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L’empowerement, nell’ambito della gestione delle risorse umane, negli ultimi anni è diventato
sempre più strategico l’analizzare una serie di variabili che non siano quelle strettamente
legate al trattamento economico e finanziario dei dipendenti all’interno dell’azienda.
In ambito pubblico, a partire dal decreto brunetta, nelle grandi organizzazioni: si inserisce
per la prima volta nei contesti pubblici il concetto di performance, di misurazione delle
risorse umane, l’aspetto dell’empowerement poichè molto legato al concetto della
valorizzazione, comincia ad assumere un significato valoriale interessante.
La gestione delle risorse umane e tutto ciò che è collegato alla valutazione e valorizzazione
delle risorse umane rappresentano un elemento ancora in essere nel più fiorente dibattito
scientifico nazionale ed internazionale.
Il corso della vita di una risorsa umana ha momenti di valutazione, valorizzazione diversi dal
punto di vista del periodo storico ma soprattutto diversi in termini di contenuti; da qui si
colgono delle differenze:
- Nei contesti pubblici: negli ultimi anni, in particolare dopo a legge brunetta, si è
cercato di trovare degli appoggi legislativi che facessero chiarezza sul sistema di
valutazione.
- Nei contesti privati: sistema che rappresenta la linfa di reclutamento di nuove risorse
umane come il monitoraggio, l’inserimento fino alle ultime tecniche chiamate di
people management. Queste rappresentano dei presupposti e dei metodi di
approccio degli schemi all’interno dei quali la dimensione delle risorse umane si
occupa, nella ricerca e nel collocameno, delle varie posizioni aziendali oltre che dei
vari percorsi di carriera.
Il concetto di empowerment
“Favorire una maggiore indipendenza, sviluppo e coscienza delle capacità personali:
valorizzazione delle risorse umane”.
Questa valorizzazione nasce e si sviluppa nell’ambito della letteratura dell’organizzazione
aziendale a partire dagli anni ‘70, ma presto viene utilizzata anche in altri settori con
approcci differenti.
Il concetto di valorizzazione delle risorse umane, legato a quello della valutazione trova il
suo momento apicale.
Valutazione: consente di identificare gli aspetti, le competenze, le attitudini, le
capacità e gli aspetti comportamentali legati ad una particolare posizione lavorativa;
Valorizzazione: consente un percorso di misurazione tecnico, in cui rientrano
procedure di tipo quantitativo-matematico.
L’aspetto della diversità viene vissuto come un approccio strategico in cui la diversità viene
valutata come un fattore di crescita e di competitività.
La diversità rientra nella misurazione delle competenze ed il valore che ciascun individuo
possa avere in un contesto organizzativo rispetto ad un altro.
La diversità intesa come elemento di competitività: alcune risorse umane devono essere
necessariamente valorizzate per il raggiungimento di determinate performance.
Risorse umane
Queste iniziano ad essere analizzate sin dalla loro fase di ingresso per una serie di
caratteristiche: competenze di base che vengono analizzate e misurate in fase di ingresso
nel mondo del lavoro.
Negli studi manageriali si parla delle donne perché quest’ultime assumono un’allocazione
nel mondo aziendale, legato ad attività di natura domestica. Questo aspetto sin dai primi
anni in cui la comunicazione diventa con la televisione un mezzo di comunicazione per
mezzo della pubblicità e dunque uno strumento di comunicazione nell’area del marketing,
dei contesti aziendali.
La finalità della scelta del genere donna si lega a finalità non di natura sociale, seppur
rappresentando uno specchio del contesto sociale, bensì una finalità che risiede
nell’enfatizzazione di un prodotto, affiancato ad una figura femminile, allo scopo di vendere
quel prodotto stesso.
La figura femminile nelle pubblicità è legata ad un aspetto valoriale poiche indicava chi
sceglieva quei prodotti, dunque la pubblicità implicitamente dava un messaggio chiaro alla
comunità: la donna avrebbe acquistato quel prodotto.