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(RELAZIONI INTERNAZIONALI) RELAZIONI INTERNAZIONALI cambiano a seconda della natura degli attori principali e delle diverse entit che

e compongono il sistema (devono essere unit politiche in grado di distinguere fra sfera interna ed esterna distinzione: prodotto tipicamente moderno). Realt che la disciplina Realt che la studia Sviluppo: primi anni del 900 (GB successivamente USA) modello storicamente e geograficamente determinato. Punti di partenza: 1. Mondo attuale: sistema unitario e indipendente. 2. Globalizzazione: gli stati sono gli attori pi efficienti monopolio della violenza legittima. POLITICA INTERNAZIONALE = POLITICA INTERSTATALE 1648 Pace di WESTFALIA: atto di nascita definitivo del sistema internazionale moderno; affermazione di un sistema pluralistico di stati indisponibili a riconoscere fatti di legittimit e autorit superiori a loro. MANCANZA DI GOVERNO differenza costitutiva tra politica interna ed internazionale. ANARCHIA INTERNAZIONALE non significa che il sistema internazionale sia (sempre) disordinato (richiamo stato di natura Hobbes). DILEMMA DELLA SICUREZZA anche quando nessuno Stato ha intenzione di attaccare gli altri, essi possono continuare a temere che le rispettive intenzioni non siano o non siano destinate a rimanere pacifiche, e quindi possono sentirsi costretti ad accumulare in anticipo potenza per la difesa. Ma poich nessuno stato pu essere sicuro che questa accumulazione sia destinata sempre alla difesa, lincremento di potenza di ognuna delle parti provoca il corrispondente aumento delle altre. Mancanza di monopolio della violenza legittima nellordinamento internazionale luso della forza da parte dei singoli Stati. Tradizioni di pensiero: HOBBESIANA GROZIANA KANTIANA Fondata sullanalogia fra Ogni contesto sociale deve Per la pace perpetua: lanarchia internazionale e soddisfare tre obiettivi liberarsi dalla guerra per qualunque altra forma di elementari (BULL): superare lanarchia. anarchia; ci che davvero 1. Limitazione della distingue la politica violenza internazionale dalla politica 2. Mantenimento delle interna non luso effettivo promesse della forza, ma la diversit 3. Stabilizzazione del dei modi di organizzarsi per possesso impiegarla. Guerra: ruolo essenziale nel mantenimento dellordine internazionale; vincolata a precisi limiti. Analogia tra anarchia internazionale e stato di natura apparente: ANARCHIA INTERNAZIONALE STATO DI NATURA DIMENSIONE DEL POTERE La potenza non distribuita Gli uomini sono tutti uguali, a tutti gli attori ugualmente. ognuno pu pensare di ucciderne un altro. DENSIT DELLE RELAZIONI Non possibile isolare la Gli attori possono non avere sovranit di ogni singolo mai occasione di incontrarsi. attore. TERRENO DEL DIRITTO Gli stati si sono // progressivamente imposti come gli unici soggetti autorizzati a creare norme comuni, amministrarle, interpretarle, etc [POLITICA INTERNAZIONALE = POLITICA INTERSTATALE] equiparazione recente; quasi assoluta eccezione storica.

Esperienza storica: convissero molteplici forme di omaggio, dipendenza e semidipendenza, legittimit comune al posto del complesso di prerogative e diritti dei giorni nostri. Globalizzazione: risultato dellespansione mondiale di unesperienza che era specificatamente europea. Sfida a questa equiparazione viene: Dal terreno economico commerciale. Dal terreno monopolistico sulla guerra terrorismo. Quando il grado di consolidamento degli Stati non ancora adeguato: ANARCHIE IMMATURE. Quando il grado di consolidamento consolidato, da segni di logoramento: nelleffettivit gli stati cedono prerogative sia verso il basso che verso lalto. nella legittimit cosmopolitismo, societ globale di individui come alternativa. Da 60 anni ad oggi: USA centro di irradiazione di tutti i maggiori dibattiti teorici e metodologici = SCIENZA AMERICANA distorsione prospettica conseguenze: Centralit dei problemi posti dallopinione pubblica, dai decisione makers e dalla comunit scientifica USA. Prospettiva adottata dalla disciplina accademica ha ricalcato quasi perfettamente quella del paese (immagine progressista, ottimista, fondata sulla fiducia nel superamento della vecchia politica internazionale). Ignorate o marginalizzate vicende storiche come la fine della centralit dellEuropa. Nesso fra riflessione scientifica e storia parallela delle R.I. portata incisiva: selezione problemi e modo in cui sono stati affrontati profondamente influenzati da ci che di volta in volta veniva richiesto dal pubblico e dai decision makers. 1919 ZIMMERMAN: Prima cattedra di INTERNATIONAL POLITICS il corso parte dal presupposto che LA GUERRA NON SIA UN MEZZO LEGITTIMO DI FARE POLITICA, MA UNA PATOLOGIA DA CURARE. Primo approccio contemporaneo: IDEALISMO alimentato dalla stessa ondata pacifista che avrebbe condotto agli esperimenti di Sicurezza Collettiva incarnati dalla Societ delle Nazioni LIBERARE LE R.I. DA GUERRA E ANARCHIA. Guerra causata da: Frammentazione e particolarismo VS crescita delle interdipendenze economiche. Struttura anarchica R.I., prassi dellequilibrio di potenza e dalla diplomazia segreta. Natura di alcuni Stati (non democratici o liberali). Fallimento programma idealista + 2 guerra mondiale affermazione REALISMO sostanziale immutabilit della politica internazionale dei secoli. Guerra: compito di MANTENERE LA PACE O PREVENIRE GUERRE PEGGIORI accento sulla distribuzione oggettiva del potere due sfide: Decolonizzazione e conseguente Interdipendenza complessa sorretta da riorganizzazione dei rapporti politici unarchitettura di istituzioni politiche ed economiche NEOMARXISMO: la logica delleconomia ISTITUZIONALISMO LIBERALE e teoria dei regimi capitalistica mondiale riproduce legami di internazionali. dominio e di dipendenza. Istituzioni che sostengono la Riorientamento delle dinamiche cooperazione tra Stati. allasse sud/nord. Riscoperta del lungo periodo. Ricostruzione del rapporto fra conflitti interni ed esterni. COREALISMO E NEOLIBERISMO premesse in comune: - Stati attori principali. - Stati egoisti razionali. - Stati identit stabile. (LA POLITICA, LA GUERRA, LA STORIA) Teoria: - Equivalente di una filosofia, contrapposta alla pratica. - Teorie autenticamente scientifiche, sistemi ipotetico deduttivi. Economia politica fra le sc. Sociali quella che ha spinto pi avanti lelaborazione teorica.

Teoria pura: presuppone il distacco di un sistema definito allinterno di un sistema indefinito, e la definizione di un soggetto fittizio. 1. Per elaborare la teoria di un sotto sistema sociale occorre una definizione di questo sottosistema che ne permetta la limitazione e la specificazione. 2. Progresso scienza: comporta schemi semplificati / osservazioni rinnovate. 3. Dati non costanti, ritenuti invece tali. 4. Progressi sc. Economica: dovuti a studi empirici statistici e descrittivi. 5. N conoscenze teoriche n empiriche autorizzano a dettare unazione determinata ad un governante. Problemi teoria R.I.: - E possibile, e come, delimitare e definire il sottosistema delle R.I.? - Qual la relazione di questa teoria con lo studio empirico? E del sottosistema con il contenuto sociale? - Quali sono i rapporti della teoria con la dottrina? Della teoria con la prassologia? 1. Ci si sforza di afferrare ci che fa la Si cercher di isolare ci che differenzia le loriginalit, la singolarit del settore R.I. fra i R. fra collettivit politicamente organizzate da settori sociali. tutte le altre relazioni sociali. 2. Si parte da concetti che si applicano a Specificit delle R.I. o interstatali settori diversi da quello delle R.I. legittimit e legalit del ricorso alla forza armata da parte degli attori. LA SOCIET INTERNAZIONALE SI CARATTERIZZA PER LASSENZA DI UNA ISTANZA CHE DETENGA IL MONOPOLIO DELLA VIOLENZA LEGITTIMA Discriminazione del sottosistema considerato (delimitazione reale pi difficile di quella concettuale). Dedurre o comprendere elementi del sottosistema (fanno parte di uno stesso sistema gli attori che hanno fra loro relazioni tali da far si che ciascuno tenga conto di tutti gli altri nei calcoli che precedono le decisioni). Nessun sistema internazionale comporta meccanismi garantiti di restaurazione. Sistemi e avvenimenti sociali INDEFINITI: non sono di per s suddivisibili in sottosistemi definiti n riducibili ad un piccolo numero di variabili suscettibili di essere organizzate in un insieme di proporzioni coerenti). Teoria R.I. non comporta una distinzione tra variabili esogene e variabili endogene (specificit comportamento soggetti: dipende dallassenza di un tribunale e di una polizia che li obbliga a un calcolo delle forze comporta il riferimento allo spazio che occupano attori, popolazione, e risorse economiche degli uni e degli altri) sistemi militari + armi: espressione dei sistemi politici e sociali. Critica alle R.I. NON PERMETTE N LA PREVISIONE N LINTERVENTO. Nelle R.I. non si pu dettare una strategia scientifica. (PROLUSIONE DEL PROF. ANGELO PANEBIANCO) Aspetto che accomuna sc. della Natura e sc. Sociali: anche lo sc. della natura, quando si stacca temporaneamente dalle sue ricerche e cerca di intervenire usando le sue conoscenze su problemi di interesse collettivo, SI TROVA A SVOLGERE UN RUOLO POLITICO. Alle sc. sociali non dato di tenere sotto stretto controllo i dilemmi etici (nascono dagli sviluppi stessi della ricerca). Sc. sociale PARTE DELLUNIVERSO CHE OSSERVA (non pu distaccarsene e osservarlo dallesterno). Analisi sc. sociale possono influenzare limmagine che abbiamo delle R.I. ma anche modificare le stesse Tesi sul RUOLO PUBBLICO E PRATICO DELLE S. SOCIALI: PARETO VS MOSCA Agire uomini mosso da passioni e Utilit sociale e politica s.s. indubbia. predisposizioni costanti (residui). Sc. sociale formula diagnosi e propone Ideologie (derivazioni) importante terapie. funzione sociale di razionalizzare e Scienza sociale: diventa scienza sociale giustificare le azioni. La s.s. nella misura in applicata; sc. sociale applicato: tecnico cui davvero sc. e non ideologia non ha che fornisce prestazioni per la soluzione alcuna influenza pratica sulla societ e la dei problemi collettivi MODELLO politica. QUANTO PI ESSA VERA, TANTO PI ESSA INGEGNERISTICO .

SOCIALMENTE INUTILE.

Tesi che ha prevalso (ma entrambe insoddisfacenti*).

Ruolo nei processi decisionali pubblici delle sc. sociali applicate: Contributi modesti e deludenti. CONTESTI CONFLITTUALI: forniscono combustibile (risorse culturali spendibili nel conflitto sotto forma di argomentazioni tecniche). CONTESTI CONSENSUALI: lo s.s. applicato fornisce il linguaggio con cui vengono identificati i problemi e formulate e discusse le possibili linee di azione. Falsa analogia tra sc. naturali e sc. sociali. * Tesi Mosca: sopravvaluta e fraintende il ruolo pubblico delle s.s. Tesi Pareto: cieca di fronte alle influenze (per lo pi indirette) delle s.s. (POLITICA DI POTENZA NELLET DEL LEVIATANO) Wight: non ha in stima la dottrina delle R.I. P.d.V. internazionale di TOYNBEE in netta contrapposizione ad un approccio ritenuto responsabile di sacrificare lunit sociale della civilt occidentale prodotta da componenti culturali di lunga durata a favore delle individualit delle comunit nazionali. LA TIRANNIA DELLO STATO SOVRANO SUPERIOREM RECOGOSCENS HA ESERCITATO UN DOMINIO INTELLETTUALE SULLA SOCIET OCCIDENTALE. Stato moderno deve essere inteso come una realt storicamente limitata. WIGHT (argomento medesimo di Toynbee) il pregiudizio dello stato sovrano assai recente, ma lillusione sulla normalit dellesistenza di un sistema di stati cos dannosa alla comprensione della vita internazionale. WIGHT: differenza fondamentale tra la tradizione di speculazione sullo stato e la tradizione di speculazione sulla societ degli stati (pi dispersiva, incoerente). Una delle cause di queste qualit della teoria internazionale pregiudizio imposto dallo stato sovrano. SOCIET INTERNAZIONALE: organizzata in maniera tale che NESSUN INDIVIDUO, ad eccezione dei sovrani, NE PU ESSERE MEMBRO. Protezione e rappresentanza che ciascun individuo necessita al di fuori dei confini nazionali Rappresenta lESPRESSIONE GIURIDICA DELLA CREDENZA NELLO STATO SOVRANO, come comportamento finale dellesperienza politica degli uomini PER WIGHT NON COS!!! Gli stati sono i membri immediati della s.i. ma gli uomini sono quelli finali, per i quali gli stati esistono. WIGHT: lo studio della politica non pu essere confinato alle relazioni INTRASTATALI, ma riguarda parimente quelle INTERSTATALI, perch pochi pensatori politici hanno considerato lo studio del sistema do stati, la comunit diplomatica in s e per s, come loro interesse. Altra causa che ha interdetto lo sviluppo della teoria internazionale: la politica tra gli stati possiede una peculiare resistenza alla riflessione teorica perch serve un linguaggio appropriato, che si sviluppa dove si svolgono di solito normali relazioni. Nella politica internazionale si svolgono relazioni sociali contraddistinte dal ricorso alla guerra come pratica normale e ammissibile. Teoria politica interna Teoria internazionale VS TEORIA DELLA VITA FELICE TEORIA DELLA SOPRAVVIVENZA (POLITICA TRA LE NAZIONI) Storia pensiero politico moderno storia controversia fra due scuole: Si pu facilmente raggiungere un ordine VS Il mondo il risultato di forze inerenti alla politico, morale e razionale, derivato da natura umana, e che quindi per migliorarlo principi astratti universalmente validi necessario operare assecondando (presuppone una natura buona e queste forze e non contro di esse (il malleabile, si affida allistruzione, alle mondo caratterizzato da interessi riforme e sporadicamente alluso della contrapposti e in conflitto, quindi i principi forza). morali non possono mai essere portati a

piena realizzazione ma vi si possono avvicinare per mezzo di un temporaneo bilanciamento punta al male minore pi che al bene assoluto). Principi fondamentali del realismo: 1. La POLITICA governata da LEGGI OGGETTIVE, che derivano dall'immutabile NATURA UMANA e che rendono possibile formulare una teoria scientifica delle Relazioni internazionali. 2. Il concetto di INTERESSE, DEFINITO IN TERMINI DI POTERE, permette una comprensione razionale della politica (sulla quale agiscono comunque anche elementi irrazionali). 3. L'interesse definito in termini di potere (CATEGORIA UNIVERSALMENTE VALIDA) varia nel tempo, in quanto dipende dalle circostanze concrete di tempo e di luogo. 4. I PRINCIPI MORALI NON POSSONO ESSERE APPLICATI ASTRATTAMENTE ALLE RELAZIONI FRA GLI STATI, ma devono essere filtrati dalle circostanze concrete di tempo e di luogo. Un governo non pu concedersi di disapprovare o evitare la violazione di qualche principio morale astratto, se una simile concessione gli impedisce di compiere una scelta politica di successo, ispirata dal supremo principio morale della sopravvivenza nazionale. La morale politica, insomma, giudica come giusto o sbagliato un corso d'azione in base alle specifiche conseguenze politiche di quest' ultimo (e non ad astratte considerazioni etiche); per questo, la prudenza la massima virt politica. 5. Le aspirazioni morali di uno Stato (ad esempio combattere una guerra giusta, ambire alla pace fra le nazioni) NON POSSONO ESSERE IDENTIFICATE CON IL BENE UNIVERSALE, ma solo con il perseguimento dell'interesse di quello stesso Stato, definito in termini di potere. 6. Pur reputando l'uomo un essere pluralista (che ad esempio agisce, anche contemporaneamente, nella sfera economica, sociale, psicologica, ecc.), il realismo politico considera la SFERA POLITICA come la PRINCIPALE TRA LE MOLTEPLICI SFERE DI INTERESSE UMANO, e la distingue in special modo da quella morale per riuscire a studiare in termini oggettivi, scientifici le Relazioni internazionali. (LE RELAZIONI INTERNAZIONALI) SINTESI UTOPISTA: nessuna comunit politica potrebbe esistere se le popolazioni non si sottomettessero a determinate regole di comportamento. 1. Perch gli individui si sottomettono a tali regole? 2. Perch la minoranza, il cui bene maggiore non perseguito, dovrebbe sottomettersi a regole definite nellinteresse della maggioranza? La risposta dipende: Tesi di chi considera LA POLITICA UNA FUNZIONE Tesi di chi considera LETICA UNA FUNZIONE DELLA DELLETICA POLITICA Chi governa lo fa perch pi forte (>), dovere dellindividuo sottomettersi per il mentre coloro che sono governati si bene della comunit nel suo insieme. sottomettono perch pi deboli (>). UTOPISTA: crede in un concetto di dovere che sia etico nella sostanza e indipendente dal diritto del pi forte (il dovere di sottomettersi alle regole stabilite nellinteresse della comunit pu essere giustificato in nome della ragione e che il bene per il maggiore numero sia un fine razionale anche per la minoranza) TEORIA DELLARMONIA DEGLI INTERESSI il massimo interesse dellindividuo e quello della comunit coincidono per natura. LAISSEZ FAIRE: principio proprio del liberismo economico, favorevole al non intervento dello Stato. Secondo questa teoria, l'azione del singolo, nella ricerca del proprio benessere, sarebbe sufficiente a garantire la prosperit economica della societ. SI PU FARE AFFIDAMENTO SUGLI INDIVIDUI PER PROMUOVERE GLI INTERESSI DELLA COMUNIT PER LA SEMPLICE RAGIONE CHE I LORO INTERESSI COINCIDONO CON QUELLI COMUNI. TEORIA DELLARMONIA DEGLI INTERESSI fornisce una solida base razionale: la moralit. Amore per il prossimo: versione contaminata dellamore per s stessi. Capitalismo industriale + sistema di classe struttura della societ la teoria degli interessi si trasform nellideologia del gruppo dominante (che affermava lesistenza di unidentit fra i propri interessi e quelli della collettivit nel suo insieme) espansione del benessere contribuisce alla popolarit della teoria: Attenuando la competizione tra i produttori. Proponendo la questione di classe e di unequa distribuzione. Senso di fiducia nel presente e nel futuro.

IL DARWINISMO APPLICATO ALLA POLITICA Competizione Libera competizione: sempre stata adottata come la dea benefattrice del laissez faire. Competizione come
SOPRAVVIVENZA DEL PI FORTE A SPESE DEL PI DEBOLE.

Nazionalismo

Imperialismo

Teoria del progresso conseguito attraverso leliminazione degli individui NON ADATTI A SOPRAVVIVERE imperialismo tardo 800. Armonia finale: preceduta da una lotta per la sopravvivenza in cui il bene e lesistenza stessa dei vinti non venivano prese in considerazione (nessun sistema etico!). LARMONIA INTERNAZIONALE USA: persistenza di un mercato interno in espansione tiene a freno lo sviluppo delleconomia pianificata (introdotta in Europa dal 1919 fino al 1929). Armonia interessi: parte integrante della concezione americana della vita influenza sulle R.I. Nella politica internazionale non esiste alcun potere organizzato incaricato di creare relazioni armoniose. LINTERESSE COMUNE A MANTENERE LA PACE P.d.V. politico: teoria identit degli interessi ogni stato condivide linteresse a mantenere la pace, di conseguenza ogni stato che desideri sovvertire la pace al tempo stesso irrazionale e immorale. Interesse comune a mantenere la pace maschera il fatto che alcuni stati desiderano mantenere lo status quo senza dover combattere per esso, mentre altri vorrebbero cambiarlo senza dover combattere per realizzare questo fine. LARMONIA DELLECONOMIA INTERNAZIONALE Ogni conflitto internazionale inutile e illusorio necessario individuare il bene comune ostacolo: la stupidit degli uomini politici. Laissez faire: paradiso di coloro che detengono il potere economico. Controllo statale: arma di autodifesa da coloro che sono deboli dal P.d.V. economico. LARMONIA IN FRANTUMI Ci con cui dobbiamo confrontarci oggi nella politica internazionale la totale bancarotta della concezione della moralit che domin il pensiero politico ed economico per un secolo e mezzo. I FONDAMENTI DEL REALISMO Realismo si sviluppa in reazione allutopismo. Tre principi essenziali: 1. Storia susseguirsi di cause ed effetti, il cui corso pu essere analizzato e compreso dallintelletto, ma non guidato dallimmaginazione. 2. La teoria non crea la realt storica, bens la realt ispira la teoria. 3. La politica non funzione delletica, ma letica lo della politica. Morale prodotto del potere. Realismo moderno: differisce dal quello dei secoli XVI e XVII fede nel progresso. Realismo: pi progressista dellutopismo. LA RELATIVIT DEL PENSIERO Conquista pi importante realismo moderno: aver rivelato sia gli aspetti deterministi del processo storica, sia il carattere relativo e pragmatico del pensiero stesso. Realismo: messo in condizione di dimostrare che le teorie intellettuali e i modelli etici degli utopisti sono storicamente determinati (sono sia il prodotto di circostanze e interessi sia strumenti messi a punto per lavanzamento di quegli stessi interessi). RELATIVIT DEL PENSIERO: le teorie spiegano i fatti, non ne indirizzano il corso. L ADATTAMENTO DEL PENSIERO AL FINE Pensiero: non si sviluppa esclusivamente in relazione alle circostanze e agli interessi di chi lo formula. anche pragmatico dal momento che ORIENTATO ALLA REALIZZAZIONE DI CERTI FINI. Teorie messe a punto per screditare un nemico comune: una delle forme pi comuni di pensiero orientato a uno scopo. INTERESSE NAZIONALE E BENE UNIVERSALE Utopista: quando predica la teoria dellarmonia degli interessi maschera il proprio interesse quale luniversale al fine di imporlo al resto del mondo. Teorie del bene collettivo: elegante travestimento di qualche interesse particolare.

Teorie relative alla morale sociale: prodotto di un gruppo dominante che si identifica con la comunit nel suo insieme e che possiede strumenti negati ai gruppi subordinati o agli individui per imporre la propria visione del mondo alla collettivit. CRITICA REALISTA ALLA TEORIA DELLARMONIA DEGLI INTERESSI Dominio della collettivit da parte di un gruppo privilegiato pu essere tanto schiacciante da rendere effettivamente non priva di senso la pretesa che i suoi interessi coincidano con quelli della collettivit, dal momento che il suo benessere comporta in qualche misura quello di altri membri di essa, e il suo tracollo comporterebbe anche quello della collettivit. CRITICA REALISTA ALLINTERNAZIONALISMO Idea di internazionalismo: forma specifica della teoria dellarmonia degli interessi. Gli appelli alla solidariet internazionale e allunione mondiale provengono dagli stati dominanti che possono sperare di esercitare il loro controllo sul mondo unificato. Ordine internazionale solidariet internazionale: parole dordine di coloro che si sentono abbastanza forti da poterle imporre agli altri. Fallimento utopismo: incapacit di fornire un modello di condotta assoluta e disinteressato negli affari internazionali. (UTOPIA AND REALITY) Controllo pubblico potere + eliminazione della forza dalle relazioni umane e sociali importanti elementi di civilizzazione. Dopo i fatti (XIX sec.): Democrazia, societ delle nazioni, pace utopie. Dittature, conflitti di interesse, guerre reali. CARR: distinzione tra utopia e realt metodo non scientifico non chiarisce la distinzione tra i due termini. Utopia: Qualcosa di irrealizzabile contrapposto a realismo. Qualcosa di irreale contrapposto a realt. Carr mescola le due cose: ci che fallito era utopistico non spiega perch. Niente pi utopistico che si possa creare una societ stabile attraverso il potere e la ricerca di interessi in conflitto. Realizzabilit obbiettivi politici dipende da tre elementi: i FATTI, la PSICOLOGIA e la creazione di ORGANIZZAZIONI o meccanismi sociali appropriati. Carr: psicologia importante per la cooperazione. (GUERRIERI DEMOCRATICI) Realismo politico Tradizioni di ricerca che dispongono di credenziali credibili. Dottrina liberale Realismo politico: cuore teorico della disciplina della politica internazionale. Eterogeneit interna (realismo politico) si riflette nella pluralit ed eterogeneit dei suoi padri fondatori. Assunti condivisi dai realisti: 2. Ci che caratterizza le R.I. 3. Si aggiunge un terzo 1. La politica internazionale lANARCHIA (assenza autorit assunto: stato attore dominata dagli stati la POLITICA centrale) minaccia o uso della unitario che agisce INTERNAZIONALE LINSIEME DELLE forza: componente ineliminabile razionalmente sulla scena RELAZIONI FRA GLI STATI. dei rapporti fra gli stati internazionale. (preoccupazione sopravvivenza). Due linee di frattura: Prospettiva Prospettiva Tesi antropologica VS Tesi strutturale VS sistemica riduzionista Ragione per cui la Unica cosa che conta: solo nella struttura Contano anche altri politica lotta per il carattere anarchico del sistema fattori: condizioni potere dipende da del sistema degli stati internazionale che va culturali, alcune caratteristiche irrisolvibile cercata la caratteristiche regimi degli esseri umani spiegazione della politici, etc.. dilemma della potere: mezzo sia per sicurezza potere: politica Nazionalismo se conseguire altri internazionale. mezzo di cui gli stati condiziona la vita obiettivi che un fine a si servono per tentare degli stati, la politica s.

di garantirsi la internazionale sopravvivenza. cambia. Panebianco combina tesi strutturale + riduzionismo: si pu evitare il riduzionismo se si limita a costruire modelli di competizione interstatale. PRIMATO DELLA POLITICA ESTERA, GEOPOLITICA E FORME DI GOVERNO Scuola realista a prima vista separa rigidamente politica internazionale e politica interna. Ciascuno stato deve fronteggiare con mezzi simili un ambiente composto da altri stati, potenzialmente ostile e minaccioso possibilit costante della guerra AUTONOMIA DELLA POLITICA ESTERA. PRIMATO DELLA POLITICA ESTERA la politica estera quel particolare tipo di policy che ha a che fare con la sopravvivenza dello stato: assume uno statuto di priorit rispetto alla politica interna. Dipende dalla collocazione del singolo stato dellarena internazionale e dal suo grado di esposizione alle minacce esterne (stati continentali stati insulari). Diversa collocazione responsabile del diverso sviluppo politico interno. REGIME POLITICO E POLITICA INTERNAZIONALE Realisti: non sono disposti ad ammettere influenze dal regime politico alla politica internazionale. Stato obbligato a giocare secondo le regola della power politics (realisti divisi su questo punto). Stato di guerra: condiziona la condotta estera. BUTTERFIELD: Se uninfluenza c, la si deve al carattere rivoluzionario o meno del regime politico in questione. MORGHENTAU: KISSINGER: gran parte dei conflitti Orientato a orientare lautonomia della politica estera e delle tensioni internazionali (continuit in politica estera: necessit deriva da VS del mondo contemporaneo fattori che nessun governo in grado di controllare). sono da ricondurre a differenze WALTZ: di regime politico interno. Rifiuta la tesi secondo cui il regime interno esercita uninfluenza preminente sulla condotta internazionale degli stati. TEORIE DELLA STABILIT EGEMONICA Possibilit di sviluppo di economie internazionali basate sul libero scambio dipendono da una particolare distribuzione di potenza: libero scambio presuppone lesistenza di una potenza militarmente e politicamente egemonica (con regime interno di tipo liberale). REALISMO, DEMOCRAZIA E GOVERNO DEI CUSTODI Realisti: costretti a prendere posizioni sulle diverse capacit dei regimi di condizionare la politica estera degli stati nascita e diffusione democrazia: crea difficolt alla teoria realista. Hobbes: la democrazia un regime che crea pi inconvenienti che vantaggi per la politica estera dello stato e per la sua sicurezza (spiega gli atteggiamenti politici di ostilit nei confronti della democrazia liberale) DIFFICOLT TEORICA del realismo verso la democrazia. MORGHENTAU KENNAN LIPPMANN atteggiamento identico. Critica quasi tutte le amministrazioni americane di cui testimone per lincapacit di condurre la politica estera con le esigenze dellinteresse Morghentau nazionale USA e senza essere condizionate dalle esigenze elettorali e dai meccanismi politico istituzionali interni. Statista autentico: colui che sa plasmare lopinione pubblica e non si fa condizionare. Critico allapproccio legalistico e moralistico alla politica estera tipica della Kennan democrazia USA. Riconosce che molti problemi e difficolt sono da imputare alla democrazia in quanto tale. Propone per la politica estera una sorta di governo dei custodi il pubblico Lippmann deve essere escluso dalla partecipazione a scelte rispetto alle quali largamente incompetente. M K L: consapevoli che i regimi politici esercitano costrizioni sulla politica estera, capiscono che il consenso necessario, condividono la tesi secondo cui la democrazia meno adatta dei regimi autoritari per una efficace politica estera (non vanno al di l di questo). CRITICA MORALISTICA Principale difficolt teorica realismo: ruolo democrazia liberale (influenza che tale governo esercita sulla condotta strategica degli stati).

Rimozione problema: dipende dal fatto che il realismo una dottrina che nasce prima della democrazia (molti concetti vengono forgiati nellet dellassolutismo). Posizione che sostiene linfluenza della forma di governo limita linfluenza ai casi in cui non in gioco la sopravvivenza degli stati. - situazioni conflittuali in cui ogni stato si comporta nello stesso modo. - situazioni consensuali in cui caratteristiche specifiche del regime interno avranno un ruolo. Realisti atipici: i principi della dottrina devono essere integrati mediante la considerazione di altri fattori (fra cui la forma di governo). WOLFERS: in ogni equilibrio di dissuasione devono essere fatte differenti stime sia della distribuzione di potenza sia della determinazione degli avversari di usare la forza e di assumersi rischi. Determinazione volont dipenderanno anche dal regime politico. ARON: usa come parametri sia la distribuzione di potenza che il carattere omogeneo/eterogeneo dei regimi politici. DEMOCRAZIA E POLITICA DI POTENZA: LA PROSPETTIVA LIBERALE Liberalismo (tradizione di ricerca collegata a, ed ispirata da, la dottrina politica corrispondente) principale alternativa al realismo. REALISMO: statocentrico. LIBERALISMO: parte invariabilmente dagli individui e dai gruppi; concepisce la politica come il prodotto di effetti di composizione di azioni individuale; lo stato solo una fra le diverse specie di organizzazioni che influenzano la politica internazionale. Liberalismo: Rivaluta la low politics, la politica commerciale, finanziaria attribuisce almeno altrettanta importanza al potere economico che a quello militare. Prende sul serio norme e istituzioni vincoli che pesano e condizionano lazione degli stati. Visione dinamica: gli attori sono in grado di apprendere dagli errori del passato e svariati meccanismi possono consentire di sfuggire ai cicli della pace e della guerra. Varianti: 1 Liberalismo del DOUX COMMERCE (seconda met 700) verr riproposta nell800 dagli economisti di orientamento liberale. Conflitto tra economia liberista e mercantilismo (800) variante del conflitto fra liberalismo e realismo. Tesi liberiste scambio economico: riproposte da ROSECRANCE possiamo distinguere due modalit di organizzazione delle R.I. (luna basata sui sistemi territoriali e sul potere politico militare, laltra sul commercio e sul potere economico). 2 Affida al DIRITTO, alla LEGGE, il compito di fungere da barriera e da ostacolo alle tendenze distruttive della power politics. AUTOGOVERNO popolare per sfuggire alle trappole dellanarchia internazionale. Condizioni pace perpetua: Lo stato di natura pu essere sostituito solo dallo stato di diritto e la forma in cui pu inverarsi lo stato di diritto quella repubblicana. Affermazione del diritto cosmopolitico. Nascita di una federazione di liberi stati. 3 Bentham&Paine a favore del RUOLO PACIFICATORE DELLOPINIONE PUBBLICA nelle R.I. e nelle questioni che riguardano la pace e la guerra. PROSPETTIVA NEOLIBERALE (liberalismo istituzionale*): del liberalismo classico ha accantonato il determinismo. * attento al ruolo delle norme, delle organizzazioni internazionali e dei regimi internazionali che condizionano il comportamento degli stati. Se vero che il conflitto fra stati una costante, esiste per spazio anche per la cooperazione. KEOHANE: stipula che la COOPERAZIONE mutuamente benefica fra gli stati una semplice possibilit, DEVE ESSERE COSTRUITA. Ci che consente la cooperazione fra stati lesistenza di istituzioni complessi di regole e norme che influenzano le pratiche politiche degli attori in esse coinvolti. Sono di tre tipi: 1. ORGANIZZAZIONI FORMALI (intergovernative o transnazionali non governative. 2. REGIMI INTERNAZIONALI.

3. CONVENZIONI. Molteplici funzioni: riducono i costi dellinformazione, consentono di ridurre rischi e incertezza legando fra loro diverse issues, creando un clima di fiducia. Pi gli stati sono spinti dai vincoli istituzionali a cooperare economicamente tanto pi tende ad essere scoraggiato il ricorso alla forza militare per la risoluzione dei conflitti. CRITICA REALISTA AL NEOLIBERISMO Liberalismo SOTTOVALUTA GLI OSTACOLI che alla cooperazione fra stati frappone la natura anarchica del sistema internazionale che OBBLIGA GLI STATI A STARE PERENNEMENTE IN GUARDIA. Cooperazioni: stati costretti a cercare vantaggi relativi e non assoluti cooperazione sempre fragile. Critica meno radicale: non distinguere a sufficienza fra i due ambiti della SICUREZZA MILITARE e dei RAPPORTI ECONOMICI (solo nei secondi casi possibile lo sviluppo di istituzioni la defezione di uno dei partner comporta dure perdite per gli altri). Sistema liberale non mai universale fattori tecnologia militare responsabili del declino delluso della forza militare. Critica realista: lo stesso sistema liberale a necessitare per la sua creazione e per il suo finanziamento di un quadro di sicurezza assicurato attraverso i tradizionali meccanismi di power politics e della bilance of power. Neoliberismo: non ha prestato sufficiente attenzione al ruolo della politica interna e alle caratteristiche dei regimi politici interni agli stati (il neoliberismo istituzionale soffre dello stesso difetto di cui soffre il realismo). KRATOCHWIL: parliamo di ordine se: Il ricorso alla violenza legittimo. Gli attori agiscono nella presunzione che le promesse verranno onorate. Esistono procedure condivise per assicurare la stabilit dei processi. Ci si ha solo se i partner hanno COSTITUZIONI CIVILI INTERNE da ispirare fiducia reciproca. Stallo teorico fra liberalismo e realismo pu essere superato se si assume che i sistemi anarchici possono essere differenti, e che il loro grado di istituzionalizzazione pu variare (possono darsi anarchie immature e mature). Anarchie immature Anarchie mature Sistema saturo di attori transnazionali, di Sistema privo di modalit istituzionalizzata di istituzioni multilaterali, di ogni tipo di regimi cooperazione, mercantilismo, temporaneit e internazionali e nel quale importanti flessibilit delle alleanze; politica di potenza sottosistemi di stati sono coinvolti in radicale. complesse relazioni di interdipendenza economica e culturale. LA DEMOCRATIZZAZIONE DEI REGIMI HA DETERMINATO IL PASSAGGIO DALLA ANARCHIA IMMATURA A QUELLA MATURA!
(POLITICA DI POTENZA NELLET DEL LEVIATANO) Wight: R.I. stato dei fatti che producono la teoria internazionale. Significati teoria: Non coglie pressoch nessun 1. accezione filosofica. aspetto della teoria 2. accezione scientifica. internazionale di Wight. La teoria internazionale la filosofia politica delle R.I. Teoria internazionale: tradizione di speculazione sulle relazioni tra gli stati, una tradizione immaginata come gemella della speculazione sullo stato alla quale appropriato il nome di TEORIA POLITICA . DUE ELEMENTI: POTENZA E ISTITUZIONI Politica internazionale: realt e coscienza che di tale realt gli uomini acquisiscono o possono acquisire. Wight: rilevante lo studio dellarticolazione teorica portata a sostegno delle diverse concezioni della societ e dellordine internazionali. Concezioni implicano un elemento ideologico (come insieme di idee e valori). CHE COS LA SOCIET INTERNAZIONALE? Diverse risposte permettono di definire schemi di pensiero (in cui si trovano sia elementi descrittivi che prescrittivi).

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Wight Kant. Vedi tabella tradizioni di pensiero. Wight: la storia considerata in rapporto al diritto il mutamento nella ripartizione del potere sulla terra, la lotta per la sua conquista. Equilibrio di potenza: alla base della nozione di giustizia e del tentativo di darne una qualche effettivit nei rapporti fra gli stati; permette il trasferimento alla politica internazionale di alcune delle categorie del costituzionalismo, essendo essa stessa una di queste. Wight: cerca di chiarire i principali significati assunti nella politica internazionale dal concetto di equilibrio di potenza: 1. Uguale distribuzione di potenza. 2. Principio secondo cui la potenza dovrebbe essere ugualmente distribuita. 3. Distribuzione di potenza esistente. 4. Principio secondo cui le grandi potenze si rafforzano in modo uguale a spese di quelle minori. 5. Principio secondo cui una parte (la nostra) dovrebbe avere un margine ulteriore di forza sufficiente a prevenire il pericolo di una distribuzione ineguale di potenza. 6. Un ruolo speciale nel mantenere un uguale distribuzione di potenza preponderante. 7. Un vantaggio speciale nellattuale distribuzione di potenza. Estrema mobilit e labilit delle interpretazioni equilibrio inteso non pi come bilanciamento, bens come ripartizione ineguale. (LUOMO, LO STATO E LA GUERRA) Pace: uno dei molti fini che sono perseguiti simultaneamente pu essere ricercata con molteplici mezzi. Dove si collocano le cause prime della guerra? 1. Allinterno delluomo 2. Allinterno della struttura dei singoli stati 3. Allinterno del sistema degli stati 1 IMMAGINE: Luogo delle cause prime della guerra: natura e comportamento delluomo (servono elevazione e illuminazione degli uomini, e il loro aggiustamento psico sociale). Corrente ottimista Corrente pessimista Grazie al progresso le guerre finiranno presto Le guerre continueranno S. Agostino: importanza dellautoconservazione nella gerarchia delle motivazioni umane. Spinoza: autoconservazione come fine di ogni atto. Luomo dovrebbe vivere secondo ragione, cio con coraggio e magnanimit (la ragione porterebbe tutte le persone a vivere armoniosamente siccome non cos, gli uomini sono imperfetti, guidati dalle passioni). TEMA COSTANTE: attribuzione dei mali politici ad una natura immutabile delluomo definita nei termini di una intrinseca potenzialit di male come di bene. Diverse condizioni: comportamenti diversi. Morgentau: lotta per il potere spiegata come concorrenza fra uomini che vogliono delle cose, soprattutto il potere potere come fine a s. Malvagit uomini: porta alla guerra; bont individui: pace.
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Individuazione di diversi aspetti di una razionalit pratica che riconosce e segue certe ragioni, diverse le une dalle altre (ma nessuna di per s giusta). Confine tra teoria (descrittiva) e dottrina (normativa) politica: labile. Esito principale teoria internazionale di Wight: ha messo in luce alcuni aspetti della trama comprensibile della societ internazionale. Logica della realt: raccordata con la logica del discordo sulla realt. Teoria Wight: costruita sullassunto fondamentale che le interpretazioni offerte dagli uomini sui fondamenti delle R.I. possano essere ricondotte a pochi idealtipi. Teoria: pu essere considerata e studiata come il prodotto di un imperituro dialogo fra distinte ma congiunte tradizioni e schemi di pensiero (Wight dialogo orizzontale fra le tre tradizioni, e confronto verticale di ciascuna con ciascun paradigma non si sente mai obbligato a decidere tra di esse). Wight, con la sua teoria compie un esperimento nella classificazione. concepisce tre schemi di pensiero ed elabora tre tradizioni1: Grozio, Macchiavelli e

Quarta tradizione: ghandiana o pacifista.

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Ma: la natura umana talmente complessa da poter giustificare ogni ipotesi che possiamo formulare. 2 IMMAGINE: Dato che ogni cosa in relazione con la natura umana, si devono considerare altri elementi. Organizzazione stati: chiave per comprendere la guerra e la pace nellottica della seconda immagine. Guerra: favorisce di solito la coesione tra gli stati coinvolti (uno stato pu cercare deliberatamente la guerra per procurare la pace interna). Spiegazione degli atti esterni di uno stato che portano alla guerra (pu assumere vari forme): Tipo di governo ritenuto cattivo in termini generali. Ad un grado minimo, il governo esiste per garantire la sicurezza delle persone e della propriet. Problema ordine interno: semplificato da presupposti ottimistici riguardo alluomo e alla societ. Problema sicurezza esterna: d presupposti ottimistici sulle caratteristiche degli stati e delle societ internazionali. La guerra nelle R.I. lanalogo dello stato nella politica interna. Scopo interventisti: rendere democratico il mondo intero. Cosa rimpiazzerebbe poi il sistema delle guerre? Vi dovrebbero essere unorganizzazione minima e impiego di forza militare solo per respingere un esercito invasore. Le contese sarebbero risolte in modo razionale e pacifico. 3 IMMAGINE: In presenza di molti stati sovrani, senza un superiore sistema di diritto sostenuto dalla forza, il conflitto destinato ad erompere. Finch permane il principio che ciascuna nazione deve contare su s stessa, lo scopo di conservare la propria posizione di potenza prevale su ogni altra considerazione. J. J. Rousseau STATO DELLA CACCIA AL CERVO (nellazione cooperativa non ci si pu fidare degli altri): la difficolt non sta solo negli attori, ma anche nelle situazioni a cui esse si trovano di fronte. Lunit dello stato raggiunta quando sussistono le condizioni necessarie per la realizzazione della volont generale. La forza centripeta del nazionalismo pu spiegare perch gli stati siano pensabili come unit lunit di una nazione si nutre anche degli antagonismi nelle R.I. La volont di uno stato, bench equa di per s, pu risultare ingiusta in relazione al mondo. nellanarchia non si d unarmonia automatica Vi sono solo due soluzioni allanarchia: 1. Imporre un controllo effettivo sui diversi stati imperfetti. 2. Sottrarre gli stati alla sfera delloccidentale, definire cio il buono stato come entit talmente perfetta che non pu pi avere volizione particolaristica. Il rimedio per la guerra fra gli stati si pu trovare solo in una forma di Governo Federale. (RELAZIONI INTERNAZIONALI) Equilibrio di potenza fu operante fra i governanti prima che essi ( i loro diplomatici) ne offrissero una formalizzazione. Wight: dimostra che lespressione equilibrio di potenza ha assunto nove significati. Migliore definizione dellequilibrio di potenza: situazione nella quale nessun attore, da solo o tramite alleanza, pu dominare tutti gli altri. Servono due condizioni: 1. che la distribuzione di potenza sia diffusa. 2. che prevalga una tendenza alla politica di balancing piuttosto che bandwagoning. Possibili effetti: Il sistema internazionale rimane plurale. Gli attori principali tendono a sopravvivere (faranno meno fatica a trovare alleati per difendersi). Ci saranno meno grandi guerre (o guerre in generale). Equilibrio di potenza fortemente influenzato dalla tradizione realista per tre motivi: 1. Visione ciclica della storia: nelle R.I. ci sono leggi eterne e immutabili. 2. Basi comuni: lo stato come attore principale della scena internazionale; la condizione Anarchica del sistema internazionale; lenfasi sulle questioni di sicurezza. 3. Lequilibrio si basa su fattori oggettivi e sullinteresse individuale degli stati. Ambito realismo: c chi ritiene che lequilibrio emerga volontariamente come frutto di esplicite scelte, e chi invece (neorealismo) suggerisce che tenda a verificarsi spontaneamente a causa di logiche sistemiche. Fra i primi (volontariamente): KAPLAN tra principi: 1. Gli stati dovrebbero aumentare le proprie capacit, pacificamente se possibile.

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2. Dovrebbero opporsi a chiunque cerchi di assumere una posizione di dominio. 3. In guerra dovrebbero fermarsi prima di eliminare lavversario e reintegrare gli sconfitti nel sistema. Posizione intermedia della scuola inglese (Wight e Bull): lanarchia non costituisce necessariamente unanomia. Lequilibrio di potenza sarebbe una norma generalizzata di condotta propria della societ internazionale. Versione attualmente pi influente quella sistemica (realismo strutturale di K. WALTZ): il sistema internazionale composto dalle unit e dalla struttura nella quale queste operano. Ogni struttura politica composta tre elementi: 1. Il principio ordinatore. 2. La differenziazione funzionale fra le unit. 3. La distribuzione delle capacit fra le unit. Nella societ internazionale l1 anarchico, quindi non c 2!!! Tutti gli stati devono pensare da soli alla propria sicurezza e lunica variabile rilevante rimane la distribuzione di potenza. TEORIA DEL DOMINIO: si basa sulla prevalenza del bandwagoning prevede che anche un piccolo spostamento nella distribuzione di potenza scateni ulteriori cambiamenti dello stesso segno che si riverberano sullintero sistema instabilit frequente. TEORIA DELLEQUILIBRIO: sottintende che gli stati si alleino in base a condizioni esterne (es: distribuzione di potenza) e non in base alle loro preferenze ideologiche o a loro caratteristiche intrinseche. REALISMO CLASSICO: ha sostenuto la sua preferenza per le configurazioni multipolari sottolineando il legame e tra meccanismo dellequilibrio di potenza e un elevato numero di attori. Se gli attori principale fossero due, le risorse mobilitabili sarebbero pi o meno pari a quelle dello stato espansionista, con un ridotto potere deterrente e di contenimento. Ogni aumento delle capacit di uno stato verr solo in parte percepito come una minaccia diretta da parte di ciascun altro stato. REALISMO STRUTTURALE: le superpotenze di un sistema bipolare sono pi grandi ed autosufficienti, e quindi meno vulnerabili e passibili di estinzione. Inoltre e i sistemi sono pi semplici, e quindi pi propensi alla stabilit. Non ci sono errori di interpretazione sulla provenienza della minaccia e la responsabilit per il suo contenimento. Un certo livello di tensione quindi desiderabile in quanto assicura che le superpotenze si bilancino vicendevolmente. Sistemi bipolari: privi dellinclinazione a legarsi a doppio filo ai propri alleati, rischiando persino di farsi coinvolgere in pericolose crisi locali (il bipolarismo accentua lostilit politica fra le parti). Dibattito sulla natura delle variabili che influenzano il comportamento di bilanciamento: nuova teoria di Walt: gli stati non creerebbero alleanze contro lo stato pi potente, ma contro quello pi minaccioso. Minaccia: variabile complessa, determinata dalla potenza aggregata, dalla tecnologia militare, dalla geografia, dalle intenzioni. Teoria EQUILIBRIO DELLA MINACCIA: mostra una maggiore accuratezza descrittiva. Rapporto fra equilibrio di potenza e preferenze originate dalla natura interna degli stati Distinzione tra potenze conservatrici e potenze revisioniste: 1. I meccanismi di bilanciamento scattano 2. Interessate al cambiamento dellordine. solo contro le potenze revisioniste. ARON: i sistemi omogenei e i sistemi eterogenei i secondi sono pi instabili e i conflitti pi sanguinosi. SNYDER: fenomeno della sovraespansione alcuni stati tendono a sviluppare politiche spiccatamente aggressive, tanto da generare controreazioni cos forti da portare alla loro sconfitta totale. STRUTTURALISMO: risponde con una visione offensiva del realismo, secondo la quale la natura anarchica del sistema costringe tutti gli stati a massimizzare sempre e comunque il proprio potere e prefigura pertanto un ambiente internazionale molto pi pericoloso. ASPETTATIVE EMPIRICHE Sistemico: un sistema in cui la potenza distribuita in modo equilibrato tende a essere stabile (?) Si connette la distribuzione equilibrata di potenza alla decisione di muovere guerra: lincertezza circa la vittoria riduce il ricorso alla guerra.

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Ipotesi massima dellequilibrio di potenza: guarda alla guerra di per s, quindi a ogni tipo di instabilit; quella minimalista sottolinea che la guerra stessa uno degli strumenti con cui gli stati hanno conservato lequilibrio nel sistema e che la guerra fra potenze medie o piccole produce effetti diversi da quella delle grandi potenze. Equilibrio di potenza: permette che il sistema rimanga pluralistico. Critica: la parit di potenza sarebbe la condizione che rende pi probabile la guerra, poich un attore pu sempre sperare di vincerla. Dimostrare che la parit di potenza a livello diadico non favorisce la deterrenza non equivale a dimostrare che la sua diffusione nel sistema internazionale incorra nello stesso limite. Altra ricerca: sostiene che quando la potenza diffusa, la probabilit della guerra sarebbe bassa, al crescere della concentrazione la guerra scoppierebbe pi frequentemente, ma, superata una certa soglia, la probabilit del conflitto tornerebbe bassa (MANSFIELD, 1992). Frequenza della guerra

Grado di concentrazione di potenza CRITICHE ALLIDEA DELLEQUILIBRIO DI POTENZA Cambiamenti nella politica interna e innovazione tecnologica avrebbero inibito alcuni dei meccanismi fondamentali. Massificazione della politica ha prodotto politiche estere pi ideologiche e ha impedito la flessibilit degli allineamenti. Innovazione tecnologica rende difficile calcolare limpatto delle risorse degli stati. A volte proprio la guerra necessaria per ripristinare lequilibrio, o per identificare sul campo i precisi rapporti di forza tra le potenze in modo da guidare la formazione degli allineamenti. IKENBERRY: tre tipi di ordine nella politica internazionale: 1. quello dellequilibrio (spontaneo) 2. quello costituzionale introduzione del concetto di sicurezza (negoziato) 3. quello egemonico (imposto) Con lascesa degli USA emersa lidea che la sicurezza degli stati fosse meglio garantita dalla presenza di un egemone. (in RELAZIONI INTERNAZIONALI) EGEMONIA: definisce la supremazia di uno stato che, sulla base di risorse di varia natura, ha una preminenza sulla altre unit statuali; Designa linfluenza che una grande potenza stabilisce sopra gli altri stati del sistema e pu variare dalla leadership al dominio. Teorie OLISTICHE VS Teorie RIDUZIONISTE unit analisi: SISTEMA INTERNAZIONALE. unit analisi: STATO. Teorie dellegemonia: accomunate dallidea che la stabilit dipenda da una concentrazione di potenza. Tradizione realista due approcci: TEORIA DELLEQUILIBRIO VS TEORIA DELLEGEMONIA Accettata la premessa della natura anarchica dellarena internazionale; si ritiene che lordine derivi dalla concentrazione di potere. Ciascuna grande guerra si conclude con la creazione del massimo di ordine internazionale possibile e la fase discendente si verifica prima dello scoppio della guerra costituente successiva. La solidit di ciascun sistema dipender dal tipo di guerra che la ha generata. Stabilit ordine: dipende anche dalla quantit e dalla natura delle risorse possedute dallegemone, dagli impegni a cui risponde, dalla configurazione del sistema in cui opera, dal tipo della sua egemonia e dallattitudine comportamentale degli altri attori. Fonti autorit molteplici:

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Due diverse varianti di egemonia: 1. leadership benevolente 2. leadership coercitiva Nella pace egemonica lassenza di guerre dipende dalla superiorit incontestabile di una delle unit, per cui degli stati insoddisfatti disperano di modificare lo status quo, e tuttavia lo stato egemonico non cerca di assorbire le unit ridotte allimpotenza. Problema della legittimazione: emerso un concetto di ordine internazionale molto pi solidaristico e normativamente pi ambizioso. La globalizzazione implica inoltre la creazione di regole e istituzioni profondamente intrusive. IKENBERRY: 1. La natura dellordine successivo alle guerre pi importanti cambiata perch sono cambiati i modi dellautoeliminazione nelluso del potere da parte degli stati, e la loro efficacia )gestione delle incognite e delle disuguaglianze nel campo della potenza attraverso logiche istituzionali). 2. La capacit degli stati guida, di utilizzare le istituzioni e di servirsene come meccanismo di controllo politico, dipende dalla rilevanza delle disuguaglianze e dal tipo di stati che partecipano al nuovo ordine (pi grande la disparit di potere, pi grande linteresse da parte dei deboli a partecipare ad accori istituzionali che riducano il pericolo del dominio o dellabbandono da parte dello stato guida). 3. La logica istituzionale contribuisce a spiegare la notevole stabilit post 1945 tra le democrazie istuzionalizzate. Su queste premesse poi Ikenberry individua tra tipi ideali di ordine internazionale: EQUILIBRIO DI POTENZA, EGEMONIA, COSTITUZIONALISMO. Se gli stati guida e quelli secondari sono disposti a realizzare un ordine basato su istituzioni vincolanti, lordine assumer caratteristiche costituzionali. Istituzioni: sono di importanza cruciale anche allinizio dellegemonia, quando lordine ancora da costruire. Concetto di cambiamento nel campo delle relazioni tra gli stati: articolato da GIPLIN su tre livelli: il mutamento dei sistemi, che riguarda la natura degli attori; il mutamento sistemico, cio un cambiamento nella forza di controllo o governo di un sistema internazionale; il mutamento di interazione, che risulta da regolari interazione o processi tra entit nel sistema internazionale. Solo la presenza di un egemone pu garantire stabilit, ma questultima resa difficile dalla diseguale distribuzione del progresso economico e tecnologico. QUANTO PI LA DISTRIBUZIONE DELLE CAPACIT SI DISTRIBUISCE EQUAMENTE, TANTO PI CRESCE LA POSSIBILIT DI GUERRA. Difficile equilibrio tra potenza relativa e aspirazioni dei singoli stati: cruciale anche secondo la teoria del ciclo di potere (se uno stato aumenta la sua potenza, questo cambiamento non riconosciuto); limpatto che un dato cambiamento di ruolo e potere del singolo stato ha sulla probabilit di generare un conflitto ne definisce lelasticit. Nessuna teoria considera la forza militare pura e semplice una fonte sufficiente di egemonia, ma quasi tutte insistono nella necessaria presenza di una supremazia militare, soprattutto del potere marittimo. Le guerre globali producono nuovi sfidanti, attraverso la frattura che si sperimenta nella coalizione vincitrice. le differenze nella distribuzione del potere sono radicare nella differenza in termini di dimensioni e tassi di crescita dei singoli stati che compongono il sistema internazionale. Crescita economica e progresso tecnologico sono quindi decisivi nella distribuzione internazionale di ricchezza e potere nella lotta per legemonia. La guerra egemonica si ha quando lequilibrio esistente non pu essere adeguato al rapido cambiamento della distribuzione di potere. OGNI EGEMONIA TEMPORANEA: i costi crescono pi rapidamente delle risorse necessarie al loro mantenimento; a ci occorre sommare le crescenti domande e aspettative dei cittadini ( crisi fiscale per legemone). (in ISTITUZIONI PER LA PACE) SICUREZZA COLLETTIVA: istituzione multilaterale creata dalla comunit degli stati per preservare la pace in tutto il sistema internazionale, che ha come principali caratteristiche luniversalismo e il multilateralismo. Estende il proprio dominio istituzionale a tutti gli stati del sistema secondo standard pubblici ed una regola istituzionale imparziale.

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Per affrontare il problema della guerra: lobiettivo un mondo pi pacifico per tutta la comunit. Il mezzo una risposta universale allaggressione Sicurezza collettiva: introduce due vincoli istituzionali 1. gli stati rinunciano esplicitamente alla guerra come strumento politico, salvo nei casi di autodifesa. 2. gli stati si impegnano ad appoggiare qualunque altro stato sia vittima di un attacco. INDIVISIBILIT DELLA PACE come causa che spinge ogni stata ad occuparsi della sicurezza degli altri e come effetto dellazione di un sistema di sicurezza collettiva. Per QUATTRO RAGIONI: 1. Stati: possono sentirsi parte di una comunit morale cosmopolita che colpita ogni volta che venga messa in atto unaggressione (UMANITARIO). 2. Stati: possono avvertire che la loro propria sicurezza sarebbe meglio servita in un mondo in cui laggressione fosse punita severamente perch essi stessi potrebbero un giorno diventare vittima (SUGLI INTERESSI). 3. Stati: possono preferire fermare laggressione prima che la guerra sfugga al controllo e, allargandosi, li coinvolga (SEMPRE SUGLI INTERESSI). 4. Guerra: comporta sempre, dal punto di vista economico, dei costi di opportunit, sia per coloro che sono direttamente coinvolti in essa che per gli altri. La comunit internazionale svolgerebbe cos una funzione di polizia. I singoli stati dovrebbero cedere il loro monopolio della forza ad una collettivit pubblica che la userebbe contro ogni elemento di turbamento. Inoltre la sicurezza collettiva promette di ridurre le tensioni, perch basata sul principio della cooperazione: disinnesca il dilemma della sicurezza. Infine la sicurezza collettiva fornisce il metro in base al quale definire la legittimit delluso della forza Guerra illegittima: nessuna nazione ha il diritto di infrangere unilateralmente la pace. Concetto dellindivisibilit della pace ha due dimensioni che corrispondono alle caratteristiche di tutte le istituzioni di sicurezza collettiva: 1. Lambito in cui si applica 2. Il tipo di regola che introduce Sicurezza collettiva: insegue il multilateralismo in quanto tutte le violazioni della pace che avvengono nella sua sfera di competenza in modo imparziale: Forte autonomia delle sue regole Basata pi su un principio generalizzato che su una somma di interessi individuali SICUREZZA COLLETTIVA LEGALISTICA VS SICUREZZA COLLETTIVA DIPLOMATICA Richiede totali universalit e imparzialit; Tollera un approccio pi selettivo. rigidamente basata sul principio dellindivisibilit della pace e non scende a compromessi. La garanzia internazionale si estende a tutti gli stati allo stesso modo, indipendentemente dalla loro posizione nella gerarchia internazionale. La sicurezza collettiva risponde cos ai principi della giustizia e delluguaglianza. IN QUANTO FORZA DIFENSIVA DETERRENTE, OGNI VIOLAZIONE DEVE PROVOCARE UNA RISPOSTA SIMMETRICA. Concezione legalista: fondata sullidea che la guerra possa essere abolita per decreto: fortemente volontaristica. Sicurezza collettiva di tipo diplomatico: implicherebbe invece unorganizzazione pi flessibile, maggiormente in sintonia con le differenze tra politica interna e politica internazionale. Comporta un sistema flessibile e non totalmente imparziale Concezione democratica: vede la sicurezza collettiva come un sistema privilegiato di mantenimento della pace tra le varie paci separate che si verificano nelle relazione tra stati dotati di una costituzione repubblicana.

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Agli stati sarebbe offerta sicurezza solo se essi fossero del tipo giusto, mentre si instaurerebbero pressioni di ogni tipo per convertirlo se fosse invece del tipo sbagliato. La versione diplomatica pi probabile della sicurezza collettiva quella che prescrive un sistema si portata universale operante per in base selettiva; deriva dallinsoddisfazione nei confronti del sistema di equilibrio di potenza ma basata su motivazioni funzionali, piuttosto che morali; ritiene che la cooperazione derivi dal desiderio di perseguire un interesse endogeno che non sarebbe perseguibile senza la cooperazione con gli altri. Anche se non attivata sempre automaticamente, una risposta unificata sarebbe una possibile reazione allaggressore: deterrenza cerca di far convergere motivazioni tradizionali con altre universalistiche. Modello diplomatico: pi pessimista riguardo alla possibilit di costringere gli stati ad aderire a un principio vincolante, ma pi ottimista sulla possibilit di migliorare gli strumenti tradizionali. Se il sistema rigido sia per dominio (universale) che per regola (multilaterale) come suggerisce la versione legalistico, esso sicuramente destinato a raccogliere ampio supporto, perch promette una soluzione radicale al problema della guerra, ma potrebbe rivelarsi irrealistico, o andare in frantumi piuttosto che adeguarsi. Se invece lobbligo legale interpretato in modo pi flessibile, gli stati potrebbero conciliare pi facilmente le loro politiche tradizionali con listituzione, ma la sicurezza collettiva potrebbe diventare irrilevante, in quanto non molto diversa dal sistema che cerca di migliorare. (in PACE E GUERRA TRA LE NAZIONI) SISTEMA INTERNAZIONALE: il complesso costituito da unit politiche che coltivano relazioni regolari e sono tutte suscettibili di venire coinvolte in una guerra generale. Termine sistema: utilizzabile nel senso che assume nellespressione sistema dei partiti un insieme costituito da attori collettivi in gara. Sistema internazionale: non comporta che un esiguo numero di attori (principali). Struttura sistema internazionale sempre oligopolistica. Configurazione del rapporto delle forze: la caratteristica principale di un sistema internazionale. PARTECIPAZIONE POLITICO MILITARE E COMUNICAZIONE: quale di questi due criteri pi importante per definire lappartenenza al sistema? Incertezza limiti: non dipende soltanto dalla dualit di partecipazione diplomatica o militare o della parentela di cultura, ma anche dallampliarsi talvolta rapido e imprevisto del campo diplomatico in funzione della tecnica e degli avvenimenti politici. (in Le RELAZIONI INTERNAZIONALI) SONO PACIFICHE LE DEMOCRAZIE? Small e Singer: si definisce guerra un conflitto armato fra unit politiche sovrane che registri un numero di caduti in combattimento non inferiore a 1000. Soglia: serve a stabilire il confine fra episodi isolati di conflitto violento e guerre vere e proprie. Definizione DEMOCRAZIA: DAHL: le caratteristiche garantite costituzionalmente e nella pratica sono: libert associativa e di espressione; diritto di voto attivo e passivo e di competere per il sostegno generale; fonti alternative di informazione; elezioni libere, presenza di istituzioni che garantiscano una certa dipendenza dalle cariche governative dal voto popolare. SMALL & SINGER : elezioni libere, diritto di voto esteso almeno al 10% della popolazione maschile adulta; un parlamento che controlla formalmente il governo nei regimi parlamentari oppure che possieda poteri corrispondenti in quelli presidenziali. DOYLE: suffragio esteso al 30%, piena sovranit governativa sugli affari militari ed esteri e una continuit di regime di almeno 3 anni. Lista democrazie: deve basarsi su criteri diversi a seconda del periodo storico considerato. Inoltre occorre una certa durata del regime democratico, a prova del suo consolidamento. La conclusione convergente delle ricerche quantitative che i regimi democratici partecipano a guerre con la stessa frequenza con cui vi partecipano altri tipi di regimi politici. SCHWELLE: scopre una maggiore riluttanza delle democrazie a utilizzare lo strumento della guerra preventiva, collegata alluso della guerra preventivo delle potenze declinanti contro potenze in ascesa (a usarla risultano essere solo le potenze dotate di un regime autoritario). Democrazie se la potenza sfidante un regime autoritario, cercheranno di dare vita a unalleanza difensiva per contenere la potenza in ascesa; se anche la potenza sfidante una democrazia, cercheranno un accomodamento pacifico.

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DIXON: dalla fine della 2^GM alla fine degli anni 80 nota che le democrazie ricorrono con assai maggiore frequenza degli stati autoritari agli arbitrati internazionali e al ruolo del terzo come giudice internazionale. SPIEGAZIONI norme e valori tipici dei regimi democratici. A prescindere dalla questione del loro > o < pacifismo comunque certo che esistono specificit nel rapporto fra guerre e democrazia: 1. Legame fra i cicli elettorali e la guerra: meno guerre alla fine del ciclo elettorale vicino alle successive elezioni, pi guerre allinizio. E se alla fine del ciclo c per caso un coinvolgimento, in guerre a bassa intensit. 2. No guerra preventiva. 3. Pi strade negoziali e forme di arbitrato. Quattro diverse interpretazioni: 1. Le democrazie non sono pacifiche per le stesse ragioni per cui non lo sono i regimi autoritari. 2. Le democrazie, sebbene pacifiche, sono vittime del bellicismo degli stati autoritari. 3. Le democrazie non sono pacifiche nei confronti degli stati autoritari per le stesse ragioni per cui lo sono nei loro rapporti reciproci. 4. Le democrazie non sono pacifiche per ragioni diverse da quelle degli stati autoritari.

1. Il comportamento degli stati dettato solo dallanarchia internazionale. 2. Il potenziale pacifismo rende le democrazie oggetto di aggressioni. 3. Adottano uno spirito di crociata verso regimi in cui non riconoscono la legittimit
morale.

4. Meccanismo imperialista dei regimi autoritari, portati allespansione.


REGOLARIT EMPIRICA: le democrazie non si fanno (quasi mai) la guerra fra loro. Casi dubbi: la guerra ispano americana del 1898 e la caso della Germania imperiale durante la 1^GM sia la Spagna che la Germania non erano democrazie pienamente affermate. CINQUE SPIEGAZIONI DELLA PACE SEPARATA: 1. Teoria Neokantiana: le democrazie hanno realizzato le condizioni indicate da Kant in Per la pace perpetua )ma la pace fra democrazie uneccezione: il sistema internazionale rimane anarchico). 2. Per gli Utilitaristi la principale differenza tra democrazie e regimi autoritari consiste nella minore distorsione dei processi economici che si realizzano nelle prima rispetto ai secondi (ci facilita la crescita economica, il libero scambio e linstaurarsi di fitte relazioni che permettono la pace separata). 3. Neomarxismo: non una pace fra regimi democratici, ma fra paesi capitalisti. 4. Realismo sistemico strutturale: prima della 2^GM le democrazie erano poche e per lo pi senza confini comuni; dopo il 1945 la pace separata spiegata col bipolarismo (contano solo anarchia ed equilibrio di potenza). Alla pace separata e al connesso clima di fiducia che tradizionalmente caratterizza i rapporta fra le democrazie occidentali non ha fin qui corrisposto un analogo, idilliaco, clima fra le democrazie occidentali e le democrazie del terzo mondo. 5. Teoria locale della pace separata, centrata sulle specificit della comunit liberale occidentale (comunit pluralista di sicurezza). Ideologia liberale: proibisce le guerre contro altre democrazie liberali ma a volte chiama alla guerra contro gli stati illiberali. Le istituzioni democratiche permettono a questi orientamenti di influenzare le RI. Spiegazione storica basata su fattori contingenti. Una volta che lenfasi posta sul liberalismo pi che sulla democrazia la portata del fenomeno viene ridimensionata (fenomeno occidentale). (in LA GUERRA INEGUALE) XX secolo: guerra scomparsa, non perch sia scomparsa la violenza nella politica internazionale, ma perch si dissolta la FORMA POLITICA E GIURIDICA che consentiva di designarla come guerra. INVECE DI PRODURRE LA PACE, LA FINE DELLA GUERRA HA PRODOTTO UNA SITUAZIONE NELLA QUALE PACE E GUERRA RISULTANO INDISTINGUIBILI E NON SONO PI DISTINTI DA TUTTI NELLO STESSO MODO. Alternativa della guerra fra stati: una violenza pi diffusa.

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Per la stessa ragione per cui la fine della Guerra Fredda non ha prodotto niente di simile a un nuovo ordine internazionale, essa non ha permesso neppure la reviviscenza dellinsieme di principi, norme e regole della convivenza internazionale che il 900 aveva irrimediabilmente intaccato. Simmetria: 1 vittima dellevoluzione attuale della guerra la superiorit di cui godono gli USA non ha precedenti. Consapevolezza della superiorit (e quindi dellassenza di competitori credibili): tende a indebolire il principio di cautela che aveva trattenuto la tentazione di ricorrere con regolarit alla minaccia e alluso della forza. Ricorso sempre pi frequente a entrambe ha un rapporto indubbio con la certezza dellimpunit, cos come la nuova dottrina della guerra preventiva. Lavversario immobilizzato, reso passivo: la guerra si trasformata in un gioco a costo zero. Fine GF: ha coinciso con lapertura di una nuova fare della deoccidentalizzazione del sistema internazionale. Ampliamento e diversificazione delle fonti di comunicazione consente agli attori non statali di diffondere conoscenze proprie e disporre di informazioni in passato inaccessibili. Capacit di diffusione e circolazione della violenza (organizzazioni di natura terroristica o criminale operano sempre pi facilmente attraverso i confini). Aumento vertiginoso della capacit di distruzione dei soggetti non statali per effetto di una sfortunata combinazione tra abbassamento della soglia daccesso alla violenza e aumento della vulnerabilit dei suoi destinatari. Crisi nel monopolio legittimo della violenza Proliferazioni di stati deboli o al collasso

La globalizzazione economica e tecnologica ha drasticamente accorciato le distanze fra tecnologie militari e civili nuovi concetti di arma.

A cancellare definitivamente le condizioni per una limitazione efficace della violenza la mancanza di qualunque traccia di eguaglianza tra i contendenti. Le guerre dellunipolarismo sono caratterizzate da una disuguaglianza di mezzi e chances di vittoria che non deriva dalla relazione diadica tra singoli avversari, ma dalla struttura stessa del sistema internazionale. LA GUERRA INEGUALE E LESPRESSIONE DELLUNIPOLARISMO NELLA DIMENSIONE DELLA VIOLENZA.

La guerra diseguale nellesperienza stessa della guerra perch per la parte debole essa rimane quello che sempre stata: paura, vulnerabilit, morte. Guerra ineguale: I contendenti non hanno n le stesse possibilit di vittoria n la stessa concezione di cosa sia e debba essere una vera guerran quindi la disponibilit a riconoscersi reciprocamente il diritto di combatterla. Non dispone di una nazione condivisa di che cosa sia o debba essere una guerra normale o buona guerra perch le due parti possiedono strumenti e abilit del tutto diverse e inconciliabili. Ci che il pi forte cerca di ottenere con la trasparenza, il pi debole lo persegue con la profondit: sottraendosi al luogo deputato al combattimento con guerriglia e terrorismo. La comune dialettica tra offesa e difesa lascia sempre pi il posto a una sorta di guerra offensiva bilaterale, perfettamente opposta alla morfologia precedente della guerra bipolare. Ma la rincorsa tra forti e deboli travolge molto di pi che limpalcatura di principi, norme e regole. A finire travolta la nozione stessa di guerra come condizione reciproca. La parte pi forte, che ha il vantaggio del potere, ma proprio perch non mette in gioco la propria sopravvivenza, ha lo svantaggio di avere un interesse minore alla vittoria, ha un forte incentivo a combattere guerre leggere, chirurgiche: CONFINAMENTO DELLA VIOLENZA. Linventivo opposto muove, naturalmente, gli attori pi deboli interessi pi rilevanti = disponibilit a subire costi pi alti. Il terrorista non agisce dietro le linee, le ignora: CONTAMINAZIONE.

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Lobiettivo immediato dellatto terroristico questa brutale redistribuzione della vulnerabilit. I terroristi inoltre non si sforzano pi di conquistare le menti e i cuoi della popolazione nemica. Quella tra sconfinamento e contaminazione una guerra senza possibilit di comunicazione. Lo scontro fra stati e terroristi SENZA REGOLE non perch i terroristi non le rispettano, ma perch tra stati e terroristi non ci possono essere regole condivise anche il diritto assume un ruolo di separazione e discriminazione.

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