Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
operative
per futuri e nuovi
imprenditori
IL BUSINESS PLAN
di Aldo Canal
ovvero
collana
quattro conti
in tasca
per evitare rischi inutili
collana
oggi e domani imprenditore
mini guide
operative
per futuri e nuovi
imprenditori
IL BUSINESS PLAN
di Aldo Canal
ovvero
quattro conti
in tasca
per evitare rischi inutili
INDICE
IL BUSINESS PLAN
PRESENTAZIONE
1. INTRODUZIONE
PRESENTAZIONE
Avviare unimpresa, anche di piccolissime dimensioni, pu dare parecchie soddisfazioni, ma anche presentare alcune difficolt, come dimostra il fatto che entro tre anni circa un terzo delle imprese chiude.
Per venire incontro ad una forte domanda di informazione sullavvio di
nuove imprese la Camera di Commercio di Padova, tramite la propria
azienda speciale Promopadova, ha iniziato nel 2005 ad organizzare dei
percorsi formativi gratuiti (6 serate di due ore ciascuna) sugli adempimenti presso la Camera di Commercio, i Comuni e le ASL, sugli aspetti
fiscali, sugli aspetti del credito bancario e del business plan, sulla comunicazione con il cliente. Tali incontri, ripetuti finora 5 volte lanno
in localit della provincia sempre diverse, hanno riportato un notevole
successo di pubblico.
A completamento delliniziativa si ritenuto opportuno sistematizzare la
documentazione che viene in genere distribuita in tali occasioni in una
collana costituita da brevi pubblicazioni dal taglio istruzioni per luso
- dedicata ai futuri e nuovi imprenditori che possa dare delle utili indicazioni prima e durante lavvio dellimpresa non solo a chi partecipa, ma
anche a chi per propri impegni non riesca a frequentare le lezioni.
Questa mini-guida dedicata al business plan, da molti considerato
utile solo alle grandi imprese.
Ma riflettiamo un attimo: prima di mettere su casa tutti fanno quattro
conti per verificare le spese di avviamento (mobili, mutuo, ecc.) a
fronte delle proprie entrate.
Prima di mettere su unazienda indispensabile fare altrettanto. I rischi
sono in effetti molto maggiori.
Saper calcolare un prezzo remunerativo, il fatturato minimo sufficiente
a coprire tutti i costi di gestione e sapere analizzare e descrivere la
propria idea dimpresa, sono capacit senzaltro utili al nuovo imprenditore, anche se a capo di una microimpresa. E se anche il calcolo esatto
lo facesse fare ad un esperto questa pubblicazione lo sensibilizzer al
problema e gli fornir alcuni strumenti per affrontare meglio le sfide che
lo attendono nelle prime fasi dellattivit.
Il Presidente
Gianfranco Chiesa
1. INTRODUZiONE
Nonostante lespressione business plan sia ormai diventata di uso comune, non tutti conoscono il suo preciso significato.
Anche quando il termine anglosassone viene tradotto nella nostra lingua come piano aziendale le domande pi frequenti che vengono poste ad un consulente aziendale sono: Che cos? Come si predispone?
E obbligatorio redigerlo?
Le tre domande sono spesso conseguenti e lultima viene normalmente
posta dal neo imprenditore nella speranza di sentirsi dire no.
In effetti nessuna legge obbliga a redigerlo, tranne casi particolari di
richieste per agevolazioni finanziarie.
Linterlocutore si sente pertanto sollevato (ritenendo che almeno
qualche adempimento burocratico possa essere saltato) e comincia
a chiedere al proprio consulente le vere cose importanti: Come si
apre la partita IVA? Come e quando si deve predisporre una fattura?
Quante tasse si dovranno versare? Qual , per lattivit che si intende
svolgere, la migliore forma societaria?
In effetti, lapertura della partita IVA, la predisposizione dei documenti
fiscali ed il versamento delle tasse sono tutti adempimenti obbligatori,
a differenza della predisposizione del business plan che facoltativa.
Se si aggiunge, inoltre, che la redazione del business plan anche faticosa
(nel senso che bisogna scrivere cio formalizzare in modo compiuto e
coerente le proprie idee) si capisce perch la gran parte delle aziende neo
costituite non lo predisponga.
Agendo in questo modo per limprenditore decide di rinunciare ad
uno strumento fondamentale che permette di far luce sul cammino per
raggiungere i propri obiettivi.
Si pu infatti paragonare lo strumento del business plan ai fari di unauto che circola di notte alla ricerca della meta prefissata. Si pu anche
circolare a fari spenti ma il rischio di fare incidenti o di perdersi per
strada senza raggiungere la meta altissimo.
1. Vedi, ad esempio, legge n. 488/1992.
La fase di descrizione qualitativa precede necessariamente quella quantitativa e ne costituisce un presupposto fondamentale.
La predisposizione del bilancio previsionale, infatti, pu essere considerata quasi una logica conseguenza dellaspetto descrittivo qualitativo: lo strumento per tradurre in numeri le idee.
Da quanto detto, quindi, lanalisi descrittiva del progetto deve essere il
pi possibile accurata e precisa poich rappresenta laspetto essenziale
del business plan.
In sintesi, limprenditore non dovr essere un esperto contabile o finanziario, ma dovr scrivere (cio formalizzare) in modo chiaro, analitico
e completo le proprie idee delegando eventualmente ad un consulente
esterno lorganizzazione e la sistematizzazione delle idee stesse
(aspetto qualitativo) e la predisposizione del coerente documento
di valutazione economico-finanziaria (aspetto quantitativo).
11
3. LIDEA DI BUSINESS
Il business plan descrive in modo analitico e chiaro tutti gli aspetti rilevanti del progetto dimpresa.
Per poter raggiungere questo obiettivo bisogna essere in grado di rispondere in modo compiuto a queste domande:
13
15
Altrettanto importante, nella logica di conoscenza del comportamento, rispondere alla domanda perch compra quel bene o servizio?
Non bisogna infatti dimenticare che un consumatore quando acquista
un prodotto acquista i benefici dello stesso e pu essere che gli stessi
siano supportati da elementi RAZIONALI o IRRAZIONALI (aspetti psicologici, sociali, ..).
Infine opportuno delineare le caratteristiche del consumatore
(et, sesso, istruzione, classe socio-economica di appartenenza) al fine
di identificare i migliori strumenti di comunicazione pubblicitaria.
d. Identificare lambiente esterno, fonte di rischi ed opportunit, che
condiziona le modalit con le quali lazienda potr vendere i prodotti/
servizi. Ci si riferisce in particolare alle seguenti variabili:
16
17
Tutti gli elementi sopra descritti completano la parte DESCRITTIVA (QUALITATIVA) del business plan e rappresentano la base di riferimento per le
analisi di tipo quantitativo.
Per lo sviluppo dellanalisi QUANTITATIVA consigliabile utilizzare un programma specifico che sia in grado di predisporre in modo ordinato e coerente tre prospetti contabili (su un arco di tempo da tre a cinque anni):
1. IL CONTO ECONOMICO PREVISIONALE che raccoglie i costi e i
ricavi previsti e fornisce quindi gli elementi utili per la determinazione
della prevista redditivit aziendale;
2. IL PIANO FINANZIARIO che permette di evidenziare i fabbisogni finanziari nel periodo di riferimento;
3. LA SITUAZIONE PATRIMONIALE che permette di evidenziare
la situazione degli elementi componenti il patrimonio aziendale al
termine di ciascun esercizio.
Prima di analizzare i tre prospetti, bene soffermarmi su uno strumento sintetico, che potrebbe risultare molto utile nella MICROIMPRESA e
per limprenditore che non ha molta familiarit con lanalisi di bilancio.
Mi riferisco allanalisi del punto di pareggio aziendale.
3. Nella MICROIMPRESA si includono, secondo il decreto del Ministro delle attivit produttive del 18 aprile 2005, le imprese
che hanno meno di 10 occupati ed un fatturato annuo oppure un totale di bilancio non superiore a 2 milioni di Euro.
18
le spese di spedizione.
4. Ovviamente il fatturato dipende anche dai prezzi praticati, oltre che dalle quantit di servizi o beni venduti. Ed i
prezzi dovranno tener conto dei prezzi della concorrenza. Inoltre lIVA non considerata in tale calcolo in quanto
partita di credito / debito con lerario.
5. I costi della gestione caratteristica sono i costi correlati allattivit tipica aziendale. Sinteticamente si possono
prendere in considerazione tutti i costi aziendali senza considerare gli oneri finanziari, gli oneri straordinari, le imposte
dirette.
6. Ci si riferisce pi propriamente ai consumi e non ai costi di acquisto delle materie prime che potrebbero essere
invece sostenuti indipendentemente dagli effettivi livelli di produzione. Il legame tra le due grandezze il seguente:
CONSUMI DI M.P. = RIMANENZE INIZIALI M.P. + ACQUISTI DI M. P. RIMANENZE FINALI M.P. .
19
I COSTI FISSI, cio quei costi il cui andamento non correlato ai volumi di produzione/vendita, si distinguono a loro volta tra costi fissi di
STRUTTURA (costi fissi di lungo periodo) e costi fissi DISCREZIONALI
(costi fissi di breve periodo).
Esempi tipici di costi fissi di STRUTTURA sono:
spese telefoniche;
affitti passivi;
canoni di leasing;
Lesempio tipico di costo fisso DISCREZIONALE rappresentato dalle spese pubblicitarie nel senso che il costo pu essere limitato anche
ad un solo anno. I costi fissi di struttura tendono invece a ripetersi per
pi annualit ed una volta presa la decisione di acquisto, la stessa si
ripercuote per diversi esercizi successivi.
Con lelencazione fin qui sviluppata non si esaurisce la lista dei costi
caratteristici aziendali perch alcuni non sono completamente fissi o
completamente variabili.
Ci si riferisce in questi casi ai costi denominati COSTI SEMIVARIABILI
(cio caratterizzati da una componente fissa, indipendente dai volumi
di produzione/vendita, e una componente variabile correlata ai livelli di
attivit aziendale).
20
costo del personale produttivo (si pensi alla parte variabile correlata
ad eventuali ore straordinarie);
costo del personale commerciale (si pensi a quei contratti caratterizzati anche da una retribuzione variabile in funzione del raggiungimento di taluni target di vendita);
costo dellenergia elettrica dei reparti di produzione (prevalentemente variabile, ma sempre con una quota di costo fisso).
21
PRIMO CASO:
PUNTO DI PAREGGIO IN UNA IMPRESA ARTIGIANA
Per determinare il punto di equilibrio aziendale si deve cominciare con
lindividuazione e la valorizzazione dei COSTI FISSI (compresa la quota
fissa dei costi semivariabili) previsti per lo sviluppo dellidea di business
seguendo uno schema semplificato simile al seguente:
VOCE DI COSTO
FISSO annuo
VALORIZZAZIONE
esempi
costi del
personale
amministrativo
25.000
costi del
personale
produttivo
75.000
materiale di
cancelleria e
materiale vario
di consumo
800
energia elettrica,
gas dei reparti
amministrativi
26.000
affitti passivi
18.000
pubblicit
3.500
ammortamento
delle
immobilizzazioni
IMMATERIALI
ammortamento
delle
immobilizzazioni
MATERIALI
17.000
Es.
mobili e arredi 12%
di 100.000 = 12.000
Automezzi 20%
di 25.000 = 5.000
canoni di leasing
13.600
(es. canone iniziale
9.000, 59 canoni mensili
da
1.000,00)
68.000 / 5 (anni)
22
Per quanto riguarda i costi variabili, necessario identificare innanzitutto le tipologie di prodotti che lazienda artigiana intende erogare. Di
seguito lanalisi viene effettuata per due prodotti ma potrebbe essere
sviluppata, con un opportuno foglio di calcolo, per n prodotti.
PRODOTTO ALFA
UNA QUANTIT
PRODOTTO BETA
UNA QUANTIT
3,00
Moltiplicazione, per ogni materia
prima, tra la quantit necessaria
per unit di prodotto ed il costo
di acquisto per unit standard di
materia prima (es. chilogrammo,
metro, litro)
4,50
Moltiplicazione, per ogni
materia prima, tra la quantit
necessaria per unit di
prodotto ed il costo di
acquisto per unit standard
di materia prima (es.
chilogrammo, metro, litro)
0,15
(tenendo conto dei consumi orari
previsti della macchina, dei tempi
medi di produzione, e del costo
dellenergia)
0,30
(tenendo conto dei consumi
orari previsti della macchina,
dei tempi medi di produzione,
e del costo dellenergia)
0,35
0,45
3,50
5,25
Prezzo medio di
vendita (A)
7,00
9,00
Margine di
contribuzione
unitario assoluto
(B=prezzo medio
costi unitari
variabili)
3,50
3,75
Margine di
contribuzione
unitario relativo
(percentuale)
(C = B/A)
50,00%
41,66%
ELEMENTI
Costo materie
prime per unit di
prodotto
Energia elettrica
Provvigioni
passive (es. pari al
5% del prezzo di
vendita)
TOTALE COSTI
UNITARI
VARIABILI
23
24
SECONDO CASO:
PUNTO DI PAREGGIO IN UNA IMPRESA COMMERCIALE
(DETTAGLIANTE)
La logica di sviluppo del modello simile al caso precedente.
Per semplicit si ipotizzi di aver determinato in modo analitico i costi
fissi aziendali il cui importo complessivo risulti pari ad 125.000.
E opportuno invece analizzare pi approfonditamente i costi variabili
ed i margini di contribuzione aziendali.
Trattandosi di un dettagliante, una analisi specifica per ciascun articolo
risulta pressoch impossibile da effettuare (soprattutto se assente un
sistema informativo gestionale), per cui si dovr sviluppare lanalisi per
famiglia o linea di articoli/merci.
Ipotizziamo che sia prassi per limpresa calcolare il prezzo di vendita al
dettaglio di una specifica linea di prodotti (chiamata per es. GAMMA)
utilizzando il seguente semplice calcolo:
costo di acquisto della merce (senza IVA) + ricarico 150%
Pertanto se un articolo della linea GAMMA viene acquistato (IVA esclusa) ad 20,00, il suo prezzo di vendita (IVA inclusa) sar di 50,00.
Per calcolare il margine di contribuzione dellesempio, necessario
scorporare innanzitutto lIVA (ipotesi al 20%) dal prezzo di vendita e
quindi calcolare il margine di contribuzione assoluto e relativo:
Prezzo di vendita al netto di IVA 41,67 (50 / 1,20)
Costo di acquisto 20,00
Margine di contribuzione assoluto 21,67
Margine di contribuzione relativo 52% (21,67 / 41,67)8
Pertanto applicare una ricarica ad una famiglia di articoli del
150% equivale, nel punto di pareggio, ad applicare un margine di
contribuzione relativo del 52%.
8. (Costo di vendita al netto di IVA - costo di acquisto)/costo di vendita al netto di IVA.
25
A questo punto ipotizziamo che le famiglie di articoli con diverse ricariche siano solamente due: GAMMA (sopra analizzata) e DELTA (per la
quale si ipotizzi che ricarica applicata sia del 100% a cui corrisponde un
margine di contribuzione relativo del 40%9).
Si ipotizzi inoltre che siano previste due operazioni di svendita nellarco di un anno con uno sconto medio sul prezzo di vendita per GAMMA del 30% e per DELTA del 20%.
Pertanto dal punto di vista dei risultati economici lanalisi della marginalit dovr essere sdoppiata per ciascuna linea secondo la seguente
tabella.
GAMMA
prezzo pieno
GAMMA
in svendita
DELTA
prezzo pieno
DELTA
in svendita
A) Costo di
acquisto (esempio)
20,00
20,00
10,00
10,00
B) Prezzo vendita
lordo IVA
50,00
35,00
(sconto 30%)
20,00
16,00
(sconto 20%)
C) Prezzo vendita
netto IVA
41,67
29,17
16,67
13,33
D) Margine di
contribuzione
assoluto
21,67
9,17
6,67
3,33
52 %
31%
40%
25%
E) Margine di
contribuzione
relativo
Infine per determinare il punto di pareggio aziendale necessario ipotizzare le quote di fatturato di ciascuna linea al fine di determinare il
margine di contribuzione medio ponderato aziendale.
Se si ipotizza che la quota di fatturato di GAMMA sia pari al 60% (di cui
il 15% realizzato con svendita) e di DELTA sia pari al restante 40% (di
cui il 10% realizzato con svendita) possibile determinare il punto di
pareggio aziendale nel seguente modo:
9. Seguendo lesempio di prima si ottiene: se il costo di acquisto 10,00, prezzo di vendita IVA compresa 20,00,
prezzo al netto di IVA 16,67 (20/1,20), margine di contribuzione 6,67, margine di contribuzione relativo 40%
(6,67/16,67).
26
(% di fatturato dovuta al prodotto GAMMA prezzo pieno X margine di contribuzione unitario GAMMA prezzo pieno +
% di fatturato dovuta al prodotto GAMM in svendita X margine di contribuzione unitario GAMMA in svendita +
% di fatturato dovuta al prodotto DELTA prezzo pieno X margine di contribuzione unitario DELTA prezzo pieno +
% di fatturato dovuta al prodotto DELTA in svendita X margine di contribuzione unitario DELTA in svendita)
27
TERZO CASO:
PUNTO DI PAREGGIO IN UNA IMPRESA DI SERVIZI
Per semplicit si ipotizzi di aver determinato in modo analitico i costi
fissi aziendali il cui importo complessivo risulti pari ad 285.000.
E opportuno anche in questo caso analizzare pi approfonditamente i
prezzi di vendita, i costi variabili ed i margini di contribuzione aziendali.
Nel caso specifico una impresa di servizi quasi sempre caratterizzata
da un prezzo di vendita orario stabilito dal mercato o dagli ordini professionali (si pensi ad esempio alle tariffe indicate dagli ordini dei dottori commercialisti, degli ingegneri, degli avvocati, ) per cui la logica
di analisi orientata allapprofondimento delle marginalit in funzione
delle diverse tariffe applicate. Per quanto riguarda i costi variabili, gli
stessi possono far riferimento al costo orario sostenuto per lutilizzo
di risorse esterne ovvero al costo orario del personale interno qualora
venga considerato come costo variabile.
In riferimento al costo orario del personale interno, lo stesso deve essere calcolato rapportando il costo annuo complessivo con il numero di
ore dedicate allattivit di consulenza (attivit produttiva) da ciascun
operatore. E noto infatti che una percentuale del tempo viene dedicato
allattivit cosiddetta improduttiva cio non orientata alla clientela per
lo svolgimento di attivit accessoria di formazione, di analisi, di predisposizione di preventivi, di marketing, ecc. .
Pertanto se il costo annuo di un consulente junior pari a 36.000,
il numero di ore effettivamente svolte 1.760 e la percentuale di ore
improduttive, come sopra identificate, pari al 20%, la tariffa oraria di
costo variabile pu essere cos determinata:
36.000 / 1.40810 = 25,57
(costo annuo/ora produttiva)
10. Le ore improduttive risulterebbero pari a 352 e pertanto 1.760 352 = 1.408.
28
CONSULENTE
JUNIOR
(INTERNO)
Tariffe orarie di
vendita applicate al
netto di IVA
CONSULENTE
SENIOR
CONSULENTE
PARTNER
60
80
25,57
45
70
34,43
35
30
57%
44%
30%
Margini relativi
100
(% incidenza media ore effettuate da Cons. Junior X margine di contribuzione unitario Cons. Junior +
% incidenza media ore effettuate da Cons. Senior X margine di contribuzione unitario Cons. Senior +
% incidenza media ore effettuate da Cons. Partner X margine di contribuzione unitario Cons. Partner)
(% incidenza media ore effettuate da Cons. Junior X costo orario Cons. Junior +
% incidenza media ore effettuate da Cons. Senior X costo orario Cons. Senior +
% incidenza media ore effettuate da Cons. Partner X costo orario Cons. Partner)
h.
5.259
Senior
h.
2.023
Partner
h.
809
(65%)
(25%)
(10%)
Tenendo conto delle ore improduttive, nonch delle ore medie annue complessive per ogni categoria di consulenti, possibile anche calcolare il fabbisogno numerico di personale interno (ovvero di consulenti esterni).
29
IMPRESA
COMMERCIALE
IMPRESA
SERVIZI
179.900
125.000
285.000
Margine di contribuzione
medio ponderato
47,92%
42,55%
51,05%
Punto di pareggio
(espresso in termini di
fatturato annuo)
375.417
293.772
558.276
Obiettivo espresso
in termini di reddito
operativo
45.000
45.000
45.000
469.324
399.530
646.425
+ 25%
+ 36%
+ 16%
30
31
32
ECONOMICA;
FINANZIARIA;
PATRIMONIALE.
33
Come si pu ben immaginare, la simulazione tra le diverse alternative risulta molto difficoltosa se non si dispone di un software ad hoc.
Senza contare poi che in fase di start up gli investimenti e le condizioni
di finanziamento sono molteplici come pure le condizioni di incasso dai
clienti e di pagamento ai fornitori.
Si riassumono di seguito le principali indicazioni richieste dai principali
software in circolazione:
ASPETTI GENERALI
nome dellimpresa, sede e codice fiscale;
il numero di bilanci previsionali da elaborare (consigliabile 5 esercizi per vedere le proiezioni degli effetti a regime del progetto di
impresa);
ASPETTI ECONOMICI
La logica di sviluppo della parte quantitativa economica ripercorre le
seguenti fasi:
inserimento del fatturato previsto per il primo esercizio previsionale, e del tasso di crescita dei ricavi per gli anni successivi;
inserimento per ciascun costo di natura VARIABILE della percentuale di incidenza rispetto al fatturato;
inserimento, per i costi FISSI, degli importi assoluti per ciascuna annualit (spesso si inseriscono dei valori assoluti crescenti per
recuperare leffetto inflazione attesa). La gestione degli ammortamenti proviene invece dalle ipotesi di acquisto delle immobilizzazioni sviluppate nellanalisi PATRIMONIALE (dove spesso vengono
richieste le aliquote di ammortamento per ciascuna categoria di
34
immobilizzazione);
linserimento dei costi finanziari viene riportato in automatico
dalla gestione FINANZIARIA nella quale necessario specificare i
tassi di interesse passivi previsti per le diverse operazioni di finanziamento (suddividendo spesso i tassi tra scoperti a breve e tassi
su operazioni a medio lungo termine);
linserimento delle imposte avviene, nella gran parte dei casi, attraverso la scelta di due aliquote (una per lIRES e una per lIRAP)
con le rispettive basi imponibili. Pu essere utile, per la presenza
frequente di costi indeducibili fiscalmente, utilizzare aliquote di imposta leggermente superiori a quelle prestabilite12.
ASPETTI PATRIMONIALI
E opportuno valorizzare le immobilizzazioni durevoli identificandole
e raggruppandole per categorie omogenee (mobili e arredi, impianti
specifici, impianti generici, immobili strumentali,. ) assegnando le
relative aliquote di ammortamento fiscale. Fondamentale distribuire
nel tempo gli acquisti secondo i fabbisogni produttivi. In tale contesto
viene spesso richiesta laliquota IVA delle immobilizzazioni per poter
evidenziare in modo corretto leffetto nella gestione FINANZIARIA.
ASPETTI FINANZIARI
Gli aspetti finanziari rappresentano lanello di congiunzione delle scelte
operative economiche e patrimoniali.
E possibile, al riguardo evidenziare almeno tre linee di fondo di approfondimento di questa tematica.
1) COMBINAZIONE CAPITALE PROPRIO e CAPITALE DI CREDITO = una prima scelta fondamentale riguarda i versamenti (o i conferimenti) dei
soci rispondendo alle domande QUANTO? e QUANDO ? In riferimento
alla prima domanda si pu senza dubbio rilevare che lammontare di
capitale proprio deve essere proporzionato al capitale investito e al
capitale richiesto a terzi (banche e societ di leasing). Un rapporto
equilibrato capitale proprio/capitale di credito dovrebbe essere
di 1:1 o 1:2. Rapporti con divisori pi alti sono quasi sempre accompagnati da richieste di garanzie personali o reali da parte dei finanziatori
12. Per esempio utilizzare per lIRES il 36% in luogo del 33% effettivo e per lIRAP il 4,50% in luogo del 4,25%.
35
esterni che compensano fuori bilancio lo squilibrio delle fonti. Il momento in cui erogare il capitale inevitabilmente legato al momento di
sostenimento degli investimenti durevoli (e quindi non necessariamente deve essere concentrato allinizio del progetto).
2) Tipologia di finanziamenti a MEDIO/LUNGO TERMINE
= una volta determinata la combinazione capitale proprio /capitale di
terzi, la quota di investimenti durevoli non finanziata dai soci dovr essere finanziata dai finanziatori esterni. Le scelte riguardano: la tipologia
di finanziamento (leasing o mutuo), la durata, le modalit di rimborso
delle quote di capitale ed il tasso effettivo delloperazione tenendo anche
conto delle spese accessorie delloperazione stessa.
3) Un ulteriore aspetto finanziario, spesso sottovalutato dai piccoli imprenditori, correlato a quello che in dottrina viene chiamato fabbisogno di capitale circolante. Tale aspetto strettamente connesso
alla variabile CREDITI VERSO I CLIENTI (cio ai tempi medi di incasso delle fatture oltre che allaliquota IVA applicata), alla variabile
RIMANENZE (cio ai tassi di rotazione e alle politiche aziendali degli
approvvigionamenti) alla variabile DEBITI VERSO I FORNITORI (cio
ai tempi medi di pagamento delle fatture oltre che allaliquota IVA
applicata). E evidente, ad esempio, che tempi lunghi di incasso dei
clienti accompagnati da una bassa rotazione del magazzino fanno crescere il fabbisogno di capitale circolante a fronte del quale si renderanno necessari finanziamenti a BREVE TERMINE del sistema creditizio.
Loutput del modello quantitativo consiste nella predisposizione del
conto economico, dello stato patrimoniale e dei flussi finanziari per i 3
- 5 anni successivi alla costituzione dellimpresa.
Dallanalisi combinata dei tre prospetti possibile comprendere la sostenibilit complessiva dellintero progetto e nel caso in cui taluni indicatori (indici di bilancio) evidenziassero delle anomalie si dovrebbe
opportunamente modificare il business plan al fine di eliminare situazioni di potenziale squilibrio.
Una volta avviata liniziativa lo stesso potr sicuramente rappresentare
una guida per monitorare costantemente i risultati raggiunti e prendere
le opportune azioni correttive.
36
7. ESEMPIO NUMERICO
PER LA COMPRENSIONE DEI LEGAMI
ECONOMICI PATRIMONIALI E FINANZIARI
Nelle pagine seguenti sono riportati dei prospetti numerici, elaborati con
dati casuali, attraverso i quali possibile comprendere i principali legami
quantitativi intercorrenti tra le variabili economiche, patrimoniali e finanziarie di una impresa.
Per lipotetica societ X infatti stato predisposto:
- un prospetto relativo agli impieghi e alle fonti (aspetti patrimoniali e finanziari) di start up;
- un prospetto di conto economico riclassificato (aspetti economici);
- un prospetto per lanalisi del punto di pareggio aziendale;
In particolare nelle successive tabelle si evidenziano le principali caratteristiche dei primi due prospetti.
IMPIEGHI E FONTI PER START UP
Tale prospetto evidenzia la struttura patrimoniale e finanziaria dellazienda nel momento in
cui sta per iniziare lattivit operativa.
Dovrebbe contenere quindi gli investimenti (impieghi) e i correlati finanziamenti (fonti) necessari
per far partire lattivit dellazienda.
Per questo motivo non sono riportati crediti verso clienti, debiti verso fornitori e fonti bancarie
a breve termine che sono voci tipiche dellazienda gi in funzionamento.
Impieghi e fonti
NOTE
Immobilizzazioni
Immateriali
Immobilizzazioni
Finanziarie
Immobilizzazioni
Materiali
Materiale vario
Versamenti soci
Trattasi dei mezzi propri versati dai soci a titolo di capitale sociale.
Hanno quindi un carattere durevole e non possono, tranne casi
eccezionali, essere restituiti
Finanziamento soci
Debiti finanziari
37
NOTE
Ricavi
Costi variabili
esterni
Costo del
personale
Ammortamenti
Oneri finanziari
Imposte
Cash Flow
38
SOCIETA X
IMPIEGHI E FONTI PER START UP
IMPIEGHI
IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI
6.650
Spese costituzione
2.000
allacciamento servizi
3.000
1.000
650
IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE
crediti per cauzioni
1.980
1.980
IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
53.150
macchinari:
macchinario 1
40.000
macchinario 2
7.500
furgone (usato)
4.400
macchinario 3
1.250
4.000
4.000
65.780
FONTI
MEZZI PROPRI
VERSAMENTO SOCIO ROSSI
VERSAMENTO SOCIO BIANCHI
FINANZIAMENTO SOCI
30.155
10.000
20.155
DEBITI FINANZIARI
PRESTITO: durata 4 anni
TOTALE FONTI DI FINANZIAMENTO
35.625
35.625
65.780
39
40
7.681
5.942
6%
RICAVI 2
5%
RICAVI 1
5% su fatturato
Materiale di consumo
1.800
7.200
1.920
Spese amministrative
Socio Bianchi
1.800
3.000
6.000
Spese telefoniche
dipend. 2
2.400
Riscaldamento
18.000
7.200
energia elettrica
dipend. 1
7.920
affitto e condominio
28.200
29.040
131.284
MARGINE DI
CONTRIBUZIONE
12.343
89.615
70%
RICAVI 1
115.581
246.865
28.021
RICAVI 2
118.844
Ipotesi
RICAVI 1
Esercizio
52%
48%
11%
12%
53%
5%
2%
3%
36%
47%
100%
31-Dec-07
8.064
3.360
20.160
31.584
1.872
1.997
1.872
6.240
2.496
7.488
8.237
30.202
150.976
14.195
6.834
8.833
103.057
132.918
283.895
147.224
136.671
52%
48%
11%
11%
53%
6%
3%
4%
42%
47%
100%
31-Dec-08
SOCIETA X
9.032
3.763
22.579
35.374
1.947
2.077
1.947
6.490
2.596
7.788
8.566
31.410
173.623
16.324
7.859
10.158
118.515
152.856
326.479
169.308
157.171
52%
48%
11%
10%
53%
7%
3%
4%
48%
47%
100%
31-Dec-09
41
2008
15%
COST.
COST.
COST.
AMMORTAMENTI
INCIDENZA ONERI
FINANZIARI
INCIDENZA IMPOSTE
12%
4%
TASSO CRESCITA
RETRIBUZIONE SOCI
COST.
eventualmente distribuibile
13%
9%
21%
1,5%
24%
6%
30%
42.072
15%
COST.
COST.
COST.
12%
4%
COST.
2008
5.000
9.000
56.072
40.590
27.060
67.650
1.800
4.258
73.709
13.288
2.195
15.482
89.191
18.802
8.000
destinato al rimborso
(quota capitale del prestito)
destinato a nuovi
investimenti
20.155
destinato
allAutofinanziamento (vedi
impieghi e fonti)
46.957
cash flow
20.983
52.459
31.475
2.400
3.703
58.562
13.288
2.195
15.482
74.044
RISULTATO NETTO
RISULTATO LORDO
FINANZIAMENTO DELLA
PRODUZIONE
come da prospetto
banca
25% SU INVESTIM.
Ammortamenti MATERIALI
RISULTATO OPERATIVO
(EBIT)
33% SU INVESTIM.
MOL
Ammortamenti IMMATERIALI
Ammortamenti
14%
10%
24%
1,5%
26%
6%
31%
41.638
15.000
10.000
66.638
51.156
34.104
85.260
1.200
4.897
91.357
13.288
2.195
15.482
106.839
16%
10%
26%
1,5%
28%
5%
33%
42
137.177
MARGINE DI SICUREZZA
(RICAVI - BEP)/RICAVI
Indicatore che esprime di quanto pu ridursi il fatturato per
non essere in perdita
40%
45%
156.089
80.667
76.580
148.180
1.800
2.400
1.600
15.482
1.458
15.482
AMMORTAMENTI
31.584
30.202
52%
29.040
28.200
PERSONALE
52%
146.718
119.284
127.581
4.258
132.918
283.895
31-Dec-07
3.703
115.581
246.865
31-Dec-06
GENERALI
COSTI FISSI
ESTERNI
COSTI VARIABILI:
RICAVI
Esercizio
SOCIETA X
50%
164.914
85.228
1.200
1.763
15.482
35.374
31.410
52%
168.725
157.753
4.897
152.856
326.479
31-Dec-08
43
12
12
Dec-05
Altri costi/ricavi
MARG. OPER.
LORDO
Ammortamenti
Apporti/(rid.)
finan. soci
Erog. nuovi
finanz. m. t.
-17.000
205.611
1.085
-104.197
-40.000
-57.034
-188.832
Costi fissi
Costi variabili
-485.051
1.506.643
-427.003
Canoni leasing
14
193.120
2.177
65.979
789.568
62.502
727.066
161.120
77.979
804.574
65.002
739.572
721.794
17.778
Dec-07
0 Patr. Netto
841.265 Pass. a m. t.
67.602
0 Diversi e r&r
750.666 Fornitori
22.997 Banche
Dec-08 PASSIVO
Dec-06
-1,1%
13,70%
0,1%
-6,9%
-2,7%
-3,8%
-12,5%
-28,3%
-32,2%
-27.000
171.933
-160.000
-60.000
-58.175
-190.070
-448.353
-478.378
100,0% 1.566.909
Dec-07
-497.513
-60.000
-59.338
-195.684
-470.771
-1,7%
11,10%
0,0%
-34.177
154.279
-10,2% -192.000
-3,8%
-3,7%
-12,1%
-28,6%
-30,5%
66.884
172.004
153.000
160.000
498.956
185.000
313.956
-0
Dec-06
49.272
238.886
161.000
128.000
466.515
140.000
326.515
-0
Dec-07
69.630
288.159
170.000
96.000
434.575
95.000
339.575
-0
Dec-08
-2,1%
9,50%
0,0%
-11,8%
-3,7%
-3,6%
-12,0%
-28,9%
-30,5%
100,00%
-32.000
183.164
-192.000
-60.000
-60.525
-201.479
-480.186
-517.414
1.694.768
Dec-08
-1,9%
10,90%
0,0%
-11,3%
-3,5%
-3,6%
-11,9%
-28,3%
-30,5%
100,00%
130.000
42.003
145.061
592.128
232.005
285.811
74.312
Dec-05
100,00% 1.629.585
55.120
7.177
69.938
776.957
36.000
740.957
694.033
33.033
Dec-06
Manodopera
Consumi
FATTURATO
CONTI
ECONOMICI
TOT. ATTIVO
Immob. Tecn. N.
Immob. Immater.
Immob. Finanz.
Tot. Circolante
Rimanenze
Cred. E disp.
Apporti/(rid.)
cap./riserve
14
72
159
6,0%
60.525
11,90%
480.186
31%
Ulteriori
dividendi
14
72
159
6,0%
59.338
12,00%
470.771
31%
6.909
Compensi amm.ri
-gg scorte
72
159
6,0%
58.175
12,10%
448.353
31%
678.360
Diversi
55.688
Dec-05
Clienti
Liquidit immed.
ATTIVO
SITUAZIONE
PATRIMONIALE
Dividendi da BP
68
162
-gg fornitori
-gg clienti
Tasso O.
finanziari BP
57.034
12,50%
C. variabili %
32%
427.003
Costi fissi
12
prev
Dec-08
12
Personale
Consumi %
Fatturato
Mesi
prev
Dec-07
prev
Dec-06
cons.
dic.-05
VARIABILI DA SIMULARE
SIMULAZIONE SEMPLIFICATA
44
cons.
79.653
MON (EBIT)
78.760
-25.885
Imposte
2.889
75.871
-3.782
REDDITO ANTE
IMPOSTE (EBT)
Componenti
straordinari
REDDITO DI
COMPETENZA
Gestione finanziaria
-12.798
Dividendi e c.i.
92.451
Ammortamenti
-1.132.916
-2%
6%
0%
6%
-0%
0%
7%
-1%
8%
-93%
0%
1.225.361 100%
MOL (EBITDA)
Altri proventi
FATTURATO NETTO
7%
5%
0%
18%
0%
71%
805.410 100%
52.875
TOTALE PASSIVO
Risultato desercizio
41.317
Mezzi propri
Finanziamento soci e
Prestiti Obbl. soci
143.461
567.757
Dec-03
Passivit a medio
5%
7%
88%
9%
79%
805.410 100%
Passivit a breve
PASSIVO
TOTALE ATTIVO
57.175
36.636
Immobilizzazioni
tecniche nette
711.599
74.897
636.702
Dec-03
Immobilizzazioni
finanziarie
TOTALE ATTIVO A
BREVE
Rimanenze
Crediti e disponibilit
ATTIVO
cons.
-26.309
92.965
-26
92.991
-3.387
96.378
-15.124
111.502
-1.229.950
1.341.452
748.575
66.656
41.317
137.334
503.268
5%
9%
86%
6%
80%
-2%
7%
-0%
7%
-0%
0%
7%
-1%
8%
-92%
0%
100%
100%
9%
6%
0%
18%
0%
67%
100%
Dec-04
cons.
748.575
37.734
65.138
645.703
46.480
599.223
Dec-04
cons.
100%
14%
5%
0%
16%
0%
65%
prev
18%
6%
76%
6%
71%
6%
16%
0%
14%
15%
50%
1.100.843 100%
66.884
172.003
153.000
160.000
548.956
Dec-06
prev
1.100.843 100%
195.297
65.979
839.567
62.502
777.065
Dec-06
prev
-65.000
195.000
13.410
181.590
-7.021
188.611
-17.000
205.611
-1.302.117
1.085
1.506.643
-4%
13%
1%
12%
-1%
0%
13%
-1%
14%
-86%
0%
100%
-71.020
137.904
137.904
-7.029
144.933
-27.000
171.933
-1.394.976
-5%
9%
0%
9%
-0%
0%
9%
-2%
11%
-89%
0%
1.566.909 100%
14%
7%
79%
6%
73%
4%
21%
0%
14%
11%
50%
1.143.673 100%
49.272
238.887
161.000
128.000
566.514
Dec-07
prev
1.143.673 100%
161.120
77.979
904.574
65.002
839.572
Dec-07
-62.189
111.461
111.461
-8.640
120.101
-34.177
154.278
-1.475.307
-4%
7%
0%
7%
-1%
0%
7%
-2%
10%
-91%
0%
1.629.585 100%
CONTO ECONOMICO
909.192
130.000
42.003
145.061
592.128
7%
8%
86%
4%
82%
100%
Dec-05
cons.
909.192
62.297
69.938
776.957
36.000
740.957
Dec-05
cons.
STATO PATRIMONIALE
PROSPETTO DI SINTESI
prev
70.306
1.019.036
11%
7%
97.120
97.979
82% 1.089.342
6%
76%
prev
prev
6%
24%
0%
14%
8%
48%
prev
89.495
357.788
170.000
64.000
603.158
-74.814
144.444
144.444
-6.720
151.164
-32.000
183.164
-1.511.604
-4%
9%
0%
9%
-0%
0%
9%
-2%
11%
-89%
0%
-87.159
176.654
176.654
-4.800
181.454
-32.000
213.454
-1.549.105
8%
8%
70.000
107.979
7%
28%
0%
13%
5%
47%
prev
113.324
447.283
170.000
32.000
622.284
Dec-10
-5%
10%
0%
10%
-0%
0%
10%
-2%
12%
-88%
0%
-101.876
215.200
215.200
-2.880
218.080
-27.120
245.200
-1.587.862
100% 1.833.062
100% 1.384.891
Dec-09
69.630
288.158
170.000
96.000
584.576
Dec-08
73.118
1.133.794
85% 1.206.912
6%
79%
prev
Dec-10
100% 1.384.891
Dec-09
129.120
87.979
991.265
67.602
923.663
Dec-08
-6%
12%
0%
12%
-0%
0%
12%
-2%
13%
-87%
0%
100%
100%
8%
32%
0%
12%
2%
45%
100%
5%
8%
87%
5%
82%
NOTE
45
NOTE
46
collana
oggi e domani imprenditore
a cura di Liana Benedetti
con la collaborazione di Roberto Baldo
Miniguida n.1
Il Business Plan
Miniguida n.2
Miniguida n.3
Presentarsi in banca
Miniguida n.4
www.promopadova.it
www.pd.camcom.it