22 / Valnure e Valdarda
L’ANNIVERSARIO LA TRAGEDIA DELL’ARANDORA STAR
La nave dei deportati
affondata 80 anni fa
Fra le vittime 65
di origine piacentina
A perdere la vita anche Giovanni Ferdenzi, oriundo di Vernasca,
che aveva avviato con il fratello un negozio di fish and chips a Londra
Claudio Oltremonti
● Oggi, 2 luglio, ricorre l'80° anni-
versario dell'affondamento dell'
Arandora Star, nel quale persero la
vita 446 deportati italiani in viag-
gio dall'Inghilterra verso la loro de-
stinazione di internamento in Ca-
nada.
Di questi, considerando che Bar-
di passò alla provincia di Parma nel
1923, ben 65 erano di origine pia-
centina.
Una vicenda dimenticata, se non
rimossa, per tanti anni, e riscoper-
ta in Italia grazie ad un pregevole
documentario di Alfio Bernabei ed
Oriella Foresta, realizzato nel 1987,
ed alle approfondite ricerche di
Maria Serena Balestracci.
Ricordare la vicenda dell’ Arando-
ra Star significa ripercorrere la sto-
ria della comunità italiana insedia-
ta in Inghilterra sin dalla prima me-
tà dell’ ’800. Alla fine di quel seco-
lo, un terzo dei 20mila italiani che
risiedevano in Gran Bretagna era-
no passati attraverso la scalinata di
Vine Hill, nel centro di Londra, per
spargersi nel reticolo di strade tra
Clerkenwell Road, Mount Plea-
sant, Summer St. e Saffron Hill,
dando vita al vivace quartiere ita-
liano, poi sviluppatosi anche ver-
so Holborn e Soho.
Una comunità operosa composta
da ristoratori, gelatieri, chefs, ca-
merieri, sarti, ambulanti, artigia-
ni, commercianti, persone che
avevano lasciato la loro patria in
cerca di un futuro migliore. Giu-
seppe Mazzini, durante il suo esi-
lio nella capitale inglese, nel 1864,
insieme a Garibaldi, fondò al n. 10
di Laystall St., dove ancora oggi esi-
ste una targa commemorativa del-
lo statista italiano, la “Società per
il progresso degli Operai italiani in
Londra”, primo nucleo di assisten-
za intorno al quale crebbe la co-
LE VITTIME DI ORIGINE PIACENTINA
Furono 65 le vittime dell’Aran-
dora Star di origine piacentina
(considerando che Bardi era
passata alla provincia di Parma
solo nel 1923). Le ricordiamo.
Affaticati Riccardo, 02/08/1893,
Caorso, London
Albertelli Carlo, 30/5/1899,
Morfasso, Pontypridd
Antoniazzi Bartolomeo,
20/1/1908, Bardi, Newton
Basini Bartolomeo, 12/10/1908,
Bardi, TreHerbert
Belli Antonio, 8/11/1885, Bar-
di, Maeslag
Bellini Pietro, 8/7/1878, Mor-
fasso, London
Berni Attilio, 10/5/1899, Bardi,
Weston-Sp-Mare
Bersani Carlo, 7/6/1889, Sar-
mato, London
Bragoli Pietro, 23/5/1880, Mor-
munità dei nostri connazionali.
Con l’avvento del fascismo, le divi-
sioni che laceravano gli italiani in
patria si manifestarono anche a
Londra dove nel 1921, al n. 27 di
Holland Road, a casa del Prof. An-
tonio Cippico, si riunirono i primi
simpatizzanti di Mussolini.
Nondimeno, la Capitale del Regno
Unito era già stata meta del fuoriu-
scitismo del periodo Crispino, e di-
veniva ora meta di quello antifa-
scista che andò raggruppandosi
intorno a figure come gli anarchi-
ci Decio Anzani, Pietro Galasso ed
al giornale “Il Comento” (sic).
La fascistizzazione della comuni-
tà italiana si svolse con i medesimi
modelli culturali ed assistenziali
della madrepatria. Il risultato di
questo processo riscosse il plauso
degli ambienti politici conserva-
tori ed apprezzato da statisti come
Austen e Neville Chamberlain e
Winston Churchill. Gli antifascisti,
con il benestare delle autorità in-
glesi, furono messi sotto il control-
lo dell’OVRA, grazie ad infiltrati co-
me Fritz Yohann Glass ed Alessan-
dro Consani.
Una pugnalata
Nonostante la politica di appease-
ment verso Mussolini, le simpatie
del dittatore per il regime Hitleria-
no misero in allarme gli Inglesi, i
quali iniziarono a guardare la co-
munità italiana come una possibi-
le “quinta colonna”.La dichiarazio-
ne di guerra del 10 giugno 1940 fu
vissuta dall’opinione pubblica in-
glese come una pugnalata alla
schiena. La comunità italiana fu
fatta segno di manifestazioni di
odio, anche contro persone che vi-
vevano in quel Paese da decenni.
Churchill diede l’ordine di depor-
tazione: “Acciuffateli tutti!”.
Il rastrellamento degli italiani ini-
ziò subito, nella mattina dell’11
fasso, London
Carini Francesco, 15/7/1893,
Bardi, Pontypridd
Carini Giuseppe, 21/5/1898,
Bardi, Ebbw Vale
Carpanini Giovanni, 5/1/1919,
Bardi, Britton Ferry
Carpanini Giuseppe,
17/7/1892, Bardi, Cwmcarn
Casali Giuseppe, 3/8/1909,
Morfasso, London
Castelli Antonio, 18/10/1894,
Bettola, Aberdare
Cavacciuti Pietro, 6/6/1893,
Morfasso, London
Cavalli Giovanni, 4/2/1889,
Bardi, Neath
Conti Guido, 26/12/1908, Bar-
di, Newport
Conti Giuseppe, 19/3/1898,
Bardi, Treharris
Ferdenzi Carlo, 12/6/1897, Ver-
nasca, London
giugno 1940, ed interessò circa
4mila uomini di età compresa tra
i 16 ed i 70 anni, ed anche oltre,
considerati “dangerous cha-
racters”, soggetti pericolosi. Tra
questi, lo stesso Decio Anzani, che
aveva dedicato gli ultimi vent’an-
ni della sua vita alla causa dell’an-
tifascismo.
Come ulteriore misura di sicurez-
za fu disposto il trasferimento de-
gli internati al di fuori dei confini
della Gran Bretagna.
Il I° luglio 1940 un numero impre-
cisato di internati, forse circa 1560,
di cittadinanza italiana, austriaca
e tedesca, fu imbarcata a Liverpool
sulla nave da crociera Arandora
Star per essere inviati in Canada.
Il secondo giorno di navigazione
la nave, dipinta di grigio, senza al-
cuna insegna della Croce Rossa, e
priva di scorta, fu scambiata per
un’imbarcazione da guerra quin-
di colpita ed affondata al largo
dell’Irlanda da un sommergibile
tedesco, l’U-47 comandato da
Gunter Prien.
Il numero esatto delle vittime non
è mai stato accertato definitiva-
mente. Alcune fonti indichereb-
bero che, su un totale di 712 citta-
dini italiani imbarcati, 446 manca-
rono all’appello; circa 700 era il to-
tale dei dispersi.
Tra le vittime, Giovanni Ferdenzi,
originario di Vernasca, il cui corpo
fu ritrovato sulla spiaggia di Clon-
many e sepolto nel locale cimite-
ro. Ferdenzi, insieme al fratello,
aveva avviato un noto negozio di
fish and chips a Londra, “The
Fryer’s delight”, che esiste ancora
oggi in Theobalds Rd., nel quartie-
re di Holborn.
Il drammatico episodio sollevò po-
lemiche all’interno del Parlamen-
to britannico e lo stesso Churchill
arrivò ad ammettere che la “quin-
ta colonna” non era mai esistita. La
Ferdenzi Giovanni, 15/6/1879,
Vernasca, London
Ferdenzi Giovanni, 20/5/1884,
Vernasca, London
Ferrari Luigi, 19/10/1907, Bet-
tola, Aberdare
Ferri Giovanni, 12/7/1884, Ver-
nasca, Hull
Franchi Giacomo, 6/8/1896,
Bardi, New Tredegar
Fulgoni Giacomo, 19/7/1894,
Grezzo di Bardi, Hirwaun
Fulgoni Giovanni, 4/7/1900,
Grezzo di Bardi, Pontry Gwarth
Gadeselli Vincenzo, 15/9/1885,
Bardi, London
Gazzi Andrea, 2/8/1900, Bardi,
Gorsewinin
Gazzi Francesco, 12/1/1922,
Bardi, Pont Newydd
Gazzi Lino, 3/6/1881, Bardi,
Ferndale,
Giovanelli Luigi, 24/4/1890,
La Arandora Star, nave da crociera che deportava “soggetti pericolosi” in Canada, fu affondata il 2 luglio 1940
Nel cimitero di Clonmany la tomba di Giovanni Ferdenzi, oriundo
di Vernasca, vittima dell'affondamento dell’Arandora Star
tragica fine dei passeggeri dell’ul-
timo viaggio dell’ “Arandora Star”
contribuì ad una parziale revisio-
ne delle politiche di gestione degli
internati, con un moderato allen-
tamento dei provvedimenti coer-
citivi. Le famiglie delle vittime non
ricevettero alcun indennizzo e fu-
rono costrette a pagare anche il
certificato che dichiarava il proba-
bile annegamento dei propri cari.
Indagini
Il 12 agosto 1940 Churchill affidò a
Lord Henry Snell l’incarico di in-
dagare sul metodo usato per sele-
zionare gli stranieri imbarcati a
bordo dell’ “Arandora Star”, ed in
generale, sulle responsabilità
dell'operazione.
Bardi, London
Marenghi Giovanni, 23/4/1897,
Bardi, Pontypridd
Marenghi Luigi, 21/7/1893, Pia-
cenza, London
Mariani Pietro, 3/10/1921, Bar-
di, London
Menozzi Gioacchino,
24/8/1894, Bardi, London
Minetti Giacomo, 11/7/1905,
Bardi, Neath
Moruzzi Ernesto, 12/8/1879,
Bardi, Neath
Moruzzi Peter, 31/5/1887, Bar-
di, Neath
Moruzzi Pietro, 24/11/1917,
Bardi, London
Notafalchi Lorenzo, 8/8/1885,
Piacenza, London
Prati Carlo, 4/11/1877, Luga-
gnano, Hull
Previdi Lodovico, 12/6/1895,
Gropparello, London
Secondo quanto appurato da Lord
Snell, le direttive imposte al War
Office erano state quelle di dare la
precedenza nella deportazione ai
“soggetti pericolosi”.I tempi ristret-
ti e la situazione di emergenza in
cui gli uffici preposti si trovarono
ad operare, portarono ad indivi-
duare dei criteri di classificazione
dei “soggetti pericolosi” italiani che
non furono “soddisfacenti”.
In particolare, mentre i tedeschi e
gli austriaci da imbarcare sull’
Arandora Star furono scelti dai
campi di internamento di tipo “A”,
dedicati ai “soggetti pericolosi”, gli
italiani non erano stati categoriz-
zati e furono individuati secondo
le uniche informazioni disponibi-
li, cioè, una lista redatta dall’MI5,
Rabaiotti Antonio, 20/10/1885,
Bardi, Newport
Rabaiotti Bartolomeo,
23/3/1881, Bardi, Pontypridd
Rabaiotti Domenico,
12/2/1912, Bardi, Ogmore Va-
le
Rabaiotti Francesco, 6/3/1894,
Bardi, Swansea
Rabaiotti Luigi, 11/12/1910,
Bardi, Swansea
Raggi Luigi, 15/8/1880, Bardi,
London
Ricci Lazzaro, 24/3/1891, Bar-
di, Treharris
Rossi Flavio, 15/6/1902, Bardi,
Port Glasgow
Rossi Giovanni, 11/9/1923, Bar-
di, Cardiff
Rossi Luigi, 14/8/1908, Bardi,
Swansea
Sartori Luigi, 14/4/1885, Mor-
fasso, London
Giovedì 2 luglio 2020
di 1500 italiani considerati perico-
losi poiché appartenenti al Partito
fascista o ad organizzazioni colle-
gate.
Tale lista però, metteva sullo stes-
so piano gli ardenti fascisti con
quelli che aderivano solo nominal-
mente al Partito. Il risultato fu che
nella lista finirono per errore per-
sone le cui simpatie erano intera-
mente per la Gran Bretagna, come
nel caso di Decio Anzani, segreta-
rio della Sezione italiana della Le-
ga dei diritti dell’Uomo. Inoltre, in
almeno una dozzina di casi, i no-
minativi degli imbarcati non coin-
cidevano con quelli nella lista
dell’MI5, un margine d’errore co-
munque ammissibile, secondo
Lord Snell, considerato il quadro
complessivo della deportazione.
Rimane il dubbio che l’MI5 colse
l’occasione per internare, senza
troppi problemi, qualche elemen-
to estremista scomodo, che fosse
anche fascista, comunista, socia-
lista od anarchico.
Il 7 novembre 1940 la relazione di
Lord Snell venne discussa dal War
Cabinet, il quale, dato che non ne
era stata prevista la pubblicazione,
e visto che l’interesse sulla faccen-
da era scemato e che sarebbe sta-
to “un peccato” ravvivarlo, stabili-
va per il momento, ed in ogni ca-
so, di non intraprendere alcuna
azione.
Da allora la tragedia viene ricorda-
ta dalla comunità italiana in Inghil-
terra e con una cerimonia che si
tiene il 2 luglio nella cappella del
cimitero di Bardi, eretta espressa-
mente per ricordare la memoria
delle vittime dell’ “Arandora Star”,
e dove esiste anche una via a loro
dedicata.
Un ultimo pensiero. Quando i pri-
gionieri inglesi fuggirono dal cam-
po di concentramento PG29 di
Veano, dopo l’armistizio dell’8 set-
tembre 1943, trovarono aiuto ed
ospitalità proprio sulle colline, tra
quelle montagne da cui un giorno,
tanto tempo prima, erano partite
le vittime dell’Arandora Star. Ma
questa è un’altra storia.
Sidoli Giovanni, 17/8/1894,
Bardi, Glyncorrwg
Sidoli Luigi, 29/12/1882, Bardi,
London
Solari Federico, 5/9/1914, Ver-
nasca, London
Solari Luigi, 24/4/1888, Bardi,
Neath
Spagna Antonio, 10/10/1894,
Bardi, Maesteg
Sterlini Giuseppe, 31/5/1900,
Bardi, Wellington
Sterlini Marco, 17/10/1891,
Bardi, Tenby
Strinati Giovanni, 26/3/1880,
Bardi, Cwmaman
Taffurelli Giuseppe, 29/3/1892,
Bettola, Dowlais
Tambini Giovanni, 13/3/1899,
Bardi, Newport
Zanelli Ettore, 3/11/1893, Bar-
di, Tonypandy