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Valorizzare la diversità
14.1 Come declinare la diversità (premessa da leggere velocemente)
Il diversity management è nato in America negli anni 70 del secolo scorso come approccio volto a
eliminare le discriminazioni sui luoghi di lavoro. All’inizio, le iniziative di diversity management
erano dirette ad aumentare la presenza di donne e minoranze etniche nei luoghi di lavoro grazie
all’adozione delle AZIONI POSITIVE, che sancivano l’obbligo di assumere un tot di quote di lavoratori
appartenenti a minoranze in risposta a richieste del legislatore. Aumentando la consapevolezza
dell’impatto che strategie di gestione della diversità potessero avere sulle performance delle
organizzazioni, agli incentivi legali e etici, sono stati aggiunti incentivi economici che hanno accresciuto
l’esigenza di promuovere l’uguaglianza e la diversità all’interno dell’impresa. I fattori della diversità sono
molteplici: il modello di Gardenswartz e Rowe descrive i diversi elementi che caratterizzano la diversità
individuale ponendoli su diversi livelli che vanno da un maggiore a un minore grado di stabilità. Al centro
della ruota v’è la personalità, la parte più stabile delle caratteristiche psicologiche di una persona, poi ci
sono le dimensioni interne, ossia quelle dimensioni sulle quali la persona non ha il controllo. Al terzo
livello ci sono le dimensioni esterne, dimensioni più controllabili dall’individuo. All’ultimo livello vi sono
le dimensioni organizzative.
Le principali forme di diversità su cui si concentrano gli interventi del diversity management sono IL
GENERE, L’ETÀ, L’ETNIA E L’ABILITÀ FISICA.