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Globalizzazione ed Economia: un rapporto tra effetti positivi e negativi

Cosa rappresenta oggigiorno la globalizzazione?

Sicuramente un fenomeno complesso che richiede più chiavi di lettura.

Definita da Bayly come «una progressiva estensione nella scala dei processi sociali da un ambito locale o
regionale a un ambito mondiale», la globalizzazione ha avuto un impatto significativo nella nostra
quotidianità ma anche nelle fondamenta della società.

Da una parte tende ad unificare e omologare le società, dall'altro invece si esprime come rappresentante
di un meccanismo di polarizzazione.

Infatti, insieme all'omologazione si è anche assistito a forme di frammentazione, differenziazione e


localizzazione.

La globalizzazione odierna si differenzia da quelle precedenti proprio per l'ampiezza acquisita e la


tempestività con la quale ha saputo modificare le vite di ognuno di noi, infatti dalla dimensione globale
dei processi e relazioni sociali, si evince la rapidità con la quale si sono verificati moltissimi cambiamenti
tanto da poter affermare che proprio la velocità sia stata la costante del fenomeno della globalizzazione
di questi ultimi anni.

Ovviamente tutto ciò si è reso possibile anche con lo sviluppo delle comunicazioni tra persone grazie al
progresso della tecnologia.

L'intento della globalizzazione economica fin dagli inizi degli anni duemila è stato la creazione di un unico
grande mercato senza frontiere nel quale circolano capitali, merci, servizi ed informazioni, nuove mode e
stili di vita che prima erano impensabili ed inimmaginabili.

La globalizzazione ha abbattuto i confini agevolando i trasporti e comportando la delocalizzazione di


imprese rendendo il mercato del lavoro più flessibile e dinamico.

L'ampliamento dei mercati è stato possibile grazie all'enorme sviluppo tecnologico dell'informazione
soprattutto con internet e all'intero mondo virtuale.

Grazie a tutti questi notevoli sviluppi le nostre vite si sono arricchite di molte novità positive ma anche di
molti effetti negativi come ad esempio il sempre crescente divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri che a
loro volta sono diventati terra di conquiste per le grandi multinazionali che, sfruttando la manodopera a
basso costo delle zone più arretrate, hanno avuto come unico obiettivo quello di incrementare i profitti
abbattendo appunto i costi di produzione.

Le grandi aziende non hanno come fine lo sviluppo delle regioni mondiali svantaggiate, molte persone
vivono in povertà assoluta e i dati sono in continuo aumento tanto è vero che le multinazionali producono
a costi sempre minori favorendo una massiccia meccanizzazione ed informatizzazione dei processi
produttivi, c'è chi sfrutta e chi consuma quasi tutte le risorse e chi subisce una povertà endemica contro
la quale è impotente; aspetto questo, che sottolinea ancora di più quelli che sono gli effetti negativi della
globalizzazione ed è proprio per questi motivi che forse è opportuno chiarire alcune cose riguardo a quello
che oggi si vede e ancor di più si vive nel mondo.

Dalla fine degli anni novanta ad oggi si è sempre manifestata la voglia di cambiamento e di sviluppo,
esigenza di ogni società civile, conducendo tutti noi ad una ventata di innovazione che ha riguardato ogni
singolo aspetto delle nostre vite, con notevoli agevolazioni alle azioni che svolgiamo quotidianamente:
oggi possiamo parlare in tempo reale con persone dall'altra parte del mondo, possiamo effettuare
pagamenti all'istante e scattare foto digitali ad altissima risoluzione con i nostri cellulari.
Il miglioramento è stato esponenziale ed è sotto agli occhi di tutti. Ma come ogni cosa c'è sempre un
rovescio della medaglia.

La tesi che porta avanti questo articolo è che oltre agli effetti positivi e negativi di cui si è parlato finora,
c'è un altro aspetto da evidenziare ossia la crisi di valori ed identità che al giorno d'oggi accomuna
moltissimi individui.

E' come se non si rispettassero più i principi sui quali in passato abbiamo fondato le idee che fino a
qualche anno fa erano il cardine delle nostre azioni. Oggi è più facile arrivare ovunque e non si parla solo
di viaggi da una meta all'altra ma proprio il contatto con tutti è diventato fin troppo ravvicinato agevolando
soprattutto chi ha come unico obiettivo quello di inculcarci informazioni o false nozioni che di sicuro non
ci apporteranno effetti o risultati positivi.

A volte è opportuno ricordare che per raggiungere quello che vogliamo sarebbe utile avere una rotta ben
precisa da seguire senza dare spazio alle influenze di stereotipi o luoghi comuni dettati da un mondo che
ci vuole tutti uguali anche nel modo di pensare piuttosto che in quello di agire e non dare modo a niente
e nessuno di poter cambiare improvvisamente quello in cui abbiamo creduto da sempre. L'apertura a
trecentosessanta gradi di ogni contesto non va affatto ostacolata ma bensì controllata. Il libero mercato
è stato da sempre la fonte di guadagno per eccellenza di grandi imprenditori, ma siamo sicuri che a fronte
dell'allargamento dei confini sia una buona cosa spostare stabilimenti da un Paese dove la manodopera
ha un costo maggiore rispetto ad un altro e quindi togliere posti di lavoro ad impiegati ed operai con
famiglie a carico per favorire altre zone dove magari oltre al contesto lavorativo anche stili di vita e
consumi, ma anche le varie spese, sono molto diversi dai nostri? Questo è proprio un aspetto riguardo al
concetto di cui si parlava in precedenza, ben venga l'espansione e lo sviluppo ma mantenendo ad ogni
modo la propria identità e quindi ricordarsi chi siamo, da dove veniamo e tener sempre salde le nostre
radici senza spostarle di sana pianta da un giorno all'altro. Questo altera gli equilibri, crea crisi di identità.
Dobbiamo utilizzare le attuali tecnologie per arricchire e migliorare la nostra persona, non per travolgerla
completamente e rischiare di trovarci allo sbando solo perché oltre alle tante possibilità ci sono altre
innumerevoli distrazioni che di sicuro portano a degli effetti negativi piuttosto che a migliorie di qualsiasi
genere. Crisi di identità, di valori ed aspetti economici negativi, questi, che non vogliono necessariamente
rinnegare la globalizzazione, in quanto una globalizzazione sostenibile, una globalizzazione che passa dal
confronto e dal commercio equo e solidale è un'occasione irripetibile per valorizzare le risorse umane e
rispettare la dignità di un essere umano, ma attraverso la pura analisi intellettuale di questi molteplici
aspetti si vuole lanciare un messaggio per invitarci a riflettere dove possiamo migliorare e dove c'è invece
da riparare qualcosa. Prima di concludere, prendendo in esame ancora una volta l'andamento
dell'economia odierna si riporta una celebre affermazione di Muhammad Yunus vincitore del Premio Nobel
per la Pace nel 2006: "Ho come la sensazione che l'economia basi le sue leggi su presupposti che ignorano
gli esseri umani. Tratta gli uomini come macchine e nega gli elementi essenziali della natura umana.
Considera gli imprenditori come uomini dalle capacità eccezionali e così ignora le potenzialità della gran
massa dell'umanità. L' economia ama definirsi come una scienza sociale ma non lo è! Parla di lavoro e
manodopera, non parla di uomini, donne e bambini quindi non può ignorare l'ambiente che pretende di
analizzare!"

Serve più cultura finanziaria ed economica, serve per poter affrontare le tempeste dell'economia con gli
strumenti navali che aiutino a scorgere consapevolmente i pericoli, ma ci vuole una rivoluzione culturale
e sociale a partire dalla famiglia, dai valori di questa società, senza le radici l'albero non crescente ! Non
si tratta di sconvolgere il sistema economico sostituendolo con quello alternativo, è un processo di lunga
durata in atto, un processo silente, in moltissimi Paesi altre mille realtà stanno nascendo, anche se
bisognerà imparare a distinguere.

Note: (clicca sul link per aprilo)


Polarizzazione (psicologia sociale)

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