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ALCUNE IMPORTANTI

DEFINIZIONI
PER TUTTE LE ORGANIZZAZIONI, E
ANCOR PIU’ PER QUELLE NON PROFIT,
IL PROGETTO E’ UN SOGNO CON UNA
SCADENZA

FORMULARE E ATTUARE UN PROGETTO


SIGNIFICA PASSARE DAL “SOGNO” (VISION)
ALLE COSE CONCRETE, REALIZZANDO
FINALITA’, OBIETTIVI E RISULTATI ATTESI,
PREVISTI DALLA PROPRIA MISSION
(SCADENZE) TENENDO CONTO DELLE RISORSE
MATERIALI, ECONOMICHE E UMANE
NECESSARIE
DEFINIZIONE DI PROGETTO 1/2
Un progetto è uno sforzo temporaneo intrapreso
per sviluppare un prodotto od un servizio unico.
[ Definizione del PMI, Project Management Institute ]

Esso è temporaneo nel senso che deve essere ben


collocato nel tempo, con precise date di inizio e fine

E’ unico, ovvero differente da tutti gli altri prodotti o


servizi simili. Questo implica che un progetto è sempre
caratterizzato da aspetti di innovazione, data l’unicità
del risultato atteso.
IL PROGETTO 2/2

E’ LA RAPPRESENTAZIONE LOGICA
DI UN INSIEME DI STRATEGIE E
AZIONI TRA LORO COORDINATE,
PER OTTENERE - ATTRAVERSO UN
BUDGET LIMITATO E IN UN
INTERVALLO DI TEMPO DEFINITO -
UN DETERMINATO OBIETTIVO
SPECIFICO.
UN PROGETTO È L’INSIEME DI AZIONI ATTRAVERSO LE
QUALI SI INTENDE
RAGGIUNGERE UNA SITUAZIONE DI DESTINAZIONE
MODIFICATA E MIGLIORE RISPETTO ALLA SITUAZIONE
DI ORIGINE O DI PARTENZA.

Realtà Realtà di
di Destina-
Progetto
Origine zione

CAMBIAMENTO
Il processo di progettazione
La progettazione è un insieme di eventi
fondati su idee generali e intenzioni iniziali a
partire dalle quali, attraverso esplorazioni
successive, si prendono e si sistematizzano
decisioni.
Tali decisioni sono da intendersi in
progressiva rielaborazione di tutto il
percorso, comprese le premesse originarie.
La Progettazione sociale
Caratteristiche
della progettazione sociale

L’area della Progettazione sociale


si contraddistingue per le sue valenze trasformative:
dall’azione che si progetta
si attende che essa produca un cambiamento
o viceversa che
impedisca il suo verificarsi.
Fattori chiave di un progetto
di intervento sociale

• Offerta di servizi alle persone, finalizzati a produrre


cambiamenti a livello personale e sociale;
• Impiego di personale, professionale o paraprofessionale
(insegnanti, assistenti sociali, educatori…);
• Forti valenze valoriali, affettive ed etiche proprie del
lavoro “con” e “per” l’altro;
• Dipendenza dai finanziamenti pubblici;
• Organizzazione a rete dei servizi (es, creazione di
partnership tra enti locali e privato sociale).

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La motivazione di fondo
di un progetto di intervento sociale consiste
nella volontà di generare
un cambiamento produttivo per la “collettività”
impiegando “al meglio” dei finanziamenti
e mettendo in pratica strategie di
tipo “concertativo”.

Metodologia
progettare connettendo
attività, obiettivi e verifica
in modo metodico

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Il progetto
• è lo strumento privilegiato da una organizzazione flessibile
dove le regole non sono date una volta per tutte ma generate
e implementate nella relazione con l’altro;
• costringe a fare i conti “con il limite” di dover rapportare
aspettative e intenti a obiettivi operativi e risorse disponibili e
attivabili, costringe a fare i conti con la parzialità delle azioni.
Articolare un progetto di cambiamento significa, infatti,
specificarne scopi, tempi, risorse umane ed economiche.
Tutto ciò si scontra con valori etici e morali che difficilmente
riescono scindere la propositività dalla fattibilità progettuale.

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Il progetto
• Si avvale di risorse umane
- operatori sociali che hanno un’identità lavorativa basata oltre che
sull’appartenenza professionale, anche sull’appartenenza all’organizzazione
all’interno della quale si esplica il proprio lavoro.
Il lavoro degli operatori sociali è sempre più spesso organizzato in “lavoro
d’equipe” e in progettualità comune tra servizi;
- risorse informali, costituite da famiglie, gruppi spontanei, associazioni,
volontariato ecc…
• Utilizza risorse economiche
- finanziamenti che provengono per la maggior parte dalla pubblica
amministrazione;
- nuove soluzioni di “welfare mix “per il sostentamento economico dei progetti,
lì dove è necessario contenere la spesa pubblica e mettere in campo
competenze gestionali ed amministrative formate nell’area sociale.
Così, l’ente locale può intestarsi l’iniziativa progettuale distinguendo l’Ente
erogatore delle risorse economiche dall’Ente attuatore del progetto.

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La Progettazione sociale
sempre più spesso si muove verso un’organizzazione a
rete dei servizi già esistenti con la finalità esplicita
(oltre che operativa) di far incontrare
le risorse formali e informali della comunità
per promuoverne il suo sviluppo
in senso collaborativo e partecipativo
rispetto a quelli che sono stati individuati
come destinari dell’intervento.

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Metodologia
della
Progettazione sociale

La progettazione sociale
segue un metodo logico e pratico
per intervenire “nel”, “sul” e “con” il sociale
attraverso approcci diversi:
Sinottico-razionale
Concertativo-partecipativo
Euristico
Costruttivista

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LE TAPPE DI UN PROGETTO
1) IDEAZIONE
una o più persone ipotizzano di realizzare un progetto, di
attivare un’iniziativa, di fare o proporre qualcosa
2) ATTIVAZIONE
verifica delle risorse, identificazione del proprio ruolo e di
quello degli altri soggetti coinvolti, identificazione del
problema e delle strategie di intervento, ottenimento
del consenso e analisi della domanda
3) PROGETTAZIONE
elaborazione del progetto cartaceo, identificazione e
programmazione delle diverse fasi d’intervento
(previsione delle esigenze del personale, i tempi,le
necessità tecniche e materiali)
4) REALIZZAZIONE
attraverso l’avvio delle prime attività, verifica delle proprie
ipotesi, attuazione degli interventi e dei cambiamenti
necessari, confronto e verifica in itinere
5) VERIFICA
verifica conclusiva e riformulazione, ridefinizione o
conclusione del progetto
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Le tappe della progettazione

ideazione

attivazione

progettazione valutazione

realizzazione

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Ideazione
E’ la fase in cui ci si domanda
come e perché nasce un progetto?
Non può esistere l’idea geniale avulsa dal contesto, essa è sempre
radicata nella storia, nella cultura delle persone e della comunità
locale ed è spesso sollecitata dalla volontà di trovare nuove
connessioni tra persone, cose ed eventi.
Generalmente , ha origine da un’analisi dei bisogni sociali di una
fascia della popolazione di un territorio definito, da emergenze e
problemi irrisolti o da situazioni ritenute a rischio, sulle quali si
pensa di intervenire e promuovere un maggior stato di benessere.

Le motivazioni alla base dell’ideazione sono molto complesse e


connesse ai soggetti politici e non, che si prendono la
responsabilità di avviarlo, elaborarlo e realizzarlo.

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Attivazione
risponde alla domanda: “chi” e “a che titolo”
afferisce al progetto?

Nei progetti di intervento sociale il ruolo degli operatori


non è tanto quello di distribuire soluzioni ma di “aiutare
ad aiutarsi” sviluppando “empowerment” a livello degli
individui e della comunità.

La fase di attivazione andrà curata avendo chiaro che


bisogna stimolare la comunità alla collaborazione e alla
co-progettazione piuttosto che alla adesione anche
quando si tratta di fare scelte strategiche

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La Fase di attivazione deve:

• Consolidare e allargare la domanda di progettazione


(sviluppare partnership e alleanze con altre
organizzazioni),
• Individuare e attrarre a sé le risorse potenziali della
comunità (risorse umane, organizzative finanziarie);
• Individuare e definire ipotesi comuni di interpretazione
del problema in oggetto;
• Individuare ed esplicitare le finalità e le strategie di base.

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Progettazione
questa tappa si riferisce alla stesura scritta del Progetto
da sottoporre all’attenzione degli organi competenti
• Premessa • Finalità generali ed obiettivi
descrizione dell’ambito di esplicitazione di “cosa “si desidera
cambiare, “in chi” e “in quale misura.
interesse e del problema preso in
Occorre definire la finalità in maniera
esame avvalorato dal chiara e comprensibile.
background scientifico di
riferimento che ne legittima
l’attenzione da parte del • Target e popolazione
pubblico. Ha la finalità di bersaglio
documentare il livello di si fa riferimento ai destinatari dell’intervento sui
conoscenza generale che quali è atteso il cambiamento progettato.
Descrizione delle caratteristiche, del numero del
si ha della problematica e la sua gruppo coinvolto, e delle modalità di
rilevanza a livello sociale. coinvolgimento.

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.

• Metodologie ed attività • Stesura del Budget


si fa riferimento a “come” la coerenza tra progetto sociale e
perseguire gli obiettivi e a “cosa” progetto economico è data dalla
il progetto si propone di fare per stesura di una tabella di costi
raggiungere gli obiettivi. mediante la quale tutte le fasi, le
• Tempi di realizzazione attività e le prestazioni occorrenti
vengono tradotte in termini
definizione dell’arco temporale: monetari.
durata complessiva e singola fase

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Realizzazione

Passaggio dalla stesura cartacea del progetto al fare le cose


che esso descrive.

Possono verificarsi difficoltà in relazione ai vincoli reali che si


possono incontrare nei contesti di vita quotidiana.
Analisi di fattibilità del progetto prevede una “stima” preventiva dei
“vincoli” (siano essi politici, culturali, economici..)
Attività di monitoraggio del progetto che consente di rilevare
periodicamente informazioni circa attività, eventi, vincoli,
andamento del progetto stesso.

La rilevazione va fatta mediante schede di feed-back distribuite a


tutti i protagonisti dell’intervento e con riunioni periodiche di equipe.

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Valutazione
Fornisce il ritratto del funzionamento del progetto mediante
l’individuazione e la rilevazione di alcuni indicatori del cambiamento previsto.
Intesa come valutazione di processo, ingloba in se il monitoraggio del progetto.
E consente di effettuare aggiustamenti in itinere là dove emergono incongruenze e
difficoltà.
Intesa come valutazione ex ante, la rilevanza e la fattibilità del progetto vengono
vagliate già alle prime fasi di ideazione e attivazione.
Intesa come Valutazione ex post, si tratta di una valutazione di esiti, di un’azione di
chiusura del progetto.

Tra gli indicatori di qualità del progetto:


- l’efficacia, intesa come capacità di raggiungere gli obiettivi previsti;
- l’efficienza, ossia il rapporto costi/benefici/tempo.

Un progetto di intervento sociale, rappresenta non una semplice


esperienza, i cui effetti si limitano al periodo di realizzazione dello
stesso, ma la sperimentazione di un modello di intervento valido nel tempo e
con un grande impatto sociale

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GLI APPROCCI ALLA
PROGETTAZIONE

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L’approccio progettuale riguarda il modo in cui il
progettista si pone di fronte al problema che vuole
affrontare.
Vi sono 4 principali approcci teorici

• sinottico razionale o realista;


• concertativo, partecipato;
• euristico detto anche del problem solving;

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1. L’ approccio sinottico-
razionale
È un approccio di tipo meccanicista, che rimanda
a una causalità di tipo lineare per cui si ipotizza
che sia possibile individuare nessi di causalità
lineare relativamente alle problematiche sociali, e
in base a questi, programmare e prevedere il
cambiamento sociale.
Si utilizzano programmi molto strutturati e
“strumenti” predefiniti.
Secondo tale approccio il problema della
progettazione è così formulabile: “in condizioni
ambientali date, trovare i mezzi migliori per
raggiungere obiettivi dati giudicati desiderabili
secondo criteri di valutazione stabiliti.”

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I presupposti
• L’ambiente è predeterminato secondo vincoli e parametri che restano
fissi nel corso della procedura;
• Il problema è chiaro e altrettanto gli obiettivi, non soggetti a
modifiche nel corso della progettazione;
• Viene data una struttura ordinata di preferenze relative alle
conseguenze della scelta, non modificabile nel corso del processo di
scelta stesso;
• Ci si riferisce ad un progettista solitario
• Viene data una rappresentazione individualista del processo di
progettazione.
• La centratura è sul prodotto da realizzare, inteso come risultato
previsto a priori,
• l’attenzione è posta principalmente nella fase della progettazione
• vengono esclusi processi di reale partecipazione dei destinatari o dei
diversi soggetti che possono essere coinvolti nel progetto;
• a partire da una comprensione a priori dei bisogni, l’esperto
costruisce il progetto.

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Approccio sinottico-razionale

• Tutti quei progetti per i quali la prestrutturazione è massima, dal momento che si
conoscono già i fattori causali di eventuali disturbi individuali e sociali sui quali si
vuole intervenire;

• L’intervento è di causalità lineare tra determinanti ed effetti prodotti, ed è possibile


predisporre un programma che rimanga invariato per tutto il corso della sua
realizzazione;

• Gli obiettivi e le finalità sono esplicite e definite fin dall’inizio;

• Il progettista generalmente si ritrova a lavorare singolarmente e a concentrare su se


stesso il massimo potere decisorio circa l’obiettivo da raggiungere, le strategie di
azione, gli strumenti a cui ricorrere.

Approccio artificioso e rigido soprattutto se riconosciamo che tra


obiettivi dichiarati e obiettivi perseguiti
esiste un margine non controllabile

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Modello
sinottico-razionale

• Individuare le condizioni ambientali

• Determinare gli obiettivi

• Individuare i mezzi

• Stabilire i criteri di valutazione


Modello
sinottico-razionale
Ideazione (gruppo di progetto)

Attivazione

Progettazione

Realizzazione

Valutazione
LE TAPPE DELLA PROGETTAZIONE
NELL'APPROCCIO “SINOTTICO-RAZIONALE"

Ideazione Attivazione Progettazione Realizzazione Verifica

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Alcuni limiti dell’approccio
sinottico-razionale
• assume che ci sia un ipotetico decisore in grado di
individuare il problema, definire gli obiettivi, vagliare le
eventuali alternative, scegliere la soluzione più adatta,
escludendo l’ipotesi per cui l’individuazione di un
obiettivo si realizzi grazie a processi di negoziazione tra i
diversi attori coinvolti.
• Esiste uno spazio di interpretazione ed una distanza fra
obiettivo dichiarato e obiettivo perseguito, la distanza
fra decisore ed esecutore rappresenta un punto critico.
• non aiuta a pensare il progetto come uno strumento
flessibile capace di adattarsi lungo il processo, di ri-
orientare i processi decisionali, di definire a tappe
successive altri elementi.

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Modello
concertativo-partecipato
o dialogico
 Il problema e l’ambiente non sono dati a priori
come fatti oggettivi.

 Processo di interazione tra i diversi attori


coinvolti, in tutte le tappe del progetto.

 Pur condividendo un impianto logico comune,


ogni attore possiede ampi margini di “potere” e
negoziazione.
2. L’ approccio concertativo
-partecipativo.
Durante il processo di progettazione, interagiscono
diverse prospettive da cui si definisce il problema. Il
punto di partenza è che un progetto scaturisce da un
gruppo di attori, che possono avere peso diverso a
livello di competenze, politico e così via. L’importanza
di ciascun attore diviene determinante nel processo di
progettazione per quanto concerne le decisioni e le
direttive da prendere.
Le decisioni quindi sono condizionate in modo
differente da ciascuno a seconda del ruolo, della
posizione organizzativa.
“La conoscenza della realtà si basa sulla percezione
del singolo decisore”
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Modello
concertativo-partecipato
 I problemi sociali non sono caratterizzati da una
causalità lineare.
 Esistono sempre più letture dei bisogni e più
ipotesi interpretative.
 Servizi ed operatori non distribuiscono ricette e
soluzioni, ma aiutano ad “aiutarsi”, promuovendo
“empowerment” a livello di individui e di
comunità.
Approccio concertativo-partecipativo

• Gli obiettivi individuati in fase preliminare


vanno confrontati e negoziati con la cultura, le
aspettative, le priorità che prendono voce
direttamente dal contesto;
• L’ambiente non è il prodotto di fatti oggettivi e
l’interazione e lo scambio con i destinatari è
fondante l’azione progettuale.

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SI BASA SUI SEGUENTI PRESUPPOSTI
• i problemi sociali non sono caratterizzati da una causalità lineare;
• le decisioni che si susseguono nel corso del processo di
progettazione derivano da percorsi di negoziazione tra i diversi attori
coinvolti;
• la conoscenza non si basa sulla corrispondenza con la realtà esterna
ma sulle “costruzioni” dell’osservatore;
• il problema e l’ambiente non sono dati a priori come dato oggettivo:
esistono più letture di bisogni e più ipotesi interpretative;
• il processo di interazione fra i diversi attori coinvolti prosegue lungo
tutte le fasi;
• ogni attore è portatore di aspettative, posizioni, presupposti cognitivi
diversi ed ha ampi margini di autodeterminazione e negoziazione;
• l’ipotesi di cambiamento di una data realtà è confrontata, negoziata,
concertata coi diversi destinatari;
• maggiore rilevanza ha la tappa dell’attivazione;
• le diverse fasi hanno un’influenza reciproca;
• promuove processi di empowerment.

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Modello
concertativo-partecipato
Ideazione (gruppo di progetto)

Attivazione Valutazione
coinvolgimento di diversi
attori

Progettazione Realizzazione
modello circolare
Il modello
concertativo-partecipato
• È un modello di tipo circolare.

• La valutazione dei risultati funge da nuova


analisi dei fabbisogni per una nuova
progettazione.

• L’analisi del problema, gli obiettivi e la


valutazione vengono effettuati secondo i punti di
vista dei diversi soggetti coinvolti.
3. L’approccio euristico
• L’approccio euristico pone al centro del processo di intervento
nel sociale la tappa dell’attivazione; la progettazione di uno
specifico intervento è inteso come prodotto di percorso e non
come luogo di partenza. Dalla fase dell’attivazione possono
svilupparsi molteplici sotto-progetti.
• L’elaborazione di progetti specifici di intervento rappresenta
una delle ultime tappe del progetto. La prima fase,
utilizzando una metodologia partecipante, consiste in
un’analisi condivisa del contesto, delle risorse, e dei dati
relativi al problema sociale.
• La tappa successiva riguarda l’individuazione di ulteriori
soggetti da coinvolgere affinché la comunità si faccia
realmente carico dei bisogni dei soggetti e l’avvio di un
processo di coinvolgimento a partire da riflessioni e confronti
sulle diverse “letture” del problema sociale nei servizi pubblici
e del privato sociale.
• Utilizza la metodologia della ricerca-azione.

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Approccio euristico

Minimo di pre-strutturazione programmatica,


tanto che la progettazione vera e propria
rappresenta l’obiettivo da raggiungere insieme
agli ipotetici destinatari secondo una
metodologia esclusivamente partecipativa
(modello della ricerca-intervento partecipata).

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Il modello euristico

A seguito dell’attivazione, possono svilupparsi molteplici sotto-


progetti.
Ideazione

Attivazione

Progettazione Valutazione Valutazione Progettazione

Realizzazione Realizzazione
4. L’approccio costruttivista
L’approccio costruttivista ha attenzione nei
confronti del sapere che ciascun attore porta,
esattamente come nell’approccio precedente.
L’elemento di originalità è rappresentato dal
fatto che questo approccio ha un rigore logico
nella definizione delle tappe da percorrere nel
processo di costruzione del progetto.

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Le tappe del processo di costruzione logica
del Progetto
• studio del problema che si intende affrontare
• - individuazione degli attori da coinvolgere sulla base della tematica da
affrontare
• - condivisione delle attività svolte da ciascun attore circa la tematica in
oggetto
• - condivisione delle finalità comuni
• - condivisione dei micro obiettivi
• - costruzione di una serie di ipotesi di lavoro comune (ideazione)
• - esplicitazione del sistema delle premesse
• - ricerca attivazione
• - preparazione di un primo documento di attività da svolgersi in partnership
• - definizione delle competenze e dei ruoli
• - individuazione in percentuale delle risorse da distribuire
• - individuazione dei soggetti che gestiranno il governo del progetto nella sua
• esecuzione
• - stesura del formulario e presentazione

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Project cycle Management
La progettazione sociale
e il Piano di Zona
L’impostazione della progettazione sociale, riconduce,
nella costruzione del Piano, ai seguenti elementi metodologici:
• dare rilevanza e senso all’esperienza e alle pratiche concrete
(cosa è già stato prodotto…);
• partire dall’analisi della realtà attraverso una ricognizione dei dati
territoriali, della popolazione di riferimento, delle risorse
disponibili;
• individuare l’idea Progetto per promuovere un processo di
cambiamento;
• costruire un percorso evolutivo che costruisca con passaggi
successivi le varie azioni, individuando tempi e fasi;
• evidenziare i riferimenti legislativi e il quadro delle competenze
istituzionali degli Enti locali in relazione alle modalità di
concertazione del Terzo settore.

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La progettazione sociale
e la metodologia del “lavoro di rete”
• Si tratta di un intervento teso ad aumentare la connessione
tra organizzazioni di lavoro, sindacati, servizi socio-sanitari ericreativi,
istituzioni, assessorati, parrocchie, gruppi, associazioni, volontariato e
tutti gli attori comunitari che avario titolo possono essere destinatari
ma anche i solutori di un problema sociale.
• Ciò significa, ridimensionare la domanda di “presa in carico assoluta”
del paziente, da parte dei servizi sociosanitari e, inserire il
cambiamento individuale in un contesto più ampio
che abbia per il singolo funzioni di supporto.
Si ipotizza, quindi, una rete di aiuto in cui il soggetto in
difficoltà ricerchi aiuto non da un’unica fonte, ma dal
complesso dei sistemi di sostegno su cui sente di poter contare.

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L’intervento di rete è maggiormente utilizzato
per far fronte ad aree-problema relative
non tanto ai singoli individui ma a fasce della popolazione
o a settori di attività, abbandonando il focus sul problema
e ancorandolo a una dimensione che attiene al benessere collettivo.

Si parte da una domanda portata avanti da un soggetto sociale


(individualeo gruppale che sia)
e raccolta da un operatore per tradurre il problema a una logica comunitaria.
Il passaggio chiave è dato dalla presa di coscienza del problema
Che conduce alla costruzione di un progetto collettivo
e ad azioni politiche partecipate, passaggio che si sviluppa in tre fasi principali:
Identificazione della rete
Analisi della rete
Intervento, a seconda di quanto emerso dalle fasi precedenti

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DA SAPERE
Riunione

un insieme di persone che si trovano a


discutere argomenti di interesse
comune, ma che svolgono l’attività
operativa in altri luoghi e con altri
ruoli.
Gruppo di lavoro
un insieme di persone che, pur
appartenendo a servizi diversi, si
trovano per un obiettivo specifico. È
una pluralità che tende
all’integrazione attraverso
l’interdipendenza, con la
consapevolezza dei componenti di
dipendere gli uni dagli altri (unità
basata sulla differenza).
Equipe
un gruppo istituzionale multiprofessionale,
che proprio per la diversità dei soggetti lo
costituenti ottiene esiti sinergici. È il
passaggio dalla semplice riunione al
gruppo, con l’unione di energie e risorse
differenziate. Attraverso l’equipe,
l’integrazione esplica il fine di raggiunta
degli obiettivi condivisi e decisi in
comune, perseguiti nella quotidianità
lavorativa, salvaguardando e
valorizzando le specificità professionali e
personali di ognuno.
Target

bersaglio, beneficiario, utente potenziale


Copertura
• la misura in cui un progetto
ottiene la partecipazione della
popolazione target (è
totale/perfetta quando tutto il
target partecipa; sottocopertura
quando un certo numero di persone
target non partecipa;
sovracopertura quando partecipano
persone che non ne avrebbero
bisogno)
Input

insieme di risorse materiali ed umane


immesse nell’organizzazione per
raggiungere un determinato risultato
Output

prestazioni concretamente prodotte


dall’organizzazione
Processo

insieme di modalità operative ed


organizzative adottate per attivare
l’intervento
Outcome

effetti concretamente prodotti


dall’organizzazione
Empowerment
processo attraverso il quale le
persone diventano
consapevoli delle cause della
loro condizione di disagio e
si organizzano per utilizzare
le loro risorse per modificare
tale condizioni
Implementazione
l’insieme delle attività che
accompagnano e sostengono la
realizzazione del progetto. (rete di
implementazione: tutti i soggetti
organizzativi realmente coinvolti
nella fase operativa per la
realizzazione di un intervento)
Pianificazione (planning)
processo concettuale ed operativo del
piano. Individuazione del problema e
degli obiettivi, previsione delle azioni
che le persone dovranno eseguire per
raggiungere gli obiettivi prestabiliti,
fino al controllo dei risultati. È decisa
dall’alto
Programmazione
(programming)
processo decisionale di carattere
tecnico, attraverso il quale i soggetti
competenti, tenuto conto di bisogni
della popolazione, della situazione dei
servizi ecc., definiscono le azioni. Le
mete e gli obiettivi sono già dati
rispetto al campo d’intervento. Si
strutturano gli aspetti organizzativi e
si coordinano gli interventi. È la fase
di applicazione. È decisa dall’alto.
Progettazione
proviene dal basso, dagli operatori che lavorano a
contatto con la popolazione target e possibilmente
soggetto del servizi. Parte da un centro e agisce a
pioggia, nei servizi periferici. Privilegia l’uso
programmatorio dei dati quantitativi: prevede, cioè,
un sistema informativo costituito da un gruppo
centrale, che progetta e distribuisce le competenze,
tenendo i contatti con gli organi politici. Risulta
fondamentale, a tal fine, un equilibrio
soddisfacente tra l’unità operativa e l’unità di
programmazione. (Progettazione micro: all’interno
dei servizi, fra servizi; progettazione macro o
programmazione: svolta da ASL, Regioni, Ministeri,
Governi ecc.)

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