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La progettazione – Inquadramento 1
IDEAZIONE: una (o più persone) hanno un’idea, ipotizzano di fare o proporre qualcosa
ATTIVAZIONE: sulla base dell’ipotesi si verificano le risorse disponibili, si
chiarisce/definisce ruoli, si identifica il problema, si definiscono le strategie intervento, si
analizza la domanda committenza, si negozia il consenso (allargato o meno) sull’idea (fase
potenzialmente parallela)
PROGETTAZIONE: elaborazione del progetto cartaceo, con l’identificazione e la
programmazione delle diverse fasi dell’intervento
REALIZZAZIONE: con l’avvio delle prime attività si verificano le prime ipotesi, attuando
intervento e ritarature necessarie per sostenere il progetto; si sviluppano anche processi di
valutazione e monitoraggio in itinere (valutazione in itinere in tutte le fasi)
VERIFICA: conclusiva ed eventuale riformulazione del progetto
Diversi approcci alla progettazione che si definiscono in base alla seguente questione chiave: ‘Il
progetto è un prodotto compiuto o uno strumento per sviluppare un processo’?
• sinottico-razionale
• concertativo / partecipato • euristico
APPROCCIO SINOTTICO RELAZIONALE
L’ipotesi di fondo è che sia possibile individuare nessi di causalità lineare per le
problematiche sociali e di conseguenza programmare e prevedere il cambiamento sociale. I
suoi assunti sono perciò:
• è possibile circoscrivere i fattori causali alla base di disturbi e devianze individuali e
sociali
• è possibile realizzare progetti che modifichino tali fattori e così prevenire effetti
indesiderati
• è possibile modificare i comportamenti e gli atteggiamenti delle persone in funzione di
disegni predeterminati
Normalmente, per il problem-solving, in questo modello, ci si riferisce ad un progettista
solitario e si dà una rappresentazione individualista del processo di progettazione.
Questo modello considera come cruciale ai fini della riuscita dell’intervento la tappa della
progettazione. La centratura è sul prodotto da realizzare, inteso come risultato previsto a
priori.
In tale approccio, il progetto viene costruito a partire da una comprensione “a priori” dei
bisogni, o comunque estranea e lontana dai soggetti “portatori del problema”, e il processo
di progettazione rimane una competenza specifica dell’esperto
il ruolo dei servizi e degli operatori non è quello di distribuire ricette e soluzioni ma di
aiutare ad “aiutarsi”, quello di promuovere empowerment a livello di individui e di
comunità
le persone hanno grandi potenzialità e sono in grado di auto organizzarsi, di attivare risorse e di
impegnarsi in azioni e progetti delle/dei quali sentano l’utilità ed il significato
• In questo approccio (da “eurisko” = ricerco) si rinuncia a conseguire degli obiettivi predeterminati
a monte dagli operatori-progettisti.
• Esiste un fine, un’individuazione di strategie, uno specifico contesto e poi esiste un processo
condiviso di ricerca partecipata attraverso cui si definiranno, con i soggetti, “destinatari”, obiettivi
specifici, interventi e ipotesi trasformative più mirate.
• Mentre nell’approccio “concertativo” si realizza una progettazione flessibile in cui si definiscono
alcuni obiettivi e altri rimangono “aperti”, questo approccio non individua proprio obiettivi specifici
a priori.
Si pone al centro dell’attenzione i “processi”, i modi con cui si realizzano le cose, al come e cioè ai
reali risultati di un intervento sociale.
L’approccio Euristico pone al centro del processo di intervento nel sociale la tappa dell’attivazione;
la progettazione di uno specifico intervento è inteso come prodotto di un percorso e non come luogo
di partenza. Successivamente a questa tappa di attivazione possiamo vedere che possono svilupparsi
molteplici sotto- progetti.
Si utilizzano metodologie partecipative
La prima tappa dei progetti in questo approccio di solito consiste in un’analisi condivisa del
contesto, delle risorse e dei dati relativi al disagio adolescenziale.
La tappa seguente riguarda l’individuazione di ulteriori soggetti ed istituzioni da coinvolgere
affinché la comunità si faccia realmente carico dei bisogni dei soggetti e l’avvio di un processo di
coinvolgimento a partire da riflessioni e confronti sulle diverse “letture” del disagio presenti nei
servizi pubblici e del privato sociale.
Solo in seguito, di solito, si realizzano scelte operative, protocolli di intesa tra istituzioni e si
avviano specifici progetti di intervento.
È quindi rilevante la fase di analisi del problema, del contesto, della comunità e la presenza di
ricerche basate sulla metodologia della ricerca-azione.
Orientamento al problema e progettazione
• “La progettazione è un processo di indagine e di strutturazione collettiva che avviene mediante
transazioni e conversazioni tra più attori in interazione (...)
• progettisti diversi (possono dare) soluzioni diverse allo stesso problema (...) [senza che] si trovino
d’accordo su quale sia il problema (...)
• una dimensione fondamentale e costitutiva dei processi di progettazione [è] costituita dal conflitto,
dalla disputa e dalla divergenza tra strategie e soluzioni diverse.”
• Sono fondamentali quindi i processi collaborativi di gruppo (l’orientamento al problema, la
decisione collettiva, ecc.) che definiscono problemi, obiettivi, mandati, strategie, ecc.
• Il processo di progettazione è sempre la risultante di una serie di interazioni tra i diversi attori
impegnati in tale processo
Come estensione dei fattori che influenzano la decisione di un gruppo, si possono vedere i diversi
livelli che possono influenzare la progettazione (e quindi l’equipe):
Metaprogettazione
• “L’attività di metaprogettazione è elemento indispensabile per una collocazione consapevole
[degli educatori] e dell’équipe nella costruzione dei ponti possibili fra la situazione presente e le sue
prospettive evolutive” (branca- colombo)
“Le domande di meta-progettazione sono quelle che, prima di avviare la progettazione vera e
propria, devono aiutare a considerare i possibili scenari in cui gli attori si troveranno ad agire, e a
immaginare le possibili conseguenze dei diversi modi di agire/intervenire nella situazione” (villa)
La fase di metaprogettazione
La metaprogettazione è l'attività progettuale di natura teorica (analitica) avente per obiettivo
l’elaborazione collettiva dell'indirizzo strategico.
É una fase che si colloca nel passaggio tra la raccolta dei dati e la loro analisi, e la fase di
formalizzazione e sintesi del progetto operativo.
- L’elaborazione collettiva rimanda ad una precisa modalità di lavoro dell’equipe: l’azione dialogica
che promuove la pluralità sinergica di prospettive, idee e azioni.
L’elaborazione collettiva, intesa come l’esercizio di rendere generativa la pluralità nel processo di
progettazione sociale, allena l’equipe e i suoi operatori a interagire, relazionarsi con i soggetti e con
il contesto di intervento.
Un relazionarsi dialogico, in un’ottica di ricerca-azione, capace di affrontare le possibili/probabili
difficoltà previste e impreviste connesse alla complessità dei contesti.
- “L’attività di metaprogettazione è elemento indispensabile per una collocazione consapevole
[degli educatori] e dell’équipe nella costruzione dei ponti possibili fra la situazione presente e le sue
prospettive evolutive”
Noi come equipe scegliamo per il nostro progetto - tra varie prospettive di intervento - una strada
specifica, quello specifico scenario di azione, avendone immaginate le possibili conseguenze del
nostro agire.
Scegliamo di promuovere le condizioni, che in quello specifico scenario di intervento, mi
permettono uno sviluppo ottimale del progetto.
Normalmente i passaggi sono:
• libera emersione delle domande metaprogettazione
• individuazione delle domande generative
• aggregazione delle domande simili per focus/contenuti • risposta alle domande
• Nelle possibili risposte alle domande si disegnano scenari di intervento diversificati e su questi
possono aggiungersi altre domande che vanno ad approfondire, per progressiva inferenza, lo
scenario di intervento.
• Sugli scenari di intervento che possono emergere va fatta una valutazione, che può coinvolgere in
fasi successive l’equipe di progettazione e gli altri soggetti che hanno un ruolo nella definizione del
mandato.
• Valutare gli scenari significa analizzare quali possono essere i più generativi, quelli che
potrebbero garantire una maggiore apertura, futuribilità, ...
• La valutazione è fatta utilizzando dei criteri che ci possono parlare della fattibilità, dell’efficacia,
dell’efficienza, della distanza/vicinanza culturale dell’intervento rispetto a soggetto-contesto.