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Performance d’Impresa
Indice
1. Misurazione delle performance
2. L’Analisi per Indici
3. Il Reporting
4. Il Benchmarching
5. L’Activity Based Costing / L’Activity Based Management
6. Il Process Based Costing
7. Il Target Costing
8. Il Throughput Accounting
9. L’Indice di Rotazione delle Scorte (o del magazzino)
10. La Curva A-B-C (o Diagramma di Pareto)
11. La Balanced Scorecard
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 2
1
Le strategie aziendali poggiano su di una
solida conoscenza della realtà
Fuel Oil
2
Presupposti della Misurazione
3
Importanza della Misurazione
ottenere in tempo reale
le informazioni-chiave
(KPI)
• Diviene fondamentale
gestire il miglioramento
dei processi operativi
(Kaizen)
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 7
4
Obiettivi della Misurazione
Il controllo sulla performance del sistema produttivo:
a) di progettazione
b) di gestione della produzione
c) di strumenti utilizzati per raggiungere gli scopi
5
Strumenti della Misurazione
Materiali Ricavi
Manodopera
Energia
Mercati dei Servizi Mercati
fattori produttivi
Impresa dei prodotti
6
Fasi per la costruzione del sistema di
valutazione
1. Definizione di una strategia di:
a) Corporate (definisce il modo con cui massimizzare il valore delle risorse di cui si
dispone)
b) Business (riguarda come competere in specifici mercati)
2. Identificare i processi produttivi
3. Definire gli obiettivi di ciascuno
4. Elaborare dei Key Performance Indicator (KPI) idonei a fornire una corretta
valutazione
5. Definire gli standard di performance (revision. period.)
6. Analizzare tali indici
7. Elaborare un piano di risanamento
8. Attuare le misure correttive
Strategia di corporate e
Strategia di business
Strategia aziendale di corporate
7
Gerarchia della
Strategia di business
Dinamiche Risorse e
competitive SWOT competenze
del mercato specifiche
dell’impresa
Prospettiva Mission
Posizionamento
Strategia di business
Piano
Obiettivi e misure delle perfofmance
Modalità/Prassi
Strategia di business
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 15
Strategia di business
8
Caratteristiche degli Indicatori
Gestione degli ordini Lavoro impiegatizio, in Costo per la gestione degli Costo per ordine evaso, in
dollari oridni di acquisto, in dollari dollari
Produzione di Costo dei componenti, in Tempo di attrezzaggio degli Costo unitario, in dollari
dollari impianti e costo della
componenti rilavorazione, in dollari
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 18
9
Esempio di classificazione degli
indici
10
1. Indici di Produttività
a) Produttività Totale (indicatore di efficienza):
Output totale
Input totale
1. Indici di Produttività
b) Produttività Specifica:
Output totale
Input riferito ad un’unica risorsa
11
1. Indici di Produttività
c) Produttività Parziale:
1. Indici di Produttività
d) Produttività Multipla:
Output totale
Input riferito ad un insieme di risorse
12
2. La Qualità
a) Tasso di difettosità:
2. La Qualità
b) Analisi dei costi:
13
3. Tempi e Servizio logistico
a) Indicatori temporali:
• Lead-time (di rifornimento e di produzione)
• Set-up time (tempo di attrezzaggio)
• Time-to-market (ideazione - messa sul mercato)
• Flow value: lead-time medio di produzione*
tempo di trasformazione
14
(Fasi del ciclo dell’ordine)
1. Trasmissione dell’ordine: intervallo di tempo tra data di
emissione dell’ordine da parte del cliente e sua ricezione (oggi
avvengono tramite sistemi EDI - Electronic Data Interchange)
2. Elaborazione dell’ordine: tempo di “trattamento” dell’ordine
(verifica della solvibilità del cliente, correttezza formale dei documenti, interrogazioni agli
archivi di inventario per verificare le disponibilità, predisposizione della documentazione
che autorizza il prelievo)
15
3. Tempi e Servizio logistico
d) Misure di tempestività:
16
3. Tempi e Servizio logistico
f) Misure di flessibilità:
4. Flessibilità
• Flessibilità di volume: capacità di assorbire fluttuazione
nei volumi produttivi mantenendo elevati livelli di
efficienza
• Flessibilità di mix: capacità di riassortire un mix articolato
di prodotti, nell’ambito di una varietà programmata, a costi
accettabili
• Flessibilità di prodotto: capacità di inserire nella gamma
un nuovo prodotto in tempi e costi accettabili
• Flessibilità di programma: capacità di modificare i
programmi di produzione per far fronte a imprevisti/urgenze
17
4. Flessibilità
a) Vendite (indicatori relativi ai tempi di risposta):
4. Flessibilità
b) Servizio al cliente (misure relative alla flessibilità
delle consegne):
18
4. Flessibilità
c) Prodotto (progettazione del prodotto):
4. Flessibilità
c) Prodotto:
Time-to-market effettivo
Time-to-market obiettivo *
19
4. Flessibilità
d) Magazzino:
4. Flessibilità
e) Trasporti:
20
La valutazione dei canali distributivi
21
Articolazione del sistema di reporting
Day by day reporting
(weekly - monthly)
- i necessari correttivi
- i giudizi di convenienza
22
Situazioni ambientali e
caratteri dei sistemi di valutazione e gestione
DINAMICA AMBIENTALE
alta bassa
23
Schema di valutazione della qualità attesa (Qa)
e della qualità percepita (Qp)
Is = Indice di soddisfazione della clientela = Qp/Qa
Coefficiente
Grado di
Peso di
Attributi del percezione
dell'attributo soddisfazione Qp
prodotto (P)
(0 : 4) (Q)
(0 : 1)
(0 : 1)
- conformità
- affidabilità
- prestazioni
- sicurezza
- assistenza
- tempi di
risposta
1. Customer satisfaction:
24
Indici del controllo per reporting
2. Distribuzione:
• Quota di mercato*:
*può a sua volta essere raffrontata con quella del maggior concorrente
e può inoltre essere rapportata quella a valore con quella a quantità
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 50
25
Indici del controllo per reporting
4. Livello di servizio:
Consegne tempestive
Consegne totali
Reclami___
Consegne totali
Consegne effettuate
Consegne stabilite
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 51
5. Giacenze:
26
Indici del controllo per reporting
6. Trasporti:
Costi di trasporto
Tonn./km trasportati
7. Magazzino:
27
Indici del controllo per reporting
8. Approvvigionamenti:
b) n. fornitori contattati
9. Produzione:
28
Indici del controllo per reporting
• Tali indici sono ottenuti dal raffronto fra 2 o più variabili
appropriate sì da produrre una misura di rendimento
• Essi assumono il ruolo di veri indicatori di performance da
affiancare ai sistemi contabili di rilevazione dei costi
• Il controllo per reporting si può anche avvalere dell’analisi
degli scostamenti, intesa non solo nel senso di confronto tra
costo effettivo e costo standard, ma estesa a misurare le
variazioni in termini di produttività (specie nella
movimentazione, nel livello di servizio, negli standard di consegna,
ecc.)
29
Check-up degli indici del controllo
per reporting
• È opportuna una revisione periodica degli standard per
valutare eventuali variazioni effettive:
- negli elementi di costo
- nei criteri di interpretazione di chi rileva
• Va seguita anche l’evoluzione degli indici in quanto
possono subentrare fatti di mercato o interni che ne
modifichino la significatività
• Più in generale è necessario eseguire periodicamente un
“check-up” di tutte le aree funzionali dell’azienda
Determinanti il saggio di redditività del capitale operativo investito (R=NOPAT/COI) e del Costo medio ponderato del capitale (CMPC)
i
Altri costi variabili Totale attivo Debiti onerosi
Debito
finanziario
Costo di lavoro
Rimanenze
Capitale operativo investito CMPC
Costi fissi di struttura (COI)
Crediti a breve
Imposte Capitale
Immobilizzazioni proprio
Ke
30
Benchmarking:
il vantaggio del confronto
• Benchmark: misura rispetto ad un punto fisso
• Benchmarking: misurazione dell’eccellenza di prestazione
di un’azienda
punto di riferimento
(unità di misura per il confronto)
Parametri
31
Parametri
PRESTAZIONE VALORE ECCELLENTE
Finalità
• La finalità è quella di stimolare il miglioramento:
• a livello di impresa
• a livello di attività elementari
• Le fasi sono:
1. Misurazione della performance
2. Identificazione delle best practice
• Le entità da confrontare possono essere:
• Gruppi di imprese
• Singole aziende
• Divisioni aziendali
• Unità di business
• Funzioni aziendali
• Reparti
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 64
32
Storia
• 1972: Progetto PIMS (Pacific Institute for the
Mathematical Science):
Storia
• 1979: L’americana Xerox avvia il progetto:
“Benchmarking Competitivo”:
33
Tipologie di Benchmarking
• Il Benchmarking può classificarsi in:
a. competitivo: è finalizzato a confrontare i propri prodotti, processi, servizi, prassi
con quelli dei diretti concorrenti operanti nello stesso settore;
b. funzionale: è finalizzato a mettere a confronto le proprie funzioni
(amministrazione, logistica, marketing, ricerca e sviluppo, produzione, ecc.) in
termini di struttura, metodologie, risorse, con quelle dei concorrenti diretti o
appartenenti ad altri settori;
c. generico: è finalizzato a raffrontare i propri processi, prassi, prodotti, servizi,
ecc., con quelli di aziende che appartengono a settori diversi;
d. interno: è finalizzato a confrontare tra loro processi, prodotti, servizi simili
realizzati da unità organizzative diverse ma facenti parte di una stessa impresa;
e. di processo: è volto a ricercare le migliori prassi manageriali lungo il flusso di
attività che attraversa le aree funzionali;
f. strategico: fornisce un approccio per studiare il sistema azienda nella sua
globalità e per assicurare che i fabbisogni del cliente vengano adeguatamente
considerati nel processo di benchmarking.
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 67
Linee guida
34
Il ciclo di Deming
• Si articola in 4 fasi:
1. P (Plan) – pianificare: definire chiaramente gli obiettivi e indicare
con accuratezza i metodi e le fasi concrete per il loro
raggiungimento;
2. D (Do) – eseguire: informare su quanto è stato pianificato, guidare
lo svolgimento dell’attività e assicurare l’adozione delle modalità di
esecuzione previste;
3. C (Check) – verificare: accertarsi che si stia procedendo secondo
quanto pianificato attraverso un’indagine sui risultati;
4. A (Act) – agire: evidenziare i fattori che hanno ostacolato quanto
pianificato e, sulla base di questa verifica, attuare i miglioramenti
necessari.
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 69
35
Fasi del Benchmarking
• L’Enviromental and Social Benchmarking Center ha
articolato la procedura in 5 fasi:
1. Misurazione
2. Pianificazione
3. Raccolta informazioni
4. Analisi
5. Attuazione
1. Misurazione
36
2. Pianificazione
3. Raccolta informazioni
37
4. Analisi
5. Attuazione
38
Strumenti
• Sono 2 i principali strumenti necessari per attuare il B.:
39
L’ABC
Il metodo ABC
• I costi vengono imputati sulla base:
• delle attività elementari effettive generatrici di valore
• delle risorse utilizzate nello svolgimento delle attività
nella produzione
nel marketing
nella consegna
nei servizi di assistenza alla clientela
• Fondamento del sistema è la rilevazione dei “cost-drivers”
determinanti di costo, che possono essere:
• Misure monetarie
• Misure non monetarie (ore, mq, kwh, n.ro componenti, ecc.)
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 80
40
Presupposti
1. Il costo delle risorse consumate viene attribuito
alle singole attività
Esempio (1/5)
Il costo complessivo della linea di prodotto si ottiene così
41
Esempio (2/5)
- Con riferimento al periodo considerato sono noti gli activity driver per
le attività elencate:
Attività Activity driver
Attività di supervisione Tempo unitario di lavorazione
Attrezzaggio Numero attrezzaggi
Acquisto materiali Numero ordini materiali
Gestione parti di ricambio Numero parti di ricambio
Esempio (3/5)
- Supervisione: Prodotto Activity Costo attività per
driver per prodotto
a) Costo attività: 36.000 prodotto
b) Quantità driver: 10.625 423,5295
X 125
c) Activity costing rate (a/b): 3,3882 (125 x 3,3882)
Y 10.500 35.576,1
Totale 10.625 36.000
42
Esempio (4/5)
- Acquisto materiali: Prodotto Activity Costo attività per
driver per prodotto
a) Costo attività: 2.000 prodotto
b) Quantità driver: 5 400
X 1
c) Activity costing rate (a/b): 400 (1 x 400)
Y 4 1.600
Totale 9 2.000
Esempio (5/5)
- Determinazione del costo unitario di prodotto:
Voci di costo Prodotto X Prodotto Y
Costi diretti:
-Materie prime 5 17
-MOD 4,5 13,5
Totale costi diretti 9,5 30,5
Costi indiretti:
-Supervisione (423,5295/500) 0,85 (35.576,4/7.000) 5,08
-Attrezzaggio (555,5556/500) 1,11 (4.444,4444/7.000) 0,63
-Acquisto materiali (400/500) 0,8 (1.600/7.000) 0,23
-Gestione parti di ricambio (2.666,6666/5.000) 5,33 (5.333,3333/7.000) 0,76
Totale costi indiretti 8,09 6,70
43
Procedura
1. Scomposizione e analisi dettagliata dei processi
aziendali
2. Attribuzione a ciascun processo dei costi delle
risorse consumate
3. Mappatura delle attività collegata alla distinta base
utilizzata nella produzione
4. Ricerca delle attività che generano valore
5. Individuazione delle attività superflue
6. Redistribuzione delle risorse con riduzione degli
sprechi
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 87
Vantaggi dell’ABC
1. Puntuale attribuzione dei costi al singolo prodotto: esprime il consumo di
risorse per l’ottenimento del singolo prodotto in caso di produzioni multiple,
attribuendo, attraverso l’individuazione delle attività elementari, i costi, comuni
a più produzioni, ai singoli prodotti
2. Puntuale identificazione e attribuzione dei costi indiretti al singolo prodotto:
essendo il costo unitario di ciascuna tipologia di prodotto pari alla somma dei
costi connessi alle varie attività che hanno contribuito al suo ottenimento,
emerge l’utilità del metodo ABC nei processi che impiegano diverse componenti
standard elementari, combinate variamente per ottenere più linee di prodotto
con alta incidenza di costi indiretti
3. Ottica di lungo periodo: per cui tutti i costi (anche di ricerca, progettazione,
marketing, ∞enerali, ecc.) vengono inclusi, creando affinità con il criterio del
costo pieno (full costing)
4. Agevole identificazione della redditività di prodotto: la rilevazione di tutti i
costi associabili al prodotto è utile in sede di pianificazione, al fine di
confrontarli con i ricavi presumibili nel ciclo di vita (“life cycle costing”) e
determinare la redditività, che va poi a sua volta confrontata a posteriori con i
consuntivi e con quella di altre linee di prodotto alternative
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 88
44
L’Activity Based Management (AMB)
- L’analisi delle attività fornisce informazioni allo scopo di migliorare le singole
operazioni che generano valore in termini di efficacia e di efficienza, eliminando (o
riducendo) le altre
- Si crea così lo strumento dell’Activity Based Management, con cui, focalizzando
l’attenzione sulle attività espletate lungo la catena del valore, si effettua un’analisi del
livello di variabilità dei costi in relazione agli interventi programmati, al fine di
migliorare le prestazioni con opportuni aggiustamenti
- Adottato in maniera stabile e continuativa (ABM), può consentire di assumere decisioni
basate su una conoscenza più approfondita dei processi di attività e di formazione dei
costi, sì da orientare e governare meglio la gestione d’impresa
- Si precisa che il metodo viene proposto per migliorare il controllo dei costi e la soluzione
dei problemi di decision making, con riguardo alle analisi di performance nei sistemi
produttivi più complessi:
- con elevata differenziazione produttiva
- con ampie attività di supporto
- dotate di tecnologie informatiche in grado di elaborare i numerosi dati necessari
- E’ dunque un metodo oneroso, complesso, che richiede lunghi tempi di
implementazione (per una completa mappatura delle attività)
Limiti dell’ABC/ABM
1. Rischio di focalizzarsi eccessivamente sulla singola
attività perdendo di vista i processi
2. Incertezza e discrezionalità nella stima e nel riparto
degli ammortamenti e dei costi comuni indiretti
3. Limiti nella segnaleticità del metodo per la
formulazione delle politiche di prezzo, basate su riduzioni
in funzione di eventuali minori incidenze di costo su
maggiori quantità realizzate (economie di scala)
4. Difficoltà nell’individuazione dei punti di vantaggio e di
debolezza nei riguardi della concorrenza
5. Non considera i costi derivanti dalla capacità produttiva
inutilizzata
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 90
45
Process Based Costing
1. Per superare tali limiti si è passati dall’ABC al Process Based
Costing (PBC), che è tutt’ora in corso di affinamento
2. Oggetto di misurazione non è più la singola attività, bensì
l’intero processo (approvvigionamento, produzione, logistica,
amministrazione, ecc)
3. È una evoluzione dell’ABC, perché in più può far emergere i
cosiddetti costi nascosti mediante il controllo dei consumi
delle risorse impiegate
4. I costi, anziché a livello di prodotto, hanno origine a livello di
sub-processo o centro di costo e, in conseguenza, è possibile
misurare e migliorare l’efficacia delle risorse e aumentare
l’efficienza dei sub-processi aziendali
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 91
Target Costing
• Attraverso tale metodologia si definiscono già nella fase
di progettazione e di pianificazione i miglioramenti in
termini di efficienza che dovranno determinarsi nella vita
economica del prodotto o componente in relazione a
economie di scala e di apprendimento, in modo da
conseguire il costo-obiettivo (target), cioè il costo
massimo sostenibile;
• esso presuppone:
• un’analisi e una valutazione dei costi della concorrenza da
confrontare con quelli interni;
• la fissazione del futuro prezzo di vendita del prodotto e del profitto
obiettivo.
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 92
46
Throughput Accounting (TA)
• È una metodologia idonea laddove il costo dei materiali
diretti e la velocità di produzione assumono un peso
rilevante
• Obiettivo della direzione è quello di individuare i vincoli e
i “colli di bottiglia” che rallentano la velocità di
attraversamento delle materie nel processo di produzione
• Tende ad evidenziare l’esistenza di eventuali costi-
opportunità (ad es. l’accumulo di scorte in eccesso
rispetto alla richiesta di mercato)
• Obiettivo è quello di migliorare produttività ed
efficienza degli impianti
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 93
Strumenti del TA
• Il principale strumento è il Margine di Contribuzione,
dato dal rapporto tra:
(ricavi di vendita – costi di materiale diretto)
unità di tempo che ciascun prodotto ha consumato nel collo di
bottiglia
• La convenienza alla produzione si verifica se tale margine
risulta superiore al costo del collo di bottiglia* per unità
di tempo dell’intero sistema produttivo
*dato dal rapporto tra: totale dei costi di produzione
totale del tempo di utilizzo del collo di
bottiglia nell’intervallo temporale di rif.
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 94
47
L’indice di rotazione delle scorte
(o del magazzino)
• È importante monitorare il livello delle scorte, poiché esse
costituiscono parte rilevante delle attività bisogna
contenere il livello degli investimenti nel magazzino
• L’indice di rotazione delle scorte è dato dal rapporto tra le
uscite del magazzino in un certo periodo di tempo (giorno,
settimana, mese, trimestre, semestre, anno) e la consistenza
media relativa al medesimo periodo (scorte conservate)
• L’indice può essere calcolato come rapporto fra quantità
fisiche o fra valori
• L’indice può essere riferito ad un singolo articolo, a più
articoli appartenenti allo stesso gruppo merceologico, oppure
alla globalità dei beni trattati
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 95
48
L’indice di rotazione delle scorte
(o del magazzino)
• Per poter ottenere un’armonia e un coordinamento tra le
molteplici decisioni aziendali, il controllo delle scorte
richiede un equilibrio fra gli obiettivi delle diverse
politiche dell’impresa, quali:
49
L’indice di rotazione delle scorte
(o del magazzino)
• Infatti, un alto valore di tale rapporto corrisponde a:
50
L’indice di rotazione delle scorte:
l’indice di rotazione economica (IRE)
• L’Indice di Rotazione Economica ha il vantaggio di poter essere
riferito alla generalità delle merci commerciate dall’azienda, rese
omogenee dall’emissione monetaria
• È più significativo rispetto all’IRF, poiché esprime in valore la
velocità di trasformazione dei capitali investiti in scorte (costi in
capitali liquidi)
• È dato dal rapporto:
costo del venduto* (nell’unità di tempo)
costo della scorta media**
* dato da: costo acquisto merci - costo rimanenze finali (nell’unità di tempo)
** dato dal costo della consistenza media delle merci che sono conservate nel magazzino
nell’unità di tempo
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 101
Tasso di disponibilità:
Tempo di funzionamento (T. disponibile – T.fermata)/Tempo disponibile
Tasso di efficienza:
Tempo teorico di processo x Produzione totale/Tempo di funzionamento
Tasso di qualità:
Produzione totale – Produzione difettosa/Produzione totale
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 102
51
La curva ABC
(Diagramma di Pareto)
• Rappresenta il grado di concentrazione di un
fenomeno con riferimento a 2 variabili correlate
• L’adozione è frequente nei sistemi logistici, nello
specifico nella gestione di:
• Acquisti
• Marketing
• Vendite
• Magazzino (Rotazione delle scorte)
• Consideriamo il magazzino (scorte prodotto finito)
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 103
Le Classi A – B – C
• Nella gestione delle scorte vengono detti curve ABC i
diagrammi che correlano la numerosità dei prodotti in
inventario con il loro valore di costo
52
Le Classi A – B – C
100%
Ciò che varia
C passando dalla
95% classe A alla
classe C è il
B grado di
80% accuratezza
Fatturato
A del controllo
Classi di Stock
Le Classi A – B – C
• In virtù di questo metodo, vengono identificati:
a) I prodotti di primaria importanza, classificati nel gruppo A, per i
quali è opportuno un controllo molto rigoroso perché una minima
variazione dell’entità delle scorte implica significativi mutamenti
nei costi di gestione relativi
b) I prodotti di media importanza, classificati nel gruppo B, per i
quali può essere svolto un controllo più di routine
c) I prodotti di bassa importanza, classificati nel gruppo C, i quali
possono essere tenuti senza un controllo particolare, anche in
termini previsionali, al fine di evitare oneri aggiuntivi che possono
superare i benefici conseguenti a controlli speciali
53
Le Classi A – B – C
• Nonostante l’arbitrarietà nell’attribuzione delle Classi, vi
sono degli indicatori che aiutano a definire l’ordine di
importanza delle scorte:
• Valore
• Vendite
• Difficoltà di approvvigionamento
• Ampiezza delle fluttuazioni della domanda
• Assoggettabilità a deterioramento fisico o ad obsolescenza
• Fabbisogno di spazio in magazzino
• Giacenza media
• Criticità (conseguenze della mancanza del prodotto sulle vendite)
• Movimentazione e ingombro
La Curva ABC
• Tale analisi viene definita anche “regola 80/20”:
“il magazzino è tanto più equilibrato quanto più nel
20% delle merci in scorta si concentra l’80% del
fatturato”
• Gli articoli possono passare da una classe all’altra
perché non tirano più o viceversa
• Obiettivo è la riduzione dell’investimento in scorte
• L’analisi ABC è compatibile con qualunque tipo di
sistema di controllo adottato
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 108
54
La Balanced Scorecard
(Scheda di Valutazione Bilanciata)
• Nasce dal presupposto che nessun indicatore è in grado, da
solo, di misurare in modo completo la performance
d’azienda
• Nasce nel 1992 negli USA, ad opera di R. Kaplan e D.
Norton
• Scopo della Bs è quello di tradurre missioni e strategie in
una serie completa di misure della performance
• La BS ha il merito di collegare
• gli obiettivi operativi a breve termine delle funzioni aziendali
con
• gli obiettivi strategici a lungo termine dell’azienda globale
La Balanced Scorecard
55
La Balanced Scorecard
• Pone a confronto:
– misure finanziarie con misure non finanziarie
– indicatori ritardati con indicatori di tendenza
– prospettive di performance interna con quelle esterne
• Rappresenta un sistema coerente di misurazione e di
controllo integrato
• Secondo i principi della BS, affidarsi unicamente a misure
di tipo economico finanziario può indurre in errore, in
quanto trattasi di indicatori ex-post
(ciò rappresenta un atteggiamento a breve termine che
sacrifica la creazione di valore a lungo termine, in favore di
una performance immediata)
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 111
La Balanced Scorecard
• La BS conserva gli indicatori finanziari (ex-post),
affiancandoli con le misure dei “drivers” o “lead”
della performance finanziaria futura
• La BS mette poi ordine tra gli indicatori integrandoli
e bilanciandoli tra loro
• La BS definisce le connessioni logiche tra di essi per
far sì che si possano conoscere in anticipo i riflessi
che una determinata azione avrà sull’intera gestione
aziendale
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 112
56
La BS tra strategy & operations
• La BS crea collegamento tra:
57
La Balanced Scorecard: Metodologia
La Balanced Scorecard costituisce lo strumento per il monitoraggio delle
scelte strategiche
Balanced
Strategia
Scorecard
• Piano strategico
• Orizzonte medio/lungo periodo
STRATEGIA • Pochi obiettivi “high-level”
• Visione integrata dell’Azienda
BOTTOM LINE
ACTION PLAN
• Progetti operativi
• Orizzonte di breve periodo
• Visione funzionale (sylos effect)
• Molte iniziative particolari
IMPLEMENTAZIONE
58
La Balanced Scorecard: Metodologia
Balanced
Strategia Organizzazione
Scorecard
Allineamento
Le dimensioni rilevanti
• Per tale motivo l’impostazione tradizionale di
questo strumento analizza i risultati dall’azienda
sulla base di quattro dimensioni rilevanti:
1. La performance economico-finanziaria
2. Il cliente
3. La gestione dei processi interni
4. Lo sviluppo futuro (apprendimento e crescita)
59
Le dimensioni rilevanti
Balanced Scorecard
COMUNICAZIONE
E DIFFUSIONE Clientela
ALL’INTERNO
DELL’AZIENDA
Processi PROSPETTIVA
INTERNA
Apprendimento
e crescita
Le dimensioni rilevanti
La BALANCED SCORECARD costituisce la soluzione ideale per il presidio delle
variabili “chiave” aziendali, in quanto si focalizza sulle determinanti del vantaggio
competitivo e quindi sulla capacità dell’azienda di creare valore nel breve e medio-
lungo termine
ECONOMICO-FINANZIARIA/
MERCATO
INNOVAZIONE/
APPRENDIMENTO/SVILUPPO
PATRIMONIO STRATEGICO
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La composizione del patrimonio
strategico
TANGIBLE ASSET
Competenze individuali
Patrimonio Clima interno
Professionale Talenti
Qualità ed efficienza
delle routine
Patrimonio Organizzativo organizzative
Conoscenze codificate
e consolidate
Valori e stili di gestione
Le dimensioni rilevanti
FINANZIARIO
CLIENTELA
VISION PROCESSI INTERNI
E
Per realizzare la vision, come STRATEGIA Per soddisfare i nostri
dovremmo apparire alla nostra azionisti e la clientela, in
clientela? quali processi aziendali
dobbiamo eccellere?
APPRENDIMENTO E
CRESCITA
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Prospettiva finanziaria
Obiettivi Misure
Obiettivi Misure
Obiettivi Misure visione e
strategia
Prospettiva di innovazione e
di apprendimento
Obiettivi Misure
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Shareholder Value Approach
• La determinazione del valore azionario è dato da:
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Economic Value Added (EVA)
EVA = NOPAT - (WACC x C)
Dove:
NOPAT = Net Operating Profit After Operating Taxes (Utile operativo netto dopo le
imposte operative) - calcolato anno per anno
WACC = Weighted Average Cost of Capital (Costo medio ponderato del capitale)
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Return on Investment (ROI)
• È dato da:
Reddito netto
Capitale netto
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Return on Sales (ROS)
• È dato da:
! … cliente
! …
Riduzione costi / ! Fatturato per ! Benchmarking costi ! Costi unitari di
miglioramento dipendente ! Tassi di riduzione costi prodotto
! % costi indiretti sul ! Costi per transazione
produttività fatturato ! …
! …
Rendimento del ! % investimenti / ! Razionalizzazione Capitale ! Payback period
capitale Fatturato operativo ! …
! % costi R&D sul ! Tasso di utilizzo delle
fatturato immobilizzazioni
! … ! …
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2. La prospettiva del cliente
• Fa riferimento alla necessità di orientare l’attività svolta alla
soddisfazione delle esigenze da questo manifestate, allo scopo di
differenziarsi dalla concorrenza
• I manager devono individuare per ogni Area Strategica d’Affari
(ASA), i clienti e le misure di performance
• Obiettivo è la massima customer satisfaction, e quindi acquisizione
di nuovi clienti e mantenimento di quelli vecchi
• Le principali misure (customer driver) sono:
• Quota di mercato di prodotti/servizi
• Tasso di fidelizzazione
• Capacità di acquisizione di nuovi clienti
• Grado di customer satisfaction
• Redditività del cliente
• Attributi del prodotto e servizio richiesti
• Relazioni con il cliente
• Immagine e reputazione
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 133
MISURE PRINCIPALI
Fatturato per fascia di
RS !
Customer
satisfaction ! Indici ad hoc da
interviste/questionari
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 134
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3. La prospettiva della gestione dei
processi
• Diretta all'individuazione dei fattori critici di successo
per la soddisfazione dei clienti e degli azionisti e di
conseguenza delle iniziative operative di miglioramento
per il raggiungimento degli obiettivi ai vari livelli
aziendali
• Gli indicatori più significativi sono rappresentati da quelli
che consentono di valutare i processi operativi in termini
di:
• Costi delle attività che ne fanno parte (Activity Based Costing)
• Gestione economica delle stesse attività (Activity Based Management)
• Qualità dei processi (Business Process Reengineering)
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 135
I processi devono rappresentare sia la long wave della creazione del valore (ad esempio
sviluppo nuovo prodotto) che la short wave di creazione del valore (ad esempio operations e
servizi post-vendita)
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4. La prospettiva di sviluppo futuro
• Strettamente connessa alla innovazione di processo e
all’apprendimento che consentono uno sviluppo globale
dell’organizzazione
• Si divide in:
a. Prospettiva di innovazione e vantaggio competitivo: evidenzia
l’infrastruttura necessaria all’impresa per competere con la propria
organizzazione nel lungo periodo
b. Prospettiva del mercato: i manager individuano i segmenti di
mercato in cui l’azienda può competere
c. Prospettiva della cultura e apprendimento: l’impresa deve essere
in grado di orientare i comportamenti degli individui nello
svolgimento delle loro attività
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 137
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4b. Prospettiva del mercato
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La prospettiva di sviluppo futuro:
esempio
Fatturato per dipendente
Produttività Valore aggiunto per
risorse dipendente
Turnover figure umane N° contratti per dipendente
chiave … ...
Retention
Durata media
rapporto di lavoro risorse
per figure chiave
Turnover aziendale
/turnover medio di
settore
… ...
Motivazione/ Training e Sistemi
soddisfazione formazione Informativi
PEOPLE TECHNOLOGY
Balanced Scorecard
Obiettivi Attraverso la definizione dei fattori
Quali le mete Finanziario
critici di successo, come insieme
VISION E STRATEGIA
da
raggiungere?
Clientela di indicatori collegati da relazioni di
Fattori critici di successo
causa effetto, si attua il
2 Quali sono le Processi
criticità per collegamento tra la strategia e la
raggiungerle? Apprendimen
to e crescita vision aziendale e gli indicatori
Indicatori finanziari, non finanziari
e di performance specifici di performance delle
Come misuro il loro
raggiungimento e il miglioramento
singole prospettive e degli obiettivi
dei miei sforzi ?
particolari della struttura
organizzativa
FASE
4-06-2015 BOTTOM-UP Prof. Fabrizio Baldassarre 142
71
Le fasi di implementazione
• La BS si distingue, dunque, dagli altri strumenti di
misurazione perché considera in un unico documento una
molteplicità di indicatori:
• in funzione delle finalità e strategie d’impresa
• raggruppati in schede allo scopo di fornire diverse prospettive
• Tutto ciò garantisce una visione sistemica delle
performance d’impresa
• Partendo dall’analisi delle performance passate orienta il
management alla gestione futura, in un sistema unico in cui
convergono:
• strategie
• reporting direzionale
• performance manageriali
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 143
Le fasi di implementazione
MISSION
• La BS traduce aziendali in una serie
VISION di misure oggettive
• 4 le fasi in cui si esplicita il suo contributo:
1. Definire obiettivi e misure per le variabili critiche di
performance finanziaria
2. Definire obiettivi e misure per le variabili critiche della
performance relativa ai clienti
3. Definire obiettivi e misure per le variabili critiche della
performance sui processi
4. Sviluppare obiettivi e misure per le variabili critiche di
apprendimento e crescita
4-06-2015 Prof. Fabrizio Baldassarre 144
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1. Definire obiettivi e misure per le variabili
critiche di performance finanziaria
• Il processo ha inizio col definire con chiarezza la
strategia dalla prospettiva dell’azionista, individuando
gli obiettivi economico-finanziari che contribuiranno a
favorire la crescita e la produttività e le modalità
attraverso cui ottenere successo presso il potenziale
target di clienti destinato ad incrementare la crescita
degli introiti e a favorire la realizzazione di un mix di
prodotti più redditizio.
• Gli obiettivi della prospettiva economico-finanziaria
rappresentano i risultati desiderati.
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3. Definire obiettivi e misure per le variabili
critiche della performance sui processi
• Nella prospettiva dei processi interni il manager
identifica quei processi critici in cui l’organizzazione
deve eccellere ai fini dell’implementazione della
strategia.
• La dimensione dei processi interni rappresenta i processi
critici che consentono alla business unit, da una parte, di
realizzare un’equazione del valore in grado di attrarre e
trattenere i clienti dei segmenti obiettivo, dall’altra, di
soddisfare le aspettative degli azionisti in merito ai
rendimenti finanziari.
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