Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Una differente visione del fattore umano implica una diversa impostazione della funzione di
conduzione. In questo caso si può passare da una direzione tradizionale di tipo autocratico,
fondata sul principio dell’autorità, ad una direzione partecipativa, basata sul consenso: la prima
attuata prevalentemente mediante la gerarchia del comando, la seconda mediante la creazione
della motivazione.
Il funzionamento di qualsiasi organizzazione richiede, comunque, l’esistenza di una gerarchia
intorno a cui costruire, mediante la motivazione, dei rapporti di consenso e di collaborazione.
Questo processo motivazionale si realizza quando alcuni degli obiettivi aziendali divengono anche
obiettivi del lavoratore, che si sente in tal modo integrato nell’organizzazione.
6. Le strategie di marketing.
Il processo di segmentazione comporta anche la separazione dei vari segmenti di mercato e la
misurazione della loro consistenza. Quest’ultimo punto mira a valutare se l’ampiezza degli strati
individuati consente di predisporre un’apposita azione di marketing.
L’impresa può difatti adottare tre differenti atteggiamenti:
1. Rivolgersi al mercato come se fosse omogeneo, prescindendo cioè dalla sua
segmentabilità:
2. Indirizzarsi a più segmenti mediante la formulazione di diversi programmi di marketing;
3. Mirare ad uno solo o, al massimo, a pochi segmenti di mercato con un’offerta specializzata.
Nel primo caso l’impresa mirerebbe a rivolgersi ad un ampio numero di potenziali acquirenti sulla
base di un programma standard di marketing; nel secondo, invece, i programmi di marketing
sarebbero differenziati per i diversi segmenti; nel terzo caso, l’offerta sarebbe indirizzata in modo
specializzato ad un particolare segmento o strato di mercato. Sulla base di questa distinzione
s’individuerebbero strategie di marketing indifferenziato, differenziato e concentrato.
La segmentazione costituisce, la prima fase del processo di scelta del mercato obbiettivo, scelta
propedeutica per il successivo posizionamento dell’offerta da proporre alla clientela.
7.2.2. Ciclo di vita del prodotto e necessità del rinnovamento della gamma.
L’esigenza di una pluralità di modelli e tipi di prodotto deriva anche dal naturale invecchiamento
della gamma e dalla necessità, quindi, di procedere in modo sistematico e continuativo al suo
rinnovamento. Sotto tale profilo sono di particolare rilevanza i concetti di ciclo di vita del prodotto
e della matrice del portafoglio prodotti.
Ciascun prodotto ha un suo ciclo di vita; di conseguenza, per l’impresa assumono un’importanza
rilevante tutte le decisioni relative al ringiovanimento e alla radiazione dei prodotti obsoleti e al
correlativo inserimento progressivo dei prodotti nuovi nella gamma di vendita. Quindi bisogna
tenere conto che ogni prodotto ha un suo ciclo di vita che, si svolge sostanzialmente con quattro
fasi:
1. Introduzione, nella quale inizia solitamente a diffondersi con una crescita molto lenta delle
vendite;
2. Sviluppo, nella quale l’espansione delle vendite ha luogo ad un ritmo molto rapido, a
seguito dell’affermazione del prodotto nel mercato;
3. Maturità, nella quale le vendite continuano a svilupparsi, ma ad un tasso più contenuto;
4. Declino, fase nella quale il volume delle vendite comincia a ridursi più o meno rapidamente
per l’obsolescenza del prodotto, per l’immissione di un prodotto sostitutivo o per la
saturazione della domanda.
Il concetto base della classificazione e dunque quello del cash flow di prodotto: il prodotto
marginale presenta un flusso di cassa insoddisfacente se non addirittura negativo, a causa del
costo elevato da sostenere per mantenere una posizione competitiva debole: in un mercato che
non cresce in cui l'azienda detiene una quota modesta virgola vendere sarà difficile e costoso
virgola nel tempo questo prodotto finirà per assorbire più che produrre Reddito; il prodotto
rischioso General cash flow Peugeot e perché richiede elevati investimenti per fronteggiare un
mercato in rapido sviluppo, nel quale però la quota detenuta virgola e quindi i ricavi lucrati, sono
limitati: si tratta virgola di un prodotto che deve diventare di successo oppure va eliminato dalla
gamma; Il prodotto di successo dovrebbe, infatti, presentare un cash flow positivo, anche se sarà
necessario continuare ad investire risorse; infine, il prodotto da reddito e quello che darà i ritorni
più soddisfacenti perché l'azienda potrà sfruttare la sua posizione di forza in un mercato poco
interessante per la concorrenza.
La matrice, oltre ad individuare classi differenti di prodotto, si presta a definire tappe diverse nella
vita degli stessi prodotti, permettendo di individuare due tipi di progressione: la prima favorevole
virgola che prevede il passaggio da prodotto rischioso ha prodotto di successo e virgola infine a
prodotto da reddito; e la seconda sfavorevole virgola che ipotizza il movimento da prodotto di
successo ha prodotto rischioso ed ha prodotto marginale ed anche a quella da prodotto da reddito
a prodotto marginale.
Rispetto alla matrice del portafoglio prodotti, più completa appare quella messa a punto dalla
General Electric e dalla mckinsey , fondata sull’attrattività del mercato e sulla posizione
competitiva. Queste due variabili ampliano gli elementi della matrice e ipotizzano nuove possibili
situazioni per ciascuna impresa. L' attrattività di un settore e virgola infatti, funzione del tasso di
sviluppo della domanda, ma è anche da rapportare ai margini di profitto conseguibili, alla
dimensione totale del mercato e ad altri fattori che possono essere importanti a seconda dei casi.
Così, la posizione competitiva, oltre ad essere correlata alla quota di mercato, può rapportarsi alla
velocità della sua crescita, al grado di innovatività dei prodotti, ecc. Da ciò deriva che la
7.2.3. La politica della marca e le altre scelte che rientrano nella politica di prodotto.
Un prodotto non può essere visto soltanto come un mezzo per appagare un bisogno di fondo, ma
va considerato come generatore di un fascio di utilità, Un insieme di attributi tangibili e intangibili
virgola che risponde ad esigenze di vario ordine. In termini di marketing si può parlare di una
proposta di valore da indirizzare ai potenziali acquirenti. Questi si determineranno all'acquisto
quando giudicheranno adeguata ed equilibrata la proposta di valore ovvero l'offerta dell'impresa.
La via per dare concretezza e visibilità la proposta di valore è quella del ricorso alla marca.
Quest'ultima, infatti, rappresenta lo strumento promozionale per differenziare le produzioni
aziendali e per completare il messaggio rivolto dall’impresa alla clientela appunto in pratica, si
distinguono marche industriali (Barilla, Lavazza, etc.) oppure commerciali (Gucci, Hermès, etc.),
marca unica per l'intera famiglia di prodotti (family brand o firm brand) o marche per ciascun
prodotto venduto (product brand).
La marca ha assunto un ruolo di primo piano nel mix di marketing perché è o dovrebbe essere
garanzia di qualità del prodotto e virgola una volta costruita in modo forte, può essere sfruttata
per una strategia di brand extension ovvero di inserimento nella gamma originaria di prodotti ad
altri beni, a volte, complementari e, altre volte, molto lontani da quelli abitualmente trattati. In
una visione estesa della politica di prodotto rientra anche il ruolo della confezione, utile per
acquisire un vantaggio differenziale. In certi settori l'Industrial packaging è divenuto un fattore
competitivo non irrilevante, anche per le sinergie che si possono sfruttare con la funzione di
trasporto virgola in quei costi si riducono proporzionalmente all'utilizzo di confezioni che, per
strutture e praticità, ne agevolino il servizio velocizzandolo e rendendolo più efficiente.
La politica di un prodotto può dunque fondarsi su requisiti intrinsechi (funzionalità, estetica,
versatilità del prodotto) e su requisiti estrinseci (marca e confezione) per promuovere l'offerta di
mercato (proposta di valore).
In generale il, gli orientamenti della strategia di prezzo possono essere verso la penetrazione o la
scrematura del mercato. L'impresa, può prefiggersi di conquistare la quota più elevata di mercato
nel minor tempo possibile oppure di sfruttare al meglio la differente capacità di spesa del
consumatore, allo scopo di ottenere la massima redditività globale dell investimento compiuto.
Nel primo caso essa mira a raggiungere il numero più ampio di acquirenti mediante la fissazione di
un prezzo contenuto virgola che le consenta di acquisire immediatamente una larga fascia di
clientela e di recuperare virgola in termini di profitto globale, il minor margine unitario. Nel
secondo, si prefigge la conquista graduale di segmenti di mercato sempre meno ricchi o, per
meglio dire virgola di classi di consumatori in grado e disposti a spendere meno per acquistare il
particolare prodotto. questo obiettivo di scrematura si collega ad una politica di prezzi inizialmente
elevati e decrescenti nel tempo , il cui fine è la massimizzazione del profitto unitario come via per
massimizzare il profitto globale. I prezzi, saranno progressivamente ridotti per avvantaggiarsi al
meglio delle differenti capacità contributive dei consumatori in modo da allargare gradualmente il
mercato di sbocco del prodotto.
9. La politica di comunicazione.
La politica di comunicazione, pur essendo inquadrata come politica di marketing, assume un ruolo
più ampio nella gestione aziendale. L'obiettivo non è quello di rivolgersi soltanto ai clienti per
accrescere la quota di mercato, ma quello più in generale virgola di creare un rapporto positivo
con tutti gli stakeholder.
La promozione può essere definita come il complesso di azioni poste in essere per indurre,
preservare e modificare i modelli di comportamento degli operatori di mercato, allo scopo di
ritrarre un vantaggio competitivo.
Lo scopo ultimo è più specifico e di creare delle preferenze virgola di informare e di persuadere ad
acquistare i beni prodotti dall' impresa. Essa deve indurre all'acquisto.
In tale processo sono stati individuati tre momenti o fasi successive:
1. il momento cognitivo, nel quale si acquisisce la consapevolezza del bisogno da soddisfare e
si inizia a rivolgere l'attenzione prodotti idonei a tale scopo;
2. Il momento emotivo, quando l'attenzione si trasforma prima in interesse e poi nel
desiderio di predisporre del prodotto;
Queste attività si collocano in posizioni differenti in quello che può essere definito l' imbuto
promozionale punto si ricorre al concetto di imbuto per sottolineare l' immissione nell'attività
promozionale di risorse virgola che si differenziano per modalità di impiego e per effetti prodotti,
allo scopo di ottenere lo sviluppo delle vendite. Ciascuna via promozionale a, quale fine ultimo,
l'aumento del volume d'affari dell'impresa, ma può prefiggersi anche degli obiettivi diversi nel
breve termine.
Questa attività consiste nel far accogliere positivamente le realizzazioni aziendali. Attraverso
conferenze, convegni, istituzione di borse di studio, opere sociali, beneficenza, l'impresa riesce
infatti a farsi accettare dal pubblico, in modo da ottenere l'appoggio necessario per svolgere più
proficuamente la sua attività.
E intuibile virgola che il fine ultimo è quello di creare le condizioni più favorevoli per migliorare le
posizioni di mercato punto quindi, si posizionano all'inizio dell' imbuto, dato che hanno lo scopo di
raggiungere il più vasto pubblico possibile senza tuttavia mirare immediatamente a risultati di
vendita.
Per l'impresa industriale, la distribuzione dei prodotti comporta virgola in realtà, scelte relative:
1. Alla determinazione del livello di contatto con il mercato;
2. All' intensità della distribuzione;
3. Al tipo di operatori a cui affidare il collocamento del o dei prodotti aziendali.
In altri termini, le scelte distributive riguardano la tipologia degli sbocchi attraverso cui far defluire
i beni posti in vendita, il loro numero e il modo di collegamento.
per stabilire le vie di deflusso delle produzioni è necessario conoscere, anzitutto, la struttura della
distribuzione proponente nel mercato.
Il secondo momento, concerne la scelta del numero di sbocchi attraverso cui avviare prodotti sul
mercato. Questa opzione riguarda, in effetti, la decisione fra una vendita estensiva, con la massima
copertura dei punti finali di vendita, o selettiva attraverso un numero limitato e selezionato di
sbocchi. Il problema si pone soprattutto per i produttori di beni di uso non corrente, per i quali una
distribuzione meno capillare e di maggior qualificazione rappresentano un'alternativa valida. La
scelta viene orientata virgola in primo luogo, dalle abitudini di acquisto dei compratori e virgola in
secondo luogo, dai fattore di politica aziendale.
fra questi nel finale principalmente gli obiettivi e le caratteristiche da conferire a tutta l'azione
commerciale. Diverse possono essere, le decisioni adottate se il produttore vuole perseguire
obiettivi di massimizzazione delle vendite e dei profitti, se vorrà ottenere la massima esposizione
del prodotto oppure la maggiore Aggressività dell'azione di vendita. Per puntare ad una
massimizzazione del volume d'affari, cosa che esige ovviamente un' elevata esposizione dei
prodotti, si presenta più idonea una forma di distribuzione estensiva ap; Laddove fini di massimo
profitto e di più spinta è vigorosa attività di vendita si prestano ad essere in medio conseguiti
mediante le forme di distribuzione si riattiva, che nel caso limite può assumere il carattere di
distribuzione in esclusiva.
la determinazione qualitativa del tipo di sbocchi attraverso cui far defluire il prodotto al consumo
nella definizione del loro numero rappresentano le fondamenta sulle quali poggia la scelta avere
proprio del canale, cioè la decisione circa il modo di collegamento tra l'azienda e gli sbocchi
prescelta punto il problema si presenta, dunque virgola di carattere bidimensionale,
estrinsecandosi così nella determinazione della lunghezza del circuito nella fissazione dell'intensità
della distribuzione.
Il primo aspetto concerne il grado di controllo che si desidera conservare sulla domanda finale,
mentre il secondo si collega sostanzialmente al grado di copertura del mercato. L'intensità dello
sforzo distributivo e peraltro legata al genere di sbocchi prescelti virgola in quanto l'inclusione
nella rete di vendita di negozi soltanto specializzati o con ampi assortimenti merceologici virgola di
punti vendita tradizionali EO della grande distribuzione, si riflette , sul grado di copertura
ottenibile.
La copertura distributiva va correttamente misurata sulla base di due indici la quota numerica dei
punti vendita cioè tra il rapporto tra i punti vendita aziendali EI punti di vendita totali nella quota
ponderata cioè il rapporto tra il volume d'affari realizzato dai punti vendita toccati dall'azienda e
quello ottenuto da tutti i punti di vendita.
Questi tipi di produzione si ordinano virgola in effetti, secondo il grado crescente di ripetitività di
uniformità dei prodotti: si passa da prodotti unici eseguiti su commessa, prodotti distinti per lotti o
posti in essere in serie oppure, ancora, lavorati secondo processi continui.
Il primo caso è quello di produzioni che si differenziano virgola di volta in volta, per caratteristiche
sostanziali in rapporto ad indicazioni specifiche del committente punto la produzione su
commessa comporta un'elevata capacità di adattamento alle richieste della clientela, attrezzature
meno complesse e personale più versatile. Ogni commessa richiede l'apposita programmazione
dell'intero ciclo di lavoro ed il costante controllo del suo avanzamento punto una commessa può
essere singola o ripetitiva: nel primo caso l'output di processo e unico e spesso caratterizzato da
tempi lunghi di realizzazione o da dimensioni considerevoli. Secondo caso l' output generalmente
ha dimensioni inferiori e può eventualmente essere rappresentato da più unità, simili tra loro
virgola e comunque prodotte in numero limitato.
All'altro estremo si colloca la produzione continua virgola che è caratterizzata dalla
differenziazione dei prodotti posti in essere; E il modello tipico delle lavorazioni petrolchimiche,
del cemento e dell'acciaio virgola che si svolgono secondo processi continui pressoché totalmente
automatizzati.
In posizione intermedia si situa la produzione di massa che può assumere tuttavia degli
orientamenti diversi in funzione delle esigenze di mercato. L'organizzazione di una produzione di
massa standardizzata è comune nelle situazioni in cui è possibile sfruttare a fondo il principio delle
economie di scala. La produzione assume, il carattere della lavorazione di massa differenziata,
basata sull'elevata standardizzazione delle parti componenti e sulla creazione della