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Lab2Work – rete giovani Seriate e Grumello del Monte

Territorio, Partecipazione e Lavoro


Il progetto Lab2Work - premessa

Ente committente: Regione Lombardia

Enti finanziatori: Regione Lombardia, Ambiti Territoriali Seriate e Grumello del Monte

Destinatari: giovani 18/35 anni residenti negli ambiti territoriali

Coordinamento: Mestieri Lombardia – ente accreditato ai servizi al lavoro

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Bando «Voucher orientamento»

Destinatari: il percorso di orientamento è pensato per aspiranti imprenditori/imprenditrici, lavoratori


autonomi, startupper che rispettino le seguenti condizioni:
• abbiano un’età compresa tra 18 e 35 anni;
• abbiano residenza o domicilio in uno dei Comuni compresi nell’Ambito territoriale di Grumello o Seriate;
• intendano approfondire gli aspetti teorici ed operativi legati all’avvio di una attività imprenditoriale.

Contenuto: voucher orientamento

Modalità: incontri singoli e/o di gruppo con counselor, formatori e referenti aziendali

Azioni:
 percorsi di orientamento e di formazione all’imprenditorialità
 tirocini extracurriculari

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Obiettivi del percorso formativo

Al fine di avviare e fare crescere un’esperienza imprenditoriale sostenibile, è essenziale saper riconoscere le
opportunità offerte dal contesto ed essere in grado di valutarle alla luce di adeguati strumenti di analisi.

Il percorso si propone quindi i seguenti obiettivi:

• Fornire ai partecipanti le informazioni essenziali per poter valutare la fattibilità della propria idea di
business (parte teorica);

• Sviluppare alcune capacità concrete per lo sfruttamento di tale idea, anche con il supporto di consulenti
e membri di startup del territorio (parte pratica).

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Calendario e tematiche

Il percorso di orientamento all’imprenditorialità si articola in 6 moduli, di cui 3 a carattere teorico e 3 di


natura pratica (laboratori di idee).

Modulo Data Orario Luogo


1 - Seminario di orientamento al mettersi in proprio 17/06/2016 Ore 17-20 Comune di Seriate
2 - Rassegna sui trend di mercato e le professioni del futuro 24/07/2016 Ore 17-20 Comune di Seriate
3 - Presentazione delle opportunità offerte dall'ecosistema 01/07/2016 Ore 17-20 Comune di Seriate
4- Dall'Idea al Business Model 08/07/2016 Ore 17-20 Comune di Seriate
5- Dal Business Model al Business Plan 15/07/2016 Ore 17-20 Comune di Seriate
6 - Testimonianze e confronto con startupper 22/07/2016 Ore 17-20 Comune di Seriate

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I contenuti del percorso formativo (1/2)
La parte teorica del percorso verterà sui seguenti argomenti:

Seminario di orientamento al mettersi in proprio


Con lo scopo di trasferire informazioni, metodologie e conoscenze sul percorso logico-pratico necessario
per la definizione dell’idea imprenditoriale e del proprio business model, l’analisi di coerenza rispetto alle
proprie attitudini e competenze e la verifica di fattibilità dell’idea.
Inquadramento amministrativo delle diverse tipologie di lavoro autonomo in forma individuale o societaria,
con l’intervento di un commercialista.

Rassegna sui trend di mercato e le professioni del futuro


Con lo scopo di presentare gli scenari elaborati da primarie istituzioni internazionali circa i trend attesi del
mercato del lavoro e ragionare insieme sulle professioni del domani, in modo da orientare le scelte di un
percorso professionale/imprenditoriale in coerenza con le dinamiche evolutive delle tecnologie emergenti e
delle nuove economie.

Presentazione delle opportunità offerte dall’ecosistema


Con lo scopo di rappresentare i luoghi, le opportunità e gli stimoli offerti dal sistema Provinciale, Regionale,
Nazionale e Comunitario per quanto concerne l’avvio di impresa e fotografare le tipologie di stakeholder che
lo popolano (incubatori, acceleratori, coworking, investitori, centri di formazione, etc.)

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I contenuti del percorso formativo (2/2)
Le parte pratica si concentrerà sui seguenti argomenti:

Dall’Idea al Business Model


Esercitazione pratica mediante la formazione di team di lavoro (2-3 persone) a cui è richiesto di redigere
un’idea di prodotto e/o servizio a partire da un bisogno definito e, attraverso la metodologia BMC – Business
Model Canvas, costruire un’analisi che verrà poi presentata all’intero gruppo in 3 minuti (elevator pitch). I
formatori agiranno in qualità di tutor, affiancando e consigliando i team su alcuni aspetti metodologici, ma
lasciando assoluta libertà nei contenuti.

Dal Business Model al Business Plan


L’idea che nell’esercitazione precedente avrà ottenuto più voti verrà utilizzata dall’intero gruppo di lavoro
come base per costruire il Business Plan dell’idea stessa attraverso una sessione di brainstorming in cui
riflettere sui diversi aspetti legati al business proposto alla luce delle nozioni teoriche acquisite in
precedenza.

Testimonianze e Confronto con Startupper


Nella forma del dialogo aperto e del confronto peer-to-peer, verrà organizzata una sessione Q&A con una o
più startup del territorio bergamasco in modo che la classe possa immedesimarsi in un’esperienza di avvio
d’impresa, con effettiva testimonianza delle criticità affrontate e dei traguardi ottenuti.

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L’incontro di oggi

Il modulo odierno si compone di due parti:

1 – identificazione di metodologie e conoscenze sul percorso logico-pratico necessario per la definizione


dell’idea imprenditoriale e del proprio business model, l’analisi di coerenza rispetto alle proprie attitudini e
competenze e la verifica di fattibilità dell’idea  Conlabora Srl

2 - Inquadramento amministrativo delle diverse tipologie di lavoro autonomo in forma individuale o


societaria, con l’intervento di un commercialista  dott. Lorenzo Vecchierelli

Conlabora è una società di consulenza che fornisce servizi di Project Design, Project Management e
Pianificazione Strategica per Startup, PMI e Grandi Imprese, Università, Enti pubblici.
In particolare, Conlabora offre supporto nella trasformazione di un’idea progettuale in una proposta di
progetto sostenibile, coerente e pianificata, da sottoporre a soggetti finanziatori pubblici e privati.

Lorenzo Vecchierelli è dottore commercialista dal 2010, revisore legale ed esperto di consulenza societaria
e all’avvio d’impresa, pianificazione fiscale, operazioni straordinarie, dichiarazioni fiscali delle persone fisiche
e giuridiche. E' membro della Commissione “Collegio Sindacale, revisione e principi contabili” dell’Ordine dei
Dottori Commercialisti di Bergamo.

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Il concetto di ‘imprenditorialità’

L’imprenditorialità si definisce come “l’insieme di attività che implica la scoperta, la valutazione e lo


sfruttamento di opportunità di introduzione di nuovi beni, servizi e processi, intuendo i bisogni del mercato e
dei destinatari cui ci si rivolge”.

Per sfruttare l’opportunità è necessario un impegno di tipo organizzativo ed economico.

L’attività imprenditoriale è volta alla realizzazione di profitto: la decisione di sfruttare una certa opportunità
verrà quindi presa solo se i benefici attesi dallo sfruttamento saranno maggiori dei costi richiesti
per realizzarla.

Il processo imprenditoriale ha come componente fondamentale l'assunzione del rischio di insuccesso, in un


ambiente caratterizzato da variabili incerte.

Il processo imprenditoriale deve implicare qualche forma di innovazione,


ossia offrire un elemento distintivo e migliore rispetto a quanto già presente.

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Il processo decisionale imprenditoriale

La decisione di intraprendere un’attività imprenditoriale non si basa solo su una scelta razionale, ma anche
su una certa percezione della situazione, sulla convinzione dell'esistenza della possibilità di fare profitti
sviluppando qualcosa di nuovo.

Dal momento che le preferenze dei consumatori, il cambiamento tecnologico e altri fattori sono incerti,
l'imprenditore si forma delle opinioni basate su assunzioni che non sono provate.

Si può dire che l'imprenditore si basa sulla sua sensazione (o intuito) che esista un modo migliore di fare le
cose rispetto a quelli esistenti.

Il processo decisionale imprenditoriale è quindi un processo creativo.


In altre parole, le opportunità hanno una componente oggettiva,
ma il processo di scoperta e di sfruttamento richiede creatività.

Il profitto imprenditoriale è quindi la ricompensa per aver sfruttato l’intuizione in una situazione incerta.

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Le differenze tra gli individui

Le differenze tra gli individui riguardano caratteristiche anagrafiche (come l’età), o aspetti psicologici (come
le motivazioni, la personalità, la stima di sé) o cognitivi (come le competenze e la formazione).

Perché alcuni individui scoprono opportunità che altri non sono in grado di identificare?

a) hanno migliore accesso all'informazione sull'esistenza dell'opportunità

b) sono più capaci di sfruttare l'opportunità, pur avendo accesso alle stesse informazioni

L’obiettivo del nostro percorso è quindi duplice:

1. Fornire le informazioni essenziali per poter riconoscere l’opportunità (parte teorica)


2. Presentare i metodi per lo sfruttamento dell’opportunità (parte pratica)

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Da dove partire?

Per chi vorrebbe realizzare la sua idea imprenditoriale ma non sa come fare e, soprattutto, non sa se
quell’idea è realmente fattibile, il punto di partenza più efficace è quello di
provare a mettere su carta ciò che si vorrebbe realizzare.

Vi sono degli strumenti che aiutano a rappresentare l’idea, sia come percorso logico che come percorso
rappresentativo. Quale che sia lo strumento utilizzato, occorre analizzare 4 elementi chiave:

Persona – Idea – Contesto – Risorse

L’analisi di questi 4 elementi costituisce le fondamenta sulle quali è possibile edificare il proprio progetto.

Il punto di partenza consiste quindi in una sorta di ‘autoanalisi’, un’indagine introspettiva per verificare o
raggiungere la consapevolezza della possibile realizzazione delle proprie aspettative progettuali.

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L’autoanalisi

L’autoanalisi verte sugli aspetti basilari per determinare il valore di un’idea di business e per capire se si è
davvero consapevoli di tale scelta.

Esempi di domande fondamentali da porsi possono essere le seguenti:

Che cosa mi spinge a mettermi in proprio e/o avviare un’impresa?


Per quale motivo voglio realizzare questa idea?
Quali competenze e/o esperienze sono utili per realizzare la mia idea?
Ho una rete di conoscenze che mi potrebbe aiutare?
Quali sono le mie risorse personali sulle quali posso contare?
Quali sono le risorse economiche e finanziarie che posso investire?
Sono disponibile allo stile di vita che comporta un’attività in proprio?

Tra gli strumenti più adatti per rispondere a tali domande vi sono
il Masterplan e il Bilancio delle Competenze

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Il bilancio delle competenze (1/2)

Il bilancio delle competenze nasce in Canada e si sviluppa principalmente in Francia, dove dal 1991 il suo utilizzo
viene regolato per legge. Si tratta di un intervento strutturato di orientamento che aiuta a definire con precisione le
proprie capacità, competenze e aspirazioni professionali.

Il bilancio delle competenze, così come utilizzato in Italia, è una riflessione sulle proprie motivazioni ed esperienze
di lavoro e di vita condotta tramite un test in concerto con un consulente/orientatore.

Il bilancio di competenze ha la funzione di aiutare a:

- definire le proprie esperienze professionali e personali;


- valorizzare le competenze legate al mondo del lavoro e della formazione;
- definire le proprie conoscenze e attitudini;
- scoprire le potenzialità inespresse;
- raccogliere e ordinare gli elementi per elaborare un progetto professionale o personale;
- individuare le priorità personali e professionali;
- gestire al meglio le proprie risorse

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Il bilancio delle competenze (2/2)

Per la redazione del proprio bilancio di competenze sono utilizzati strumenti quali:
- questionari di autovalutazione
- test
- analisi di esperienze passate
- scrittura della propria biografia professionale
- simulazioni

I risultati di ciascuna attività vengono raccolti su appositi fogli che alla fine, assieme a una relazione finale elaborata
di comune accordo con il consulente, vanno a costituire un fascicolo che rimane al cliente.

Se mancano questi due aspetti, intervento strutturato e fascicolo finale, non si può parlare di bilancio, ma solo di
colloquio di orientamento (o counseling, colloquio di orientamento approfondito).

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L’analisi idea-contesto-risorse
Dopo aver individuato la coerenza dell’idea con le proprie aspirazioni e attitudini,
è necessario confrontarsi con l’ambiente esterno, ossia
cercare di valutare l’idea in relazione al contesto di riferimento e le risorse a disposizione.

Per fare ciò, in una fase preliminare è utile raccogliere informazioni e porsi una serie di domande, tra cui:

A quali bisogni risponde la mia idea?


Chi sono i miei potenziali clienti?
Quanti sono e dove si trovano i miei potenziali clienti?
Come posso raggiungerli?
Perché dovrebbero comprare da me e non da altri?
Ci sono realtà che fanno una cosa simile alla mia? Come la fanno?
Che cosa mi differenzia rispetto a loro?
Di quali risorse tecniche e finanziarie ho bisogno per realizzare la mia idea?
Le possiedo?

Alla fine di questa analisi si arriva quindi a circoscrivere la coerenza tra persona-idea-contesto-risorse e si decide
se lasciare perdere o se strutturare l’idea sotto forma di progetto imprenditoriale.

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Il masterplan

Il masterplan è uno strumento di pianificazione progettuale, adatto a valutare ogni aspetto connesso alla
strutturazione di un’idea professionale e/o imprenditoriale.

Si compone di un questionario suddiviso in 6 sezioni, volte a determinare la fattibilità di un’idea dal punto di
vista della consapevolezza personale.

La prefattibilità è probabilmente il problema principale quando si sta pensando di avviare una nuova attività.
Intraprendere le giuste iniziative in maniera pianificata può sembrare semplice, ma in realtà lo è molto meno:
lo testimonia l’elevata percentuale di fallimenti di nuove attività.

Le 6 sezioni-chiave del masterplan sono:

1. Elementi attitudinali
2. Competenze e capacità
3. Focus sull’attività
4. Requisiti per il successo
5. Valutazione delle criticità
6. Aspetti economico-finanziari

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‘Mettersi in proprio’

Una volta verificata la coerenza e la prefattibilità di un’idea, è ideale conoscere le forme giuridiche con cui è
possibile realizzarla, utile base per un confronto successivo con un professionista.

Non sempre è chiaro il significato di espressioni quali «mettersi in proprio», «avviare un’attività
autonoma» o «diventare imprenditore».

«Mettersi in proprio» è un’espressione generica che si riferisce a tutte le attività di lavoro non dipendente: si può
dire, quindi, che chiunque avvia un’attività lavorativa in forma non subordinata «si mette in proprio».

Più difficile è distinguere l’«attività di lavoro autonomo» dall’«attività imprenditoriale»: in genere, tuttavia, si
attribuiscono al lavoro autonomo delle caratteristiche diverse da quelle dell’impresa.

Tutte le attività di lavoro indipendente si possono classificare, secondo le norme civilistiche e fiscali, in
due categorie principali:

1) attività di impresa
2) attività di lavoro autonomo

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Attività d’impresa

Il codice civile non fornisce la definizione di «impresa», ma quella di «imprenditore» (art. 2082 c.c.).

«È imprenditore chi esercita professionalmente una attività economica organizzata al fine della produzione o dello
scambio di beni e di servizi».

L’impresa è quindi «l’attività economica, organizzata, diretta alla produzione o allo scambio di beni e di servizi,
esercitata professionalmente».

In base a questa definizione risulta chiaro che, affinché vi sia impresa, devono ricorrere le seguenti condizioni:

• l’esercizio di una attività economica diretta alla produzione o allo scambio di beni e di servizi
• l’organizzazione dell’attività
• la professionalità

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3 tipologie di imprenditore (1/3)

Il codice civile distingue, in base al genere di attività, 2 figure fondamentali di imprenditore:


• imprenditore commerciale (art. 2195 c.c.)
• imprenditore agricolo (art. 2135 c.c.)

È imprenditore commerciale chi esercita professionalmente una o più delle seguenti attività:
• un'attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi;
• un'attività intermediaria nella circolazione dei beni;
• un'attività di trasporto per terra, o per acqua o per aria;
• un'attività bancaria o assicurativa;
• altre attività ausiliarie delle precedenti.

La definizione data dal codice va quindi oltre all'uso comune del termine "imprenditore commerciale" che indica
colui che pratica l'attività di intermediazione nella circolazione dei beni.

Infatti, nel linguaggio aziendale, per impresa commerciale s'intende: rivenditori, distributori, importatori (in pratica:
negozi, supermercati, grossisti, imprese che acquistano e vendono, che non producono).

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3 tipologie di imprenditore (2/3)

È imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività:


• coltivazione del fondo
• selvicoltura
• allevamento di animali
• attività connesse.

Per coltivazione del fondo, selvicoltura e allevamento di animali si intendono le attività dirette alla cura ed allo
sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di carattere vegetale o animale, che
utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci, salmastre o marine.

Si definiscono attività connesse le attività, esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla
manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto
prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall'allevamento di animali, nonché le
attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l'utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell'azienda
normalmente impiegate nell'attività agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del
patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità come definite dalla legge.

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3 tipologie di imprenditore (3/3)

Il codice inoltre, considerando le dimensioni e le caratteristiche aziendali individua la figura del piccolo
imprenditore, di cui l’imprenditore artigiano rappresenta la figura più tipica (art. 2083 c.c.) oltre a tutti coloro che
esercitano un’attività d’impresa prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia.

L’artigiano ieri e oggi: dal calzolaio all’esperto di siti web

Al giorno d’oggi artigiano non è più solo il calzolaio, il fabbro ferraio o l’impagliatore di sedie. Può rientrare in questa
figura giuridica, se ne ha i requisiti, anche chi offre prodotti o servizi innovativi: ad esempio fotografia industriale,
pubblicità e comunicazione d’impresa, grafica, desktop publishing, realizzazione di siti internet, ecc.

Tutti gli imprenditori (commerciali, agricoli e piccoli) sono tenuti all’iscrizione nel Registro delle imprese presso la
Camera di Commercio competente, cioè quella della provincia in cui è posta la sede legale.

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Il lavoro autonomo (1/2)
Con l’espressione «lavoro autonomo» si intende (art. 2222 c.c.) ogni attività lavorativa che prevede:
• l’esecuzione, contro corrispettivo, di un’opera o di un servizio
• con lavoro prevalentemente proprio
• senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente

Il lavoro autonomo si differenzia dall’impresa principalmente per l’assenza di una significativa organizzazione, cioè
di una azienda.

Esso identifica dunque l'attività di lavoro dei cosiddetti liberi professionisti e dei lavoratori autonomi manuali, con
esclusione delle figure imprenditoriali, e necessita dell'apertura di partita IVA.

Il lavoratore autonomo svolge la propria attività con mezzi prevalentemente propri e non del committente, e con
piena discrezionalità circa il tempo, il luogo e le modalità della prestazione. Non ha dunque vincoli
di subordinazione nei confronti del committente, il quale non ha i poteri direttivi, di controllo e disciplinare tipici del
datore di lavoro subordinato.

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Il lavoro autonomo (2/2)

L’Esercizio di arti o professioni riguarda lo svolgimento di attività di lavoro autonomo per professione abituale
(anche se non esclusiva). Rientrano in questa categoria:
• gli artisti (pittori, musicisti, ecc.)
• i professionisti dello sport e dello spettacolo (calciatori, attori, ecc.);
• i prestatori d’opera intellettuale (art. 2229 e segg. c.c.), i cui elementi distintivi sono:

1. • il carattere intellettuale della prestazione, cioè l’uso di intelligenza e cultura in modo prevalente rispetto
all’eventuale impiego di lavoro manuale;
2. • la discrezionalità nell’esecuzione del lavoro;
3. • il semplice compimento della prestazione indipendentemente dal risultato.

A volte per esercitare una professione è richiesta l’iscrizione preventiva in appositi albi, ordini o elenchi: si parla, in
tal caso, di professioni protette (giornalisti, notai, medici, ecc.); in caso contrario, si parla di professioni libere (es.
consulenti d’azienda, pubblicitari, ecc.).

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Quale tipologia d’impresa? (1/2)
- le ditte individuali e le imprese familiari in cui il titolare sia giovane sotto i 35 anni;
- le società di persone in cui il numero di giovani sotto i 35 anni rappresenti almeno la maggioranza dei
componenti della compagine societaria, indipendentemente dalle quote di capitale detenute;
IMPRESE GIOVANILI - le società di capitali e/o società cooperative in cui i giovani sotto i 35 anni detengano almeno la
maggioranza delle quote di capitale e costituiscano almeno la maggioranza dei componenti
dell’organo di amministrazione.

- le ditte individuali e le imprese familiari in cui il titolare sia donna;


- le società di persone in cui il numero di donne rappresenti almeno la maggioranza dei componenti
IMPRESE FEMMINILI della compagine societaria, indipendentemente dalle quote di capitale detenute;
- le società di capitali e/o società cooperative in cui le donne detengano almeno la maggioranza delle
quote di capitale e costituiscano almeno la maggioranza dei componenti dell’organo di
amministrazione.

operano nei settori di intervento “ad utilità sociale” previsti dal D.lgs. 155/06 e dalla Legge 381/91:
assistenza sociale, sanitaria o socio sanitaria; educazione, istruzione e formazione; tutela ambientale e
IMPRESE SOCIALI dell’ecosistema; tutela dei beni culturali; turismo sociale; formazione post-universitaria; ricerca ed
erogazione di servizi culturali; formazione extrascolastica; attività finalizzate all’inserimento lavorativo
delle persone definite “svantaggiate”.

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Quale tipologia d’impresa? (2/2)
Sono Startup Innovative (DL 179/2012 recepito con L. 221/2012) le imprese che
• sono costituite in forma di società di capitali da non più di 5 anni;
STARTUP INNOVATIVE • non distribuiscono e non hanno distribuito utili;
• hanno la sede principale in Italia;
• hanno come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la
commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico;
• non sono state costituite da una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di
azienda o di ramo di azienda;
• presentano almeno uno di questi tre requisiti:
1. le spese in ricerca e sviluppo sono uguali o superiori al 15% del maggiore valore fra costo e
valore totale della produzione della startup innovativa;
2. dottorandi, dottori di ricerca e ricercatori sono un terzo o più della forza lavoro impiegata oppure
almeno i due terzi della forza lavoro sono in possesso di laurea magistrale;
3. sia titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale relativa a una
invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una
nuova varietà vegetale ovvero sia titolare dei diritti relativi ad un programma per elaboratore
originario

SIAVS Sono considerate Startup Innovative a Vocazione Sociale (SIAVS) le società che hanno tutte le
caratteristiche proprie delle Imprese Sociali e delle Startup Innovative.

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Many thanks

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