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Ogni individuo aspirerebbe dunque a salire la scalinata dei bisogni, soddisfacendo le necessità più elementari di
sopravvivenza e poi, via via, mirando a situazioni di tranquillità personali e familiari. Si suppone che appena raggiunto
un grado soddisfacente di appagamento di una classe di bisogni, l'individuo si porrebbe l'imperativo di soddisfare
quella successiva perché il tipo di incentivi motivazionali dovrebbe variare in rapporto alla posizione raggiunta nella
scala definita in precedenza. La scala di Maslow fornisce uno schema prezioso di riferimento per orientare le soluzioni
del problema motivazionale. Non sempre si può indurre a lavorare pagando di più o stabilendo dei premi di
produttività, perché la retribuzione rappresenta uno degli elementi del rapporto di lavoro e non in tutti i casi è
sufficiente a far migliorare il rendimento dei dipendenti e a rendere più agevole la gestione delle risorse umane.
Soprattutto per coloro che hanno già raggiunto un soddisfacente standard di vita, le motivazioni che hanno più presa
sono quelle morali, di gratificazione, di attestazione di stima. È necessario che chi dirige sappia come orientare il
rapporto con i subordinati e a quali leve fare ricorso per ottenere la motivazione a produrre.
Sulla teoria di Maslow bisogna però osservare che si possono individuare dei punti critici:
- La scalata verso i bisogni superiori non presuppone obbligatoriamente il soddisfacimento al 100% del bisogno
inferiore, atteso che l’appagamento dei vari bisogni può essere contestuale ma in diversa misura.
- La separazione tra le varie categorie di bisogni è un fatto teorico perché nella realtà tra di essi vi sono rapporti di
interdipendenza e ciò significa che le scelte diverse dell’individuo possono riflettersi contemporaneamente su più
tipi di bisogni.
- L'ordinamento dei bisogni lungo la scala può non essere sempre lo stesso per tutti gli individui e le eccezioni
possono essere frequenti; in effetti, tutti i bisogni sono presenti per qualsiasi individuo: quella che varia è la loro
importanza relativa in funzione del carattere, del livello di vita raggiunto e della posizione conquistata nella società.
- La scala di bisogni risente anche delle condizioni ambientali.
Rispetto a questa teoria più generale, è stato elaborato un altro approccio teorico relativo non all'individuo in senso
ampio, ma all'individuo che lavora nell’impresa. Herzberg ha difatti distinto in due grandi categorie i bisogni del
lavoratore: i bisogni soddisfattivi → quelli che, una volta appagati, producono gratificazione e stimolano all’azione
(es. interesse verso il lavoro svolto; possibilità di avanzamento e promozione etc.).
I bisogni insoddisfattivi → quelli che, se non soddisfatti, generano frustrazione e determinano l’inazione (es. Relazioni
interpersonali; condizioni di lavoro; retribuzione etc.).
Principio di una ricompensa mista, formata in parte da una retribuzione fissa è un'altra parte da un corrispettivo legato
all'esito della gestione, si pone come in via certamente difficile da percorrere ma, senza dubbio, di segnata validità per
ottenere la migliore integrazione tra obiettivi aziendali e individuali. Incentivazione può assumere differenti forme e
produrre diversi effetti in funzione dell'orientamento all'individuo o al gruppo e della proiezione nel breve o lungo
periodo. In base a questi due elementi si può costruire una matrice:
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Parliamo ora di sistema premiante praticato nell’impresa, ovvero la possibilità offerta in termini di sviluppo di carriera
a chi dimostra di avere più capacità professionale e maggiore volontà d’impegnarsi. La partecipazione e il
coinvolgimento possono essere agevolati dalla creazione di particolari organi collegiali, a cui sono demandati
l'accettazione e il controllo degli obiettivi da raggiungere. L'adozione con successo di uno stile di direzione
partecipativo è legato al riconoscimento della leadership del capo, a prescindere a volte dal grado rivestito
nell’organizzazione. La leadership consente di indurre modificazioni nel comportamento di altri individui, senza far
necessariamente il ricorso ai meccanismi dell'autorità formale, ma sfruttando l'autorevolezza per ottenere dagli altri
l'adesione a progetti e programmi organizzativi. I problemi della motivazione e della leadership si sono accentuati per
effetto del definitivo superamento della società industriale, basata sulla manifattura di tipo Tayloristico e dall'affermarsi
del lavoro inventivo rispetto a quello esecutivo.
La leadership si basa prevalentemente sui valori innati nella persona ovvero sulle sue doti carismatiche. Essere un
leader significa saper creare spirito di corpo, ottenere il consenso e la collaborazione volontaria delle persone, fare
chiaramente comprendere i valori di fondo da portare a base dell'azione collettiva. La leadership non può essere che
è una questione di stile, di educazione, di equilibrio, di disponibilità, di apertura. Per essere o diventare un buon leader
bisogna avere la capacità di trasmettere non solo problemi da risolvere, ma sentimenti, sfide, voglia di competere e di
affermarsi, tensione continua verso i risultati.
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