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1
Modelli di cultura: il modello di Hofstede
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Distanza dal potere
Si tratta del punto fino a cui gli
individui percepiscono ed accettano
la distribuzione del potere nella
società: ad es. quanto i membri di
un’azienda ente o organizzazione
accettano e si aspettano che il potere
sia distribuito in modo diseguale.
Si avrà un basso punteggio della
distanza dal potere nel caso in cui vi
sia scarsa accettazione della
gerarchia formale e quindi il
riconoscimento di una società
democratica ed egualitaria; al contrario si avrà un punteggio alto nel caso in cui venga comunemente accettata
la distribuzione gerarchica del potere. A livello linguistico, ciò si può ripercuotere sulla scelta delle diverse
forme di cortesia da adottare durante gli scambi comunicativi, come ad esempio le formule di saluto o i
pronomi allocutivi.
Culture ad alta distanza dal potere Culture a bassa distanza dal potere
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Individualismo vs collettivismo
Culture individualiste Culture collettiviste
Valorizzazione della propria unicità Valorizzazione dell’appartenenza
e del raggiungimento degli obiettivi a un gruppo e dei bisogni
a livello individuale e gli obiettivi collettivi
(→ individuazione) (→ integrazione)
L’individuo considera se stesso come un “io” L’individuo cresce con l’idea
distinto da un altro “io” di essere parte di un “noi”
Scarsa importanza ai momenti di collettività Grande importanza ai momenti di ritrovo, ai rapporti
interpersonali e al concetto di gruppo
Classifica dei Paesi dal più individualista al meno individualista (Hofstede 2001: 215)
1. U.S.A. [91 punti]
2. Australia • Confronto vs ricerca dell’armonia
3. Gran Bretagna • Ricerca della privacy vs della compagnia
4. Canada + Paesi Bassi • Incoraggiamento dell’iniziativa individuale
• Attrazione del divertimento vs dovere
5. Nuova Zelanda
• Senso di colpa più che di vergogna
6. Italia [76]
…..
43. Corea «Vincoli spersonalizzanti» che accrescono
44. Colombia
la «solitudine del cittadino globale» (Bauman 2000)
45. Guatemala [6]
Culture Individualiste= legami più laschi, ++ strumentali; enfasi su indipendenza, autonomia, diritti del
singolo, libertà di opinione e azione > conquista culturale del mondo occidentale, difficoltà a capire culture
dove in senso di identità è dato dall’interdipendenza.
Culture Collettiviste: enfasi su comunità, collaborazione, bene comune, coinvolgimento reciproco, conformità
a modelli condivisi.
Orientamento temporale
Orientamento a lungo termine Orientamento a breve termine
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▸ Tempo policronico, organizzato in base al contesto: la relazione ha la priorità rispetto alle attività
programmate
▸ Il tempo è fluido e non segmentabile, qualcosa in cui si è immersi
▸ Il tempo è ciclico, ha le sue logiche imperscrutabili da accogliere con fatalità
Come organizziamo tempo influisce su azione, interazioni, comunicazione in una cultura e cross-culture;
(Giaccardi 123)
MONOCRONIA: affermato nella modernità, invenzione luce elettrica sgancia attività umane dal ritmo
naturale luce/buio; e industria > efficienza, sfruttamento tempo (turni di notte)
Fare una sola cosa alla volta
Alto grado di pianificazione del tempo; Rispetto rigoroso degli impegni; Rigide scadenze da rispettare; Grande
rispetto per la puntualità
POLICRONIA: Fare più cose contemporaneamente
Pianificazione flessibile del tempo; Tollerano interruzioni e pendenze; Meglio un lavoro consegnato in ritardo,
ma fatto bene; Puntualità apprezzata ma non sempre necessaria.
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Alto e basso contesto come continuum Tendenziale corrispondenza
con culture a tempo policronico
Tendenziale corrispondenza
con culture a tempo monocronico
Stile comunicativo
«Una comunicazione si dice ad alto contesto quando la maggior parte dell’informazione risiede nel contesto
fisico o è implicito nella persona, mentre assai poco risiede nelle parti esplicite, codificate e trasmesse del
messaggio. Al contrario, la comunicazione a basso contesto trasmette la maggior parte dell’informazione
attraverso il codice esplicito della lingua» (Hall 1976: 91)
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Basso contesto Alto contesto
Significati espliciti, codificati tramite la lingua Significati impliciti,
ricavabili dal contesto socioculturale
Messaggi strutturati, ricchi di dettagli Messaggi semplici, densi e ambigui
e termini tecnici
Uso di argomentazioni logiche Comunicazione emotiva
Logica lineare, che mira al cuore della questione Logica a spirale, che gira intorno al punto
Valorizzazione del comportamento verbale- Valorizzazione della componente non verbale:
informativo; il silenzio crea disagio gestualità e silenzio
Inglese
• Stile paratattico e referenziale
✓ Argomentazione lineare
✓ Tesi chiaramente definite
✓ Sviluppata passo passo
✓ Scarsa subordinazione
✓ Periodici richiami alla tesi
✓ Primariamente unidirezionale
• Tipico delle culture a basso contesto
Lingue semitiche
• Struttura parallela
✓ ridondanza
✓ ricchezza lessicale
✓ per altri, “troppo tempo per giungere al punto centrale”
Orientale
Stile circolare
✓ implicito e indiretto
✓ ambiguo
✓ girare intorno al punto è un modo per metterlo in evidenza con rispetto
Tipico delle culture ad alto contesto
Secondo i buddhisti le cose più importanti non possono essere dette e il
linguaggio verbale serve a comunicare aspetti secondari dell’esistenza
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Stile comunicativo italiano:
Stili di ascolto
«Just as different cultures don’t use speech the same way, neither do they listen the same way» (Lewis 2006:
69)
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Ricerca delle informazioni:
data-oriented cultures
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Data/dialogue-oriented come continuum
Metafore 2 2,74% 0 –
Similitudini 2 2,74% 0 –
Sinestesie 2 2,74% 0 –
Rime 1 1,37% 0 –
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Conoscenze in pratica: l’analisi dei critical incidents
Situazioni in cui sorge un problema di comunicazione a causa delle differenze culturali delle parti
interagenti.
Progetto Critical Incidents for Intercultural Communication in the Workplace condotto da un gruppo di
ricercatori canadesi. → Produzione di video ideati per stimolare la riflessione sugli aspetti interculturali che
hanno condotto all’incidente e alle possibili strategie di evitamento del conflitto.
Obiettivi: realizzare una serie di materiali di Quadro teorico di riferimento
uso pratico per lo sviluppo delle competenze Studi sui differenti orientamenti culturali
comunicative interculturali sul posto di lavoro. a) Alto e basso contesto
b) Individualismo collettivo
Fasi di realizzazione: 1. Raccolta dati c) Distanza dal potere
2. fase creativa d) Evitamento dell’incertezza
3. riscontro e revisione e) Tempo monocronico e policronico
f) Stile comunicativo diretto/indiretto
4. realizzazione dei
g) Gestione di silenzio interruzioni
filmati
h) Concetto di faccia
Incidente 1
Far sentire la propria voce
Personaggi: - George Bell, vice presidente, 50 anni circa; - Bo Chen, junior manager, 40 anni circa.
Contesto: L’azienda ha istituito un programma di mentoring per i dipendenti stranieri e George ha
acconsentito a fare da tutor a Bo. George e Bo si incontrano per il resoconto periodico. George approfitta
dell’occasione per affrontare il tema relativo al grado di partecipazione di Bo ai meeting aziendali. In un
incontro precedente, George aveva consegnato a Bo un libro sulle espressioni idiomatiche in inglese.
GEORGE BO
Basso contesto: comunicazione Alto contesto: messaggi impliciti, non
diretta, messaggi trasparenti; detto; logica a spirale: lunghe pause tra un
Stile comunicativo
evitamenti del silenzio: crea forte turno e l’altro: enfasi sul silenzio: attenzione
disagio. e rispetto.
Feedback non verbale continuo; le Attenzione rispettosa che non lascia
Stile di ascolto interruzioni manifestano trasparire feedback; non si interrompe mai.
coinvolgimento.
Esplicitezza: Comunicazione Implicitezza: Comunicazione criptica: il
Aderenza al prevalentemente verbale: il significato sta nel non detto, uso di
contesto significato sta nelle parole. Reazione metafore. Reazioni proiettate verso
manifeste, proiettate verso l’esterno. l’interno.
Natura auto-diretta dell’iniziativa Natura etero-diretta dell’iniziativa
personale: i colleghi forniscono personale: esprimere la propria opinione
spontaneamente le informazioni che senza essere direttamente interpellati
Distanza dal potere
ritengono importanti (lavoro di implicherebbe far perdere la faccia al
squadra). Rapporto proprio superiore. Rapporto
superiore/subordinato informale superiore/subordinato formale
Incidente 2
Pranzi da sola?
Personaggi: Janet Smith, responsabile HR, 35 anni circa; Mariana Santos, impiegata, 40 anni circa.
Contesto: Alla fine di un meeting aziendale, che coincide con l’ora di pranzo, i vari partecipanti si alzano in
silenzio uno dopo l’altro e lasciano la sala. Questo lascia perplessa Mariana, che ferma Janet per chiederle una
spiegazione.
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JANET MARIANA
I momenti di pausa vanno I momenti di pausa si passano
sfruttati in solitudine, per insieme, per conoscersi meglio al
dedicarsi a ciò che si ritiene di là del contesto meramente
Individualismo vs collettivismo
importante o immergersi nei professionale. Pranzo condiviso
propri pensieri. Si pranza in fretta come occasione sociale.
per uscire prima.
Tempo monocronico: la Tempo policronico: le scadenze
pianificazione è sacra e i piani i programmi si fissano a seconda
Concezione del tempo
sono rigidi. del contesto e possono essere
modificati sul momento.
Stile indiretto: giri di parole e Stile diretto: è naturale fare
stile comunicativo false bugie per non minacciare la domande, chiedere spiegazioni e
faccia dell'interlocutore. formulare inviti e proposti.
Atti linguistici
Speech act: unità minima della comunicazione, che ci consente di compiere, con mezzi linguistici, un’azione
sociale (Searle 1969)
Proferendo un atto linguistico,
• Diciamo qualcosa – l’atto del dire, o locutorio
• Compiamo un’azione – l’atto nel dire, o illocutorio
• Provochiamo un effetto – l’atto con il dire, o perlocutorio
Il livello illocutivo (=
dell’atto illocutorio) è
centrale in pragmatica,
perché indica come
dobbiamo interpretare ciò
che diciamo, e quindi
l’intenzione comunicativa.
Atti linguistici: la
tassonomia di Searle (1969)
→
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Il livello illocutivo
Il significato di un atto linguistico è composto da
✓ Un contenuto, interpretabile in riferimento al contesto
✓ Una componente illocutiva, che stabilisce il tipo di atto che stiamo compiendo con l’enunciare una certa
proposizione
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Wong says that he would enjoy that. After a few weeks Mr Wong begins to feel that Mr Richardson has been
rather insincere because he has not followed up his invitation to lunch with a specific time and place”.
(Scollon & Scollon 1995: 5)
• Diversa interpretazione di un atto: saluto vs invito
• Per Mr Wong, violazione della massima di quantità
• Divergenza nell’organizzazione dei discourse patterns
A differenti modi di parlare (atti linguistici) corrispondono modi diversi di «pensare» le relazioni
interpersonali.
La differenza nel modello di discorso atteso dai parlanti asiatici di inglese (come i cinesi) e dai parlanti
occidentali di inglese (come gli americani) è la fonte del problema tra il signor Wong e il signor Richardson.
Gli americani spesso mettono i punti importanti all'inizio di una conversazione, mentre i cinesi sono
abituati a spostare i punti importanti alla fine di una conversazione, il che ha portato il signor Wong a pensare
che questa menzione del pranzo sia di una certa importanza per il signor Richardson. Che sia importante per
lui o no, il signor Wong crede che il signor Richardson stia seriamente facendo un invito a pranzo. Il signor
Richardson, tuttavia, ha fatto tale invito alla fine della sua conversazione perché è di poca importanza.
Per lui non significa altro che ha apprezzato la sua conversazione con il signor Wong. Non è un invito
specifico, ma solo un modo conversazionale di separarsi con buoni sentimenti verso l'altro. È questa differenza
nel modello di discorso che porta all'incomprensione tra due partecipanti.
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«Politeness in communication goes to the very heart of social life and interaction; indeed it is probably a
precondition for human cooperation in general». (Brown 2011)
«Il linguaggio della cortesia è l’insieme delle strategie, norme e convenzioni verbali adottate da una
comunità per contenere la conflittualità e favorire l’armonia nell’interazione comunicativa». (Bertuccelli Papi
2010)
Faccia
«Ciò che ogni individuo mette in gioco nella comunicazione e nella relazione con gli altri, ossia l’immagine
di sé; il valore sociale positivo che ognuno rivendica attraverso il suo comportamento» (Goffman, Interaction
Rituals: Essays on Face-to-Face Behavior)
salvare la faccia, perdere la faccia, metterci la faccia
fare bella o brutta figura
È un calco del concetto cinese miànzi 面子
“reputazione, rispetto per sé, onore, posizione sociale”
Oxford English Dictionary, alla voce to save
8f. to save one’s face: to avoid being disgraced or humiliated. Similarly, to save (another’s) face.
Hence save-face adj. = face-saving ... Originally used by the English community in China, with reference to
the continual devices among the Chinese to avoid incurring or inflicting disgrace.
I cinesi tengono molto alla loro dignità, in altre parole, tengono molto alla loro faccia (Mianzi): è vista come
strettamente legata a guadagnare il rispetto degli altri e uno status sociale più elevato
Al fine di mantenere il loro mianzi, le persone di solito condividono solo qualcosa di positivo con gli altri
durante la chat, la conversazione o l'interazione con gli altri in pubblico.
Per esempio, se un uomo ha perso tutti i suoi averi, per salvare i suoi mianzi, quest'uomo potrebbe
semplicemente comportarsi come se non gli fosse successo nulla.
Il volto non è visto come appartenente solo a se stesso, ma anche al gruppo: Per uno studente ricevere voti alti
è per il volto dei genitori oltre che del bambino. Allo stesso modo un atleta che vince una competizione
internazionale dà la faccia alla nazione.
Un recente studio effettuato dal China Youth Daily rivela che il 93% delle 1.150 persone intervistate ha detto
che "mianzi" è importante e ha la priorità nella loro vita quotidiana, e il 75% ha riferito che aver fatto un errore
di fronte agli altri è stata l'esperienza più negativa di tutta la loro vita.
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Non esiste comunicazione “senza faccia”, e ogni interazione può essere potenzialmente rischiosa per la
faccia (nozione di FTAs, atti minacciosi per la faccia)
Cortesia come “incessante lavoro di tutela della faccia, propria e altrui, da parte di tutti I membri di una
comunità” (Nuzzo 2007) → è un fenomeno pragmalinguistico culturalmente situato
Strategie di facework
(1) Scusi signore il treno sta per partire non è che mi farebbe passare: avanti per piacere?
(2) Niente io sto per partire volevo: non so a chi chiedere: se mi può annaffiare le piante: guardi basta due volte
<perché poi sono piante>
(3) Eh guardi: però dovrei prima sapere se questa medicina va bene perché non è per me è per il mio amico:
non # dovrei sentir lui non è che per caso avete un telefono qui perché non ho: non ho un cellulare come
al solito se posso un attimo: contattarlo per sapere se
[: = allungamento della parola; <…> = tono di voce più basso]
Modificatori morfosintattici
– condizionale: mi farebbe passare, dovrei sentir lui
– imperfetto: volevo chiedere
– incassatura sospesa: volevo sapere se poteva prendersi il disturbo di bagnarmi le piante
– negazione dell’interrogativa: non è che mi farebbe passare avanti
– frasi ipotetiche sospese: se posso un attimo contattarlo, se mi può innaffiare le piante
Modificatori lessicali
– minimizers: basta due volte; se posso un attimo contattarlo
– autoumiliatori: non ho un cellulare come al solito
– dubitatori: per caso avete un telefono qui
Segnali discorsivi
– marcatori di cortesia: per piacere
– attenuatori: niente io sto per partire
– attention-getters: guardi però dovrei prima sapere
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CLA: oh Diego ascolta ho fatto il solito danno mi son dimenticato il portafoglio a casa non è che: per caso: ti
son rimasti dei soldi?
DIE: ma per che cosa per andare al <cinema>?
CLA: <per andare al cinema> sì
DIE: vabè te lo pago io
I risultati di Nuzzo (2007): l’attenuazione delle richieste in italiano
Modificatori morfosintattici + 53%
Modificatori lessicali 31%
Segnali discorsivi – 16%
[Role play 1_SCAFFALE TROPPO ALTO
Al supermercato vuoi prendere una bottiglia di vino che si trova su uno scaffale molto in alto, che non riesci
a raggiungere con la mano. Vicino a te c’è un/a signore/a abbastanza alto/a: cosa dici?
Role play 2_CAFFÈ ALLA MACCHINETTA
Durante la pausa all’università vuoi prendere un caffè al distributore automatico, ma ti accorgi che non hai
moneta. Vicino al distributore c’è un/a tuo/a compagno/a di corso. Cosa dici?]
Anche in non-FTAs!
(fonte: Matsumoto 1989: 209)
Numerose critiche al modello di Brown e Levinson provengono dagli studiosi di area asiatica e africana, i
quali, tuttavia, non ne mettono in discussione l’impianto universalistico complessivo, ma propongono semmai
una ridefinizione soprattutto del concetto di “faccia”. A loro avviso, infatti, la ripartizione bipolare tra faccia
negativa e faccia positiva rivelerebbe una connotazione individualistica tipica della cultura occidentale, che,
attribuendo un grande valore all’affermazione e al rispetto dei diritti del soggetto, sarebbe portata a vedere
l’interazione sociale in termini di “continuous mutual monitoring of potential threats to the faces of
interactants” (Nwoye 1992: 311). Di contro, le culture estremo-orientali, in particolare cinese, giapponese,
coreana, e numerose culture africane sarebbero caratterizzate da un’etica collettivistica, che identifica
l’individuo in base alla posizione che occupa all’interno del gruppo, sicché ogni persona si troverebbe
invischiata in una rigida rete di obblighi sociali, che ne definisce diritti e doveri (cfr. Ide 1989; Gu 1990;
Nwoye 1992). Questa lingua, infatti, non ammette la possibilità di produrre enunciati non marcati sul piano
sociolinguistico, anche quando si vuole comunicare una semplice informazione come «oggi è sabato». Il
parlante si troverà a dover scegliere tra tre varianti (familiare, cortese e onorifica) a seconda dell’interlocutore
che ha di fronte.
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(ii) La nozione di faccia ha poco senso in culture ove l’identità di ciascuno, così come la libertà
individuale, è definita dall’appartenenza a un dato gruppo e dallo status riconosciutogli dagli altri
membri , ossia nelle società di stampo collettivistico.
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I limiti «epistemologici» della teoria di B&L (1980): concezione meccanicistica e
parziale
Modello meccanicistica e predittivo
▹ WX = P(s,h)+D(s,h)+RX
▹ Il calcolo esatto del peso determina la scelta
della corretta sottostrategia cortese (15 per la
cortesia positiva, 10 per la negativa).
Concettualizzazione ‘robotica’ della persona
modello, che sembra aver immagazzinato aprioristicamente la formula del peso nella sua competenza
pragmatica.
o «An overly pessimistic, rather paranoid view of human social interaction» (Schmidt 1980); «social
interaction becomes an activity of continuous mutual monitoring of potential threats to the faces of the
interactants» (Nwoye 1992)
o Ma la cortesia è anche espressione emotiva di affetto ed empatia verso l’altra persona!
Visione ‘minacciosa’ dell’atto linguistico.
Parzialità teorica: modello che ignora la scortesia, o la definisce negativamente come assenza di cortesia.
Attenzione a parlante e produzione (no reazione dell’interlocutore) avulsa dal contesto.
Commento formula: Paternoster 34-35
Persona modello: paranoico che pensa solo a utilizzare la cortesia per ottenere quello che vuole.
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«The rules of grammar are fundamentally conventional; the principles of pragmatics are fundamentally non-
conventional, i.e. motivated in terms of conversational goals» (Leech 1983: 24)
The interesting thing is that not even the intonation and enthusiasm of Melody helped the Japanese student to
process the expression properly. In sum, in this short interaction all actual situation contextual factors were
overridden by the student’s prior experience with the use of “get out of here” and the strong semantic
analysability of the expression.
IMPORTANZA CRUCIALE DEL FRAME CONVENZIONALIZZATO (in questo caso family-specific!)
→ ma in contesto interculturale (Kecsces : 214)
[Japanese student, Akiko, is talking to an American student, Melody]
A: Melody, I have received the travel grant.
M: Nooou, get out of here!
A: You should not be rude. I did get it. Akiko comprende il contenuto dell’atto,
M: OK, I was not rude, just happy for you. ma non ne interpreta correttamente
la forza illocutiva: pragmatic failure
In pragmatica interculturale, il contesto non è tutto!
«In intercultural interactions the actual situational context does not always work as a collective frame that
helps interlocutors make similar sense of the linguistic signs. Oftentimes the actual situational context is
interpreted differently by the interlocutors because their prior experience is rooted in different cultures» (cf.
la nozione di habitus)
Sequenzialità
La conversazione è un processo collaborativo e sequenziale in cui parlante e ascoltatore si dimostrano,
attraverso l’adiacenza delle proprie mosse interazionali, l’interconnessione e la «significanza» di ciò che si
dicono
La collocazione sequenziale ed emergente di azioni interconnesse è una risorsa fondamentale per la
comprensione e interpretazione dei parlanti mentre parlano (projectability)
Che fai stasera? [Projectability → prevedibilità; che fai stasera non è la richiesta di resoconto ma prefigura
un possibile invito a cena]
Chiarimento terminologico preliminare
Turno Unità formale Sequenza di parole prodotte da un parlante compresa tra il momento in cui inizia
a parlare da solo e il momento in cui un altro interlocutore fa altrettanto
Mossa Unità funzionale L’unità di analisi che tiene conto del contenuto, di ciò che il parlante fa parlando,
delle sue azioni linguistiche
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Significanza: struttura precomunicativa di relazione interpersonale VS significato/ità di quel che dico
Talvolta, formato triadico: third, con spesso con funzione di feedback o di riformulazione («repair»)
LOU I’ve read a nice story today FPP
INS Che giorno è oggi Munir? FPP
MOM Uhm what’s that? SPP
STU Venerdì SPP
LOU W’ll not today maybe yesterday Third
INS Bene (closing) Third
Preferenza
La prima mossa di ogni coppia implica una reazione preferibile a un’alternativa comunque possibile
FPP invito asserzione domanda scusa
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Cl: non c’è Co: er:: well we’ve sold out at the moment, but they
Co: manca dal distributore italiano. provi tra una [also>]=
settimana circa, ma non glielo assicuro, può tardare Cl: [<yes]
anche di più Co: ==keep it upstairs in sociology on the second floor
Cl: ..grazie Cl: right. thank you
Co: prego
Al di là di quel che si dice, è importante quando lo si dice («why that now», Schegloff 1996)
Lingue diverse hanno diversi modelli di aspettative conversazionali che possono confliggere (Zorzi 1990:
111)
Cosa succede nell’incontro interculturale, quando due modelli di gestione della dispreferenza si scontrano?
CL: qualche gramma- grammatica inglese, eh comparata. italiano inglese comparata c’è?
Co: come comparata? cioè le differenze tra la grammatica italiana e inglese?=
CL: =sì
Co: no. non ne conosco neanche una
CL: oh…… sì ma potrei prenderla dall’altra parte=
Co: =sì (Zorzi 1999: 94-95)
«Sul piano della transazione, è il parlante nativo a condurre il lavoro discorsivo, risolvendo i problemi e
offrendo informazioni necessarie (anche quelle non richieste come spesso in italiano), mentre quando si tratta
di ratificare la coproduzione in termini di aspettative conversazionali in quel caso la ratificazione non
avviene» (Zorzi 1990: 111)
Tecniche di allocazione
• Eteroselezione
Padre: Marco li vuoi i pomodori?
Marco: No
Padre: Allora passameli
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• Autoselezione
Marco: sono stanco, interrogazioni, compiti in classe (0.5) non se ne può più::
Madre: domani me ne andrei al mare
➢ Quali e quanti TRP? Auto o eteroselezione?
Corpus KiPARLA [TOA3014]
TO095: cioè come se fosse la vostra città, quindi conoscete la gente, andate in giro, salutate la gente, cazzo
bello
TO091: vabbè che poi a Perugia è diverso, perché' comunque::,
TO095: vabbè, però metti che comunque esci, conosci la gente, (ed è il) tuo posto no? c(io)è
TO091: sì
Strumenti per la gestione del turno: i segnali discorsivi con funzione interazionale
Utilizzati per ancorare l’enunciato all’interazione in corso di svolgimento, marcando punti salienti
nell’alternanza tra i parlanti e i rapporti di «forza comunicativa» che intercorrono tra loro.
Dalla parte del parlante Dalla parte dell’interlocutore
Presa di turno Meccanismi di interruzione
Allora, dunque, ma, (e) niente E no, scusa, ma, aspetta
Riempitivi Back-channels
Eh, praticamente Mmm, ok, si, ho capito
Richiesta di attenzione Conferma dell’attenzione
Guarda, ascolta, senti ok, sì, d’accordo
Richiesta di accordo/conferma Accordo/conferma/rinforzo
Capito? No? Va bene? Vero? Ok, certo, esatto
Cessione del turno –
No? Va bene? Prego
Caratteristiche fondanti del parlato:
• continuità e immediatezza nella produzione e nella ricezione
• bassa tollerabilità di silenzi e pause
• minima possibilità di pianificazione
• impossibilità di cancellazione
Sovrapposizioni vs interruzioni
Si ha sovrapposizione quando più persone parlano simultaneamente.
▹ Autoselezione contemporanea
P: Dodici libbre, credo, no?=
S1: = [Capisci?
S2: [Dodici libbre sulla scala degli Weight Watchers;
▹ TRP (Transition Relevance Place) ignorato e poi sfruttato da due parlanti
1P: Il nove marzo ci sta su un locale, si chiama Tèlos, i Modena City Rembers
2D: [Rambles].
2P: [E va ve’ ] non lo so Loreda’ più o meno.
Interruzione (competitiva): un partecipante inizia a parlare prima che il current speaker abbia concluso il
proprio intervento.
F: Eh, sì [ inv+
M: [ È il fatto che se io voglio fare carriera… (Bongelli 2005)
Interruzioni supportive
Caso tipico: la risposta anticipata
4P: Buonasera [dottore.
5M: [Buonasera.
Collaborazione a difficoltà di pianificazione del discorso
A: and we’re looking a Bernini and Titian and er::… [Titian and Bernini>]
B [<what’s this, five al-] five altar pieces?
Interazioni informali multipartecipate (es. cena tra amici)
A: Ti ricordi quella volta in montagna in cui Marta è caduta addosso al m[aestro di sci?
B: [Non era Marta, ti sbagli era Lucia.
A: Sì sì hai ragione ah ah ah,
(Bongelli 2005: 14)
In situazioni conviviali, interrompere può essere segno di coinvolgimento emotivo, di partecipazione ed
interesse nei confronti della conversazione, e anche strategia collaborativa che denota attenzione discorsiva
nei confronti dell’interlocutore
Durante le cene fra amici, ad esempio, oltre al formarsi, di norma, di coppie conversazionali può accadere che
le persone inizino a sovrapporsi serenamente le une alle altre.
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Non tutte le sovrapposizioni sono considerate un'irregolarità nel sistema di turn-taking queste cosiddette
violazioni sono una caratteristica principale di una conversazione con ruoli molto specifici che sono conformi
alle norme comunicative e ai valori dettati in una cultura
(https://trace.tennessee.edu/cgi/viewcontent.cgi?referer=https://www.google.com/&httpsredir=1&article=10
50&context=vernacular)
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Universalità vs variazione culturale nella presa del turno
Stivers et al. 2009, Universals and cultural variation in turn-taking in conversation: campione di parlato di
10 lingue, da comunità indigene tradizionali alle lingue più diffuse del mondo.
Trend universali: «general avoidance of overlapping talk and a minimization of silence between
conversational turns».
Questo suggerisce «a single shared infrastructure for language use with likely ethological foundations».
Ma tasso di variazione: diversa calibrazione e percezione del ritardo tra turni che ha fondamenti
culturalmente specifici.
• «specific cultural interactional pace»
• «general differences in the overall tempo of social life»
Un silenzio di 200 ms, sentito come ritardo in quasi tutte le lingue, non è percepito come saliente in danese e
in lao.
Transizione tra turni di parola in millisecondi nelle 10 lingue considerate (asse y: % delle transizioni tra turni;
asse x: millisecondi tra un turno e l’altro)
✓ Il danese ha la tempistica di risposta più rallentata in media (+469ms)
✓ Il giapponese la più rapida (+ 7ms), seguita dal Tzeltal (+63ms)
✓ La media è 250ms (1/4 di secondo), il tempo richiesto per produrre una sillaba in inglese
(Stivers et al. 2009)
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▹ «Two brothers of Häme (Finland) were on their way to work in the morning. One says, ‘It is here that I
lost my knife’. Coming back home in the evening, the other asks, ‘Your knife, did you say?’» (Tannen
et. al. 1985)
▹ Ricevere ospiti nel nord della Svezia: «We would offer coffee. After several minutes of silence the offer
would be accepted. We would tentatively ask a question. More silence, then a ‘yes’ or a ‘no’» (Bauman
et al. 1974)
▹ Un parlante tedesco davanti alla TV: «Perfino guardando la tv evitiamo di interrompere chi sta tenendo
un discorso e non facciamo commenti tra noi finché non ha finito» (Balboni 99)
Vs. la “conversazione anarchica” in un villaggio di Antigua, ove non vi è alcun «regular requirement for two
or more voices not to be going on at the same time» (Bauman et al. 1974)
▹ Dati confermati dal Tzeltal, una lingua maya parlata nello stato del Chiapas, Messico
Decostruzione di stereotipi: italiano quarto avvicendamento più lento del campione, anche se molti studi
etnografici la indicano come lingua altamente tollerante nei confronti di interruzioni e sovrapposizioni
• In media, 310ms tra un turno e l’altro: gap più alto della media del campione
Interazioni asimmetriche
Nelle interazioni ordinarie «ciò che uno può, possono gli altri» (Leonardi & Viaro 1983: 147) e tutti i
partecipanti all'interazione possono indirizzare l'andamento della conversazione.
Si ha invece asimmetria nelle «interazioni comunicative in cui non si realizza fra gli interagenti una parità di
diritti e doveri comunicativi, ma i partecipanti si differenziano per un accesso diseguale ai poteri di gestione
dell'interazione» (Orletti 2000:12; cfr. il concetto di conversazione diseguale).
• predeterminazione nella alternanza dei turni.
• la figura del regista, caratterizzata da una marcata dominanza interazionale.
31
Un esempio: l’interazione medico-paziente.
MED. qui sulla sua scheda vedo che ha problemi di coagulazione (.) cosa vuol dire ha il diabete?
PAZ. ma::: non saprei che io sappia::: NO
MED. prende anticoagulanti?
PAZ. ma perché mi chiede questo? Non dovrà mica farmi un’incisione
MED. quindi non prende anticoagulanti
(a domanda preoccupata non do risposta: reazione dispreferita!!)
In sintesi
Conversazione simmetrica Conversazione asimmetrica
Uguaglianza Dominanza
Negoziazione locale dei turni Gestione dei turni da parte del regista
Omogeneità dei turni Disparità tra turni
Alternanza libera Alternanza istituzionalizzata
Sovrapposizioni e interruzioni frequenti Sovrapposizioni e interruzioni rare
Sequenze di azioni
Nella conversazione si possono identificare sotto-strutture sequenziali coerenti anche più estese di una coppia
adiacente, che ne inglobano diverse.
➢ Esempio: l’espansione «verso l’alto» di una richiesta
1 Fre Fpre Oh by the way ((sniff)) I have a bi:g favor to ask ya.
3 Fre Fpre ’Member the blouse you made a couple weeks ago?
33
8 Fre Post insert ((sniff)) but I hate ta impose.
9 Lau SPP No problem. We can do them on Monday after work.
«Pre-sequences of this sort … serve to allow some preliminaries to the projected sequence to get
accomplished or established before the base sequence itself has its FPP articulated ... while providing
recognition criteria for the base FPP when it “arrives” – i.e., it will be a question/telling/offer/request, etc»
(Schegloff 2007:44)
34
L’apertura di telefonate di servizio in prospettiva interculturale
Pallotti & Varcasia (2008): italiano, francese, spagnolo, tedesco e inglese a confronto.
Routine a prima vista semplice e standardizzata, ma culturalmente variabile.
Mosse culture-specific: l’espressione di availability in inglese
C: ((telephone rings))
R: hello melany can i help you?
C: yes hello good afternoon i’d like to know if you do interflora.
Mosse frequenti in una cultura e rare in altre: self-identification
C: ((telephone rings))
100
R: .hh guten tag hier ist dr reisebüro mein name
80 ist kristine?
60 C: ja guten tag hier ist müller äh ich rufe gerade
an u:nd um zu wissen […]
40
20
0
Inglese Francese Spagnolo Italiano Tedesco
Self-identification
https://www.immi.se/intercultural/nr17/pallotti.htm
Data come from a number of calls made to a variety of businesses and institutions, including bookstores, travel
agencies, hairdressers, language schools, libraries, student dorms, university departments.
the strong tendency for German callers to self-identify, vis á vis the lack of such a practice in English and
French, or the frequency with which Italians, French and Spaniards answer the phone with a simple ‘hallo’, a
format that is virtually absent from German and English service calls.
Le telefonate di servizio rappresentano un genere ben definito tra le conversazioni telefoniche. Questo tipo di
chiamate hanno come scopo quello di offrire e fornire dei servizi. Per questo motivo le chiamate prese in
considerazione nel corpus delle due lingue, italiano e tedesco, sono state effettuate ad uffici pubblici, negozi,
agenzie viaggi, parrucchieri, etc. per chiedere delle informazioni sui servizi offerti, prenotare un viaggio,
prendere un appuntamento. Si tratta di incontri nei quali i partecipanti hanno ruoli complementari: vi è sempre
un cliente o un utente che si rivolge a un ricevente per fare la sua richiesta.
I due formati ricorrenti nei turni dei parlanti italiani e tedeschi del corpus sono composti:
• dai saluti, seguiti da una pre-richiesta e dall’entrata nel merito;
• dai saluti, identificazione di chi chiama, pre-richiesta e motivo della telefonata.
Il secondo formato è principalmente riscontrato in tedesco. → mancata identificazione IT > TED può creare
diffidenza o altri problemi.
• Mosse strutturate differentemente in diverse culture: l’ordine greeting–identification (+ availability)
good afternoon travelrunners independent can I help you
35
?? super líneas santander buenos días la atiende ricardo dígame en que puedo ayudarle
80
60
40
20
0
Francese Italiano Spagnolo Tedesco Inglese
Channel opener Place identity
Place identity + greetings Greetings + place identity
«There is no pan-European standard way of answering the phone»
Identifying the place and greeting - is realised in the reverse order in at least one language, English. From this
follows the dubious validity of training programs based on literal translations of materials originally written
in other languages. An opening like good afternoon travelrunners independent can I help you?, which is quite
natural in the UK and uttered even in small businesses, becomes almost ludicrous when it takes the Spanish
form super líneas santander buenos días la atiende ricardo dígame en que puedo ayudarle, → soprattutto in
istituzioni enormi internazionali multinazionali calco automatico da inglese
Tipi di scuse
Enunciati formulaici e convenzionalizzati che tipicamente contengono espressioni linguistiche ridotte allo
status di marcatori extra-frasali del comportamento cortese, come scusa, I’m sorry, pardon,
Entschuldigung (Watts 2003: 168-169)
• Scuse sostanziali, connesse ad un effettivo rincrescimento per uno sbaglio o un’offesa
Anto: E non fare così che mi spaventi
Lotu: Hai ragione, scusa (Scarpelli, La banda degli onesti)
• Scuse rituali, connesse alla realizzazione di aspettative sociali («rituali interazionali», Goffman 1967)
Tipicamente realizzate in «messaggi misti», ove si usa l’atto di scusa per realizzare un’azione diversa
Scusi, come ha detto che fa di nome questa signora?
Cfr. role plays «bottiglia di vino» e «caffè alla macchinetta»
alerters, cioè «element[s] whose function is to alert the Hearer’s attention to the ensuing speech act» (Blum-
Kulka et al. 1989: 277)
https://onedrive.live.com/edit.aspx?resid=D13CC258F7CB1F74!115&ithint=file%2cdocx
37
Scuse che introducono atti minacciosi della faccia dell’interlocutore che precedono un atto linguistico
potenzialmente scortese
Sì Giangi, lo so che tu avresti voluto fare qualcosa, ma, scusa se te lo dico, non avevi proprio gusto
Scusi se la interrompo, ma le volevo chiedere quando andiamo in gita la prossima volta
«I'm sorry, but despite that, I'm going to say the unwelcome thing that I have to say» (rielab. Da Leech 2014:
119)
700
600
500
400
300
200
100
0
Apology (performative) Expression of regret Request for forgiveness
Inglese Polacco Russo
The unpredictable nature of apologies is another reason why the collection of naturally occurring data in three
countries does not seem a viable option.
39
• Izvinite contiene la parola vina «colpa» (il parlante richiede letteralmente di essere liberato dalla colpa);
minimizzazione della colpa, commessa senza piena responsabilità
• Prosti-te spesso associato a contesti religiosi e remissione di peccati: usato per offese più serie, pone
l’accento sul perdono accordato alla colpa commessa con piena responsabilità
→ Le formule di scusa «function as conventional linguistic means to embody culture-specific attitudes»
(Suszczyńska 1999: 1059)
INGLESE: Non c’è connessione logica tra rammarico e assunzione di responsabilità
RUSSO: Il concetto di scusa in russo è basato sull’ammissione di colpevolezza da parte del parlante e sul
ricevente che lo libera dalla colpa. Scusa in russo si configura essenzialmente come richiesta di perdono che
deve essere argomentata in modo adeguato in base a diversa percezione del grado di colpa: Forme verbali
all’imperativo > forte orientamento richiestivo diretto all’interlocutore (vs ad es. inglese) ma possibilità di
marcare linguisticamente differenze nella percezione della colpa
40
Inglese Polacco
Sorry, wrong person. ... sądziłam, że to mój kolega, którego już dosyć dawno nie widziałam.
Najwyraźniej się pomyliłam.
‘... I thought it was my friend, whom I haven’t seen for quite a while. Very
clearly, I’ve made a mistake.’
Formulazioni vaghe (non dare Maggiore disponibilità a intraprendere conversazioni con sconosciuti;
dettagli personali) e informazioni personali anche quando non essenziali
formulaiche → Cultura collettivistica e orientata alla positive politeness
→ negative politeness
L’influenza della distanza sociale nella variazione delle scuse è molto più forte in russo e polacco: attitudini
diverse nei confronti dell’autorità in queste culture di stampo ex-socialista, collettivistico.
41
In inglese, i parametri di distanza e potere dell’interlocutore non sembrano invece rilevanti. In tutte e tre le
lingue più intensificazione con chi è potente, ma non del tutto sconosciuto (categoria 3) > possibilità di
relazione futura.
In inglese le scuse agli amici (categoria 1) sono più intensificate di quelle rivolte agli sconosciuti.
Maggiore senso di intimità tra amici per parlanti russi e polacchi.
Scuse «effusive» sentite come troppo marcate e invadenti in contesti formali (minaccia faccia negativa), e
questo è valido a livello interlinguistico (categoria 4)
Anche l’inglese scende un pochino in categoria 3 e 4
In conclusione
Cosa c’è di universale nelle scuse?
«They aim at restoring social equilibrium» (Ogiermann 209)
Cosa di culturalmente specifico?
• Il tipo di atto implicato (espressivo vs direttivo)
• L’aspetto focalizzato dalle formule apologetiche (rimorso, colpa, perdono)
• La disponibilità dei parlanti ad assumersi la responsabilità
• Il valore sociopragmatico dell’intensificazione
• La propensione alla condivisione di spiegazioni e dettagli personali
• L’approccio globale all’evento comunicativo, orientato verso la deferenza (distanziamento) vs uno stile
solidale (avvicinamento)
«Cultural differences do not only obtain in preferences for local strategic choices but for global approaches to
the speech event, such as opting for a deference versus a solidarity style» (Bergman & Kasper 1991: 142)
«Apparently, in a negative politeness culture, the provision of personal information can be seen as an
unnecessary self-exposure and even as imposition on the hearer’s negative face. Speakers of the two Slavic
42
languages were less protective towards their negative face, which resulted in more direct responses in Russian
and more effusive apologies in Polish» (Ogiermann 2009)
43
LEONE Scusa, perché? (Pirandello, Il giuoco delle parti, III, 3)
Analisi quantitativa:
44
In particolare, l’incremento più massiccio si realizza nell’ambito delle scuse che accompagnano azioni
secondarie e soprattutto FTAs, con un picco di frequenza nel ‘900
- Il XVII Secolo
Bassissima frequenza dell’atto di scusa in generale
Predominano le scuse sostanziali: solo due scuse in messaggi misti, per questioni relative all’etichetta →
attenzione molto scarsa a strategie di salvaguardia della faccia
Le scuse sono realizzate tramite il lessema perdonare
BALIA. Amasia Amasia, presto presto! ché Cintio vi chiama ché vostropadre vi cerca.
CINTIA. Cor mio, perdonatemi. - Eccomi eccomi! (Della Porta, Cintia, II, 7)
Atto di scusa legato alla dinamica di pentimento e perdono
Cfr. la situazione che Jucker (2018) descrive per l’antico inglese: “Renaissance apologies are more like
requests for the addressee’s generosity to forgive or overlook the offence”
“An offence was a transgression that required retribution and punishment but no apology” (Kohnen
2017: 305)
Menzioni di atti di supplica che accompagnano le scuse, ad es. inginocchiarsi per mostrare sottomissione,
un’esternalizzazione della metafora dell’asse verticale della gerarchia sociale
PIRINO. Non me lo potevi dir subito? Perdonami, fratello, fratellino mio dolce.
FORCA. No, no: tornerò i danari a vostro padre …
PIRINO. Forca mio, m'ingenocchiarò a’ tuoi piedi. (Della Porta, Carbonaria, II, 2)
Complessa elaborazione dell’atto di scusa, in linea con i risultati di Jucker & Taavitsainen (2008)
sull’inglese del ‘500-’600, ove le scuse erano molto menoroutinizzate di oggi e semplici espressioni come
sorry e pardon, non erano percepite come sufficienti: I parlanti di norma aggiungevano spiegazioni, vocativi
oaltri atti di supporto.
- Il XVIII Secolo
Il repertorio delle formule apologetiche si arricchisce e include lessemi derivati da scusare, perdonare e
compatire.
Le scuse sono usate soprattutto in messaggi misti, in FTAs ma anche in situazionilegate all’etichetta:
- Il XIX Secolo
Ulteriore incremento degli atti di scusa, soprattutto nei messaggi misti e legatiall’etichetta
Preoccupazioni legate all’etichetta comunque connesse alla gestione della faccia
- Rivolgersi a qualcuno può minacciare la faccia negativa dell’interlocutore
- Abbandonare una conversazione quella positiva
RODOLFO. Mille scuse, signori. Ah! ti trovo, Carlo! Per bacco! è un'ora che ti cerco!
(Verga, I nuovi tartufi I, 5)
TEODORO Ho l'emicrania, baronessa; un'emicrania terribile...
RITA Ma per giovedì vi sarà passata...
TEODORO Per solito mi dura tre giorni... Vado a mettermi a letto... Permettetemi; scusate
(Torelli, I mariti II, 5)
Emergono nuove preoccupazioni connesse alla salvaguardia della faccia, ad es.quando si esprime disaccordo:
come sottolineato dai manuali di buone manieredell’epoca, il dissenso deve essere mitigato da espressioni di
scusa
GIULIA Vi farò notare un orribile difetto di mio marito: una macchia gialla nell'occhio sinistro!
SOFIA Questo poi, scusa, non è vero!... (Torelli, I mariti I, 3)
Il XIX secolo costituisce un punto di svolta fondamentale per l’evoluzione dellescuse nella storia dell’italiano
Commenti metapragmatici riflettono la critica implicita del codice normativo ereditato dal ‘700, ormai
sentito come pomposo, arcaico e artificiale, e quindi la tendenza ad abbandonarlo appena possibile, in
conformità coi valori meno formalidella nuova borghesia emergente, protagonista della scena politica post-
unitaria
DI RIVERBELLA (per andar via) Duchessa; vi rinnovo i miei augurii...
LA DUCHESSA Scusatemi, Errico: vi tratto senza cerimonie come il figlio della mia piú cara amica...
DI RIVERBELLA Grazie, duchessa.
(Torelli, I mariti I, 8)
LA DUCHESSA Dammi il braccio, Filippo; voglio andare nelle mie camere... […]
FABIO Arrivederci, duchessa.
LA DUCHESSA Non vi domando scusa, Fabio, perché vi considero già della nostra famiglia...
(Torelli, I mariti I, 8)
- Il XX Secolo
Ulteriore impennata nella crescita degli atti di scusa
Il lessema perdonare è marginale e ha una connotazione formale, mentre scusare èmolto più comune
46
Le scuse in azioni secondarie sono sempre più frequenti, ma ancora di più quelle che mitigano FTAs:
Nel corso del tempo, aumenta la frequenza di questo atto: ciò determina la sua , convenzionalizzazione e
semplificazione, con due principali conseguenze a livellolinguistico:
Pragmaticalizzazione di una sola formula (scusa)
Il repertorio linguistico per gli atti di scusa si è progressivamente riconfigurato
compatire
perdonare perdonare scusare
scusare
47
Conclusioni
Attraverso i secoli i parlanti italiani si sono scusati sempre di più e hanno sovraesteso la formula apologetica
per eccellenza, scusa, ad altre funzioni cortesioltre all’atto di riparazione basico, ad es. richiamare l’attenzione
di qualcuno o prendere il turno.
Riflessi linguistici: incremento nella frequenza dei messaggi misti, riduzione del repertorio lessicale delle
scuse, pragmaticalizzazione di una sola formula con più marcata funzione rituale e
indebolimento della sua forza illocutiva.
- Da una cortesia ‘sociale’ connessa all’adeguato posizionamento socio-identitario
proprio e altruisull’asse verticale del potere ed espressa da un rigido cerimoniale
codificato
“Politeness was more about acknowledging your place in society, had more to do with social indexing, with
recognising one’s place in the scheme of things, than negotiating face” (adatt. da Culpeper & Demmen 2011:
59)
- All’emergere dell’individualità borghese e alla riorganizzazione dei rapporti sociali
sull’asse orizzontale della distanza sociale, alla base dellanostra idea moderna di
rispetto della faccia (→ cortesia negativa)
48
«I problemi della comunicazione interculturale tra un italiano e parlanti appartenenti a n culture sono infiniti;
allora un modello può indicare un numero n di potenziali punti critici universali» (Balboni 2015: 3)
i due ambiti relativi ai valori e agli eventi sono delle serie aperte e variabili da contesto a contesto: ad esempio,
mappando i potenziali punti critici della comunicazione tra italiani e spagnoli, è probabile che il punto 1.4,
relativo al concetto di famiglia, possa essere depennato, mentre indubbiamente andrà inserito qualcosa sul
tema dell’intrattenimento pubblico che implica sevizia e uccisione di un animale. Questa considerazione
spiega perché la mappa interculturale vada adeguata, in questi riquadri, alle due culture messe a confronto.
49
o Il nostro modo di concepire la realtà si adegua progressivamente ad accogliere la differenza man mano
che maturiamo esperienze sempre più complesse di alterità culturale
Il modello DMIS
Definisce la sensibilità interculturale in termini di fasi della crescita personale
La percezione della differenza culturale può essere esperita in diversi stadi: ogni stadio corrisponde a una
diversa percezione e interpretazione della realtà
«People at the acceptance stage enjoy recognizing and exploring cultural differences. They are aware that they
themselves are cultural beings. "Acceptance" does not mean that a person has to agree with or take on a cultural
perspective other than his or her own. Rather people accept the viability of different cultural ways of thinking
and behaving, even though they may not like them» (Bennett 1998: 28)
Negazione delle differenze culturali, associate a una categoria indistinta di alterità. Isolamento e separazione.
Timore delle differenze culturali.
Tolleranza e minimizzazione delle differenze culturali, subordinate rispetto alle caratteristiche universali che
ci accomunano tutti in quanto esseri umani.
Accettazione e rispetto delle differenze culturali. Relativismo comportamentale e valoriale.
Polarizzazione di pensiero noi/loro. Denigrazione e atteggiamenti di superiorità.
ADATTAMENTO Capacità di relazionarsi con culture differenti in maniera efficace. Empatia e
interiorizzazione di prospettive culturali multiple.
INTEGRAZIONE La differenza culturale è considerata come parte integrante della propria costruzione
identitaria. Concezione del sé come ʺpersona interculturaleʺ.
Capacità di creare ponti tra le culture.
Modalità d’esame
Esame scritto
6 domande (3 per modulo)
Modulo 1:
50
• due domande teoriche
• un esercizio di analisi e commento di uno scenario comunicativo interculturale:
✓ Analisi di un incidente critico
✓ Analisi di facework e strategie (s)cortesi in prospettiva interculturale
✓ Analisi di conversazioni in prospettiva interculturale
✓ Analisi pragmatica di un atto linguistico in prospettiva interculturale
Esempio
Jerry and Bob are going to the movies. They want their Chinese colleague, Zhang, to go with them.
JERRY (SMILING): Hey, duschbag, wana come with us?
ZHANG: What did you just call me?
JERRY: Forget it. Do you want to come with us?
Tom ha noleggiato un'auto un fine settimana. Era la prima volta che guidava una macchina in Giappone, ma
è sempre stato un ottimo guidatore negli Stati Uniti. Sulla strada verso la casa del suo amico, però, ebbe un
incidente. Un bambino di circa quattro anni corse in strada da un vicolo proprio mentre Tom stava passando.
Tom stava guidando al di sotto del limite di velocità e guardava attentamente la strada, quindi frenò
immediatamente. Tuttavia, l'auto sfiorò il bambino, facendolo cadere. Tom fermò immediatamente l'auto e
chiese a un passante di chiamare la polizia e un'ambulanza.
Fortunatamente, le ferite del bambino erano lievi. La polizia non fece una multa a Tom: grazie al racconto di
alcuni testimoni, si stabilì che non aveva alcuna colpa. Gli dispiacque molto per lo spavento arrecato al
bambino, ma decise che non c'era più nulla che potesse fare, e così nei giorni successivi cercò di dimenticare
l'incidente. Tuttavia, dopo una settimana Tom venne a sapere dal poliziotto che i genitori del bambino erano
estremamente turbati dalla risposta di Tom all'incidente.
FINE FEDRIANI
51
Strick Lievers – Lessico
La nozione di parola
Che cosa è una parola?
verde
verde acqua / verdeacqua
verdemare / verde mare
“It must be said at once that it cannot be encapsulated in a definition, still less one that will be valid for all
languages. It lies instead in a range of characteristics that words in general tend to have and other units tend not
to have” (Matthews 1991: 209)
La nozione di parola è fondamentale nella tradizione linguistica occidentale, ma è particolarmente difficile da
definire
Varie definizioni, a diversi livelli di analisi linguistica:
Parola grafematica
Una parola è una sequenza di grafemi delimitata da spazi bianchi
• In italiano:
< la casa > : due parole, la e casa
< lo mangio > : due parole, lo e mangio
< mangialo > : una parola, mangialo
< pescespada > : una parola, pescespada
< pesce palla > : due parole, pesce e palla
< arteterapia > : una parola, arteterapia
< arte terapia > : due parole, arte e terapia
‣ Scriptio continua
• Lingue che non hanno un sistema di scrittura?
52
“[I]n Chinese [...] the ‘word’ is by no means a clear and intuitive notion. In Chinese language and culture, the
clear and intuitive notion [...] is the zì 字.The term zì 字 actually has two distinct meanings in popular usage:
it can mean either a morpheme in the spoken language, or it can mean a written Chinese character.”
(Packard 2000: 14-15)
Parola morfosintattica
Una parola è un elemento linguistico caratterizzato da:
• coesione interna:
(1) una parola non può essere interrotta da altro materiale linguistico Es: ferro → *fterro
(2) l’ordine dei morfemi all’interno della parola è fisso Es: *oferr
• mobilità: una parola può spostarsi all’interno di una frase, in base alle regole di una data lingua
Es: Il materiale di cui è fatta la Torre Eiffel è il ferro / Ferro è il materiale di cui è fatta
53
• enunciabilità in isolamento: una parola può costituire un enunciato da sola
Es: Di che cosa è fatta la Torre Eiffel? Ferro
Però, attenzione: qual è il suffisso di superlativo assoluto? -issimo
• mobilità: una parola può spostarsi all’interno di una frase, in base alle regole di una data lingua
Es: l’arteterapia (o arte terapia) è il suo mestiere / il suo mestiere l’arteterapia (o arte terapia), ma *l’arte è il
suo mestiere terapia.
• mobilità: una parola può spostarsi all’interno di una frase, in base alle regole di una data lingua
non applicabile
• mobilità: una parola può spostarsi all’interno di una frase, in base alle regole di una data lingua
Es: la canna da pesca si è rotta / si è rotta la canna da pesca /
*la canna si è rotta da pesca
54
Polirematiche
(Unità) polirematiche (o parole sintagmatiche, ingl. multiwords) “elementi lessicali formati da più di una
parola, che hanno una particolare coesione strutturale e semantica interna e possono appartenere a varie
categorie lessicali” Masini, F. (2011), Enciclopedia dell'Italiano
Es.:
Nomi: avvocato del diavolo, letto a castello, cavallo di battaglia, … gratta e vinci, botta e risposta (→ binomi
coordinati)
Verbi: fare fuori, buttare lì (una risposta), … (→ verbi sintagmatici)
Aggettivi : fuori luogo, su misura, …
Avverbi: più o meno, a rotta di collo, …
Preposizioni: di fronte a, nell’arco di, …
Presentano diversi gradi di coesione semantica e sintattica, evidenziabili tramite test (v. Jezek 2011, quadro
1.1, 1.2)
• Coesione • Ordine fisso
cavallo di battaglia cavallo di battaglia
*cavallo purosangue di battaglia *è di battaglia quel cavallo?
fonologico fonologico ✓
55
→ alcune parole sono più “tipiche” di altre.
Lessico e dizionari
Lessema e lessico
Lessema: parola considerata come elemento linguistico portatore di significato.
Unità astratta alla quale sono ricondotte le diverse forme flesse (es: alto, alta, alti, sono forme di uno stesso
lessema)
Lessico: insieme dei lessemi di una data lingua. Comprende:
‣ tutti i lessemi esistenti
‣ tutti i lessemi possibili, che potremmo creare secondo le regole della lingua (es: pianofortaio è una parola
non esistente ma possibile)
➝ è un insieme aperto
Il settore della linguistica che studia il lessico è la lessicologia.
Lemma e dizionario
Dizionario: rappresentazione del lessico (è un oggetto concreto) Comprende solo lessemi esistenti
➝ è un insieme chiuso
Lemma (o entrata lessicale): lessemi registrati nei dizionari, attraverso una forma di citazione stabilita
convenzionalmente
• corro, corriamo, correrà,... ➝ correre (infinito)
• casa, case ➝ casa (singolare)
• bella, bello, belle, belli ➝ bello (maschile singolare) (le convenzioni possono variare di lingua in lingua)
La disciplina che si occupa di compilare i dizionari è la lessicografia
Dizionario
È una rappresentazione parziale del lessico di una lingua
“Un dizionario […] è una rappresentazione del lessico di una lingua, come un ritratto è la rappresentazione
del volto di una persona e una mappa la rappresentazione di un territorio” (Strik Lievers 2020: 105)
“… In quell'Impero, l'arte della cartografia giunse a una tal perfezione che la mappa di una sola provincia
occupava tutta una città, e la mappa dell'Impero tutta una provincia. Col tempo, queste mappe smisurate non
bastarono più. I Collegi dei Cartografi fecero una mappa dell'Impero che aveva l’Immensità dell'Impero e
coincideva perfettamente con esso. Ma le generazioni seguenti, meno portate allo studio della cartografia,
pensarono che questa mappa enorme era inutile e non senza empietà la abbandonarono alle inclemenze del
sole e degl’inverni (Suárez Miranda, Viajes de varones prudentes, libro IV, cap. XIV, Lérida, 1658)”. (Borges,
Del rigore e della scienza, In Tutte le opere, Milano: Mondadori 1984, p. 1253)
• Contiene più parole / informazioni rispetto alla conoscenza del singolo parlante.
56
• Ci sono diversi tipi di dizionari.
Vocabolario
Vocabolario:
“L’insieme di tutti i vocaboli adoperati da un singolo autore che abbia scritto testi tendenzialmente omogenei
tra loro dal punto di vista della fonologia, della morfologia e della sintassi, ossia, nel nostro caso, che abbia
scritto testi italiani, oppure adoperati da un singolo parlante o gruppo di parlanti nel discorrere, per quello che
abbia potuto essere documentato”
(De Mauro,T. 2005. La fabbrica delle parole, UTET, p. 29)
Corpora
Che cos’è un corupus?
“A corpus is a collection of pieces of language text in electronic form, selected according to external criteria
to represent, as far as possible, a language or language variety as a source of data for linguistic research”
(Sinclair 2005: 16)
“There are many ways to define a corpus [...], but there is increasing consensus that a corpus is a collection of
(1) machine-readable (2) authentic texts (including transcripts of spoken data) which is (3) sampled to be (4)
representative of a particular language or language variety” (McEnery et al. 2006: 5)
Tipi di corpus
• Lingua: monolingui / multilingui (comparabili o paralleli) / L1 o L2
• Dimensione
• Modalità: scritto / orale / multimodale
• Tipologia testuale: di riferimento, giornalistico, letterario, specialistico, …
• Sincronico / diacronico
Lessico e Semantica
Parole e significato
• Non sono solo le parole ad essere portatrici di significato
Es.: strutture sintattiche, morfemi grammaticali (genere, tempo, …)
• Una stessa categoria semantica può essere espressa con mezzi lessicali o grammaticali
Es.: genere: - it. commesso / commessa
ingl. salesman / saleswoman
- it. ragazzo / ragazza
ingl. boy / girl
- it. marito / moglie
Es.: tempo: futuro: Farò una torta / Domani faccio una torta
57
→ Semantica lessicale: si occupa delle parole e del loro significato
camminare
ted. gehen (‘andare a piedi’), fahren (‘andare con un veicolo’), reiten (‘andare a cavallo’)
Lessicalizzazioni sintetiche / conflation (Talmy 1985)
Lessicalizzazioni analitiche
Es.:
tirare fuori (vs. estrarre), dare un bacio (vs. baciare)
it. fare paura (vs. ingl. scare)
59
past”. (Whorf 1956[1936]: 57-64)
"We are thus introduced to a new principle of relativity, which holds that
all observers are not led by the same physical evidence to the same picture
of the universe, unless their linguistic backgrounds are similar […] The
relativity of all conceptual systems, ours included, and their dependence
upon language stand revealed” (Whorf 1956, p. 214f)
60
• Variazione interlinguistica nel numero di termini di
colore basici e nel modo di sezionare lessicalmente lo
spettro cromatico
I parlanti di lingue che organizzano il lessico cromatico
in modo diverso “vedono” i colori in modo diverso?
• No (posizione universalista): es. Berlin & Kay 1969
• Sì, almeno in parte (posizione relativista): es. :
Winawer et al. 2007
Winawer et al. 2007 (ingl.: blue vs russo goluboj ‘blu chiaro’ / siniy ‘blu scuro’) “These results demonstrate
that categories in language can affect performance of basic perceptual color discrimination tasks” (Winawer
et al. 2007: 7783)
• Proprietà semantiche
• Proprietà fonologiche
Es: /'ʃɔpero/ <sciopero>
• Proprietà morfologiche
Es: parole complesse, parole in -tore, parole della prima declinazione, ecc.
• Classe lessicale
V, N, Agg, ecc. In base a comportam. morfologico e sintattico, es.:
un/quel gatto, bel gatto vs *un/quel correva, *bello correva
*gattava vs correva
N.B. parole con più classi lessicali, es. dubbio(N/Agg): conversione?
Per i predicati:
• Struttura argomentale
“informazione che specifica lo schema minimo di argomenti necessario per completare il proprio [del
predicato] significato”
(Jezek 2011 p. 57)
• Aktionsart
“modo in cui [i predicati] presentano l’evento, in relazione alle fasi temporali che lo costituiscono” (Jezek
20101 p. 58)
62
In semantica:
• Dizionario: insieme delle conoscenze strettamente linguistiche che costituiscono il significato delle parole,
• Enciclopedia: insieme delle conoscenze extralinguistiche relative a ciò che esse indicano.
Diverse posizioni teoriche:
• Nessuna informazione enciclopedica nel significato linguistico
• Nessun confine fra conoscenze linguistiche e enciclopediche
• Modelli intermedi: “possiamo definire linguistiche le conoscenze che qualunque parlante deve possedere per
il solo fatto di parlare una certa lingua […], e definire enciclopediche le conoscenze meno convenzionali e
meno diffuse nella comunità linguistica, che non possono essere date per scontate per ogni parlante” (Casadei
2005: 48)
Parole e Significati
Semantica Lessicale
Difficoltà:
• Molte parole hanno più di un significato, es.:
Mi si è scaricata la batteria del telefono / Questa batteria di pentole è in offerta / Lucia suona la batteria
Il fondo del sacco si è bucato / Ho mangiato un sacco
• Spesso il significato delle frasi non è dato dalla somma del significato delle singole parole, es.:
Vuotare il sacco
Contesto
“è l’insieme di elementi linguistici adiacenti a una parola, quindi l’insieme degli elementi che la precedono o
la seguono” (Jezek: 64)
Contesto linguistico
• Sintattico: “insieme degli elementi adiacenti a una parola visti dal punto di vista delle loro proprietà
sintattiche”
Es.: [articolo aggettivo]: contesto nominale
• Semantico: “insieme degli elementi adiacenti a una parola visti dal punto di vista delle loro proprietà
semantiche”
Es: saltare un fosso vs saltare un pasto
Contesto situazionale
https://www.youtube.com/watch?v=Az0IwTPWM4A
Omonimia e Polisemia
Forma lessicale con più di un significato: - omonimia
- polisemia
Omonimia
Omonimia: due lessemi distinti con stessa forma ma diversi significati, non in relazione fra loro
‣ Omofoni: es:
it. ceco (‘abitante della Rep. Ceca’) / cieco (‘non vedente’)→/ˈʧɛːko/
63
fr. sot ‘sciocco’, seau ‘secchio’, sceau ‘sigillo’, saut ‘salto’ /so/
ingl. paw ‘zampa’, pour ‘versare’, pore ‘poro’ →/pɔː/
Polisemia
Polisemia: uno stesso lessema con più significati, connessi fra loro
(in modo più o meno stretto)
Collo: di una persona / della bottiglia
Penna: dei volatili / per scrivere
Ho rotto il bicchiere / Ho bevuto un bicchiere
Ho bevuto un vino rosso / Ho i capelli rossi
64
• omonimia ➝ più lemmi distinti
• polisemia ➝ un solo lemma, con più significati
Ambiguità
Ambiguità: quando il contesto non permette di individuare il senso rilevante di una parola polisemica usata in
una frase.
es.: I have lost both my parents [in “The importance of being Earnest”]
65
Struttura del lessico
Significato e valore
Facendo parte di un sistema, una parola è rivestita non soltanto di una significazione, ma anche e soprattutto
d’un valore” (Saussure, p. 140).
albero frondoso
abete
pioppo
…
“Un paradigma lessicale può essere […] definito come l’insieme delle parole che possono stare in uno stesso
contesto sintagmatico” (Jezek p. 161-162)
Relazioni paradigmatiche
N.B.: sono relazioni fra significati di parole
• Verticali (o gerarchiche)
• Orizzontali
• (Altre)
66
• Non sempre transitiva
• Test: x è una parte di y (meronimia), x ha come parte y (olonimia)
Cfr. sineddoche (es.: sono al volante; è un ottimo naso) e anafora
associativa (es.: Ha una macchina di lusso. I sedili sono di vera
pelle)
“relazione esistente tra due parole che in un dato contesto (e quindi in un dato significato) possono essere
sostituite una all’altra senza che questo abbia delle conseguenze sull’interpretazione, cioè sul valore di verità
della frase” (s. contestuali)” (Jezek, p. 171)
→ sinonimia contestuale
Test:
• N e Agg: è (un/una) x, quindi è (un/una) y / è (un/una) y, quindi è (un/una) x
• Per V: qualcosa/qualcuno x, quindi qualcosa/qualcuno y / qualcosa/qualcuno y, quindi qualcosa/ qualcuno
x
Quasi sinonimia: parole che possono essere sostituite l’una all’altra in alcuni contesti, ma che si distinguono
per connotazione, varietà linguistica, area geografica (= geosinonimi), ecc.
https://www.atlante-aliquot.de
Altre relazioni
Altre relazioni semantiche che contribuiscono a costituire la configurazione lessicale di una parola, es.:
67
• Causa: uccidere/morire, cercare/trovare, …
•…
Wordnet
http://wordnet.princeton.edu
George A. Miller - Christiane Fellbaum
Molte applicazioni in campo computazionale, soprattutto in task che richiedono Word Sense Identification e
Disambiguation, come:
• Traduzione automatica
John is playing the guitar → suona
John is playing cards → gioca
• Question-Answering
Où puis-je acheter un bon camembert à Paris ?
68
Relazioni sintagmatiche
Legano parole che si succedono nell’ordine lineare
Solidarietà lessicali
Coseriu (1967) < Porzig (1934) wesenhafte Bedeutungsbeziehungen ‘relazioni di significato essenziali’
Restrizioni di selezione
Chomsky (1965), Hjelmslev (1961)
assassinare, macellare → sogg. umano
• Largamente condivise, non specifiche di una data lingua
Tipi di combinazioni
Tipi di combinazione in base a: (Jezek, p. 187 e seguenti)
• presenza di una restrizione semantica sulla combinazione;
• possibilità di calcolare il significato della combinazione;
• sostituibilità paradigmatica e autonomia sintattica dei membri della combinazione
Combinazioni libere
Es.: ho mangiato un panino; una ragazza simpatica
• no restrizioni
• sostituibilità paradigmatica
69
• autonomia sintattica
• composizionalità
Combinazioni ristrette
Es.: capelli/barba/birra ← biondo; parcheggiare → veicolo
• restrizioni
• sostituibilità paradigmatica
• autonomia sintattica
• composizionalità
Collocazioni
Es.: naso ← aquilino; lanciare ← un messaggio
• restrizioni, e:
‣ le parole co-occorrono più frequentemente di quanto ci aspetteremmo in base al caso
‣ la presenza di una parola ci fa prevedere con buona probabilità la presenza dell’altra
• (gradi diversi di) sostituibilità paradigmatica
• (gradi diversi di) autonomia sintattica
• (gradi diversi di) composizionalità
(Proverbi: frasi, o combinazioni di frasi, che ricevono un significato idiomatico, es.: tanto va la gatta al lardo,
che ci lascia lo zampino)
70
Torie Semantiche
Nascita della semantica
Michel Bréal (1831-1915) introduce il termine semantica (gr. semaínô ‘indicare, significare’)
→ Semantica ottocentesca (Hermann Paul, Wilhelm Wundt, Antoine Meillet, ecc.): prevalentemente
diacronica
Cambiamenti di significato nel lessico, es.:
• restringimento: fr. viande ‘cibo’ > ‘carne’
• ampliamento: lat. panarium ‘cesto del pane’ > it. paniere ‘cesto’
• miglioramento/peggioramento: fr. crétin ‘cristiano’ > ‘cretino’
Teorie Semantiche
1. Semantica referenziale
2. Semantica strutturale
3. Semantica cognitiva
1. Semantica referenziale
Teorie di stampo filosofico (Frege, Russell, Carnap,Wittgenstein, Austin, Quine, ecc.)
Significato:
“il significato delle parole consiste […] principalmente nella loro capacità di stabilire una relazione
(tecnicamente: un riferimento) con gli elementi della realtà esistenti al di fuori della lingua” (Jezek, p. 71)
2. Semantica strutturale
Semantiche ispirate alla linguistica di Ferdinand de Saussure
Arbitrarietà → il pensiero non è strutturato al di fuori della lingua
↓
Significato: entità puramente linguistica
“Psicologicamente, fatta astrazione dalla sua espressione in parole, il nostro pensiero
non è che una massa amorfa e indistinta. […] Preso in se stesso, il pensiero è come una
nebulosa in cui niente è necessariamente delimitato. Non vi sono idee prestabilite, e
niente è distinto prima dell’apparizione della lingua […] possiamo rappresentarci la
lingua come una serie di suddivisioni contigue proiettate, nel medesimo tempo, sia sul
piano indefinito delle idee confuse (A) sia su quello non meno indeterminato dei suoni
(B)” (Saussure 1916, trad. it. p. 136)
“[i concetti] sono puramente differenziali, definiti non positivamente mediante il loro contenuto, ma
negativamente, mediante il loro rapporto con gli altri termini del sistema. La loro più esatta caratteristica è di
essere ciò che gli altri non sono” (Saussure 1916, trad. it. p. 142)
↓
Significato: entità puramente linguistica, differenziale e relazionale
3. Semantica cognitiva
Teorie mentaliste, o concettuali:
“il riferimento che attraverso le parole instauriamo con le entità del mondo reale non è diretto, ma è mediato
dall’immagine mentale che noi costruiamo di queste entità. Queste immagini mentali sono ciò che
comunemente chiamiamo concetti” (Jezek, p. 73)
Es. con la parola “Biro” stiamo facendo riferimento al concetto di biro, cioè la rappresentazione mentale degli
oggetti che comprende tutte e biro.
↓
Linguistica cognitiva: linguaggio non è entità autonoma, ma facoltà mentale indissolubilmente legata alle altre
facoltà cognitive. [la linguistica deve dialogare con discipline che hanno a che fare con la mente umana]
↓
Semantica congnitiva
Semantica cognitiva:
• il significato ha una natura concettuale
• i concetti sono radicati nell’esperienza fisica
↓
“schemi preconcettuali basilari” alla base del sistema concettuale. Derivano dal fatto di esperire il nostro corpo
come negli es.
(es.: CONTENITORE, PARTE-TUTTO, PERCORSO, ecc.)
↓
• significati linguistici “incarnati” (embodied) nella dimensione fisica
• metafora per la costruzione di concetti astratti
Es Bianco: [prosp strutturalista: valore che assumeva in relazione e per differenza rispetto ad altre parole] in
prospettiva cognitivista devo fare riferimento ai valori percettivi che ci consentono di distinguere i colori, fare
riferimento al modo in cui si forma il colore.
72
La presenza o assenza di quei tratti semantici permette di capire il contenuto della data parola e le differenze
con le altre parole. (gia in fonologia [g] e [k] [+/- sonoro]
Esempi di analisi:
Nomi:
[UMANO] [ADULTO] [MASCHIO]
uomo + + +
donna + + -
bambino + - +
bambina + - -
Verbi:
uccidere = ([CAUSARE] ([DIVENTARE] ([NON VIVO]))) →struttura gerarchica
Schema di Katz e Fodor (Fodor quello che odiava il relativismo):
Le possibilità
combinatorie dei
lessemi dipendono
dai marcatori
73
Primitivi semantici
Fino a dove ci si può spingere a scomporre?
Primitivi semantici: inventario di tratti elementari da cui è possibile derivare il significato di tutti i lessemi.
Es. di analisi (v. Dowty 1979):
• arrossire: [DIVENTA [x〈rosso〉]] x = Anna ‘Anna è arrossita’
• rompere: [[x FA] CAUSA [DIVENTA [y〈rotto〉]]] x = Anna, y = tutti i piatti ‘Anna ha rotto tutti i piatti’.
DIVENTA, CAUSA: primitivi
x, y: partecipanti
〈rosso〉,〈rotto〉: stato risultante
Problema: non c’è accordo sull’inventario dei primitivi! Viene proposto dunque il Metalinguaggio
Semantico Naturale (NSM) Wierzbicka (1972, 1996)
• Inventario di concetti
(rappresentati da parole inglesi)
universali [lessicalizzati in tutte
le lingue] (primes) e innati, e
regole per combinarli.
• Permette di descrivere il
significato delle parole di tutte le
lingue. Concetti espressi da
parole in tutte le lingue del
mondo. (ad oggi sono circa 60)
Es.: happiness (da Goddard &
Wierzbicka 214, p. 118)
Rappresentazioni
semantiche e
categorizzazione
Tutte le rappresentazioni viste finora presuppongono una concezione classica delle categorie:
• Sono definite da un insieme di proprietà necessarie e sufficienti che corrispondo alle proprietà essenziali dei
membri della categoria stessi, cioè alle proprietà che esprimono l’essenza della categoria (es. animale e bipede
necessarie per essere umano)
• Sono discrete (= confini netti / è sempre possibile stabilire se un’entità appartiene o no a una categoria)
• Sono internamente non strutturate (= tutti membri sono tra loro equivalenti) Es tutti i gatti sono gatti in ugual
misura
Alcuni problemi delle rappresentazioni semantiche basate su una concezione classica delle categorie:
• Difficile costruire un inventario “completo” e “universale” di tratti
74
• Problema della distinzione dizionario-enciclopedia (es: scapolo: [+umano][+adulto][+maschio][+non
sposato] ma non lo usiamo per il papa)
• Difficile rappresentare la componente connotativa dei significati
Analogamente, è difficile descrivere in termini di tratti i significati connotativi (es: nubile vs zitella?)
• Processo laborioso, e che produce rappresentazioni non fini
• Rappresentazioni molto “rigide” (es calvo: senza capelli, ma noi spesso lo usiamo anche per chi qualche
capello ce l’ha. Vaghezza: proprietà fondamentale della semantica)
Critiche alla concezione classica delle categorie sono venute da studiosi in diversi campi, es.Wittgenstein,
Labov, Berlin & Kay [vedi sotto]
• La categorizzazione del colore non è un fatto esclusivamente linguistico, è guidata da fattori extralinguistici
universali
• La categorizzazione del colore non risponde alla concezione classica della
categorizzazione: certi colori sono giudicati esempi migliori di altri di una data
categoria di colore. (il secondo cerchio è un esempio migliore di rosso)
Asse verticale - Livello basico: quello che ci immaginiamo, i morfemi sono morfologicamente più semplici,
sono quelle che entrano prima nel lessico di un apprendente.
75
Asse orizzontale – quale rappresenta la migliore salienza psicologica per i prototipi, sono quelli più
riconoscibili ecc. ECONOMIA COGNITIVA: massimo risultato con minimo sforzo
Teoria dei prototipi in semantica cognitiva:
significato costituito da un fulcro prototipo (che corrisponde al prototipo del concetto) e da un’area circostante
Struttura qualia
Teoria aristotelica delle aitiai (dottrina delle quattro cause) > Moravcsik 1975 > Pustejovsky 1995
Quale: “un singolo aspetto del significato di una parola, definito in base a una relazione tra il concetto che la
parola denota e un concetto ad esso associato. Tra le relazioni concettuali che una parola può attivare, le
relazioni qualia sono quelle rilevanti per il modo in cui la parola è usata nella lingua” (Jezek, p. 103)
Il significato delle parole è rappresentato attraverso struttura qualia, che comprende quattro ruoli principali
(Jezek, p. 104):
• Formale: “codifica le informazioni che contraddistinguono l’entità denotata dalla parola (per es. pane)
nell’ambito di un dominio concettuale più ampio (cibo)” Che cos’è x?
• Costitutivo: “codifica la relazione tra l’entità denotata dalla parola e le sue parti” Di che cosa è fatto x?
• Telico: “codifica lo scopo per cui è fatta l’entità denotata dalla parola, o la funzione che può avere, se è
presente.” Qual è la funzione di x?
• Agentivo: “codifica i fattori riguardanti l’origine dell’entità denotata dalla parola” Qual è l’origine di x?
76
Calcolo sintagmatico del significato (v. Jezek, cap. 3 §4)
Principio di composizione: polisemia?
• Enumerazione dei sensi (una parola contiene un elenco di tutti i suoi sensi e delle relative restrizioni
sintagmatiche) per ogni parola dovremmo avere una lunghissima lista di significati, e il risultato comunque
sarebbe poco soddisfacente.
• Concezione dinamica del significato lessicale (è l’interazione delle parole con le altre parole della frase
genera il significato della frase nel suo complesso)
la proposta di Pustejovsky (1995)
Secondo Pustejovsky (1995) sono tre i meccanismi che giocano un ruolo:
1. Principio di co-composizione
tagliare: il pane (=‘affettare’), l’erba (=‘falciare’), un dito (=‘ferirsi’), …
2. Principio di forzatura (o conversione) di tipo
quella candela è durata un’ora [lettura eventiva di candela. Di solito un evento ha una durata]
3. Principio di legamento selettivo
veloce: treno (=che si muove rapidamente), lavoro (=che si esegue rapidamente)
Tipologia lessicale
Tipologia linguistica
“La tipologia linguistica si occupa della variazione interlinguistica, classificando la lingue storico-naturali in
base ad affinità (o divergenze) strutturali e sistematiche” (Grandi 2003: 11)
Es.:
• Tipi sintattici: SVO, SOV,…
• Tipi morfologici: isolante, agglutinante, flessivo-fusivo, polisintetico
Tipologia lessicale
Di che cosa si occupano i tipologi lessicali?
“[they] can note the lexical differences, reveal typological similarities and alliances and finally search for
underlying general principles and relational, often implicational, universals” (Koch 2001: 1143)
Studi tipologici per identificare, es.:
• Regolarità nelle estensioni semantiche di alcune (classi di) parole
• Regolarità nella strutturazione interna di alcuni campi semantici
Come spiegare le regolarità identificate?
Metodi: questionari, testi paralleli, traduzioni, test, ..
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Ai piedi della montagna, di fronte alla scuola, in testa al treno…
• Verbi di percezione (vista e udito) > significati cognitivi
Non vedo come possa servire, non ha a che vedere; udire: senso esteso per obbedire; gusto e olfatto hanno
meno sensi estesi: campo edonico (piacere non piacere)
Colore
Campo strutturato in modo diverso in lingue diverse, ma ci sono regolarità (gerarchia implicazionale):
Verbi di percezione
Gerarchia implicazionale delle modalità sensoriali (Viberg 1983, 2001)
TATTO
VISTA > UDITO > GUSTO
OLFATTO
• Se una lingua ha un solo verbo di percezione, questo verbo significa ‘vedere’, ecc.
• I verbi relativi alla vista sono meno marcati (più semplici) e più frequenti
• Eventuali estensioni semantiche possono portare da una modalità sensoriale a una modalità più a destra nella
gerarchia, ma non viceversa
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Motivazione? La vista è il senso dominante, dal punto di vista percettivo (senso su cui facciamo maggiore
affidamento) e allo stesso tempo è la nostra maggiore forma di conoscenza.
“Tipologia lessicale”
“Although the term “lexical typology” is often used as if it were self- explanatory there is not much consensus
on what exactly it can refer to, apart from the evident fact that it involves crosslinguistic
research on the lexicon” (Koptjevskaja-Tamm,Vanhove, Koch 2007: 159)
FINE STRIK LIEVERS
FINE LINGUISTICA LM
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