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PARTE I I - L'A L B E RO VIVENTE
composta da cromosomi spaiati. Nelle femmine ci sono due copie del cromosoma 23 , denomi
nate XX. I maschi hanno un cromosoma lungo - il cromosoma X - e uno corto, Y.
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8. G E N E RE
6 Una situazione simile si può osservare in alcuni animali, nei quali il sesso della prole è
determinato dopo che l'embrione ha iniziato a svilupparsi e dipende dalle condizioni ambien
tali. Ad esempio, in molte lucertole e tartarughe, alte temperature in una fase critica dello svi
luppo embrionale favoriscono la produzione di femmine, mentre negli alligatori favoriscono
quella di maschi.
- 61 -
PARTE II - L' ALBERO VIVENTE
dell'uomo. Martin Hamilton, nativo del Kentucky e uno dei molti meravi
gliosi studenti che si sono formati in orticultura durante la mia permanen
za a Kew, attirò la mia attenzione verso un esempio che aveva stimolato il
suo interesse di giovane botanico. Negli Stati Uniti orientali e sud-orientali,
alcuni dei migliori luoghi dove osservare meravigliosi esemplari arborei
sono i cimiteri storici, di cui è un eccellente esempio il Cave Hill Cemetery
di Louisville, Kentucky. Esso ospita una splendida collezione di alberi che
risale a metà dell'Ottocento e include diversi grandi ginkgo. Tra questi vi
è un grande esemplare maschile, uno dei più grandi e più spettacolari del
Nord America. Nella parte alta della chioma porta uno scopazzo, ossia una
densa massa di rami che in qualche modo sono divenuti femminili e che
ogni anno producono semi in gran quantità. Questi semi contengono em
brioni perfettamente vitali, che crescono normalmente. Analoghe parziali
trasformazioni sessuali spontanee sono state documentate diverse volte su
vecchi esemplari maschili di ginkgo in Giappone.
Una prova altrettanto schiacciante di questo fenomeno proviene dalla
piantagione di ginkgo della Blandy Experimental Farm di Boyce, Virginia,
dove tra il 1 929 e il 1 947 furono piantati più di 600 ginkgo, tutti provenienti
dai semi prodotti da una grande femmina di ginkgo nel campus dell'Uni
versità della Virginia a Charlottesville. Circa la metà degli alberi è soprav
vissuta e ha cominciato a produrre coni maschili o semi dopo 20 o 30 anni.
Le osservazioni per determinare il sesso di ogni albero furono eseguite alla
fine degli anni '70 e all'inizio degli anni '80; nel maggio 1 982 fu eseguito un
rilievo particolarmente accurato tramite un cestello che permetteva l'at
tenta ispezione della chioma. 7
Per tutti gli alberi di cui fu possibile determinare il sesso, il rapporto fu
approssimativamente uno a uno: 1 5 7 femmine e 1 40 maschi. Ma il rilievo
del 1 982 rivelò un dato sorprendente. Quattro alberi registrati come fem
mine nei precedenti rilievi, sulla base della presenza di semi, si rivelarono
essere quasi per intero maschili. Questi alberi furono sorvegliati molto da
vicino nel 1 982 e tre di essi produssero da uno a sette semi ciascuno.
Districare i fattori responsabili di questa flessibilità dell'espressione ses
suale non è facile, ma forse non è sorprendente che un albero maschile pos
sa occasionalmente produrre un ridotto numero di ovuli. A lungo termine,
questo può essere un utile stratagemma per un maschio solitario, senza
una compagna. Inoltre non pregiudica la fecondazione strettamente incro
ciata normalmente controllata dal rigido sistema a sessi separati. Tuttalpiù,
- 62 -
8. G E N E RE
- 63 -
9.
Produzione di Semi
Mi piace pensare al vecchio ginkgo che cresce a Kew come uno dei più
famosi del mondo: un albero da incontrare anche a prezzo di qualche di
sagio. Vero e proprio collegamento vivente al re Giorgio III e a Sir joseph
Banks, nonché alle prime introduzioni di ginkgo in Occidente, esso avrebbe
da raccontare una storia ricca di eventi, se solo si potesse conversare con lui.
Comunque, un ginkgo altrettanto celebre cresce dall'altra parte del
mondo, nel giardino botanico Koishik.awa dell'Università di Tokyo. Questo
albero è un collegamento vivente al Giappone come era prima dell'avvento
della dinastia Meiji. Keisuke Ito, che era stato ispirato da Siebold, probabil
mente ha conosciuto questo albero quando è stato nominato professore
dell'Università. Piantato più di tre secoli fa, oggi questo ginkgo si erge a
più di 25 m, dopo essere sopravvissuto a molte vicissitudini, dal grande
terremoto di Kanto del 1 923 alle bombe incendiarie che hanno consuma
to quasi interamente Tokyo verso la fine della seconda guerra mondiale.
È una vecchia, preziosa femmina con uno speciale collegamento ai primi
passi della scienza moderna in Giappone.2
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9. PRODUZ I O N E DI S E M I
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PARTE II - L' ALB E RO VIVENTE
6 Ulteriori informazioni su Marie Stopes si possono trovare in molte biografie; cfr. HALL
1 977, BRIANT 1 962; un'antologia dei suoi lavori è pubblicata dalla stessa STOPES 1 9 1 8 e GARRETT
2007.
7 Secondo alcune fonti, l'Università di Manchester tentò di ritirare l'offerta quando i suoi
amministratori appresero che Stopes era una donna, ma in ogni caso ella ottenne l'incarico.
s Hirase lavorava al laboratorio botanico del Collegio delle Scienze dell'Università Im
periale di Tokyo. Poco dopo la sua scoperta degli spermi mobili di ginkgo, il Dipartimento di
Botanica fu spostato al Giardino Botanico di Koishikawa, dove rimase dal 1 897 al 1 935 (comu
nicazione personale di Toshiyuki Nagata, Hosei University).
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9 . PRODUZIONE DI S E M I
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PARTE I I - L'A L B E RO VIVENTE
Marie Stopes, che lavorò all'Università di Tok:yo solo pochi anni dopo
la scoperta di Hirase, pubblicò un diario delle sue esperienze giapponesi
dove si trovano diversi riferimenti all'eccitazione procurata dalle sue repli
che delle osservazioni di Hirase. Alla pagina del 1 7 settembre 1 907 si legge:
Questo è l'ultimo giorno per vedere nuotare gli spermatozoidi di ginkgo e ho
trascorso ore piacevoli in laboratorio a guardare i loro movimenti, simili a quelli
degli infusori, e le rapide vibrazioni delle loro ciglia. Non vedo l'ora di sezionare
altri semi di ginkgo!
1 1 Le osservazioni degli spermi di ginkgo da parte di Marie Stopes furono fatte esatta
mente dodici anni dopo quelle di Hirase (cfr. STOPES 1 9 10, p. 2 1 8).
1z Il lavoro di Oliver e Scott fu pubblicato nel 1903 e 1 904; per ulteriori informazioni circa
il suo significato si rimanda a ANDREWS 1 980.
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9. PRODUZIONE DI S E M I
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10.
Resilienza
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I O . RESILI ENZA
Nel 1 999, alcuni amici del suo stesso villaggio gli chiesero di progettare
e piantare un giardino nel terreno attorno alla chiesa. Raramente disposto
a dire "no" e sempre desideroso di aiutare, si mise al lavoro. Il progetto non
era finanziato, ma alcuni volontari dettero una mano con gli impianti, altri
contribuirono donando le piante. Tra le piante donate vi era un giovane
ginkgo che cresceva in un vicino giardino e che stava crescendo troppo nel
poco spazio disponibile. Era un piccolo albero, sano, ben radicato, di circa
tre metri. Lo spostamento di un albero, anche se piccolo, è sempre più dif
ficile di quanto appare, ma Brian accettò la sfida. Egli pensò che se le radici
erano ben sviluppate, l'albero avrebbe avuto buone possibilità di sopravvi
vere se fosse stato trapiantato mentre era ancora in fase di riposo invernale.
Brian aveva progettato di spostarlo dapprima in un vaso per ricevere le cure
del caso prima di essere messo a dimora.
Disgraziatamente, ciò che pareva semplice in teoria si rivelò assai dif
ficile nella pratica. Il primo problema si manifestò appena Brian cominciò
a scavare. Negli anni il terreno si era accumulato attorno al tronco ed era
difficile trovare una radice, figuriamoci liberare l'intera sfera radicale. Fi
nalmente, dopo aver scavato attorno al tronco per circa sessanta centimetri
e senza poter scavare più in profondità data la presenza di altre piante nei
dintorni, Brian trovò alcune radici laterali che spuntavano dal tronco. Al di
sotto, il tronco continuava regolarmente.
Brian a questo punto ritenne di non poter procedere nello scavo senza
approfittare troppo della generosità dei donatori e senza devastare il loro
giardino. Così, avvisando che la pianta poteva non sopravvivere al trapian
to, egli tagliò il tronco sotto le radici laterali e lo piantò in un grande vaso.
Da esperto giardiniere, sapeva di dover potare drasticamente la chioma per
aumentare le scarse possibilità di sopravvivenza del giovane albero. Infatti
una o anche due radici non avrebbero assicurato l'adeguato apporto idrico
all'intera chioma, una volta che tutte le gemme si fossero aperte in prima
vera. Quindi Brian potò con perizia il ginkgo, collocò il vaso lontano dalla
luce diretta del sole e si mise ad aspettare.
Con grande sorpresa, all'arrivo della primavera l'albero emise foglie sa
nissime sui rami non potati e rimase vigoroso per tutta l'estate e l'autunno.
L'inverno seguente Brian trovò un'adeguata sistemazione per l'albero in
una zona usata per far giocare i bambini di un asilo. Ritenne infatti che le
caratteristiche foglie del ginkgo avrebbero incuriosito i piccoli. Nel vaso le
radici si erano ben sviluppate, si era formata una buona sfera radicale e la
pianta era in pieno rigoglio a dispetto del trauma subìto.
L'estate successiva l'albero produsse una bella chioma. Sfortunatamen
te però talvolta giovani persone e giovani piante non vanno d'accordo. L'al
bero fu spezzato proprio a metà del tronco, a un metro dal suolo. La pianta
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PARTE Il - L'A L B E RO VIVENTE
z Nello Utah, una colonia clonale di pioppo tremulo, chiamata Panda, è ritenuto il più
pesante e secondo alcuni il più vecchio organismo vivente. Ha più di 47000 fusti su una superfi
cie di circa 50 ettari e si stima che pesi 6000 tonnellate. La vita media di un fusto è 130 anni, ma
alcuni stimano che delle piante geneticamente identiche - parti dello stesso clone - esistessero
diecimila o più anni fa.
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1 0. RES I L I ENZA
rami-stalattite possono spingersi verso il basso per due metri e appena toc
cano terra producono nuovi fusti, regolarmente diretti verso l'alto. Ogni
ramo-stalattite può svilupparsi fino a diventare un nuovo tronco di dimen
sioni considerevoli e può separarsi dalla pianta madre. Negli alberi molto
vecchi, con un gran numero di tronchi originati dai rami-stalattite, è spesso
difficile stabilire quale sia il tronco principale originario.
In Giappone i rami-stalattite sono detti "chi-chi" , letteralmente "mam
melle" , sulla base di una leggenda secondo cui le madri che vi indirizzano
le loro preghiere godono di una più abbondante lattazione.
In Cina essi sono chiamati zhong-ru, cioè 'stalattiti' . Lo stimolo per la
loro crescita non è noto, ma alcuni studi hanno dimostrato che essi si for
mano a partire da piccole gemme che rimangono annidate in profondità
nel legno dei rami mentre questi si sviluppano normalmente ed hanno la
capacità di riattivarsi in un secondo momento.
Ogni foglia di ginkgo ha una piccola gemma ascellare - potenzialmente
un nuovo ramo - e mano a mano che il ramo su cui si trova cresce in diame
tro, le gemme che si trovavano all'esterno talvolta vengono ricoperte dai tes
suti circostanti. Il ginkgo forma raramente chi-chi da giovane, ma il poten
ziale di crescita delle gemme "nascoste" è sempre presente in forma latente.3
Peter Del Tredici, uno dei massimi esperti mondiali di ginkgo, che lavora
all' Arnold Arboretum dell'Università di Harvard, ha dimostrato che le gem
me nascoste si costituiscono a partire dallo stadio di plantula, proprio all'i
nizio della vita di una nuova pianta, e sono una normale caratteristica della
crescita di ginkgo. In tutte le piante di ginkgo, le piccole gemme che si tro
vano nell'ascella delle foglie cotiledonari, le prime foglie prodotte dall' em
brione, restano inattive e diventano incorporate nella base dell'albero. Se
la giovane pianta viene danneggiata, come è accaduto all'albero curato da
Brian, una di queste gemme nascoste cresce verso il basso dalla base del
fusto e produce un chi-chi basale lignificato, un cosiddetto legnotubero, che
può produrre nuovi fusti e rami, nonché nuove radici. Secondo Del Tredici,
i legnotuberi forniscono anche un solido ancoraggio su terreni instabili. 4
L'effetto combinato dell'esteso sviluppo di chi-chi e della loro vigoro
sa capacità di autopropagazione produce architetture spettacolari, molto
J Chi-chi è stato tradotto anche come "capezzoli" in giapponese. FUJll 1 896 studiò l'a
natomia interna dei chi-chi e rivelò che ognuno, in prossimità del punto di attacco al ramo,
contiene all'interno un brachiblasto, le cui gemme continuano a crescere in maniera tale da
mantenersi allineate verso il basso. Queste gemme possono sbocciare al contatto col terreno,
o anche prima, e emettere nuovi fusti che crescono verso l'alto. Per ulteriori dettagli sullo svi
luppo dei chi-chi si rimanda a BARLOW - KuRCZYNSKA 2007.
4 Per dettagli sullo sviluppo dei legnotuberi si rimanda a DEL TREDICI 1 992a.
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PARTE I I - L'A L B E RO VIVENTE
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1 0. RESILI ENZA
- 75 -
Parte III
Origini e p reistoria
Pagina precedente: tre piante simili a ginkgo estinte, scoperte in Cina e risalenti al Giurassico
medio, circa 1 70 milioni di anni fa. Sono Ginkgo yimaensis (a sinistra), Yimaia recurva (a de
stra) e Karkenia henanensis (in basso).
11.
Le origini
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PARTE I I I - ORIGINI E PREISTORIA
1 Le prime collezioni del Museo svedese di Storia naturale furono quelle della Reale Ac
cademia Svedese.
z Alfred Nathorst (1 850-1 920) andò in pensione nel 1919; cenni biografici si trovano in
SEWARD 1921 e ANDREWS 1 980.
- 80 -
I l . LE O R I G I N I
desco Hans Joachim Schweitzer, esso è ricoperto dalle belle impronte ne
ro-lucenti di più di otto foglie quasi complete di ginkgo, che Schweitzer e il
collega Martin Kirchner hanno identificato come Ginkgo cordilobata. 3
La grande lastra con ginkgo dell'Afghanistan proviene da rocce del Giu
rassico inferiore, che si sono sedimentate vicino alle sponde di un antico
mare, circa 1 90 milioni di anni fa. Ciascuna foglia è divisa in sei segmenti e
ogni segmento è a sua volta profondamente bilobato. Esse sembrano foglie
di giovani piantine di ginkgo piuttosto che di esemplari adulti, ma la loro
identità non è in discussione; non serve uno specialista per vedere all'istante
il nesso con il comune albero delle nostre strade e dei nostri giardini. Que
sta lastra di per sé basta a suggerire la grande antichità della stirpe del gin
kgo, ma solleva una questione ancor più basilare: da dove viene il ginkgo?
Per collegare i ginkgo viventi alle piante con semi che sono vissute tra
3 60 e 1 90 milioni di anni fa, il criterio tradizionale è la ricerca degli antena
ti, a cominciare dai fossili considerati sicuramente connessi con i moderni
ginkgo per procedere poi verso l'esterno e all'indietro fino a considerare
altri fossili che potrebbero avere un legame con altri tipi di piante con semi.
Ginkgo cordilobata dell'Afghanistan dimostra che piante con foglie simili a
quelle dei ginkgo moderni erano già evolute all'inizio del Giurassico, tra
200 e 1 75 milioni di anni fa. Foglie simili sono note anche negli strati pre
cedenti del tardo Triassico e in particolare si distinguono le belle e ricche
raccolte di piante fossili delle rocce della Molteno Formation, che si trova
nel bacino del Karoo in Sudafrica.
I fossili di Molteno sono stati raccolti e studiati per lungo tempo da
John e Heidi Anderson al South African National Biodiversity Institute a
Pretoria. La loro imponente collezione, che conta più di 2 7000 campioni,
proviene da quasi settanta diverse località estese su un'ellisse tra la Pic
cola Svizzera e il Golden Gate - nella parte settentrionale del bacino del
Karoo - a Askeaten, Aasvoelberg e Bamboesberg in quella meridionale. I
fossili si sono conservati in forma di belle impronte in argille e siltiti scure
e grigio-giallastre.
La raccolta delle piante fossili della Molteno Formation è stato il lavo
ro di tutta la vita per John e Heidi Anderson. Ambedue sono cresciuti in
Sudafrica e avevano perso ogni speranza nel sistema basato sull'apartheid,
ma nella loro vita professionale, in decenni di isolamento quasi totale nella
3 Gli studi di Nathorst dei fossili delle Spitsbergen sono riveduti e discussi da KvAC E K et
al. 1 994. Cfr. SCHWEITZER - KIRCHNER 1 995 per ulteriori informazioni su Ginkgo cordilobata e le
altre piante fossili che lo accompagnano. Le collezioni di Stoccolma comprendono circa trenta
dei campioni di ginkgo raccolti da Nathorst (Else Marie Friis, Museo Svedese di Storia Natura
le, comunicazione personale).
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PARTE I I I - ORIGINI E PREISTORIA
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I l . LE O R I G I N I
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PARTE I I I - O R I G I N I E PREISTORIA
alla fine degli anni '70 e inizio anni '80 dello scorso secolo, era affascinante ,
sebbene non sempre incoraggiante, osservare da vicino questa rivoluzio
ne scientifica. Si trattava di un vero e proprio cambio di paradigma nella
moderna biologia evolutiva. Anche restarne ai margini era esaltante. Il ri
sultato fu una nuova base teorica che permetteva di prendere in esame e
risolvere le questioni riguardanti le relazioni evolutive .4
La scoperta fondamentale di Hennig fu l'individuazione di un rappor
to gerarchico tra diversi tratti posseduti dagli organismi, che rendeva con
vincente l'uso di un semplice modello di processo evolutivo filogenetico.
Indipendentemente dai tratti considerati, che possono variare da struttu
re caratteristiche degli organismi a sequenze di DNA, il ragionamento di
Hennig ne contemplava l'uso per definire gruppi sempre più ristretti anni
dati uno dentro l'altro come una matrioska . L' appartenenza ai gruppi defi
nisce le relazioni filogenetiche con i gruppi ai diversi livelli della gerarchia.
In pratica, ciò significa che le relazioni sono definite in modo relativo.
Ad esempio, i ginkgo e le conifere sono considerati più strettamente colle
gati tra loro che con i muschi, poiché entrambi appartengono a un gruppo
di piante, le piante vascolari, definito dalla presenza di cellule in grado di
condurre l' acqua grazie a pareti dotate di una speciale struttura di soste
gno. Allo stesso modo, i ginkgo e le conifere sono considerati più affini tra
loro che alle felci, poiché appartengono a un gruppo di piante definito per
mezzo della capacità di produrre gli imponenti tessuti legnosi che si osser
vano comunemente nel tronco di un albero. Nessuna felce vivente produce
legno o diventa un albero. Al successivo livello gerarchico, i ginkgo e le
conifere appartengono a un gruppo più inclusivo, le piante con semi, che si
riproducono tramite semi anziché tramite spore, e così via.
In molti casi la gerarchia di questi tratti caratteristici non è chiara e i
livelli di relazione sono difficili da capire . Talvolta capita che tratti diversi
suggeriscano gerarchie diverse, che a loro volta implicano l'adozione di
modelli filogenetici in contrasto tra loro. La situazione diventa ancora più
complicata quando si considerano le forme fossili, per le quali non tutte le
informazioni chiave sono disponibili.
Occorre poi considerare che non è facile confrontare organismi che
differiscono vistosamente per struttura e biologia . Per esempio, come si
4 Una sinossi delle idee di Heruùg fu pubblicata in inglese nel 1 965 (HENNIG 1965). Il
libro di Heruùg fu tradotto in inglese principalmente a cura di Rainer Zangerl, specialista di
pesci fossili e mio predecessore a capo del Dipartimento di Geologia al Field Museum di Chi·
cago (cfr. HENNIG 1 966). HuLL 1 988 dà indicazioni sul genere di dibattito - vigoroso e talvolta
offensivo - che si accendeva riguardo allo sviluppo della cladistica e sulle personalità che vi
partecipavano.
- 84 -
I l . LE ORIGINI
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PARTE I I I - O R I G I N I E PREISTORIA
- 86 -
14
16
18
Fig 1 9 . :\I b e r o Ji g i n kgo a \\ 'e i m a r. G e r m a n i a . c i t t à n a t a l e di G o e t h e . Il p o e t a fu colpito J a l l a
s m go l a ri t à Ji q u e s t a p i .m t a .
2!J
21
Fig. 2 0 . C n o tra i più antichi fo ssili e u ropei d i u n antenato del g inkgo. risalente a circa 2-+5 milioni
di anni fa .
fig. 2 1 . Foglie di ginkgo della \ l o n goli a Interna. datate a circa !.lO milioni di anni fa .
12.
Riconoscimento
Molte delle figure più famose nella storia della paleontologia vegetale
hanno prodotto pubblicazioni sul ginkgo, ma nessuno ha contribuito più
del cinese Zhou Zhiyan per illuminarne la lunga storia evolutiva. A partire
da una serie di autorevoli studi degli anni '80 del XX secolo, Zhou scoprì di
versi tipi di piante primitive simili a ginkgo, che riconobbe non solo grazie
alle foglie ma anche ai semi e ad altre parti. Egli inoltre si preoccupò di por
re le sue nuove scoperte nel più ampio contesto di ciò che era stato appreso
dai ricercatori che lo avevano preceduto. Grazie a ciò, la storia dell' evolu
zione del ginkgo è ora più documentata, ed anche molto più complicata
e interessante , di quanto fosse trent'anni fa. Nel 1 994 al lavoro di Zhou
fu conferito uno dei più prestigiosi premi assegnati dall' Accademia cine
se delle scienze e l'anno successivo Zhou fu ammesso all'Accademia, un
grande onore in una cultura che tiene la scienza in grande stima. Zhou è il
più rispettato studioso cinese di fossili vegetali, la cui ricerca è fondamenta
le per la piena comprensione del ginkgo vivente.
Zhou Zhiyan ha trascorso la prima parte della sua carriera in Cina, ma
nel l 980 si recò nel Regno Unito per studiare col Prof. Tom Harris dell'Uni
versità di Reading. Fu una delle esperienze chiave della vita di Zhou. Il suo
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PARTE lii - O R I G I N I E PREISTORIA
scopo principale era lo studio di una collezione di fossili che aveva portato
con sé dalla Cina, ma se avesse saputo che negli anni successivi il ginkgo
sarebbe diventato un soggetto di studio così importante nella sua carriera,
allora avrebbe potuto impegnare diversamente il tempo a sua disposizione .
Anche Harris aveva dato importanti contributi alla conoscenza dei fossili di
ginkgo. I due avrebbero avuto molto da discutere .
Harris era giunto a Reading nel 1 93 4 , dopo la laurea a C ambridge , dove
faceva parte della cerchia di A. C . Seward, probabilmente il più avanzato
paleobotanico del suo tempo.
Negli anni '20 del XX secolo Seward era interessato alle piante fossili
con fiori del periodo di circa 1 00 milioni di anni fa e soprattutto ai materiali
resi disponibili dal lavoro dei geologi danesi nella Groenlandia occidentale.
Egli vi si recò nell' estate del 1 9 2 1 e poco dopo ricevette 15 casse piene di
piante fossili, estratte da rocce molto più vecchie nella parte opposta della
calotta glaciale, ubicate nei fiordi della costa centro-orientale della Groen
landia. Secondo Harris, le casse furono inviate a Seward per errore . Quel
materiale era stato raccolto nel 1 900, in una precedente spedizione del geo
logo danese Nikolaj Hartz. Harris colse l'inaspettata opportunità, concen
trò la sua linea di ricerca a Cambridge sulla collezione di piante fossili della
Groenlandia e non si voltò mai indietro.
Nel 1 925 Harris si recò in visita a Stoccolma dal professar Thor Halle,
successore di Nathorst al Museo svedese di storia naturale, per imparare le
tecniche richieste per lo studio del materiale della Groenlandia. Harris usò
le stesse tecniche , con poche modifiche, per tutta la sua carriera. L'anno
seguente, a una cena a casa di Seward a Cambridge, conobbe il geologo
danese Lauge Koch, che descrisse come
un gigante dall'aspetto aggressivo, a capo del servizio geologico della Groenlan
dia. Egli mi chiese se potevo accompagnarlo in una spedizione nella Groenlandia
orientale per un anno a partire dal mese prossimo. Istantaneamente ebbi la perce
zione di trovarmi in una di quelle situazioni dove il pensiero non conduce a una
decisione più saggia, così dissi 'sì' . 2
z I commenti di Harris sul primo incontro con Lauge Koch si trovano in CHALONER 1985.
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1 2 . RI C O N O S C I M ENTO
3 Harris descrisse quattordici specie di foglie fossili simili a quelle di ginkgo provenienti
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PARTE I I I - O R I G I N I E PREISTORIA
dalla Groenlandia orientale. I semi che riteneva associati a Ginkgo taeniata li attribuì a Allicosper
mum xystum; HARRIS 1935.
4 Il lavoro di Harris sulle piante dello Yorkshire comprese muschi, epatiche, licopodi e fel
ci (HARRIS 1961); cicadee e varie piante con semi estinte (HARRis 1 964); un importante gruppo
di piante con semi estinte, le Bennettitales (HARRIS I969); ginkgo e piante potenzialmente affini
(HARRIS et al. 1 974); conifere (HARRIS 1979).
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1 2 . RICONO S C I M ENTO
stesse piante che portavano le foglie di Ginkgo huttoni. Descrisse anche una
singola struttura che produce polline , simile a quella del moderno ginkgo. 5
L e specie d i ginkgo descritte d a Tom Harris i n diversi momenti della
sua carriera, prima nella Groenlandia orientale e poi nello Yorkshire, sono
indiscutibilmente parte della linea evolutiva che conduce al moderno Gin
kgo biloba e indubbiamente più affini al ginkgo di ogni altra pianta vivente.
Tuttavia la nostra conoscenza di queste piante è incompleta riguardo a di
versi aspetti fondamentali, in parti�olare delle connessioni tra semi e pian
te . Harris, col suo scrupoloso lavoro, ha contribuito moltissimo a chiarire
le esatte somiglianze tra le foglie dei ginkgo fossili e viventi, ma egli stesso
più di ogni altro ha riconosciuto che non è possibile fare molto di più finché
non si conoscano piante fossili simili a ginkgo con dati più completi. Har
ris ha sempre sostenuto che, appena se ne presentasse l' opportunità, l' as
semblaggio di piante fossili nella loro interezza dovrebbe avere la più alta
priorità. In assenza di queste ricostruzioni, Harris sapeva che sarebbe stato
impossibile fare confronti più esatti tra le specie fossili e quelle viventi. È
stato questo un tema centrale nel lavoro della sua vita e una filosofia che ha
passato a tutti i suoi studenti, incluso Zhou Zhiyan.
- 91 -
13.
Proliferazione
' Sono stato studente al Dipartimento di Botanica dell'Università di Reading dal 1 972 al
1 975, dottorando dal 1 975 al 1 978 e docente a tempo determinato dal 1 978 al 1 98 1 .
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1 3 . PRO L I F E RAZI O N E
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PARTE I I I - O R I G I N I E PREISTORIA
- 94 -
1 3 . PRO L I F E RAZIONE
Nei loro primi studi delle piante fossili di Yima verso la fine degli anni
'80, Zhou e Zhang avevano dunque identificato due distinte piante simili a
ginkgo, ma sorprendentemente , quasi 1 5 anni dopo, essi furono in grado
di riconoscerne una terza. Zhou la assegnò al genere Karkenia, che identifi
cava un gruppo di fossili inizialmente descritto alla metà degli anni '60 nel
Cretaceo inferiore di Tico, provincia di Santa Cruz, Argentina, da Sergio
Archangelski, un pioniere della paleobotanica. 5
Zhou fece le sue scoperte fondamentali di piante fossili simili a ginkgo
decenni fa, ma successivamente ha continuato ad aggiungere meticolose
descrizioni di nuovo materiale fossile proveniente da altre località . Que
sti nuovi fossili tendevano a confermare , anziché ampliare, il quadro già
definito dagli studi alla miniera di Yima, ma nel 2003 Zhou fece un'altra
scoperta fondamentale nella comprensione della storia fossile del ginkgo.
Negli anni '90, alcune tra le scoperte paleontologiche più sensazionali
di tutti i tempi cominciarono a emergere da un notevole deposito fossi
le della Cina nordorientale. Questo cosiddetto Biota jehol, raccolto dalla
formazione Yixian nella provincia di Liaoning, risale al Cretaceo inferiore
( 1 20 o 1 25 milioni di anni fa) . Più volte questo deposito è apparso sulle
pagine dei giornali man mano che se ne estraevano fossili animali, uno più
spettacolare dell' altro. Di particolare rilevanza è stata una notevole serie
di antichi uccelli e dinosauri ad essi affini, alcuni dei quali mostrano chiare
evidenze di piume o di elementi simili a piume, verosimilmente precursori
delle piume . Ci sono anche primitivi mammiferi e anfibi, una gran varietà
di insetti e una vasta gamma di piante fossili, comprese felci e muschi. Tra
le piante con semi si annoverano conifere e alcune delle più antiche e infor
mative piante fossili con fiori.
Considerata la diffusa presenza di piante simili a ginkgo nel Giurassico
e nel Cretaceo, è sorprendente che la formazione di Ytxian abbia restituito
solo pochi fossili di interesse per la storia naturale del ginkgo. Tuttavia nel
2003 Zhou e il suo collega Shaolin Zheng descrissero, per la prima volta
da questi giacimenti, dei fossili inequivocabilmente attribuibili a ginkgo,
che contribuiscono a colmare la distanza tra gli antichissimi Ginkgo yima
ensis e quelli con caratteristiche essenzialmente moderne . Zhou e Zheng
attribuirono le foglie e le associate strutture portatrici di semi alla specie
Ginkgo apodes.
L'importanza di Ginkgo apodes risiede nella sua precisa collocazione
all'interno dell'intervallo temporale che separa Ginkgo yimaensis, risalente
a circa 1 70 milioni di anni fa, dai fossili che sono sostanzialmente simili ai
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PARTE I I I - O R I G I N I E PREISTORIA
6 Per ulteriori dettagli sul significato di Ginkgo apodes cfr. ZHou - ZHENG 2003 . Per la
descrizione completa, con illustrazioni, di Ginkgo apodes e dei peduncoli che portano semi, cfr.
ZHENG - ZHOU 2004.
- 96 -
14.
Vagliatura
1 MuRDOCH 1 970, p. 1 70. Una foglia di ginkgo è inserita nel recente ritratto di lris Mur
doch fatto da Tom Phillip s. Phillips ricorda che voleva <da presenza di un pezzetto di natura»
e subito scopri che entrambi erano entusiasti del <<più vecchio albero del mondo»; cfr. Tom
Phillips (www.tomphillips.eo.uk/ works / portraits l i te m / 5456-iris-murdoch).
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PARTE I I I - ORIGINI E PREISTORIA
che mostra il numero dei diversi tipi di foglie simili a ginkgo, identificati
come generi diversi nella lunga storia fossile del gruppo. Zhou dimostrò
che il numero aumenta da quattro a sei nei 50 milioni di anni che intercor
rono tra il Triassico inferiore e il Triassico medio, poi aumenta ancora -
fino a dodici - nel Triassico superiore. Il numero rimane elevato in tutto il
Giurassico, si riduce a quattro nel Cretaceo superiore e a appena uno o due
nel Paleogene e Neogene . Le strutture riproduttive di ginkgo e affini sono
in minor numero, ma la tendenza è la stessa: il numero oscilla tra cinque
e tre dal Triassico superiore fino al Cretaceo inferiore , ma solo un tipo di
struttura riproduttiva è nota a partire da 1 00 milioni di anni fa . In entrambi
i casi, queste tendenze sono approssimative, ma ciò nondimeno rivelatricU
A partire da qualche momento del Cretaceo medio, circa 1 00 milioni di
anni fa, il mondo del ginkgo cominciò a cambiare .3
Contemporaneamente al declino della diversità di tipi di piante simili
a ginkgo, anche la loro importanza nei paleo-paesaggi sembra aver subito
un sostanziale declino. Potremmo aspettarci la loro progressiva riduzione
nei paesaggi mesozoici. Ciò è più difficile da valutare sulla base di quanto
è stato pubblicato sulla documentazione fossile, ma Zhou riuscì ad avere
un'idea della diffusione di piante simili a ginkgo contando il numero di
contee cinesi nelle quali esse erano state segnalate . Nel Cretaceo inferiore ,
erano otto le contee con segnalazioni di ginkgo, trentuno con quelle di
Ginkgoites, diciotto con quelle di Baiera e undici per Sphenobaiera. Successi
vamente, dal Cretaceo superiore in poi, non ci sono più reperti di Baiera o
Sphenobaiera e ve ne sono soltanto uno per Ginkgoites e cinque per ginkgo.
Anche in questo caso, la tendenza è approssimativa, ma la conclusione che
se ne può trarre è chiara. Per il ginkgo e per le piante affini, il Cretaceo
medio è stato un periodo di transizione .
Possiamo soltanto supporre ciò che può aver determinato il declino,
apparentemente pervasivo, delle piante affini a ginkgo cento milioni di
anni fa, ma una evidente causa potenziale è la competizione con le piante
con fiori, un nuovo gruppo di piante altamente competitive che acquisì
rapidamente una posizione dominante proprio nel Cretaceo medio. Natu
ralmente ci sono stati molti altri cambiamenti ambientali in quel periodo ; a
titolo di esempio, l'accelerazione della deriva continentale creò nuove con
figurazioni di terre e mari, rendendo possibili nuovi tipi di correnti oceani
che e atmosferiche, che possono aver prodotto nuovi tipi di clima. In ogni
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1 4 . VAGLIATURA
4 Per ulteriori informazioni sulla diversificazione e espansione delle piante con fiori nel
Cretaceo, cfr. FRIIS et al. 20 1 1 .
5 DEL TREDICI 1 989; ma cfr. anche VAN DER PIJL 1 982, )ANZEN - MARTIN 1 982 e TIFFNEY
1 984.
6 Per ulteriori informazioni sulle piante fossili della Horseshoe Canyon Formation, Alber
ta, cfr. AULENBACK 2009.
- 99 -
PARTE I I I - O R I G I N I E PREISTORIA
prima della loro scomparsa nell'estinzione di massa della fine del Creta
ceo, circa 65 milioni di anni fa. Dal punto di vista dell'evoluzione animale,
l'impatto dell'estinzione di massa del Cretaceo fu devastante. Le perdite
furono selettive ma diffu s e e molti gruppi di animali, sia nell'oceano sia
sulla terraferma, furono eliminati. La loro estinzione lasciò una traccia in
delebile sulla traiettoria dell'evoluzione animale. Curiosamente, gli effetti
a lungo termine dell'estinzione del Cretaceo sulla storia della vita vegetale
furono apparentemente molto meno profondi. A breve termine, molte del
le piante che in precedenza erano dominanti furono perdute . Un attento
studio, curato da Peter Wilf e Kirk johnson nella regione sud-occidentale
del North Dakota, ha dimostrato che quasi due terzi delle specie vegetali
che esistevano verso la fine del Cretaceo si estinsero. Tuttavia, mentre c'è
una marcata evidenza di estinzione a livello regionale , non è altrettanto
chiaro che i gruppi principali di piante siano andati perduti a scala globale .
Nella regione sud-orientale del North Dakota, soltanto poche delle piante
rinvenute sotto il limite temporale appaiono anche sopra di esso: una di
queste è il ginkgo. Foglie di ginkgo sono presenti in molte località della
Hell Creek Formation, anche poco al di sotto del limite , ma si ritrovano,
non molto dopo l' apparente cataclisma, anche nelle sovrastanti rocce pa
leoceniche della Fort Union Formation. Questo modello di distribuzione
testimonia la capacità di sopravvivenza del ginkgo, ma rende il grande de
clino del ginkgo nel Cretaceo medio - sfasato con l'estinzione di massa
nel mondo animale - ancora più straordinario. Esso sottolinea il concetto
che in un certo modo l' evoluzione degli animali e quella delle piante sono
disgiunte. In qualche modo, sembra che piante ed animali danzino ad un
differente ritmo evolutivo. 7
Nel complesso, i modelli a grande scala dell'evoluzione di ginkgo e af
fini espandono il nostro pensiero riguardo l'evoluzione dell' albero vivente .
Si potrebbe pensare di riuscire a seguire le tracce del ginkgo all'indietro
nel tempo, attraverso una serie di antenati fino a piante antiche, vissute
nel Permiano o in tempi ancora più remoti. Oggi comunque, a seguito del
lavoro di Zhou e di altri ricercatori, abbiamo di fronte un quadro molto
diverso, complicato da una vasta gamma di diversità non nota in preceden
za. Ora sappiamo che molte specie di piante simili a ginkgo hanno vissuto
nello stesso periodo, forse anche negli stessi luoghi una accanto all' altra,
nelle stesse comunità vegetali. Questo può essere stato il caso di Ginkgo
- 1 00 -
1 4 . VAG LIATURA
s Dopo una rapida diversificazione, la diversità dei cavalli da pascolo raggiunse l'apice
(circa sedici specie) tra 15 e 18 milioni di anni fa. Oggi ne esiste una sola, o secondo alcuni, due;
cfr. MACFADDEN - HULBERT 1 988.
- 101 -
15.
Persistenza
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1 5 . PERSISTENZA
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PARTE I I I - O R I G I N I E PREISTORIA
- 1 04 -
15. PERSISTENZA
4 n ginkgo fossile di Almont è stato studiato in dettaglio da Zhou e colleghi (ZHOU et al.
20 1 2) e formalmente designato come Ginkgo cranei.
5 Per ulteriori notizie sui fossili viventi, cfr. ELDREDGE - STANLEY 1 984 e S c HO PF 1 984.
Lingul.a, l'organismo simile a una vongola, è un brachiopode, non un mollusco.
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PARTE l i i - ORIGINI E PREISTORIA
priremo altri dettagli del ginkgo di Almont, esso diventerà sempre più si
mile all' albero vivente .
Proprio come la struttura del ginkgo sembra essere rimasta virtual
mente immutata per decine di milioni di anni, sembra probabile che anche
la sua ecologia sia rimasta costante . D ana Royer della Wesleyan University,
Leo Hickey di Yale e Scott Wing dello U.S. National Museum of Natural
History hanno analizzato 48 reperti di foglie di ginkgo del Nord America
occidentale, distribuiti in un'intervallo compreso tra 55 e 65 milioni di anni
fa, tutti approssimativamente della stessa età dei fossili di Almont. In tutti
i casi, eccetto due , la situazione geologica dei fossili suggeriva che le fo
glie fossero state conservate in antichi fanghi e sabbie , depositate in canali
fluviali o vicino ad essi. I reperti di ginkgo in depositi lacustri, deltizi o in
altre situazioni erano inesistenti o molto rari. Dana Royer e i suoi colleghi
conclusero che questi antichi ginkgo preferivano sistematicamente habitat
di sponda fluviale e misero in evidenza che questi sono i tipi di ambienti
dove i ginkgo prosperano oggi.
In generale i ginkgo moderni non amano crescere all'ombra di altre
piante . Essi crescono meglio in siti parzialmente o totalmente esposti. I
ginkgo viventi in Cina mostrano di preferire ripidi versanti rocciosi, bordi
di pareti rocciose e, molto significativamente in confronto ai fossili, spon
de fluviali. Essi amano trovarsi in parte in ombra, in parte esposti. Inoltre,
come ci mostrano molti dei grandi alberi di ginkgo in Asia, come il ginkgo
gigante di Yongmunsa, essi crescono particolarmente bene dove le loro
radici hanno facile accesso all' acqua. Ciò era vero probabilmente anche
per gli antichi ginkgo che crescevano 60 milioni di anni fa in America oc
cidentale. Essi prosperavano in habitat parzialmente aperti e specialmente
lungo i fiumi. Per una fortunata coincidenza, questo è anche il luogo ideale
dove foglie , semi e altre parti possono incorporarsi nei fanghi e nelle sabbie
fluviali che si accumulano nelle vicinanze. La perseverante costanza nella
sua ecologia, combinata alle sue foglie resistenti e facilmente riconosci
bili, è una delle ragioni per cui il ginkgo ha una documentazione fossile
eccellente . 6
6 Cfr. ROYER et al. 2003 . Nel suo complesso, la distribuzione di fossili di ginkgo nel tempo
sostiene l'idea che il genere, dall'era Cretacea, abbia preferito climi temperato-caldi con estati
umide e inverni freddi; cfr. DEL TREDICI 2000, TRALAU 1 968 e UEMURA 1 997.
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1 6.
Prosperità
1
Attribuita a Goethe, ma la specifica fonte non è confermata.
Per dettagli della carriera paleobotanica di John Starke Gardner ( 1 844-1 930), cfr. AN
z
DREWS 1 980, p. 372.
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PARTE I I I - ORIGINI E PREISTORIA
3 Cfr. ANoREws 1 980 per una rassegna dei lavori paleobotanici di Constantin von Etting
shausen ( 1 826- 1 897).
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1 6 . PROSPERITÀ
4 Cfr. ANoREws 1 980 per una rassegna dei lavori paleobotanici di james Scott Bowerbank
( 1 797- 1 877), Eleanor Reid (1 860- 1 953) e Marjorie Chandler (1 897- 1 983).
5 In una serie di pubblicazioni tra il 1 960 e 1 970, Marjorie Chandler ha ampliato e revi
sionato l'originale London Clay Flora del 1933, ponendolo nel contesto di altre flore fossili e
oceaniche dell'Inghilterra meridionale; cfr. CHANDLER 1 96 1 , 1 962, 1 963, 1 964.
6 Sappiamo che London Clay contiene più di cinquecento tipi di piante e circa 350 iden
tificate a livello di specie. Per ulteriori informazioni su London Clay e sulle piante fossili che
vi sono state descritte, cfr. i classici lavori di REm - CHANDLER 1 933 e le successive revisioni e
aggiornamenti di CHANDLER 1961 e COLLINSON 1 983.
- 1 09 -
PARTE I I I - O RI G I N I E PREISTORIA
anche all'Isola di Staffa, dove hanno creato la grotta di Fingal, i basalti caldi
si sono raffreddati e hanno formato file di alte colonne esagonali. 7
Ardtun Head, vicino alla punta sud-orientale d i Muli, è formato d a di
verse file di grandi basalti colonnari neri, ma già nel l 85 1 il proprietario dei
terreni, il duca di Argyll, che aveva uno spiccato interesse verso la nascente
scienza geologica, descrisse i dettagli delle sezioni di roccia esposte nella
scogliera. Fu anche tra i primi a rivolgere l'attenzione verso le rocce più
morbide intercalate ai basalti e verso le piante fossili che vi erano contenu
te . Le principali caratteristiche delle sezioni geologiche descritte dal duca
di Argyll sono ancora chiaramente visibili ad Ardtun Head. Essi mostrano
tre strati principali di basalto, il cui spessore varia da 3 a 1 6 m, tra i quali vi
sono argilliti depositate non dall'attività vulcanica ma dall' acqua. Quando
i successivi strati di basalto si raffreddavano, essi venivano colonizzati dalla
vegetazione proprio come avviene oggi, per esempio in Islanda o sull' Isola
Grande delle Hawaii. Nei fanghi creati dai torrenti, dagli stagni e dai laghi
in questo nuovo paesaggio, le foglie e altre parti di piante furono sepolte
come fossili prima di essere sepolte ancora più in profondità e per lungo
tempo dalla nuova fuoriuscita di lava . 8
Su questi fossili, conservati nei soffici strati intercalati ai basalti sull'isola
di Mull, John Gardner riversò lo stesso entusiasmo per la raccolta che aveva
avuto nei confronti delle scogliere di Bournemouth. Messo alla prova dagli
imponenti, scuri e solidi basalti dell'isola di Muli, egli fece ricorso alla di
namite , con grande effetto. Gli spettacolari fossili vegetali di Muli sono ora
ospitati, insieme a quelli di Bournemouth, nelle collezioni del Royal Scotti
sh Museum a Edimburgo, dello Hunterian Museum a Glasgow, del Natural
History Museum a Londra e altrove . Insieme a ginkgo, i fossili raccolti da
Gardner comprendono le foglie di antichi nocciòli, querce, allori, e katsura
(Cercidiphyllumjaponicum). Nel loro insieme, essi indicano climi più freschi
di quelli di London Clay. 9
La distribuzione di questo tipo, osservata in Inghilterra, dove il ginkgo
sembra mancare dalle flore più tropicali ma è presente nelle flore fossili di
climi più freschi, pare valida in tutta l'Europa nel periodo compreso tra 40
e 65 milioni di anni fa. Per esempio, il ginkgo è assente nel notevole assem
blaggio di fossili raccolti in una vecchia miniera di scisti bituminosi a Messel,
non lontano da Francoforte in Germania. La conservazione veramente ec-
7 I basalti colonnari esposti che formano la grotta di Finga! hanno in parte fornito l'ispira
zione per la musica del compositore romantico norvegese Edvard Grieg.
s Per le osservazioni geologiche del Duca di Argyll cfr. Dmrn OF ARGYLL - FoRBES 1 85 1 .
9 Per ulteriori dettagli sulle piante fossili paleoceniche dell'Isola di Muli, cfr. BouLTER -
KvACEK 1 989.
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1 6 . PROSPERITÀ
l O Nel 1 995, il sito fossile della cava di Messe! è diventato un Sito UNESCO del Patrimonio
mondiale. Per la flora di Messe!, cfr. CoLLINSON et al. 20 12. Ginkgo orientalis appare in molte
località paleoceniche dell'Europa orientale; cfr. SAMYLINA 1 967.
11 Per più informazioni sulla flora fossile della Clarno Formation, cfr. MANCHESTER 1981
e WHEELER - MANCHESTER 2002.
- 111 -
PARTE I I I - O R I G I N I E PREISTORIA
12 Il ginkgo è abbastanza comune nelle formazioni dell'Eocene medio della parte setten
trionale dello stato di Washington e British Columbia a Driftwood Creek, Quesnel, Horsefly,
Tranquilo, McAbee, Quilchena, Princeton e Republic.
- 1 12 -
Parte IV
Declino e sop ravvivenza
Pagina precedente: stemma di una famiglia giapponese, con tre foglie stilizzate di ginkgo.
1 7.
Vincolo
- 1 15 -
PARTE IV - D E C L I N O E S O P RAVVIVENZA
- 1 16 -
1 7. V I N C O LO
2 Per altre notizie sulla resistenza al gelo degli alberi nordamericani, cfr. SAKAI - WEISER
1 973 .
3 Per altre notizie relative all'effetto del clima sulla crescita e produttività delle piante cfr.
SKRE 1990; DAHL 1 990 e MELILLO et al. 1 993 .
- 117 -
PARTE IV - D E C L I N O E SOPRAVVIVENZA
4 Il destino delle plantule di ginkgo è stato comunicato da Wolfgang Stuppy (Royal Bota
nic Gardens Kew, comunicazione personale).
5 L'Arno ld Arboretum, una delle più grandi collezioni al mondo di alberi viventi, si trova
a Jamaica Plain, alle porte di Boston. Ha una lunga storia di organizzazione di spedizioni in
tutto il mondo per raccogliere alberi da porre in coltivazione. Le collezioni sono ricche special
mente di materiale cinese e la forte collaborazione con botanici cinesi ha offerto a Peter Del
Tredici l'opportunità di lavorare sulla tempistica della riproduzione sessuale in alberi di ginkgo
cresciuti in una situazione quasi naturale; cfr. DEL TREDICI 2007.
- 1 18 -
22
23
che nel Massachusetts. Le plantule di Guizhou hanno circa otto mesi, anzi
ché cinque, per provare a crescere bene e irrobustirsi prima di confrontarsi
col loro primo inverno. Oltretutto, l'inverno è relativamente mite in con
fronto a quello degli Stati Uniti nord-orientali. Tutte queste considerazioni
dimostrano che , mentre la temperatura è importante nel determinare le
zone dove il ginkgo può crescere, i suoi effetti sono complessi e ulterior
mente complicati dalle interazioni con altri fattori, in particolare le condi
zioni del suolo e la disponibilità di acqua. 6
Mentre il controllo del limite settentrionale del ginkgo oggi è general
mente correlato a diversi aspetti della temperatura, segnatamente stagione
vegetativa abbreviata, valori assoluti delle temperature invernali inferiori
e durata del periodo nel quale le condizioni sfavorevoli devono essere sop
portate , è più difficile comprendere con precisione quali siano i fattori che
limitano la distribuzione del ginkgo all'opposta estremità dello spettro cli
matico. Una rapida ricognizione in America del Nord suggerisce che men
tre il ginkgo prospera in molti luoghi, esso non si trova come elemento
caratteristico del paesaggio a New Orleans o nella calura, ininterrotta per
tutto l'anno, della Florida meridionale. Il ginkgo è ovviamente un albero
appropriato da piantare al Dinosaur World, nel parco tematico della Disney
ubicato nella Florida centrale e intitolato '1\nimal Kingdom" . Ha certamen
te fatto parte del mondo dei dinosauri, ma insieme ad altri alberi di climi
più spiccatamente temperati, là esso non sembra particolarmente felice. Se
condo jeff Courtney, orticoltore dell' Animai Kingdom, il segreto per man
tenere vivi i pochi ginkgo del parco è trovare un buon punto, con il giusto
microclima, fuori dai raggi del sole e in luoghi con abbondanza di acqua.
In Messico il ginkgo cresce bene all' altitudine relativamente elevata di
Città del Messico, dove gli inverni possono essere freddi e le minime medie
di gennaio circa 6 ° C , ma il ginkgo non è una pianta che si ritrova nelle pia
nure di Chiapas o di O axaca .
Analogamente , in Asia i semi di ginkgo sono comuni nelle cucine cinesi
di Hong Kong e Singapore, ma sono tutti di importazione . Il ginkgo cresce
bene nelle province meridionali temperato-calde di Guizhou e Yunnan, ma
non al confine meridionale della Cina, per esempio a Xishuangbanna, vi
cino al confine con Laos e Myanmar. Per quanto resistente, il ginkgo non
può tollerare i climi veramente tropicali.
Con considerazioni analoghe a quelle discusse per il limite settentrio
nale, i fattori che escludono il ginkgo dai tropici e definiscono il suo limite
meridionale nell'emisfero boreale e quello settentrionale nell'emisfero au-
6 Il resoconto del processo dalla fertilizzazione alla germinazione e dei fattori che ne go
vernano le variazioni si basa su DEL TREDICI 2007.
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PARTE IV - D E C L I N O E SOPRAVVIVENZA
- 1 20 -
18.
Regresso
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PARTE IV - D E C L I N O E SOPRAVVIVENZA
TZELOS 2002.
- 1 22 -
1 8 . REGRESSO
5 Solo una foglia di ginkgo è stata rinvenuta tra le molte migliaia di foglie fossili raccolte
a Florissant (Bret Buskirk e Herb Meyer, Florissant Fossi! Beds National Monument, comuni
cazione personale). Il ritrovamento occasionale di foglie di ginkgo nella flora oligocenica di
Ruby River nel Montana sud-occidentale (cfr. BECKER 1 96 1 ) indica altresì che la distribuzione
geografica del ginkgo in questa epoca era complessa. Cfr. anche CHANEY - AxELROD 1 959,
S CH O RN et al. 2007 e WOLFE 1 987.
6 Nello stesso periodo, molto più a sud, ginkgo miocenid sono presenti nella flora di
Cedarvill e , N evada nord-occidentale e nella adiacente California, circa duecento miglia nell'in
terno rispetto alla linea di costa odierna.
- 1 23 -
PARTE IV - D E C L I N O E SOPRAVVIVENZA
7 Cfr. Scorr et al. 1962 e WHEELER - DILHOFF 2009 per informazioni aggiuntive sui legni
fossili del Miocene medio di Vantage, Washington.
- 1 24 -
19.
Estinzione
- 1 25 -
PARTE IV - D E C L I N O E SOPRAVVIVENZA
- 1 26 -
1 9 . ESTINZIONE
4 Le popolazioni native più vicine si trovano nel Caucaso insieme alla specie più affine,
nativa della Cina.
- 1 27 -
PARTE IV - D E C L I N O E SOPRAVVIVENZA
5 Per una apprezzata discussione sulla fine dei grandi mammiferi coinvolti nella dispersio
ne dei semi e sulla elaborazione delle idee di janzen e Martin, cfr. BARLOW 2002.
- 1 28 -
1 9 . ESTINZIONE
6 Alla fine del Pliocene il ginkgo era scomparso ovunque dai depositi fossiliferi, eccetto
che da una piccola area del Giappone meridionale; cfr. UEMURA 1 997.
- 1 29 -
PARTE IV - D E C L I N O E SOPRAVVIVENZA
la piena portata di questa similarità non fu chiarita fino al lavoro del grande
botanico americano del XIX secolo Asa Gray. 7
Gray e suoi contemporanei non riuscivano a spiegare l'origine di un
simile modello distributivo. Per Darwin, che scrisse a Gray ad Harvard nel
1 8 5 6 , questo era uno dei molti, totalmente inspiegabili problemi di geo
grafia botanica. Darwin era del tutto perplesso sui motivi che potessero
spiegare perché vi fossero più similarità tra le flore dei territori orientali di
Nordamerica e Asia che tra quelle dei territori orientali e occidentali del
Nordamerica. La documentazione fossile mostra, aldilà di ogni dubbio e
proprio come Gray aveva in seguito intuito, che questo fenomeno apparen
temente strano e osservato in zone così separate è il risultato di estinzioni
regionali, specialmente in Europa e nella fascia occidentale del Nord Ame
rica, di piante che erano una volta molto più diffus e. Nel caso del ginkgo,
l'estinzione regionale si spinse ancora più oltre e la specie fu completamen
te eliminata in Europa, in Nordamerica da oriente a occidente e pure in
Giappone. Anche in Cina la sua estinzione fu quasi totale. 8
7 Castiglioni aveva visitato il Nordamerica tra il 1 785 e il 1 787 (SPONGBERG 1 993). Asa
Gray, ad Harvard, corrispondeva frequentemente con Darwin ed era un suo fidato sosteni·
tore in Nordamerica. La lettera inviatagli da Darwin sulla "geografia botanica" fu scritta il 1 2
ottobre 1 856.
s GRAY 1 859, p. 422 elencò circa 5 80 specie giapponesi «che hanno precise affinità con
piante di altre e distanti parti delle zone temperate settentrionali». Per spiegare le flore ampia·
mente separate ma altamente simili di Asia orientale e parte orientale del Nordamerica, Gray
suggeri che prima delle ere glaciali la flora delle zone temperate settentrionali fosse relativa·
mente omogenea e che le estinzioni regionali durante le glaciazioni causassero perdite più
pronunciate in Europa e nelle parti occidentali del Nordamerica.
- 1 30 -
20.
Resistenza
I più vecchi e più grandi alberi di ginkgo del pianeta si trovano oggi
in estremo oriente e soltanto in Cina si ritrova la combinazione di alberi
veramente vecchi e di grandi dimensioni che crescono insieme a plantu
le propagatesi naturalmente in una situazione più o meno di spontaneità.
Tuttavia, la sopravvivenza di vere popolazioni spontanee di ginkgo in Cina
rimane una questione aperta. In questo senso, la vastità del paese è un pro
blema; ancora oggi la Cina non è completamente esplorata da un punto
di vista botanico. Molte nuove specie di piante vengono continuamente
descritte in Cina e soltanto nello scorso decennio sono state scoperte nuo
ve popolazioni di ginkgo, potenzialmente spontanee, non ancora studiate
a fondo. Un altro problema è la difficoltà di definire se una determinata
popolazione è effettivamente spontanea o meno.
La possibilità di identificare popolazioni veramente spontanee di gin
kgo esercita un'attrazione pressoché irresistibile per i botanici interessati
all'evoluzione delle piante . Se potessimo identificare popolazioni viventi di
ginkgo spontanei, allora potremmo essere in grado di comprendere come
la loro vita si interconnette con quella di altre piante e animali che vivono
nello stesso ecosistema. Potremmo vedere se il ginkgo ha nemici naturali,
l THOREAU 1 862, p. 5 1 7.
- 131 -
PARTE IV - D E C L I N O E S O P RAVVIVENZA
come insetti che si cibano delle sue foglie , e osservare se ci sono mammiferi
che raccolgono o mangiano i suoi semi. Potremmo inoltre studiare batteri
e funghi che vivono sulle sue radici e i suoi fusti o al loro interno. Sarebbe
interessante sapere se alcune delle piante che si ritrovano ad Almont e in
altre flore fossili vivono ancora insieme al ginkgo nelle foreste moderne .
Il problema principale nel tentare di identificare le popolazioni naturali
di ginkgo è la difficoltà nella distinzione tra alberi veramente spontanei e
alberi nella cui storia si può rintracciare la coltivazione da parte dell'uomo.
La Cina ha una lunga storia di occupazione umana e molte delle popo
lazioni potenzialmente spontanee di ginkgo si trovano in aree abitate da
mill enni. È difficile sapere se un determinato albero è nato da un seme
arrivato naturalmente oppure da uno che è stato piantato. Poiché il gin
kgo, nelle appropriate condizioni, si propaga facilmente da seme , questa
distinzione è sottile. Anche un seme interrato naturalmente può dipendere
dall'intervento dell'uomo, in qualche fase delle sue origini. Al campus della
Università EWHA di Seul, ho visto molte plantule di ginkgo che cresceva
no su una ripida scarpata nel sottobosco di un frammento di foresta semi
naturale . Tutte erano germinate da semi dispersi naturalmente, ma quei
semi erano stati prodotti da alberi femminili di ginkgo piantati lungo una
strada un po' più in alto nella scarpata. Considerato che in Cina il ginkgo è
coltivato da secoli per i suoi semi commestibili, le difficoltà sono evidenti.
I botanici occidentali hanno incontrato per la prima volta il ginkgo alla
fine del XVII secolo, in Giappone . Nel XVIII secolo inoltre vennero a cono
scenza del ginkgo e dell'uso dei suoi semi grazie a commercianti europei
che operavano in Cina, Giappone e Corea. Comunque, i primi botanici che
visitarono l'estremo oriente rimasero confinati essenzialmente alle zone
costiere . Fu solo alla metà del XIX secolo, in seguito alla forzata apertura
del commercio con Cina, Giappone e Corea da parte delle potenze mer
cantili occidentali, che gli esploratori botanici europei furono in grado di
viaggiare più estesamente in Giappone e Corea e di penetrare nei territori
interni della Cina. Tra le piante spettacolari nelle quali si imbatterono, mol
te delle quali totalmente nuove alla scienza occidentale, vi furono i grandi
alberi di ginkgo. I resoconti delle avventure dei primi cacciatori di piante
occidentali in Cina sono testi affascinanti. In seguito alle loro esplorazioni
e ai campioni, conservati e vivi, di piante che cominciarono ad affluire in
Europa, fu ben presto chiaro che non solo la flora nativa cinese era eccezio
nalmente ricca, ma che conteneva anche piante di interesse commerciale,
alle quali le potenze occidentali europee desideravano accedere .2
2 Cfr. il capitolo 27 per ulteriori informazioni sui primi incontri occidentali col ginkgo.
- 1 32 -
Z O . RESISTENZA
3 La prima guerra dell'oppio si protrasse dal 1 832 al 1 842. I quattro viaggi di Fortune in
Cina - nel 1 843- 1 846; 1 848- 1 85 1 ; 1 853-1 856; 1 858- 1 859 - sono narrati in FoRTUNE 1 847, 1 852,
1 857, 1 863 .
4 FORTUNE 1 847, p. 1 1 8. Cfr. il capitolo 30 per ulteriori informazioni sui ginkgo bonsai.
5 Pèrejean Marie Delavay ( 1 834- 1 895); Père Paul Guillaume Farges ( 1 844- 1 9 1 2); Père jean
Pierre Armand David ( 1 826-1 900). Per ulteriori informazioni sul contributo botanico dei mis
sionari francesi cfr. PlantExplorers.com (1999-20 12).
- 133 -
PARTE IV - D E C L I N O E S O P RAVVIVENZA
il 1 882 e il 1 8 89. Incontrò il ginkgo in diverse delle sue spedizioni. Nel suo
Notes on Economie Botany of China, pubblicato nel 1 893 , i commenti sono
brevi: «Pai-kuo, Ginko biloba L. Semi mangiati». Comunque, nel suo lavoro
in sette volumi The trees of Great Britain and Ireland, pubblicato nel 1 906,
sette pagine di testo sono dedicate al ginkgo, con tre fotografie, compresa
quella di un vecchio ginkgo accanto a un tempio in Cina centrale . 6
L'importanza di Henry si estende anche all'influenza che egli ha eser
citato su un giovane raccoglitore di piante inglese del suo seguito, Ernest
Henry "Chinese" Wilson. Grazie alla sua introduzione di circa 2000 piante,
Wilson ebbe un considerevole impatto sulla coltivazione di piante asiati
che nei giardini occidentali e divenne uno dei più conosciuti raccoglitori
di vegetali di tutti i tempi. Contemporaneamente , Wilson offri sostanziali
contributi alla conoscenza delle piante cinesi. 7
Egli incontrò il ginkgo molte volte durante le sue esplorazioni cinesi.
Nel suo libro A Naturalist in Western China with Vasculum, Camera, and Gun,
Wilson dà la sua impressione dei ginkgo osservati durante i viaggi in Cina:
«Questo albero, impressionante e bello, è associato ai templi, santuari, cor
tili di palazzi e residenze dei benestanti nell'intero territorio cinese, in lun
go e in largo, e anche in parte del Giappone . Ma da nessuna parte si trova
veramente allo stato spontaneo».8
Ciò nondimeno, successive esplorazioni botaniche hanno permesso di
chiarire che ci sono molti grandi alberi di ginkgo in Cina non associati a
templi. I botanici cinesi hanno ipotizzato la possibilità che il ginkgo con
tinui a crescere allo stato spontaneo in diversi luoghi delle ricche foreste
lungo il fiume Yangtze e in particolare nella zona attorno al Monte Tianmu
nella provincia di Zhejiang.
La popolazione di ginkgo del Monte Tianmu ha fornito importanti
informazioni sul ginkgo e su come si comporta in condizioni naturali o
6 Augustine Henry scrive in merito alla classificazione, storia fossile, varietà, distribuzio·
ne, usi e storia del ginkgo, oltre a fornire un elenco di alberi di ginkgo importanti nelle isole
britanniche. Dei semi scrive «le mandorle sono talvolta mangiate bollite o arrostite, ma non
molto ricercate>> e le tavole 2 1 ·23 mostrano fotografie di vecchi ginkgo; cfr. ELWES - HENRY
1 906, pp. 55-62. Per altri dettagli sulla carriera e i contributi di Augustine Henry ( 1 857- 1 930),
cfr. NELSON 1983 . Wilson fu indirizzato da Henry nel suo impegno a raccogliere nuovamente
il tanto agognato albero dei fazzoletti, originariamente descritto e nominato in omaggio a
Père Oavid.
7 Emest Henry Wilson ( 1 876- 1 930) fu assunto all'Amold Arboretum nel 1 927. Dopo es
sere sopravvissuto a molte avventure in Cina, fu tragicamente ucciso in un incidente automo
bilistico a Worcester, Massachusetts, all'età di cinquantaquattro anni.
s Le considerazioni di Wilson sul ginkgo sono riportate in WILSON 1 9 1 3 , p. 45. Le sue
affermazioni sul collegamento tra ginkgo e buddhismo (WILSON 1 920) furono successivamente
messe in dubbio, tra altri, da LI 1956.
- 1 34 -
2 0 . RESISTENZA
9 Per una rassegna e una discussione sul significato dei ginkgo del Monte Tianmu, cfr.
DEL TREDICI 1 990, 1 992b e DEL TREDICI et al. 1 992.
- 1 35 -
21.
Retaggio
- 1 36 -
2 1 . RETAG G I O
luoghi. Per esempio, a scala globale le patate e i pomodori hanno la più alta
diversità genetica nelle Ande settentrionali, dove le specie selvatiche che
tuttora crescono in quelle regioni sono state molto probabilmente dome
sticate in tempi remoti. Con argomentazioni di questo tipo, sebbene senza
il beneficio della genetica moderna, il grande botanico russo Nikolaj Vavi
lov identificò i probabili progenitori selvatici e le probabili aree di origine
di molte delle nostre importanti piante agrarie . 1
Nel tentativo di rintracciare le popolazioni spontanee di ginkgo, gli stu
diosi sono stati particolarmente interessati allo studio della diversità ge
netica dei ginkgo di Monte Tianmu e al suo confronto con quella di altre
popolazioni potenzialmente spontanee in altri distretti cinesi. I primi studi
tendevano a suggerire che la popolazione del Monte Tianmu avesse una
variabilità genetica relativamente bassa, ma il confronto con le popolazioni
di ginkgo di altri distretti fu intrapreso solo nello scorso decennio, con una
serie di studi dei ricercatori della East China Norma! University di Shan
ghai e della Zehjiang University a Huangzhou.
Il gruppo di ricerca cinese ha saggiato le popolazioni di vecchi alberi
di ginkgo in diverse parti della Cina: Guizhou nella Cina sud-occidentale,
Hennan e Hubei nella Cina centrale e Jiangxi e Zhejiang nella Cina orienta
le, inclusa la popolazione del Monte Tianmu. Per ogni popolazione hanno
estratto il DNA da un numero di alberi compreso tra 1 0 e 30 e per ogni
albero hanno usato due metodi per valutare la variabilità genetica.2
I risultati hanno dimostrato che da un punto di vista regionale , le popo
lazioni di ginkgo più diverse erano quelle della Cina sud-occidentale. Tre
delle quattro popolazioni di Guizhou avevano livelli di diversità particolar
mente elevati. I ginkgo del Monte Tianmu nello Zhejiang avevano livelli
intermedi di diversità, come quelli di Hennan e Hubei. Dai confronti tra le
diverse popolazioni risultò che la popolazione del Monte Jinfo nella muni
cipalità Chongqing era quella più distinta. Anche la popolazione del Monte
Tianmu era relativamente distinta ma, nel complesso, più simile alle altre
popolazioni studiate .
I più recenti studi degli scienziati cinesi dell'Università di Zhejiang,
che si avvalgono di tecniche più sofisticate, convalidano le precedenti con
clusioni. Anche i loro risultati evidenziano che le popolazioni della Cina
sud-occidentale sono geneticamente più diverse di quelle della Cina orien
tale, ma in generale tendono a sostenere l'idea che il ginkgo possa essere
l Nikolai Vavilov è il padre dei moderni studi sulla agrodiversità. Per informazioni ag
giuntive sui centri di diversità agraria e l'origine delle piante agrarie, cfr. VAVILOV 1 992. Per la
biografia di Vavilov, cfr. PRINGLE 2008.
z FAN et al. 2004.
- 137 -
PARTE IV - D E C L I N O E SOPRAVVIVENZA
3 Cfr. SHEN et al. 2005, GoNG et al. 2008a, b e ZHAo et al. 2010.
4 Il ginkgo non è l'unico "fossile vivente" che proviene dalla Cina. A metà degli anni '40
del XX secolo, fu trovata una piccola popolazione di grandi alberi di metasequoia, lungo i tor
renti e le pendici nella parte nord orientale della Provincia di Sichuan, solo quattro anni dopo
la prima descrizione del genere Metasequoia da reperti fossili. Come il ginkgo, la metasequoia
era una volta estesa su un'area molto più vasta, che comprendeva parte del Nordamerica e
dell'Asia, e si trovava sull'orlo dell'estinzione nel suo habitat naturale; cfr. MERRILL 1 948. La
metasequoia è oggi un popolare albero per alberature stradali, specialmente in Cina.
- 138 -
Parte V
Storia
Pagina precedente: piatto decorato con fusti e foglie di ginkgo, prodotto tra il 1 700 e il 1 73 0
nella fornace Okawachi a Hizen, Kyushu, Giappone.
22 .
Antichità
- 141 -
PARTE V - STORIA
I grandi alberi trovati sulle boscose pendici del monte Jinfo e del Monte
Tianmu sono insoliti; la maggior parte dei ginkgo veramente grandi in
Cina, Giappone e Corea non sono alberi di foresta. Alcuni sono associati a
templi o santuari, ma perlopiù si trovano isolati nelle campagne . Una ras
segna di grandi alberi di ginkgo in Cina ne ha enumerati 1 3 8 con tronchi
più grandi di 2 m; molti sono a tronco singolo e palesemente non crescono
in foreste naturali. 3
Tra i più impressionanti di questi alberi si annovera il ginkgo detto
"Grand Ginkgo King" , che cresce vicino al modesto vill aggio di Li jiawan
in Guizhou, Cina meridionale , e sovrasta i campi coltivati nel fondo di una
piccola valle. Forse alla sua nascita faceva parte di un'antica coltivazione di
ginkgo, ma è altrettanto probabile , considerate le popolazioni di ginkgo
non molto lontane e apparentemente spontanee del Monte Jinfo, che sia
l'ultimo individuo di un vecchio bosco di ginkgo sopravvissuto in qualche
modo all'abbattimento della foresta per fare spazio alle coltivazioni agra
rie . Come i ginkgo sopravvissuti a Hiroshima, forse era resistente al fuoco,
il principale metodo usato dai primi agricoltori per liberare il terreno. 4
n ginkgo di Li Jiawan è un grande albero, alto circa 30 m e con un
tronco di quasi 6 m di diametro a livello del suolo, più imponente di quello
di ogni altro ginkgo rilevato finora. Tuttavia, anche a distanza si può nota
re che questo albero ha una storia complicata. Quattro tronchi principali,
ognuno dei quali alto più di 1 8 m, si ergono verso l' alto. Gli studi condotti
da colleghi cinesi suggeriscono che esso possa aver germogliato dalla base
almeno quattro volte nel corso della sua lunga vita. I suoi tronchi, par
zialmente separati e disposti ad anello, circondano una cavità centrale così
grande da essere stata usata un tempo come rifugio per il bestiame di un
allevatore locale . n tronco cavo preclude il conteggio totale degli anelli an
nuali e rende difficile valutare l'età di questo ginkgo, ma secondo una stima
esso potrebbe avere almeno 4500 anni. Tanta vetustà sembra improbabile ,
ma soltanto a giudicare dalle dimensioni il ginkgo di Li jiawan è certamen
te tra i più vecchi di tutti gli alberi di ginkgo viventi. 5
3 Una lista di vecchi e grandi ginkgo nelle province cinesi si trova in LIN et al. 1 995.
4 Il più noto dei sei alberi di ginkgo sopravvissuti a Hiroshima nel raggio di 1 ,6 km dal
punto dove è esplosa la bomba atomica è quello piantato nei terreni del Tempio Hosenji. A
solo 800 m dall'epicentro della distruzione, è sopravvissuto e ha emesso nuove foglie dopo
essere stato defogliato dall'esplosione. n nuovo tempio costruito attorno all'albero celebra la
speranza del rinnovamento, incarnata dall'albero in mezzo a una terribile devastazione. Per
altre notizie sui ginkgo sopravvissuti al bombardamento di Hiroshima, cfr. HAGENEDER 2005 e
Ginkgo Pages (http: / / kwanten.home.xs4all.nl / hiroshima.htm).
s n ginkgo di LiJawan, "Grand Ginkgo King", è stato descritto come «cinque generazioni
in un albero>>, in base ai successivi episodi di ricaccio; cfr. XIANG et al. 2009.
- 1 42 -
22. ANTICHITÀ
Anche per altri alberi di ginkgo in Cina sono state suggerite età rag
guardevoli. Nella contea di Dongkou Xian, Provincia di Hunan, vi è un
albero con un'età stimata di oltre 3 500 anni. Per un altro albero, nel tempio
di Dinlinsi nella contea di Juxian, Provincia di Shandong, si riporta un' età
di oltre 3 000 anni. Nella contea di Zhouzhi, Provincia di Shaanxi, e nella
contea di Tancheng, provincia di Shandong, ci sono alberi di età stimata di
oltre 2000 anni e la stessa età ha - probabilmente - anche un albero molto
grande a Fuquan City, Provincia di Guizhou. Complessivamente , si ritiene
che in Cina vi siano un centinaio di alberi di ginkgo che superano i mille
anni di età. 6
Se fosse esatta, la stima dell' età del ginkgo di Li Jiawan a 4500 anni lo
renderebbe uno tra i più vecchi di tutti gli alberi viventi, ma ciò sembra
improbabile. Esemplari di pini dai coni setolosi delle White Mountains in
C alifornia sono stati datati accuratamente a oltre 4700 anni e l'evidenza
diretta degli anelli annuali dimostra che molte altre specie , in particolare
di conifere , vivono per più di 2000 anni. Alcune sequoie sono entrate nel
loro terzo millennio e alcune sequoie giganti nel quarto. Ma queste piante
e altri patriarchi rappresentano l'eccezione ; la maggior parte degli alberi ha
un arco di vita misurato in alcuni secoli anziché in molti millennU
Spesso è difficile essere certi delle venerande età attribuite ad alberi
giganti. I grandi baobab africani, alcuni dei quali hanno tronchi che su
perano 9 m di diametro, ne rappresentano un classico esempio. Il grande
esploratore tedesco Alexander von Humboldt non vide mai un baobab, ma
ciò nonostante dichiarò che esso era «uno dei più vecchi abitanti del nostro
globo». Il botanico francese Michelle Adanson, dal quale il baobab trae il
suo nome scientifico (Adansonia digitata), ebbe un'esperienza più diretta .
Nel l 749, egli incontrò due alberi sulle isole della Maddalena, al largo del-
6 La stima dell'età del ginkgo di Li Jawan è quella massima calcolata da XIANG et al. 2009.
Le età di alberi di ginkgo ritenuti più vecchi di duemila anni sono citate da HE et al. 1 997. Il
diametro dei tronchi si basa su LI N et al. 1995.
7 Le sequoie, i più alti di tutti gli alberi, hanno tronchi che raggiungono l'altezza di 1 1 2 m
e il diametro di 7,3 m. Una rondella del tronco di Sequoiadendron giganteum, la sequoia gigante
del Museo di Storia Naturale di Londra, del diametro di 4,3 m, ha un'età stimata di 1335 anni.
L'abbattimento in gran numero di questi alberi spettacolari, da parte di chi ne conosceva la
grande antichità, deve essere classificato tra i più gravi atti di arroganza dell'uomo. L'età più
grande registrata in un pino dai coni setolosi (Pinus primaeva) riguarda un esemplare sopran
nominato Prometheus, abbattuto per errore nel 1964 da un laureando nel Nevada orientale.
In base sia alla datazione col radiocarbonio, sia con gli anelli annuali, aveva vissuto almeno per
4862 anni e forse per più di 5000; cfr. FERGUSON - GRAYBILL 1 983 . Un albero potenzialmente
più vecchio, ma molto meno spettacolare, è un abete rosso della Dalarna, in Svezia. Sebbene
raggiunga a stento cinque metri di altezza, il suo sistema radicale è stato datato a circa 9550
anni; cfr. KULLMAN 2005.
- 1 43 -
PARTE V - STORIA
s Anziché denotare un'età particolarmente avanzata, i massicci tronchi dei baobab riflet
tono l'adattamento ad immagazzinare acqua per smorzare gli effetti della siccità dell'ambiente
arido in cui vivono.
9 La dendrocronologia si avvale delle variazioni di spessore di diversi anelli annuali nello
stesso tronco per instaurare corrispondenze e confronti incrociati tra legni di diverse prove
nienze. Questa disciplina scientifica soddisfa le esigenze degli archeologi interessati a datare
frammenti !ignei e degli scienziati impegnati nella storia dei climi delle ultime migliaia di anni.
Una descrizione della dendrocronologia e delle sue applicazioni per determinare l'età dei pini
a coni setolosi si trova in FERGUSON 1 968.
- 1 44 -
22. ANTICHITÀ
Un altro modo per tentare di determinare l'età dei grandi ginkgo asiati
ci consiste nell'esaminare gli indizi storici o culturali. Anche questo meto
do non è esente da incertezze, poiché gli indizi disponibili più di frequente
sono leggende, che raramente si dimostrano affidabili. Ne è un buon esem
pio il grande e amatissimo ginkgo del santuario Tsurugaoka Hachiman-gii
di Kamakura, non lontano da Tokyo.
Quando visitai il grande ginkgo di Tsurugaoka, un caldo sabato prima
verile di tanti anni fa, il tempio formicolava di famiglie. Il grande , vecchio
albero non aveva ancora emesso le foglie e la sua nudità rivelava quanto
della sua chioma era stato scolpito da generazioni di dendrochirurghi. No
nostante ciò, il suo portamento era meraviglioso e imponente . Posto ac
canto alla ripida scalinata che conduce all'edificio principale del santuario,
circondato da una fune tradizionale fatta di paglia di riso allacciata attorno
al suo grande tronco, esso risplendeva nel sole dell'inizio di primavera. Il
santuario Tsurugaoka Hachiman-gii fu costruito nel 1 1 80 a Kamakura dal
primo Shogun, Minamoto no Yoritomo e nel l 2 1 9 fu teatro del famigerato
assassinio del terzo Shogun, Minamoto no Sanetomo, sugli stessi scalini di
pietra percorsi ancora oggi dai visitatori per salire al santuario principale .
Secondo la leggenda, l'assassino si nascose dietro l' albero di ginkgo men
tre attendeva in agguato ; secondo questa indicazione , il grande ginkgo di
Tsurugaoka avrebbe quasi l 000 anni.
Shihomi e Terumitsu Hori, i due più avanzati studiosi della storia cul
turale del ginkgo in Giappone, hanno accuratamente rivisto le evidenze
disponibili per determinare se la leggenda e la conseguente veneranda età
dell'albero potessero avere un fondo di verità. La Azuma Kagani, un re
soconto ufficiale di eventi avvenuti sotto lo Shogunato di Kamakura tra il
1 1 80 e il l 266, riporta i dettagli dell' assassinio: data, ora, tempo meteoro
logico e perfino le parole pronunciate dall' assassino durante l' attacco. Lo
Eukan-sho, scritto nel l 220, appena un anno dopo l' assassinio, dal sacerdo
te e poeta Jien, fornisce ancora più dettagli, inclusa la descrizione dei vestiti
indossati dall' assassino. Tuttavia in nessuno di questi resoconti quasi con
temporanei si fa menzione dell' albero. In modo sospetto, il ginkgo com
pare soltanto nei resoconti scritti molto tempo dopo; il primo si trova nel
Kamakura Monogatari, scritto intorno al 1 659, oltre quattro secoli dopo i
fatti. Sembra pertanto molto probabile che il ginkgo sia stato aggiunto alla
leggenda in un secondo momento. Anziché l 000 anni, il grande ginkgo di
Tsurugaoka ha più probabilmente un'età inferiore , ossia 500-600 anni. 1 0
l O Nella primavera del ZO lO, il grande ginkgo di Tsurugaoka crollò durante una tempesta
seguita a forti piogge, provocando sgomento nel tempio e in molti giapponesi. Fu possibile
- 1 45 -
PARTE V - STORIA
contarne gli anelli annuali nella parte esterna del tronco, ma i tentativi di determinare l'età
esatta furono bloccati dalla decomposizione della parte centrale.
Il Cfr. NEEDHAM et al. 1 996, p. 58 1 . Come nota Menzies, può essere significativa la man
canza di menzioni del ginkgo nelle più importanti tra le prime fonti di informazioni botaniche
cinesi, Shih Ching, Erh Ya e Nan Fang Tshao Mu Chuang (Osservazioni delle piante e alberi delle
regioni meridionali), scritte da Chi Han intorno al 300 A.D.
- 1 46 -
22. ANTICHITÀ
quattro millenni e mezzo del pino dai coni setolosi (Pinus primaeva). È più
ragionevole considerare che l'età di alcuni ginkgo possa avvicinarsi a 1 500
anni, ma che , nella maggior parte dei casi, la loro età si misuri più precisa
mente in secoli anziché in millenni. Tali considerazioni concordano con i
dati di fonti scritte, che indicano età più giovani, anziché più vecchie, per i
più grandi e più impressionanti alberi di ginkgo del mondo.
- 1 47 -
23 .
Tregua
- 1 48 -
23 . TREGUA
3 Semplici discorsi sull'investigazione delle cose, una serie di brevi affermazioni sui fenomeni
naturali, scritti nel 980, inclusa l'affermazione «Che gli alberi maschio e femmina di ginkgo
crescano uno accanto all'altro, allora si formerà il frutto». I poemi sul ginkgo furono scambiati
tra Ouyang Hsiu ( 1 007- 1 072) e il poeta Mei Yao-Chen (noto anche come Sheng-Yti; 1 002- 1 062);
cfr. NEEDHAM et al. 1 996, p. 5 8 1 .
- 1 49 -
PARTE V - STORIA
tante materia prima. Egli cita il Nung Sang Chi Yao del 1 2 73 quale più antico
testo che fornisce dettagli sulla coltivazione del ginkgo e nota che queste
istruzioni orticolturali furono ripetute parola per parola in manuali poste
riori, quali Chung Shu Shu, Pian Min The Tsuan e Nung Cheng Chhii.an Shu.
Fin dall'inizio fu riconosciuto che sono necessari alberi sia maschili sia
femminili per produrre semi , ma allora, come ora, non c'era alcun modo
semplice per predire se un seme avrebbe prodotto un albero maschile o
femminile. Il Nung Sang Chi Yao dispensa il seguente consiglio:
n ginkgo ha alberi maschili e femminili. n [seme] maschile ha tre creste, quel
lo femminile due . Essi devono essere piantati insieme. Quando sono piantati vici
no a uno stagno, essi guardano il loro stesso riflesso e così possono portare frutto.
Non esistono evidenze che i semi con tre creste , che in ogni caso sono
rari in confronto a quelli con due, si sviluppino come alberi maschili. Co
munque, il suggerimento di piantare gli alberi femminili vicino all' acqua
può essere utile. Il ginkgo prospera quando ha un agevole accesso all' acqua
e gli alberi stressati dalla siccità difficilmente producono un buon raccolto.
Successivi trattati orticolturali raccomandano inoltre l'innesto di un ramo
maschile su un albero femminile, l'opposto di ciò che fece jacquin nei suoi
esperimenti. Si tratta di un modo facile e sensato per evitare di attendere
fino a 20 anni la produzione di semi, quando non ci sono alberi maschili
nelle vicinanze.
In base a commenti di Mei Yao-Chen, che ricordava il ginkgo vicino a
casa sua, e facendo menzione delle sue raccolte di semi da piante sponta
nee, alcuni autori cinesi hanno suggerito che il ginkgo sia nativo dei dintor
ni di Xuancheng, nella provincia di Anhui. Più recentemente, l'attenzione
si è concentrata anche sul monte Jinfo, nella municipalità di Chongqing, e
sul Monte Tianrnu nello Zhejiang. Non è ancora completamente certo che
il ginkgo sia nativo di queste aree, ma sembra probabile che la coltivazione
di ginkgo sia iniziata nel sud per diffondersi poi a nord. Questo spostamen
to verso nord del ginkgo è consistente anche con i commenti del Shihua
zonggu.i di Ruan Ye :
Nella capitale - oggi Kaifong City, provincia di Hennan - non c'era alcun
ginkgo. Dall'arrivo dal sud del signor Li Wienhe, genero dell'imperatore, egli lo
introdusse e lo piantò nella sua casa privata. Poi portò frutto e là fu propagato e
sviluppato. 4
4 Il confronto tra altezza e diametro di vecchi alberi di ginkgo in varie province cinesi
sostiene l'idea che i vecchi ginkgo del Guizhou siano mediamente più alti e larghi di quelli di
Anhui e dello Zhejiang. La provincia di Sichuan, che confina a nord con il Guizhou, ha ginkgo
- 1 50 -
23 . TREGUA
ancora più grandi in entrambe le misure; dati compilati dal lavoro di LIN et al. 1995. L'origine
del ginkgo ad Anhui è citata da Menzies che la deriva dalla Pen Ts'a Kang Mu o Grande Far
macopea ( 1 596, p. 1 80 1 ), secondo il ]ih Yung Pen Shao. La citazione dal Shihuazonggui è tratta
da HE et al. 1 997, p. 374. A partire dalla dinastia Yuan, sono stati usati anche altri nomi: pei yen,
"occhio bianco"; pei kuo, "frutto bianco"; ling yen, "occhio vivace"; jen hsing, "noce albicocca" .
Altri nomi come kung sun shu "albero nonno-nipote" sono apparsi successivamente. Questa
documentazione, relativa alle dinastie Song (960- 1 279) e Yuan è riportata in HE et al. 1 997,
p. 374 e LI 1 963 , p. 92.
5 Gli alberi di ginkgo più vecchi della Corea del Sud sono stati designati monumenti natu
rali dalla Amministrazione del Patrimonio Culturale; cfr. Invitation ForestOn "Story of forest:
Old gigantic trees in Korea" .
6 Per descrizioni e immagini dei ginkgo di Yeongwol, di Duseo-myeon e Yongmunsa, cfr.
Invitation ForestOn "Story of forest: Old gigantic trees in Korea" .
- 151 -
PARTE V - STORIA
dove , come il grande ginkgo di Lijiawan, essi possono segnalare i siti di pre
cedenti impianti di ginkgo anziché templi totalmente scomparsi.
Shihomi e Terumitsu Hori hanno esaminato l'inizio della storia cultu
rale del ginkgo in Giappone e identificato otto grandi alberi, la cui età varia
tra 700 e 1 5 00 anni secondo le leggende ad essi associate . Il ginkgo di jyo
nichiji, un grande albero femmina sui terreni del tempio di jyonichiji, nella
prefettura di Toyama, è considerato il più vecchio. Secondo la leggenda
locale, esso era già un grande albero nel 682, quando il tempio fu costruito.
Circa la stessa età è attribuita al ginkgo di Nigatake, talvolta chiamato il
ginkgo di Chichi o di Uba, presso il santuario Ubagami nella prefettura di
Miyagi. Il ginkgo di H6ri6, nella prefettura di Aomori, la cui età presunta è
800- 1 200 anni, è stato piantato - si dice - per commemorare la fondazione ,
nell'epoca Heiana, del tempio Zenshoi, ora perduto. 7
È difficile verificare la veridicità d i queste leggende coreane e giappo
nesi, ma come nel caso del grande ginkgo di Tsurugaoka, età così estre
me sono probabilmente errate . In Giappone , la documentazione scritta,
relativa in modo non ambiguo al ginkgo, appare più tardi che in Cina, ed
è notevole l'assenza del ginkgo nell' antica letteratura classica, dove ci si
potrebbe aspettare di trovarlo. I tradizionali poemi giapponesi di 3 1 sill abe ,
detti waka, hanno una storia che risale a circa 1 3 00 anni fa. L a Man'yoshu, la
più antica raccolta antologica di questi poemi, fu compilata al termine del
periodo Nara, nel tardo VIII secolo ; in questi componimenti vi sono molti
riferimenti a foglie gialle, ma potrebbero essere riferiti a molte altre piante.
Analogamente , gli Hori concludono che molto probabilmente la parola
chi-chi, menzionata nelle poesie di Otomo-no-Yakamochi risalenti a metà
dell'ottavo secolo, si riferiva alle radici aeree pendenti del fico giapponese,
comunemente coltivato.
Non ci sono riferimenti inequivocabili al ginkgo neppure nelle anto
logie di waka raccolte dal Comando Imperiale nel X e XIII secolo. Il gink
go non compare nemmeno nei "Racconti di Genji" di Murasaki Shikibu,
uno dei più vecchi romanzi del Giappone, o in Makura no Soshi , raccolta
di antichi saggi scritti da Sei Shonagon tra la fine del X secolo e l'inizio
dell'Xl. Considerando il rilievo dato alla natura in questa letteratura e la
frequenza dei rimandi a ginkgo in lavori successivi, questa assenza può
essere significativa.
Il primo, indiscutibile riferimento al ginkgo si trova in due dizionari
giapponesi e in un libro di testo di metà XV secolo. Il dizionario Ainosho
7 Una lista dei vecchi alberi di ginkgo in Giappone e delle leggende che vi sono associate
è fornita da Horu - Horu 1 997.
- 1 52 -
23 . TREGUA
s Per altre notizie sulla storia culturale del ginkgo in Giappone, cfr. H oRI - HoRI 1997.
9 Questi vetusti alberi giapponesi sono riportati da LI 1963.
- 1 53 -
PARTE V - STORIA
- 1 54 -
24.
Viaggi
l FULLER 1 732.
2 Il Museo Nazionale Marittimo Coreano è sono la responsabilità del Ministero della Cul
tura e Turismo; cfr. www. seamuse.go.kr.
- 1 55 -
PARTE V - STORIA
3 I resti della nave di Shinan e la maggior parte del suo carico possono essere visitati al
Museo nazionale marittimo.
4 Per descrizione e diagrammi della struttura e della costruzione della nave, cfr. GREEN
1 983 ; per descrizioni e fotografie della nave, del suo carico e degli scavi subacquei, cfr. KIM
Z006a, b, c.
5 Il seme di ginkgo recuperato dalla nave di Shinan è in mostra al Museo nazionale corea
no di Seui, con ceramiche e altri reperti tratti dal relitto.
- 1 56 -
24. VIAGGI
- 1 57 -
PARTE V - STORIA
6 Cfr. SEYCOK 2008. Accanto ai templi di Fukuoka e Kyoto vivono tuttora molti vetusti
ginkgo. I commerci tra Cina e Giappone documentati dalla nave di Shinan sono proseguiti fino
all'epoca dell'autoisolamento giapponese. Per tutto il XVII secolo, le comunità cinesi fino a
quel momento disperse furono raggruppate a Nagasaki, che divenne allora il principale centro
di esercizio e controllo dei commerci esteri. Attraverso questa testa di ponte, furono introdotti
molte espressioni culturali cinesi, poi assimilate in Giappone.
7 La presenza del ginkgo in Giappone nel XIV secolo è in accordo anche con la scoperta
di foglie di ginkgo pressate tra le pagine di libri del XIV secolo del Museo Provinciale di Kana
gawa. Per motivi che riguardano la storia di queste collezioni, non è plausibile che le foglie vi
siano state inserite in epoca recente. Si ritiene che le foglie siano repellenti per gli insetti. Per
un breve esame delle prime fonti scritte riguardo al ginkgo in Giappone cfr. Horu - Horu 1 997.
- 1 58 -
24. VIAGGI
connessione tra ginkgo e templi buddhisti. Il Okazari no sho del 1 523 regi
stra i mobili, gli attrezzi e gli utensili che lo shogun Ashikaga Yoshimasa
teneva nel grande tempio di Ginkaku-ji (Tempio del padiglione d' argento) ,
d a lui stesso fondato nel 1 460 a Kyoto come villa privata . Tra i b e ni inven
tariati si annovera uno icho-gu.chi, "vaso da fiori a bocca di ginkgo" . Allo ra
come ora, le inconfondibili foglie di ginkgo erano un modello irresistibile.
Risale alla fine del XV secolo o all'inizio del XVI una lunga scatola, nagafba
ko, impiegata per la conservazione e il trasporto di pergamene, decorata
con uno stemma (mon) di cinque foglie di ginkgo. Il Kikigaki Shokamon, un
libro di araldica del XV secolo, comprende circa 260 stemmi di famiglie,
uno dei quali è composto da tre foglie di ginkgo. Sono invece del perio
do Azuchi-Momoyama, tra la fine del XVI secolo e l'inizio del XVII , alcu
ni kimono decorati con foglie di ginkgo. Infine , uno dei tesori nazionali
del Museo Statale del Giappone a Tokyo è una giacca da uomo lunga fino
ai fianchi, kodofuku, decorata con foglie di ginkgo ricamate . Verso la fine
dell'epoca medievale, l'élite giapponese aveva già riconosciuto il ginkgo
come un qualcosa di speciale. 8
s Per una lista di altri manufatti e animali giapponesi il cui nome deriva da ichou cfr. H oRI
Horu 1997.
- 1 59 -
25 .
Rinnovamento
lPROUST 1 9 1 9.
zEngelbert Kaempfer ( 1 65 1 - 1 7 1 6) è stato definito "il primo interprete del Giappone"
(BROWN 1992).
- 1 60 -
2 5 . RINNOVAMENTO
un certo albero chiamato Ciennich (o l' albero di 1000 anni) nella provincia di Su
chu, vicino alla città di Kien, che si estende così prodigiosamente da ricoprire ZOO
pecore sotto uno solo dei suoi rami, senza che ciò sia molto percepito da coloro
che gli si avvicinano,
J Per la citazione completa sulla diffusione del ginkgo in Giappone cfr. il capitolo 26.
4 Cfr. EVELYN 1 664, p. 194 ; CAMPBELL-CULVER 2006 avanza l'ipotesi che i grandi alberi cinesi
descritti da Evelyn possano essere esemplari di ginkgo. Dato che i primi contatti con la Cina
sono intercorsi con la parte meridionale, subtropicale, sembra più probabile che si tratti di fichi.
- 161 -
PARTE V - STORIA
5 Le prime relazioni dei commercianti portoghesi, nel decennio del l 540, attirarono l'at
tenzione degli imprenditori missionari gesuiti, che vi scorsero l'opportunità di portare avanti
gli interessi sia commerciali, sia spirituali; cfr. NEWITI 2005, p. 1 3 5 .
6 L a Compagnia Olandese delle Indie Orientali è spesso menzionata come VOC (Vereeni
gde Oost-Indische Compagnie). La rivolta di Shimabara iniziò non molto lontano dal distretto
orientale di Nagasaki quando decine di migliaia di contadini e di loro alleati, molti dei quali
cristiani, insorsero contro le autorità locali. La rivolta fu infine domata alla caduta del castello
di Hara nell'aprile 1 638, ma nel periodo successivo la messa al bando del cristianesimo fu ap
plicata rigorosamente e i portoghesi furono infine espulsi. Gli olandesi, che si erano schierati
col vincente shogunato di Tokugawa, avviarono i commerci da Deshima nel 1 64 1 . In ossequio
alla politica unilaterale di isolamento nazionale (sakoku), le sole altre navi straniere autorizzate
a entrare in Giappone erano quelle cinesi.
- 1 62 -
2 5 . RINNOVAM ENTO
- 1 63 -
PARTE V - STORIA
Andai io stesso due volte alla corte dell'imperatore con mia grande soddisfa
zione: la prima volta, nell'anno 1691 con Henry von Butenheim, un gentiluomo
di grande candore, affabilità e generosità . . . la seconda volta, nel 1692, con Cor
nelius van Outhoorn, fratello del governatore generale di Batavia, gentiluomo di
grande erudizione , eccellente sensibilità e molto versato in diverse lingue . . .
Kaempfer continua:
In primo luogo usciamo da Nagasaki per attraversare via terra l'isola di Kyu
shu fino alla città di Kokura, dove arriviamo in cinque giorni. Da Kokura pas
siamo lo stretto in piccole imbarcazioni dirette a Simonoseki, distante circa due
leghe da dove troviamo il nostro summenzionato barcone ancorato e in attesa del
nostro arrivo, essendo questa baia molto conveniente e sicura . . . a Simonoseki sa
liamo sul nostro barcone per proseguire da lì fino a Osaka, dove arriviamo in otto
giorni, più o meno, secondo se il vento si mostra favorevole o contrario.
Egli prosegue:
Osaka è una città molto famosa per la quantità dei suoi commerci e la ricchez
za dei suoi abitanti. Si trova a circa 13 leghe d'acqua giapponesi da Fiogo, che per-
- 1 64 -
2 5 . RINNOVA ME NTO
Kaempfer fece buon uso dei suoi viaggi a Edo e del tempo trascorso
in Giappone . Quando si imbarcò, l'ultimo giorno di ottobre 1 692, per ri
entrare a Batavia e da lì in Europa, egli portò con sé una ricca collezione
di campioni, libri e oggetti culturali: si tratta del primo tentativo di un eu
ropeo volto a raccogliere reperti che riflettono l'ambiente e la cultura del
Giappone. Nel mese di maggio dell'anno successivo, Kaempfer arrivò a
Città del C apo e il 6 ottobre 1 693 ad Amsterdam.
Kaempfer aveva deciso di dedicare il suo tempo a scrivere il resoconto
dei suoi viaggi, ma il suo libro Amoenitatum Exoticarum non fu pubblicato
fino al 1 7 1 2 , venti anni dopo la sua partenza dal Giappone . È un lavoro stra
ordinario, ricco di osservazioni originali, con la storia del viaggio via terra
in Persia e poi nel sud-est asiatico. Egli aggiunge anche resoconti di ele
menti naturali e culturali che catturavano il suo interesse, come il tè giap
ponese , e descrive le piante incontrate , molte delle quali completamente
sconosciute alla scienza occidentale. Vi sono incluse le prime descrizioni
occidentali di diverse piante giapponesi, comprese molte , come il ginkgo,
che erano state introdotte dalla Cina. 8
A pagina 8 1 1 delle Amoenitatum Exoticarum, nella sezione dedicata agli
alberi da frutto e da semi eduli, Kaempfer inserisce l'illustrazione di un ra
metto di ginkgo con le sue distintive foglie , con l'iscrizione «[B��' N.d.T.]
Ginkgo. Vel Gin an, vulgò Itsjò. Arbor nucifera folia Adiantino». Questa è la
prima illustrazione occidentale del ginkgo, probabilmente disegnata dallo
stesso Kaempfer. Il bozzetto originale si trova nel carteggio Kaempfer alla
British Library.
Decenni dopo, nel 1 775 , l'incarico di Kaempfer fu preso da Carl Pe
ter Thunberg, un dotato e curioso allievo di Linneo. Incrementando i dati
pubblicati da Kaempfer, la Flora]aponica di Thunberg fu il primo resoconto
7 Citazione da KAEMPFER 1 690· 1 692. Kaempfer, come molti dei primi esploratori europei
in Giappone, descrive lo shogun come imperatore.
s Cfr. STEARN 1 948 per un resoconto dei viaggi di Kaempfer e anche l'accurato Forum En
glebert Kaempfer (http: / / wolfgangmichel.web.fc2.com / serv l ek/ index.html); cfr. MICHEL 2009.
- 1 65 -
PARTE V - STORIA
dettagliato delle piante del Giappone . Pochi anni dopo, nel l 779, Isaac Ti
tsiugh arrivò in qualità di Opperhoofd della stazione commerciale olandese.
In quanto chirurgo, studioso e commerciante egli divenne una figura chia
ve nelle relazioni europee con Giappone e Cina del tardo XVIII - primo
XIX secolo.9
In tutta la sua storia, l'esportazione di ceramiche è un settore redditi
zio del commercio che si svolgeva a Deshima e alcune di queste cerami
che , dell'inizio del XVIII secolo, sono una prova diretta dell'interesse che le
potenzialità estetiche del ginkgo esercitavano sugli artigiani che creavano
porcellane di alta qualità. Le foglie di ginkgo compaiono occasionalmen
te tra i molti motivi vegetali che decorano le straordinarie coppe, piatti e
molti altri oggetti creati nelle fornaci della regione di Arita come doni spe
ciali per lo shogunato. Nel museo ceramico di Kyushu una di queste coppe
bianche mostra tre foglie di ginkgo disposte in cerchio. Ancor più sorpren
dente è un grande piatto piano con due tozzi rami di ginkgo verticali, ben
identificabili sullo smalto blu cobalto dello sfondo e coperti con foglie di
ginkgo. Alcuni decisi elementi orizzontali, poco sopra il punto centrale,
rappresentano la nebbia che passa attraverso i rami. Questo manufatto è
stato prodotto nella fornace Okawachi di Hizen tra il 1 700 e il 1 730, non
molto tempo dopo il soggiorno di Kaempfer nella vicina N agasaki. Molti
grandi alberi di ginkgo che ancora vivono in quella regione del Giappone
erano certamente vivi al tempo di Kaempfer, Thunberg e Siebold. 1 0
- 1 66 -
. ,0/,,n,. f;. n.t' ,t',-,.
.. J;.;t,.-�,n.U�-,1,. . 'J;;./,,•rv ?" _4,., /',t,n,/ !J;('.rin.,
. • ly . , 1�r�lf"t«Arl,- .
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. . .
27
30
li
32
l LINNAEUS 1 7 5 1 .
- 1 67 -
PARTE V - STORIA
- 1 68 -
26. SCELTA D E L N O M E
si riferisse al Kinmo Zui sia quando era in Giappone, sia nella stesura delle
Amoenitatum Exoticarum, e che questa sia la fonte del nome ginkgo. Con
il successivo riconoscimento da parte di Linne o, questa è probabilmente
diventata la più internazionalmente riconosciuta tra tutte le parole giappo
nesi del XVII secolo. 3
C'è un quesito finale, forse il più difficile: perché Kaempfer ha scritto
ginkgo anziché ginkyo? Questo è particolarmente affascinante perché nella
prefazione del suo libro Kaempfer spiega di avere posto particolare atten
zione alla trascrizione più accurata possibile del linguaggio giapponese.
Egli ha attentamente ascoltato la pronuncia delle parole e dei suoni e ha
sviluppato un sistema di regole per trasferirle su carta. Visto che Kaemp
fer era così meticoloso, Shihomi e Terumitsu Hori indicano che i nomi
di piante trascritti in alfabeto latino nelle Amoenitatum Exoticarum fissano
vividamente la pronuncia di quei nomi usata dalle persone che vivevano in
Giappone alla fine del XVII secolo. Quindi, se Kaempfer ha udito ginkyo,
perché lo trascrisse come ginkgo?
Alcuni hanno ipotizzato che la grafia di ginkgo fosse un banale errore
ortografico di Kaempfer o del tipografo, ma gli Hori pensano che ginkgo
sia la vera grafia voluta da Kaempfer. Essi suggeriscono che la misteriosa
seconda g di ginkgo sia un retaggio delle radici culturali di Kaempfer, svi
luppatesi in Germania settentrionale. Nei dialetti di quei territori, il suono
della j è spesso trascritto con una g. Per esempio Kaempfer avrebbe potuto
dire "jut" ma lo avrebbe scritto "gut" . Shihomi e Terumitsu Hori sugge
riscono, considerato il contesto delle sue origini, che Kaempfer abbia tra
scritto "ginkyo" proprio come lo ha sentito.4
Qualunque sia l'origine della seconda g di ginkgo, il più ampio significa
to del viaggio di Kaempfer in Giappone fu immediatamente riconosciuto
dopo la pubblicazione delle Amoenitatum Exoticarum. Dopo la sua morte,
avvenuta il 2 novembre 1 7 16, le sue raccolte furono messe in vendita e
3 Kaempfer possedeva due copie del Kimno Zui. Una è la prima edizione del 1 660, l'altra
una edizione posteriore lievemente diversa, pubblicata nel 1 668. Entrambe fanno parte della
Kaempfer's japanese Library nella British Library.
4 L'origine tedesca anziché orientale della seconda g di ginkgo è un'ipotesi affascinante,
ma Wolfgang Miche!, uno studioso di Kaempfer, mette in evidenza che Kaempfer trascrisse
con una y altre parole giapponesi, inclusi nomi di piante, contenenti le sillabe "kyo" o "kyo" .
Miche! ritiene più probabile che Kaempfer abbia commesso u n errore: cfr. l e sue note di ricer
ca (MICHEL 2009). Un'ipotesi alternativa suggerisce che Kaempfer abbia seguito accuratamente
la pronuncia del suo interprete, Genomon Imamura (VAN DER VELDE 1 995), e abbia trascritto
ginkyo nella pronuncia del dialetto regionale parlato all'epoca a Nagasaki. Per esempio, la
parola fragola, ichigo, è tuttora pronunciata itzigo nel dialetto di Nagasaki e cos ì l'ha trascrit
ta Kaempfer in Amoenitatum Exoticarum ( Toshiyuki N agata, Hosei University, comunicazione
personale).
- 1 69 -
PARTE V - STORIA
5 Per ulteriori notizie sulle collezioni di Kaempfer di manoscritti, disegni, note, mappe,
libri e altri materia li, inclusi 49 libri con xilografìe, cfr. HtiLS - HOPPE 1 982.
6 Per altre notizie sulla vita, le conoscenze e le collezioni di Sloane, cfr. DANDY 1 958 e
MACGREGOR 1 99 4.
7 Sloane fu presidente della Royal Society dal 1 727 al 17 41 e divenne uno dei più influenti
mecenati della scienza del suo tempo.
- 170 -
26. S C E LTA D E L N O M E
- 171 -
PARTE V - STORIA
ticarum nel 1 7 12, Kaempfer aveva cambiato la grafia, che risultava "Gin an" .
- 1 72 -
27.
Ritorno
- 1 73 -
PARTE V - STORIA
Il previsto arrivo del ginkgo richiese altri nove anni. In una lettera da
tata 3 luglio 1 767, Ellis scrisse a Linneo <<]ames Gordon intende [donarvi]
2 Cfr. anche ]ARVIS 2007 per altre i nformazioni su Linneo e sul significato della sua opera.
3 Li nneo nomi nò un genere di zenzero Kaempferia.
4 ELLIS 1 770.
5 La corrispondenza di Ellis con Linneo è citata in LouooN 1 83 8 ( 1 : 77), che inserisce tra
parentesi i nomi botanici.
- 1 74 -
27. RITORNO
Mio signo re ,
Quale ammi rato re da molti anni dell'ope ra molto ingegnosa e colta della Si
gno ria Vost ra , la p rego di accetta re le sottosc ritte piante. Se vi è qualcosa di pa rti
cola re che sia accettabile , che occo rre sulla mia st rada , sa rà pe r me un g randissi
mo piace re ed ono re p rocu ra rla pe rla Signo ria Vost ra.
Io sono , mio signo re
Se rvo obbligato della Signoria Vost ra ,
James Go rdon
- 175 -
PARTE V - STORIA
s Il campione essiccato della pianta di Uppsala è registrato come Campione 1 292.2 nell' er
bario linneano, custodito nelle camere blindate della Linnean Society di Londra, sotto Burlin
gton House a Piccadilly.
9 Una possibile fonte del materiale vivo di ginkgo di Gordon è il verusto albero ancora in
vita all'Orto Botanico di Utrecht, che probabilmente vi era già coltivato.
- 176 -
27. RITORNO
IO Le intenzioni di Bradby Blake «di procurare i semi di rutti gli alberi, arbusti, radici,
frutti, fiori etc. etc. prodotti da quel grande impero e usati o per la promozione dei commerci
o perché sono utili all'uomo» sono descritte nelle lettere di Henry Laurens (ROGERS et al. 1 980).
- 1 77 -
PARTE V - STORIA
si può escludere che Gordon avesse ricevuto campioni vivi di ginkgo nella
decade del 1 750 da uno dei corrispondenti di Ellis, forse perfino dal padre di
Blake. Qualche anno dopo, Gordon e forse anche altri inglesi possono aver
ricevuto tramite Ellis dei ginkgo raccolti in Cina da Blake. Dopotutto, sap
piamo che Blake era stato inviato con l'esplicito scopo di raccogliere piante
vive e la nota incollata sulla copia di Linneo del libro di Kaempfer ci forni
sce la prova diretta che egli era ben attento ad assicurarsi che i semi fossero
vivi. Una nota a margine del resoconto sul ginkgo vergata da Loudon nel
suo Arboretum et Fruticetum Britannicum; or, The Trees and Shrubs of Britain,
conferma che Ellis riceveva semi: «Il seme, esaminato da Sir J.E. Smith su
campioni in suo possesso, inviati dalla Cina al Sig. Ellis, fu giudicato più
grande di un pistacchio ...».
Da quanto esposto, sembra probabile che anche l'enigmatico pezzo di
carta con le osservazioni di john Bradby Blake, incollato sulla copia di Lin
neo del libro di Kaempfer, provenga dalla corrispondenza di Ellis, da lui
poi donata alla Linnean Society di Londra. La nota di Blake inoltre rende
plausibile che le prime piante di ginkgo coltivate in Europa derivassero da
diverse e distinte introduzioni da diverse fonti, sia cinesi sia giapponesi.
L'introduzione del ginkgo in Europa quasi certamente ebbe luogo più di
una volta e si estese su un lungo periodo di tempo. Indipendentemente
dalla certezza della fonte dei primi alberi di ginkgo coltivati in Europa, l'e
videnza suggerisce che i ginkgo vivi fossero rari almeno fino alla fine della
decade del 1 750, ma ampiamente diffusi appena una o due decadi dopo.
È chiaro anche che James Gordon ha avuto un ruolo chiave nella pro
pagazione e diffusione del ginkgo. Fu probabilmente lui a fornire il ginkgo
piantato nella Royal Estate a Kew, che è ora il prezioso Vecchio Leone.
Gordon coltivava i ginkgo nel vivaio di Mile End già nel 1 75 4. Inoltre pare
che un albero del Castello di Blaize, Henbury, nei pressi di Bristol, sia stato
piantato nel 1 762 e un altro a Whitfield, Warmbridge nell'Herefordshire,
nel 1 776. Il vivaio di Gordon può averli forniti tutti quanti.
- 1 78 -
Parte VI
Uso
Pagina precedente: un grande ginkgo maschio in un frutteto di basse femmine, vicino a
Sobue, Giappone, all'inizio della primavera.
28.
Giardini
Il ginkgo deve la sua rinascita in tempi storici non soltanto alla sua uti
lità, ma anche a un imprecisato, irresistibile carisma biologico che ha fatto
presa sia nelle culture orientali, sia in quelle occidentali. In oriente, il gin
kgo può aver completato la transizione dal bosco nativo al giardino quasi
per caso. Da lungo tempo i sacerdoti buddhisti e taoisti custodiscono at
torno ai templi tratti di foresta con alberi vetusti. In particolare, la dottrina
buddhista cinese e giapponese insegna che il raggiungimento del nirvana,
lo stato di liberazione spirituale, è possibile per tutte le forme di vita, in
cluso gli alberi. Forse, con le loro insolite foglie e i bizzarri chi-chi, i vetusti
ginkgo incarnavano un elemento della natura di Buddha. Adottato anche
dal confucianesimo e dallo scintoismo, il ginkgo fu diffusamente adorato
come simbolo di vitalità, longevità e resilienza. 2
Nel XVIII secolo, il ginkgo estese la sua distribuzione dai boschi, dai
templi e dalle coltivazioni d'oriente fino ai giardini botanici e alle grandi
tenute dell'occidente. Solo pochi decenni dopo la prima descrizione di Ka
empfer, cominciarono ad arrivare in Europa dei ginkgo vivi, probabilmente
sotto forma di semi o forse plantule o talee. Il momento esatto di questo
l POLLAN 1 99 1 , p. 64.
- 18 1 -
PARTE VI - USO
3 Per ulteriori informazioni sui primi missionari gesuiti in Cina, cfr. Hs iA 2009. È possibile
che questo vecchio esemplare femminile sia passato inosservato perché, in assenza di maschi
nelle vicinanze, non erano prodotti se mi e non si sarebbe manifestato il sesso femminile. Il
primo esemplare femminile riconosciuto in Europa non produsse semi finché sue talee furono
innestate su esemplari maschili in altri giardini; cfr. LouooN 1 838.
4 Dopo la Rivoluzione francese, il Jardin du Roi divenne noto come Jardin des Plantes.
EHRHART 1 787 nota anche il ginkgo coltivato ai giardini reali di Herrenhausen ad Hannover,
Germania.
- 1 82 -
28. GIARDINI
Nel 1 83 8 John Loudon, che aveva dato conto del ginkgo nel suo esau
riente saggio sugli alberi e arbusti coltivati nelle Isole britanniche, cita il
direttore dell'epoca dell'Orto botanico di Utrecht:
Il Professar Kops ci informa, con una lettera datata 7 di cembre 1835, che è
un albero ramifi cato e an cora continua a cres cere vigorosamente. Aggiunge che
quando su ccede tte alpre cedente dire ttore dell' Orto nel 18 16, si cal colò che la sua
età fosse compresa tra 70 e 80 anni; e quindi, che ora (1837) ne abbia 90 -100 e che,
se ciò fosse vero, debba essere stato piantato a Utre cht prima de lla sua introduzio
ne in Ing hilterra. 5
5 La citazione è tratta da LouDON 1 838, che esamina anche altri ginkgo piantati precoce
mente in Europa.
6 Per altre informazioni sull'introduzione di piante giapponesi nei giardini europei, cfr.
FARRER 200 1 e CRANE- SALTMARSH 2003 .
7 Lord Bute era in relazione con la Principessa Augusta, fondatrice dei giardini a Kew nel
1 759. Egli fu anche mentore e primo ministro ( 1 762 -1 763) del giovane Re Giorgio III.
- 1 83 -
PARTE VI - USO
Inghilterra nel 1 753. Dato che Gordon è stato una fonte precoce di ginkgo
in Europa, sembra probabile che sia stato anche il fornitore del ginkgo Vec
chio Leone di Kew. Può darsi che sia la sofora del Giappone, sia il ginkgo
facessero parte della stessa partita di semi che Gordon aveva ricevuto dalla
Cina o dal Giappone in modo non precisato, forse tramite John Ellis. 8
In Europa, all'inizio della seconda metà del XVIII secolo, il ginkgo era
già in fase di propagazione tramite talee e passò di giardino in giardino.
Nel 1 785 fu piantato un ginkgo all'Orto botanico di Leiden, il più vecchio
d'Olanda. Nel 1 787 Giorgio Santi, direttore dell'Orto botanico dell'Univer
sità di Pisa, ne fece piantare uno nel nuovo arboreto, che ancora oggi re
siste, ad appena cinque minuti di cammino dalla Torre Pendente. Conrad
Loddiges, che gestiva un rinomato vivaio inglese specializzato in piante
esotiche, nel 1 78 1 fornì una pianta alla tenuta reale di Schonbrunn, appena
fuori Vienna, che può essere l'origine del vecchio albero maschile dell'Or
to botanico viennese.9
Il ginkgo si fece strada verso la Francia per la prima volta sul finire
della decade del 1 770. Loudon cita l'impianto di un esemplare a Rouen nel
1 776. Nella traduzione di un resoconto scritto dal botanico Francese André
Thouin, egli dà conto tra le altre cose della eccentrica introduzione del
ginkgo nei giardini di Parigi, il che per inciso spiega l'origine dell'insolito
nome francese dell'albero, l'arbre aux quarante écus:
Nel 1780, un amatore parigino, di nome P étign y, fe ce un viaggio a Londra
allo s copo di vedere i più importanti giard ini; nel novero di quelli che visitò vi
era quello di un giardiniere commer ciale, che possedeva cinque giovani piante
di Ginkgo biloba, che era an cora una rarità in Inghilterra, e che il giardiniere so
steneva di possedere in es clusiva. Le cinque piante erano state propagate da semi
ri cevuti dal Giappone e il loro prezzo era alto. Comunque, dopo un abbondante
déjeuné copiosamente annaffiato da vino, il giard iniere vendette al Sig. P étigny i
giovani alberi di gin kgo, coltivati ne llo stesso vaso, per 25ghinee. L'amatore pari
gino pagò immediatamente e non perse tempo a portarsi appresso il suo prezioso
a cquisto. Il mattino su ccessivo, dissipati gli e ffetti del vino, il giardiniere inglese
cer cò il cliente e gli o ffri 25 ghinee per una de lle cinque piante vendute il giorno
prima. L'o fferta fu tuttavia ri fiutata dal Sig. P étign y, che portò le piante in Fran cia;
e poi ch é ognuna delle cinque gli era costata cir ca 120 fran chi, o quaranta corone
(quarante écus), questa fu l'origine del nome attribuito a questo albero in Fran cia,
'Tarbre a ux quarante écus "; e non per ch éera stato venduto originariamente a 120
fran chi per pianta. 1 0
s Per la discussione sulla provenienza dei Vecchi Leoni, cfr. FERGUSSON 2006.
9 Per ulteriori notizie sulle prime coltivazioni di ginkgo in Europa, cfr. LouooN 1 838.
I O Il ginkgo di Pétigny delJardin des Plantes di Parigi fu dapprima coltivato in vaso e posto
- 1 84 -
28. GIARD INI
Secondo André Thouin, quasi tutti i primi ginkgo francesi furono pro
pagati da queste cinque piante, una delle quali fu data al jardin cles Plantes
di Parigi. Ci sono, comunqe, altre ben documentate introduzioni, ad esem
pio il ginkgo inviato da Sir joseph Banks a Pierre Marie Auguste Brousso
net nel 1 788, che probabilmente derivava dallo stock di Gordon. Brousso
net dette la pianta a Antoine Goiian, che la piantò al Jardin cles Plantes di
Montpellier. 1 1
Verso la fine del XVIII secolo, la prima generazione di ginkgo piantati
in Europa cominciò ad acquisire la maturità sessuale; detto in vernaco
lo orticolturale, essi cominciarono a "fiorire" , sebbene il ginkgo non ab
bia niente di simile a un fiore nel comune senso del termine. Si ritiene
che il primo sia stato il Vecchio Leone di Kew, che produsse coni maschili
nel 1 795. Esemplari maschili "fiorirono" a Pisa nel 1 807 e a Montpellier e
Rouen nel 1 8 1 2. Quando, nel 1 8 14, fu finalmente identificato in Europa
un esemplare femminile, forse sessanta anni dopo la sua introduzione, la
notizia fece sensazione. 12
Il botanico Augustine Pyramus de Candolle, dell'Orto botanico di Gi
nevra, fu il primo ad accorgersi dei rami riproduttivi femminili del gin
kgo coltivato alla tenuta Bourdigny, alle porte di Ginevra, ma in assenza
di esemplari maschili i semi non si svilupparono. Comunque, le talee di
questo esemplare femminile furono inviate agli Orti botanici europei e in
nestati su molti alberi maschili, compresi quelli coltivati a Strasburgo e a
Kew. I primi semi vitali prodotti in Europa si svilupparono nel 1 835 su un
esemplare maschile dell'Orto botanico di Montpellier che era stato «rico
perto . . . di innesti». 13
Il ginkgo fece il balzo attraverso l'Atlantico verso il Nuovo Mondo con
l'aiuto di William Hamilton, un ricco botanico, collezionista di piante e ar-
a svernare in serra. Nel 1 792 fu piantato in piena aria da André Thouin, ma la sua crescita era
stentata. Fu piantato in seguito un altro ginkgo, ottenuto tramite vernalizzazione di una delle
altre quattro plantule di Pétigny. La storia dell'arbre aux quarante écus proviene da LouooN 1 838.
1 1 Questi scambi di piante sono citati da Lou ooN 1 838 e Wn.soN 1 920, p. 56.
1 2 LOUDON 1 838.
1 3 I dettagli del primo ginkgo che ha prodotto semi in Europa sono forniti da LouDON
1 83 8 e WILSON 1 9 1 9, p. 1 47. Pare che l'esemplare femminile sia stato portato alla tenuta Bour
digny nel 1 790, da un collezionista inglese di piante, di nome Blakie, che vi aveva soggiornato
nel 1 776, durante una campagna di raccolta di piante nelle Alpi. Successivamente egli fece
frequenti invii delle piante in surplus delle sue coltivazioni al proprietario di Bourdigny. il Sig.
Paul Gaussen de Chapeau-Rouge. Il ginkgo faceva parte di una collezione di alberi e arbusti
che Blakie allevava a Monceau per conto del Duca di Orleans e fu probabilmente propagato da
materiale importato dall'Inghilterra. Non si ha certezza del modo in cui il ginkgo ottenuto da
Blakie fosse arrivato in Inghilterra (LouooN 1 838).
- 1 85 -
PARTE VI - USO
chitetto del paesaggio della fine del XVIII secolo. Ispirato da un anno tra
scorso in Inghilterra, Hamilton scrisse a Thomas Parke il 24 settembre 1 785:
La verdura inglese è la sua più grande bellezza e i miei tentativi non trala
s ceranno di darne parvenza a Woodlands . . . Avendo osservato con attenzione la
natura, la varietà e la quantità delle piantagioni di arbusti, alberi e frutti e avendoli
conseg uentemente ammirati, io tenterò . . . di farla sorridere nella stessa utile e
bella maniera . 1 4
- 1 86 -
28. GIARD INI
Nel giro di pochi anni dall'arrivo del ginkgo negli Stati Uniti nord-o
rientali, André Michaux, diplomatico e botanico al servizio del Re di Fran
cia, introdusse l'albero anche nella parte meridionale degli Stati Uniti. Nel
1 787, dopo un primo tentativo di costituire un Orto botanico nel New jer
sey, dove il clima si rivelò troppo rigido, Michaux si trasferì a Charleston,
nella Carolina del Sud, dove sviluppò un giardino che fu poi noto come
l'Orto botanico francese. Il clima gradevole di Charleston gli permise di
coltivare a curare le sue piante tutto l'anno e fu qui che egli introdusse in
America molte specie del vecchio mondo, come la mimosa o acacia di Co
stantinopoli, la lagerstroemia e la camelia, e ne piantò molte altre, incluso
il ginkgo. Il giardino fu abbandonato allo scoppio della Rivoluzione france
se, ma il figlio François, che vi ritornò nel 1 802, annotò:
Trovai in questo giardino una superba collezione di alberi e piante che erano
sopra vvissute in stato di quasi totale abbandono . . . al cune delle quali in pieno ri
goglio. Notai prin cipalmente due Ginkgo biloba, piantati cir ca sette anni prima, che
superavano l'altezza di die ci metri. 17
femminile di analoga qualità, dopo che il cane del custode si sentì male per essersi rimpinzato
di semi di ginkgo (MADSEN 1 989, p. 23). La data esatta di impianto del ginkgo nella tenuta Van
derbilt Mansion non è nota, ma viene collocata tra il 1 799 e il 1 835 da Hosack o dal Dr. Samuel
Bard (Dave Hayes, Roosevelt-Vanderbilt National Historic Sites, comunicazione personale).
1 7 COTHRAN 1 995 tratta il giardino di Michaux a Charleston. François Michaux pubblicò
un resoconto dei suoi viaggi nel 1 805, col titolo Michaux's Travels to the West of the Alleghany
Mountains.
18 HAWKE - RusH 1971 descrivono la parata celebrativa della ratificazione della costitu
zione. Per ulteriori notizie sugli interessi orticolturali dei padri fondatori degli Stati Uniti, cfr.
WULF 201 1 .
- 1 87 -
PARTE VI - USO
1 9 Si ritiene che Clay abbi a acquisito i ginkgo come plantule, inviate dal Giappone a Wa
shington, D.C . ; cfr. CLAXTON 1 940. I ginkgo dell a sua tenuta (Ashland a Lexington, Kentucky)
furono pi antati approssimativamente al tempo della Guerra Civile; cfr. AsHLAND 20 12.
z o Cfr. FALCONER 1 890 per la citazione di Smith. L'articolo fu pubblic ato da The Garden,
una pubblicazione inglese, il che spiega l'indicazione del costo in sterline britanniche. Per m ag
giori dettagli sui ginkgo dell'Istituto Militare del Kentucky, cfr. FALCONER 1 890 e DEL TRED ICI
1 98 1 , p. 1 57.
- 1 88 -
28 . GIARDINI
Come il significato del ginkgo è cambiato nei giardini del mondo, così
è stato per la pianta stessa. In natura, le nuove varianti che derivano da mu
tazioni o insolite combinazioni genetiche sono rapidamente eliminate dalla
selezione naturale. Comunque, tali novità - per esempio, un portamento
insolito o foglie strane - sono agevolmente mantenute nei giardini, per
mezzo di talee o innesti. In questo modo, è emersa la sorprendente diver
sità del pool genico delle poche popolazioni native di ginkgo sopravvissute
in Cina fino a tempi storici. Oggi sono documentate oltre 220 differenti va
rietà coltivate, e di esse almeno 28 sono distinte in base a dettagli dei semF3
21 Patricia Colleran, che ha lavorato alla Giannini Hall nel campus di Berkeley, vinse il
primo premio in un concorso fotografico e letterario con un poema dedicato all'albero, che si
trova online: cfr. KELL 2005.
22 L'haiku sul ginkgo di Sem Sutter fu pubblicato dall'<<University of Chicago Magazine>>,
30 aprile 2007.
2 3 SANTAMOUR et al. 1 983b elencano ottanta varietà orticole di ginkgo, ma BEGOVIé BEGO
20 1 1 ne cita almeno 220. Per un elenco di cultivar di ginkgo ordinato in base a dimensione e
forma dei semi, cfr. SANTAMOUR et al. 1 983b, p. 9 1 .
- 18 9 -
PARTE VI - USO
- 19 0 -
29.
Semi
- 191 -
PARTE VI - USO
state altamente apprezzate, al pari di queste noci. Ma ora esse sono comuni in
tutta la Cina, crescono lungo le recinzioni e i muri. Le cose in sé sono ancora le
stesse, ma nel tempo cambia la natura umana. Qualcuno dovrebbe registrare l'i
nizio affinché le generazioni future possano conoscerne l'origine. Perciò, questo
non è soltanto la continuazione dei tuoi versi ma anche un contributo alla storia. 3
Chun Chu Chi Wen, un'altra fonte antica, descrive quattro grandi alberi
a Kaifeng, l'antica capitale della Cina nella parte orientale della Provincia
di Henan, che ogni anno producevano quattro staia di noci di ginkgo. Un
esemplare femminile di ginkgo di grandi dimensioni può produrre enormi
quantità di semi e tanta abbondanza può avere inizialmente attratto l'at
tenzione delle persone. Peter Del Tredici rammenta un albero, alto oltre
trenta metri, nel villaggio di Yang Tang, Provincia di Zhejiang in Cina, che
in una sola stagione produsse oltre tre quintali e mezzo di noci sgusciate.
Oggi, la produzione di noci di ginkgo è concentrata nei "frutteti" di gin
kgo, dove gli alberi sono molto più piccoli. In Cina la produzione riguar
da oltre venti province e città. Si stima che in Cina possono esserci fino a
800.000 alberi, che producono in media fino a settemila tonnellate annue
di noci essiccate.4
La raccolta di noci a scopo alimentare è una caratteristica che abbiamo
ereditato dai nostri ancestori non-umani. Le noci danno proteine, carboi
drati, vitamine e minerali. I gusci duri, nelle mani di un primate intelligen
te, ne rendono facile la conservazione e il trasporto. Alcuni dei primi uten
sili dell'uomo sono forse serviti per sgusciare le noci. Allo stesso tempo,
sia consciamente, sia involontariamente gli uomini hanno diffuso le piante
da noci in tutti i luoghi da essi raggiunti. Il Vecchio Testamento ci dice che
i fratelli di Giuseppe portarono i pistacchi in Egitto. Pare che l'espansione
delle foreste di faggio in Spagna settentrionale dopo l'ultima glaciazione
abbia seguito gli insediamenti umani e l'uso delle noci di faggio nell'alleva
mento degli animali domestici. È possibile che i nativi americani abbiano
usato il fuoco per mantenere e incrementare le popolazioni di importanti
alberi da noci quali castagni, noci pecan e querce e dopo i primi incontri
europei col Nuovo Mondo, le noccioline furono presto istradate verso la
Cina, che attualmente è il maggior produttore del mondo di arachidi. Il
ginkgo è solo una delle storie di successo tra le molte simbiosi tra noci
e uomini.
- 1 92 -
29. SEMI
- 1 93 -
PARTE VI - USO
6 La classificazione originale delle noci di ginkgo (TSEN 1935) distingueva tre varietà: quel
la normale, detta typica, che comprende il gruppo Meihe-Ymxing o ginkgo a forma di nòcciolo
di prugna, con semi sferici; la huana, o ginkgo "dalle dita di limone" , con semi ellittici o oblun
ghi; e la apiculata, i ginkgo Maling Ymxing o "a forma di ventre di cavallo" , con una piccola
punta all'apice dei semi.
- 1 94 -
29. S E M I
sono collocati in secchi pieni d'acqua, dove la polpa viene fatta decomporre
in parte finché si può rimuovere, cambiando l'acqua varie volte, fino alla
completa asportazione. Comunque, i coltivatori desiderosi di essere pagati
più velocemente usano sistemi ancor più diretti. Nelle campagne attorno
a Sobue, i semi vengono caricati in piccoli tini e rimestati con grandi lame
elicoidali, che disgregano e rimuovono il rivestimento carnoso del seme.
La polpa putrida è quindi lavata via con acqua, che forma una poltiglia
maleodorante e nauseabonda. La decorticazione attiva richiede estrema
attenzione per evitare danni ai gusci e spruzzi di succhi nocivi.
Quando la polpa è finalmente rimossa e il guscio esposto, le noci sono
smistate per calibro, velocemente essiccate al sole e il giorno dopo sono
inviate agli imballatori e ai distributori. Le noci non si possono conservare.
Spesso si toglie il guscio e si confeziona la "carne" sotto vuoto prima di
inviarle ai negozi. In modo più consono alla tradizione, le noci di ginkgo
sono essiccate in aria per una o due settimane, mantenute in luogo fresco
e spedite al mercato, talvolta dopo tostatura. 7
Ogni autunno, anche le famiglie asiatiche residenti in occidente fanno
la raccolta annuale di ginkgo, nelle strade e nei parchi da Montreal a San
Francisco. A New York, la proprietaria di una casa ad Harlem parla di una
nuova, sgradita tradizione: vedere, al risveglio nei mattini di inizio novem
bre, persone arrampicate sullo smunto ginkgo di fronte a casa che tirano
giù i semi con lunghi bastoni. Altri residenti incontrano i raccoglitori di
semi sotto i vecchi ginkgo che adornano il confine settentrionale di Centrai
Park. Questi semi di città per lo più vanno a finire sui tavoli da pranzo della
zona anziché nei mercati di Chinatown.
Recentemente è apparso, a questi raccolti autunnali, un nuovo gruppo
di raccoglitori di ginkgo. In omaggio a un ethos che prevede di cibarsi di
prodotti locali e stagionali, questi incuriositi consumatori urbani sono in
cerca di nuove esperienze e narrano le loro imprese in riviste, blog ali
mentari e alle loro cene. Sara Crosby, che scrive per la rivista «Gourmet»,
è andata porta a porta tra i ristoranti di Chinatown con una puzzolente
borsa piena di semi di ginkgo non puliti, a chiedere suggerimenti su come
cucinarli. Dopo che vari tentativi di bollitura, salatura e tostatura avevano
tutti prodotto uno snack troppo amaro per essere accettabile, il suo istinto
meridionale prese il sopravvento e la spinse a friggerli: come molte cose,
anche i semi di ginkgo suono buoni fritti. I cuochi più curiosi, riluttanti a
immergersi nella putrida polpa per provare un'esperienza completa, han-
7 Il giovane embrione, in sviluppo ali" interno del seme, ha un gusto amaro e talvolta vie
ne rimosso facendo leva con uno stuzzicadenti.
- 1 95 -
PARTE VI - USO
- 1 96 -
29. S E M I
1 1 Horu - Horu 1 997. Il tradizionale abbinamento di noci di ginkgo col sakè è descritto da
HAGENEDER 2005 .
12 La fonte della citazione è MoRSE 1 9 1 7, p. 365.
- 1 97 -
PARTE VI - USO
1 3 Per la supposta capacità del ginkgo di contrastare gli effetti dell'alcol negli animali, cfr.
DuKE 1 997.
- 1 98 -
_q
38
Fig. 3 6 . \i astri votivi a\·Yolti attorno ai chi-chi di un ve tusto ginkgo n e i pressi di Nanchino. C i n a .
F i g . 3 7 . Altare buddhista alla base di un ginkgo nel t e m p i o di Huij i . C i n a .
F i g . 3 8 . \i astri votivi appesi a un ginkgo nel tempio di Huij i . C i n a .
Fig. 3 9 . Il \ 'e c c h i o L e o n e . u n o Jegh alben p i ù wtusti e t;ml oSl d e l Regn o L' n i t o . piantato n e l l �ti l n e i RoYal
B c�tanic G a rd e n s eh Ke\\·.
F i � . -+0. Il G i ,z kg,> - .\ ! tt.<t'zmz a \\ "e i m a r. c i t t à di G o e t h e .
F i � -1 1 B r a cc i a l e t t o e c o l l a n a i s p i r a t i a l l a fo� l i a di g i n kgo
30.
Strade
Il ginkgo è tra gli alberi più usati in tutto il mondo per le alberature
stradali. Dato che la popolazione mondiale vive per lo più in città, ogni
giorno milioni di persone vedono un ginkgo. Con altri alberi utilizzati allo
stesso modo, il ginkgo disimpegna la funzione di connettere le persone
col mondo della natura. Nei soli Stati Uniti, gli alberi coltivati nei giardini,
lungo le strade, nei parchi e nelle riserve urbane ammontano a circa 74,4
miliardi; costituiscono circa 1'8% di tutta la copertura arborea nazionale.
Questi alberi sono importanti per la vita di tre quarti degli americani, che
lavorano e vivono in aree metropolitane.2
L'interesse nei confronti della coltivazione di alberi in città non è mai
stato più alto. In appena cinque mesi, il progetto "Plant far the Planet: Bil
lion Tree Campaign" del programma ambientale dell' O.N.U ha raccolto
promesse di donazione di più di un miliardo di nuovi alberi a livello globa
le. Nel 2006, due anni dopo il lancio, erano già stati messi a dimora più di
1 . 8 miliardi di alberi. A Londra, l'ente benefico britannico "Trees far Cities"
organizza il proprio lavoro su cinque temi: Alberi da mangiare, Alberi per
imparare, Alberi per giocare, Alberi per le strade e Alberi per i volontari.
Negli ultimi anni, hanno piantato quasi un quarto di milione di alberi in
I Scritta da S. Kupka e E. Castillo e registrata da Tower of Power nel loro primo album,
- 1 99 -
PARTE VI - USO
tutto il mondo. A New York, Los Angeles, Memphis, Miami, Denver e Phi
ladelphia sono partite iniziative per piantare milioni di nuovi alberi. Delhi
ha l'obiettivo di incrementare del l 3 % la copertura arborea urbana. Questi
impegni su grande scala sono stati favoriti dalla semplice considerazione
che l'impianto di alberi può essere un buon investimento. Le persone impe
gnate in queste iniziative sentono di far bene all'ambiente e entro qualche
anno il ritorno economico e di altro tipo permette di recuperare e talvolta
superare i costi di impianto e manutenzione. 3
Gli alberi cittadini contribuiscono a ridurre gli allagamenti, a modera
re la temperatura, ad abbattere gli inquinanti, a risparmiare energia e ad
aumentare il valore delle proprietà immobiliari. La chioma di un albero
maturo può intercettare fino a 3 75 m3 di precipitazioni annue e causarne
l'evaporazione, almeno in gran parte, prima che l'acqua entri nelle reti
fognarie sovraccariche. Inoltre gli alberi drenano sostanziali quantitativi
di acqua attraverso le radici e moderano la temperatura, interrompendo
e ombreggiando le superfici cementate e asfaltate che assorbono e inten
sificano il calore . Nelle isole di calore urbane, la temperatura può essere
superiore di dieci gradi rispetto ai territori circostanti. Un albero ben po
sizionato, che fa ombra in estate e protegge in inverno può ridurre di un
terzo il costo energetico di un'abitazione. Un albero isolato collocato nel
giardino di fronte alla casa può incrementarne del 6% il valore. Secondo
alcuni studi, siamo più disponibili a rimanere nei centri commerciali - e
aprire i portafogli - se vi sono piantati alberi, che ingentiliscono la durezza
del paesaggio e delle vendite.
Allo USDA Forest Service Center for Urban Forest Research, Greg
McPherson e il suo gruppo hanno misurato i benefici offerti dalle alberatu
re urbane con il programma digitale di valutazione i-Tree Streets. Con que
sto strumento, i proprietari immobiliari, i gruppi di studi forestali urbani e
le amministrazioni cittadine possono misurare i benefici e i risparmi offerti
dagli alberi. Il programma si basa sulle informazioni circa i diversi tipi di
alberi e la loro taglia insieme a informazioni locali e regionali sul clima, il
tasso di accrescimento delle specie, il valore del mercato immobiliare, il
prezzo dell'energia e dell'acqua, le emissioni di inquinanti atmosferici, i
costi derivanti dai nubifragi e quelli della manutenzione degli alberi.4
I risultati di i-Tree dimostrano che il ritorno economico del ginkgo
come albero stradale varia sostanzialmente in funzione del luogo. A Min
neapolis, al momento del rilevamento, il valore medio annuo di ciascuno
- 200 -
3 0 . STRADE
dei 5 . 002 alberi di ginkgo della città era 1 1 ,52$. A San Francisco i benefici
valevano il doppio, 23$, in accordo con la differenza nel mercato immobi
liare e nei costi di energia e acqua. Con 1 6 . 1 84 esemplari alla data del rileva
mento, i ginkgo della città di New York non sono solo più numerosi che in
ogni altra parte del paese, ma anche i più preziosi. Ciò nonostante, 82$ per
albero di ginkgo è un importo basso in confronto alla media di 209$ per
albero del verde urbano newyorkese. Il minor importo attribuito al ginkgo
riflette parzialmente la penalizzazione legata alla superficie fogliare, relati
vamente modesta rispetto a quella di altri alberi di pari altezza e ampiezza
della chioma. L'aspetto positivo è che il ginkgo ottiene una alta valutazione
del suo valore estetico; le persone lo apprezzano. Greg McPherson, svilup
patore di i-Tree Streets, ha subito confessato che «il ginkgo è il mio albero
da città preferito».5
Le alberature stradali ci aiutano anche in modi che non sono pron
tamente monetizzabili. Gli alberi di quartiere permettono ai bambini di
passare più tempo a giocare all'aperto e di essere più sorvegliati. Il mag
gior tempo trascorso all'aperto da genitori e figli aiuta a rinforzare i legami
nella comunità e a diminuire la criminalità, grazie all'aumentata vigilanza.
Le strade alberate contribuiscono anche a ridurre gli episodi di rabbia al
volante e aumentano l'attenzione degli automobilisti. Poiché producono
l'illusione ottica di restringimento della carreggiata, le alberature stradali
inducono gli automobilisti a ridurre la velocità. Inoltre gli alberi e in gene
re gli elementi naturali hanno su di noi effetti psicologici che talvolta non
sappiamo neppure descrivere o spiegare. Un apposito studio ha dimostrato
che i pazienti ospedalieri le cui camere si affacciavano sulla vista di alberi e
corpi idrici venivano dimessi prima, con referti più favorevoli e con minor
necessità di farmaci antidolorifici rispetto a un analogo gruppo di pazienti
le cui finestre fronteggiavano un muro di mattoni. 6
' I rilevamenti di alberi nelle strade di città furono condotti dallo USDA Forest Service
Center for Urban Forest Research. Il numero di alberi di ginkgo a New York è aumentato dal
rilevamento del 2007. Nel 2008 l'iniziativa Million Trees NYC, una campagna per piantare e
prendersi cura di un milione di alberi a New York entro dieci anni, si impegnò a piantare al
tri 5 . 1 90 ginkgo nel periodo. L'importo previsto dei benefici ottenuti, 82,40$ per albero, può
essere disaggregato e ordinato come segue: estetici / altro tipo: 3 8,98$; intercettazione di pre
cipitazioni: 20, 13$; risparmio energetico: 19,40$; neutralizzazione di inquinanti atmosferici:
3 ,39$; sequestro di C02: 0,50$. Nel sistema i-Tree, il valore estetico rappresenta quasi la metà
del valore totale stimato del ginkgo come albero stradale.
6 Per altri dati relativi agli effetti degli alberi sulla velocità delle auto cfr. NADERI et al. 2008.
Per gli effetti sulle risposte degli automobilisti allo stress cfr. PARSONS et al. 1 998; per maggiori
informazioni sullo studio dei pazienti ospedalieri, cfr. ULRICH 1 984; cfr. anche Kuo 2003 , Kuo
FABER TAYLOR 2004 e Kuo - SuLLIVAN 200 1 . Per altre notizie sui benefici calcolati degli alberi
cittadini, cfr. USDA 2003 . WoLF 2003 riferisce i benefici economici delle alberature stradali in
distretti commerciali.
- 20 1 -
PARTE VI - USO
- 202 -
3 0 . STRADE
famoso albero, sacro per cinesi e giapponesi e coltivato da secoli nei cortili dei
loro templi. Vive molto bene in tutte le parti degli Stati Uniti dove gli inverni non
sono troppo rigidi e riesce quanto meno a sopravvivere verso nordest fino allo
Iowa centrale . . . Un grande pregio del ginkgo è la quasi totale insensibilità alle
malattie fungine e agli insetti nocivi che tormentano praticamente tutti i nostri
alberi ornamentali. 7
- 203 -
PARTE VI - USO
IO Le statistiche sulle foreste urbane di Manhattan sono tratte da PEPER et al. 2007. A tal
punto il ginkgo è parte delle strade di New York che Disneyworld lo usa nel paesaggio urbano
di New York City ricreato nel parco tematico degli Hollywood Studios.
1 1 Per altre informazioni sul ginkgo nei paesaggi giapponesi, cfr. HANDA et al. 1 997. L'uso
del ginkgo come albero stradale nella Corea del Sud è su grande scala, analogamente al Giap
pone. In particolare, nel centro di Seui il ginkgo è l'albero stradale di gran lunga più comune.
1 2 «Sporca, rozza e breve>>, cfr. QuAMMEN 1 998, p. 7 1 , che prende in prestito da Hobbes
questa frase famosa. La citazione di Gangloff è tratta da BROWN 2006.
- 20 4 -
3 0 . STRADE
1 3 Secondo studi condotti in Inghilterra, il ginkgo può prosperare nelle estati calde e può
trarre benefici da condizioni più calde a patto che vi sia sufficiente disponibilità di acqua (FIELD
HOUSE HITCHMOUGH 2004).
�
- 2 05 -
PARTE VI - USO
- 206 -
31.
Farmacia
- 207 -
PARTE VI - USO
2 Questa leggenda è tratta dai pannelli esplicativi del ginkgo di Myeoncheon. In un'altra
storia popolare, Lon po po, versione cinese di Cappuccetto Rosso, tre bambini sconfiggono in
astuzia un lupo che vuole mangiarli, convincendolo con l'inganno a buttarsi giù, in una caduta
mortale, da un albero di ginkgo; cfr. CA! 1 994.
3 Secondo la dottrina delle segnature, una pianta offre indizi della sua efficacia medicinale
tramite la somiglianza con le parti del corpo umano. A lungo si è creduto che i chi-chi dei gin
kgo derivassero da eccesso di nutrienti e che le madri in allattamento avrebbero tratto benefici
da un infuso fatto con i trucioli. I segni dei trucioli sono evidenti su alcuni vecchi alberi, per
esempio su quello del tempio dijounichiji in Giappone; cfr. Himi City, "The Jounichiji Ginkgo".
- 208 -
3 1 . FA RMACIA
4 IL termine cinese per indicare l a polpa d i una singola noce d i ginkgo, bai guo, signifi
ca letteralmente "frutto bianco" . Per una descrizione dei molti usi delle noci di ginkgo nella
medicina tradizionale cinese, cfr. FosTER - CHONGXI 1 992, p. 257. Le noci di ginkgo vengono
schiacciate e applicate localmente per schiarire la carnagione. Gli estratti delle foglie, ricchi
in flavonoidi, hanno evidenziato attività di rimozione di radicali liberi, che influenzano la pig
mentazione. Ciò conferma i primi usi documentati dell'estratto di foglie nella medicina tra
dizionale cinese, per la cura delle lentiggini; oggi si raccomanda l'estratto come trattamento
alternativo della vitiligine; cfr. SoNI et al. 20 10, ZHu - GAo 2008.
5 La prima indagine chimica del ginkgo (PESCHIER 1 8 1 8) descrisse l'acido butirrico dei semi.
6 Secondo LouooN 1 838, <<Thunberg dice che in Giappone si mangia anche la parte car
nosa del frutto, benché sia insipida o amarognola; e che, se leggermente arrostito, buccia e
- 20 9 -
PARTE VI - USO
tutto, non sia sgradevole. Alcuni dei frutti maturati all'Orto botanico di Montpellier furono
assaggiati da M. Delille e M.M. Bonafous di Torino, che trovarono il loro sapore molto simile
a quello del granturco appena arrostito». LYMAN 1 885 nota «Il succo della spessa polpa esterna
alla noce è molto astringente e si usa per produrre una carta un po' impermeabile e resistente
e una pittura nera ad acqua, conservante per le recinzioni e gli edifici>>.
7 Le ricette Naxi sono state fornite da Selena Ahmed, Tufts University (comunicazione
personale, 20 1 1 ).
- 210 -
3 1 . FARMACIA
foglie per la cura delle lentiggini ma anche per le piaghe della pelle e della
testa. Poco dopo, il Ben Cao Pin Hue ]ing Yaor, un testo di medicina, racco
manda le foglie di ginkgo per uso interno. In questo ed altri trattati cinesi
di materia medica, le foglie sono descritte come utili per la cura della dis
senteria, asma e problemi cardiovascolari. Tuttavia, questi usi non hanno
trovato ampia diffu sione nei testi classici di medicina tradizionale cinese. 8
I principi attivi delle foglie di ginkgo provengono da un'impressionante
batteria di composti chimici, regolarmente prodotti nel corso del normale
sviluppo della pianta, che includono due classi principali di composti, i ter
peni e i flavonoidi. I flavonoidi sono composti diversificati, responsabili dei
pigmenti colorati di alcuni fiori, dell'assorbimento di radiazione ultravio
letta potenzialmente nociva, della protezione contro i patogeni e di molte
altre funzioni. Si ritiene che i flavonoidi abbiano effetti salutari poiché sono
un importante fonte di antiossidanti alimentari.9
Le foglie di ginkgo contengono più di quaranta tipi di flavonoidi. Di
solito le foglie sono raccolte appena cominciano a virare verso il colore
autunnale, quando il contenuto di flavonoidi è massimo. Le foglie verdi e
gialle raccolte in autunno contengono un flavonoide chiave in quantità tre
volte superiore a quella delle foglie primaverili e estive. D'altro canto, le
foglie verdi primaverili e estive hanno un contenuto più forte di altri flavo
noidi e terpeni rispetto a quelle gialle e inoltre in Cina spuntano un prezzo
più alto come infuso. 10
In Europa, le principali condizioni per le quali si prescrive l'estratto di
foglie di ginkgo sono le malattie vascolari periferiche o il restringimento
delle arterie che riforniscono il cuore e il cervello, che causa una riduzione
dell'afflusso di sangue. In particolare, l'estratto di foglie di ginkgo si usa
ampiamente nel caso di sintomi di "insufficienza cerebrale" , osservati spes
so in persone anziane, che comprendono difficoltà di concentrazione e me
moria, distrazione, stato confusionale, mancanza di energia e altri sintomi.
Gli estratti standardizzati di foglie di ginkgo sviluppati dai laboratori far
maceutici Schwabe, con sede in Germania, sono apparsi per la prima volta
nel 1 964. La standardizzazione è importante specialmente per i prodotti
derivati da una pianta, come il ginkgo, il cui contenuto e concentrazione di
flavonoidi e altri composti può variare in modo significativo durante la sta
gione vegetativa oppure in funzione del luogo di crescita. Il procedimento
s Per stime sull'uso globale di estratto di foglie di ginkgo, cfr. PÉREZ 2009.
9 I flavonoidi sono inclusi in una classe di composti chimici noti come polifenoli e si ri
tiene che la loro abilità di annientare i radicali liberi conferisca loro utili attività antibatteriche,
antivirali, antitumorali, antinfiammatorie e antiallergeniche.
IO YoSHITAMA 1 997 fornisce una esauriente rassegna dei flavonoidi di ginkgo.
- 21 1 -
PARTE VI - USO
di estrazione consiste di venti o più passi per arricchire l'estratto dei princi
pi attivi desiderati e contemporaneamente eliminare o ridurre al minimo i
composti inattivi o potenzialmente nocivi. Il primo prodotto commerciale
di ginkgo fu distribuito nel 1 973 in Francia, dai Laboratoires Beaufour, e
messo sul mercato nel 1 975 dalla sussidiaria IPSEN, col nome registrato
"Tanakan" . Poco dopo, INTERSAN e i laboratori Schwabe lanciarono sul
mercato tedesco i prodotti a base di ginkgo denominati Rokan e Tebonin
forte. 1 1
In Germania, nel 1 988, le ricette mediche per farmaci contenenti estrat
ti di ginkgo erano più numerose di quelle relative a qualunque altro far
maco di origine vegetale. L'uso per il trattamento sintomatico di deficit di
memoria, di concentrazione e di alcuni tipi di depressione è autorizzato dal
sistema sanitario pubblico. Attualmente gli estratti di foglie di ginkgo sono
tra i medicinali prescritti in maggior quantità sia in Germania, sia in Fran
cia, dove rappresentano l'uno e l'uno e mezzo percento, rispettivamente,
sul totale delle vendite di farmaci soggetti a prescrizione medica. 12
Nell'ultima parte della decade del 1 990, il commercio globale annuo di
estratti grezzi di foglie di ginkgo ammontava a circa un miliardo di dolla
ri, principalmente per effetto della vendita in Germania, ma anche in altri
paesi europei, Stati Uniti ed Asia. Si stima che negli ultimi venti anni se ne
siano usate due miliardi di dosi giornaliere. Negli Stati Uniti il ginkgo è
recentemente divenuto il rimedio erboristico più venduto, nonostante che
l'estratto purificato e standardizzato non abbia ancora ricevuto l'approva
zione dello U.S. Food and Drug Administration. Attualmente i prodotti a
base di estratti di ginkgo si contano a decine, in diverse forme, da assumere
per via endovenosa, per ingestione o come pastiglie. 13
Secondo alcuni studi, gli effetti clinici del ginkgo, assunto come estratto
standardizzato e purificato, comprendono il miglioramento della memoria
tutti i rimedi erboristici erano considerati rimborsabili. Tuttavia, la riforma abolì il rimborso di
qualsiasi rimedio erboristico eccetto le preparazioni standardizzate di ginkgo, erba di San Gio
vanni e vischio; cfr. BoNAKDAR 2010, p. 96. Per altre notizie sul mercato dell'estratto di foglie di
ginkgo, cfr. CAMPONOVO - SOLDATI 2002 e 0IAMOND et al. 2000.
1 3 Il commercio globale dell'estratto di ginkgo eccede un miliardo di dollari l'anno; cfr.
VAN BEEK 2000. Nel 1 997 le vendite annuali in dollari, raggruppate per paese, sono state 280
milioni in Germania, 200 milioni nel resto d'Europa, 205 milioni negli Stati Uniti e 200 milioni
in Asia (PÉREz 2009). Quasi tutti i prodotti usano il rapporto 50: l in peso: cinquanta kg di foglie
sono ridotte a un kg dell'estratto che ne risulta. Per l'uso come integratore alimentare, la dose
giornaliera raccomandata, secondo The Physician's Desk Reference for Herbal Medicines, è di 1 20
mg di estratto secco, in dosi suddivise; cfr. DIAMOND et al. 2000 e CHABRIER - Ro uBERT 1988.
- 212 -
3 1 . FARMACIA
- 2 13 -
PARTE VI - USO
1 5 Per un'attenta valutazione della probabile efficacia dell'estratto di ginkgo quale poten
ziatore delle funzioni cognitive, cfr. GoLD et al. 2003 e GoLD et al. 2002. Cfr. anche la tesi di
dottorato di YoRK 2006 per la meta-analisi di oltre mille studi clinici.
- 2 14 -
Parte VII
Futuro
Pagina precedente: statue di legno di ginkgo, scolpite dal sacerdote buddhista Mokujiki
Shonin all'inizio del XIX secolo nel tempio di Ojiya, Giappone.
32.
Rischio
Forse più di ogni altro, Dave Raup e Jack Sepkoski, che nelle decadi del
1 980 e 1 990 lavoravano all'Università di Chicago, hanno avviato i moderni
studi quantitativi delle estinzioni nei reperti fossili. Quando arrivai là, nel
1 982, Dave era a capo del settore scientifico del Field Museum, ma pochi
mesi dopo si trasferì all'Università di Chicago, dando un nuovo impulso
allo sviluppo della autorevole tradizione paleontologica di quella sede, che
continua tuttora.
Anche Jack era un pensatore creativo e brillante e molti dei suoi migliori
lavori sono derivati dalle analisi della vasta banca dati da lui stesso svilup
pata in oltre due decenni. In effetti, Jack costruì una tabella gigante con la
sintesi della presenza di quasi ogni specie animale in tutta la documenta
zione fossile basata su campioni raccolti in ogni parte del mondo. Grazie a
questa monotona compilazione, egli fu in grado di registrare e analizzare
la comparsa e la scomparsa di diversi tipi di animali negli ultimi 550 milioni
di anni. La banca dati era incentrata sulla storia della vita negli antichi ocea
ni e alla fine conteneva i dati sul destino di circa 3 .500 famiglie di animali
marini. Fu un'impresa erculea, ma l'ambizione di jack si spinse oltre. Infatti
- 217 -
PARTE VII - FUTURO
egli sviluppò una seconda banca dati con la sintesi degli arrivi e partenze di
1 1 . 800 generi di animali nello stesso vasto intervallo di tempo geologico. 2
Dalla sintesi diJack arrivarono prove decisive, assemblate con un nuovo
rigore e analizzate con una nuova visione, di modelli a grande scala nella
storia della vita e quando Dave Raup contribuì con la sua competenza,
ciò che emerse fu il primo comprovato tentativo di quantificare i mutevoli
livelli di estinzione e di origine nel tempo geologico. Un risultato di affasci
nante semplicità, ma sostenuto da una grande mole di dati e da un enorme
impegno, fu un grafico a barre che mostrava la prima e l'ultima apparizio
ne di famiglie di animali fossili in diverse epoche del passato. Il grafico svelò
molti alti e bassi nella storia della vita, ma spiccavano in esso cinque inter
valli, che davano l'idea di momenti catastrofici, nei quali un gran numero
di famiglie scompariva, per non ricomparire mai più.
Uno di questi spasmi di estinzione ebbe luogo intorno al limite tra l'Or
doviciano e il Siluriano, circa 444 milioni di anni fa; il secondo si verificò
circa 75 milioni di anni dopo, nel Tardo Devoniano, e fu seguito dal terzo e
più drammatico di tutti alla transizione tra Permiano e Triassico, circa 25 1
milioni di anni fa. La quarta grande estinzione avvenne alla fine del Triassi
co, circa 200 milioni di anni fa, e la quinta, la cosiddetta estinzione K-T che
sterminò i dinosauri e della quale molto è stato scritto, ebbe luogo al limite
tra Cretaceo e Cenozoico, circa 65 milioni di anni fa. Jack e Dave distinsero
questi cinque episodi di estinzione dalla estinzione "di fondo" , che è una
parte inevitabile del processo evolutivo, e dimostrarono anche che mentre
ci sono stati dodici eventi di estinzione significativi negli ultimi 250 milioni
di anni, i "grandi cinque" erano di un ordine totalmente diverso.3
Gli antenati dei ginkgo viventi, forse piante come le glossopteridi, evi
dentemente sopravvissero all'estinzione di massa della fine del Permiano.
Questa estinzione, la cosiddetta Grande Moria, che cancellò forse il 96% di
tutte le diverse forme di vita animale che popolavano gli oceani, potrebbe
rappresentare il punto più prossimo alla completa estinzione di tutti i vi
venti. Piante molto simili al ginkgo superarono anche l'estinzione al limite
Triassico-Giurassico, così come quella al termine del Cretaceo. Nonostante
- 2 18 -
3 2 . RISCHIO
4 Cfr. il capitolo 2 1 per maggiori informazioni sulle possibili popolazioni relitte di ginkgo
viventi in Cina.
5 Luis Alvarez e il figlio Walter sono stati i primi a suggerire che l'impatto di un asteroide
- 219 -
PARTE VII - FUTURO
possa aver determinato !"estinzione al limite Cretaceo·Terziario (circa 65 milioni di anni fa);
cfr. ALVAREZ et al. 1 980.
6 La Lista Rossa IUCN classifica le specie in diverse categorie di minaccia che variano da
gravemente minacciata a minacciata fino a vulnerabile. Per dettagli aggiuntivi sulle categorie
e i criteri formali sui quali si basano, cfr. www.iucnredlist.org.
- 220 -
33.
Assicurazione
1 Big Yellow Taxi, dall 'album Ladies of the Canyon di ]oni Mitchell, parole e musica di joni
Mitchell, © 1970 (rinnovato) Crazy Crow Music. Tutti i diritti amministrati da SONY l ATV
Music Publishing.
- 22 1 -
PARTE VII - FUTURO
minacciate. Fare quanto è in nostro potere per proteggerle nei luoghi dove
vivono, ridurre il tasso di scomparsa e incoraggiare la loro riproduzione
sono tutti passi critici verso lo stesso obiettivo di base: stabilizzare o aumen
tare il numero di individui vivi di quelle specie nelle condizioni naturali.
Da molto tempo gli zoo hanno riconosciuto che le minacce verso alcuni
animali nei loro ambienti naturali sono così serie e così alta è la probabilità
di soccombere alla mera "cattiva sorte" o ai fucili dei bracconieri, che la spe
ranza più fondata è quella di allevarli in cattività. In alcuni casi si è rivelato
possibile re-introdurre gli animali negli ambienti naturali. Allo stesso modo,
per le piante, la conservazione per mezzo della coltivazione è una parte im
portante della cassetta degli attrezzi necessari per preservare per il futuro la
varietà della vita vegetale. Dovrebbe essere fatto il possibile per conservare
le piante laddove esse crescono, parte del più ampio ecosistema nel quale
si sono evolute e dei più ampi processi ecologici in cui esse stesse hanno
un ruolo; questo dovrebbe sempre essere l'obiettivo principale. Tuttavia,
come in altre sfere della vita in cui è alto il rischio di perdita irreversibile, è
sensato richiedere un'assicurazione. Nel mondo vegetale, sono istruttive le
azioni intraprese per assicurare la conservazione a lungo termine del pino
di Wollemi. Come il ginkgo, il pino di Wollemi è una di quelle specie che
l'incontro con l'uomo ha aiutato a rendere più sicure, non più minacciate.2
Nel 1 994, la scoperta del pino di Wollemi nelle Blue Mountains, appena
a Ovest di Sidney, fu drammatica. David Noble, un guardaparco al servi
zio del New South Wales National Parks and Wildlife Service, si calò con
una fune in una gola altrimenti inaccessibile e si trovò di fronte un albero
peculiare, con foglie dall'aspetto strano e corteccia "spumeggiante" . Gli
specialisti del Royal Botanic Gardens di Sidney si accorsero subito che si
trattava di una specie nuova, ma quasi allo stesso tempo si resero conto
che era una specie sensibile alla "cattiva sorte" , per usare il termine coniato
da Dave Raup. La popolazione infatti consisteva di 1 1 0 individui in totale,
ubicati in tre località molto vicine tra loro. La "cattiva sorte" , rappresentata
da un incendio boschivo nel posto sbagliato o dall'arrivo di un patogeno
vagante sugli scarponi di un escursionista, poteva essere sufficiente a cau
sarne l'estinzione. Per le autorità del New South Wales, le conseguenze
catastrofiche di simili eventi casuali determinarono, in modo convincente,
la necessità di rapide azioni di conservazione.
Il primo passo fu la protezione dell'area. La località esatta della popola
zione di pino di Wollemi è mantenuta segreta e l'accesso alla zona, sia pure
- 222 -
3 3 . ASS I C U RAZ I O N E
3 Nel 2005, nonostante lo stretto regime di protezione, su alcuni pini di Wollemi fu ri·
scontrata un'infezione da Phytophthora cinnamomi, un patogeno fungino potenzialmente de·
vastante, probabilmente introdotto da escursionisti che erano riusciti a penetrare nella zona
riservata. Per ulteriori informazioni cfr. SALLEH 2005.
- 223 -
PARTE VII - FUTURO
- 224 -
3 3 . ASSI C U RAZIONE
- 225 -
34.
Dono
l HYDE 1 983, p. 1 0 1 .
- 226 -
3 4 . DONO
e nel mese di dicembre del 1 993 , novanta giorni dopo la ratifica da parte
del trentesimo paese, la Convenzione entrò in vigore. Oggi, tutti i paesi
del mondo, ad eccezione di Andorra, Città del Vaticano, Sud Sudan e Stati
Uniti d'America, sono parti della Convenzione.2
La Convenzione sulla Diversità Biologica ha come obiettivo la conser
vazione e l'uso sostenibile della diversità biologica. Rappresentò una rispo
sta ai crescenti sospetti circa il destino di animali e piante con cui condivi
diamo il pianeta. A partire dall'allarme di Rachel Carson per le devastanti
conseguenze dell'uso diffuso di pesticidi di sintesi, fino alla attenzione sol
lecitata da Chico Mendes nei riguardi della perdita delle foreste pluviali
e dei soprusi di cui erano vittima i loro abitanti, per concludere con l'in
venzione del termine stesso biodiversità verso la metà degli anni 1 980, la
Convenzione fu l'espressione ultima di un processo che si era prolungato
per decenni e l'occasione nella quale le nazioni del mondo cercarono una
strategia condivisa per ridurre la distruzione e il degrado della biodiversità.
Fin dalle prime fasi delle trattative che hanno portato alla Convenzione,
fu chiaro che la diversità biologica non era distribuita in modo omogeneo
sulla superficie del pianeta. I luoghi più ricchi del mondo di specie vegetali
sono le regioni tropicali di America centrale e meridionale, specialmente
alle pendici delle Ande in Colombia ed Ecuador, e le foreste pluviali di Afri
ca centrale e Asia sudorientale, specialmente la Malesia.
Ne emerge un peculiare schema, nel quale molti paesi che hanno una
biodiversità relativamente ricca hanno un'economia relativamente povera
e lottano contro enormi problemi quotidiani per migliorare la qualità del
la vita dei loro abitanti. Ne risulta che la preoccupazione per il destino di
animali o piante, che scaturisce specialmente dai paesi più ricchi del mon
do, sembra spesso in conflitto con le preoccupazioni più immediate per
il benessere degli abitanti dei paesi più poveri. In conseguenza di questa
tensione, le trattative per definire la Convenzione divennero molto tese e
profondamente politicizzate.
Questa realtà politica si manifestò specificamente nella percezione di
un conflitto tra la conservazione della diversità biologica e il suo uso da
parte dell'uomo. Se da un lato si temeva per il destino a lungo termine di
specie animali e vegetali, dall'altro si ponevano questioni critiche su aspet
ti fondamentali di giustizia umana - povertà, malnutrizione, mortalità in
fantile e i molti pressanti problemi evidenziati ad esempio nel Millennium
Development Goal - che devono essere affrontate. Tuttavia, mentre è fa-
- 22 7 -
PARTE VII - FUTURO
- 228 -
3 4 . DONO
nali, i confini dei paesi solo raramente sono definiti in base a criteri biologici o ecologici e le
strategie di conservazione, per essere sensate, richiedono una forte integrazione anziché la
definizione sulla base delle esigenze di singole nazioni.
- 229 -
PARTE VII - FUTURO
- 23 0 -
3 4 . DONO
4 Dal l 996, il Forum su Religione ed Ecologia, organizzato dai miei colleglù di Yale Mary
Evelyn Tucker e John Grimm, evidenzia i ruoli importanti che le religimù svolgono nel con
tribuire a indirizzare l'interazione tra uomo e ambiente; per ulteriori informazioni, cfr. www.
religionandecology.org.
- 23 1 -
PARTE VII - FUTURO
s Per ulteriori informazioni sulla filosofia di Thomas Berry, cfr. BERRY 2009. Per altri det
tagli sulla teoria della biofilia, cfr. KELLERT - WILSON 1 993.
- 23 2 -
35.
Lascito
- 23 3 -
PARTE VII - FUTURO
- 2 34 -
3 5 . LASCITO
2 Il crollo del grande ginkgo del santuario Tsurugaoka Hachiman-gii di Kamakura, Giap
pone, fu riportato dall' <<Economist»; cfr. ]apan's favourite tree: An Easter story from]apan (20 1 0).
Per altri dettagli sul restauro del ginkgo di Mizufuki, cfr. HANDA 2000, p. 32.
3 Cfr. il capitolo 22 per altre notizie sul tempio di Huiji.
- 23 5 -
PARTE VII - FUTURO
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- 25 1 -
Indice
Parte I - PROLOGO
l . Tempo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 3
2 . Alberi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7
3 . Identità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 15
- 25 3 -
INDICE
Parte V - STORIA
22. Antichità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 141
23 . Tregua . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1 48
24. Viaggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1 55
25 . Rinnovamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1 60
26. Scelta del nome . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 167
27. Ritorno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1 73
Parte VI - Uso
28. Giardini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 181
29. Semi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 191
3 0 . Strade . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1 99
3 1 . Farmacia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 207
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . )) 23 7
- 254 -
FINITO DI STAMPARE
PER CONTO DI LEO S. OLSCHKI EDITORE
PRESSO ABC TIPOGRAFIA • CALENZANO (FI)
NEL M ESE DI GIUGNO 2020
GIARDINI E PAESAGGIO
44. ANGIOLO Puccr, I giardini di Firenze. IV. Giardini e orti privati della città.
A cura di M. Bencivenni e M. de Vico Fallani. 2 0 1 7, xxx- 598 pp. con 1 62
figg. n.t.
45. AN GIOLO Puccr, I giardini di Firenze. V. Suburbio vecchio e nuovo di Firenze.
A cura di M. Bencivenni e M. de Vico Fallani. 20 1 9 , xvrn-442 pp. con 1 3 0
figg. n.t.
46. ANGioLO Puccr, I giardini di Firenze. VI. Comuni della cintura di Firenze. A
cura di M. Bencivenni e M. de Vico Fallani. In preparazione.
47. De la peinture au jardin. Sous la direction de H. Brunon et D. Ribouil
lault. 20 1 6, vm-3 74 pp. con 1 1 7 figg. n. t. e 30 tavv. a colori.
48. FABIO CAPPELLI, Il bosco. Storia, selvicoltura, evoluzione nel territorio fioren
tino. 2 0 1 7, vrrr- 1 90 pp. con 86 figg. n.t.
49. ULRIKE GAWLIK, Raffaele De Vico. I giardini e le architetture romane dal 1 908
al 1 962 . Traduzione di Marco Mataloni, con contributi di Massimo de
Vico Fallani e Simone Quilici. 20 1 7, xvrrr-444 pp. con 1 74 figg. n.t. e l
pianta a colori.
50. Ville e Giardini Medicei in Toscana e la loro influenza nell'arte dei giardini.
Atti del Convegno Internazionale, Accademia delle Arti del Disegno,
Firenze, 8 novembre 2 0 1 4 . A cura di L. Zangheri. 20 1 7, x-208 pp. con
l 00 figg. n. t. a colori.
5 1 . MARCO T ru s cru o G u o, L'architetto nel paesaggio. Archeologia di un'idea.
20 1 8 , x-228 pp. con 9 figg. n. t.
52. La botanica de' fiori dedicata al bel sesso. A cura di S. Verrazzo, Introdu
zione di L. Tongiorgi Tomasi e L. Zangheri, Premessa di D. Tongiorgi.
20 1 8 , XXVI- 1 02 pp. , con 14 ili. a colori.
5 3 . La cura dei giardini monumentali. Fondamenti della conservazione dei giardi
ni storici e degli spazi verdi. A cura di Dieter Hennebo. Edizione italiana a
cura di Maria Letizia Accorsi, Massimo de Vico Fallani, Giada Lepri. In
preparazione.
54. PETER CRANE, Ginkgo. L'albero dimenticato dal tempo. Traduzione di Gian
ni Bedini. Presentazione di Fabio Garbari. 2020, x-25 6 pp. con 8 figg.
n. t. e 24 tavv. f. t. a colori.
5 5 . LUIGI ZANGHERI, Nel Giardino cinese della Luminosità Peifetta. ��8}3 ZfJ! :
GIARDINI E PAESAGGIO
I POMI DELLE ESPERIDI
(cm 24 X 3 1 , rilegato)
I. La villa medicea di Careggi. Storia, rilievi e analisi per il restauro . 2006,
156 pp. con 104 figg. e 26 tavole a colori n. t. Esaurito.
II. fl giardino del Pa lazzo Reale di Torino. 1 5 70-1 9 1 5 . A cura di Paolo
Cornaglia. 20 1 9, XIV-240 pp. con 2 15 figg. n.t. a colori e 16 tavv.
f. t. a colori.
http: l l giardini.olschki.it