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Manuali per
la Cooperazione Internazionale
1
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
I testi contenuti in questo libro possono essere copiati e diffusi senza fini di lucro,
citando la fonte
Alessandra Brunelli
Giancarlo Malavolti
Manuale
di
Gestione di progetti di
cooperazione internazionale
Strumenti e pratica di gestione
__________________________________________________________
Alessandra Brunelli e Giancarlo Malavolti
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Indice
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
INTRODUZIONE
alla Gestione del Progetto
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
- Lo stato del dibattito sulle modalità più efficaci e valide di promozione dello
sviluppo nei Paesi del Sud del mondo e le riflessioni in atto sui modelli di sviluppo
e di sostenibilità;
- La storia e gli strumenti della Cooperazione Internazionale, con particolare
riferimento a quella europea e italiana;
- Il panorama della cooperazione non governativa e decentrata, italiana, europea e
internazionale;
- Il quadro della reperibilità delle risorse economiche e delle modalità formali e
sostanziali per avvalersene;
- Le modalità di accesso alle norme indicate dai principali finanziatori per la
presentazione, la scrittura e l’iter di approvazione di un progetto;
- La pratica di gestione di un progetto e le problematiche che si possono
presentare;
- Le problematiche generali della valutazione e della rendicontazione descrittiva e
amministrativa di un progetto.
Competenze
Il Collaboratore deve essere in grado di:
- Usare correntemente e correttamente una lingua straniera fra le quelle veicolari
dei PVS (inglese, francese, spagnolo, portoghese, talvolta anche arabo o altre).
- Usare con abilità Word e conoscere le basi di Excel;
- Essere in grado di procurare i dati necessari a valutare la valenza e l’impatto
economico, ambientale e sociale di un intervento sul territorio e sulla comunità di
riferimento;
- Presentare ad un pubblico giovanile la situazione di un PVS o di un tema di
Cooperazione Internazionale o di interculturalità;
- Ricercare eventuali linee di finanziamento dell’azione prevista;
- Collaborare attivamente alla gestione di un progetto in tutte le sue fasi;
- Seguire, in collaborazione con il responsabile di progetto, lo stato di avanzamento
cronologico, tecnico ed economico di un progetto in corso.
SINTESI
- Capire a che punto siamo del ciclo del progetto (schema del ciclo di progetto).
- Quale ruolo e quale posizione organizzativa ricopre il Capo Progetto o Project
Manager: in Italia e/o in loco (schema di organigramma di una Ong).
- Quali fasi hanno preceduto la "gestione": definizione del progetto, editing,
lobbying, approvazione.
- Quali fasi seguiranno la "gestione" del progetto: chiusura/rendicontazione/
valutazione ex post.
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Il ciclo (Schema 1.1), o piuttosto la spirale (il cerchio non si chiude su se stesso),
del progetto può essere così descritto seguendo lo schema dall'alto verso il basso.
Prima ancora di iniziare la scrittura del progetto nei suoi aspetti analitici e
formali è necessario esaminare se in concreto sussistano o meno le possibilità di
realizzare quanto ci proponiamo di fare. Ciò dà luogo ad un esame di
prefattibilità che include in primo luogo la valutazione della coerenza dell’idea
progettuale con i programmi dei beneficiari e del soggetto esecutore. Si prendono
in considerazione il Paese beneficiario, il settore d'intervento, la solidità del
partner, la sostenibilità dell'iniziativa, ecc.
I limiti possono dipendere da condizioni esterne di ogni genere, di natura
tecnica, politica, legale, macroeconomica, finanziaria e via dicendo. Si pensi, ad
esempio, ad una comunità che voglia potenziare la propria attività agricola ma
che non abbia la disponibilità della terra: è probabile che, senza una riforma
agraria o altre forme di accesso all’uso dei terreni agricoli, non si possa fare
nulla in quella direzione. Le difficoltà possono anche provenire da
problematiche interne, come una profonda divisione nella valutazione delle
priorità che potrebbe portare ad un atteggiamento ostile o passivo da parte dei
beneficiari. Oppure ancora essere di ordine finanziario, sia quantitativo che
qualitativo: la cifra necessaria potrebbe essere troppo elevata e/o potrebbe
essere impossibile trovare finanziatori disposti a sostenerla semplicemente
perché il tipo di intervento non rientra tra le loro priorità.
Solo se tutte le condizioni risultano positive si procede alla fase successiva, in
caso contrario l’idea verrà accantonata o rimandata a quando saranno eliminati
gli ostacoli.
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Inizia ora la fase di "disegno" effettivo del progetto o fattibilità, nel quale si
mettono a punto tutti i parametri che lo possano rendere effettivamente finanziabile
e realizzabile: si definiscono gli obiettivi, i risultati attesi, i criteri e gli strumenti
adottati per misurare l'effettivo raggiungimento dei risultati, le attività che
s'intendono svolgere e i mezzi che occorrono per realizzarle. La fase terminerà con
un documento scritto secondo i formulari indicati dagli enti finanziatori, completo
di budget e origine delle risorse finanziarie.
Durante questa fase, considerati i limiti posti dal finanziatore (ad esempio
limitazioni di spesa su determinate voci o inammissibilità di altre), può spesso
rendersi necessario aggiustare profondamente il progetto e rifare qualche passo
indietro alla fase di pre-fattibilità. Chi ha il compito di scrivere il progetto non
può comunque sia modificare significativamente quanto deciso in forme
collettive nelle fasi precedenti. Ogni modifica prevista dovrà infatti trovare
l’accordo di tutte le parti in causa, dal momento che, in caso contrario, una volta
approvato il progetto i partner potrebbero non riconoscerlo come quello
concordato, creando problemi in fase di realizzazione.
La fase di messa a punto del progetto finisce con la presentazione al
finanziatore del testo di progetto, che coincide con la “domanda di
finanziamento”.
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Alla conclusione del progetto verrà effettuata (dalla Ong, oppure dal
finanziatore, da un esperto o altri soggetti) una valutazione per esaminare i
risultati raggiunti e la coerenza con gli obiettivi proposti. Da questa valutazione
scaturiranno le condizioni e i suggerimenti per la nuova progettualità.
Sebbene lo schema del ciclo del progetto la collochi alla fine, in realtà la
valutazione è un'esercitazione complessa che deve essere attiva in ogni fase del
ciclo. Si parla infatti di valutazione ex-ante, in itinere ed ex-post: le prime per
"correggere" il progetto, quella finale per proseguire i risultati ottenuti oltre la
conclusione del progetto e/o dare input a nuovi progetti.
In particolare, la valutazione ex - post è utile per considerare il grado di successo
dell’iniziativa, mettere a fuoco gli errori commessi sia in sede di progettazione
che di realizzazione, per constatare il grado di sostenibilità ottenuto
dall’intervento e, soprattutto, per confrontare lo stato del problema prima e dopo
l’intervento.
Da una buona valutazione, frutto di un’analisi collettiva e partecipata, sono
poste le premesse per nuovi progetti ben ideati. Il cerchio potrebbe quindi essere
disegnato come una spirale: al completamento di un giro non si ritorna su se
stessi ripetendosi, ma si fa tesoro dei successi e degli errori del progetto iniziale
per proseguire meglio e a livelli maggiori, aumentando la qualità e l’efficacia
degli interventi.
Il quadro di riferimento può essere molto diverso da una Ong all'altra, sia per il
variare delle dimensioni, sia per l'esistenza di diversi modelli organizzativi.
Bisogna ricordarsi sempre che le Ong sono delle associazioni no profit:
- Associazioni, cioè degli organismi potenzialmente democratici i cui dirigenti
rispondono agli associati e non agiscono per conto proprio;
- No profit, cioè le cui finalità non sono di natura economica, per cui le
condizioni economiche sono un vincolo, non un obiettivo. Per questo il progettista
sarà apprezzato se, rispettando le condizioni economiche previste, riuscirà a
perseguire gli obiettivi sociali, politici e solidali dell’organizzazione al massimo
grado. Da ciò deriva l'importanza della condivisione ideale del progetto e del
programma nel quale è inserito. Spesso il Project Manager è anche socio della
Ong.
Esaminando la struttura organizzativa di una Ong complessa si può avere l'esatta
percezione della posizione del Project Manager.
Organigramma generale
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Schema 1.2
L'Assemblea dei soci può essere formata da centinaia di soci o solo da poche
persone che possono coincidere o non coincidere con gli organi dirigenti e con il
personale dell'organizzazione. In ogni caso l'Assemblea si riunisce solo poche
volte l'anno e di solito le funzioni dirigenti sono svolte da un Consiglio Direttivo
(CD), composto da un numero variabile di persone (da 3 a n.) eletto ogni “x” anni.
Il Consiglio Direttivo può svolgere attività dirette nei progetti o svolgere solo
funzioni d'indirizzo e controllo, ma in ogni caso si avvarrà per la gestione
quotidiana di un Presidente o altra figura con funzioni di Rappresentante Legale
(RL), ad esempio il Segretario Generale. Il Rappresentante Legale risponde verso
terzi ed in giudizio per l'associazione. Bisogna ricordare che le Ong non sono
associazioni riconosciute o società di capitali, perciò la responsabilità civile non è
limitata, ma personale del RL e del CD che ha avallato l'azione. Il RL è la figura
riconosciuta da enti finanziatori e banche, per questo comunemente coincide con la
direzione generale della Ong. Esistono però casi in cui la funzione di Direttore è
separata da quella di Presidente RL, avendo il primo una serie di deleghe formali
per le quali risponde con la firma.
Al di sotto di questi livelli, lo Statuto in genere cede il passo a modelli
organizzativi che possono essere ancora più differenziati fra una Ong e l'altra.
Tralasciando gli altri settori, esaminiamo l'area progetti: è possibile che questa sia
divisa in Aree con criteri tematici (emergenza, sviluppo rurale, microcredito,
progetti di genere ecc.), geografici (Mediterraneo, Africa sub-sahariana, America
centrale, ecc.) o funzionali (educazione allo sviluppo, attività con gli immigrati,
cooperazione decentrata, microprogetti, ecc.).
Ogni area è curata da un Capo Area che dà continuità e strategia all'attività del suo
settore e include il singolo progetto in un programma. Il Capo Area, quindi, segue
il progetto in tutte le sue fasi, conosce le persone coinvolte, scrive il documento
progettuale, cerca i fondi e, infine, affida la gestione al Capo Progetto o Project
Manager.
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Per quanto appaia quasi l'ultimo della lista, il Project Manager non è affatto una
figura secondaria. Al contrario costituisce la colonna portante di una Ong la cui
immagine esterna e soprattutto internazionale è proprio affidata a questa figura. La
sua responsabilità nella buona realizzazione del progetto si esprime spesso con una
forte autonomia e con la direzione diretta o indiretta di buona parte del personale
all'interno del progetto, sia espatriato che locale, e con l’interlocuzione con i
partner locali.
È già chiaro da quanto detto fin qui che il Project Manager non è “un'isola”, ma un
importante elemento dell'intero processo progettuale. Quello che lui farà o non farà
lascerà il segno anche dopo la conclusione della sua attività.
La chiusura del progetto dovrà garantire prima di tutto la sostenibilità futura,
quindi l'avvenuto rafforzamento dei partner e/o dei beneficiari, la preparazione a
operare autonomamente, il mantenimento di buone relazioni di partenariato.
Quando il progetto si conclude è auspicabile che la Ong resti in loco con altri
progetti o con un rappresentante-Paese per proseguire il proprio programma
d’azione. Un rendiconto incompleto, mal fatto, poco o mal documentato lascerà
problemi per anni. Infine, dalla conclusione del progetto e dalla sua valutazione in
seno alla Ong dipenderà la programmazione di futuri progetti nello stesso settore o
in altri. Perciò ogni seme gettato, così come ogni problema lasciato aperto, si
ripercuotono sul futuro.
Schema 1.3
Si noti che la descrizione delle fasi della progettazione sono riprodotte quasi
specularmente nelle fasi di esecuzione e valutazione.
Fatta una diagnosi, si pongono degli obiettivi (specifici) e si attendono dei risultati,
frutto di determinate attività che potranno essere realizzate grazie ai mezzi e alle
risorse messe a disposizione dal progetto. L’obiettivo, infatti, si definisce anche
come “primo nel pensiero e ultimo nella realizzazione”.
Una volta finanziato e avviato il progetto, il Project Manager potrà contare su
determinati mezzi e risorse (umane, materiali e finanziarie) per svolgere le attività
con le quali raggiungere i risultati attesi e quindi soddisfare gli obiettivi del
progetto.
La valutazione finale ci dirà in seguito, se e in quale misura, gli obiettivi raggiunti
abbiano effettivamente fatto fronte ai problemi esaminati nella diagnosi iniziale.
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
2.CONOSCERE IL PROGETTO
SINTESI
- Progetto e programma : cooperazione fra comunità.
- Settore di intervento: sanitario, alimentare, formativo, ambientale, economico,
sviluppo umano, promozione sociale.
- Localizzazione: urbano, suburbano rurale ecc.
- Tipo di progetto: emergenza, riabilitazione, sviluppo / azione diretta o
partenariato / una sola Ong o consorzio (accordi e convenzioni).
Prima di entrare nel vivo della gestione di un progetto è fondamentale capire bene
cosa dobbiamo fare. Fino ad ora abbiamo chiarito qual è la figura del Project
Manager e che cosa ci si aspetti da lui. Ora dobbiamo entrare nel merito del
progetto per svolgere bene il nostro lavoro.
Si tratta di effettuare una sorta di valutazione ex-ante, un esame del progetto in
tutti i suoi aspetti in modo da coglierne a fondo le connessioni e i limiti.
Non occorre fare un lavoro puntiglioso e ipercritico per scoprire i limiti di un
progetto. Spesso sono identificati dallo stesso progettista e comunque sono un dato
presente in qualsiasi progetto, se non altro per la necessità che ha avuto il
progettista di adattarsi alle condizioni poste dal finanziatore o alla scarsità di
risorse disponibili.
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Sarebbe lungo e poco utile descrivere nel dettaglio le caratteristiche di ogni settore
o delle altre classificazioni. Dal punto di vista di questo corso basta prendere atto
che le caratteristiche di un progetto devono essere ben conosciute da chi lo deve
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Progetti consortili
La gestione del progetto cambierà anche a seconda che sia affidata ad una singola
Ong oppure ad un consorzio (di Ong o di soggetti misti).
Nel primo caso il Project Manager avrà come quadro di riferimento quanto
abbiamo descritto circa gli organigrammi delle Ong, ma godrà probabilmente di
una grande autonomia d’azione. Nel secondo caso dovrà confrontarsi direttamente
con altri Project Manager di altri organismi portatori di approcci diversi, livelli di
esperienza diversi, interessi diversi.
Spesso le normative dei finanziatori sostengono con degli incentivi queste forme di
collaborazione. L’incentivo più frequente è l’aumento dei massimali finanziabili
rispetto ai progetti presentati da un solo soggetto.
Il principale elemento che giustifica un consorzio è la necessità di unire le forze
per raggiungere dimensioni o caratteristiche che il singolo soggetto non è in grado
di mobilitare. Per questo motivo è indispensabile che ogni soggetto che partecipa
al consorzio abbia una sua connotazione e un proprio ruolo. Il progetto di norma
prevede accordi e convenzioni di partenariato fra i soggetti che si sono consorziati
nella realizzazione del progetto, che daranno indicazioni sulle relazioni da stabilire
e sulle gerarchie fra i vari Project Manager. Tali accordi stabiliranno il leader del
progetto e a chi toccherà gestire determinate aree geografiche o certe tipologie di
azione. È assolutamente necessario studiare bene questi accordi e conoscerne nei
dettagli la genesi, per evitare l’insorgere di forti elementi di conflitto.
È arrivato il momento di prendere in esame il testo del progetto per studiarlo nei
dettagli prima di iniziare ad agire. Una conoscenza approfondita e completa del
documento ufficiale del progetto costituisce la fase principale ed essenziale per la
gestione di qualsiasi progetto.
Di norma i progetti scritti per finanziatori istituzionali (Ministero Affari Esteri e
Cooperazione Internazionale, Unione Europea, Regioni) seguono dei formulari
piuttosto dettagliati, quindi un’attenta lettura consente di farsi un’idea abbastanza
precisa di quello che si deve fare. Altre notizie è utile procurarsele da fonti dirette o
dalla letteratura specializzata.
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Lunghi colloqui con chi ha scritto il progetto e, ove possibile, con i partner locali
sono comunque necessari per chiarire punti oscuri e mettere in chiaro le principali
aspettative.
Schema 2.1
FORMULARIO MAECI
INDICE COMMENTO
Presentazione della Ong È un lungo questionario nel quale la Ong mostra le sue
promotrice caratteristiche e le sue esperienze, il suo volume di
lavoro ecc. Nonostante in Italia per presentare dei
progetti al MAECI occorra l’idoneità, non è possibile
non riprodurre tutte le volte gli stessi dati.
Presentazione dell’iniziativa Si tratta di un riassunto dell’intero progetto ad uso di
chi non può leggersi tutto il documento.
2.1 Dati di sintesi Breve riassunto delle origini del progetto e
dell’intervento. Durata, tipologia, partner ecc.
2.2 Oggetto Riassunto dell’oggetto dell’intervento.
2.3 Schema logico È il vero riassunto di cosa realizzerà il progetto.
2.4 Prospetto dei costi Indica dove si intende spendere le risorse e quante ne
sono necessarie e soprattutto quanto è richiesto al
MAECI
Contesto
3.1 Origini dell’iniziativa L’idea dell’attuale progetto o i progetti che lo
hanno preceduto
3.2 Contesto nazionale e Descrive il quadro geografico e istituzionale nel
regionale quale agirà il progetto
3.3 Quadro settoriale e Descrive il quadro del settore tematico e
territoriale istituzionale nel quale agirà il progetto
3.4 Problemi da Questi elementi sono rilevati e organizzati in un
affrontare/risolvere albero dei problemi che, convertito in obiettivi e
risultati, è alla base del quadro logico.
3.5 Beneficiari, controparte e Questo paragrafo consente di mettere in evidenza il
altri attori grado di complessità della rete di cooperazione
costruita e dare una descrizione dettagliata dei
beneficiari del progetto.
3.6 Documentazione: Si descrivono le fonti delle informazioni e
metodologie di analisi e base dell’analisi dei problemi contenuti nei precedenti
conoscitiva paragrafi.
Strategie di intervento Questi sono i dati essenziali del Quadro Logico.
Essi vengono descritti sul testo in forma più ampia
rispetto alla sinteticità del Quadro Logico,
spiegandone la correlazione con gli indicatori e le
fonti di verifica scelti.
4.1 Obiettivi generali
4.2 Obiettivi specifici
4.3 Risultati attesi
4.4 Attività
Fattori esterni
5.1 Condizioni esterne
5.2 Rischi ed adattabilità
Realizzazione dell’intervento Qui vengono richiesti e spiegati, nel dettaglio, gli
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
aspetti operativi di :
6.1 Metodologie specifiche di Metodologie di attuazione delle attività
intervento
6.2 Organizzazione e modalità di Organizzazione ed organigrammi operativi
esecuzione
6.3 Risorse umane, fisiche e Numero e tipologie di risorse da impiegare.
finanziarie
6.4 Cronogramma Programmazione temporale delle attività espressa
in diagramma sintetico, per tutta la durata prevista
del progetto.
6.5 Impegni del Governo Nei progetti del MAECI i governi non possono
beneficiario essere ignorati (si veda l’allegato relativo alla
lettera di gradimento).
Fattori che assicurano la Si tratta di vari fattori trasversali, che garantiscono
sostenibilità la prosecuzione dell’azione del progetto, oltre la
sua conclusione.
7.1 Misure politiche di sostegno
7.2 Tecnologie appropriate
7.3 Ruolo della donna
7.4 Sostenibilità economico e
finanziaria
Monitoraggio e valutazione
8.1 Definizione degli indicatori Gli indicatori vengono ripresi dal Quadro Logico.
8.2 Modalità di esecuzione Si descrivono strumenti e metodologia di
esecuzione delle attività di monitoraggio e
valutazione
Stima dei costi e piano Costi dettagliati numerici e una loro descrizione per
finanziario voce di spesa, la loro distribuzione nel tempo di
realizzazione del progetto, gli apporti per singole
entità che contribuiscono a finanziare in cash o in
apporto valorizzato il progetto.
9.1 Piano finanziario e allegati Vengono allegati preventivi di fornitori o progetti
esecutivi di opere completi dei costi previsti.
Talvolta vengono allegati descrizioni dettagliate
degli apporti valorizzati (equipaggiamenti,
infrastrutture, risorse umane, ecc.)
Allegati
10.1 Lettera di gradimento E’ richiesta una lettera di approvazione del governo
autorità locali (con traduzione) locale, che, per il MAECI, deve essere corredata da
traduzione in italiano
10.2 Lettera adesione consorzio E’ prevista nei casi di progetti consortili.
10.3 Convenzione (con E’ sempre prevista come atto di accordo il partner,
traduzione) che, per il MAECI, deve essere corredata da
traduzione in italiano.
10.4 Carta geografica Mappa del luogo dell’intervento.
10.5 Altro Possono essere allegati altri documenti che
specificano ed aiutano la comprensione della
realizzazione del progetto.
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Gli allegati
Gli allegati posti in fondo al testo sono spesso una parte corposa del documento di
progetto. Hanno la principale funzione di permettere un approfondimento di quanto
contenuto nel testo, lasciando quest’ultimo agile e facilmente comprensibile da
parte di chiunque si troverà a leggerlo e consultarlo.
In tutti i budget si possono riscontrare questi tre tipi di costi, sia pur chiamati
diversamente e non tutti raggruppati in un capitolo, ma è fondamentale distinguerli
per la corretta gestione del progetto.
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Schema 2.2
DOMANDE DA PORSI PER FAVORIRE LA QUALITÀ E LA
SOSTENIBILITÀ DI UN PROGETTO
- Da cosa è dimostrato l’appoggio al progetto da parte di tutti i
beneficiari, compresi donne e uomini?
APPROPRIAZIONE
- Come saranno consultati e coinvolti attivamente nella
DA PARTE DEI
preparazione e nell’esecuzione del progetto?
BENEFICIARI
- Fino a che punto i beneficiari sono d’accordo con gli obiettivi
del progetto e si impegnano a raggiungerli?
- Il governo ha stabilito una politica settoriale appropriata e
SUPPORTO A completa?
LIVELLO DI - Quale evidenza c’è che le autorità responsabili forniranno
POLITICHE l’appoggio necessario per le politiche nelle quali si inquadra
GENERALI l’intervento e forniranno le risorse (umane, finanziarie,
materiali), durante e al termine dell’intervento?
APPROPRIATEZZA - Le tecnologie scelte possono essere utilizzate a prezzi
DELLE ragionevoli nel contesto locale e con le capacità esistenti a
TECNOLOGIE livello locale, durante e al termine dell’intervento?
- Sono stati correttamente individuati gli effetti negativi che
potrebbero derivare dall’uso dell’infrastruttura e dei servizi del
IMPATTO
progetto?
AMBIENTALE
- Saranno adottate misure per ridurre i possibili effetti negativi
sull’ambiente naturale, durante e dopo l’esecuzione del progetto?
- Il progetto tiene sufficientemente in conto le norme e gli
atteggiamenti espressi dalla cultura locale?
- Il progetto favorisce una distribuzione più equa delle risorse e
ASPETTI dei benefici?
SOCIO/CULTURALI - È stato programmato di adottare le misure sufficienti a:
E DI GENERE garantire che il progetto risponda alle necessità e agli interessi
sia delle donne sia degli uomini; permettere l’accesso sostenibile
ed equo delle donne e degli uomini ai servizi e alle infrastrutture
e, quindi, contribuire a ridurre le disuguaglianze?
- Come si può garantire che le autorità preposte all’esecuzione
del progetto dispongano delle capacità e delle risorse (umane e
CAPACITÀ finanziarie) necessarie, e possano fornire i servizi a lungo
ISTITUZIONALE E termine?
DI GESTIONE - Se queste capacità fossero giudicate insufficienti, quali sono le
misure previste per svilupparle durante l’esecuzione del
progetto?
ANALISI - Da cosa è dimostrato che i benefici del progetto giustificano i
ECONOMICA E costi e che il progetto costituisce il mezzo più sostenibile in
FINANZIARIA risposta alle necessità dei gruppi beneficiari?
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
SINTESI
- Conoscere ed usare Quadro Logico e Budget.
- Strumenti di programmazione tecnico-finanziaria: calendario delle attività e
calendario delle risorse.
- Gestione delle risorse umane e delle relazioni.
- Strumenti di tenuta contabile amministrativa.
- Controllo di gestione.
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Una volta preparato il calendario delle attività, possono essere definiti con
maggiore dettaglio le risorse e i mezzi necessari. L’elaborazione di un calendario
delle attività viene eseguita in fase di studio di fattibilità ed è un elemento che si
ritrova nel documento esecutivo del progetto. In questo caso l’incrocio tra le
informazioni relative alle attività e quelle relative ai costi del progetto possono
implicare la revisione delle attività, dei risultati e anche degli obiettivi, quindi
dell’intero progetto.
Il calendario dettagliato delle attività e delle risorse viene sottoposto a verifica nei
primi mesi di esecuzione del progetto (fase di avvio). In questa forma attualizzata
si usa spesso chiamarlo calendario di esecuzione.
Tutte le informazioni di un calendario di esecuzione si possono riassumere in un
grafico (diagramma di Gantt) che normalmente riporta le voci indicate nel
quadro logico ripartite nei singoli risultati: definisce quindi per ogni risultato le
attività, le responsabilità assegnate alle risorse umane previste, i tempi e le
tappe/risultati intermedi rilevanti da raggiungere.
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Schema 3.1
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Schema 3.2
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Le relazioni umane e la gestione del personale sono di gran lunga gli elementi più
importanti del progetto, perché da essi dipendono gli esiti effettivi, anche quelli
relativi alla gestione finanziaria.
Dobbiamo avere la massima cura nelle relazioni con il partner o i partner (in
Italia e in loco), rispettarne i ruoli e far loro rispettare i nostri, coinvolgere tutti i
soggetti con l’obiettivo di motivare il personale del progetto in modo che possa
condividerne gli obiettivi e sentirsi direttamente coinvolto per le eventuali azioni
future.
La Ong locale e il personale del progetto avranno anche il compito di curare il
rapporto con i beneficiari in modo che si creino sinergie virtuose ai fini del
successo del progetto e della sua sostenibilità futura.
I beneficiari possono rimanere legati alla Ong locale da forme di credito, da servizi
di assistenza tecnica, oppure godere o essere loro stessi fornitori di attività
promosse dal progetto come centri di commercializzazione, filiere produttive ecc.
Vedremo in seguito l'importanza di questi rapporti ai fini degli aggiustamenti di
programma.
Personale espatriato
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
I volontari sono giovani senza particolare esperienza che, con un compenso esiguo,
intervengono sul progetto senza esserne i coordinatori. Sono figure ormai rare, non
più richieste dai partner locali e difficilmente giustificabili per la realizzazione di
un progetto.
Gli esperti di cooperazione (ex volontari o esperti di qualche settore), di fasce
diverse secondo il livello di esperienza, che ormai costituiscono il vero nerbo dei
progetti. Essi conoscono il Paese in cui si recano, la lingua veicolare usata, sanno
relazionarsi con partner e istituzioni locali e internazionali, conoscono i
regolamenti che reggono la cooperazione e le modalità di operare e rendere conto,
sono tecnici o professionisti di settore che garantiscono il sostegno puntuale alle
attività di progetto.
Gli altri finanziatori, inclusa l’UE, non fanno distinzioni di questo tipo, ma
collegano la qualità del personale espatriato alle esigenze del progetto.
In sintesi, il personale espatriato può essere classificato come segue:
- Volontario in missione di 1 anno;
- Consulente in breve o lunga missione;
- Personale Ong (per monitoraggi e valutazioni).
Nella selezione del personale espatriato la Ong applica proprie procedure interne
che includono sicuramente la valutazione da parte di varie persone. La figura
responsabile della selezione del personale raccoglie e segnala i curriculum, verrà
poi effettuata una valutazione da parte del responsabile generale della
progettazione. In ogni caso sarà il Project Manager a promuovere e spesso
concludere la selezione. Considerato che il personale selezionato dovrà poi
correlarsi direttamente con lui, è quanto mai opportuno che il personale prescelto
sia di suo pieno gradimento.
Nella pratica è frequente che il personale sia selezionato all'interno della stessa
Ong o fra quanti hanno già lavorato per essa. Ciò in effetti facilita la selezione e
riduce i rischi rispetto a persone nuove.
In ogni caso, in modo esplicito o meno, la selezione del personale, soprattutto se
espatriato, dovrà tenere in conto i seguenti requisiti:
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Elementi contrattuali
Progetto:
Luogo di lavoro:
Durata del contratto:
Partenza prevista:
Funzioni e responsabilità
In rapporto alle attività tecniche, amministrative, organizzative.
In rapporto ai partner e alle controparti
In rapporto alle altre risorse umane
In rapporto al monitoraggio e valutazione
In rapporto ai finanziatori e al datore di lavoro
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Personale locale
Con personale locale si intendono l’insieme delle risorse umane presenti nel luogo
di realizzazione del progetto, che possono ricoprire ruoli diversi, alcuni legati al
progetto e che termineranno la loro azione con esso, altri legati alle attività messe
in piedi e che invece dovrebbero proseguire nel tempo, altri ancora puri consulenti
non coinvolti nemmeno per l'intero arco del progetto.
I primi saranno legati soprattutto alla Ong proponente o partner e tenderanno a
cercare un impiego futuro in altri progetti di cooperazione internazionale; i secondi
avranno un forte interesse verso la continuità del progetto e quindi a diventare forti
alleati nella creazione delle condizioni di sostenibilità dello stesso; i terzi, infine,
sono solo dei “fornitori” (per loro siamo dei “clienti”) e la loro fidelizzazione è
legata alla nostra possibilità di richiedergli ulteriori prestazioni retribuite.
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
lavoratori e non solo di quanto mensilmente viene loro versato. Ogni altra spesa
dovrà essere commisurata a quanto previsto nel budget del progetto prima di
effettuare l'ordine al fornitore.
Si deve inoltre tenere in conto che molte voci non sono spese in una sola soluzione,
ma sono spese correnti che si accumulano nel tempo fino a completare la
disponibilità o, se mal gestite, a sforarla.
È quindi necessario che il progetto si doti di un sistema contabile efficiente, sia
per garantire il controllo di gestione, sia per effettuare i rendiconti al
finanziatore.
Ogni sistema contabile si compone in genere di due parti: un sistema tenuto presso
la Ong esecutrice (che risponde al finanziatore) e una in loco per le spese del
progetto sia della Ong esecutrice che dei partners. Per quanto diversi fra loro, tutti i
sistemi sono riconducibili ai criteri della contabilità generale e della contabilità
analitica ed è quindi opportuno che il progetto si doti fin dall'inizio di un buon
contabile e amministratore (di norma reperito fra il personale locale).
Ogni Ong ha un proprio sistema contabile che il Project Manager deve
padroneggiare nei suoi elementi essenziali e che il coordinatore espatriato deve
conoscere soprattutto per gli aspetti legati alla gestione in loco.
Alla base della contabilità vi sarà la conservazione di tutti i documenti di spesa
(fatture, buste paga, ricevute, scontrini, ecc.) e la loro registrazione in una "prima
nota" che ne indichi la data, la forma del pagamento (cassa o banca) e la voce del
budget a cui si riferisce.
La prima quadratura da fare è quella fra la prima nota e la situazione finanziaria
della banca o della cassa: ad esempio, se appare un pagamento per cassa, deve
esserci una corrispondente diminuzione delle disponibilità della cassa stessa;
oppure non può avvenire un pagamento ad un certo fornitore a mezzo banca se
questo non risulta sull’estratto conto; un pagamento per cassa non può essere fatto
se non sia stato effettuato precedentemente un sufficiente prelievo dalla banca poi
versato in cassa, e così via.
La registrazione dei costi sostenuti non più per data e fonte, ma per voce di
progetto consente, tirando le somme in ogni determinato periodo (mensile,
trimestrale ecc.), di stabilire quanto ho speso per ogni voce di progetto e quindi di
valutare se rispetterò il preventivo, se spenderò molto meno o molto di più. Potrà
quindi essere eseguito un controllo di gestione e, in base a quanto risulterà
anomalo, prendere le decisioni più opportune.
Si potrà decidere di spendere meno su una voce contando su un'altra, cercare di
risparmiare dove possibile oppure chiedere una variante di budget contando su
altre voci che possono essere diminuite. In casi estremi, ma non rarissimi, si può
chiedere di ridurre le attività, oppure di estenderle. Tutto ciò è comunque possibile
solo se vengono effettuate delle previsioni tempestive, confrontando la
disponibilità residua di una voce con le “spese future” stimate in quel momento. In
43
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
I problemi pratici che si presentano nella gestione corrente delle spese e della
contabilizzazione sono innumerevoli e quindi ci limiteremo ad annotare i casi più
ricorrenti:
a) I prezzi non sono più quelli di quando è stato fatto il preventivo: bisogna
ricorrere a dei correttivi sia riducendo o aumentando le quantità, sia richiedendo
delle modifiche al finanziatore.
b) La fluttuazione dei cambi euro-valuta locale fa mancare o avanzare risorse:
se il fenomeno non si auto-compensa nel tempo occorre modificare il progetto per
adeguarsi.
c) I soggetti che ricevono i soldi non emettono comprovanti contabilmente
validi (per es. fatture) riconosciuti dal finanziatore: conviene raggruppare le spese
verso un unico soggetto capace di emettere i documenti corretti (ad esempio,
conviene fare una convenzione con un distributore di carburante importante che
rilasci fatture mensili dell'insieme dei consumi; oppure, nel caso di personale
avventizio, conviene fare un accordo con una ditta che rilasci una fattura per la
prestazione).
d) La spesa effettuata può essere attribuita a differenti voci di budget perché
contenuta in diversi capitoli: occorre esaminare la situazione in modo da non
saturare un capitolo e lasciare l'altro vuoto.
e) Il finanziatore tarda con i finanziamenti e la Ong riduce gli invii: è
necessario attivarsi per diminuire i pagamenti e le spese, se necessario rallentando
il progetto e chiedendo opportuna proroga al finanziatore. Se le attività sono legate
a scadenze non prorogabili (ad esempio la stagione agraria), si dovrà cercare di
procurarsi delle anticipazioni in loco concordando pagamenti dilazionati o
ricorrendo a prestiti in loco.
Purtroppo negli ultimi anni queste problematiche finanziarie si sono fatte sempre
più frequenti ed è bene esserne consapevoli fin dall'inizio. A volte i progetti
arrivano a concludere un’annualità senza che il finanziatore abbia erogato la
tranche e senza che le Ong siano riuscite ad anticipare tutte le risorse monetarie
necessarie.
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
45
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
A. Prima nota;
B. Originali delle ricevute o fotocopie autenticate;
C. Estratto conto delle banche;
D. Riepilogo mensile generale per capitoli di spesa;
E. Calcolo del cambio medio della moneta locale rispetto alla moneta
internazionale di invio dei bonifici;
F. Copia di salvataggio dei documenti di cui sopra (su dischetto oppure inviata su
file via e-mail).
A. Prima nota
Registrazione delle fatture e ricevute
La prima nota (vedi Schema 3.4) è una registrazione cronologica di tutte le
operazioni di cassa e di banca che vengono effettuate. Si tratta quindi di un registro
quotidiano delle entrate e delle uscite. Ogni registrazione sarà sempre
accompagnata da un documento (la cosiddetta “pezza contabile”), di varia natura,
che giustifica e conferma l’operazione. Da questa prima scrittura deriva tutta la
contabilità: ciò che non appare in queste note rischia di non figurare in contabilità.
Ogni riga ospita un'operazione, una spesa o un'entrata. Con l'uso del computer
(Excel) non ci sarebbero limitazioni al numero di righe, ma conviene fare delle
pagine piccole, con 20-30 registrazioni al massimo, e chiuderle ogni periodo
46
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
(settimana, mese, ecc.). Così facendo avremo una serie di pagine in successione
che riportano le diciture dei "saldi" delle precedenti.
Schema 3.4
PRIMA NOTA
numero data descrizione codice conto cassa banca banca
valuta valuta valuta valuta valuta euro euro euro
entrata uscita saldo entrata uscita saldo entrata uscita saldo
SALDI INIZ.
TOTALI
SALDI FIN.
Note esplicative:
SALDI INIZIALI: Ogni pagina di questo registro riporta i valori di saldo contabile della cassa e delle banche, in modo che si aggiunga alle operazioni della pagina
SALDI FINALI: Alla fine della pagina la somma delle singole colonne sarà riportata come saldo iniziale della pagina successiva.
Per la cassa sarà sempre nella colonna Entrata. Per le banche in Entrata o in Uscita secondo se il conto è in attivo o in passivo
NUMERO Il registro riporta un numero PROGRESSIVO per ordine di registrazione. Lo stesso numero sarà riportato sulla “pezza” per ritrovarla.
DATA Ci sono molte date in ballo: quella della pezza, quella dell'operazione, quella della registrazione. Solo a volte coincidono.
A volte la registrazione si fa dopo qualche giorno rispetto all'operazione. Di norma conviene indicare la data della “OPERAZIONE”, cioè quella
in cui si è generato il movimento. Quando è utile o necessario indicare la data del documento lo sia fa nella descrizione.
DESCRIZIONE Indica l'operazione effettuata, deve contenere gli elementi essenziali ad identificare la parte ricevente o donante e il tipo di spesa secondo il budget:
Es. Fattura Enel Dicembre: indica documento, ricevente, periodo, e tipo di spesa: energia elettrica.
Oppure: Trasferimento fondi da Italia (s'intende dalla Ong “madre”).
CODICE CONTO Ci si riferisce al conto che abbiamo assegnato quando abbiamo aperto il progetto nella contabilità della Ong. In qualche caso possono esserci due colonne
quando ci sia la necessità di un piano dei conti specifico in loco...per aumentare i dettagli e le ripartizioni.
CASSA ENTRATA, BANCHE ECC. In queste colonne si riportano le cifre delle operazioni effettuate in contanti (cassa) o tramite banca, il modello prevede una valuta locale.
La cassa presubilmente sarà in valuta locale...e deve essere segnalato.
REGISTRAZIONI FINANZIARIE Quando si prelevano, si versano o si cambiano dei soldi da una banca alla cassa o fra banche, si ricorrerà alla doppia scrittura uscita da una
colonna e entrata in un'altra colonna. L'operazione modificherà le disponibilità nei conti, ma non costituirà una spesa.
Se si tratta di cambi, nella descrizione conviene inserire il tasso di cambio ottenuto.
Si prenda nota che la cassa non potrà mai andare in rosso, quindi prima di registrare delle uscite bisogna registrate le entrate necessarie.
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Nella colonna “entrate” della prima riga della prima pagina si riportano i “Saldi
Iniziali” (casse e banche). Nell’ultima riga della prima pagina avremo i “Totali” di
pagina che, per le entrate, comprendono anche i Saldi Iniziali. I totali di pagina
sono da riportare nella prima riga della seconda pagina e così via. Alla fine
dell’ultima pagina i totali di pagina saranno in realtà i totali del periodo
considerato.
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Prestiti e cauzioni
Eventuali prestiti e cauzioni devono apparire come sospesi di cassa e devono
essere pagati con uscita di cassa e non con assegni.
Bisogna ricordare che nella contabilità del progetto le uniche entrate ammesse sono
i bonifici/versamenti dall’Italia e che le uscite devono corrispondere unicamente a
spese o passaggi di cassa effettuati per il progetto. È necessario quindi prestare
attenzione a non fare registrazioni contabili non possibili.
Contributi valorizzati
I contributi valorizzati, come già accennato, devono essere supportati da fatture,
ricevute o dichiarazioni, alla stessa stregua delle spese monetarie sostenute. Nel
caso fosse necessario rendicontare contributi valorizzati di personale suggeriamo di
inserire i dati riportati in Schema 3.5 - "Dichiarazione di contributo valorizzato".
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Schema 3.5
Data………………………………………
Note:
(1) Eventualmente continuare la descrizione della prestazione su foglio separato allegando
curriculum vitae.
(2) Specificare l'uno o l'altro.
(3) Specificare la valuta.
(4) Definire l'oggettività del valore, eventualmente allegando documentazione.
DATI AMMINISTRATIVI
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Spese bancarie
Le spese bancarie si rilevano dall’estratto conto. Queste spese devono essere
registrate come uscita di Banca e imputate ad una voce da stabilire in partenza (es.
struttura in loco). La pezza giustificativa è rappresentata dalla fotocopia
dell’estratto conto in cui si evidenzia la spesa in oggetto.
Registrazione degli assegni
Gli assegni devono essere registrati in prima nota secondo la data di emissione.
Occorre sempre confrontare le registrazioni della prima nota con l’estratto conto
della banca. Può accadere che un assegno registrato in prima nota non risulti
nell’estratto conto; ciò significa che non è stato incassato dal destinatario. In questo
caso è bene fare una nota integrativa alla contabilità evidenziando il numero
dell’assegno/i non incassato/i. Nella nota è bene indicare anche il numero di
eventuali assegni annullati.
Il caso contrario, cioè assegni che sono stati incassati nell’estratto conto ma non
registrati in prima nota, si può verificare in seguito a pagamento di anticipi ai
fornitori che emettono fattura al saldo e consegna della merce. Per quanto
possibile, tale situazione deve essere evitata. Gli anticipi devono essere fatti
attraverso ‘sospeso di cassa’. Qualora sia indispensabile pagare un anticipo con
assegno (ad esempio perché il montante è alto), occorre registrarlo come entrata in
cassa (prelievo da Banca a Cassa). Al saldo della fattura, la registrazione della
spesa in prima nota avverrà con:
un’uscita di cassa (corrispondente all’anticipo) ed un’uscita di banca
(corrispondente all’assegno emesso per il saldo), oppure
un’unica uscita di cassa che comprende l’anticipo più il saldo se pagato in
contanti.
Il calcolo del cambio medio tra le valute della moneta locale e internazionale deve
normalmente essere fatto in loco. In mancanza di altra indicazione da parte del
finanziatore, per il calcolo del cambio possono essere adottate diverse modalità:
51
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Il riepilogo del mese e generale per capitolo di spesa si ricava dalla prima nota: per
ogni voce di spesa si sommano le fatture che hanno lo stesso codice di
imputazione.
Il totale mensile delle spese deve corrispondere a tutte le spese del mese,
includendo le uscite di cassa e di banca. Quindi nel riepilogo di spesa occorre fare
attenzione anche a tutte le spese pagate con assegni bancari.
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Schema 3.6
In fase di esecuzione del progetto si verifica spesso che non sia possibile procedere
alla sua attuazione secondo quanto preventivato nel documento iniziale. Molte
sono le cause, tra le quali i lunghi tempi che intercorrono tra la fase progettuale e
quella esecutiva. È comunque indispensabile che tali modifiche vengano segnalate
53
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
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SCHEMA PER LA PRESENTAZIONE DI MODIFICHE NON ONEROSE (VARIANTI)
Piano finanziario Previsione annualità Variazione (+ o -) Nuova previsione annualità
Unità N. Costo Costo Apporto UnitàN. Costo Costo Apporto Unità N. Costo Costo Apporto
Unità unitario totale valorizza Unità unitario totale valorizza Unità unitario totale valorizza
(in €) (in €) to, se (in €) (in €) to, se (in €) (in €) to, se
presente presente presente
(in €) (in €) (in €)
1. Risorse umane
1.1 Personale espatriato
1.2 Consulenti
1.3 Missione di monitoraggio
1.4 Formazione e perfezionamento personale
espatriato
1.5 Personale locale operativo, amministrativo,
tecnico
1.6 Borse di studio
Subtotale 1. risorse umane
2. Viaggi internazionali, locali, assicurazioni e
rimborsi
Subtotale 2. viaggi e rimborsi
3. Investimenti
3.1 Spese di investimento (terreni, imfrastrutture,
impianti, attrezzature, ecc.)
3.2 Spese di gestione in loco (materiali di
55
consumo, affitti, manutenzioni, ecc)
Subtotale 3. Investimenti
4. Servizi esterni: Studi e ricerche, Servizi
bancari, Revisione contabile/audit
Subtotale 4. servizi esterni
5. Fondi di dotazione, rotazione e micro-
credito
Subtotale 5. Fondi credito
6. Comunicazione verso esterno e
disseminazione dei risultati
6.1 Materiale divulgativo, Eventi, Campagne
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
sensibilizzazione, ecc.
Subtotale 6. comunicazione, visibilità verso
esterno
7. Altro
7.1 …
Subtotale 7. Altro
Subtotale 1. - 7.
8. Spese generali (% del Subtotale 1.-7.)
Totale generale
Schema 3.7
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Rendiconti finanziari
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
4. O R G A N I Z Z A R E L’ AV V I O D E L P R O G E T T O
SINTESI
- Acquistare e spedire le attrezzature: tecnologie appropriate, riparabilità e
assistenza tecnica, trasporti, dove acquistare.
- Selezionare, formare e contrattare le risorse umane.
- Firma di accordi con i partner per l’esecuzione del progetto.
Nel merito, gli elementi da valutare nel fare gli acquisti, oltre alla congruità del
prezzo, sono:
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Schema 4.1
SINTESI - Procedure di acquisto
applicabili nel quadro delle azioni
esterne della UE (all. IV contratto)
Offerta più vantaggiosa: miglior rapporto Qualità e Prezzo,
rispetto dei principi di trasparenza, di uguaglianza di
Norme generali
trattamento dei fornitori potenziali, vegliando sull’assenza dei
conflitti d’interesse.
Voce Regolamentazione
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
- Regole di nazionalità.
- Regole sull’origine (certificati di origine delle forniture).
- Eccezioni alle regole di nazionalità ed origine (decise dalle
Eleggibilità Delegazioni).
delle forniture - Situazioni di esclusione alla partecipazione alla fornitura
(situazioni di illegalità).
- Situazioni di esclusione alla assegnazione della fornitura
(conflitto d’interesse, false dichiarazioni).
- Secondo migliori pratiche internazionali (procedure e modelli
pubblicati sul sito EuropeAid).
Regole comuni
- I tempi di consegna delle offerte siano appropriati per i
a tutte le gare
fornitori.
di fornitura
- Valutazione fatta da un comitato di numero dispari di membri
esperti.
- Forniture con valore uguale o maggiore a 100.000 €: gara
d’appalto internazionale pubblicata su media (sito del
proponente, giornali internazionali e nazionali) che stabilisca il
Regole
n° candidati valutato sufficiente per garantire una concorrenza
applicabili alle
reale (da 4 a 8).
forniture di
- Forniture con valore da 20.000 € a 100.000 €: procedura
servizi
negoziata senza pubblicazione (almeno 3 prestatori di servizio).
- Forniture con valore minore di 20.000 €: procedure stabilite
dal beneficiario.
- Forniture con valore uguale o maggiore a 300.000 €: gara
d’appalto internazionale pubblicata su media (sito del
proponente, giornali internazionali e nazionali).
Regole
- Forniture con valore da 100.000 € a 300.000 €: gara d’appalto
applicabili alle
nazionale pubblicata su media (sito del proponente, giornali
forniture di
della nazione in cui verrà svolta l’azione).
beni ed
- Forniture con valore da 60.000 € a 100.000 €: procedura
attrezzature
negoziata senza pubblicazione (almeno 3 fornitori).
- Forniture con valore minore a 60.000 €: procedure stabilite dal
beneficiario.
- Forniture con valore uguale o maggiore a 5.000.000 €: gara
d’appalto internazionale pubblicata su media (sito del
proponente, giornali internazionali e nazionali).
Regole - Forniture con valore da 300.000 € a 5.000.000 €: gara
applicabili alla d’appalto nazionale pubblicata su media (sito del proponente,
realizzazione di giornali della nazione in cui verrà svolta l’azione).
opere civili - Forniture con valore da 120.000 € a 300.000 €: procedura
negoziata senza pubblicazione (almeno 3 fornitori).
- Forniture con valore minore a 120.000 €: procedure stabilite
dal beneficiario.
59
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Acquisti
60
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Gli acquisti sono gestiti dal Project Manager o dai coordinatori di progetto in loco
in tutte le fasi, compresa la conferma d’ordine. In questa funzione è supportato
dall’amministrazione per le seguenti attività:
Verifica della regolarità amministrativa delle fatture in entrata;
Verifica del budget;
Controllo della disponibilità di cassa dell’organismo (sentendo il responsabile
legale) per acquisti di importo considerevole;
Esecuzione dei pagamenti ai fornitori, se richiesto dal coordinatore di progetto.
Fasi di un acquisto
Una procedura di acquisto si compone indicativamente di 4 fasi:
1. Fase preparatoria di un acquisto
2. Apertura del file di un acquisto
3. Ricerca di mercato
4. Decisione e conclusione di un acquisto
61
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
completa trasparenza nella scelta del fornitore, anche dopo 5 anni dalla
conclusione del progetto, quando le persone che se ne sono occupate potrebbero
non essere più presenti. La raccolta e conservazione della documentazione in unica
cartella al momento dell’acquisto, diventa quindi di vitale importanza.
3. Ricerca di mercato
Il finanziatore detta le regole per la ricerca di mercato e gli acquisti. Compete al
responsabile di progetto in Italia e/o all’estero scegliere di agire in autogestione,
oppure incaricando società esterne.
In autogestione
a) Procurarsi un indirizzario delle ditte da contattare. In genere esiste una
lista fornitori presso la Ong. Tutti devono contribuire all’aggiornamento
dell’archivio fornitori passando al responsabile una fotocopia delle fatture
fatte sui propri progetti. In caso contrario si ricercano potenziali fornitori
attingendo da internet o consultando esperti che lavorano nel settore
commerciale rischiesto.
b) Per la richiesta di preventivo, da inoltrare ad una ditta, servirsi delle
indicazioni riportate in Schema 4.3. La richiesta di preventivo va
protocollata prima di essere inviata al fornitore.
c) Verificate che siano state protocollate in entrata le offerte di preventivo
pervenute. Verificate la conformità tra gli oggetti richiesti e quelli ordinati
(tipo, quantità, caratteristiche tecniche). Tutta la documentazione va raccolta
nella cartellina già aperta.
Società esterne
Esistono ditte specializzate in forniture e spedizioni, alcune particolarmente
verso i PVS. Queste possono funzionare come:
a) Semplice fornitore: basta fare una richiesta di preventivo e la sua
percentuale di guadagno della società sarà inclusa nella fattura. Starà a noi
chiedere ad altre ditte altri preventivi.
b) Ufficio acquisti: gestiscono, oltre alla richiesta di più preventivi e la
fornitura, anche tutte le pratiche burocratiche di spedizione (via mare e
aerea), packing list, assicurazioni, ricerca container, ecc.
c) Ufficio preventivi in fase di progettazione: forniscono preventivi di ditte
fornitrici. Questo servizio può essere oneroso o gratuito se il volume di
lavoro che diamo alla società a loro avviso lo giustifica.
62
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Decidere l’acquisto. Per scegliere tra diversi preventivi, bisogna comparare non
solo il prezzo e la qualità della merce, ma anche le modalità di consegna e di
pagamento. Ovviamente per ordini di importo modesto e da fornitori che non ci
conoscono è difficile ottenere le condizioni più vantaggiose.
Nel caso di acquisti che devono essere spediti all’estero, chiedere al fornitore le
fatture in doppia copia originale per essere controllate alla dogana. Al rientro della
fattura dalla dogana si dovrà infatti tenere l’originale della fattura per
l’amministrazione e rinviare al fornitore una copia per attestare l’avvenuta
esportazione e validare l’esenzione IVA.
NOTA: Per avere diritto all’esenzione IVA, la merce non deve transitare e/o essere
usata in Italia. Quindi essa deve passare direttamente dal fornitore al magazzino
dell’operatore doganale. La fattura deve dunque riportare l’indirizzo del
destinatario all’estero e non l’indirizzo della sede in Italia.
Spedizioni
Come già detto, i finanziatori richiedono sempre più che gli acquisti vengano
effettuati in loco. Nei casi in cui ciò non sia possibile occorre procedere con
acquisti in Europa o in altro Stato estero contattando uno spedizioniere, secondo le
procedure dettate dal finanziatore.
Le spedizioni, quindi, sono effettuate da una società di spedizioni indicata dal
coordinatore del progetto (se l’acquisto è in autogestione) o dall’eventuale società
esterna prescelta per gli acquisti. Alcune norme sono importanti per una buona
gestione degli acquisti:
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
1. La merce deve essere consegnata dal fornitore, con mezzi propri o tramite
corriere, allo spedizioniere.
3. Il capo progetto fornisce copia delle fatture del fornitore per produrre le
fatture proforma che vanno codificate con numero progressivo nel registro
delle proforma. Le fatture proforma sono delle dichiarazioni formalmente
emesse dall’organismo esportatore che riassumono tutti gli oggetti di una
spedizione (siano essi fatturati in diverse fatture o ricevute). Sono redatte in
due lingue (in italiano con i valori in Euro e nella lingua del Paese ricevente
con i valori nella moneta prevista dal Paese). La fattura proforma deve
contenere la dichiarazione di esenzione IVA: per questo bisogna consegnare
al fornitore la “dichiarazione di esenzione IVA”. Una copia di tutta la
documentazione di spedizione va inviata al coordinatore in loco, per avviare
le pratiche di sdoganamento. Se la spedizione è eseguita direttamente da
società esterne, è bene accertarsi che abbiano inviato una copia di tutta la
documentazione in loco.
64
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Schema 4.3
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Schema 4.2
CARTELLA ACQUISTI
PROGETTO
Tipo merci
Mezzo di spedizione
fax
Tel.
Awb n.
Volo:
Data partenza/arrivo:
Container/sigillo n.
Nave:
Data partenza/arrivo:
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Schema 4.4
Luogo, data
Prot.
Spett.:
Fatturare a:
ORGANISMO - INDIRIZZO - CODICE FISCALE
Distinti saluti,
firma del legale rappresentante.
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Schema 4.5
Spett.le…..
Prot: …..
Oggetto: dichiarazione di esenzione IVA
Il legale rappresentante
Firma
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
La selezione delle risorse umane viene effettuata sulla base di quanto previsto dal
progetto. Le procedure che seguono si riferiscono alla selezione di personale
espatriato in partenza per l’estero, ma è opportuno tenerne conto anche per le
risorse umane locali.
Il Project Manager, ormai padrone dei contenuti del progetto e delle risorse
previste e disponibili, tenendo conto del Cronogramma indicato, avvia le azioni
necessarie a selezionare il personale: prima di tutto quello espatriato, poi quello
locale.
Nella pratica si procede come segue:
69
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
e) Colloqui di selezione
Lo scopo dei colloqui individuali di selezione con i candidati è quello di ampliare e
approfondire le informazioni contenute nei curricula, non solo inerentemente alle
informazioni sugli studi e sulle esperienze lavorative, ma anche quelle relative alla
personalità del candidato, alle sue motivazioni, al suo modo di presentarsi e di
reagire alle informazioni ricevute.
Il colloquio diretto è uno strumento di conoscenza del candidato con molti limiti;
per migliorarne l’efficacia ed evitare eventuali errori derivanti da interpretazioni e
giudizi soggettivi, il candidato viene sottoposto a più colloqui individuali fatti da
più selezionatori. A questo proposito esistono anche attività integrative quali i
colloqui collettivi di selezione, lavori di gruppo e metodologie alternative di
selezione.
70
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
cambino i dirigenti della Ong e dei partner locali ed è quindi probabile che i nuovi
responsabili sappiano poco del progetto e di quanto a suo tempo concordato.
In questi casi è necessario rinfrescare e ri-sottoscrivere un accordo di partenariato
con i nuovi dirigenti ed interlocutori, ai quali sarà stato adeguatamente presentato il
progetto. Anche qualora non fossero cambiate le persone, è comunque opportuno
ripresentare il progetto affinché venga inserito nella strategia e nella
programmazione attuale del partner. È fondamentale verificare anche la reale
esistenza delle risorse che devono essere apportate localmente e, se necessario,
rivedere il progetto e chiedere al finanziatore le opportune modifiche.
Un’operazione simile deve essere fatta, assieme al partner locale, anche nei
confronti dei beneficiari. Questi sono probabilmente meno informati riguardo
all'approvazione del progetto ed è probabile che abbiano già messo in atto strategie
sostitutive. In considerazione di quanto detto a più riprese circa il ruolo
fondamentale rivestito dalla partecipazione attiva dei beneficiari nei progetti di
sviluppo, si pone quindi come azione prioritaria quella di ri-coinvolgerli e talvolta
ri-selezionarli. Anche questa operazione può richiedere di apportare modifiche al
progetto ed è opportuno accertarsene sin dall’inizio.
All’avvio del progetto è indispensabile una verifica delle condizioni per la sua
esecuzione. Gli elementi che vengono analizzati e stabiliti in collaborazione con la
Ong e il partner locale per la realizzazione del progetto vengono codificati in
“Accordi di esecuzione” che hanno la finalità di “rinfrescare la memoria” dei
soggetti coinvolti, rinnovare l’impegno reciproco dei partner e aggiornare il
progetto.
71
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Organizzazione e gestione:
- Responsabilità reciproca degli attori;
- Modalità di rendicontazione (rispetto delle scadenze e delle modalità di
rendicontazione).
- Cadenza della programmazione e del monitoraggio/valutazione;
- Presentazione dei rapporti di stato d’avanzamento.
Norme finali:
- Modalità di modifica dell’accordo;
- Durata e modalità di proroga dell’accordo;
- Indicazione su chi è autorizzato a firmare l’accordo;
- Modalità di risoluzione delle controversie;
- Copie e lingue di compilazione dell’accordo;
- Data della firma.
Allegati:
- Documento di progetto (in lingua ufficiale locale);
- Tor del/i responsabile/i in loco (funzioni e responsabilità di ciascuno).
Come già osservato, è utile fin dall'avvio del progetto prendere in esame il
Cronogramma per valutare i tempi previsti e priorizzare le attività.
Il Cronogramma dovrà essere attualizzato insieme al partner locale e allo staff del
progetto e riattualizzato periodicamente.
È utile analizzare i tempi di realizzazione del progetto applicando la tecnica del
Pert (utilizzata in ambito industriale per ottimizzare i cicli produttivi e di
montaggio) sia pur ridotta ai minimi termini.
Si tratta in ultima analisi di stimare meglio possibile i tempi reali di ogni azione e
collegare fra loro tutte le azioni che sono conseguenti l'una a l'altra. Ad esempio,
nel caso di un corso di formazione, le lezioni non possono iniziare finché non sono
disponibili le aule e finché non termina il corso ai formatori, questi non si possono
mobilizzare finché non sono disponibili le moto per andare nei villaggi e così via.
Si tratta perlopiù di considerazioni semplici e intuitive ma che possono creare
criticità se non eseguite in tempi prestabiliti. È quindi necessario prestarvi la debita
attenzione, riportarle per scritto e comunicarle a tutto il personale in modo che
possano essere valutate le conseguenze di eventuali ritardi e le possibili azioni
correttive da mettere in atto.
Questa calendarizzazione è tanto più necessaria in considerazione delle ricorrenti
difficoltà finanziarie nelle quali incappano i progetti, che inducono a dover fare le
cose il più tardi possibile (tecnica che in positivo e in altri contesti si chiama "just
in time" e riduce i tempi morti).
72
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
5. D O C U M E N T A R E I L L AV O R O S V O L T O
SINTESI
- Rapporti narrativi periodici.
- Rapporti di missioni di monitoraggio e valutazione.
Scrivere questi rapporti è facile se si prende come base il Quadro Logico per
l’elencazione degli obiettivi e soprattutto dei risultati attesi e il Cronogramma
delle azioni. Questo metodo consente di non dimenticare nulla e di valutare
l'impatto delle attività fatte o non fatte alla luce di quanto era previsto. Potrebbe
essere utile predisporre un modello per ogni progetto come base per la stesura dei
rapporti narrativi da compilare periodicamente.
Da un punto di vista pratico è importante dedicare tutto lo spazio necessario alla
descrizione dei problemi aperti e dei punti critici, per poi indicare quali azioni si
intenda attuare per porvi rimedio. Infine, una parte del rapporto dovrà essere
dedicata alla descrizione della programmazione delle attività future.
73
Gestire i progetti di cooperazione internazionale
A. Una copertina che deve citare il titolo del progetto e il codice del finanziatore,
il tipo e il periodo di riferimento del rapporto, la data e il nome dell’organismo
esecutore e del compilatore.
B. L’indice.
C. Una scheda che sintetizza la proposta iniziale di progetto, aggiornata con
riferimenti a eventuali modifiche intercorse e ai finanziamenti ottenuti.
D. Una parte descrittiva (vedi Schema 5.1): si riferisce alla totalità delle azioni
del progetto e deve permettere il raffronto con gli obiettivi perseguiti, i mezzi
proposti e i risultati attesi (come previsto nel documento iniziale del progetto).
Contiene la descrizione di difficoltà e ritardi insorti durante l’esecuzione del
progetto e le misure proposte per il loro superamento, incluse le modifiche non
onerose. Contiene infine le indicazioni sulla programmazione del periodo di
esecuzione successivo del progetto (Rapporto intermedio) o indicazioni e
considerazioni per la buona prosecuzione futura delle azioni intraprese (Rapporto
finale o di realizzazione).
E. Una parte finanziaria (vedi Schema 5.2): riporta i dati amministrativi e
finanziari riuniti in schemi che consentono di misurare la corrispondenza tra
risultati ottenuti e risorse finanziarie impiegate, incluso l’impiego di tutti i
contributi finanziari pervenuti (es: UE, Ong, locali, altri).
Il Project Manager deve verificare che le due parti - descrittiva e finanziaria - del
rapporto siano in armonia tra di loro ed assicurarsi che il rapporto descrittivo sia in
grado di fornire, al personale esterno che lo valuterà, elementi di comprensione su
quanto risulta dalla situazione finanziaria.
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- I rapporti finali relativi alla consulenza prestata dal personale espatriato che ha
operato sul progetto, sia in breve che in lunga missione.
- Comunicazioni intercorse con il MAE sul progetto.
- Schema di suddivisione delle spese sostenute in Italia e in loco.
- Copia delle prime note suddivise per singola voce di spesa.
- Domanda esplicita di erogazione della tranche annuale successiva di
finanziamento.
Il MAE prevede, per i progetti promossi dalle Ong, 4 missioni all'anno di 15 giorni
per missioni di autovalutazione, anche se molte Ong usano almeno una di queste
per commissionare valutazioni a valutatori esterni (di altre Ong o professionisti).
Questo permette loro di confrontare il proprio lavoro con parametri esterni (anche
se non esistono parametri puramente "oggettivi") e quindi affinare le proprie
modalità operative.
A volte, in concomitanza con le missioni delle Ong o indipendentemente da esse, il
finanziatore promuove una propria missione di valutazione. Si tratta di missioni
legate sia agli aspetti amministrativi che ai contenuti, ma il finanziatore può
ricavarne un'impressione generale sulla Ong che influenzerà successivamente gran
parte delle relazioni con il finanziatore stesso.
Le missioni effettuate dalle Ong danno luogo a un rapporto di missione che verrà
allegato ai rendiconti e/o conservato negli archivi della Ong; il rapporto delle
missioni dei finanziatori invece di norma non è disponibile per la Ong, salvo per i
rapporti di monitoraggio della UE che vengono sempre condivisi con la Ong.
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Nella maggior parte dei casi le missioni effettuate dai finanziatori si concludono
con un miglioramento delle relazioni tra Ong e finanziatore, dal momento che i
funzionari possono rendersi conto ed entrano in contatto personalmente con le
difficoltà del lavoro svolto (incluso quello della documentazione delle spese,
compito che loro stessi devono svolgere quando chiedono il rimborso delle
proprie), della precarietà dei beneficiari, del radicamento della Ong sul territorio,
ecc.
Nella prassi, tuttavia, il rapporto con il finanziatore rimane solitamente di natura
formale, burocratico e amministrativo; sono difatti pochi i progetti che hanno il
“privilegio” di essere visitati da funzionari del proprio ente finanziatore. Si tratta di
un problema non da poco, dal momento che la realizzazione di un progetto è cosa
complessa e piena di sfumature, mentre la visione del finanziatore attraverso i suoi
organi di controllo è quasi sempre congelata al documento di progetto presentato.
Per questo motivo non dobbiamo mai pensare che gli scostamenti rispetto al
progetto iniziale siano capiti dal finanziatore: anche un risultato migliore del
previsto può generare sospetti. Occorre perciò motivare sempre tutto ciò che viene
fatto, soprattutto le variazioni, con argomenti comprensibili da un estraneo.
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Schema 5.1
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SCHEMA PER RENDICONTAZIONE DELLE SPESE
Sintesi Costo totale ultimo
preventivo/c preventivo approvato Compensazioni (+ o -) Consuntivo annualità Quota-costo non spesa
onsuntivo annualità
Apporto Apporto
Costo Costo Costo Costo Costo Costo Costo Costo
N. N. N. valorizzat N. valorizzato
Unità unitario totale Unità unitario totale Unità unitario totale Unità unitario totale
Unità Unità Unità o (se Unità (se
(in €) (in €) (in €) (in €) (in €) (in €) (in €) (in €)
presente) presente)
1. Risorse
umane
1.1 Personale
espatriato
1.2 Consulenti
1.3 Personale in
missione di
monitoraggio
1.4
Formazione e
perfezionament
o personale
espatriato
1.5 Personale
locale
operativo,
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amministrativo,
tecnico
1.6 Borse di
studio
Subtotale 1.
risorse umane
Schema 5.2
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6. A G G I U S T A R E I L T I R O - VA L U T A Z I O N E I N
ITINERE
SINTESI
- Aggiustamenti legati al monitoraggio e alla valutazione in itinere;
- Ricercare e rimuovere le cause dei conflitti;
- Introduzione al monitoraggio e valutazione;
- Indicatori e sistemi di monitoraggio.
Dobbiamo pensare al progetto come ad un veicolo che deve raggiungere una certa
località: per quanto pieno di carburante, con il motore e le gomme in ordine, ha
comunque sempre la necessità di essere guidato, sia per seguire le curve conosciute
del percorso, sia per superare le difficoltà impreviste. I monitoraggi, le
valutazioni interne ed esterne e la programmazione devono consentirci di
aggiustare la direzione in modo da raggiungere al meglio l'obiettivo.
Il confronto fra quanto realizzato e quanto ancora resta da fare è la prima
valutazione da compiere e deve portare all’individuazione delle correzioni
necessarie in termini di azioni, tempi e costi.
Gli aggiustamenti piccoli, in genere, possono essere corretti senza ricorrere a
modifiche formali; quelli più consistenti richiedono invece vere e proprie richieste
di variante che il finanziatore deve approvare. In quest’ultimo caso occorrono
quindi maggiori formalizzazioni e più tempo.
La scelta di alcuni finanziatori di sopprimere la voce di spesa per "imprevisti",
corrisponde a criteri di verifica contabile, ma è del tutto ingiustificata dal punto di
vista della realtà dei progetti: non è possibile, ad esempio, che un progetto di tre
anni (che ne dura anche quattro ed è stato progettato almeno un anno prima del
suo avvio) non abbia degli imprevisti lungo il suo cammino.
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Di questo il progettista dovrebbe aver tenuto conto nella formulazione del budget,
ma la gestione concreta sarà a carico del Project Manager e consisterà nella
richiesta di autorizzazione degli imprevisti con la massima tempestività se questi
sono ammessi, o nella variazione degli obiettivi (cioè delle attività e dei risultati
attesi) se gli imprevisti non sono ammessi.
Spesso il fatto che si stia facendo cooperazione e che tutti collaborino per lo stesso
obiettivo può portare a pensare che non sia importante chiarire le relazioni
gerarchiche. Così facendo, quando le opinioni o le modalità operative divergono,
possono insorgere conflitti di non facile risoluzione.
Nei ToR e negli accordi di partenariato devono essere ben definiti i termini di
relazione fra i soggetti, in modo che sia fugato ogni equivoco. Naturalmente ciò
non significa che lo stile di comando debba essere autoritario e insensibile alle
proposte e alle idee degli altri. Uno stile autoritario, anche se i termini sono chiari,
è facilmente fonte di conflitto, malumore e atteggiamenti poco costruttivi. Il
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metodo di lavoro della cooperazione non può non basarsi sulla collaborazione
positiva, sulla ricerca del consenso e sulla mediazione di posizioni diverse ed è
proprio in questo che si misurano le capacità del Project Manager.
Il monitoraggio
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La valutazione
Tipi di valutazione:
- Valutazione on-going, nel corso del progetto, con l'obiettivo di verificarne il
cammino. È realizzata durante lo svolgimento del progetto utilizzando
l'informazione fornita dal processo di monitoraggio.
- Valutazione finale, per determinare l'efficacia, l'efficienza e l'impatto
dell'intervento. Viene realizzata a conclusione del progetto.
- Valutazione ex-post, realizzata dopo un certo tempo dalla fine del progetto, per
verificare se gli effetti sono permanenti nel lungo periodo.
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Schema 6.1
MONITORAGGIO VALUTAZIONE
Obiettivo
Misurare il grado di realizzazione delle Controllare che il progetto produca i
attività e di utilizzo delle risorse. benefici previsti e quindi raggiunga gli
obiettivi.
Quando
Esame continuo e sistematico della Evento puntuale: in un momento
realizzazione delle attività svolte preciso e definito della vita del
durante l’attuazione del progetto. progetto.
Strumenti principali
Cronogramma esecutivo e budget. Studi/analisi capaci di misurare/stimare
i cambiamenti introdotti da un progetto
all’interno del sistema.
Campo di analisi
Analizza aspetti “tattici” (attività e Analizza aspetti “strategici” (risultati,
risorse) correlati ai risultati. obiettivo specifico, obiettivi generali).
Responsabilità
Chi esegue operativamente il progetto. Insieme degli attori.
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parte, costringe a chiarire gli obiettivi già nella fase di disegno del progetto e
costituiscono una componente essenziale dello stesso Quadro Logico.
Un buon indicatore dovrebbe avere le seguenti caratteristiche:
- Plausibile: deve misurare quel che è importante per il progetto (non quello che è
facile da misurare);
- Indipendente: ogni obiettivo deve avere i suoi indicatori specifici;
- Misurabile in termini di quantità, qualità e tempo di ottenimento.
Esempio
Elementi descrittivi iniziali: la produzione attuale di mais dei beneficiari,
realizzata con tecniche convenzionali che usano pesticidi e fertilizzanti chimici, è
di 30 q/ha.
Obiettivo: aumentare la sicurezza alimentare attraverso il miglioramento della
produzione agricola eco-compatibile.
Risultato atteso: produzione di mais dei beneficiari aumentata e migliorata.
Indicatore: ottenimento di un raccolto di mais maggiorato di almeno il 30%
(almeno 39 q/ha), con tecniche di produzione biologica, entro la seconda
campagna di produzione.
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7. P O RTA R E A T E R M I N E ( E P R O S E G U I R E N E L
FUTURO) IL PROGETTO
SINTESI
- Sostenibilità delle azioni e autonomia di partner e beneficiari;
- Rendiconti finali;
- Valutazione finale e capitalizzazione;
- Passaggio di consegne di beni.
Diventare superflui
Accompagnamento e autonomia
Vale la pena sottolineare i concetti appena espressi con una figura presa in prestito
dalla pedagogia, sebbene la cooperazione non sia tanto un’opera di insegnamento,
quanto piuttosto di “accompagnamento” e partenariato.
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Gestire i progetti di cooperazione internazionale
Gran parte delle attrezzature dovrebbe essere già stata consegnata ai beneficiari nel
corso del progetto e quindi non richiede alcuna formalità ulteriore. Per i beni che
fanno parte delle attrezzature degli uffici o altre attrezzature del progetto, a
conclusione dello stesso dovrà avvenire il passaggio alla Ong partner o alle
strutture collettive con le quali il progetto ha collaborato. Per quanto riguarda i
beni non registrati, occorre semplicemente redigere un verbale di consegna firmato
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dal ricevente. Per le automobili e altri beni di rilievo emergono i problemi già citati
nel capitolo sugli acquisti ed occorre quindi prepararsi per tempo per adempiere
alle formalità richieste.
Alla fine del progetto, nel caso in cui nella stessa località o Paese non sia stato
avviato un altro progetto, occorrerà anche chiudere gli uffici (provvedendo alla
disdetta degli affitti e delle utenze (acqua, luce, linee telefoniche), concludere i
contratti di lavoro (facendo attenzione ai tempi di preavviso), e i conti correnti
bancari. Questi ultimi due punti necessitano di qualche precisazione.
Rendere conto
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Una valutazione finale, a chiusura del ciclo del progetto, può essere fatta da diversi
soggetti: i protagonisti, la Ong promotrice del progetto, il finanziatore, un ente
terzo. In ogni caso la valutazione si basa prima di tutto sui dati desumibili dalla
relazione finale e, se necessario, da visite sul posto e interviste con i protagonisti e
i beneficiari.
Brevemente ricordiamo che una valutazione ex post non concentra la propria
attenzione sui risultati non raggiunti e quindi sulle debolezze del personale che ha
gestito il progetto o della Ong, ma piuttosto sulle cause che hanno prodotto quelle
discrepanze, di cui l’inadeguatezza del personale può essere una, ma forse solo
marginale. Altre cause possono essere esterne o insite nella fase progettuale,
oppure ancora provenire da errori nella diagnosi.
Lo scopo principale della valutazione ex-post è quello di verificare soprattutto le
ipotesi iniziali e quindi stabilire la “utilità” del progetto, prima ancora della
sua “efficienza”.
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Come già detto, la preparazione del rendiconto sarà tanto più facile quanto più sarà
stata ben impostata la contabilità sia in loco che in sede e quanto più il Project
Manager si sia attenuto alle voci di spesa senza sforarle o abbandonarle. Non basta
infatti che i soldi siano stati effettivamente spesi, occorre anche che le spese siano
coerenti alle voci a cui si riferiscono e non si discostino più del 10-15% dal totale
previsto.
È fondamentale che un Project Manager conosca le caratteristiche del rendiconto
richiesto dal proprio finanziatore, anche se la contabilità e il rendiconto ufficiale
saranno predisposti da altri più esperti in materia. La contabilità e l'ufficio
rendiconti, infatti, prendono atto e lavorano su elementi prodotti dal Project
Manager o dal gestore del progetto in loco e i loro margini di aggiustamento sono
veramente minimi. Se ad esempio ci accorgiamo solo al momento del rendiconto
che una voce è stata sforata, è molto difficile rimediare, con il rischio concreto che
la Ong perda le cifre che superano il tetto.
Un report finale riassuntivo dello svolgimento del progetto durante tutto il periodo
di durata costituisce lo strumento conclusivo del progetto. Questo rapporto deve
includere una completa “bibliografia” di tutta la documentazione e i materiali che
il progetto ha prodotto (altri report, censimenti, analisi, ricerche, approfondimenti,
materiale fotografico e visivo, valutazioni, ecc.). È molto importante che questo
rapporto venga stilato in doppia lingua e venga inviato a tutte le entità e le sedi che,
in forma diversa, hanno partecipato attivamente all’azione.
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Schema 7.1
AMBITO DELL'ACCORDO DI PASSAGGIO DI CONSEGNE FINALE:
Inquadramento del contesto sociale e politico in cui si è svolto il progetto, le priorità
strategiche e i partner coinvolti.
ORGANIZZAZIONE E GESTIONE:
Definire le responsabilità (diritti e doveri) che verranno assunti dagli attori e dai
beneficiari del progetto, affinché alle risorse sopra indicate vengano garantite in futuro:
-La corretta gestione tecnica e amministrativa, la proprietà e il diritto d’uso, la
manutenzione, la riparazione, finalizzate al mantenimento nel tempo dei benefici attesi;
- La cadenza e la programmazione di un monitoraggio e di una valutazione;
- La presentazione di rapporti di stato d'avanzamento delle attività, dopo la conclusione
del progetto;
- L’eventuale destinazione ultima dei beni nel caso un’entità beneficiaria venga a
mancare.
ALLEGATI:
- Documento di dettaglio di beni e attrezzature oggetto di passaggio di consegne ai
partner e beneficiari (in lingua ufficiale locale).
- Copia dell’inventario dei beni acquistati con il progetto, con la loro destinazione
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TRANSFERIMENTO DEI BENI E EQUIPAGGIAMENTI
Schema 7.2
Contratto numero:
Titolo dell'azione:
Nome del titolare del progetto:
Nome del partner locale / beneficiario finale dell'azione:
Data di Trasferimento /
Numero Quantità Descrizione del bene (>EURO 5,000) Data d'acquisto Valore in EURO Annotazioni
1
2
92
3
4
5
Totale valore
La lista seguente è stabilita in rispetto dell'Articolo 2.3 et 7.3 delle "General Conditions" applicabili alla "EU-financed Grant Contracts for External
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