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LA DISCIPLINA DELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

L’economia aziendale si distingue in tre grandi momenti:


 Gestione;
La gestione estrae dall’insieme dei fenomeni d’impresa quelli più direttamente
attinenti alla produzione economica e riguardo a questi definisce delle modalità di
scelta secondo criteri di razionalità economica. Concretamente, il momento di
gestione si occupa di rispondere alla domanda del “cosa?” cioè cosa
l’organizzazione/l’impresa deve produrre. In questo momento si va a scegliere
l’offerta di prodotti e servizi collegati all’azienda stessa.
 Misurazione;
Il secondo momento dell’economia aziendale attiene alla misurazione. Essa
concerne l’ottenimento di supporti conoscitivi antecedenti alla decisione d’impresa
(quali, ad esempio, strumenti di budgeting) o conseguenti alla decisione d’impresa
(quali, ad esempio, il bilancio d’esercizio) che permettono di dare una
rappresentazione corretta della situazione economico finanziaria di un’impresa.
Concretamente, il momento della misurazione risponde alla domanda del
“quanto?”.
 Organizzazione.
Il terzo momento dell’economia aziendale è l’organizzazione aziendale. Essa astrae
dall’insieme dei fenomeni d’impresa quelli pertinenti direttamente al
comportamento delle persone e di questi ne studia le cause, i contenuti e le
conseguenze risultanti. L’organizzazione risponde, dunque, a due domande: “chi?”
cioè chi fa le attività all’interno dell’organizzazione ma anche “come?” cioè quali
sono i processi che servono per raggiungere gli obiettivi organizzativi.

Le componenti dell’organizzazione aziendale sono prevalentemente quattro:


 Progettazione organizzativa (o organisation design)
La progettazione organizzativa ha un sistema complesso di attività attraverso il quale
l’idea imprenditoriale viene tradotto in strutture, ruoli, processi e procedure,
meccanismi ma anche simboli e significati relativamente stabili e in grado di attirare le
risorse necessarie per il raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione e dei suoi
stakeholder, siano essi interni o esterni ai confini organizzativi.
 Gestione delle risorse umane (o human resource management)
Per gestione delle risorse umane si intende la gestione dei lavoratori all’interno
dell’organizzazione. È l’insieme delle politiche, di prassi, di sistemi che influenzano i
comportamenti, gli atteggiamenti e le prestazioni dei lavoratori. Si articola in molteplici
attività che devono essere coerenti con la strategia ideata dall’organizzazione. Tra le
sue attività (o pratiche) comprende:
 Pianificazione del personale, cioè la determinazione del fabbisogno di risorse umane
all’interno dell’azienda, cioè quante persone sono utili all’interno delle
organizzazioni, in quali posizioni queste sono necessarie;
 Reclutamento delle risorse umane, cioè ricerca di potenziali collaboratori
dell’organizzazione, detti talenti;
 Processo di selezione, cioè decisioni delle assunzioni;
 Erogazione della formazione ai lavoratori già inseriti all’interno dell’organizzazione e
dello sviluppo della loro carriera;
 Gestione e valutazione delle prestazioni dei lavoratori;
 Gestione delle ricompense, cioè la retribuzione.
Cosi come l’organizzazione, anche la gestione delle risorse umane deve far fronte ad
alcune sfide come un mercato del lavoro globale, l’utilizzo delle nuove tecnologie
(social media e digital transformation) e i cambiamenti nelle relazioni d’impiego così
come il ricorso a nuove forme contrattuali.
 Comportamento organizzativo (o organisational behaviour)
Il comportamento organizzativo è un campo di studi che indaga l’influenza e l’impatto
degli individui, dei gruppi e delle strutture sul comportamento all’interno
dell’organizzazioni allo scopo di applicare tale conoscenza per il miglioramento
dell’efficacia dell’organizzazione. Il comportamento organizzativo indaga quindi quello
che le persone fanno all’interno dell’organizzazione e come il loro comportamento
influenza la prestazione individuale, di gruppo o organizzativa. I temi del
comportamento organizzativo sono svariati e tra i principali troviamo la motivazione
dei lavoratori, il comportamento e il potere dei leader (quindi gli stili di leadership), la
comunicazione interpersonale tra individui e tra team, il conflitto e la negoziazione che
si possono creare tra individui e all’interno dei gruppi e le strutture e i processi di
gruppo. Il comportamento degli individui è quindi correlato all’attività lavorativa,
all’assenteismo, al turn over, all’azione individuale o di gruppo. Quindi l’organizzazione
aziendale, nella sua dimensione di comportamento organizzativo, va a indagare i
comportamenti di individui e gruppi e il loro effetto su alcune variabili di performance.
 Sistemi informativi (o information systems)
Un’ulteriore dimensione di analisi dell’organizzazione aziendale è rappresentata dai
sistemi informativi. Essi sono tutta quella serie di strumenti e tecniche volti a favorire la
gestione dei flussi informativi dell’interno dell’azienda. In questo modo i flussi
informativi sono volti a supportare i processi decisionali dell’impresa stessa. Il sistema
informativo è rappresentato da qualcosa di più ampio rispetto alla semplice ICT. Gli
strumenti ICT sono una delle componenti del sistema informatico, altre componenti
sono:
 le persone, che all’interno dell’azienda vengono coinvolte nel flusso informativo
dell’azienda stessa;
 i processi e le procedure, ovvero tutte quelle modalità di trasmissione delle
informazioni all’interno dell’azienda stessa;
 il patrimonio di dati aziendali.

I LIVELLI DI ANALISI NELLE ORGANIZZAZIONI


Dall’economia aziendale deriva il concetto di organismo personale, cioè l’insieme unitario
delle persone che, con il loro lavoro, partecipano allo svolgimento dell’attività aziendale.
Da questa definizione vediamo la rilevanza delle persone all’interno dell’organizzazione. La
configurazione dell’organismo personale si indentifica in due diversi aspetti: le
caratteristiche delle singole delle singole persone (che definiscono le variabili individuali) e
le caratteristiche dei gruppi e quindi degli aggregati di personale (che definiscono le
variabili sociali).
Abbiamo quindi un primo livello di analisi che è il livello micro, che ha come oggetto di
analisi l’individuo. Le variabili individuali sono quindi riconducibili a tre diverse categorie:
competenze professionali, cioè le conoscenze e le capacità tecnico specialistiche e
relazionali dell’individuo, i valori, cioè le convenzioni e le credenze degli individui, e i
bisogni degli individui.
C’è poi un livello meso, che ha ad oggetto i gruppi di persone. All’interno delle
organizzazioni si formano delle relazioni interpersonali di diversa intensità e contenuto
formando quindi dei gruppi. In questo caso si parla di variabili sociali. I gruppi perseguono
degli obiettivi di team e vengono influenzati dalla loro coesione interna, dalle dinamiche
interne, dalla loro composizione (cioè le caratteristiche degli individui all’interno del
gruppo), dalla cooperazione e dal conflitto che si crea all’interno dei gruppi stessi.
Il successivo livello di analisi è rappresentato dall’organizzazione stessa. L’organizzazione a
sua volta è un insieme di gruppi (o unità organizzative) che si combinano tra loro per
formare l’organizzazione in senso stretto. Le organizzazioni possono essere raggruppate, a
loro volta, in un’ulteriore livello di analisi rappresentato dal contesto interorganizzativo e
dalla comunità. Il contesto interorganizzativo è un gruppo di organizzazioni con le quali la
singola organizzazione interagisce. Le alte organizzazioni nella comunità costituiscono
anch’esse una parte importante dell’ambiente di riferimento di ciascuna organizzazione.

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