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Una platea sempre più ampia di organizzazioni si trova oggi a doversi confrontare con le
differenze culturali nella gestione delle risorse umane. Oltre a dover gestire la multiculturalità al
proprio interno, molte imprese si trovano nella necessità di preparare i propri collaboratori a
relazionarsi efficacemente con fornitori, clienti e partner di altre culture poiché con la
globalizzazione è aumentato il ricorso ad alleanze e collaborazioni internazionali, a fusioni ed
acquisizioni cross-border e a supply-chain transnazionali. La prima ricerca ad aver messo in luce
questo fattore di complessità si deve a Hofstede, psicologo olandese che studiò l’IBM tra il 1967
e il 1973, oggi considerato il fondatore del filone di studi sul cross-cultural management. La
sua ricerca ha permesso di individuare delle dimensioni culturali che sono particolarmente
rilevanti nei contesti lavorativi e, rispetto alle quali, si registrano variazioni significative tra Paesi.
Le dimensioni sono le seguenti:
• Distanza di potere: si riferisce alla differenza di potere ammessa e ritenuta socialmente
accettabile in una cultura;
• Avversione all’incertezza: si riferisce alla propensione ad evitare il rischio e l’ambiguità;
• Individualismo-collettivismo: indica in che misura si ricorre all’azione individuale o a quella
collettiva per la soluzione dei problemi, la soddisfazione dei bisogni, la definizione degli
assetti sociali;
• Mascolinità-femminilità: si riferisce al grado con cui vengono enfatizzati i valori associati agli
stereotipi di mascolinità e di femminilità;
• Ordinamento al lungo-breve termine: riflette il rapporto di una cultura verso il futuro.
Attraverso queste dimensioni, la ricerca di Hofstede identifica le posizioni relative dei diversi
Paesi su una scala da 1 a 100, fornendo una sorta di mappa per orientarsi sulle differenze culturali
nel mondo.
Preparazione
all'incarico
Rientro e Arrivo e
adattamento adattamento
Preparazione
al rientro