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di Lelio Demichelis
universit, al welfare che deve essere azienda sanitaria ma anche diventare welfare
aziendale e sempre meno universale); retoriche della responsabilit individuale per
addestrare ad essere imprenditori di se stessi e a dover essere sempre connessi nellapparato di
produzione e di consumo; darsi da fare come mantra quotidiano (producendo una
versione aggiornata del lavoro come Beruf); sfruttare al massimo il proprio capitale
umano ma allo stesso tempo lasciare che il capitalismo estragga quanto pi
profitto dai dati personali di ciascuno; la chiusura della societ in logiche di
comunit o di comunit-rete; tutelare la concorrenza ma soprattutto promuovere la
concorrenza (promozione aggiunta nel nuovo articolo 117, c. 2, lettera e della
riforma costituzionale renziana - rimuovendo di fatto, con una sola parola, gli
articoli 1, 2, 3, 4, 9, 31, 32, 35, 36, 38, 41, 43, 46 e 47 della Costituzione).
Modello impresa; ma quale impresa? Nellimpresa, scriveva ancora Rpke nel
1963, la democrazia fuori luogo, come in una sala operatoria. La vera democrazia
economica sta altrove e cio sul mercato, ove i consumatori sono elettori al cui
costante plebiscito limprenditore deve adeguarsi se non vuole andare incontro al
fallimento. Tutto ci evidentemente falso (e Vance Packard lo aveva
dimostrato gi da alcuni anni, con il suo Persuasori occulti) perch se la
democrazia non ovunque, anche nellimpresa, anche nella rete (e dire che il
crowdfunding sarebbe una democratizzazione della scienza e dellinnovazione, come si
scritto, un falso ideologico, perch invece, e ancora, socializzazione del
capitalismo, pedagogia capitalista, governamentalit capitalista), e se la democrazia
non ovunque e non lo in modo crescente, la democrazia scompare.
E oggi, lordoliberalismo gi egemone forse pi del neoliberismo nella
forma economica e tecnica assunta dalla societ globale dilaga e diventa
egemone anche in rete e questa volta ordoliberalismo 2.0 diventato il nuovo tutto, il
nuovo ordine normativo tecnico ed economico che deve integrarsi negli altri ordini.
Perch se lordoliberalismo ci che stato sopra descritto, la rete allora
ordoliberale (pi che neoliberista) per essenza, per pedagogia e per governamentalit
della vita individuale e collettiva e lo pi ancora del vecchio ordoliberalismo
fisico. Perch ordoliberalismo 2.0 gran parte (non tutta, certo, ma sicuramente la
sua gran parte) della sharing economy (pi spesso una mera economia della
sopravvivenza che nuova new economy); il modello Airbnb e Uber e soprattutto
luberizzazione crescente del lavoro; lillusione dellauto-imprenditorialit via
rete (che comunque presuppone e obbliga ad una subordinazione allapparato e
al capitalismo di piattaforma); la forma impresa che pervade leconomia in rete
trasformando ciascuno in microcapitalista in ogni atto che compie e in imprenditore e
ad esserlo a 360 gradi, 24 ore al giorno, 365 giorni allanno; nel principio della
concorrenza-competizione che pervade leconomia in rete (anche quando si
traveste da sharing).
Ma lo anche nella creazione di una (falsa) socialit in rete, anche se
compensativa della freddezza della tecnica e degli effetti del mercato e che passa
attraverso le retoriche della condivisione (in realt noi condividiamo mentre loro, i
signori della Silicon Valley fanno profitti - grazie al nostro condividere - con il Big
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Data e gli analytics, utili s a monitorare ad esempio gli anziani da casa loro, e
saremmo cos in una vera economia solidale e sociale, ma che sono soprattutto
una risorsa inesauribile per il business come recitava una pubblicit della Ibm con lo
slogan: Costruiamo insieme un pianeta pi intelligente); e quelle del crowdfunding, del coworking, della peer production, del crowdsourcing, delle social street e delle piccole comunit in
rete e delle smart cities. Per un futuro fatto di tante piccole fabbriche personali e un
movimento incessante di artigiani digitali che finalmente sostituir la pessima
produzione di massa (secondo il tecno-entusiasta Chris Anderson). Con
laggravante, per, che in rete arbitro oggi lo stesso mercato & la rete e lo stato
semmai divenuto ancor pi giocatore della squadra del mercato e dellinnovazione
tecnica, squadra che gioca contro nessuno perch lavversario (come larbitro) ha
abbandonato il campo da tempo. Lordoliberalismo convola cos a nozze con il
neoliberismo austro-americano e con lanarco-capitalismo della Silicon Valley;
lanti-monopolista ordoliberale si allea con gli oligopolisti neoliberisti e con il
capitalismo delle piattaforme; la concorrenza vale solo per il nuovo proletariato
digitale sempre pi uberizzato (e sempre pi individualizzato, quindi impossibilitato
a costruire una propria coscienza di classe o di cittadinanza o di uscita dalla
minorit) ma non per gli oligarchi del silicio e per gli imprenditori della quarta
rivoluzione industriale. Tutti liberali meglio: capitalisti - che agiscono su fronti
diversi ma, appunto, convergenti tra loro nel costruire un ordine tecnico e capitalista
apparentemente libertario e liberamente condiviso, in realt potentemente
biopolitico e religioso, integrante e omologante (ciascuno liberamente servile),
economico e normativo-normante, destrutturante (la societ e la democrazia) per
strutturare meglio lapparato. Per cui siamo tutti imprenditori, tutti capitalisti, tutti tecnoentusiasti, tutti connessi, tutti al lavoro nella grande fabbrica digitale globalizzata del tecnocapitalismo (anche se in forma individualizzata).
Dunque: moriremo ordoliberali anche se entusiasticamente 2.0?
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