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ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI

SANITARI, SOCIO SANITARI E SOCIALI

Formazione professionale Operatore socio sanitario


(ai sensi della DGR 1124 06/08/2020)
L’ORGANIZZAZIONE

ORGANIZZAZIONE : associazione/gruppo di persone collegate in


una struttura organica per cooperare ad un
fine comune

Il concetto di organizzazione si è sviluppato in ambito filosofico


e sociologico per indicare

• la nascita e l’evoluzione dell’organizzazione sociale come


integrazione di individui e gruppi
• l’organizzazione come “macchina” strutturalmente ordinata
alla produzione di beni e servizi
L’ORGANIZZAZIONE

ORGANIZZAZIONE : associazione/gruppo di persone collegate in


una struttura organica per cooperare ad un
fine comune

• Struttura sociale
• Strumenti e tecnologie
• Obiettivi e finalità
• Ambiente
L’ORGANIZZAZIONE

I servizi sanitari e sociali sono attività, interventi, strutture


finalizzate a soddisfare i bisogni dei cittadini migliorando le
condizioni di benessere

VISION E MISSION

VISION : descrive il fine ultimo dell’organizzazione, immagina


l’azienda nel futuro e ne delinea il ruolo

Nello sviluppo della vision gli aspetti implicati sono molteplici:


storia dell’organizzazione, aspirazioni, interessi, società. Una
visione che deve essere condivisa e convalidata dal team di
partner e lavoratori che la influenzano e la portano avanti.
L’ORGANIZZAZIONE

MISSION: filosofia dell’azienda e i valori ai quali si ispirano le


persone che ne fanno parte.

È la guida per realizzare l’idea, si focalizza sul presente e


descrive in modo chiaro cosa fare e quali strumenti utilizzare
per realizzare gli obiettivi.

Vision e Mission sono due aspetti sono complementari.


L’ORGANIZZAZIONE

All’interno del sistema è necessario definire:

 il mandato del servizio, in rapporto ai bisogni dell’utente,


conosciuto e condiviso da tutti gli operatori coinvolti
 gli obiettivi da raggiungere per realizzare il mandato,
conosciuti e condivisi da tutti gli operatori del servizio
 le modalità di raggiungimento degli obiettivi
 i ruoli e le responsabilità di ciascun operatore
 un sistema informativo codificato, conosciuto e condiviso,
utilizzato da tutti gli operatori
 il contesto operativo
TIPI DI ORGANIZZAZIONE

I modelli per la gestione di attività complesse, quale quella


sanitaria, si sono sviluppati parallelamente all’evoluzione
delle organizzazioni stesse.

1. Organizzazione come “macchina” (approccio


tayloristico/meccanicistico - Taylor 1856-1915)

 considera i lavoratori sensibili soltanto alle ricompense


economiche
 ritiene l’organizzazione un sistema di accurata divisione
del lavoro
TIPI DI ORGANIZZAZIONE

In quel periodo storico i criteri di efficiente organizzazione


del lavoro si sono affermati parallelamente agli sviluppi
dell'industria.

La macchina è dunque diventata il riferimento assunto


anche dalle teorie organizzative:

• sequenze di attività preordinate e programmate


• massimizzarne il rendimento per ottenere ottimi
risultati.
TIPI DI ORGANIZZAZIONE

2. Organizzazione come “organismo”

nasce in contrapposizione alla visione dell'organizzazione come


macchina ed è riconducibile anch'essa a un'immagine, ossia a
quella dell'organismo vivente.

discende dalla teoria delle relazioni umane di Mayo (1920-1930)

 Centralità del fattore umano, aspetti emotivi, non razionali e


non prevedibili del comportamento organizzativo
 Organizzazione informale
TIPI DI ORGANIZZAZIONE

Si è così affermata l'idea che si dovesse cercare di integrare i


bisogni degli individui con le esigenze organizzative derivanti
dagli obiettivi aziendali e dai fattori tecnologici.

Le ricerche sulla motivazione al lavoro hanno orientato alla


progettazione di assetti organizzativi che permettessero di
aumentare sia la produttività sia la soddisfazione sul lavoro,

L’azienda deve assicurare ai lavoratori un’atmosfera protettiva


e ricca di rapporti interpersonali, ottenendo in cambio
l’attaccamento, la lealtà, l’accettazione dei fini e delle strategie
aziendali.
TIPI DI ORGANIZZAZIONE
3. Organizzazione come SISTEMA
Teoria generale dei sistemi, Von Bertalanffy, 1968

 Centro decisionale stabilisce gli obiettivi verso cui tendere in


risposta a richieste dell’ambiente

 Obiettivi basati su informazioni che provengono dall’ambiente


per consentire gli scambi tra i fattori che entrano all’interno
dell’organizzazione (input, es. idee, norme, informazioni,
materie prime, …) e quelli che ne escono (ouput: servizi,
prestazioni, prodotti finiti, beni, …)
TIPI DI ORGANIZZAZIONE

3. Organizzazione come SISTEMA


Teoria generale dei sistemi, Von Bertalanffy, 1968

SISTEMA: insieme costituito da diverse componenti che


interagisce con il contesto in cui è collocato ed è APERTO in
quanto l’interazione con l’ambiente è costante

 elementi entrano nel sistema (input), vengono trasformati (processi) (ed escono dal
sistema (output=prestazioni)
LE PARTI DELL’ORGANIZZAZIONE (SISTEMA)

VERTICE
STRATEGICO

LINEA
INTERMEDIA

NUCLEO OPERATIVO
LE PARTI DELL’ORGANIZZAZIONE (SISTEMA)

Le parti dell’organizzazione sono cinque:

1. Nucleo operativo

2. Vertice strategico

3. Linea intermedia

4. Tecnostruttura

5. Staff di supporto
1. NUCLEO OPERATIVO

Formato dalle persone che svolgono l’attività fondamentale di


ottenimento dei prodotti e fornitura di servizi (es. nell’azienda
sanitaria, medici, infermieri, medici, operatori socio sanitari).

NUCLEO OPERATIVO
2. VERTICE STRATEGICO

Formato dalle persone che hanno la responsabilità globale


dell’organizzazione ad esempio nell’azienda sanitaria è il Direttore
Generale, Direttore amministrativo, Direttore sanitario.

VERTICE
STRATEGICO
3. LINEA INTERMEDIA
Compito di collegare il nucleo operativo al vertice strategico
attraverso la catena di manager che detengono l’autorità formale.
Nell’azienda sanitaria sono: responsabile dipartimento,
coordinatori, Direttore UO.

LINEA
INTERMEDIA
4. TECNOSTRUTTURA
La tecnostruttura progetta, modifica, pianifica, addestra il personale
senza intervenire direttamente nel processo produttivo e in quello
decisionale. È formata dalle persone che elaborano piani di attività,
budget, programmi, procedure, ad es: qualità, formazione, risorse
umane, risorse informatiche etc..
5. STAFF DI SUPPORTO
Lo staff di supporto è formato da tutte quelle persone che forniscono al
vertice strategico, alla linea intermedia ed al nucleo operativo un supporto
esterno al flusso di lavoro. Es. nell’azienda sanitaria: Urp, sistema
informativo, ufficio legale, ecc…
L’ORGANIGRAMMA
Tutto ciò permette di disegnare l’organigramma di un sistema, strumento che
permette di distinguere la linea gerarchica, i ruoli e le funzioni delle parti
dell’organizzazione
LE AZIENDE DI SERVIZI ALLA PERSONA

Servizio = rapporto tra fornitore e cliente in cui il primo


fornisce una prestazione al secondo, avvalendosi spesso di
una struttura fisica appositamente realizzata e/o di
un’organizzazione più o meno complessa adibita a tale scopo.
CARATTERISTICHE DELLE AZIENDE DI SERVIZI ALLA PERSONA

- Intangibilità (comunque limitata percettibilità fisica dei prodotti)

- Orientamento alla risoluzione dei problemi (= focus sulla


persona)

- Carattere interattivo del processo di produzione-erogato:


l’utente viene coinvolto in prima persona (evento sociale, che è
influenzato dalla relazione tra l’operatore/personale di contatto
e il cliente)

- Centralità della risorsa umana (fattore produttivo)


CARATTERISTICHE DELLE AZIENDE DI SERVIZI ALLA PERSONA

- Difficoltà ad erogare servizi standardizzati (vedi processo di


interazione tra operatore e cliente)

- Difficoltà di misurazione del prodotto che fornisce (soggettività


nella valutazione)

- Alta valenza etica del servizio erogato (appropriatezza delle cure


con risorse limitate/pubbliche)
AZIENDA DI SERVIZI ALLA PERSONA – ORGANIZZAZIONE PER
PROCESSI

- un’organizzazione definita per processi;

- l’organizzazione e la gestione delle aziende di servizi alla


persona devono basarsi su una struttura che coordini le
varie unità nelle quali viene diviso il lavoro, affinché
possano cooperare per l’ottenimento di quel valore
essenziale rappresentato dalla soddisfazione degli utenti.
ORGANIZZAZIONE PER PROCESSI

Per processo si intende una sequenza di attività fra loro


correlate secondo la logica del cliente interno e finalizzate a
uno specifico risultato finale. Tale modello organizzativo
fonda le sue basi sulla teoria dei sistemi, prevede:

- orientamento al cliente/utente

- ottica fornitore-cliente interno

- ricerca del miglioramento continuo

- coinvolgimento totale del personale e degli stakeholders


ORGANIZZAZIONE PER PROCESSI

I processi che un’azienda di servizi avvia per conseguire i


risultati attesi sono:

- processo primario: diagnostico-terapeutico-assistenziale

- processi di supporto: prestazioni sanitarie (indagini


radiologiche, di laboratorio), tecniche e amministrative;
gestionali (gestione economico-finanziaria, del personale)
ORGANIZZAZIONE PER PROCESSI

Per mantenere e migliorare una struttura organizzativa


rispondente ai principi sopra illustrati si richiedono, tra
l’altro:

• programmazione, analisi e monitoraggio dei processi e


delle attività che li compongono

• definizione di parametri quali-quantitativi per misurare le


prestazioni

• istituzione di responsabili di processo e sistemi di


controllo direzionale

• creazione di una cultura aziendale condivisa


IL SISTEMA QUALITÀ NELL’ASSISTENZA

Input= risorse impiegate

Output= produzione di prestazioni

Outcome = prodotto finale


IL SISTEMA QUALITÀ NELL’ASSISTENZA

Perché ci sia una buona organizzazione, occorre che il sistema


organizzativo (cioè le persone e le attività che esse svolgono), operi
in base ai seguenti criteri:

- Efficacia
- Efficienza
- Performance/Rendimento
- Appropriatezza (= pertinenza)
EFFICACIA

L’efficacia è data dal rapporto tra outcome (o risultati finali in termini di


miglioramento dello stato di salute attribuibile alle prestazioni sanitarie
erogate) e output (le prestazioni rese).

Outcome: interventi riusciti


Output: prestazioni diagnostiche e amministrative differenti, eventuale
degenza

È la misura della corrispondenza tra risultati ottenuti e obiettivi prefissati.

Efficace è un’organizzazione che produce e ottiene gli effetti desiderati


EFFICIENZA

É il rapporto tra output (cioè prestazioni prodotte o rese) e input


(fattori produttivi, o più in genere risorse, impiegati per produrli)

L’efficienza è la misura del rapporto tra prodotti ottenuti e risorse


impegnate
PERFORMANCE/ RENDIMENTO

Rapporto tra outcome (risultati finali) e input (risorse impiegate per


ottenere tali risultati).

Capacità di funzionamento dell’organizzazione

Un sistema ha una performance elevata quando accompagna ad alti


livelli di efficienza anche una soddisfacente efficacia delle prestazioni.
SINTESI CRITERI QUALITA’

 Efficienza = output/input
 Efficacia = outcome/output

 Performance = outcome/input
 Rendimento = prodotto dell’efficienza x efficacia

Il buon funzionamento dei sistemi sanitari tradotto o in


termini di efficacia, efficienza e la loro tenuta, sempre più
spesso, si rapporta alla capacità di determinare e identificare
le cure necessarie minimizzando fenomeni di
inappropriatezza.
APPROPRIATEZZA (= PERTINENZA)

Definisce un intervento sanitario correlato al bisogno del paziente


(o della collettività)

 fornito nei modi e nei tempi adeguati


 sulla base di standard riconosciuti
 con un bilancio positivo tra benefici, rischi e costi
APPROPRIATEZZA (= PERTINENZA)

L’appropriatezza si può distinguere in:

• clinica: utilizzo di una prestazione efficace e indicata per il


bisogno specifico
• organizzativa: utilizzo del miglior contesto per erogare la
prestazione (più efficace, più sicuro, più gradito, meno
costoso).
• temporale: tempestività.
APPROPRIATEZZA (= PERTINENZA)

Un servizio o una prestazione sanitaria efficaci devono essere


richiesti ed erogati:

- solo per il paziente (o per i problemi) per cui sono indicati (i


benefici superano nel caso concreto i rischi),
- al momento giusto,
- al livello organizzativo ottimale (accessibile, efficace, sicuro,
meno costoso),
- con la modalità assistenziale più idonea
- con le caratteristiche di tempestività e di continuità,
necessarie a garantirne effettivamente l’utilità.
APPROPRIATEZZA (= PERTINENZA)

L’appropriatezza delle cure è la base per compiere le scelte


migliori sia per il singolo paziente sia per la collettività.

Il ruolo dei professionisti che operano sul campo è fondamentale


per raggiungere livelli sempre più elevati di appropriatezza clinica
ed organizzativa.
CRITERI QUALITA’

I criteri di efficacia, efficienza, rendimento e appropriatezza non


possono prescindere da un sistema imperniato sul concetto di
qualità dei servizi sanitari, intesa nelle tre dimensioni che la
costituiscono:

1. Organizzativa e gestionale: uso efficace e produttivo di risorse

2. Professionale: concerne il giudizio dei professionisti sulla misura


in cui il servizio soddisfa i bisogni dei cittadini-utenti

3. Valutata dal lato del cittadino-utente: attiene alla valutazione


dei cittadini sul servizio che viene loro fornito.
CRITERI QUALITA’

La qualità, quindi, non riguarda solo gli aspetti più tecnici


della salute-malattia ma si riferisce anche alla capacità
relazionale degli operatori di rispondere alle esigenze
degli utenti.
DIRITTI SOCIALI E BISOGNI

L’analisi delle modalità organizzative dei servizi sociali si


associa alla necessità di garantire alle persone il
soddisfacimento di una particolare categoria di diritti, cioè i

diritti sociali

diritti che permettono di accedere a risorse, servizi ed


interventi per migliorare le condizioni di vita
DIRITTI SOCIALI E BISOGNI

Questa definizione dei diritti sociali richiama a sua volta un


altro concetto importante per l’organizzazione dei servizi,
cioè il concetto di bisogno.

• La teoria dei bisogni di Maslow, secondo cui:

Bisogno = la percezione da parte della persona di una


mancanza o carenza, che lo spinge alla ricerca di una
soddisfazione nell’ambiente esterno.
DIRITTI SOCIALI E BISOGNI

La piramide dei bisogni di Maslow stabilisce che l’essere umano


è spinto a soddisfare i propri bisogni in una dinamica che parte
dai bisogni fisiologici, sino ai bisogni di autorealizzazione

La piramide dei bisogni può


riferirsi sia alla singola persona,
sia alla comunità in cui il singolo
è inserito.
ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI E BISOGNI

L’organizzazione dei servizi socio sanitari richiede un continuo


riferimento teorico a quali sono i diversi bisogni che i diversi
gruppi sociali esprimono.

Al soddisfacimento dei bisogni concorrono le istituzioni


pubbliche (stato, regioni, province, comuni ed enti territoriali
pubblici) e gli attori del sistema sociale: individui, famiglie,
associazioni etc.

L’interazione tra i diversi attori determina il modello di welfare


di un determinato contesto culturale.
ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI
Lo schema “diamante del welfare” rappresenta il tipo di relazioni che si possono
instaurare tra i diversi attori e come essi trasferiscono benessere ai beneficiari dei
servizi. La prevalenza di una sezione o la concentrazione su alcuni versanti determina
e struttura diversi modi di organizzare e costruire modelli di benessere individuale e
sociale

WELFARE BENESSERE
Diamante del dipende dalla nostra percezione
welfare dei bisogni
STATO

MERCATO BENESSERE FAMIGLIA

TERZO SETTORE
WELFARE

L’insieme delle politiche e gli strumenti normativi conseguenti


con i quali sono regolamentati i diritti, il livello delle
prestazioni e accesso dei cittadini determinano il sistema di
welfare presente in un determinato paese e in un
determinato contesto storico.

Politiche di welfare = l’insieme delle politiche rivolte al


benessere complessivo delle persone
MODELLI DI WELFARE

I modelli di welfare realizzati nei paesi occidentali possono


essere classificati in tre sistemi:

- welfare state
- welfare mix

- welfare societario

Non esiste un modello puro, ma caratteristiche miste soprattutto nei


paesi occidentali. Ad es. in Italia si discute se esiste un sistema di
welfare nazionale oppure se è più corretto parlare di sistema di welfare
regionali
WELFARE STATE

Welfare state = stato del benessere o stato assistenziale.

• Insieme di politiche pubbliche attraverso cui lo stato fornisce


ai cittadini protezione, assistenza e sicurezza sociale.

• Regolamentato dalle logiche di mercato.


WELFARE STATE

Il welfare state può essere declinato in 3 modelli (R. Titmuss):

- Residuale >>> lo stato interviene se altri soggetti che forniscono


beni e servizi non sono in grado di rispondere ai bisogni

- Meritocratico-funzionale >>> lo stato interviene per correggere e


migliorare l’azione fra mercato e individuo

- Istituzionale-redistributivo >>> lo stato realizza servizi di tipo


universalistico usando il gettito fiscale
WELFARE MIX

I servizi e le prestazioni del sistema di welfare vengono assicurate non


solo dallo stato ma da una pluralità di soggetti istituzionali.

Comporta:
• Applicazione marcata del principio di sussidiarietà con delega ai
livelli istituzionali più vicini al cittadino

• Separazione delle funzioni di finanziamento da quelle gestionali

• Stato = governance del sistema (funzioni di programmazione per


orientare, coordinare e guidare il sistema dei servizi verso gli
obiettivi e le finalità politiche)

Esempio di applicazione dei concetti del welfare mix: L. 328/2000


WELFARE SOCIETARIO

Il benessere comune dipende dall’impegno quotidiano, dalla


partecipazione, dal coinvolgimento di tutti i cittadini.

Il welfare societario coincide con le iniziative e gli interventi


messi in atto dal privato sociale.
I SISTEMI DI PROTEZIONE SOCIALE

Il sistema di protezione sociale è quell’insieme di politiche e di


interventi il cui fine è la tutela del cittadino da rischi che
possono manifestarsi nel corso della vita.

Tre tipologie di sistemi di protezione:

 Assistenza
 Assicurazione
 Sicurezza sociale
I SISTEMI DI PROTEZIONE SOCIALE

Assistenza
Insieme di prestazioni in denaro o in servizi messe in atto dallo
stato e rivolte a specifiche categorie di persone in condizione
di bisogno.

• È la prima forma di intervento formalizzata da parte degli


stati moderni per proteggere i soggetti più fragili.

• Con tale termine si indica anche l’accesso a determinate


prestazioni garantite dallo stato o dall’ente pubblico a
seguito dell’accertamento dello stato di bisogno.

• L’assistenza è una forma di protezione sociale a carattere


selettivo.
I SISTEMI DI PROTEZIONE SOCIALE

Assicurazione Sociale
Insieme di prestazioni erogate sulla base di un contratto
obbligatorio a carattere individuale, a fronte del quale
discendono precisi diritti e doveri secondo modalità e criteri
fissati a livello istituzionale dallo stato.

Attraverso le forme di assicurazione sociale si provvede a


fronteggiare diverse situazioni di rischio e di bisogno che
derivano da vecchiaia, morte, invalidità, malattia, infortunio,
disoccupazione.
I SISTEMI DI PROTEZIONE SOCIALE

Sicurezza sociale
Si riferisce all’erogazione di prestazioni da parte dello Stato
secondo livelli uniformi, corrispondenti ai livelli essenziali
garantiti a tutti i cittadini indipendentemente dal loro status,
dalle loro condizioni economiche, dalla loro capacità
contributiva.

Tali livelli sono ritenuti indispensabili per condurre una vita


adeguata e dignitosa.
BISOGNI E INTEGRAZIONE DEI SERVIZI

In una società moderna, come la nostra, e sempre più


complessa, dove i bisogni espressi dai cittadini sono diversificati,
articolati e richiedono una presa in carico multidimensionale
anche l’erogazione dei servizi deve andare in questa direzione.

La necessità dell’integrazione dei servizi socio sanitari (come


sancita dal Dlgs 229/99) nasce da questa complessificazione
dei bisogni.
L’INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA (DLGS 229/99)

Art 3. “si definiscono prestazioni socio sanitarie tutte le attività


atte a soddisfare, mediante percorsi assistenziali integrati,
bisogni di salute della persona che richiedono unitamente
prestazioni sanitarie e azioni di protezione sociale in grado di
garantire, anche nel lungo periodo, la continuità tra le azioni di
cura e quelle di riabilitazione […] le prestazioni socio sanitarie
comprendono: prestazioni sanitarie a rilevanza sociale,
prestazioni sociali a rilevanza sanitaria e prestazioni socio
sanitaria ad elevata integrazione sanitaria”
L’INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA
Il luogo principe della realizzazione dell’integrazione sociosanitaria è
il DISTRETTO in quanto centro unitario di servizi e prestazioni.

articolazione territoriale dell’ A.Ulss

Rappresenta il livello ottimale per il coordinamento dei


servizi dell'unità sanitaria locale e l'integrazione di questi
con i servizi sociali dei comuni per una prima risposta unitaria
ai bisogni della popolazione.

Alla guida c’è il Direttore di distretto che realizza le indicazioni


della direzione aziendale
L’INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA

Il Distretto garantisce:

• assistenza specialistica ambulatoriale

• attività o servizi per la prevenzione e cura delle tossicodipendenze

• attività o servizi consultoriali per la tutela della salute dell’infanzia,


della donna, della famiglia

• attività o servizi rivolti a disabili e anziani

• attività o servizi di assistenza domiciliare integrata

• attività o servizi per le patologie da HIV e per le patologie in fase


terminale
L’INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA

Il distretto è l’ambito territoriale in cui si integrano responsabilità e risorse


finalizzate a un miglioramento dell’efficacia degli interventi,

si conciliano i rapporti tra ospedale e territorio,

L’integrazione sociosanitaria si realizza attraverso metodologie


d’intervento in rete sinergiche, multidimensionali e pluriprofessionali che
mirano a realizzare progetti personalizzati a favore delle diverse tipologie
di utenza.

Le normative definiscono inoltre i profili professionali operanti nell’area


socio- sanitaria; la figura dell’operatore socio sanitario, nasce dall’esigenza
di formare un professionista che possa intervenire in ambiti sociali, socio
sanitari e sanitari
L’INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA

L’integrazione si realizza a più livelli:

Istituzionale: politiche di sistema collegate tra loro e interazione tra


pubblico e privato per raggiungere obiettivi di benessere.

Gestionale: messa in rete operativa dei servizi.

Professionale: adozione di linee guida e protocolli operativi finalizzati


ad orientare il lavoro professionale nella realizzazione degli interventi.

La presa in carico complessiva della persona deve avvenire attraverso


un coordinamento tra istituzioni, servizi e professionisti.

LAVORO DI GRUPPO
L’INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA - LAVORO DI GRUPPO

L’integrazione socio sanitaria presuppone che il problema portato dalla


persona venga affrontato da un’equipe multi professionale, dove le
diverse professionalità si integrano per dare risposta a 360 gradi alla
persona.

Il lavoro d’èquipe rappresenta una vera e propria risorsa del lavoro socio
sanitario all’interno di servizi diversi.

E’ il metodo più efficace di lavoro per favorire il raggiungimento degli


obiettivi professionali. Inoltre tutela l’operatore da eventuali rischi di
isolamento e di burn-out professionale
CARTA DEI SERVIZI

Strumento attraverso il quale vengono definiti:

• i criteri per l’accesso ai servizi


• le modalità del loro funzionamento
• le condizioni per usufruirne

La legge prevede che ogni ente che eroga servizi socio sanitari
adotti una carta dei servizi con l’obbligo di darne pubblicità.

Permette la conoscenza e la valutazione dei servizi offerti, sia


da parte degli utenti sia dei soggetti che hanno compito di
controllo
ORGANIZZAZIONE SOCIO SANITARIA REGIONE VENETO

Le disposizioni del riordino del SSN introdotte con il decreto


502/92 nella Regione Veneto trovano attuazione con
l’approvazione di due normative specifiche:

• L.R 55/94

• L.R 56/94
ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA SOCIO SANITARIO DELLA REGIONE DEL VENETO

Tappe principali

• Il processo di programmazione socio sanitaria è stato delineato in 3


livelli:

• Regionale >>> con l’approvazione del Piano socio sanitario


• Comunale >>> con l’approvazione del piano di zona
• Unità Locale Socio Sanitari (ULSS) >>> con l’approvazione del piano
attuativo locale

• Le ULSS della Regione del Veneto sono state riorganizzate e accorpate


per ambiti territoriali (da 36 a 21 ambiti territoriali, di cui 2 aziende
universitarie PD e VR)
ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA SOCIO SANITARIO DELLA REGIONE DEL VENETO

Tappe principali

• È stata istituita la Conferenza dei sindaci (disciplinate finalità e


funzioni)

• Il distretto socio sanitario viene definito dalla legge come:


centro di riferimento dei cittadini per tutti i servizi dell’ULSS, nonché,
polo unificante dei servizi sanitari, socio sanitari e sociali a livello
territoriale

• Con la L.R. 19/2016 il territorio del Veneto è stato suddiviso in 9


Aziende Sanitarie
ASSETTO ORGANIZZATIVO DELL’AZIENDA SOCIO SANITARIA LOCALE – A.ULSS

Ogni Azienda Ulss è articolata in:

• Distretti sanitari di base


• Dipartimenti di prevenzione
• Presidi ospedalieri

Al vertice di ogni A.Ulss c’è un Direttore Generale, a cui


competono tutti i poteri di gestione e di rappresentanza legale,
nonchè poteri di verifica della corretta ed economica gestione
delle risorse.

Il direttore generale è coadiuvato da un direttore amministrativo e


da un direttore sanitario.
ACCESSO AI SERVIZI

Tessera sanitaria cartacea

 È il documento che attesta l’iscrizione al Servizio sanitario


nazionale.

 Contiene i dati anagrafici dell’assistito, il codice fiscale e


l’indicazione del medico di medicina generale o del
pediatra

 Va richiesta all’Ufficio anagrafe sanitaria del proprio Distretto


di residenza.
ACCESSO AI SERVIZI

Ts-Cns – Tessera sanitaria


è la tessera plastificata bianca e blu che viene spedita a casa a
tutti i cittadini assistiti dal Servizio sanitario nazionale

Questa tessera sanitaria va usata per:


- certificare il proprio codice fiscale e i propri dati in tutti i
contesti in cui è richiesto
- come Tessera europea di assicurazione malattia per poter
essere assistiti, nel corso di un temporaneo soggiorno in tutti i
paesi dell’Unione europea, in Svizzera e nei paesi dello Spazio
economico europeo (See)

Nella Regione Veneto la Ts-Cns non sostituisce la tessera sanitaria cartacea


ASSISTENZA PRIMARIA

Medico di medicina generale Pediatra di libera scelta

- svolgono un’azione di promozione della sua salute

- rappresentano primo contatto e punto di riferimento del cittadino


per l’accesso ai servizi del Servizio sanitario nazionale

- liberamente scelti dal cittadino nell’ambito del Comune di residenza

- rapporto basato sulla reciproca fiducia


ASSISTENZA PRIMARIA

Medico di medicina generale Pediatra di libera scelta

- attività svolta nello studio professionale (o a domicilio dell’assistito in


casi particolari)

- attività in forma singola oppure nell’ambito di associazioni con altri


professionisti

- svolgono prestazioni gratuite e alcune a pagamento


ASSISTENZA PRIMARIA

Medico di medicina generale Pediatra di libera scelta

prestazioni gratuite
• visite ambulatoriali e domiciliari a scopo diagnostico e terapeutico con
prescrizione di visite, esami e farmaci
• proposte di ricovero
• proposte di cure domiciliari
• certificazioni di malattia per lavoratori dipendenti
• certificati di riammissione a scuola
• certificazione di idoneità allo svolgimento di attività sportiva non agonistica
solamente in ambito scolastico
• a discrezione, alcune prestazioni di particolare impegno professionale (suture di
ferite superficiali, rimozione di punti e medicazioni ecc.)
ASSISTENZA PRIMARIA

Medico di medicina generale Pediatra di libera scelta

prestazioni a pagamento
• certificazioni di invalidità civile
• certificazioni di idoneità allo svolgimento di attività sportive non agonistiche
• compilazione della scheda Svama (scheda di valutazione multidimensionale delle
persone adulte e anziane)

Sono a pagamento anche le prestazioni non comprese nei compiti e nelle attività
previste dall’accordo collettivo nazionale dei medici di medicina generale, ovvero le
prestazioni richieste e svolte in fasce orarie notturne prefestive e festive. Ivi comprese
le visite ambulatoriali e domiciliari occasionali fatte da un medico di famiglia che non
è il proprio.
SERVIZIO DI CONTINUITÀ ASSISTENZIALE
(GUARDIA MEDICA)

• Garantisce l’assistenza medica di base nelle ore notturne, nei giorni


prefestivi e festivi (fasce orarie non coperte dal medico di medicina
generale/pediatra di libera scelta).

• Le prestazioni per i cittadini fuori Regione sono a pagamento

• Il servizio è attivo tutti i giorni dalle ore 20 alle 8 del giorno successivo;
nei giorni prefestivi dalle ore 10 alle 8 del giorno successivo; nei giorni
festivi dalle ore 8 alle 20.

• Per accedere al Servizio contattare telefonicamente la sede di


riferimento
ASSISTENZA SPECIALISTICA - 1

Visite specialistiche ed esami


Le visite specialistiche, gli accertamenti diagnostici e gli esami di laboratorio
vengono eseguiti negli ambulatori dei Distretti sociosanitari, degli ospedali
dell’Ulss e nei centri privati accreditati, previa prenotazione attraverso il
Cup.

• Serve prescrizione del medico curante

• Eventuale disdetta nei tempi indicati dall’Azienda sanitaria al momento


della prenotazione

• Mancata disdetta comporta addebito dell’intero costo della prestazione


anche per chi è esente ticket
ASSISTENZA SPECIALISTICA - 2

Visite specialistiche ed esami

• Il referto del referto deve avvenire entro 30 giorni dalla prestazione.

• Il mancato ritiro del referto comporta l’addebito dell’intero costo della


prestazione, anche se l’utente è esente ticket.

• Il referto degli esami di laboratorio è scaricabile anche on line

• Per l’accesso alla prima visita (di controllo) per le specialità di


odontoiatria, ostetricia e ginecologia, pediatria, psichiatria e oculistica
(limitatamente alla misurazione della vista) non serve la ricetta del
medico curante
RICETTA MEDICA DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE - 1

• Dal 2015 la ricetta digitale (dematerializzata) sostituisce la ricetta rossa

• Il medico rilascia un promemoria bianco che contiene i dati identificativi


della ricetta digitale necessari per l’erogazione della prestazione

• Con il promemoria bianco il cittadino può prenotare e ricevere la


prestazione specialistica

• In futuro anche il promemoria scomparirà e l’utente potrà rivolgersi agli


sportelli avendo con sé la sola tessera sanitaria (digitalizzazione dei dati
sanitari e del percorso di cura)
RICETTA MEDICA DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE - 2

• Una volta prenotata una prestazione in una delle aziende ospedaliere o


sociosanitarie del Veneto, non si può utilizzare la ricetta digitale per una
seconda prenotazione in un’altra struttura

• Per procedere a un cambio di data o di sede è necessario chiedere


l’annullamento della prima prenotazione.

• Ogni ricetta del Servizio sanitario nazionale può contenere prestazioni di


una sola branca specialistica, fino ad un massimo di otto

• Le prestazioni di branche specialistiche diverse vanno prescritte su


ricette distinte.
TEMPI DI ATTESA - 1

I tempi di attesa per visite ed esami possono essere diversi a seconda della
situazione clinica del paziente.

La Regione Veneto ha stabilito quattro codici di priorità

Codice Significato Termini


U Urgente Prestazione garantita entro 24 ore
B Breve Prestazione garantita entro 10 giorni
D Differibile Prestazione garantita entro 30 giorni
P Programmabile Prestazione non urgente garantita entro i 90 giorni

Al momento della prescrizione Il medico curante indicare sulla ricetta la


priorità appropriata alla condizione clinica dell’assistito
TEMPI DI ATTESA - 2

• La normativa regionale (DGR nr. 600/2007, DGR nr. 859/2011, DGR nr.
320/2013, LR 30/2016) impone che l’Azienda sanitaria garantisca
l’erogazione delle prestazioni “traccianti” nei termini previsti dalle classi
di priorità inserite dal medico prescrittore nell’impegnativa.

• Se l’utente rifiuta la prima data disponibile, l’Azienda non è tenuta a


garantire la visita/prestazione nei tempi previsti.

• In genere si cerca di agevolare l’utente proponendo la prima data


disponibile nell’area distrettuale di appartenenza.
ASSISTENZA OSPEDALIERA

L’ospedale è la struttura con cui l’Azienda sanitaria assicura


l’assistenza al paziente ricoverato.

Comprende:
- prestazioni mediche
- assistenza infermieristica
- atti e procedure diagnostiche, terapeutiche e riabilitative
idonei al tipo di patologia in atto
ASSISTENZA OSPEDALIERA

L’ospedale è organizzato in :

Dipartimenti

Unità operative

Semplici Complesse
IL RICOVERO

Documentazione necessaria in caso di ricovero:

- tessera sanitaria

- codice fiscale

- documento di riconoscimento

- scheda sanitaria compilata dal medico di medicina generale/pediatra


con la motivazione del ricovero

- descrizione sintetica di eventuali malattie pregresse (comprese


eventuali allergie, eventuali terapie in atto, accertamenti precedenti già
eseguiti, eventuali farmaci abituali)
TIPOLOGIE DI RICOVERO

* RICOVERO D’URGENZA deciso dal medico Pronto Soccorso


in base alla valutazione della
situazione -- TRIAGE

Ricovero non
necessario e invio a
PRONTO TRIAGE E domicilio
UTENTE VISITA
SOCCORSO CODICE DI Degenza
EMERGENZA temporanea per
osservazione (Obi)

Ricovero con
invio al reparto
di degenza
TIPOLOGIE DI RICOVERO

•RICOVERO PROGRAMMATO: per diagnosi, cura, terapia e


riabilitazione di una patologia che non è urgente e dunque
può essere programmata

Prenotazione
ricovero non
UTENTE MEDICO DI VISITA urgente
BASE SPECIALISTICA
RICOVERO
Eventuali
accertamenti
pre-ricovero
TIPOLOGIE DI RICOVERO

•DAY HOSPITAL: Ricovero diurno per terapie senza


pernottamento.

• Si accede su indicazione del medico specialista ospedaliero

• L’assistenza a ciclo diurno (day-hospital) consiste in un ricovero o cicli di


ricovero programmati, ciascuno di durata inferiore ad una giornata

• Caratterizzato dall’erogazione di prestazioni multiprofessionali e


polispecialistiche

Eventuali
accertamenti
UTENTE MEDICO VISITA pre-ricovero INIZIO
CURANTE SPECIALISTICA TRATTAMENTO
Prenotazione
ricovero

Dott.ssa Griggio Sara


TIPOLOGIE DI RICOVERO

•DAY SURGERY : Ricovero diurno per interventi chirurgici


che non richiedono un’osservazione post-operatoria
superiore alle 12 ore.

Eventuali
accertamenti
UTENTE MEDICO VISITA pre-ricovero INIZIO
CURANTE SPECIALISTICA TRATTAMENTO
Prenotazione
ricovero
IL RICOVERO

Tipologie di ricovero

Equipe assistenziale

 Medico, infermiere, oss, assistente sociale..


DIMISSIONE DALL’OSPEDALE

Al momento della dimissione da un reparto di degenza è necessario


controllare di avere tutte le indicazioni e la documentazione
presentata all’ingresso.

Saranno consegnate:

- relazione clinica per il medico di famiglia

- informazioni su eventuali visite o approfondimenti da fare entro i


30 giorni dalla dimissione con la relativa prenotazione già
effettuata

Può essere richiesta copia della cartella clinica dopo le dimissioni


DIMISSIONE PROTETTA

Per i pazienti che ne hanno necessità sono attivate le


pratiche per la “dimissione protetta”

nel servizio delle inserimento in struttura


cure domiciliari intermedia a carattere
temporaneo

Distribuzione diretta farmaci: è possibile ritirare presso la farmacia ospedaliera,


previa richiesta del medico che firma la dimissione, la quantità di farmaci
necessaria per il primo ciclo terapeutico o per particolari patologie e attività di
consulenza specifica
COT – REGIONE VENETO

La Centrale Operativa Territoriale (COT), rappresenta l'elemento


cardine del Sistema delle Cure in quanto svolge una funzione di
coordinamento della presa in carico dell'utente.

Funzioni:

• raccolta, decodifica e classificazione del bisogno

• pianificazione e coordinamento degli interventi

• programmazione e pianificazione degli interventi

• tutela nella transizioni da un luogo di cura all'altro


COT – REGIONE VENETO

Interventi caratteristici della COT sono:

• Coordina la transizione (dimissione) dei pazienti ricoverati in


Ospedale verso il trattamento temporaneo o residenziale o
domiciliare protetto

• Coordina la presa in carico dei pazienti in assistenza domiciliare


protetta

• Coordina la transizione (ammissione/dimissione) e sorveglia sulla


presa in carico dei pazienti ricoverati presso le strutture di
ricovero intermedie

• Sorveglia sulla presa in carico dei pazienti in assistenza


residenziale definitiva o semiresidenziale
COT – REGIONE VENETO

• Strumento organizzativo che può essere attivato da tutti gli attori del
sistema:
 dal personale distrettuale e ospedaliero,
 dai medici/pediatri di famiglia e medici di continuità assistenziale,
 dal personale delle strutture di ricovero intermedie, nonché delle
strutture residenziali e semiresidenziali,
 dal personale del Comune (Servizi Sociali)
 dai familiari, limitatamente ai pazienti protetti e critici che ne
costituiscono il target di riferimento

• La responsabilità della COT è affidata ad un professionista afferente alle


Professioni Sanitarie, adeguatamente formato e in possesso
(preferibilmente) di laurea magistrale.
AUTORIZZAZIONE E ACCREDITAMENTO
L.R. Veneto n. 22 del 16 agosto 2002

L’autorizzazione è il provvedimento con cui viene consentito l’esercizio di


attività sanitarie a soggetti pubblici e privati.

garantisce la qualità dell'assistenza rilasciata dalle varie


strutture sanitarie, socio sanitarie e sociali operanti nel territorio.

Viene verificato che l’assistenza erogata sia:

• di elevato livello tecnico professionale


• nel rispetto delle condizioni di efficienza e efficacia
• equa
• appropriata
AUTORIZZAZIONE E ACCREDITAMENTO
L.R. Veneto n. 22 del 16 agosto 2002

La L.R. Veneto 22/2002 ha definito anche i criteri per ottenere


l’accreditamento istituzionale per concorrere al miglioramento della
qualità del sistema sanitario, socio-sanitario e sociale.

L’Accreditamento viene concesso ai soggetti già in possesso


dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività sanitaria,
subordinatamente alla sussistenza di altri requisiti:

• coerenza delle funzioni


• verifica positiva dell’attività svolta e dei risultati ottenuti
STRUTTURE E SERVIZI RESIDENZIALI
(L.R Veneto 22/2002)

Spesso sia per problemi assistenziali, sia per la presenza di particolari


patologie, non è possibile mantenere il paziente al proprio domicilio.

• Strutture che offrono accoglienza permanente ai cittadini,


specialmente anziani, bisognosi di particolare assistenza e cure.

• In passato erano case di riposo con una organizzazione di tipo solo


“custodialista”

• Oggi esiste il modello è quello delle Residenze Sanitarie Assistenziali,


che garantiscono prestazioni di tipo alberghiero, prestazioni sanitarie e
riabilitative

• Approccio globale all’anziano


CENTRO SERVIZI PER PERSONE ANZIANE NON AUTOSUFFICIENTI

• È un servizio residenziale che offre a persone non autosufficienti un


livello di assistenza medica, infermieristica, riabilitative e alberghiera
secondo lo specifico bisogno assistenziale

• Accoglie persone anziane con più di 65 anni con parziale o totale non
autosufficienza per i quali non sono possibili interventi a domicilio

• Gli standard qualitativi, le caratteristiche strutturali e la qualità


gestionale dei centri servizi sono stabilite dalle leggi regionali
(L.22/2002)

• Costituiscono una costante opportunità di lavoro per l’operatore socio


sanitario.
BISOGNO ASSISTENZIALE

-Minimo bisogno assistenziale - Medio bisogno assistenziale

Definiti dall’UVMD che valuta la persona e compila la SVAMA

Bisogno assistenziale: si valuta quali sono i bisogni assistenziali della persona


e in quale grado necessita di assistenza sanitaria e quale è la rilevanza
dell’assistenza da fornire

• carico assistenziale minimo = parziale assistenza, la persona mantiene alcune capacità

• carico assistenziale medio = maggior assistenza sanitaria e socio sanitaria


BISOGNO ASSISTENZIALE

UVMD = Unità Valutativa Multidimensionale Distrettuale

• Gruppo di professionisti socio-sanitari presente nel Distretto

• Attraverso una valutazione di tipo multidimensionale (che


prende cioè in considerazione gli aspetti sanitari, familiari,
sociali ed economici) l'UVMD valuta il tipo di bisogno della
persona per identificare gli interventi più appropriati

• Definisce e segue nel tempo un progetto individualizzato


BISOGNO ASSISTENZIALE

SVAMA = Scheda per la Valutazione Multidimensionale


dell’Anziano

• E’ compilata

 dal Medico di medicina generale per la parte sanitaria e


cognitivo-funzionale
 dall’assistente sociale del comune competente per territorio
 da altri specialisti (fisiatra, geriatra etc..)

• Delinea il progetto ipotizzato per la persona

• Assegna punteggio per graduatoria


CENTRO SERVIZI PER PERSONE ANZIANE NON AUTOSUFFICIENTI

I centri servizi vengono organizzati in nucleo di massimo 30 ospiti.

L’équipe di lavoro è costituita da un team multi-professionale composto


da:

• Operatori socio sanitari


• Infermiere professionale
• Fisioterapista
• Animatore-educatore
• Logopedista
• Assistente sociale
• Psicologo
• Medico
• Coordinatore
RSA PER PERSONE CON DISABILITÀ

• Servizio residenziale socio sanitario per disabili, con limitazioni


di autonomia sia fisiche che mentali, per cui risulta
l’impossibilità di gestione a domicilio o in altra struttura per
disabili.

• Finalità educative, socio riabilitative e sanitari per garantire una


buona qualità della vita delle persone con disabilità grave.

• Programmi individualizzati e personalizzati

• Utenza: disabili adulti con gravi limitazioni di autonomia,


caratterizzati da un elevato bisogno assistenziale socio sanitario.
RSA PER PERSONE CON DISABILITÀ

Le Rsa per disabili non possono ospitare più di 40 persone organizzati in


nuclei di 20.

L’équipe di lavoro è costituita da un team multi-professionale composto


da:

• Operatori socio sanitari


• Infermiere Professionale
• Fisioterapista
• Animatore-educatore
• Logopedista
• Assistente Sociale
• Psicologo
• Medico
• Coordinatore
COMUNITÀ ALLOGGIO
per persone con disabilità, malati psichiatrici, anziani

• Il modello organizzativo è improntato a quello della vita familiare

• La comunità promuove l’appartenenza al gruppo come elemento


che favorisce l’identificazione e la crescita personale

• Può ospitare un massimo di 10 persone ed è possibile creare due


nuclei ciascuno con ricettività massima di 10

• Promozione della rete informale delle relazioni con amici,


volontariato e altri soggetti del territorio

• Ogni persona inserita nella Comunità Alloggio segue un progetto


che prevede lo sviluppo di specifici programmi individualizzati e
personalizzati
COMUNITÀ ALLOGGIO
per persone con disabilità, malati psichiatrici, anziani

Le attività, costantemente condivise con gli utenti, sono


orientate prevalentemente alla promozione e sviluppo di alcuni
ambiti:

• Autonomia
• Attività espressive
• Attività domestiche
• Abilità sociali
• Integrazione e inclusione sociale
COMUNITÀ ALLOGGIO
per persone con disabilità, malati psichiatrici, anziani

L’équipe di lavoro è costituita da un team multiprofessionale


composto da:

• Operatori di Assistenza
• Educatori
• Medico

Deve essere, inoltre, garantita dall’ULSS la presenza programmata di


infermiere professionale e/o personale della riabilitazione
(fisioterapista, logopedista etc..), di assistenza sociale e psicologica
GRUPPI APPARTAMENTO
per anziani autosufficienti, disabili adulti con buoni livelli di autosufficienza, per
malati psichiatrici autosufficienti o parzialmente non autosufficienti

È un servizio che accoglie persone con difficoltà prive di nucleo


familiare o per le quali la permanenza nel nucleo familiare sia
temporaneamente o permanentemente impossibilitata.

Le finalità sono:

- accoglienza e gestione della vita quotidiana


- tutela della persona
- sviluppo delle abilità residue
- favorire esperienze di vita autonome.
HOSPICE

Strutture residenziali dedicate al ricovero di malati in fase avanzata


e/o terminale di malattia.

L’obiettivo principale è di realizzare un piano di assistenza individuale


e personale per questi malati e offrire sostegno alle loro famiglie.

L’equipe è composta da:


• Medico
• Figure sanitarie
• Assistente sociale
• Psicologo
• Fisioterapista
• Volontari
HOSPICE

I compiti che il personale svolge sono:

 cura e assistenza,
 informazione e comunicazione,
 sostegno alla famiglia,
 accompagnamento alla morte
 assistenza al lutto

Al personale della struttura viene richiesto:


 attitudine alla tipologia di lavoro, capacità psicologiche,
frequenza a corsi di aggiornamento e approfondimento.
OSPEDALE DI COMUNITA’ (OdC)

Gli OdC accolgono pazienti con perdita delle attività della vita
quotidiana (ADL: activities of daily living) ma con tre diverse possibili
traiettorie prognostiche:

1) Pazienti le cui funzioni/abilità perse potrebbero essere recuperabili


ma è necessario un periodo di convalescenza

2) Pazienti le cui funzioni/abilità sono definitivamente perse. Esigenza


di adattare il paziente (e la famiglia) all'utilizzo di protesi/ausili e
all’ambiente domestico

3) Pazienti le cui funzioni/abilità sono definitivamente perse, la


malattia ha una prognosi infausta a breve termine (condizioni non
eleggibili per Hospice)
OSPEDALE DI COMUNITA’ (OdC)
Ulteriore obiettivo dell’OdC:
Enpowerment dei pazienti e del caregiver (addestramento alla migliore
gestione possibile delle nuove condizioni cliniche).

Per l’accesso bisogna avere una diagnosi e una prognosi già definita ed essere
inseriti nella graduatoria.

Equipe:
• Operatori socio sanitari
• Infermiere professionale
• Fisioterapista
• Animatore-educatore
• Logopedista
• Assistente sociale
• Psicologo
• Medico
• Coordinatore
MODALITÀ DI ACCESSO PER I SERVIZI RESIDENZIALI

L’accesso al servizio richiede una valutazione multidimensionale delle


condizioni della persona

effettuata da un
equipe multiprofessionale

tramite

Unità di Valutazione Multidimensionale Distrettuale (U.V.M.D.)

A seconda dell’esito della valutazione viene emessa


un’impegnativa di residenzialità

Titolo
rilasciato al cittadino per l’accesso alle prestazioni rese nei servizi
residenziali e semiresidenziali
MODALITÀ DI AMMISSIONE AL SERVIZIO DI

PRONTA ACCOGLIENZA RICOVERO TEMPORANEO


in caso di gravi ed improvvise PROGRAMMATO
evenienze relative alla Per il contenimento del disagio
famiglia della persona familiare, in conseguenza della
disabile, quali ricovero in continua assistenza all’anziano o
ospedale, decesso, malattia o disabile; offre l’opportunità alle
stress di uno o entrambi i famiglie senza risorse parentali e
genitori amicali di avere un periodo di sollievo.

Va fatta domanda al distretto che valuta la situazione in UVMD e


inserisce la persona nelle liste di attesa
LA VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE (VMD)
approfondimento

Strumento che consente la valutazione dell’anziano o della persona


disabile da un punto di vista globale, esplorando le seguenti aree:

• Salute fisica
• Stato cognitivo
• Stato psico emozionale
• Stato funzionale
• Condizione socio economica
• Ambiente di vita

Strumento utile che ha come obiettivo quello di definire in modo complessivo


lo stato di salute della persona
LA VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE (VMD)
approfondimento

Valutazione = un’analisi delle capacità funzionali e dei bisogni che la


persona presenta a vari livelli:

• Livello biologico e clinico


• Livello psicologico
• Livello sociale
• Livello funzionale

Per realizzare la VMD è necessario il coinvolgimento dell’equipe multi-


professionale

Scheda Svama per gli anziani Scheda Svamdi per i disabili


Testimonianze

 L’esperienza in casa di riposo e nella comunità alloggio per disabili mi


ha insegnato la delicatezza

 Gli operatori che lavorano nei contesti residenziali entrano nella casa
delle persone ospitate e nelle loro vite. Qui il lavoro degli operatori è
essenziale. È fondamentale avere cura della persona ed entrare nella
loro vita in punta di piedi

 Gli ospiti di queste strutture hanno bisogno del contatto umano, di


una carezza, di un sorriso, di qualcuno che li ascolti
STRUTTURE E SERVIZI SEMI RESIDENZIALI

Centro diurno per anziani e disabili

È un servizio territoriale a carattere diurno rivolto a persone con disabilità con diversi
profili di autosufficienza, che fornisce interventi a carattere educativo-abilitativo-
assistenziale

Finalità:
di riabilitazione
di educazione
di socializzazione
di aumento e/o mantenimento delle abilità residue

Utenza:
persone con disabilità in età post-scolare con diversi profili di autosufficienza

Capacità ricettiva:
fino a 30 ospiti organizzati in gruppi
STRUTTURE E SERVIZI SEMI RESIDENZIALI

Centro diurno per anziani e disabili

Ciascun utente segue un progetto che prevede lo sviluppo di specifici programmi


individualizzati e personalizzati

Attività orientate alla promozione e sviluppo di alcuni ambiti:


• dell’autonomia
• delle attività espressive
• delle attività volte a promuovere le abilità sociali
• delle attività volte a promuovere l’integrazione e l’inclusione sociale

L’equipe è formata da:


• educatore
• operatore socio sanitario
• coordinatore

L’Azienda ULSS deve garantire la presenza programmata di infermieri professionali e/o


personale della riabilitazione per esigenze dell'utenza ospitata.
IL PROGETTO DI ASSISTENZA PERSONALIZZATO (PAI)

I PAI sono un metodo utile che permette di programmare e organizzare le


cure ad ogni tipo di paziente

Scopo: assistere ogni persona nella sua globalità e garantire continuità


assistenziale.

Nel PAI vengono riportate le informazioni che riguardano gli obiettivi


principali per il conseguimento del benessere del soggetto.

La stesura avviene con il contributo di tutti gli operatori coinvolti (medici,


infermieri, OSS, fisioterapisti, assistenti sociali, educatori, psicologi,
logopedisti) ed è necessaria la condivisione con il nucleo famigliare.
IL PROGETTO DI ASSISTENZA PERSONALIZZATO (PAI)

Principali caratteristiche del PAI:

- obiettivi chiari, condivisi, realizzabili, misurabili


- individuazione delle risorse
- individuazione delle responsabilità
- definizione dei tempi d’intervento
- definizione degli indicatori per misurare i risultati

La stesura del PAI con relativi obiettivi e rivalutazioni periodiche dovrebbe


essere un processo dinamico che segue l’evolversi dell’assistito e dei
problemi intercorrenti nel tempo
L’AZIONE EDUCATIVA RIVOLTA ALLA PERSONA

Prendere in carico significa «definire e programmare un percorso di


aiuto con e per i cittadini e la loro comunità sociale»(Dal Pra
Ponticelli, 2005).

Processo che si traduce in un progetto condiviso con lo scopo di


promuovere la partecipazione e le potenzialità dei soggetti coinvolti.
Nel percorso le famiglie sono alleati preziosi con cui condividere
l'obiettivo comune del benessere della persona.

Priorità nell'intervento sulla persona:

• favorire il benessere
• favorire la costituzione di una rete di relazioni interpersonali
• soddisfacimento dei bisogni
L’AZIONE EDUCATIVA RIVOLTA ALLA PERSONA

Il progetto educativo si attua attraverso interventi mirati che portano:

• all'acquisizione di strumenti
• allo sviluppo di competenze
• al mantenimento delle abilità

A seconda del problema/bisogno, dell'età dell'utente e delle


specifiche condizioni di ogni singolo caso, l'intervento è condotto in
maniera differente.
L’AZIONE EDUCATIVA E l’OSS

Il ruolo dell'operatore:
• promuovere lo sviluppo dell'individuo
• salvaguardare la dignità della persona

Progettualità condivisa con tutte le parti coinvolte nella cura della


persona, compresa la famiglia e l'utente

Collaborazione con gli altri professionisti coinvolti per il benessere e la


qualità della vita delle persone

Relazione fondata su un atteggiamento di supporto, empatico e


partecipativo. Veicolo di emozioni positive e strumento della presa in
carico funzionale.
Testimonianze

 Nei servizi semiresidenziali l’operatore svolge la funzione


fondamentale di guida delle attività, ovvero in questi servizi, oltre
alla cura della persona, si cerca di lavorare per mantenere le capacità
della persona.

 In questi contesti è importante la creazione del rapporto con l’utente,


il rapporto di fiducia è essenziale. Inoltre, è fondamentale curare le
relazioni con le famiglie degli utenti

 Si lavora su progetti per:


• inclusione sociale
• mantenere le abilità
• vivere la quotidianità
SERVIZI DOMICILIARI

Con l’entrata in vigore della L. 833/78 che istituisce il SSN, è iniziata la


possibilità di considerare l’esistenza di servizi territoriali aperti.

L’assistenza domiciliare si eroga attraverso questi servizi:

• Servizi di Assistenza Domiciliare (SAD)


• Assistenza Domiciliare Integrata (ADI)

 Sono servizi che permettono alla persona di permanere il più a lungo


possibile presso la propria casa.

 Assistenza domiciliare = integrazione tra prestazioni sociali, sanitarie e


assistenziali che vengono svolte presso il domicilio dell’utente

 L’obiettivo è il benessere psico-fisico della persona, il sostegno e


potenziamento delle autonomie
SERVIZI DOMICILIARI

Le prestazioni possono essere di tipo operativo, infermieristico, educativo.

Il servizio domiciliare richiede la presenza di più figure: op. socio sanitari,


infermiere, educatore, coordinatore.

In particolare si rivolge a:
• Anziani e adulti parzialmente autosufficienti,
• Anziani non autosufficienti affetti da patologie curabili al proprio domicilio,
• Minori e adulti con disabilità
• Minori inseriti in famiglie disagiate
SERVIZI DOMICILIARI

Tipologia servizio Descrizione Specifiche


Servizio svolto a domicilio.
Le figure coinvolte (oss in
prevalenza) svolgono
AD
attività quali: igiene e cura
Assistenza Domiciliare
della persona, trasporto
con accompagnamento e
piccole commissioni.
ADI semplice: prestazioni
infermieristiche o
riabilitative semplici
ADI Le persone vengono
Assistenza Domiciliare assistite a casa con ADI complessa: comprende
Integrata programmi personalizzati. un insieme di cure mediche,
infermieristiche, riabilitative
e assistenziali per persone
con necessità complesse
SERVIZI DOMICILIARI

Il servizio di assistenza domiciliare si rivolge ai soggetti residenti nel


Comune di appartenenza.

Per accedere a tali servizi è necessario fare domanda presso i servizi


sociali del comune di residenza.

L’accesso alle prestazioni avviene sulla base di una valutazione


professionale del bisogno svolta dall’assistente sociale

L’assistente sociale definisce il percorso assistenziale personalizzato,


assicura la gestione ed il controllo delle prestazioni erogate
SERVIZI DOMICILIARI

Accedono prioritariamente i soggetti:

• in condizioni di povertà o di reddito limitato


• con incapacità fisica, psichica, totale o parziale
• con difficoltà di inserimento nella vita sociale
• sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria

L’ISEE è lo strumento con il quale viene valutata la capacità del soggetto di


partecipare al costo del servizio e per la concessione delle eventuali
agevolazioni.
MINORI E FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ
SERVIZIO SOCIALE E SERVIZI SOCIO EDUCATIVI

La modalità di accesso ai servizi sociali è regolato dalla L.328/2000, che


attribuisce ai Comuni compiti di programmazione, organizzazione, gestione
ed erogazione di prestazioni e servizi in ambito socio assistenziale.

I servizi sociali mirano a eliminare o ridurre le condizioni di


svantaggio/disagio derivanti da difficoltà sociali, economiche, etc.

Comuni titolari delle prestazioni socio assistenziali

ULSS titolari delle prestazioni socio sanitarie

I cittadini possono rivolgersi alle assistenti sociali nella sede distrettuale di


residenza. I servizi possono essere erogati a titolo gratuito, a pagamento
parziale o totale, in base al reddito, secondo i parametri ISEE
MINORI E FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ
SERVIZIO SOCIALE E SERVIZI SOCIO EDUCATIVI

Si può accedere ai servizi sociali con diverse modalità: su richiesta del cittadino,
su segnalazione di organi istituzionali, su segnalazione dell’ospedale, del medico,
del pediatra

Tipologie di intervento:
• Sostegno economico
• Servizi domiciliari
• Supporto socio educativo
• Inclusione sociale
• Servizi semi residenziali
• Servizi residenziali
MINORI E FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ
SERVIZIO SOCIALE E SERVIZI SOCIO EDUCATIVI

Sostegno Economico

Tipologia di intervento finalizzata al soddisfacimento dei bisogni


fondamentali del cittadino.

Può essere: straordinario, continuativo, temporaneo.

Si realizza attraverso forme alternative quali:


buoni pasto, buoni alimentari, esenzione tariffe per l’accesso ai
servizi scolastici ed educativi.
MINORI E FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ
SERVIZIO SOCIALE E SERVIZI SOCIO EDUCATIVI

I temi:
• tutela dei minori
• sostegno alle famiglie in situazione di difficoltà

richiedono una particolare attenzione e un approccio multidisciplinare


(sociale, educativo e psicologico).

Obiettivo: valorizzare la famiglia come risorsa e sostenerla nei compiti di


cura e nelle responsabilità educative

Azioni messe in atto dalla Regione del Veneto:


- supporto all’affido familiare
- sostegno al Sistema Veneto Adozioni
- promuovere l’azione di prevenzione, protezione e cura dei minori vittime
e/o autori di abuso sessuale e grave maltrattamento
MINORI E FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ
SERVIZIO SOCIALE E SERVIZI SOCIO EDUCATIVI

L’evoluzione del welfare in una prospettiva di community care propone la


centralità della famiglia nelle dinamiche sociali, economiche, culturali
attribuendole il ruolo effettivo di soggetto di politica sociale.

A tal fine, la Regione del Veneto:

• sostiene le famiglie fragili attraverso l’assegnazione ed erogazione di


contributi e agevolazioni
• sperimenta l’assegno prenatale con la finalità di sostenere la natalità e i
nuclei familiari
• sperimenta lo sportello famiglia, a cui le famiglie possono accedere per
avere informazioni relative ai servizi sanitari e sociali etc..
• sostiene i consultori familiari operativi a livello territoriale nei Distretti
socio sanitari delle Aziende ULSS
STRUTTURE RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI PER MINORI

Le strutture di accoglienza per minori sono regolamentate dalle:

- DGR n. 84 del 16 gennaio 2007


- DGR n. 242 del 22 febbario 2012

Si suddividono in:
• Unità d’offerta sociale
• Unità d’offerta socio-sanitarie
• Unità d’offerta sanitarie
STRUTTURE RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI PER MINORI

Unità d’offerta sociale

• comunità educativa per minori


• comunità educativa per minori con pronta accoglienza
• comunità educativa diurna
• comunità educativa mamma-bambino
• comunità familiare

Svolgono servizio educativo assistenziale volto alla supplenza temporanea


del nucleo familiare.

Nel caso della comunità educativa mamma-bambino il servizio è volto alla


preparazione alla maternità e alla relazione con il figlio, al sostegno
dell’autonomia personale e della capacità genitoriale.

L’equipe è composta principalmente da personale educativo


STRUTTURE RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI PER MINORI

Unità d’offerta socio-sanitarie

 Comunità educativa-riabilitativa per minori e adolescenti (C.E.R.)


Finalità educative, terapeutiche e riabilitative per il recupero psico-sociale del
minore/adolescente accolto.

 Interventi personalizzati, continuativi, definiti all’interno di un progetto


educativo riabilitativo da equipe multi-professionale.
 Accoglienza e dimissione sempre programmata in UVMD

 Comunità educativa diurna che accoglie anche minori con disturbi


psicopatologici.
 Contesto in cui il minore acquisisce, consolida e sviluppa esperienze e
competenze relazionali, sociali e cognitivi (minori con quadro
psicopatologico)
 Accoglienza sempre programmata in UVMD.
STRUTTURE RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI PER MINORI

Unità d’offerta sanitarie

 Comunità terapeutica riabilitativa protetta per minori e adolescenti

 Comunità residenziale per minori/adolescenti che ha finalità


terapeutiche – riabilitative intensive ed estensive
 Accoglie minori in dimissione da strutture ospedaliere o comunque in
condizioni psicopatologiche che richiedono interventi importanti di
protezione e cura
SERVIZIO DOMICILIARE PER MINORI

Servizio realizzato attraverso la figura dell’educatore professionale destinato


ai nuclei familiari particolarmente fragili sul piano educativo.

Il servizio:
 promuove il consolidamento di relazioni familiari positive ed efficaci
 sostiene le tappe di sviluppo dei soggetti in età evolutiva,
 implementa le competenze genitoriali
 rafforzare o creare reti sociali di sostegno

Non è sostitutivo o integrativo dell’esercizio della responsabilità genitoriale,


ma richiede un alto coinvolgimento della famiglia nel percorso di
cambiamento.

Il servizio viene realizzato prevalentemente a domicilio ma può estendersi


anche ai luoghi frequentati dal minore fuori casa, in quanto ambiti di vita
quotidiana e di socialità.
SERVIZIO DOMICILIARE PER MINORI

Attraverso l’osservazione delle relazioni intrafamiliari, il coinvolgimento


della famiglia, l’accompagnamento educativo e il rinforzo delle competenze
genitoriali, previene l’aggravarsi delle problematiche familiari, nel tentativo
di evitare l’istituzionalizzazione o l’allontanamento del minore dal nucleo
familiare.

Il servizio può anche svolgersi per accompagnare la famiglia nella fase del
rientro del minore dopo un periodo di allontanamento o collocamento
extrafamiliare disposto dall’Autorità Giudiziaria.

L’accesso alla prestazione e al servizio avviene tramite l’accesso ai servizi


sociali e attraverso la definizione di un progetto personalizzato.
SERVIZI E STRUTTURE PER LA PRESA IN CARICO DI DONNE E MINORI VITTIME
DI VIOLENZA
(L.R Veneto 5/2013 e L.R. Veneto 22/2018)

Il servizio sociale mette in campo un servizio di protezione sociale e


centro antiviolenza.

Il servizio si occupa di:


• interventi di contrasto alla violenza di genere: accoglienza, supporto
psicologico, orientamento giuridico-legale, progetti individuali di
protezione ed empowerment, ospitalità in Case Rifugio per donne
vittime di violenza, anche con i loro figli minorenni
• assistenza, protezione, progettualità e interventi dedicati alle persone
vittime di grave sfruttamento sessuale e lavorativo

La Regione promuove inoltre la realizzazione di attività di prevenzione,


monitoraggio e studio dei fenomeni, attività di carattere informativo,
culturale, educativo e formativo, in collaborazione con soggetti pubblici e
privati
SERVIZI E STRUTTURE PER LA PRESA IN CARICO DI DONNE E MINORI VITTIME
DI VIOLENZA

Centri antiviolenza

Si tratta di strutture pubbliche o private che offrono accoglienza e sostegno


alle donne vittime di violenza e loro figli/e minori.

 Spazi dedicati e sicuri,


 Anonimato e segretezza

Servizi disponibili nei CAV:


• ascolto telefonico
• colloqui preliminari
• colloqui di sostegno psicologico, legale
• informazioni sui servizi utili disponibili sul territorio
• affiancamento della donna per il percorso di uscita dalla violenza
SERVIZI E STRUTTURE PER LA PRESA IN CARICO DI DONNE E MINORI VITTIME
DI VIOLENZA
Centri antiviolenza (CAV)
Strutture pubbliche o private che offrono accoglienza e sostegno alle donne
vittime di violenza e loro figli/e minori, garantendo spazi dedicati e sicuri, in
regime di anonimato e segretezza

Servizi disponibili: ascolto telefonico, colloqui preliminari, colloqui di sostegno


psicologico, legale, informazioni sui servizi utili disponibili sul territorio,
affiancamento della donna per il percorso di uscita dalla violenza

Rivolti a: donne maggiorenni vittime di violenza domestica e di genere

Chi può accedere:


- Donne per richiesta di informazioni, orientamento, aiuto
- Cittadine e cittadini per informazioni e orientamento

Modalità di accesso: fisico, telefonico, via e-mail


SERVIZI E STRUTTURE PER LA PRESA IN CARICO DI DONNE E MINORI VITTIME
DI VIOLENZA

Case rifugio
Sono strutture pubbliche e private in grado di offrire una dimora protetta alle
donne e loro prole vittime di violenza domestica.
Percorso personalizzato di uscita dalla violenza.

Si distinguono in due tipologie:

 case rifugio A, alle quali "deve essere garantita la segretezza dell'ubicazione


finalizzata alla sicurezza delle vittime di violenza"

 case rifugio B, per le quali la segretezza non è obbligatoria "al fine di poter
facilitare un percorso di uscita dalla violenza e raggiungere l'autonomia delle
ospiti".

L'accesso avviene esclusivamente attraverso un Centro antiviolenza, anche su


segnalazione dei servizi sociali e sanitari del territorio, delle forze dell'ordine o di
un privato cittadino.
SERVIZI E STRUTTURE PER LA PRESA IN CARICO DI DONNE E MINORI VITTIME
DI VIOLENZA

Case rifugio

• Garantire una corretta convivenza tra le donne vittime di violenza


ospiti, con i figli minori, se presenti
• Far funzionare la casa come una normale abitazione, dove le donne
collaborano nella gestione quotidiana
• Gli interventi finalizzati a sostenere le donne nella riacquisizione delle
loro capacità e risorse personali, nella ricerca di un inserimento
lavorativo
• L'ospitalità per un periodo limitato fino ad un massimo di sei mesi
• La presenza delle educatrici ha lo scopo di facilitare la relazione tra le
donne e i figli ospitati, favorire la conoscenza delle risorse territoriali,
offrire accompagnamento ed orientamento per tutta la durata del
percorso di uscita dalla situazione di maltrattamento in cui si trovano

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